Riassunto delle caratteristiche del prodotto - DASATINIB TEVA
1. denominazione del medicinale
Dasatinib Teva 20 mg compresse rivestite con film
Dasatinib Teva 50 mg compresse rivestite con film
Dasatinib Teva 70 mg compresse rivestite con film
Dasatinib Teva 80 mg compresse rivestite con film
Dasatinib Teva 100 mg compresse rivestite con film
2. composizione qualitativa e quantitativa
Dasatinib Teva 20 mg compresse rivestite con film
Ogni compressa rivestita con film contiene 20 mg di dasatinib (come monoidrato)
Eccipiente con effetto noto
Dasatinib Teva 70 mg compresse rivestite con film
Ogni compressa rivestita con film contiene 70 mg di dasatinib (come monoidrato)
Eccipiente con effetto noto
Ogni compressa rivestita con film contiene 91,9 mg di lattosio monoidrato e 2,1 mg di sodio.
Dasatinib Teva 80 mg compresse rivestite con film
Ogni compressa rivestita con film contiene 80 mg di dasatinib (come monoidrato)
Eccipiente con effetto noto
Ogni compressa rivestita con film contiene 105,0 mg di lattosio monoidrato e 2,4 mg di sodio.
Dasatinib Teva 100 mg compresse rivestite con film
Ogni compressa rivestita con film contiene 100 mg di dasatinib (come monoidrato)
Eccipiente con effetto noto
Ogni compressa rivestita con film contiene 131,3 mg di lattosio monoidrato e 3,0 mg di sodio.
Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.
3. forma farmaceutica
Compressa rivestita con film (compressa)
Dasatinib Teva 20 mg compresse rivestite con film
Compressa rivestita con film di colore variabile da bianco a quasi bianco, rotonda, con bordi smussati e con “20” impresso su di un lato della compressa che ha un diametro di circa 5,6 mm.
Dasatinib Teva 50 mg compresse rivestite con film
Compressa rivestita con film di colore variabile da bianco a quasi bianco, ovale, con bordi smussati e con “50” impresso su di un lato della compressa, che ha dimensioni di circa 10.8 × 5.8 mm.
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Dasatinib Teva 70 mg compresse rivestite con film
Compressa rivestita con film di colore variabile da bianco a quasi bianco, rotonda, con bordi smussati e con “70” impresso su di un lato della compressa che ha un diametro di circa 8,8 mm.
Dasatinib Teva 80 mg compresse rivestite con film
Compressa rivestita con film di colore variabile da bianco a quasi bianco, triangolare, con bordi smussati e con “80” impresso su di un lato della compressa, che ha dimensioni di circa 10,0 mm.
Dasatinib Teva 100 mg compresse rivestite con film
Compressa rivestita con film di colore variabile da bianco a quasi bianco, ovale, con bordi smussati e con “100” impresso su di un lato della compressa, che ha dimensioni di circa 14,8 × 7,2 mm.
4. informazioni cliniche
4.1
Dasatinib Teva è indicato per il trattamento di pazienti adulti con:
– leucemia mieloide cronica (LMC) con cromosoma Philadelphia positivo (Ph+) in fase cronica, di nuova diagnosi.
– leucemia mieloide cronica (LMC), in fase cronica, accelerata o in fase blastica con resistenza o intolleranza ad una precedente terapia comprendente imatinib mesilato.
– leucemia linfoblastica acuta (LLA) Ph+ e LMC in fase blastica linfoide con resistenza o intolleranza ad una precedente terapia.
Dasatinib Teva è indicato per il trattamento di pazienti pediatrici con:
- leucemia mieloide cronica (LMC) con cromosoma Philadelphia positivo (Ph+) in fase cronica di nuova diagnosi o LMC Ph+ in fase cronica con resistenza o intolleranza ad una precedente terapia comprendente imatinib.
4.2
La terapia deve essere iniziata da un medico esperto nella diagnosi e nel trattamento di pazienti con leucemia.
Posologia
Pazienti adulti
La dose iniziale raccomandata per la LMC in fase cronica è di 100 mg di dasatinib una volta al giorno.
La dose iniziale raccomandata per la LMC in fase accelerata, in fase blastica mieloide o linfoide (fase avanzata) o per LLA Ph+ è di 140 mg una volta al giorno (vedere paragrafo 4.4).
Popolazione pediatrica (LMC Ph+ in fase cronica)
Il dosaggio nei bambini e negli adolescenti è basato sul peso corporeo (vedere Tabella 1). Dasatinib è somministrato per via orale una volta al giorno sotto forma di Dasatinib Teva compresse rivestite con film o come polvere per sospensione orale. La dose deve essere ricalcolata ogni 3 mesi in funzione delle variazioni del peso corporeo o più spesso, se necessario. La compressa non è consigliata nei pazienti di peso inferiore a 10 kg; in questi pazienti deve essere utilizzata la polvere per sospensione orale. Si raccomanda l’incremento o la riduzione della dose sulla base della risposta e della tollerabilità del singolo paziente. Non vi è esperienza relativa al trattamento con Dasatinib Teva in bambini di età inferiore a 1 anno.
Dasatinib Teva compresse rivestite con film e dasatinib in forma di polvere per sospensione orale non sono bioequivalenti. I pazienti che sono in grado di deglutire le compresse e desiderano passare da dasatinib in forma di polvere per sospensione orale a dasatinib in forma di compresse o i pazienti che
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non sono in grado di deglutire le compresse e desiderano passare dalle compresse alla sospensione orale possono farlo, purché siano seguite correttamente le raccomandazioni posologiche per le singole formulazioni.
La dose iniziale giornaliera raccomandata di Dasatinib Teva compresse nei pazienti pediatrici è riportata nella Tabella 1.
Peso corporeo (kg)a | Dose giornaliera (mg) |
da 10 a < 20 kg | 40 mg |
da 20 a < 30 kg | 60 mg |
da 30 a < 45 kg | 70 mg |
almeno 45 kg | 100 mg |
a La compressa non è consigliata nei pazienti di peso inferiore a 10 kg; in questi pazienti deve essere utilizzata la polvere per sospensione orale
Durata del trattamento
Negli studi clinici, il trattamento con dasatinib è stato continuato negli adulti e nei pazienti pediatrici fino alla progressione della malattia o fino a quando non è stato più tollerato dal paziente. L’effetto dell’interruzione del trattamento sull’andamento a lungo termine della malattia dopo il raggiungimento di una risposta citogenetica o molecolare [incluse una risposta citogenetica completa (CCyR), una risposta molecolare maggiore (MMR) e MR4.5] non è stato studiato.
Per ottenere la dose raccomandata, Dasatinib Teva è disponibile in compresse rivestite con film da 20 mg, 50 mg, 70 mg, 80 mg, 100 mg, oppure è disponibile anche dasatinib in polvere per sospensione orale. Si raccomanda l’incremento o la riduzione della dose sulla base della risposta e della tollerabilità del paziente.
Aumento della dose
Negli studi clinici in pazienti adulti affetti da LMC e LLA Ph+, l’aumento della dose a 140 mg una volta al giorno (LMC in fase cronica) o a 180 mg una volta al giorno (LMC in fase avanzata o LLA Ph+) è stato permesso in caso di mancato ottenimento di una risposta ematologica o citogenetica alla dose iniziale raccomandata.
I seguenti aumenti della dose riportati nella Tabella 2 sono consigliati nei pazienti pediatrici che non raggiungono una risposta ematologica, citogenetica e molecolare nei time-point raccomandati, in accordo alle attuali linee guida di trattamento.
Tabella 2: Aumento della dose nei pazienti pediatrici con LMC Ph+ in fase cronica
Dosaggio (dose massima giornaliera) | ||
Dose iniziale | Incremento | |
Compresse | 40 mg | 50 mg |
60 mg | 70 mg | |
70 mg | 90 mg | |
100 mg | 120 mg |
Aggiustamento della dose a causa di reazioni avverse
Mielosoppressione
Negli studi clinici, la mielosoppressione è stata gestita con la sospensione, con la riduzione della dose o con l’interruzione della terapia. Sono state effettuate trasfusioni di piastrine ed emazie quando appropriato. Il fattore di crescita ematopoietico è stato utilizzato in pazienti con mielosoppressione resistente.
Le linee guida per le modifiche della dose sono riassunte nelle Tabelle 3 e 4.
