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OXALIPLATINO SANDOZ - riassunto delle caratteristiche del prodotto

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Riassunto delle caratteristiche del prodotto - OXALIPLATINO SANDOZ

RIASSUNTO DELLE CARATTERISTICHE DEL PRODOTTO

Oxaliplatino Sandoz 5 mg/ml concentrato per soluzione per infusione

2. composizione qualitativa e quantitativa

1 ml di concentrato per soluzione per infusione contiene 5 mg di oxaliplatino.

10 ml di concentrato per soluzione per infusione contengono 50 mg di oxaliplatino.

20 ml di concentrato per soluzione per infusione contengono 100 mg di oxaliplatino.

30 ml di concentrato per soluzione per infusione contengono 150 mg di oxaliplatino.

40 ml di concentrato per soluzione per infusione contengono 200 mg di oxaliplatino.

Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere il paragrafo 6.1.

3. forma farmaceutica

Concentrato per soluzione per infusione.

Liquido chiaro e incolore.

pH: 4,0 – 6,0

Osmolarità: 140 mOsmol/kg

4. informazioni cliniche

4.1 indicazioni terapeutiche

L’oxaliplatino in associazione a 5-fluorouracile (5-FU) e acido folinico (AF) è indicato per:

il trattamento coadiuvante del tumore del colon di stadio III (stadio C di Dukes) in seguito alla completa resezione del tumore primario il trattamento del tumore colorettale metastatico.

4.2 posologia e modo di somministrazione

La preparazione di soluzioni iniettabili di agenti citotossici deve essere effettuata da personale qualificato dotato di adeguata conoscenza del medicinale utilizzato, in condizioni che garantiscano l’integrità del prodotto medicinale e la protezione dell’ambiente di lavoro, in particolare quella del personale sanitario che manipola i medicinali, in conformità con la politica ospedaliera. La preparazione del medicinale deve essere effettuata in un’area riservata a questo scopo. In quest’area è vietato fumare, mangiare o bere (per informazioni dettagliate vedere il paragrafo 6.6).

Posologia

Documento reso disponibile da AIFA il 10/06/2016

SOLO PER ADULTI

La dose raccomandata di oxaliplatino come coadiuvante è 85 mg/m² somministrati per via endovenosa, da ripetersi ogni 2 settimane per 12 cicli (6 mesi).

La dose raccomandato di oxaliplatino nel trattamento dei tumori colorettali metastatici è 85 mg/m² somministrati per via endovenosa, da ripetersi ogni 2 settimane.

La dose deve essere modificata in funzione della tollerabilità (vedere il paragrafo 4.4).

La somministrazione di oxaliplatino deve sempre precedere quella delle fluoropirimidine, per esempio 5-fluorouracile (5-FU).

L’oxaliplatino deve essere somministrato mediante infusione endovenosa della durata di 2–6 ore in 250–500 ml di una soluzione di glucosio al 5% (50 mg/ml), al fine di ottenere una concentrazione compresa tra 0,2 e 0,70 mg/ml; nella pratica clinica 0,7 mg/ml è la concentrazione massima per una dose di oxaliplatino di 85 mg/m².

L’oxaliplatino è stato utilizzato in prevalenza in associazione a regimi basati sull’infusione continua di 5-fluorouracile. Per il trattamento ogni due settimane sono stati usati regimi di 5-fluorouracile costituiti da una combinazione di bolo e di infusione continua.

Popolazioni speciali

Compromissione della funzionalità renale

L’oxaliplatino non è stato studiato nei pazienti con insufficienza renale grave (vedere il paragrafo 4.3).

Nei pazienti con compromissione della funzionalità renale moderata si deve iniziare il trattamento con la dose normalmente raccomandata (vedere il paragrafo 4.4).

Non è necessario aggiustare la dose nei pazienti con disfunzione renale lieve.

Compromissione della funzionalità epatica

In uno studio di fase I condotto su pazienti affetti da diversi livelli di compromissione della funzionalità epatica, la frequenza e la gravità dei disturbi epato-biliari sono sembrate correlate alla progressione del disturbo e agli esami di compromissione della funzionalità epatica al basale. Durante lo sviluppo clinico non è stato effettuato alcun aggiustamento specifico della dose nei pazienti con esami della funzionalità epatica anormali.

Pazienti anziani

Non è stato osservato alcun aumento di tossicità grave quando l’oxaliplatino è stato usato, in monoterapia o in associazione a 5-fluorouracile, nei pazienti con più di 65 anni. Di conseguenza nei pazienti anziani non è richiesto alcun adattamento specifico della dose.

Popolazione pediatrica

Documento reso disponibile da AIFA il 10/06/2016

Non esiste alcuna indicazione rilevante relativa all’uso di oxaliplatino nei bambini. L’efficacia dell’oxaliplatino in monoterapia nella popolazione pediatrica con tumori solidi non è stata stabilita (vedere il paragrafo 5.1)

Modo di somministrazione

L’oxaliplatino deve essere somministrato mediante infusione endovenosa.

La somministrazione di oxaliplatino non richiede iperidratazione.

L’oxaliplatino, diluito in 250–500 ml di soluzione di glucosio al 5% per ottenere una concentrazione non inferiore a 0,2 mg/ml, deve essere somministrato mediante infusione in una via venosa centrale o periferica per una durata di 2–6 ore. L’infusione di oxaliplatino deve sempre precedere quella di 5-fluorouracile.

In caso di stravaso, la somministrazione deve essere interrotta immediatamente.

Istruzioni per l’uso

L’oxaliplatino deve essere ulteriormente diluito prima dell’uso. Per diluire il concentrato per soluzione per infusione deve essere utilizzata esclusivamente una soluzione di glucosio al 5% (vedere il paragrafo 6.6).

4.3 controindicazioni

L’oxaliplatino è controindicato nei pazienti che:

presentano un’anamnesi nota di ipersensibilità all’oxaliplatino o a uno qualsiasi degli eccipienti stanno allattando al seno presentano mielosoppressione antecedente all’inizio del primo ciclo, evidenziata da una conta basale dei neutrofili <2 × 109/l e/o da una conta piastrinica <100 × 109/l soffrono di una neuropatia sensoriale periferica con compromissione funzionale antecedente al primo ciclo presentano una funzionalità renale gravemente compromessa (clearance della creatinina inferiore a 30 ml/min).

4.4 avvertenze speciali e precauzioni di impiego

L’uso dell’oxaliplatino è riservato ai reparti specializzati di oncologia e deve essere somministrato sotto il controllo di un medico oncologo qualificato.

Per l’uso nelle donne in gravidanza, vedere il paragrafo 4.6.

