La ceftazidima è un antibiotico appartenente alla classe delle cefalosporine di terza generazione, utilizzato per combattere infezioni causate da batteri Gram-negativi. La sua efficacia si basa sulla capacità di inibire la sintesi della parete cellulare dei batteri, portando alla loro lisi e morte. Questo principio attivo è particolarmente efficace contro una vasta gamma di microrganismi, inclusi Pseudomonas aeruginosa, Escherichia coli e Klebsiella pneumoniae.
In Italia, la ceftazidima è disponibile in diverse formulazioni farmaceutiche come polvere per soluzione iniettabile e polvere per soluzione per infusione. Le indicazioni terapeutiche includono il trattamento delle infezioni del tratto respiratorio inferiore, delle vie urinarie, della pelle e dei tessuti molli, delle ossa e delle articolazioni, nonché le meningiti batteriche e le sepsi.
La scelta della ceftazidima come trattamento dipende dalla gravità dell'infezione e dalla sensibilità del patogeno responsabile. Prima di somministrare questo farmaco, è fondamentale eseguire test di sensibilità al fine di identificare i ceppi resistenti agli antibiotici. Inoltre, la dose deve essere adeguata alle condizioni cliniche del paziente e alla funzionalità renale.
Il dosaggio standard per gli adulti varia da 1 a 6 grammi al giorno suddivisi in due o tre somministrazioni giornaliere. Nei bambini con peso superiore a 40 kg si consiglia una dose simile a quella degli adulti, mentre nei bambini con peso inferiore a 40 kg si raccomanda una dose di 30-100 mg/kg al giorno suddivisa in due o tre somministrazioni. La durata del trattamento dipende dalla risposta clinica e dalla gravità dell'infezione.
La ceftazidima è generalmente ben tollerata, ma può causare alcuni effetti collaterali. Gli effetti indesiderati più comuni includono reazioni allergiche come rash cutaneo, prurito e febbre; disturbi gastrointestinali come nausea, vomito e diarrea; e alterazioni delle funzioni epatiche e renali. In rari casi, la ceftazidima può provocare reazioni avverse gravi come colite pseudomembranosa, insufficienza renale acuta e anemia emolitica.
Per ridurre il rischio di effetti collaterali, è importante seguire le istruzioni del medico riguardo al dosaggio e alla durata del trattamento. Inoltre, i pazienti con una storia di allergia alle penicilline o ad altre cefalosporine devono informare il medico prima dell'uso della ceftazidima.
In Italia, la resistenza agli antibiotici è un problema crescente che riguarda anche la ceftazidima. Secondo i dati dell'Istituto Superiore di Sanità (ISS), nel periodo 2015-2019 si è registrato un aumento della resistenza a questo principio attivo in diversi batteri Gram-negativi. Per esempio, la percentuale di isolati resistenti alla ceftazidima in Pseudomonas aeruginosa è passata dal 17,9% nel 2015 al 20,3% nel 2019. Anche per Escherichia coli e Klebsiella pneumoniae si è osservato un incremento della resistenza alla ceftazidima.
Per contrastare il fenomeno della resistenza agli antibiotici, è fondamentale un uso appropriato e responsabile dei farmaci antimicrobici. I medici devono prescrivere la ceftazidima solo quando strettamente necessario e basandosi sui risultati dei test di sensibilità. I pazienti, a loro volta, devono seguire attentamente le indicazioni del medico e non interrompere il trattamento prima del termine prescritto.
In conclusione, la ceftazidima è un antibiotico efficace contro diverse infezioni batteriche causate da microrganismi Gram-negativi. Tuttavia, l'aumento della resistenza agli antibiotici in Italia richiede un uso prudente e responsabile di questo principio attivo per garantire la sua efficacia nel tempo.