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Tabella 3: Aggiustamenti della dose in caso di neutropenia e trombocitopenia negli adulti
Adulti con LMC in fase cronica (dose iniziale 100 mg una volta al giorno) | ANC < 0.5 × 109/l e/o piastrine < 50 × 109/l | 1 Sospendere il trattamento fino a ANC ≥ 1,0 × 109/L e piastrine ≥ 50 × 109/L. 2 Riprendere il trattamento alla dose iniziale di partenza. 3 Se le piastrine < 25 × 109/L e/o in caso si ripresenti ANC < 0,5 × 109/L per più di 7 giorni, ripetere quanto descritto al punto 1 e riprendere il trattamento con una dose ridotta di 80 mg una volta al giorno per il secondo episodio. Per il terzo episodio, ridurre ulteriormente la dose a 50 mg una volta al giorno (per pazienti con nuova diagnosi) o interrompere il trattamento (nei pazienti resistenti o intolleranti ad una precedente terapia comprendente imatinib). |
Adulti con LMC in fase accelerata e blastica e LLA Ph+ (dose iniziale 140 mg una volta al giorno) | ANC < 0.5 × 109/l e/o piastrine < 10 × 109/L | 1 Controllare se la citopenia è correlata alla leucemia (aspirato o biopsia midollare). 2 Se la citopenia non è correlata alla leucemia, interrompere il trattamento fino a quando ANC ≥ 1,0 × 109/L e le piastrine ≥ 20 × 109/L e riprendere alla dose iniziale di partenza. 3 Se si verifica di nuovo la citopenia, ripetere quanto descritto al punto1 e riprendere il trattamento alla dose ridotta di 100 mg una volta al giorno (secondo episodio) o di 80 mg una volta al giorno (terzo episodio). 4 Se la citopenia è correlata alla leucemia, considerare un aumento della dose a 180 mg una volta al giorno. |
ANC: conta assoluta dei neutrofili
1. Se la citopenia persiste per più di 3 settimane, controllare se la citopenia è correlata alla leucemia (aspirato o biopsia midollare) 2. Se la citopenia non è correlata alla leucemia, interrompere il trattamento fino a quando ANC* ≥1,0 × 109/L e | Dosaggio (dose massima giornaliera) | |||
Dose iniziale di partenza | Riduzione di un livello di dose | Riduzione di due livelli di dose | ||
Compresse | 40 mg | 20 mg | * | |
60 mg | 40 mg | 20 mg |
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le piastrine ≥75 × 109/L e riprendere alla dose iniziale di partenza o a una dose ridotta. 3. Se si verifica di nuovo la citopenia, ripetere l’aspirato/la biopsia midollare e riprendere il trattamento a una dose ridotta. | 70 mg | 60 mg | 50 mg | |
100 mg | 80 mg | 70 mg |
ANC: conta assoluta dei neutrofili
*dose più bassa della compressa non disponibile
Nei pazienti pediatrici con LMC Ph+ in fase cronica, in caso di recidiva di neutropenia o trombocitopenia di Grado ≥3 in corso di una risposta ematologica completa (CHR), Dasatinib Teva deve essere interrotto e può essere ripreso successivamente ad una dose ridotta. Riduzioni temporanee della dose per gradi intermedi di citopenia e di risposta alla malattia devono essere effettuate secondo necessità
Reazioni avverse non ematologiche
Se si verifica una reazione avversa moderata non ematologica, di grado 2, con dasatinib, il trattamento deve essere sospeso fino a quando non si risolve la reazione avversa o non si ritorna a una condizione basale. Se questo è il primo episodio, il trattamento deve essere ripreso con la stessa dose. Se invece di tratta di una reazione avversa ricorrente, la dose deve essere ridotta. Se si verifica una reazione avversa non ematologica grave, grado 3 o 4, con dasatinib, il trattamento deve essere sospeso fino a quando non si risolve la reazione avversa. In seguito, il trattamento può essere ripreso quando appropriato, con una dose ridotta, a seconda della gravità iniziale della reazione avversa. Per pazienti con LMC in fase cronica che hanno ricevuto 100 mg una volta al giorno, si raccomanda, se necessario, una riduzione della dose a 80 mg una volta al giorno con una ulteriore riduzione da 80 mg una volta al giorno a 50 mg una volta al giorno. In pazienti con LMC in fase avanzata o LLA Ph+ che hanno ricevuto 140 mg una volta al giorno, si raccomanda, se necessario, una riduzione della dose a 100 mg una volta al giorno con una ulteriore riduzione da 100 mg una volta al giorno a 50 mg una volta al giorno. In pazienti pediatrici affetti da LMC in fase cronica con reazioni avverse non ematologiche, devono essere seguite le raccomandazioni per la riduzione della dose descritte sopra per le reazioni averse ematologiche.
Versamento pleurico
Se viene diagnosticato un versamento della pleura, il trattamento con dasatinib deve essere sospeso fino a quando il paziente non sia esaminato, asintomatico o ritornato alla condizione basale. Se l’episodio non migliora entro una settimana circa, è necessario considerare un ciclo di diuretici o di corticosteroidi o ambedue contemporaneamente (vedere paragrafi 4.4 e 4.8). Dopo la risoluzione del primo episodio, deve essere valutata la reintroduzione di dasatinib allo stesso livello di dosaggio. Dopo la risoluzione di un successivo episodio, dasatinib deve essere reintrodotto riducendo il dosaggio di un livello. Dopo la risoluzione di un episodio grave (grado 3 o 4), il trattamento può essere adeguatamente ripreso con una dose ridotta in base alla gravità iniziale della reazione avversa.
Popolazioni speciali
Popolazione pediatrica
La sicurezza e l’efficacia di dasatinib nei bambini e negli adolescenti con meno di 18 anni affetti da LLA Ph+ non sono state ancora stabilite. Non vi sono dati disponibili (vedere paragrafo 5.1).
Anziani
In questi pazienti non sono state osservate differenze farmacocinetiche correlate all’età clinicamente rilevanti. Non è necessaria una specifica raccomandazione di dose negli anziani.
Compromissione epatica
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Ai pazienti con lieve, moderata o grave compromissione della funzione epatica può essere somministrata la dose di partenza raccomandata. In ogni caso, Dasatinib Teva deve essere usato con cautela nei pazienti con ridotta funzione epatica (vedere paragrafo 5.2).
Danno renale
Non sono stati effettuati studi clinici con dasatinib in pazienti con funzione renale ridotta (dallo studio condotto in pazienti con LMC in fase cronica di nuova diagnosi sono stati esclusi i pazienti con concentrazione della creatinina sierica > 3 volte il limite superiore del range normale e dagli studi condotti in pazienti con LMC in fase cronica con resistenza o intolleranza a precedente terapia con imatinib sono stati esclusi pazienti con concentrazione della creatinina sierica > 1,5 volte il limite superiore del range normale). Poiché la clearance renale del dasatinib e dei suoi metaboliti è < 4%, non si prevede una diminuzione nella clearance corporea totale nei pazienti con insufficienza renale.
Modo di somministrazione
Dasatinib Teva deve essere somministrato per via orale.
Le compresse rivestite con film non devono essere frantumate, divise o masticate per assicurare la coerenza del dosaggio e ridurre al minimo il rischio di esposizione cutanea; devono essere deglutite intere. Le compresse rivestite con film non devono essere disciolte poiché l’esposizione in pazienti che ricevono una compressa disciolta è inferiore a quella dei pazienti che deglutiscono una compressa intera. Il dasatinib può essere assunto con o senza cibo e sempre al mattino o alla sera. È disponibile anche una polvere per sospensione orale per pazienti che non sono in grado di deglutire le compresse. Il dasatinib non deve essere assunto con pompelmo o succo di pompelmo (vedere paragrafo 4.5).
4.3
Ipersensibilità al principio attivo o a uno qualsiasi degli eccipienti elencati al paragrafo 6.1.
4.4
Interazioni clinicamente rilevanti
Dasatinib è un substrato ed un inibitore del citocromo P450 (CYP) 3A4. Pertanto, c’è un potenziale rischio di interazione con altri medicinali somministrati contemporaneamente che sono metabolizzati principalmente da CYP3A4 o che ne modulano l’attività (vedere paragrafo 4.5).
L’uso concomitante di dasatinib e di medicinali o sostanze che inibiscono fortemente l’attività di CYP3A4 (per es. ketoconazolo, itraconazolo, eritromicina, claritromicina, ritonavir, telitromicina, succo di pompelmo) può aumentare l’esposizione al dasatinib. Pertanto, in pazienti che ricevono dasatinib non è raccomandata la somministrazione contemporanea di un potente inibitore del CYP3A4 (vedere paragrafo 4.5).
L’uso concomitante di dasatinib e di medicinali che inducono l’attività di CYP3A4 (per es. desametasone, fenitoina, carbamazepina, rifampicina, fenobarbital o preparazioni a base di piante medicinali contenenti Hypericum perforatum , anche noto come erba di San Giovanni) può ridurre significativamente l’esposizione al dasatinib, aumentando potenzialmente il rischio di fallimento terapeutico. Pertanto, in pazienti che ricevono dasatinib si deve scegliere la somministrazione contemporanea di medicinali alternativi con minore potenziale di induzione del CYP3A4 (vedere paragrafo 4.5).
L’uso concomitante di dasatinib e di un substrato di CYP3A4 può aumentare l’esposizione al substrato stesso. Pertanto, si richiede cautela nel somministrare contemporaneamente dasatinib e substrati del CYP3A4 con ristretto indice terapeutico, quali astemizolo, terfenadina, cisapride, pimozide, chinidina, bepridil o alcaloidi della segale cornuta (ergotamina, diidroergotamina) (vedere paragrafo 4.5).
L’uso concomitante di dasatinib e di antagonisti dei recettori H2 dell’istamina (per es. famotidina), di inibitori della pompa protonica (per es. omeprazolo) o di alluminio idrossido/magnesio idrossido può ridurre l’esposizione al dasatinib. Quindi, H2 antagonisti e inibitori della pompa protonica non sono
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raccomandati e i prodotti contenenti alluminio idrossido/magnesio idrossido devono essere somministrati fino a 2 ore prima o 2 ore dopo la somministrazione di dasatinib (vedere paragrafo 4.5).
Popolazioni speciali
Sulla base dei risultati di uno studio di farmacocinetica a dose singola, pazienti con compromissione epatica lieve, moderata o grave possono ricevere la dose di partenza raccomandata (vedere paragrafo 5.2). A causa dei limiti di questo studio clinico, si raccomanda cautela nel somministrare dasatinib a pazienti con compromissione epatica.
Reazioni avverse importanti
Mielosoppressione
Il trattamento con dasatinib è associato ad anemia, neutropenia e trombocitopenia. Il verificarsi di questi eventi è più precoce e frequente in pazienti con LMC in fase avanzata o con LLA Ph+ piuttosto che in pazienti con LMC in fase cronica. Nei pazienti con LMC in fase avanzata o LLA Ph+, si deve effettuare ogni settimana un emocromo completo per i primi 2 mesi ed in seguito ogni mese o secondo le indicazioni cliniche. Nei pazienti con LMC in fase cronica, si deve effettuare ogni 2 settimane un emocromo completo per 12 settimane, in seguito ogni 3 mesi o secondo le indicazioni cliniche. La mielosoppressione è generalmente reversibile e di solito è gestita interrompendo temporaneamente dasatinib o riducendone la dose (vedere paragrafi 4.2 e 4.8).
Sanguinamento
In pazienti con LMC in fase cronica (n=548), 5 pazienti (1%) che hanno ricevuto dasatinib hanno manifestato emorragia di grado 3 o 4. Negli studi clinici in pazienti con LMC in fase avanzata che hanno ricevuto la dose raccomandata di dasatinib (n=304), si è verificata nell’1% dei pazienti grave emorragia del sistema nervoso centrale (SNC). Un caso è stato fatale ed è stato associato a trombocitopenia di grado 4 secondo i Comuni Criteri di Tossicità (CTC). Emorragia gastrointestinale di grado 3 o 4 si è verificata nel 6% dei pazienti con LMC in fase avanzata e generalmente ha richiesto l’interruzione del trattamento e trasfusioni. Altre emorragie di grado 3 o 4 si sono verificate nel 2% dei pazienti con LMC in fase avanzata. La maggior parte delle reazioni avverse correlate al sanguinamento in questi pazienti è stata tipicamente associata a trombocitopenia di grado 3 o 4 (vedere paragrafo 4.8). Inoltre, le analisi delle piastrine in vitro ed in vivo suggeriscono che il trattamento con dasatinib influisce in modo reversibile sull’attivazione delle piastrine.