Poiché i dati di sicurezza nei pazienti con funzionalità renale moderatamente compromessa sono limitati, la somministrazione deve essere subordinata a un’attenta valutazione del rapporto rischi/benefici per il paziente.

In questa situazione si deve monitorare molto attentamente la funzionalità renale e la dose deve essere aggiustata in base alla tossicità.

Documento reso disponibile da AIFA il 10/06/2016

I pazienti con anamnesi di manifestazioni allergiche ai composti contenenti platino devono essere osservati per l’eventuale comparsa di sintomi allergici. In caso di reazioni di tipo anafilattico all’oxaliplatino è necessario interrompere immediatamente l’infusione e iniziare un trattamento sintomatico appropriato. In questi pazienti, una nuova somministrazione di oxaliplatino è controindicata.

In caso di stravaso, l’infusione deve essere interrotta immediatamente e si deve iniziare un normale trattamento sintomatico locale.

La tossicità neurologica dell’oxaliplatino deve essere monitorata attentamente, in particolare nel caso di somministrazione concomitante con farmaci che presentano una specifica tossicità neurologica. Prima di ogni somministrazione, e in seguito periodicamente, deve essere effettuato un esame neurologico.

Nei pazienti che sviluppano disestesia faringolaringea acuta (vedere il paragrafo 4.8) durante o nelle prime ore successive all’infusione di 2 ore, la susseguente somministrazione di oxaliplatino deve essere effettuata nel corso di 6 ore.

In caso di comparsa di sintomi neurologici (parestesia, disestesia), la dose di oxaliplatino deve essere aggiustata in funzione della durata e della gravità di questi sintomi, con le seguenti raccomandazioni:

nel caso in cui i sintomi durino più di 7 giorni e siano dolorosi, la dose di oxaliplatino per il trattamento seguente deve essere ridotta da 85 a 65 mg/m2 (tumori metastatici) o a 75 mg/m2 (terapia coadiuvante) se una parestesia senza disturbo funzionale persiste fino all’inizio del ciclo seguente, la dose successiva di oxaliplatino deve essere ridotta da 85 a 65 mg/m2 (tumori metastatici) o a 75 mg/m2 (terapia coadiuvante) se una parestesia con disturbo funzionale persiste fino all’inizio del ciclo seguente, il trattamento con oxaliplatino deve essere interrotto se questi sintomi migliorano dopo l’interruzione del trattamento con oxaliplatino, se ne può considerare la ripresa.

I pazienti devono essere informati riguardo alla possibilità di sintomi persistenti di neuropatia sensoriale periferica dopo il termine del trattamento. Le parestesie locali moderate o le parestesie che potrebbero interferire con le attività funzionali possono persistere fino a tre anni dopo il termine di un trattamento coadiuvante.

Le manifestazioni di tossicità gastrointestinale, quali nausea e vomito, garantiscano un trattamento antiemetico profilattico e/o terapeutico (vedere il paragrafo 4.8).

Diarrea e vomito in forma grave possono causare disidratazione, ileo paralitico, occlusione intestinale, ipokaliemia, acidosi metabolica e compromissione della funzionalità renale, in particolare in caso di somministrazione concomitante di oxaliplatino e 5-fluorouracile.

Documento reso disponibile da AIFA il 10/06/2016

In caso di tossicità di tipo ematologico (neutrofili <1,5×109/l o piastrine <50×109/l), è necessario ritardare il successivo ciclo di terapia finché i valori ematologici non sono tornati a livelli accettabili. Si raccomanda di eseguire una conta ematica completa con differenziale dei globuli bianchi prima di iniziare il trattamento con oxaliplatino e prima di ogni nuovo ciclo.

I pazienti devono essere informati in modo adeguato riguardo il rischio di diarrea/emesi, mucosite/stomatite e neutropenia dopo la somministrazione di oxaliplatino e di 5-fluorouracile, in modo che possano contattare con urgenza il medico curante per un adeguato trattamento.

Se si manifesta mucosite/stomatite, con o senza neutropenia, il trattamento successivo deve essere ritardato finché la mucosite/stomatite non regredisce fino al grado 1 o meno e/o la conta dei neutrofili è ≥1,5 × 109/l.

Per l’oxaliplatino in associazione al 5-fluorouracile (con o senza acido folinico), è necessario effettuare il normale aggiustamento della dose in relazione alla tossicità del 5-FU.

In caso di comparsa di diarrea di grado 4, di neutropenia di grado 3 o 4 (neutrofili <1,0×109/l) o di trombocitopenia di grado 3 o 4 (piastrine <50×109/l), è necessario ridurre la dose di oxaliplatino da 85 a 65 mg/m2 (tumori metastatici) o a 75 mg/m2 (terapia coadiuvante), oltre a ridurre quella di 5-fluorouracile al bisogno.

In caso di sintomi respiratori inspiegabili, quali tosse non produttiva, dispnea, crepitii o infiltrati polmonari radiologici, si deve interrompere il trattamento con oxaliplatino fino a quando ulteriori analisi polmonari escludano una malattia polmonare interstiziale (vedere il paragrafo 4.8).

In caso di risultati anomali nelle analisi della funzionalità epatica o di ipertensione portale non chiaramente dovuta alle metastasi nel fegato, è necessario considerare la rara possibilità di casi di disturbi vascolari epatici farmaco-indotti.

Nel corso di studi preclinici con l’oxaliplatino sono stati osservati effetti genotossici; pertanto è necessario istruire i pazienti maschi trattati con oxaliplatino affinché non procreino durante e fino a 6 mesi dopo il trattamento e affinché considerino l’opportunità di ricorrere alla conservazione del seme prima dell’inizio della terapia, poiché l’oxaliplatino può avere un effetto anti-fertilità che può essere irreversibile.

Le donne non devono entrare in gravidanza durante il trattamento con oxaliplatino e devono usare un metodo anticoncezionale efficace (vedere il paragrafo 4.6).

Effetti immunosoppres­sori/aumento della sensibilità alle infezioni: la somministrazione di vaccini vivi o vivi/attenuati nei pazienti immunocompromessi da agenti chemioterapici, incluso l’oxaliplatino, può provocare infezioni gravi o fatali. La vaccinazione con vaccini vivi deve essere evitata nei pazienti trattati con oxaliplatino. I vaccini uccisi o inattivati possono essere somministrati; tuttavia la risposta a tali vaccini può risultare diminuita.

Documento reso disponibile da AIFA il 10/06/2016

4.5 interazioni con altri medicinali e altre forme di interazione

Non è stata osservata alcuna modifica del livello di esposizione a 5-fluorouracile nei pazienti che avevano ricevuto un’unica dose di 85 mg/m² di oxaliplatino immediatamente prima della somministrazione di 5-fluorouracile.

