La capecitabina è un principio attivo utilizzato nella terapia del cancro. Si tratta di un farmaco antineoplastico, appartenente alla classe dei chemioterapici orali, che agisce inibendo la crescita delle cellule tumorali. In Italia, la capecitabina è disponibile in compresse rivestite con film e viene prescritta principalmente per il trattamento del carcinoma mammario metastatico e del carcinoma del colon-retto.
Il meccanismo d'azione della capecitabina si basa sulla sua capacità di convertirsi nel corpo in 5-fluorouracile (5-FU), una molecola dotata di attività antitumorale. Questa conversione avviene attraverso una serie di reazioni enzimatiche che coinvolgono principalmente il fegato e le cellule tumorali stesse. Una volta trasformato in 5-FU, il farmaco interferisce con la sintesi del DNA e dell'RNA nelle cellule neoplastiche, causandone la morte.
In Italia, l'incidenza dei tumori per i quali viene impiegata la capecitabina è piuttosto elevata. Secondo i dati dell'AIRTUM (Associazione Italiana Registri Tumori), nel 2020 sono stati diagnosticati circa 53.000 nuovi casi di tumore al seno e oltre 49.000 nuovi casi di tumore al colon-retto nel nostro Paese.
La capecitabina viene somministrata per via orale secondo uno schema terapeutico che prevede l'assunzione delle compresse due volte al giorno per 14 giorni consecutivi, seguiti da un periodo di riposo di 7 giorni. Il ciclo di trattamento viene ripetuto ogni 21 giorni per un totale di 6-8 cicli, a seconda della risposta del paziente e della tollerabilità al farmaco.
La dose iniziale raccomandata di capecitabina varia in base alla superficie corporea del paziente e può essere adattata in funzione della comparsa di eventuali effetti collaterali. È importante che il paziente segua attentamente le indicazioni del medico e non modifichi autonomamente la posologia prescritta.
Come tutti i chemioterapici, anche la capecitabina può causare effetti indesiderati, alcuni dei quali potenzialmente gravi. Tra gli effetti collaterali più comuni si segnalano nausea, vomito, diarrea, affaticamento, dolori addominali e stomatite (infiammazione della mucosa orale). Inoltre, il farmaco può provocare una diminuzione dei valori delle cellule del sangue (anemia, neutropenia e trombocitopenia), aumentando il rischio di infezioni e sanguinamenti.
Per monitorare l'efficacia del trattamento con capecitabina e prevenire la comparsa di complicazioni legate agli effetti collaterali è fondamentale che il paziente si sottoponga a regolari controlli medici. Durante la terapia con capecitabina è opportuno eseguire periodicamente esami ematochimici completi ed esami radiologici per valutare l'andamento della malattia.
In conclusione, la capecitabina rappresenta un'opzione terapeutica efficace per il trattamento di alcuni tipi di tumore, come il carcinoma mammario metastatico e il carcinoma del colon-retto. Grazie alla sua somministrazione per via orale, questo farmaco offre una maggiore comodità rispetto ai chemioterapici endovenosi e permette al paziente di svolgere il trattamento in ambito domiciliare. Tuttavia, è importante che la terapia con capecitabina sia attentamente monitorata dal medico per garantire la massima sicurezza ed efficacia nel controllo della malattia.