Si deve usare cautela nel caso in cui i pazienti debbano assumere medicinali che inibiscono la funzione piastrinica o anticoagulanti.
Ritenzione di liquidi
Dasatinib è associato a ritenzione di liquidi. Nello studio clinico di Fase III in pazienti con LMC in fase cronica di nuova diagnosi, dopo un follow-up minimo di 60 mesi è stata riportata ritenzione di liquidi di grado 3 o 4 in 13 pazienti (5%) nel gruppo di trattamento con dasatinib e in 2 pazienti (1%) nel gruppo di trattamento con imatinib (vedere paragrafo 4.8). Fra tutti i pazienti con LMC in fase cronica trattati con dasatinib, si è verificata grave ritenzione di liquidi in 32 pazienti (6%) che hanno ricevuto dasatinib alla dose raccomandata (n=548). Negli studi clinici in pazienti con LMC in fase avanzata che hanno ricevuto dasatinib alla dose raccomandata (n=304), è stata riportata ritenzione di liquidi di grado 3 o 4 nell’8% dei pazienti, inclusi versamento della pleura e pericardico di grado 3 o 4 riportati rispettivamente nel 7% e nell’1% dei pazienti. In questi pazienti, edema polmonare di grado 3 o 4 e ipertensione polmonare sono stati riportati ognuno nell’1% dei pazienti.
Pazienti che presentano sintomi suggestivi di versamento della pleura come dispnea o tosse secca devono essere esaminati con radiografia del torace. Un versamento della pleura di grado 3 o 4 può richiedere la toracocentesi e l’ossigenoterapia. La ritenzione dei liquidi è stata solitamente gestita con misure di supporto, quali diuretici e brevi cicli di steroidi (vedere paragrafi 4.2 e 4.8). I pazienti di età pari o superiore a 65 anni hanno maggiori probabilità rispetto ai pazienti più giovani di avere versamento della pleura, dispnea, tosse, versamento pericardico e insufficienza cardiaca congestizia e devono essere monitorati attentamente.
Ipertensione Arteriosa Polmonare (PAH)
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La PAH (ipertensione arteriosa polmonare pre-capillare confermata da cateterizzazione cardiaca destra) è stata riportata, in associazione al trattamento con dasatinib (vedere paragrafo 4.8). In questi casi, la PAH è stata segnalata dopo l’inizio della terapia con dasatinib, anche dopo più di un anno di trattamento.
I pazienti devono essere valutati per segni e sintomi di patologie cardiopolmonari pre-esistenti prima di iniziare la terapia con dasatinib. All’inizio del trattamento, in ogni paziente con sintomi di patologie cardiache deve essere eseguito un ecocardiogramma, che deve anche essere preso in considerazione nei pazienti con fattori di rischio per patologie cardiache o polmonari. I pazienti che sviluppano dispnea e affaticamento dopo aver iniziato la terapia con dasatinib devono essere valutati per eziologie comuni, che includono versamento della pleura, edema polmonare, anemia o infiltrazione polmonare. Secondo le raccomandazioni per la gestione delle reazioni avverse non ematologiche (vedere paragrafo 4.2), durante questa valutazione, la dose di dasatinib deve essere ridotta oppure la terapia deve essere interrotta. La diagnosi di PAH deve essere presa in considerazione se non venisse trovata alcuna spiegazione, o se non ci fosse alcun miglioramento con la riduzione della dose o l’interruzione della terapia. L’approccio diagnostico deve seguire le linee guida standard. Se la diagnosi di PAH è confermata, dasatinib deve essere interrotto definitivamente. Il follow-up deve essere eseguito secondo le linee guida standard. Nei pazienti con PAH, trattati con dasatinib, sono stati osservati miglioramenti dei parametri emodinamici e di quelli clinici dopo l’interruzione della terapia con dasatinib.
Prolungamento dell’intervallo QT
I dati in vitro suggeriscono che dasatinib ha il potenziale di prolungare la ripolarizzazione cardiaca ventricolare (intervallo QT) (vedere paragrafo 5.3). Nello Studio di Fase III condotto in 258 pazienti trattati con dasatinib e 258 pazienti trattati con imatinib, affetti da LMC in fase cronica di nuova diagnosi, con un follow-up minimo di 60 mesi,1 paziente (< 1%) in ogni gruppo ha riportato il prolungamento dell’intervallo QT come reazione avversa. Le variazioni mediane nel QTcF dal basale sono state di 3,0 msec nei pazienti trattati con dasatinib in confronto agli 8,2 msec nei pazienti trattati con imatinib. Un paziente (< 1%) per ciascun gruppo ha avuto un QTcF > 500 msec. In 865 pazienti con leucemia, trattati con dasatinib in studi clinici di Fase II, i cambiamenti medi rispetto al basale dell’intervallo QTc, utilizzando il metodo Fridericia (QTcF), sono stati di 4–6 msec; il limite superiore dell’intervallo di confidenza al 95% per tutti i cambiamenti medi rispetto al basale è stato < 7 msec (vedere paragrafo 4.8).
Dei 2.182 pazienti con resistenza o intolleranza alla precedente terapia con imatinib che hanno ricevuto dasatinib in studi clinici, il 15 (1%) ha riportato come reazione avversa un prolungamento del QTc. Ventuno di questi pazienti (1%) hanno sperimentato un QTcF > 500 msec.
Dasatinib deve essere somministrato con cautela in pazienti che hanno o possono sviluppare un prolungamento dell’intervallo QTc. Tra questi sono inclusi i pazienti con ipopotassiemia o ipomagnesiemia, pazienti con sindrome congenita del QT lungo, pazienti in terapia con medicinali antiaritmici o altri medicinali che portano al prolungamento del QT e in terapia con alte dosi cumulative di antraciclina. L’ipopotassiemia o l’ipomagnesiemia devono essere corrette prima della assunzione di dasatinib.
Reazioni avverse cardiache
Dasatinib è stato studiato in uno studio clinico randomizzato in 519 pazienti con LMC in fase cronica di nuova diagnosi, che includeva pazienti con precedente cardiopatia. In pazienti che assumevano dasatinib sono state riportate reazioni avverse cardiache di insufficienza cardiaca congestizia/disfunzione cardiaca, versamento pericardico, aritmie, palpitazioni, QT prolungato e infarto miocardico (anche fatale). Le reazioni avverse cardiache sono state più frequenti nei pazienti con fattori di rischio o storia di cardiopatia. Pazienti con fattori di rischio (per es.: ipertensione, iperlipidemia, diabete) o storia di cardiopatia (per es.: precedente intervento percutaneo coronarico, coronaropatia documentata) devono essere monitorati attentamente per segni clinici o sintomi collegati a disfunzione cardiaca come dolore al petto, respiro corto e diaforesi.
Se si sviluppano tali segni o sintomi clinici, si consiglia ai medici di interrompere la somministrazione di dasatinib e considerare il bisogno di un trattamento alternativo LMC- specifico. Dopo risoluzione, si deve effettuare una valutazione funzionale prima di riprendere il trattamento con dasatinib. Dasatinib
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può essere somministrato nuovamente con la dose originale per reazioni avverse da lievi a moderate (≤ grado 2) e ripreso a dosi ridotte per reazioni avverse gravi (≥ grado 3) (vedere paragrafo 4.2). I pazienti che continuano il trattamento devono essere monitorati periodicamente.
Non sono stati inclusi negli studi clinici pazienti con disturbi cardiovascolari significativi o non sotto controllo.
Riattivazione di epatite B
La riattivazione di epatite B nei pazienti che sono portatori cronici di questo virus si è verificata dopo che questi pazienti hanno ricevuto gli inibitori della tirosina-chinasi BCR-ABL. Alcuni casi hanno portato a insufficienza epatica acuta o epatite fulminante portando al trapianto del fegato o a un esito fatale.
I pazienti devono essere testati per l’infezione da HBV prima di cominciare il trattamento con dasatinib.Gli esperti delle malattie epatiche e del trattamento dell’epatite B devono essere consultati prima che il trattamento venga iniziato in pazienti con sierologia positiva all’epatite B (inclusi quelli con malattia attiva) e per pazienti che risultano positivi all’infezione da HBV durante il trattamento. I portatori di HBV che richiedono il trattamento con dasatinib devono essere monitorati attentamente per segni e sintomi dell’infezione attiva da HBV per tutto il corso della terapia e per alcuni mesi dopo la fine della terapia (vedere paragrafo 4.8).
Effetti sulla crescita e sullo sviluppo nei pazienti pediatrici
Negli studi clinici pediatrici condotti con Dasatinib Teva in pazienti pediatrici resistenti/intolleranti a imatinib e in pazienti pediatrici naïve al trattamento dopo almeno 2 anni di terapia, eventi avversi correlati al trattamento ed associati alla crescita ossea e allo sviluppo sono stati riferiti in 6 (4,6%) pazienti, uno dei quali è risultato di intensità grave (ritardo di crescita di grado 3). Questi 6 casi includevano ritardata fusione delle epifisi, osteopenia, ritardo di crescita e ginecomastia (vedere paragrafo 5.1). Questi risultati sono di difficile interpretazione nel contesto di malattie croniche come la LMC e richiedono un follow up a lungo termine.
Lattosio
Questo prodotto medicinale contiene 131,3 mg di lattosio monoidrato in una dose giornaliera di 100 mg e 183,8 mg di lattosio monoidrato in una dose giornaliera di 140 mg (due compresse da 70 mg). I pazienti con rari problemi ereditari di intolleranza al galattosio, deficit totale di lattasi o malassorbimento di glucosio-galattosio non devono assumere questo farmaco.
Sodio
Questo medicinale contiene meno di 1 mmol di sodio (23 mg) per compressa, cioè essenzialmente “senza sodio”.