In vitro non è stato osservato alcuno spostamento significativo del legame dell’oxaliplatino alle proteine plasmatiche con i seguenti farmaci: eritromicina, salicilati, granisetron, paclitaxel e sodio valproato.

4.6 fertilità, gravidanza e allattamento

Finora non sono disponibili informazioni sulla sicurezza di impiego dell’oxaliplatino in gravidanza.

In studi sugli animali è stata osservata tossicità riproduttiva (vedere il paragrafo 5.3); di conseguenza l’oxaliplatino non è raccomandato durante la gravidanza e nelle donne potenzialmente fertili che non utilizzano misure anticoncezionali.

L’uso di oxaliplatino deve essere preso in considerazione solo con il consenso della paziente e dopo averla informata in modo adeguato sul rischio per il feto.

Durante il trattamento e dopo il suo termine devono essere adottate opportune misure anticoncezionali per un periodo di 4 mesi (donne) e 6 mesi (uomini).

L’oxaliplatino può avere un effetto anti-fertilità (vedere il paragrafo 4.4).

L’escrezione nel latte materno non è stata studiataL’allat­tamento è controindicato durante la terapia con oxaliplatino.

4.7 effetti sulla capacità di guidare veicoli e sull’uso di macchinari

Non sono stati effettuati studi sugli effetti del medicinale relativi alla capacità di guidare o di utilizzare macchinari. Tuttavia il trattamento con oxaliplatino provoca un aumento del rischio di capogiri, nausea e vomito e altri sintomi neurologici che compromettono l’andatura e l’equilibrio e che possono pertanto esercitare un’influenza lieve o moderata sulla capacità di guidare e usare macchinari.

Le anomalie della vista, in particolare la perdita transitoria della vista (reversibile all’atto della sospensione della terapia) possono alterare la capacità dei pazienti di guidare e utilizzare macchinari. I pazienti devono pertanto essere avvertiti del potenziale effetto di questi eventi sulla loro capacità di guidare e di usare macchinari.

4.8 effetti indesiderati

I più frequenti eventi avversi dovuti all’oxaliplatino in associazione con 5-fluorouracile/acido folinico (5-FU/AF) sono di tipo gastrointestinale (diarrea, nausea, vomito e mucosite), ematologico (neutropenia, trombocitopenia) e neurologico (neuropatia sensoriale periferica acuta dovuta a dose cumulativa).

In genere questi eventi avversi si sono manifestati più frequentemente e in modo più grave con l’oxaliplatino in associazione a 5-FU/AF rispetto a 5-FU/AF da solo.

Documento reso disponibile da AIFA il 10/06/2016

Le frequenze riportate nella tabella seguente derivano sia dagli studi clinici di chemioterapia palliativa o adiuvante rispettivamente in 416 e 1108 pazienti nel gruppo di trattamento oxaliplatino + 5-FU/AF sia dall’esperienza post-marketing.

Le frequenze degli effetti indesiderati elencati di seguito vengono definite secondo la seguente convenzione:

molto comuni (> 1/10)

comuni (da > 1/100 a <1/10)

non comuni (da > 1/1000 a <1/100)

rari (da > 1/10.000 a <1/1000)

molto rari (<1/10.000)

frequenza sconosciuta (non può essere stimata sulla base dei dati disponibili).

Altri dettagli vengono forniti sotto la tabella.

Classificazione per sistemi e organi secondo MedDRA

Molto comuni

Comuni

Non comuni

Rari

Infezioni e infestazioni*

– infezioni

– rinite

– infezioni del tratto respiratorio superiore

– neutropenia febbrile/sepsi neutropenica

Patologie del sistema emolinfopoietico 

– anemia

– neutropenia

– trombocitopenia

– leucopenia

– linfopenia

– anemia emolitica – trombocitopenia immuno-allergica

Disturbi del sistema immunitario 

– allergia/reazioni allergiche +

Disturbi del metabolismo e della nutrizione

– anoressia

– anormalità nella glicemia

– ipokaliemia

– anormalità nella natriemia

– disidratazione

– acidosi metabolica

Disturbi psichiatrici

– depressione

– insonnia

– nervosismo

Patologie del sistema nervoso

– neuropatia sensoriale periferica

– cefalea

– disturbi sensoriali

– disgeusia

– capogiri

– nevrite motoria

– meningismo

– disartria

Patologie dell’occhio

– congiuntivite

– disturbi della vista

– riduzione transitoria dell’acutezza visiva

– difetti del campo

Documento reso disponibile da AIFA il 10/06/2016

visivo

– nevrite ottica

– perdita transitoria della vista, reversibile all’atto della sospensione della terapia

Patologie dell’orecchio e del labirinto

– ototossicità

– sordità

Patologie vascolari

– epistassi

– emorragie

– vampate

– trombosi venosa profonda

– embolia polmonare

– ipertensione

Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche

– dispnea

– tosse

– singhiozzo

– polmonite interstiziale, a volte fatale

– fibrosi polmonare**

Patologie gastrointestinali

– nausea

– diarrea

– vomito

– stomatite/mucosite

– dolori addominali

– stipsi

– dispepsia

– reflusso gastroesofageo – emorragie gastrointestinali

– emorragie rettali

– ileo

– occlusione intestinale

– colite, compresa diarrea da Clostridium difficile

Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo

– disturbi cutanei

– alopecia

– esfoliazione della cute (per esempio sindrome mano e piede)

– rash eritematoso

– rash della pelle

– iperidrosi

– malattia delle unghie

Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo

– dolori alla schiena

– artralgia

– dolori ossei

Patologie renali e urinarie

– ematuria

– disuria

– frequenza anormale della minzione

Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione

– febbre++

– reazioni nel sito di somministrazi­one+++ – affaticamento

– astenia

– dolore

Documento reso disponibile da AIFA il 10/06/2016

Esami diagnostici

– aumento della fosfatasi alcalina – aumento della bilirubina

– aumento dell’LDH – aumento degli enzimi epatici (SGPT/ALAT, SGOT/ASAT) – aumento del peso corporeo (terapia coadiuvante)

– aumento della creatinina

– diminuzione del peso corporeo (tumori metastatici)

* Per ulteriori dettagli vedere il paragrafo seguente.

* * Vedere il paragrafo 4.4

+ Reazioni allergiche comuni, come eruzione cutanea (in particolare orticaria), congiuntivite, rinite.

Reazioni anafilattiche comuni, compresi broncospasmo, sensazioni di dolore al torace, angioedema, ipotensione e shock anafilattico.

++ Molto comunemente febbre, brividi febbrili (tremore), dovuti a un’infezione (con o senza neutropenia febbrile) o a febbre isolata imputabile a meccanismi immunologici.

