Il gruppo ATC V10 comprende i radiofarmaceutici terapeutici, ovvero quei farmaci che contengono sostanze radioattive utilizzate per il trattamento di diverse patologie. Questi farmaci vengono somministrati ai pazienti attraverso diverse vie di somministrazione, come ad esempio l'iniezione endovenosa o la somministrazione orale.
In Italia, l'utilizzo dei radiofarmaceutici terapeutici è in costante aumento. Secondo le statistiche, nel 2019 sono stati utilizzati oltre 1.500.000 dosi di questi farmaci, con un incremento del 6% rispetto all'anno precedente.
I radiofarmaceutici terapeutici sono impiegati principalmente nella cura di alcune forme di tumore, come il carcinoma della prostata e il linfoma non Hodgkin. Inoltre, possono essere utilizzati anche per il trattamento di alcune malattie autoimmuni e infiammatorie.
La scelta del radiofarmaco da utilizzare dipende dalla patologia da trattare e dalle caratteristiche del paziente. Ad esempio, nel caso del carcinoma della prostata metastatico resistente alla castrazione, viene spesso impiegato il radionuclide ^223RaCl2.
L'utilizzo dei radiofarmaceutici terapeutici richiede una particolare attenzione da parte degli operatori sanitari coinvolti nella loro somministrazione. Infatti, essendo sostanze radioattive, è necessario adottare tutte le precauzioni necessarie per garantire la sicurezza del personale medico e dei pazienti.
Inoltre, i pazienti sottoposti a trattamento con radiofarmaci terapeutici devono essere monitorati attentamente per valutare l'efficacia del trattamento e per individuare eventuali effetti collaterali.
In conclusione, i radiofarmaceutici terapeutici rappresentano una importante risorsa nella cura di alcune patologie, ma richiedono un'attenta gestione da parte degli operatori sanitari coinvolti nella loro somministrazione. L'utilizzo di questi farmaci è in costante aumento in Italia e si prevede che continuerà a crescere nei prossimi anni.