4.5
Sostanze attive che possono aumentare le concentrazioni plasmatiche di dasatinib
Gli studi in vitro indicano che dasatinib è un substrato del CYP3A4. L’uso concomitante di dasatinib e medicinali o sostanze che inibiscono fortemente il CYP3A4 (per esempio: ketoconazolo, itraconazolo, eritromicina, claritromicina, ritonavir, telitromicina, succo di pompelmo) può aumentare l’esposizione a dasatinib. Pertanto, in pazienti che assumono dasatinib non è raccomandata la somministrazione sistemica di un potente inibitore del CYP3A4.
A concentrazioni clinicamente rilevanti, sulla base di sperimentazioni in vitro , il legame alle proteine plasmatiche di dasatinib è approssimativamente del 96%. Non sono stati effettuati studi per valutare l’interazione del dasatinib con gli altri medicinali che si legano alle proteine. La capacità di sostituzione e la sua rilevanza clinica non sono note.
Sostanze attive che possono ridurre le concentrazioni plasmatiche di dasatinib
Quando dasatinib è stato somministrato dopo 8 somministrazioni giornaliere serali con 600 mg di rifampicina, un potente induttore del CYP3A4, l’AUC del dasatinib è stata ridotta dell’82%. Altri
9
medicinali induttori dell’attività del CYP3A4 (per esempio: desametasone, fenitoina, carbamazepina, fenobarbital o preparazioni a base di piante medicinali contenenti Hypericum perforatum , anche nota come Erba di San Giovanni) possono a loro volta aumentare il metabolismo e ridurre le concentrazioni plasmatiche di dasatinib. Pertanto, l’uso concomitante di potenti induttori del CYP3A4 con dasatinib non è raccomandato In pazienti nei quali sia indicato un trattamento con rifampicina o altri induttori del CYP3A4, devono essere usati medicinali alternativi con minore potenziale di induzione enzimatica.
Antagonisti del recettore H 2 dell’istamina e inibitori della pompa protonica
La soppressione a lungo termine della secrezione gastrica acida da parte degli H2 antagonisti o degli inibitori della pompa protonica (per esempio: famotidina e omeprazolo) verosimilmente riduce l’esposizione al dasatinib. In uno studio a dose singola in volontari sani, la somministrazione di famotidina 10 ore prima di una singola dose di dasatinib ha ridotto del 61% l’esposizione a dasatinib. In uno studio su 14 soggetti sani, la somministrazione di una dose singola di 100 mg di dasatinib 22 ore dopo l’assunzione per 4 giorni di una dose da 40 mg di omeprazolo ha ridotto, allo steady state, l’AUC del dasatinib del 43% e la Cmax del dasatinib del 42%. Nei pazienti in terapia con dasatinib si deve prendere in considerazione l’uso di antiacidi al posto degli H2 antagonisti o degli inibitori della pompa protonica (vedere paragrafo 4.4).
Antiacidi
Dati non-clinici dimostrano che la solubilità di dasatinib dipende dal pH. In soggetti sani, l’uso concomitante di antiacidi contenenti alluminio idrossido/magnesio idrossido con dasatinib ha ridotto l’AUC di una dose singola di dasatinib del 55% e la Cmax del 58%. Tuttavia, quando gli antiacidi sono stati somministrati 2 ore prima di una singola dose di dasatinib non sono state osservate modifiche rilevanti nella concentrazione o nell’esposizione di dasatinib. Perciò gli antiacidi possono essere somministrati fino a 2 ore prima o 2 ore dopo dasatinib (vedere paragrafo 4.4).
Sostanze attive la cui concentrazione plasmatica può essere alterata da dasatinib
L’uso concomitante di dasatinib e di un substrato di CYP3A4 può aumentare l’esposizione al substrato stesso. In uno studio su soggetti sani, una dose singola di 100 mg di dasatinib ha aumentato l’AUC e la Cmax di esposizione alla simvastatina, un noto substrato del CYP3A4, rispettivamente del 20 e del 37%. Non può essere escluso che l’effetto sia maggiore a seguito di dosi multiple di dasatinib. Pertanto, i substrati del CYP3A4 noti per avere un ristretto indice terapeutico (per esempio: astemizolo, terfenadina, cisapride, pimozide, chinidina, bepridil o alcaloidi della segale cornuta [ergotamina, diidroergotamina]) devono essere somministrati con cautela in pazienti che assumono dasatinib (vedere paragrafo 4.4).
I dati in vitro indicano un rischio potenziale di interazione con i substrati del CYP2C8, come i glitazoni.
Popolazione pediatrica
Sono stati condotti studi di interazione solo negli adulti.
4.6
Donne in età fertile/ Contraccezione negli uomini e nelle donne
Sia gli uomini sessualmente attivi che le donne in età fertile devono usare metodi contraccettivi efficaci durante il trattamento.
Gravidanza
Sulla base dei dati sull’uomo, si ritiene che dasatinib possa causare malformazioni congenite inclusi difetti del tubo neurale ed effetti farmacologici tossici sul feto quando somministrato durante la gravidanza. Gli studi effettuati sugli animali hanno mostrato tossicità riproduttiva (vedere paragrafo 5.3).
Dasatinib Teva non deve essere usato durante la gravidanza, a meno che le condizioni cliniche della donna richiedano il trattamento con dasatinib. Se Dasatinib Teva viene usato durante la gravidanza, la paziente deve essere informata del rischio potenziale per il feto.
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Allattamento
Ci sono informazioni insufficienti/limitate sull’escrezione del dasatinib nel latte materno umano o animale. I dati fisico-chimici e farmacodinamico/tossicologici disponibili sul dasatinib indicano escrezione nel latte materno e non si può escludere un rischio per il bambino allattato al seno.
L’allattamento al seno deve essere interrotto durante il trattamento con Dasatinib Teva.
Fertilità
Negli studi sugli animali, la fertilità in ratti maschi e femmine non è risultata alterata dal trattamento con dasatinib (vedere paragrafo 5.3).
I medici e gli altri operatori sanitari devono fornire ai pazienti maschi di età appropriata una consulenza sui possibili effetti di Dasatinib Teva sulla fertilità e tale consulenza può comprendere la considerazione del deposito del liquido seminale.
4.7
Il dasatinib ha effetti minimi sulla capacità di guidare veicoli e di usare macchinari.
I pazienti devono essere avvertiti che si possono verificare reazioni avverse come capogiri o visione offuscata durante il trattamento con dasatinib. Pertanto, si deve raccomandare cautela nel guidare un autoveicolo o nell’usare macchinari.
4.8
Riassunto del profilo di sicurezza
I dati sottoelencati riflettono l’esposizione a dasatinib a tutte le dosi testate negli studi clinici (N=2.900), inclusi 324 pazienti adulti con LMC in fase cronica di nuova diagnosi, 2.388 pazienti adulti con LMC o LLA Ph+ in fase cronica o avanzata con resistenza o intolleranza a imatinib e 188 pazienti pediatrici.
Nei 2.712 pazienti adulti con LMC in fase cronica, LMC in fase avanzata o LLA Ph+, la durata mediana della terapia è stata di 19,2 mesi (range 0 – 93,2 mesi). In uno studio randomizzato in pazienti con LMC in fase cronica di nuova diagnosi, la durata mediana della terapia è stata approssimativamente di 60 mesi. La durata mediana della terapia in 1.618 pazienti con LMC in fase cronica è stata di 20 mesi (range 0 – 92,9 mesi). La durata mediana della terapia in 1.094 pazienti adulti con LMC in fase avanzata o LLA Ph+ è stata di 6,2 mesi (range 0,1 – 99,6 mesi). Nei 188 pazienti degli studi pediatrici, la durata mediana della terapia è stata di 26,3 mesi (range 0 – 99,6 mesi). Nel sottogruppo di 130 pazienti pediatrici con LMC in fase cronica, trattati con dasatinib, la durata mediana della terapia è stata di 42,3 mesi (range 0,1 – 99,6 mesi).
La maggioranza dei pazienti trattati con dasatinib ha sperimentato in un qualunque momento reazioni avverse. Nella popolazione complessiva di 2.712 soggetti adulti trattati con dasatinib, 520 (19%) hanno manifestato reazioni avverse che hanno portato all’interruzione del trattamento.
Il profilo complessivo di sicurezza di dasatinib nella popolazione pediatrica è risultato simile a quello della popolazione adulta, indipendentemente dalla formulazione, ad eccezione dell’assenza di segnalazione di versamento pericardico, versamento pleurico, edema polmonare o ipertensione polmonare nella popolazione pediatrica. Dei 130 soggetti pediatrici con LMC in fase cronica trattati con dasatinib, 2 (1,5%) hanno manifestato reazioni avverse che hanno portato all’interruzione del trattamento.
Sintesi in forma di tabella delle reazioni avverse
Le seguenti reazioni avverse, escludendo le anomalie da laboratorio, sono state riportate in pazienti trattati con dasatinib negli studi clinici e durante l’esperienza post-marketing (Tabella 5). Queste reazioni sono elencate secondo classificazione per sistemi e organi e frequenza. Le frequenze sono classificate: molto comune (≥ 1/10); comune (da ≥ 1/100 a < 1/10); non comune (da ≥ 1/1.000 a < 1/100); raro (da ≥ 1/10.000 a < 1/1.000); non nota (la frequenza non può essere definita sulla base dei dati post-marketing disponibili).
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Nell’ambito di ogni gruppo di frequenza gli effetti indesiderati vengono presentati in ordine decrescente di gravità.