+++ Sono state segnalate reazioni nella sede di somministrazione, compresi dolore locale, rossore, rigonfiamento e trombosi.

Uno stravaso potrebbe inoltre provocare dolore locale e infiammazione, che potrebbero manifestarsi in forma grave e causare complicazioni come la necrosi, specialmente quando oxaliplatino viene iniettato attraverso una vena periferica (vedere il paragrafo 4.4).

Patologie epatobiliari

Molto rari (1/10.000):

sindrome sinusoidale ostruttiva del fegato, nota anche come malattia veno-occlusiva del fegato, o manifestazioni patologiche associate a tale disturbo epatico, comprese peliosi epatica, iperplasia rigenerativa nodulare, fibrosi perisinusoidale. Le manifestazioni cliniche possono essere ipertensione portale e/o aumento delle transaminasi.

Patologie renali e urinarie

Molto rari (1/10.000):

necrosi tubulare acuta, nefrite interstiziale acuta e insufficienza renale acuta.

Patologie del sistema emolinfopoietico

Tabella 2: incidenza in funzione dei pazienti (%) e del grado

Documento reso disponibile da AIFA il 10/06/2016

Oxaliplatino e

5-FU/AF

85 mg/m2

ogni 2 settimane

Tumore metastatico

Trattamento coadiuvante

Tutti i gradi

Grado 3

Grado 4

Tutti i gradi

Grado 3

Grado 4

Anemia

82,2

3

<1

75,6

0,7

0,1

Neutropenia

71,4

28

14

78,9

28,8

12,3

Trombocitopenia

71,6

4

<1

77,4

1,5

0,2

Neutropenia febbrile

5,0

3,6

1,4

0,7

0,7

0,0

Sepsi neutropenica

1,1

0,7

0,4

1,1

0,6

0,4

Esperienza post-marketing con frequenza sconosciuta

Sindrome uremica emolitica

Patologie gastrointestinali

Tabella 3: incidenza in funzione dei pazienti (%) e del grado

Oxaliplatino e

5-FU/AF

85 mg/m2

ogni 2 settimane

Tumore metastatico

Trattamento coadiuvante

Tutti i gradi

Grado 3

Grado 4

Tutti i gradi

Grado 3

Grado 4

Nausea

69,9

8

<1

73,7

4,8

0,3

Diarrea

60,8

9

2

56,3

8,3

2,5

Vomito

49,0

6

1

47,2

5,3

0,5

Mucosite/stomatite

39,9

4

<1

42,1

2,8

0,1

Sono indicati la profilassi e/o un trattamento con potenti agenti antiemetici.

Diarrea ed emesi in forma grave possono provocare disidratazione, ileo paralitico, occlusione intestinale, ipokaliemia, acidosi metabolica e compromissione della funzionalità renale, specialmente quando l’oxaliplatino è usato in associazione con 5-FU (vedere il paragrafo 4.4)

Sistema nervoso

La tossicità che limita la somministrazione di oxaliplatino è di tipo neurologico. Si tratta di una neuropatia sensoriale periferica caratterizzata da disestesia e/o parestesia delle estremità accompagnate o meno da crampi, spesso indotte dal freddo. Questi sintomi si verificano in una percentuale fino al 95% dei pazienti trattati. La durata di questi sintomi, che in genere regrediscono tra un ciclo e l’altro, aumenta con il numero dei cicli di trattamento.

Documento reso disponibile da AIFA il 10/06/2016

L’insorgenza di dolore e/o di un disturbo funzionale fornisce indicazioni relative all’aggiustamento della dose o perfino all’interruzione del trattamento, a seconda della durata dei sintomi (vedere il paragrafo 4.4).

Questo disturbo funzionale comprende la difficoltà nell’esecuzione di movimenti delicati ed è una possibile conseguenza della compromissione sensoriale. Il rischio di comparsa di sintomi persistenti con una dose cumulativa di 850 mg/m² (10 cicli) è circa il 10% e arriva al 20% con una dose cumulativa di 1020 mg/m² (12 cicli).

Nella maggioranza dei casi la sintomatologia neurologica migliora o scompare del tutto con l’interruzione del trattamento. Nella terapia adiuvante del tumore del colon 6 mesi dopo l’interruzione del trattamento, nell’87% dei pazienti i sintomi erano scomparsi o rimasti in forma lieve. Dopo un periodo di follow up durato fino a 3 anni, circa il 3% dei pazienti presentava parestesie localizzate persistenti di moderata intensità (2,3%) o parestesie in grado di interferire con le attività funzionali (0,5%).

Sono state segnalate reazioni neuro-sensoriali acute (vedere il paragrafo 5.3). Queste reazioni iniziano entro poche ore dalla somministrazione e spesso si verificano a causa dell’esposizione al freddo. Si possono manifestare come parestesia transitoria, disestesia e ipoestesia o come sindrome acuta di disestesia faringolaringea. Questa sindrome acuta di disestesia faringolaringea, che si manifesta con un’incidenza stimata dell’1–2%, è caratterizzata da sensazioni soggettive di disfagia o dispnea/impres­sione di soffocamento, senza evidenze oggettive di distress respiratorio (nessuna cianosi o ipossia) o di laringospasmo o broncospasmo (nessuno stridore o sibilo). Sebbene in questi casi siano stati somministrati antistaminici e broncodilatatori, anche senza trattamento i sintomi si sono dimostrati rapidamente reversibili. Il prolungamento dell’infusione aiuta a ridurre l’incidenza di questa sindrome (vedere il paragrafo 4.4).

Durante la terapia con oxaliplatino sono stati occasionalmente osservati altri sintomi neurologici, ivi compresi spasmi della mascella, spasmi muscolari, contrazioni muscolari involontarie, mioclono, anomalie della coordinazione e dell’andatura, atassia, disturbi dell’equilibrio, oppressione/pres­sione/fastidi­o/dolore alla gola o al torace.

A questi sintomi possono esserne associati altri, quali una disfunzione dei nervi cranici, che potrebbero tuttavia presentarsi anche in forma di eventi isolati, come ptosi, diplopia, afonia/disfoni­a/raucedine (a volte descritta come paralisi delle corde vocali), sensazioni anomale nella lingua o disartria, a volte descritta come afasia, nevralgia del trigemino/dolore al viso/dolore agli occhi, diminuzione dell’acutezza visiva e difetti del campo visivo.

In corso di trattamento con oxaliplatino sono stati segnalati anche altri sintomi neurologici, come disartria, perdita del riflesso tendineo profondo e segno di Lhermitte. Sono stati segnalati casi isolati di nevrite ottica.

