La rasagilina è un principio attivo utilizzato per il trattamento della malattia di Parkinson, una patologia neurodegenerativa progressiva che colpisce principalmente le persone anziane. In Italia, si stima che circa 200.000 individui soffrano di questa malattia, con una prevalenza maggiore tra gli uomini rispetto alle donne.
La rasagilina agisce inibendo selettivamente l'enzima monoamino ossidasi B (MAO-B), responsabile della degradazione della dopamina nel cervello. La dopamina è un neurotrasmettitore fondamentale per il controllo dei movimenti e delle funzioni cognitive. Nella malattia di Parkinson, la produzione di dopamina diminuisce gradualmente a causa della degenerazione dei neuroni dopaminergici nella substantia nigra del cervello.
Inibendo l'enzima MAO-B, la rasagilina contribuisce a mantenere più a lungo i livelli di dopamina disponibili nel cervello, migliorando così i sintomi motori e non motori associati alla malattia di Parkinson. La rasagilina può essere somministrata sia come monoterapia nei pazienti con sintomi lievi o iniziali della malattia, sia in associazione con altri farmaci antiparkinsoniani (come la levodopa) nei pazienti con sintomi più avanzati o che non rispondono adeguatamente alla terapia standard.
Il dosaggio raccomandato di rasagilina è di 1 mg al giorno, assunto per via orale come compressa singola indipendentemente dai pasti. Il trattamento deve essere iniziato con cautela e sotto stretto controllo medico, in quanto la rasagilina può interagire con altri farmaci e causare effetti collaterali.
Gli effetti collaterali più comuni associati all'uso della rasagilina includono cefalea, vertigini, nausea, secchezza delle fauci e disturbi del sonno. In alcuni casi, la rasagilina può causare ipotensione ortostatica (pressione sanguigna bassa quando ci si alza in piedi), che può portare a capogiri o svenimenti. È importante segnalare al medico curante qualsiasi effetto collaterale avvertito durante il trattamento con rasagilina.
La rasagilina è controindicata nei pazienti con ipersensibilità nota al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti presenti nella formulazione del farmaco. Inoltre, non deve essere assunta da pazienti che assumono altri inibitori della MAO (come selegilina o moclobemide) o farmaci antidepressivi come gli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (SSRI) e gli inibitori della ricaptazione della serotonina e noradrenalina (SNRI), poiché ciò potrebbe aumentare il rischio di sindrome serotoninergica.
È importante informare il medico di tutti i farmaci assunti prima di iniziare il trattamento con rasagilina, incluso l'uso di integratori alimentari e rimedi fitoterapici. La somministrazione di rasagilina deve essere attentamente valutata nei pazienti con insufficienza epatica moderata o grave, poiché la rasagilina viene metabolizzata principalmente dal fegato.
In conclusione, la rasagilina è un farmaco efficace e ben tollerato per il trattamento della malattia di Parkinson. Il suo meccanismo d'azione, basato sull'inibizione selettiva dell'enzima MAO-B, permette di aumentare i livelli di dopamina nel cervello e migliorare i sintomi associati alla patologia. La rasagilina può essere utilizzata sia come monoterapia che in associazione con altri farmaci antiparkinsoniani, offrendo una valida opzione terapeutica per i pazienti affetti da questa debilitante malattia neurodegenerativa.