Tabella 5: Tabella riassuntiva delle reazioni avverse
Infezioni ed infestazioni | |
Molto comune | infezione (tra cui batterica, virale, fungina e non-specificata) |
Comune | polmonite (inclusa batterica, virale e fungina), infezione/infiammazione delle prime vie respiratorie, infezione da herpes virus (incluso citomegalovirus-CMV), enterocolite, sepsi (inclusi casi non comuni con esiti fatali) |
Non nota | riattivazione di epatite B |
Patologie del sistema emolinfopoietico | |
Molto comune | mielosoppressione (incluse anemia, neutropenia, trombocitopenia) |
Comune | neutropenia febbrile |
Non comuni | linfadenopatia, linfopenia |
Rari | aplasia specifica della serie rossa |
Disturbi del sistema immunitario | |
Non comuni | ipersensibilità (incluso eritema nodoso) |
Rari | shock anafilattico |
Patologie endocrine | |
Non comuni | ipotiroidismo |
Rari | ipertiroidismo, tiroidite |
Disturbi del metabolismo e della nutrizione | |
Comune | disturbi dell’appetitoa , iperuricemia |
Non comuni | sindrome da lisi tumorale, disidratazione, ipoalbuminemia, ipercolesterolemia |
Rari | diabete mellito |
Disturbi psichiatrici | |
Comune | depressione, insonnia |
Non comuni | ansia, stato confusionale, labilità affettiva, calo della libido |
Patologie del sistema nervoso | |
Molto comune | mal di testa |
Comune | neuropatia (inclusa neuropatia periferica), capogiro, disgeusia, sonnolenza |
Non comuni | sanguinamento del SNC* b, sincope, tremore, amnesia, disturbo dell’equilibrio |
Rari | ictus, attacco ischemico transitorio, convulsioni, neurite ottica, paralisi del VII nervo, demenza, atassia |
Patologie dell’occhio | |
Comune | alterazioni della vista (inclusi disturbi della vista, visione offuscata e riduzione dell’ acuità visiva), secchezza oculare |
Non comuni | compromissione della visione, congiuntivite, fotofobia, aumento della lacrimazione |
Patologie dell’orecchio e del labirinto | |
Comune | tinnito |
Non comuni | perdita dell’udito, vertigini |
Patologie cardiache | |
Comune | insufficienza cardiaca congestizia/disfunzione cardiaca*c, versamento pericardico*, aritmia (inclusa tachicardia), palpitazioni |
Non comuni | infarto del miocardio (anche con esito fatale), prolungamento del QT all’elettrocardiogramma, pericardite, aritmia ventricolare (inclusa tachicardia ventricolare), angina pectoris, cardiomegalia, onda T dell’elettrocardiogramma anormale, troponina aumentata |
Rari | cuore polmonare, miocardite, sindrome coronarica acuta, arresto cardiaco, intervallo PR dell’elettrocardiogramma prolungato, malattia coronarica, pleuropericardite |
Non nota | fibrillazione atriale/flutter atriale |
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Patologie vascolari | |
Molto comune | emorragia*d |
Comune | ipertensione, vampate |
Non comuni | ipotensione, tromboflebite, trombosi |
Rari | trombosi venosa profonda, embolia, livedo reticularis |
Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche | |
Molto comune | versamento pleurico*, dispnea |
Comune | edema polmonare*, ipertensione polmonare*, infiltrazione polmonare, polmonite, tosse |
Non comuni | ipertensione arteriosa polmonare, broncospasmo, asma |
Rari | embolia polmonare, sindrome da stress respiratorio acuto |
Non nota | Malattia interstiziale polmonare |
Patologie gastrointestinali | |
Molto comune | diarrea, vomito, nausea, dolore addominale |
Comune | sanguinamento gastrointestinale*, colite (inclusa colite neutropenica), gastrite, infiammazione delle mucose (incluse mucositi/stomatiti), dispepsia, gonfiore addominale, costipazione, alterazione del tessuto molle orale |
Non comuni | pancreatite (inclusa pancreatite acuta), ulcera del tratto gastroenterico superiore, esofagite, ascite*, ragade anale, disfagia, malattia da reflusso gastroesofageo |
Rari | gastroenteropatia protido-disperdente, ileo, fistola anale |
Non nota | emorragia gastrointestinale fatale* |
Patologie epato | biliari |
Non comuni | epatite, colecistite, colestasi |
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo | |
Molto comune | eruzione cutaneae |
Comune | alopecia, dermatite (incluso eczema), prurito, acne, secchezza cutanea, orticaria, iperidrosi |
Non comuni | dermatosi neutrofila, reazioni di fotosensibilità, alterazione della pigmentazione, pannicolite, ulcera cutanea, eruzioni bollose, alterazioni ungueali, sindrome da eritrodisestesia palmo-plantare, patologia dei peli e dei capelli |
Rari | vasculite leucocitoclastica, fibrosi della cute |
Non nota | sindrome di Stevens-Johnsonf |
Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo | |
Molto comune | dolore muscoloscheletrico |
Comune | artralgia, mialgia, debolezza muscolare, rigidità muscoloscheletrica, spasmo muscolare |
Non comuni | rabdomiolisi, osteonecrosi, infiammazione muscolare, tendinite, artrite |
Rari | fusione ritardata delle epifisi g ritardo di crescitag |
Patologie renali e urinarie | |
Non comuni | danno renale (inclusa insufficienza nella funzione renale), minzione frequente, proteinuria |
Non nota | sindrome nefrotica |
Condizioni di gravidanza, puerperio e perinatali | |
Rari | aborto |
Patologie dell’apparato riproduttivo e della mammella | |
Non comuni | ginecomastia, disturbi mestruali |
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione | |
Molto comune | edema perifericoh , affaticamento, piressia, edema della facciai |
Comune | astenia, dolore, dolore toracico, edema generalizzato*j, brividi |
Non comuni | malessere, altri edemi superficialik |
Rari | disturbi dell’andatura |
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Esami diagnostici | |
Comune | diminuzione di peso, aumento di peso |
Non comuni | aumento della creatinin fosfochinasi ematica, gamma-glutamiltransferasi aumentata |
Traumatismo, avvelenamento e complicazioni da procedura | |
Comune | contusione |
a Include appetito ridotto, sazietà precoce, appetito aumentato
b Include emorragia del sistema nervoso centrale, ematoma cerebrale, emorragia cerebrale, ematoma extradurale, emorragia intracranica, ictus emorragico, emorragia subaracnoide, ematoma subdurale ed emorragia subdurale
c Include peptide natriuretico cerebrale aumentato, disfunzione ventricolare, disfunzione del ventricolo sinistro, disfunzione del ventricolo destro, insufficienza cardiaca, insufficienza cardiaca acuta, insufficienza cardiaca cronica, insufficienza cardiaca congestizia, cardiomiopatia, cardiomiopatia congestizia, disfunzione diastolica, diminuzione della frazione di eiezione ed insufficienza ventricolare, insufficienza ventricolare sinistra, insufficienza ventricolare destra, e ipocinesia ventricolare.
d Esclude sanguinamento gastrointestinale e sanguinamento del SNC; queste reazioni avverse sono riportate rispettivamente sotto patologie gastrointestinali e patologie del sistema nervoso della classificazione per sistemi e organi.
e Include eruzione da farmaco, eritema, eritema multiforme, eritrosi, rash esfoliativo, eritema generalizzato, rash genitale, rash da calore, milia, miliaria, psoriasi pustulosa, rash, rash eritematoso, rash follicolare, rash generalizzato, rash maculare, rash maculo-papulare, rash papulare, rash pruriginoso, rash pustuloso, rash vescicolare, esfoliazione cutanea, irritazione cutanea, eruzione cutanea tossica, orticaria vescicolare ed eruzione vasculitica.
f Casi isolati di Sindrome di Stevens-Johnson sono stati riportati durante l’esperienza post-marketing. Non è stato possibile determinare se queste reazioni avverse mucocutanee fossero direttamente correlate a dasatinib o a trattamenti concomitanti.
g Frequenza indicata come comune negli studi pediatrici.
h Edema gravitazionale, edema localizzato, edema periferico
i Edema congiuntivale, edema oculare, tumefazione degli occhi, edema delle palpebre, edema della faccia, edema delle labbra, edema maculare, edema della bocca, edema orbitale, edema periorbitale, tumefazione del viso.
j Sovraccarico di liquidi, ritenzione di liquidi, edema gastrointestinale, edema generalizzato, edema periferico, edema, edema da cardiopatia, versamento perirenale, edema postprocedurale, edema viscerale.
k Gonfiore genitale, edema in sede di incisione, edema genitale, edema del pene, tumefazione del pene, edema dello scroto, tumefazione della cute, edema del testicolo, tumefazione vulvovaginale.
* Per ulteriori dettagli, vedere il paragrafo “Descrizione delle reazioni avverse selezionate”
Descrizione delle reazioni avverse selezionate
Mielosoppressione
Il trattamento con dasatinib è associato ad anemia, neutropenia e trombocitopenia. Il verificarsi di questi eventi è più precoce e frequente in pazienti con LMC in fase avanzata o con LLA Ph+ piuttosto che in pazienti con LMC in fase cronica (vedere paragrafo 4.4).
Sanguinamento
Gli eventi di sanguinamento correlati al farmaco, che vanno dalle petecchie e le epistassi all’emorragia gastrointestinale di grado 3 o 4 e sanguinamento del SNC, sono stati riportati in pazienti in terapia con dasatinib (vedere paragrafo 4.4)
Ritenzione di liquidi
Varie reazioni avverse, come versamento pleurico, ascite, edema polmonare e versamento pericardico con o senza edema superficiale, possono essere complessivamente descritte come “ritenzione di liquidi”. Nello studio condotto in pazienti affetti da LMC in fase cronica di nuova diagnosi, dopo un follow-up minimo di 60 mesi, eventi di ritenzione di liquidi correlati a dasatinib hanno incluso versamento della pleura (28%), edema superficiale (14%), ipertensione polmonare (5%), edema generalizzato (4%) e versamento pericardico (4%). Insufficienza cardiaca congestizia/disfunzione cardiaca ed edema polmonare sono stati riportati in < 2% dei pazienti. La percentuale cumulativa di versamento della pleura correlato a dasatinib (tutti i gradi) è stata nel tempo del 10% a 12 mesi, del 14% a 24 mesi, del 19% a 36 mesi, del 24% a 48 mesi e del 28% a 60 mesi. Un totale di 46 pazienti trattati con dasatinib hanno avuto ricorrenti versamenti della pleura. Diciassette pazienti hanno avuto 2 eventi separati, 6 hanno avuto 3 eventi, 18 hanno avuto da 4 a 8 eventi e 5 hanno avuto > 8 episodi di versamenti della pleura.
Il tempo mediano di insorgenza del primo versamento della pleura di grado 1 o 2 correlato a dasatinib è stato di 114 settimane (range: da 4 a 299 settimane). Meno del 10% dei pazienti con versamento della pleura ha manifestato versamenti della pleura gravi (grado 3 o 4) correlati a dasatinib. Il tempo mediano della prima insorgenza di versamento della pleura correlato a dasatinib di grado ≥ 3 è stato di
14
175 settimane (range: da 114 a 274 settimane). La durata mediana di versamento della pleura correlata a dasatinib (tutti i gradi) è stata di 283 giorni (∼40 settimane).