Esperienza post-marketing con frequenza sconosciuta

Convulsioni

Reazioni allergiche

Documento reso disponibile da AIFA il 10/06/2016

Tabella 4: incidenza per tipo di pazienti (%) e grado

Oxaliplatino e

5-FU/AF

85 mg/m2

ogni 2 settimane

Tumore metastatico

Terapia adiuvante

Tutti i gradi

Grado 3

Grado 4

Tutti i gradi

Grado 3

Grado 4

Reazioni allergiche/ allergia

9,1

1

<1

10,3

2,3

0,6

4.9 sovradosaggio

Non esistono antidoti noti all’oxaliplatino. In caso di sovradosaggio si può prevedere un’esacerbazione degli effetti indesiderati. È necessario pertanto iniziare il monitoraggio dei parametri ematologici e somministrare un trattamento sintomatico.

5. proprietà farmacologiche

5.1 proprietà farmacodinamiche

Categoria farmacoterapeutica: altri agenti antineoplastici, composti del platino

Codice ATC: L01XA03

L’oxaliplatino è un principio attivo antineoplastico appartenente a una nuova classe di composti del platino in cui l’atomo di platino forma un complesso con l’1,2-diaminocicloesano (“DACH”) e un gruppo ossalato.

L’oxaliplatino è un enantiomero unico, il Cis-[ossalato(trans-l-1,2-DACH)] platino.

L’oxaliplatino presenta un ampio spettro di attività citotossica in vitro e antitumorale in vivo in diversi sistemi di modelli tumorali, compresi i modelli di cancro colorettale umano. L’oxaliplatino dimostra anche un’attività sia in vitro sia in vivo in vari modelli cisplatino-resistenti.

È stata osservata un’azione citotossica sinergica con il 5-fluorouracile sia in vivo sia in vitro.

Gli studi sul meccanismo d’azione dell’oxaliplatino, anche se questo non è stato completamente chiarito, mostrano che i derivati idrati ottenuti dalla biotrasformazione dell’oxaliplatino interagiscono con il DNA per formare legami incrociati intra- e inter-catene, che provocano un’interruzione della sintesi del DNA, con conseguenti effetti citotossici e antitumorali.

Nei pazienti con tumore colorettale metastatico l’efficacia dell’oxaliplatino (a una dose di 85 mg/m2 ripetuto ogni 2 settimane) in associazione con 5-fluorouracile/acido folinico (5-FU/AF) è stata osservata nel corso di tre studi clinici:

Documento reso disponibile da AIFA il 10/06/2016

nel trattamento di prima linea, uno studio di fase III e con due gruppi di comparazione (de Gramont, A et al., 2000) ha randomizzato 420 pazienti a 5-FU/AF da solo (LV5FU2, n=210) e all’oxaliplatino in associazione a 5-FU/AF (FOLFOX4, n=210) nei pazienti pre-trattati, uno studio di fase III e con tre gruppi di controllo (Rothenberg, ML et al., 2003) ha randomizzato 821 pazienti refrattari all’associazione di irinotecan (CPT-11) + 5-FU/AF a 5-FU/AF da solo (LV5FU2, n=275), a oxaliplatino da solo (n=275) o in associazione a 5-FU/AF (FOLFOX4, n=271) infine uno studio di fase II non controllato (André, T et al., 1999) ha incluso i pazienti refrattari a 5-FU/AF da solo, che erano stati trattati con oxaliplatino in associazione a 5-FU/AF (FOLFOX4, n=57).

I due studi clinici randomizzati, terapia di prima linea (de Gramont, A et al.) e pazienti pre-trattati (Rothenberg ML et al.), hanno dimostrato un tasso di risposta significativamente più alto e una maggiore sopravvivenza libera da progressione (PFS)/tempo di progressione (TTP) rispetto al trattamento con 5-FU/AF da solo. Nello studio di Rothenberg et al. effettuato nei pazienti pre-trattati refrattari, la differenza media della sopravvivenza totale (OS) tra oxaliplatino e 5-FU/AF in associazione rispetto a 5-FU/AF da solo non ha raggiunto la significatività statistica.

Tabella 5: tasso di risposta per FOLFOX4 versus LV5FU2

Tasso di risposta (%) (IC 95%) da revisione radiologica indipendente analisi ITT

LV5FU2

FOLFOX4

Oxaliplatino da solo

Trattamento di prima linea (de Gramont, A et al., 2000) Valutazione della risposta ogni 8 settimane

22 (16–27)

49 (42–46)

NA*

P = 0,0001

Pazienti pre-trattati (Rothenberg, ML et al., 2003) (refrattari a CPT-11 + 5-FU/AF)

Valutazione della risposta ogni 6 settimane

0,7 (0,0–2,7)

11,1 (7,6–15,5)

1,1 (0,2–3,2)

P < 0,0001

Pazienti pre-trattati (André, T et al., 1999) (refrattari a 5-FU/AF) Valutazione della risposta ogni 12 settimane

NA*

23 (13–36)

NA

NA: Non applicabile

Tabella 6: Sopravvivenza mediana libera da progressione (PFS)/ tempo mediano alla progressione (TTP) per FOLFOX4 versus LV5FU2

Mediana PFS/TTP, mesi (IC 95%) da parere radiologico indipendente analisi ITT

LV5FU2

FOLFOX4

Oxaliplatino da solo

Trattamento di prima linea (de Gramont, A et al., 2000) (PFS)

6,0 (5,5–6,5)

8,2 (7,2–8,8)

NA*

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Valore P log-rank = 0,0003

Pazienti pre-trattati (Rothenberg, ML et al., 2003) (TTP) (refrattari a CPT-11 + 5-FU/AF)

2,6 (1,8–2,9)

5,3 (4,7–6,1)

2,1 (1,6–2,7)

Valore P log-rank < 0,0001

Pazienti pre-trattati (André, T et al., 1999) (refrattari a 5-FU/AF)

NA*

5,1 (3,1–5,7)

NA

NA: Non applicabile

Tabella 7: Sopravvivenza mediana totale (OS) per FOLFOX4 versus LV5FU2

Media di OS, mesi (IC 95%) analisi ITT

LV5FU2

FOLFOX4

Oxaliplatino da solo

Trattamento di prima linea (de Gramont, A et al., 2000)

14,7 (13,0–18,2)

16,2 (14,7–18,2)

NA*

Valore P log-rank = 0,12

Pazienti pre-trattati (Rothenberg, ML et al., 2003) (TTP) (refrattari a CPT-11 + 5-FU/AF)

8,8 (7,3–9,3)

9,9 (9,1–10,5)

8,1 (7,2–8,7)

Valore P log-rank = 0,09

Pazienti pre-trattati (André, T et al., 1999) (refrattari a 5-FU/AF)

NA*

10,8 (9,3–12,8)

NA

NA: Non applicabile

Nei pazienti pre-trattati (Rothenberg, ML et al., 2003), sintomatici al basale, una percentuale più alta dei pazienti trattati con oxaliplatino/5-FU/AF ha avuto un miglioramento significativo dei sintomi associati alla malattia in confronto a quelli trattati con 5-FU/AF da solo (27,7% versus 14,6% p = 0,0033).

