Il Gefitinib è un farmaco antitumorale appartenente alla classe degli inibitori della tirosin-chinasi. È utilizzato principalmente nel trattamento del cancro polmonare non a piccole cellule (NSCLC) avanzato o metastatico.
In Italia, il cancro polmonare rappresenta la terza causa di morte per tumore, con una prevalenza maggiore nei maschi rispetto alle femmine. Nel 2018, sono stati diagnosticati circa 42.000 nuovi casi di tumore polmonare in Italia e si stima che circa il 70% dei casi siano NSCLC.
Il Gefitinib agisce bloccando la tirosin-chinasi dell'epidermal growth factor receptor (EGFR), una proteina presente sulla superficie delle cellule tumorali che promuove la crescita e la proliferazione delle stesse. In questo modo, il farmaco impedisce alla proteina di attivarsi e di stimolare la crescita del tumore.
Il Gefitinib viene somministrato per via orale sotto forma di compresse da 250 mg al giorno. La sua efficacia è stata dimostrata in studi clinici randomizzati che hanno confrontato il suo utilizzo con quello della chemioterapia standard nei pazienti affetti da NSCLC avanzato o metastatico.
In particolare, uno studio condotto su pazienti asiatici ha dimostrato che l'utilizzo del Gefitinib ha portato ad un miglioramento significativo della sopravvivenza globale rispetto alla chemioterapia standard (18,6 mesi vs 17,3 mesi). Tuttavia, altri studi condotti su pazienti non asiatici non hanno confermato questi risultati.
Il Gefitinib può causare effetti collaterali come rash cutaneo, diarrea, nausea e vomito. Inoltre, può aumentare il rischio di infezioni polmonari e di sanguinamento. È quindi importante che i pazienti siano monitorati attentamente durante il trattamento.
In conclusione, il Gefitinib rappresenta una valida opzione terapeutica per i pazienti affetti da NSCLC avanzato o metastatico. Tuttavia, è importante che la sua efficacia sia valutata caso per caso e che i pazienti siano monitorati attentamente durante il trattamento per prevenire eventuali effetti collaterali.