Il versamento della pleura è generalmente reversibile e gestito interrompendo il trattamento con dasatinib e usando diuretici o altri appropriati trattamenti di supporto (vedere paragrafi 4.2 e 4.4). Tra i pazienti con versamento della pleura farmaco-correlato trattati con dasatinib (n=73), in 45 (62%) è stato necessario interrompere la somministrazione e in 30 (41%) ridurre la dose. Inoltre, 34 (47%) hanno assunto diuretici, 23 (32%) hanno ricevuto corticosteroidi, e 20 (27%) hanno assunto sia corticosteroidi che diuretici. Nove (12%) pazienti sono stati sottoposti a toracentesi terapeutica.
Il 6% dei pazienti trattati con dasatinib ha interrotto il trattamento a causa di un versamento della pleura farmaco-correlato. Il versamento della pleura non ha compromesso la capacità dei pazienti di ottenere una risposta alla terapia. Tra i pazienti con versamento della pleura trattati con dasatinib, il 96% ha raggiunto una cCCyR, l’82% ha raggiunto una MMR e il 50% ha raggiunto una MR4.5 nonostante le interruzioni o gli aggiustamenti della dose.
Vedere paragrafo 4.4 per ulteriori informazioni sui pazienti con LMC in fase cronica e LMC in fase avanzata o LLA Ph+.
Ipertensione Arteriosa Polmonare (PAH)
La PAH (ipertensione arteriosa polmonare pre-capillare confermata da cateterizzazione cardiaca destra) è stata riportata in associazione all’esposizione a dasatinib. In questi casi, la PAH è stata riportata dopo l’inizio della terapia con dasatinib, anche dopo più di un anno di trattamento. I pazienti che hanno manifestato PAH durante il trattamento con dasatinib, spesso stavano assumendo medicinali concomitanti o avevano altre patologie oltre al tumore di base. Nei pazienti con PAH sono stati osservati miglioramenti dei parametri emodinamici e di quelli clinici dopo l’interruzione della terapia con dasatinib.
Prolungamento dell’intervallo QT
Nello studio di Fase III in pazienti con LMC in fase cronica di nuova diagnosi, un paziente (< 1%) di quelli trattati con dasatinib ha avuto un QTcF > 500 msec dopo un follow-up minimo di 12 mesi (vedere paragrafo 4.4). Dopo un follow-up minimo di 60 mesi non ci sono stati ulteriori pazienti con un QTcF > 500 msec.
In 5 studi clinici di Fase II in pazienti con resistenza o intolleranza alla precedente terapia con imatinib, l’elettrocardiogramma è stato effettuato al basale e ripetuto durante i tempi prestabiliti e letto centralmente per 865 pazienti in terapia con dasatinib 70 mg due volte al giorno. L’intervallo QT è stato corretto per la frequenza del battito cardiaco con il metodo Fridericia. In ottava giornata, a tutte le valutazioni prestabilite, la variazione media dal basale dell’intervallo QTcF è stata di 4–6 msec, con un limite superiore dell’intervallo di confidenza del 95% < 7 msec. Dei 2.182 pazienti con resistenza o intolleranza alla precedente terapia con imatinib che hanno ricevuto dasatinib in studi clinici, il 15 (1%) ha riportato come reazione avversa un prolungamento del QTc. Ventuno pazienti (1%) hanno sperimentato un QTcF > 500 msec (vedere paragrafo 4.4.).
Reazioni avverse cardiache
Pazienti con fattori di rischio o storia di cardiopatia devono essere monitorati attentamente per segni o sintomi collegati a disfunzione cardiaca e devono essere valutati e trattati appropriatamente (vedere paragrafo 4.4).
Riattivazione di epatite B
Epatite B è stata segnalata in associazione con Bcr-Abl TKIs. Alcuni casi hanno avuto come conseguenza insufficienza epatica acuta o epatite fulminante portando al trapianto del fegato o a un esito fatale (vedere paragrafo 4.4).
Nello Studio di fase III per la definizione della dose ottimale nei pazienti con LMC in fase cronica con resistenza o intolleranza alla precedente terapia con imatinib (durata mediana del trattamento di 30 mesi), l’incidenza del versamento pleurico e dell’insufficienza cardiaca congestizia/disfunzione cardiaca è stata più bassa nei pazienti trattati con dasatinib 100 mg una volta al giorno che in quelli trattati con dasatinib 70 mg due volte al giorno. Anche la mielosoppressione è stata riportata meno frequentemente nel gruppo trattato con 100 mg una volta al giorno (vedere sotto Anomalie nei test di laboratorio). La durata mediana della terapia nel gruppo trattato con 100 mg una volta al giorno è stata
15
di 37 mesi (range 1–91 mesi). Le percentuali cumulative delle reazioni avverse selezionate che sono state riportate nella dose iniziale raccomandata di 100 mg una volta al giorno sono illustrate nella Tabella 6a.
Follow up minimo di 2 anni | Follow up minimo di 5 anni | Follow up minimo di 7 anni | ||||
Tutti | Grado | Tutti | Grado | Tutti | Grado | |
i gradi | 3/4 | i gradi | 3/4 | i gradi | 3/4 | |
Termine preferito | Percentuale (%) di pazienti | |||||
Diarrea | 27 | 2 | 28 | 2 | 28 | 2 |
Ritenzione di liquidi | 34 | 4 | 42 | 6 | 48 | 7 |
Edema superficiale | 18 | 0 | 21 | 0 | 22 | 0 |
Versamento pleurico | 18 | 2 | 24 | 4 | 28 | 5 |
Edema generalizzato | 3 | 0 | 4 | 0 | 4 | 0 |
Versamento pericardico | 2 | 1 | 2 | 1 | 3 | 1 |
Ipertensione polmonare | 0 | 0 | 0 | 0 | 2 | 1 |
Emorragia | 11 | 1 | 11 | 1 | 12 | 1 |
Sanguinamento gastrointestinale | 2 | 1 | 2 | 1 | 2 | 1 |
a Risultati dello studio di fase 3 per la definizione della dose ottimale riportati nella popolazione (n=165) trattata con la
dose iniziale raccomandata di 100 mg una volta al giorno
Nello studio di fase III per la definizione della dose ottimale in pazienti con LMC in fase avanzata e LLA Ph+, la durata mediana del trattamento è stata di 14 mesi per LMC in fase accelerata, di 3 mesi per LMC in fase blastica mieloide, di 4 mesi per LMC in fase blastica linfoide e di 3 mesi per LLA Ph+. Le reazioni avverse selezionate che sono state riportate nella dose iniziale raccomandata di 140 mg una volta al giorno sono illustrate nella Tabella 6b. È stato anche studiato un regime di 70 mg due volte al giorno. Il regime di 140 mg una volta al giorno ha mostrato un profilo di efficacia comparabile a quello di 70 mg due volte al giorno ma un profilo di sicurezza più favorevole.
Tabella 6b: Selezione di reazioni avverse riportate in uno studio di fase III per la definizione della dose ottimale: LMC in fase avanzata e LLA Ph+ a
140 mg una volta al giorno
4.9
Le esperienze di sovradosaggio con dasatinib negli studi clinici sono limitate a casi isolati. Il più alto sovradosaggio pari a 280 mg al giorno per una settimana è stato riportato in due pazienti ed ambedue hanno sviluppato una significativa diminuzione della conta piastrinica. Poiché dasatinib è associato a mielosoppressione di grado 3 o 4 (vedere paragrafo 4.4), i pazienti che ingeriscono una dose maggiore di quella raccomandata devono essere tenuti sotto stretta osservazione per la mielosoppressione e sottoposti ad un adeguato trattamento di supporto.
5. PROPRIETÀ FARMACOLOGICHE
5.1
18
Categoria farmacoterapeutica: agente antineoplastico, inibitore della protein-chinasi, codice ATC: L01XE06
Proprietà farmacodinamiche
Dasatinib inibisce l’attività della chinasi BCR-ABL e delle chinasi della famiglia SRC oltre a diverse altre chinasi oncogeniche selezionate tra cui c-KIT, il recettore della efrina (EPH) e il recettore PDGFβ. Dasatinib è un potente inibitore subnanomolare della chinasi BCR-ABL, con potenza a concentrazione di 0,6–0,8 nM. Si lega ad entrambe le conformazioni attiva e non attiva dell’enzima BCR-ABL.
Meccanismo d’azione
In vitro, dasatinib è attivo su linee cellulari leucemiche che rappresentano varianti sensibili e resistenti a imatinib. Questi studi non-clinici mostrano che dasatinib può superare la resistenza a imatinib risultante dalla iperespressione di BCR-ABL, da mutazioni del dominio chinasico di BCR-ABL, dall’attivazione di vie alternative di trasduzione del segnale che coinvolgono la famiglia delle SRC chinasi (LYN, HCK) e l’iperespressione del gene della multi-drug resistance. Inoltre, dasatinib inibisce la famiglia delle SRC chinasi a concentrazioni subnanomolari.
In vivo, in sperimentazioni separate che hanno utilizzato modelli murini di LMC, dasatinib è stato in grado di prevenire la progressione della LMC dalla fase cronica alla fase blastica ed ha prolungato la sopravvivenza di topi a cui sono state impiantate in varie sedi, incluso il sistema nervoso centrale, linee cellulari di LMC prelevate da paziente.
Efficacia e sicurezza clinica
In uno studio di fase I, nei primi 84 pazienti trattati e seguiti fino a 27 mesi, sono state osservate risposte ematologiche e citogenetiche in ogni fase di LMC e nella LLA Ph+. Le risposte sono state di lunga durata in tutte le fasi di LMC e LLA Ph+.
Sono stati effettuati quattro studi clinici di Fase II, in aperto, a braccio unico, non controllati, per determinare la sicurezza e l’efficacia di dasatinib in pazienti con LMC in fase cronica, accelerata o blastica mieloide, che si sono dimostrati resistenti o intolleranti a imatinib. È stato condotto uno studio, randomizzato, non comparativo in pazienti in fase cronica che hanno fallito il trattamento iniziale con 400 o 600 mg di imatinib. La dose di partenza di dasatinib è stata di 70 mg due volte al giorno. Sono state permesse modifiche della dose per aumentare l’attività o per gestire la tossicità (vedere paragrafo 4.2).