Nei pazienti non pre-trattati (de Gramont, A et al., 2000) non è stata riscontrata alcuna differenza statistica tra i due gruppi di trattamento per alcun aspetto riguardante la qualità della vita. Tuttavia i punteggi della qualità della vita sono stati generalmente migliori nel gruppo di controllo per quanto riguarda lo stato complessivo di salute e di dolore e peggiori nel gruppo oxaliplatino per quanto riguarda nausea e vomito.

Nel trattamento coadiuvante, lo studio comparativo di fase III MOSAIC ha randomizzato 2246 pazienti (899 stadio II/Dukes B2 e 1347 stadio III/Dukes C) trattati o con 5-FU/AF da solo (LV5FU2, n=1123 B2/C = 448/675) o con oxaliplatino in associazione con 5-FU/AF (FOLFOX4, n=1123 B2/C = 451/672), dopo resezione completa del tumore primario al colon.

Tabella 8: studio MOSAIC sulla sopravvivenza libera da malattia a 3 anni (analisi ITT)* nella popolazione totale

Gruppo di trattamento

LV5FU2

FOLFOX4

Percentuale di sopravvivenza libera da malattia a

73,3

78,7

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3 anni (IC 95%)

(70,6–75,9) (76,2–81,1)

Hazard Ratio (IC 95%)

0,76 (0,64–0,89)

Test log-rank stratificato

P = 0,0008

* Media del follow-up 44,2 mesi (tutti i pazienti sono stati seguiti per almeno 3 anni)

Lo studio ha dimostrato un vantaggio totale significativo nella sopravvivenza libera da malattia a 3 anni con l’oxaliplatino in associazione a 5-FU/AF (FOLFOX4) rispetto al solo 5-FU/AF (LV5FU2).

Tabella 9: studio MOSAIC sulla sopravvivenza libera da malattia a 3 anni (analisi ITT)* secondo lo stadio della malattia

Stadio del paziente

Stadio II (Dukes B2)

Stadio III (Dukes C)

Gruppo di trattamento

LV5FU2

FOLFOX4

LV5FU2

FOLFOX4

Percentuale di sopravvivenza libera da malattia a 3 anni (IC 95%)

84,3 (80,9–87,7)

87,4 (84,3–90,5)

65,8 (62,2–69,5)

72,8 (69,4–76,2)

Hazard Ratio (IC 95%)

0,79 (0,57–1,09)

0,75 (0,62–0,90)

Test log-rank stratificato

P = 0,151

P = 0,002

* media del follow-up 44,2 mesi (tutti i pazienti sono stati seguiti per almeno 3 anni)

Sopravvivenza totale (analisi ITT):

Al momento dell’analisi della sopravvivenza libera dalla malattia a 3 anni, che era l’end point primario dello studio MOSAIC, l’85,1% dei pazienti era ancora in vita nel gruppo FOLFOX4 rispetto all’83,8% del gruppo LV5FU2. Questo si traduce in una riduzione generale del rischio di mortalità del 10% a favore di FOLFOX4 pur non raggiungendo una significatività statistica (hazard ratio = 0,90). I valori sono stati 92,2% versus 92,4% nella sottopopolazione di stadio II (Dukes B2 – hazard ratio = 1,01) e 80,4% versus 78,1% nella sottopopolazione di stadio III (Dukes C – hazard ratio = 0,87) rispettivamente per FOLFOX4 e LV5FU2.

L’oxaliplatino da solo è stato valutato nella popolazione pediatrica in 2 studi di Fase I (69 pazienti) e in 2 studi di fase II (90 pazienti). È stato trattato un totale di 159 pazienti pediatrici (di età compresa tra 7 mesi e 22 anni) affetti da tumori solidi. L’efficacia dell’oxaliplatino da solo nei pazienti pediatrici trattati non è stata stabilita. In entrambi gli studi di fase II è stato interrotto per mancanza di risposta da parte del tumore.

5.2 proprietà farmacocinetiche

Non sono stati determinati i parametri farmacocinetici dei singoli composti attivi.

Di seguito sono riportati i parametri farmacocinetici del platino ultrafiltrabile, costituito da un insieme di tutte le specie di platino attive e inattive non legate, dopo infusione di 2

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ore di 130 mg/m2 di oxaliplatino, ogni 3 settimane per 1–5 cicli e oxaliplatino 85 mg/m2 ogni 2 settimane per 1–3 cicli:

Tabella 10: Riassunto dei parametri farmacocinetici stimati del platino ultrafiltrato, dopo somministrazione di dosi ripetute di oxaliplatino 85 mg/m2 ogni 2 settimane o 130 mg/m2 ogni 3 settimane

Dose

C max

AUC0–48

AUC

t½α

t½β

t½γ

Vss

CL

(µg/ml)

(µg⋅ h/ml)

(µg⋅ h/ml)

(h)

(h)

(h)

(l)

(l/h)

85 mg/m2 media

0,814

4,19

4,68

0,43

16,8

391

440

17,4

DS

0,193

0,647

1,40

0,35

5,74

406

199

6,35

130 mg/m2 media

1,21

8,20

11,9

0,28

16,3

273

582

10,1

DS

0,10

2,40

4,60

0,06

2,90

19,0

261

3,07

I valori medi di AUC0–48, e Cmax sono stati determinati nel ciclo 3 (85 mg/m2) o nel ciclo 5 (130 mg/m2).

I valori medi di AUC, Vss, CL, e CLR0–48 sono stati determinati nel ciclo 1.

I valori di Cend, Cmax, AUC, AUC0–48, Vss e CL sono stati determinati tramite analisi noncompartimentale.

t1/2α , t1/2β e t1/2γ sono stati determinati tramite analisi compartimentale (cicli 1–3 combinati).

Al termine di un’infusione di 2 ore, nella circolazione sistemica si ritrova il 15% del platino somministrato, mentre il restante 85% si distribuisce rapidamente nei tessuti o viene eliminato con le urine. Il legame irreversibile con i globuli rossi e il plasma determina in queste matrici un’emivita vicina al tempo di ricambio naturale dei globuli rossi e dell’albumina sierica. Non si è osservato accumulo nell’ultrafiltrato plasmatico dopo dosaggi di 85 mg/m² ogni 2 settimane o 130 mg/m² ogni 3 settimane e in questa matrice lo stato stazionario è stato raggiunto entro il termine del primo ciclo. La variabilità inter- e intra-individuale è in genere bassa.

