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Farmaci contenenti principio attivo IVABRADINA

L'ivabradina è un principio attivo utilizzato nel trattamento di alcune patologie cardiovascolari, in particolare per la gestione dell'angina stabile e dell'insufficienza cardiaca cronica. Questo farmaco ha dimostrato di essere efficace nel ridurre la frequenza cardiaca, migliorando così la funzionalità del cuore e riducendo i sintomi associati a queste condizioni.

Il meccanismo d'azione dell'ivabradina si basa sulla sua capacità di agire selettivamente sui canali del pacemaker If presenti nelle cellule del nodo senoatriale, che sono responsabili della generazione e della regolazione della frequenza cardiaca. Inibendo questi canali, l'ivabradina riduce la velocità di depolarizzazione delle cellule del nodo senoatriale, determinando una diminuzione della frequenza cardiaca senza influenzare direttamente la contrattilità miocardica o la conduzione atrioventricolare.

In Italia, l'ivabradina è disponibile in compresse rivestite con film da 5 mg e 7,5 mg ed è commercializzata con il nome di Procoralan®. La dose iniziale raccomandata per il trattamento dell'angina stabile è di 5 mg due volte al giorno, mentre per l'insufficienza cardiaca cronica si parte da una dose iniziale di 2,5 mg due volte al giorno. La dose può essere successivamente aggiustata in base alla risposta individuale del paziente e alla tollerabilità al farmaco.

L'utilizzo dell'ivabradina è indicato nei pazienti adulti affetti da angina stabile con una frequenza cardiaca a riposo di almeno 70 battiti al minuto, in associazione con i beta-bloccanti o in alternativa a questi ultimi, qualora non siano tollerati o controindicati. Per quanto riguarda l'insufficienza cardiaca cronica, l'ivabradina è indicata nei pazienti adulti con sintomi di classe NYHA II-IV, una frazione di eiezione ventricolare sinistra ridotta (≤35%) e una frequenza cardiaca a riposo di almeno 75 battiti al minuto.

L'efficacia dell'ivabradina nel trattamento dell'angina stabile e dell'insufficienza cardiaca cronica è stata dimostrata in diversi studi clinici. In particolare, lo studio BEAUTIFUL ha evidenziato una riduzione del 36% del rischio di ospedalizzazione per angina instabile nei pazienti trattati con ivabradina rispetto al placebo. Analogamente, lo studio SHIFT ha mostrato che l'ivabradina riduce significativamente il rischio di ospedalizzazione per peggioramento dell'insufficienza cardiaca e la mortalità cardiovascolare nei pazienti affetti da insufficienza cardiaca cronica.

Nonostante i benefici terapeutici offerti dall'ivabradina, il farmaco può causare alcuni effetti collaterali. I più comuni sono disturbi visivi transitori (fosfeni), cefalea, vertigini e bradicardia. Tuttavia, questi effetti sono generalmente lievi e transitori e tendono a diminuire nel tempo.

L'ivabradina è controindicata in caso di ipersensibilità al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti, in presenza di bradicardia a riposo inferiore a 60 battiti al minuto, shock cardiogeno, blocco atrioventricolare di secondo o terzo grado e altre gravi alterazioni della conduzione cardiaca. Inoltre, il farmaco non deve essere utilizzato nei pazienti con insufficienza epatica grave o in quelli che assumono altri farmaci che possono causare un prolungamento dell'intervallo QT.

In conclusione, l'ivabradina rappresenta un'opzione terapeutica efficace e sicura per il trattamento dell'angina stabile e dell'insufficienza cardiaca cronica. La sua azione selettiva sui canali del pacemaker If permette di ridurre la frequenza cardiaca senza influenzare negativamente la contrattilità miocardica o la conduzione atrioventricolare. Tuttavia, come per ogni farmaco, è importante valutare attentamente i potenziali benefici e rischi associati all'utilizzo dell'ivabradina nel singolo paziente.

Farmaci contenenti principio attivo IVABRADINA