Due studi di Fase III in aperto, randomizzati, sono stati condotti per valutare l’efficacia di dasatinib somministrato una volta al giorno in confronto a dasatinib somministrato due volte al giorno. Inoltre, uno studio comparativo di Fase III, in aperto, randomizzato, è stato condotto in pazienti adulti con LMC in fase cronica di nuova diagnosi.
L’efficacia di dasatinib si basa sul tasso di risposta ematologica e citogenetica.
Un’ulteriore evidenza del beneficio clinico di dasatinib è stata data dalla durata della risposta e dalla percentuale di sopravvivenza stimata.
Negli studi clinici sono stati valutati un totale di 2.712 pazienti; dei quali il 23% di età ≥ 65 anni e il 5% di età ≥ 75 anni.
LMC in fase cronica – di nuova diagnosi
Uno studio clinico internazionale, in aperto, multicentrico, randomizzato, comparativo di Fase III è stato condotto in pazienti adulti con LMC in fase cronica di nuova diagnosi. I pazienti sono stati randomizzati per ricevere dasatinib 100 mg una volta al giorno o imatinib 400 mg una volta al giorno. L’endpoint primario era il tasso di risposta citogenetica completa confermata (cCCyR) entro 12 mesi. Gli endpoint secondari includevano il tempo di permanenza in cCCyR (misura della durata della risposta), il tempo al raggiungimento della cCCyR, il maggior tasso di risposta molecolare (MMR), il tempo al raggiungimento della MMR, la sopravvivenza libera da progressione (PFS) e la sopravvivenza globale (OS). Altri rilevanti risultati di efficacia includevano CCyR e percentuali di risposta molecolare completa (CMR). Lo studio è in corso.
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Un totale di 519 pazienti sono stati randomizzati in un gruppo di trattamento: 259 con dasatinib e 260 con imatinib. Le caratteristiche al basale erano ben bilanciate tra i due gruppi di trattamento con riferimento all’età (l’età mediana era di 46 anni per il gruppo dasatinib e 49 anni per quello imatinib con il 10% e l’11%, rispettivamente, di pazienti con 65 anni ed oltre di età), sesso (donne 44% e 37%, rispettivamente) e razza (caucasica 51% e 55%; asiatica 42% e 37%, rispettivamente). Al basale, la distribuzione secondo il Rischio Hasford era simile nei gruppi di trattamento dasatinib e imatinib (basso rischio: 33% e 34%; rischio intermedio 48% e 47%; alto rischio: 19% e 19%, rispettivamente) Con un minimo di 12 mesi di follow-up, l’85% dei pazienti randomizzati nel gruppo dasatinib e l’81% dei pazienti randomizzati nel gruppo imatinib ancora ricevevano trattamento di prima linea. L’interruzione entro i 12 mesi dovuta alla progressione della malattia si è verificata nel 3% dei pazienti trattati con dasatinib e nel 5% dei pazienti trattati con imatinib.
Con un minimo di 60 mesi di follow-up, l’60% dei pazienti randomizzati nel gruppo dasatinib e l’63% dei pazienti randomizzati nel gruppo imatinib ancora ricevevano trattamento di prima linea. L’interruzione entro i 60 mesi dovuta alla progressione della malattia si è verificata nel 11% dei pazienti trattati con dasatinib e nel 14% dei pazienti trattati con imatinib.
I risultati dell’efficacia sono presentati nella Tabella 8. Una maggiore proporzione statisticamente significativa di pazienti nel gruppo dasatinib ha raggiunto un cCCyR in confronto ai pazienti del gruppo imatinib entro i primi 12 mesi di trattamento. L’efficacia di dasatinib è stata costantemente dimostrata tra i differenti sottogruppi, inclusi l’età, il sesso ed il rischio Hasford al basale.
Tabella 8: Risultati di efficacia da uno studio di fase 3 su pazienti con LMC in Fase Cronica di nuova diagnosi
dasatinib N= 259 | imatinib N= 260 | valore di p |
Tasso di risposta (95% IC) |
Risposta citogenetica
entro 12 mesi | |||
cCCyRa | 76.8% (71.2–81.8) | 66.2% (60.1–71.9) | p< 0.007* |
CCyRb entro 24 mesi | 85.3% (80.4–89.4) | 73.5% (67.7–78.7) | ⎯ |
cCCyRa | 80.3% | 74.2% | ⎯ |
CCyRb entro 36 mesi | 87.3% | 82.3% | ⎯ |
cCCyRa | 82.6% | 77.3% | ⎯ |
CCyRb entro 48 mesi | 88.0% | 83.5% | ⎯ |
cCCyRa | 82.6% | 78.5% | ⎯ |
CCyRb entro 60 mesi | 87.6% | 83.8% | ⎯ |
cCCyRa | 83.0% | 78.5% | ⎯ |
CCyRb | 88.0% | 83.8% | ⎯ |
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valore di p
imatinib N= 260
dasatinib N= 259
Risposta molecolare | ||
maggiorec | ||
12 mesi | 52.1% (45.9–58.3) 33.8% (28.1–39.9) | p< 0.00003* |
24 mesi | 64.5% (58.3–70.3) 50% (43.8–56.2) | ⎯ |
36 mesi | 69.1% (63.1–74.7) 56.2% (49.9–62.3) | ⎯ |
48 mesi | 75.7% (70.0–80.8) 62.7% (56.5–68.6) | ⎯ |
60 mesi | 76.4% (70.8–81.5) 64.2% (58.1–70.1) | p=0.0021 |
Rapporto di rischio (HR) entro 12 mesi (99.99% IC) | ||
Tempo di ottenimento | 1.55 (1.0–2.3) | p< 0.0001* |
della cCCyR Tempo di ottenimento | 2.01 (1.2–3.4) | p< 0.0001* |
della MMR | ||
Durata della cCCyR | 0.7 (0.4–1.4) | p< 0.035 |
entro 24 mesi (95% IC) | ||
Tempo di ottenimento | 1.49 (1.22–1.82) | ⎯ |
della cCCyR Tempo di ottenimento | 1.69 (1.34–2.12) | ⎯ |
della MMR | ||
Durata della cCCyR | 0.77 (0.55–1.10) | ⎯ |
entro 36 mesi (95% IC) | ||
Tempo di ottenimento | 1.48 (1.22–1.80) | ⎯ |
della cCCyR Tempo di ottenimento | 1.59 (1.28–1.99) | ⎯ |
della MMR | ||
Durata della cCCyR | 0.77 (0.53–1.11) | ⎯ |
entro 48 mesi (95% IC) | ||
Tempo di ottenimento | 1.45 (1.20–1.77) | ⎯ |
della cCCyR Tempo di ottenimento | 1.55 (1.26–1.91) | ⎯ |
della MMR | ||
Durata della cCCyR | 0.81 (0.56–1.17) | ⎯ |
entro 60 mesi (95% IC) | ||
Tempo di ottenimento | 1.46 (1.20–1.77) | p=0.0001 |
della cCCyR Tempo di ottenimento | 1.54 (1.25–1.89) | p<0.0001 |
della MMR | ||
Durata della cCCyR | 0.79 (0.55–1.13) | p=0.1983 |
a La risposta citogenetica completa confermata (cCCyR) è definita come una risposta rilevata in due occasioni consecutive | ||
(con un intervallo di almeno 28 giorni). | ||
b La risposta citogenetica completa (CCyR) si basa su una singola valutazione citogenetica del midollo osseo. c La risposta molecolare maggiore (in qualsiasi momento) è stata definita come rapporto BCR-ABL ≤ 0,1% con la RQ- | ||
PCR in campioni di sangue periferico standardizzata alla scala internazionale. Queste | sono percentuali cumulative che |
rappresentano il follow-up minimo per il periodo specificato.
È aggiustato al punteggio secondo il Rischio-Hasford e indica la significatività statistica ad un livello nominale predefinito di significatività.
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Documento reso disponibile da AIFA il 01/01/2020
Esula dalla competenza dell’AIFA ogni eventuale disputa concernente i diritti di proprietà industriale e la tutela brevettuale dei dati relativi all’AIC dei medicinali e, pertanto, l’Agenzia non può essere ritenuta responsabile in alcun modo di eventuali violazioni da parte del titolare dell'autorizzazione all'immissione in commercio (o titolare AIC).
IC = intervallo di confidenza
Dopo 60 mesi di follow-up, nei pazienti con CCyR confermata, nel gruppo dasatinib il tempo mediano di ottenimento della cCCyR è stato di 3,1 mesi e nel gruppo imatinib di 5,8 mesi. Dopo 60 mesi di follow-up nei pazienti con MMR, nel gruppo dasatinib il tempo mediano di ottenimento della MMR è stato di 9,3 mesi e nel gruppo imatinib di 15,0 mesi. Questi risultati sono coerenti con quelli visti a 12, 24 e 36 mesi.
Il tempo di ottenimento della MMR è illustrato graficamente nella Figura 1. Il tempo di ottenimento della MMR nei pazienti trattati con dasatinib è stato constantemente più breve rispetto a quello dei pazienti trattati con imatinib.
GRUPPO # RESPONDERS / # RANDOMIZZATI RAPPORTO DI RISCHIO
(95% IC)
Dasatinib 198/259
Imatinib 167/260
Dasatinib su imatinib 1.54 (1.25 – 1.89)
Le percentuali di cCCyR nei gruppi di trattamento dasatinib e imatinib, rispettivamente, entro 3 mesi (54% e 30%), 6 mesi (70% e 56%), 9 mesi (75% e 63%), 24 mesi (80% e 74%), 36 mesi (83% e 77%), 48 mesi (83% e 79%) e 60 mesi (83% e 79%) sono state consistenti con l’endpoint primario. Anche le percentuali di MMR nei gruppi di trattamento dasatinib e imatinib, rispettivamente, entro 3 mesi (8% e 0,4%), 6 mesi (27% e 8%), 9 mesi (39% e 18%), 12 mesi (46% e 28%), 24 mesi (64% e 46%), 36 mesi (67% e 55%), 48 mesi (73% e 60%) e 60 mesi (76% e 64%) sono state consistenti con l’endpoint primario.