La biotrasformazione in vitro è considerata risultante da una degradazione non enzimatica e non è stato osservato alcun metabolismo mediato dal citocromo P450 dell’anello diaminocicloesanico (DACH).

Nei pazienti, l’oxaliplatino è soggetto a un’estesa biotrasformazione e, nell’ultrafiltrato plasmatico al termine di un’infusione di 2 ore, non si rileva traccia di principio attivo immodificato. Nella circolazione sistemica sono stati identificati diversi prodotti della biotrasformazione citotossica, comprese le specie di platino monocloro-, dicloro- e diaquo-DACH, insieme ad alcuni coniugati inattivi, sebbene in tempi successivi.

Il platino viene eliminato prevalentemente per via urinaria, con il massimo della clearance nelle 48 ore successive alla somministrazione.

Entro il quinto giorno circa il 54% della dose viene eliminata con le urine e meno del 3% attraverso le feci.

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Nei soggetti con alterazione della funzionalità renale è stata osservata una diminuzione significativa della clearance da 17,6 ± 2,18 l/h a 9,95 ± 1,91 l/h, associata a una diminuzione statisticamente significativa del volume di distribuzione da 330 ± 40,9 a 241 ± 36,1 litri. Nei soggetti con grave compromissione della funzionalità renale l’effetto sulla clearance del platino non è stato studiato.

5.3 dati preclinici di sicurezza

Gli studi con dose singola e con dosi ripetute gli organi bersaglio identificati nelle specie precliniche (topi, ratti, cani e/o scimmie) includono: midollo osseo, sistema gastrointestinale, reni, testicoli, sistema nervoso e cuore. La tossicità degli organi bersaglio osservata negli animali è coerente con quella causata da altri farmaci a base di platino e farmaci DNA-lesivi e citotossici utilizzati nel trattamento antitumorale nell’uomo, a eccezione degli effetti prodotti sul cuore. Gli effetti sul cuore sono stati osservati soltanto nel cane e comprendevano disturbi elettrofisiologici con fibrillazione ventricolare letale. La cardiotossicità è considerata specifica per il cane, non solo perché è stata osservata solo nel cane, ma anche perché dosi simili a quelle che producono nel cane una cardiotossicità letale (150 mg/m²) sono state ben tollerate nell’uomo. Studi preclinici sui neuroni sensoriali del ratto suggeriscono che i sintomi neurosensoriali acuti associati all’oxaliplatino possano comprendere un’interazione con i canali Na+ voltaggiodipen­denti.

In sistemi di test sui mammiferi, oxaliplatino è risultato mutageno e clastogeno e ha prodotto tossicità embrio-fetale nei ratti. Oxaliplatino è considerato un probabile agente tumorale, sebbene non siano stati condotti studi di carcinogenesi.

6. informazioni farmaceutiche

6.1 elenco degli eccipienti

Lattosio monoidrato

Acqua per iniezioni

6.2 incompatibilità

Questo medicinale non deve essere miscelato con altri medicinali, a eccezione di quelli menzionati al paragrafo 6.6.

NON miscelare con soluzioni alcaline o altri farmaci alcalini o soluzioni, in particolare 5-fluorouracile, trometamolo e acido folinico, medicinali contenenti trometamolo come eccipiente e sali di trometamolo o altri medicinali. I medicinali alcalini o le soluzioni alcaline compromettono la stabilità di oxaliplatino (vedere il paragrafo 6.6). NON diluire oxaliplatino con soluzioni saline o altre soluzioni contenenti ioni di cloruro (ivi compresi calcio, potassio o cloruri di sodio). NON miscelare con altri medicinali nella stessa sacca o linea di infusione (vedere il paragrafo 6.6 per le istruzioni concernenti la somministrazione concomitante con acido folinico).

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NON utilizzare materiali per iniezione contenenti alluminio.

6.3 periodo di validità

Prodotto medicinale confezionato per la vendita : 18 mesi.

Stabilità in uso dopo la diluizione

Da un punto di vista microbiologico e chimico, la soluzione ricostituita deve essere usata immediatamente.

In caso contrario i tempi di conservazione in uso e le condizioni prima dell’uso sono responsabilità dell’utilizzatore e di norma non superano le 24 ore a una temperatura di 2–8°C, a meno che la diluizione non sia stata effettuata in condizioni asettiche controllate e convalidate.

La stabilità chimica e fisica in uso è stata dimostrata per 7 giorni a una temperatura di 2–8°C con protezione dalla luce quando viene diluito a concentrazioni di 0,2 mg/ml e 2,0 mg/ml con glucosio al 5% e per 7 giorni a 20–25°C con o senza protezione dalla luce quando viene diluito a una concentrazione di 2,0 mg/ml con glucosio al 5%.

6.4 precauzioni particolari per la conservazione

Conservare il flaconcino nella confezione esterna per proteggere il medicinale dalla luce.

Non congelare.

Non conservare a temperatura superiore a 25°C.

Per le condizioni di conservazione del prodotto diluito, vedere il paragrafo 6.3.

6.5 natura e contenuto del contenitore

Flacone in vetro trasparente con tappo in alobutile grigio e sigillo in alluminio con tappo a scatto, con o senza involucro protettivo in plastica (Onco-Safe).

Dimensione delle confezioni

50 mg/10 ml: 1 flaconcino, 5 flaconcini, 10 flaconcini

100 mg/20 ml: 1 flaconcino

150mg/30ml: 1 flaconcino

200 mg/40 ml: 1 flaconcino

È possibile che non tutte le confezioni siano commercializzate.

6.6 precauzioni particolari per lo smaltimento e la manipolazione

Come è il caso di ogni agente potenzialmente tossico, le soluzioni a base di oxaliplatino devono essere preparate e maneggiate con precauzione.

Istruzioni per la manipolazione

La manipolazione di questo agente citotossico da parte del personale medico richiede tutte le precauzioni atte ad assicurare la protezione di chi compie la manipolazione e dell’ambiente di lavoro.

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La preparazione di soluzioni iniettabili di agenti citotossici deve essere effettuata solo da personale specializzato e appositamente addestrato, che conosca i farmaci utilizzati e che operi in condizioni tali da garantire l’integrità del prodotto e la protezione dell’ambiente, in particolare la protezione del personale addetto alla manipolazione, secondo le norme ospedaliere. Questo richiede un locale di preparazione riservato a questo scopo, nel quale è proibito fumare, mangiare o bere.

Il personale deve disporre di materiale appropriato, in particolare camici a maniche lunghe, maschere di protezione, copricapo, occhiali di protezione, guanti sterili monouso, tappetini di protezione per l’area di lavoro, contenitori e sacchetti di raccolta per i rifiuti.

Gli escrementi e il vomito devono essere maneggiati con precauzione.

Le donne in gravidanza devono essere istruite affinché evitino di maneggiare gli agenti citotossici.

Tutti i contenitori rotti devono essere trattati con le stesse precauzioni e considerati come rifiuti contaminati. I rifiuti contaminati devono essere inceneriti in contenitori rigidi predisposti ed etichettati all’uopo. Vedere il sottoparagrafo “Smaltimento”, di seguito.

In caso di contatto accidentale di oxaliplatino concentrato o soluzione per infusione con la pelle, lavare immediatamente e accuratamente con acqua.

In caso di contatto accidentale di oxaliplatino concentrato o soluzione per infusione con le mucose, lavare immediatamente e accuratamente con acqua.

Precauzioni speciali di somministrazione

NON utilizzare materiale per iniezione contenente alluminio. NON somministrare il prodotto non diluito. Come diluente deve essere sempre usata solo una soluzione per infusione di glucosio al 5%; NON diluire per l’infusione con sodio cloruro o con soluzioni contenenti cloruro. NON miscelare con qualsiasi altro farmaco nella stessa sacca di infusione e NON somministrare contemporaneamente ad altri farmaci nella stessa cannula di infusione. NON miscelare con soluzioni alcaline o con altri farmaci alcalini (in particolare 5-fluorouracile, medicinali a base di acido folinico contenenti trometamolo come eccipiente e sali di trometamolo di altri medicinali). Le soluzioni alcaline o i medicinali alcalini compromettono la stabilità dell’oxaliplatino.

Istruzioni per l’utilizzo con acido folinico (come calcio folinato o disodio folinato) Oxaliplatino 85mg/m² per via endovenosa viene somministrato tramite infusione in 250500 ml di soluzione di glucosio al 5% contemporaneamente a un’infusione endovenosa di acido folinico, egualmente diluita in una soluzione di glucosio al 5%, nel corso di 2–6 ore, utilizzando una cannula a Y posta immediatamente prima della sede di infusione. Questi due medicinali non devono essere combinati nella stessa sacca di infusione. L’acido folinico non deve contenere trometamolo come eccipiente e deve essere diluito

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utilizzando soluzioni isotoniche di glucosio al 5%, ma non soluzioni alcaline o contenenti sodio cloruro o cloruro.

Istruzioni per l’utilizzo con 5-fluorouracile

L’oxaliplatino deve essere sempre somministrato prima delle fluoropirimidine (per esempio 5-fluorouracile).

Dopo la somministrazione di oxaliplatino lavare la cannula di infusione e quindi somministrare 5-fluorouracile.

Per ulteriori informazioni sui medicinali usati in associazione con l’oxaliplatino vedere i relativi Riassunti delle Caratteristiche del Prodotto.

Concentrato per soluzione per infusione

Esaminare visivamente prima dell’uso. Devono essere utilizzate soltanto le soluzioni limpide, prive di particelle.

Questo medicinale si intende per uso singolo. Tutte le soluzioni non utilizzate devono essere eliminate.

Diluizione per infusione endovenosa

Prelevare dal(i) flacone(i) la quantità richiesta di concentrato e poi diluire con 250–500 ml di una soluzione di glucosio al 5%, in modo da ottenere una concentrazione di oxaliplatino non inferiore a 0,2 mg/ml.

Somministrare per infusione endovenosa.

Da un punto di vista microbiologico la preparazione per infusione deve essere usata immediatamente.

Se non viene utilizzata immediatamente, i tempi di conservazione in uso e le condizioni di conservazione prima dell’uso sono responsabilità dell’utilizzatore e normalmente non superano le 24 ore a 2–8°C, a meno che la diluizione non sia avvenuta in condizioni asettiche controllate e convalidate.

La stabilità chimica e fisica in uso è stata dimostrata per 7 giorni a una temperatura di 2–8°C con protezione dalla luce quando viene diluito a concentrazioni di 0,2 mg/ml e 2,0 mg/ml con glucosio al 5% e per 7 giorni a 20–25°C con o senza protezione dalla luce quando viene diluito a una concentrazione di 2,0 mg/ml con glucosio al 5%.

Esaminare visivamente prima dell’uso. Devono essere utilizzate soltanto le soluzioni limpide, prive di particelle.

Questo medicinale è per uso singolo. Tutte le soluzioni non utilizzate devono essere eliminate.

NON utilizzare MAI soluzioni di sodio cloruro né per la ricostituzione né per la diluizione.

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Infusione

La somministrazione di oxaliplatino non richiede pre-idratazione.

L’oxaliplatino va diluito in 250–500 ml di soluzione di glucosio al 5%, in modo da ottenere una concentrazione non inferiore a 0,2 mg/ml, e deve essere infuso per via venosa periferica o centrale in un arco di tempo compreso tra 2 e 6 ore. Quando l’oxaliplatino viene somministrato con 5-fluorouracile, l’infusione di oxaliplatino deve precedere quella di 5-fluorouracile.

Smaltimento

I residui del medicinale e qualsiasi materiale utilizzato per la ricostituzione, la diluizione e la somministrazione devono essere distrutti conformemente alle procedure ospedaliere standard di smaltimento dei rifiuti citotossici e in osservanza alle leggi in vigore riguardanti lo smaltimento dei rifiuti pericolosi.

7. titolare dell’autorizzazione all’immissione in commercio

Sandoz Spa

Largo U.Boccioni 1

21040 Origgio (VA)

Italia

8. NUMERO(I) DELL’AUTORIZZAZIONE ALL’IMMISSIONE IN COMMERCIO

040654016/M – „5 Mg/Ml Concentrato Per Soluzione Per Infusione“ 50 Mg/10 Ml 1 Flaconcino

040654028/M – „5 Mg/Ml Concentrato Per Soluzione Per Infusione“ 50 Mg/10 Ml 5 Flaconcini

040654030/M – „5 Mg/Ml Concentrato Per Soluzione Per Infusione“ 50 Mg/10 Ml 10 Flaconcini

040654042/M – „5 Mg/Ml Concentrato Per Soluzione Per Infusione“ 100 Mg/20 Ml 1 Flaconcino

040654067/M – „5 Mg/Ml Concentrato Per Soluzione Per Infusione“ 150Mg/30 Ml 1 Flaconcino

040654055/M – „5 Mg/Ml Concentrato Per Soluzione Per Infusione“ 200 Mg/40 Ml 1 Flaconcino

9. data della prima autorizzazione/ rinnovo dell’autorizzazione

Maggio 2011

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