I tassi di MMR ad ogni specifico timepoint sono illustrati graficamente nella Figura 2. I tassi di MMR nei pazienti trattati con dasatinib sono stati costantemente più alti rispetto a quelli dei pazienti trattati con imatinib.
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Figura 2: Tassi di MMR nel tempo -Tutti i pazienti randomizzati in uno studio di fase 3 su pazienti con LMC in fase cronica di nuova diagnosi
N
______ Dasatinib 100 mg una volta al giorno 259 --------- Imatinib 400 mg una volta al giorno 260
La proporzione di pazienti che hanno ottenuto un rapporto BCR-ABL ≤ 0,01% (riduzione di 4 logaritmi) in qualsiasi momento è stata più elevata nel gruppo dasatinib rispetto al gruppo imatinib (54,1% versus 45%). La proporzione di pazienti che hanno raggiunto una percentuale di rapporto BCR-ABL ≤ 0,0032% (riduzione di 4,5 logaritmi) in qualsiasi momento è stata più elevata nel Gruppo dasatinib rispetto al gruppo imatinib (44% versus 34%).
I tassi di MR4.5 nel tempo sono illustrati graficamente nella Figura 3. I tassi di MR4.5 nei pazienti trattati con dasatinib sono stati costantemente più alti rispetto a quelli dei pazienti trattati con imatinib.
Figura 3: Tassi di MR4.5 nel tempo -Tutti i pazienti randomizzati in uno studio di fase 3 su pazienti con LMC in fase cronica di nuova diagnosi
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______ Dasatinib 100 mg una volta al giorno --------- Imatinib 400 mg una volta al giorno
N 259 260
In ogni gruppo di rischio, determinato secondo il punteggio Hasford, la percentuale di MMR, in qualsiasi momento, è stata più elevata nel gruppo dasatinib rispetto al gruppo imatinib (rischio basso: 90% e 69%, rischio intermedio: 71% e 65%, rischio alto: 67% e 54%, rispettivamente).
In un’analisi ulteriore, un maggior numero di pazienti trattati con dasatinib (84%) ha ottenuto una risposta molecolare precoce (definita come livelli BCR-ABL ≤ 10% a 3 mesi) rispetto ai pazienti trattati con imatinib (64%). I pazienti che raggiungono una risposta molecolare precoce hanno un rischio più basso di trasformazione, un tasso più alto di sopravvivenza libera da progressione (PFS) ed un tasso più alto di sopravvivenza globale (OS), come mostrato nella Tabella 9.
Tabella 9: Pazienti trattati con dasatinib con BCR-ABL ≤ 10% e > 10% a 3 mesi
Dasatinib N = 235 | Pazienti con BCR-ABL ≤ Pazienti con BCR-ABL > 10% a 3 mesi 10% a 3 mesi |
Numero di pazienti (%) Trasformazione a 60 mesi, n/N (%) Tasso di PFS a 60 mesi (95% IC) Tasso di OS a 60 mesi (95% IC) | 198 (84.3) 37 (15.7) 6/198 (3.0) 5/37 (13.5) 92.0% (89.6, 95.2) 73.8% (52.0, 86.8) 93.8% (89.3, 96.4) 80.6% (63.5, 90.2) |
Figura 4: Landmark Plot per la sopravvivenza globale per dasatinib in rapporto ai livelli di BCR-ABL (≤ 10% o > 10%) a 3 mesi in uno studio di fase 3 su pazienti con LMC in fase cronica di nuova diagnosi
>10% Censored
____≤10%
Censored
GRUPPO
# DECESSI / # Land Patient
MEDIANA (95% IC)
≤10%
>10%
14/198
8/37
(. -.)
(. -.)
RAPPORTO DI
RISCHIO (95% IC)
0.29 (0.12 – 0.69)
La progressione di malattia è stata definita come un aumento dei globuli bianchi nonostante una appropriata gestione terapeutica, perdita di CHR, perdita parziale di CyR o CCyR, progressione alla fase accelerata o alla fase blastica o decesso. La percentuale stimata di PFS a 60 mesi era 88,9% (IC: 84%-92,4%) sia per i gruppi di trattamento dasatinib sia per quelli imatinib. A 60 mesi, la trasformazione verso la fase accelerata o blastica si è verificata in meno pazienti trattati con dasatinib
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(n = 8; 3%) rispetto ai pazienti trattati con imatinib (n = 15; 5,8%). Le percentuali stimate di sopravvivenza a 60 mesi per i pazienti trattati con dasatinib e imatinib sono state del 90,9% (IC: 86,6%-93,8%) e 89,6% (IC: 85,2%-92,8%), rispettivamente. Non ci sono state differenze nell’OS (HR 1,01, 95% IC: 0,58–1,73, p=0,9800) e nella PFS (HR 1,00, 95% IC: 0,58–1,72, p=0,9998) tra dasatinib e imatinib.
Nei pazienti che presentano progressione della malattia o interrompono la terapia con dasatinib o imatinib, il sequenziamento BCR-ABL è stato effettuato sui campioni di sangue dei pazienti laddove disponibili. Percentuali simili di mutazione sono state osservate in entrambi i bracci di trattamento. Le mutazioni identificate nei pazienti trattati con dasatinib sono state T315I, F317I/L e V299L. Nel braccio di trattamento imatinib è stato identificato un diverso spettro di mutazione. Sulla base dei dati in vitro sembra che dasatinib non sia attivo contro la mutazione T315I.
LMC in fase cronica – Resistenza o intolleranza alla precedente terapia con imatinib.
Sono stati effettuati due studi clinici in pazienti resistenti o intolleranti ad imatinib; l’endpoint primario di efficacia in questi studi è stato una risposta citogenetica maggiore (MCyR).
Studio 1
È stato condotto uno studio multicentrico, in aperto, randomizzato, non comparativo in cui pazienti che avevano fallito il trattamento iniziale con 400 o 600 mg di imatinib sono stati randomizzati (2:1) a ricevere dasatinib (70 mg due volte al giorno) o imatinib (400 mg due volte al giorno). È stato possibile il crossover all’altro braccio di trattamento per i pazienti che hanno mostrato evidenza di progressione di malattia o intolleranza non gestibile con modificazioni di dose. L’endpoint primario era l’MCyR a 12 settimane. Sono disponibili i risultati per 150 pazienti: 101 randomizzati a dasatinib e 49 a imatinib (tutti resistenti a imatinib). Il tempo mediano dalla diagnosi alla randomizzazione è stato di 64 mesi nel gruppo trattato con dasatinib e 52 mesi in quello con imatinib.
Tutti i pazienti erano pesantemente pretrattati. Il 93% dell’intera popolazione di pazienti aveva ottenuto una risposta ematologica completa (CHR) al precedente trattamento con imatinib. Una precedente risposta citogenetica maggiore (MCyR) a imatinib era stata ottenuta rispettivamente dal 28% e dal 29% dei pazienti nei bracci i dasatinib e imatinib.
La durata mediana del trattamento è stata di 23 mesi per dasatinib (con il 44% dei pazienti trattati per più di 24 mesi fino a oggi) e 3 mesi per imatinib (con il 10% dei pazienti trattati per più di 24 mesi fino a oggi). Il novantatre percento dei pazienti nel braccio con dasatinib e l’82% dei pazienti nel braccio con imatinib ha ottenuto una CHR prima del crossover.
A 3 mesi, una MCyR si è verificata più spesso nel braccio con dasatinib (36%) rispetto al braccio con imatinib (29%). È da notare che una risposta citogenetica completa (CCyR) è stata riportata nel 22% dei pazienti nel braccio con dasatinib mentre solo nell’8% dei pazienti nel braccio con imatinib. Con un trattamento più lungo ed un follow-up (mediano di 24 mesi), una MCyR è stata raggiunta nel 53% dei pazienti trattati con dasatinib (CCyR nel 44%) e il 33% dei pazienti trattati con imtinib (CCyR nel 18%) prima del crossover. Tra i pazienti che avevano ricevuto 400 mg di imatinib prima di entrare nello studio, una MCyR è stata raggiunta nel 61% dei pazienti nel braccio con dasatinib e 50% nel braccio con imatinib.
Sulla base della valutazione di Kaplan-Meier, la percentuale di pazienti che ha mantenuto una MCyR per 1 anno è stata del 92% (95% IC: [85%-100%]) per dasatinib (CCyR 97%, 95% IC: [92%-100%]) e del 74% (95% IC: [49%-100%]) per imatinib (CCyR 100%). La percentuale dei pazienti che ha mantenuto una MCyR per 18 mesi è stata del 90% (95% IC: [82%-98%]) per dasatinib (CCyR 94%, 95% IC: [87%-100%]) e del 74% (95% IC: [49%-100%]) per imatinib (CCyR 100%).
Sulla base della valutazione di Kaplan-Meier, la percentuale dei pazienti che ha avuto 1 anno di sopravvivenza libera da progressione (PFS) è stata del 91% (95% IC: [85%-97%]) per dasatinib e del 73% (95% IC: [54%-91%]) per imatinib. La percentuale dei pazienti che hanno avuto PFS a 2 anni è stata dell’86% (95% IC: [78%-93%]) per dasatinib e del 65% (95% IC: [43%-87%]) per imatinib.
In totale, il 43% dei pazienti nel braccio con dasatinib e l’82% nel braccio con imatinib ha riportato un fallimento del trattamento, definito come progressione di malattia o crossover all’altro trattamento (assenza di risposta, intolleranza al medicinale in studio, ecc.).
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L’indice di risposta molecolare maggiore (definito come BCR-ABL/ controllo del trascritto ≤ 0,1% con la RQ-PCR in campioni di sangue periferico) prima del crossover era del 29% per dasatinib e del 12% per imatinib.
Studio 2
È stato condotto uno studio multicentrico, a braccio singolo, in aperto, in pazienti resistenti o intolleranti a imatinib (cioè pazienti che hanno riportato tossicità significativa durante il trattamento con imatinib che ha impedito un ulteriore trattamento).
In totale 387 pazienti hanno ricevuto 70 mg due volte al giorno di dasatinib (288 resistenti e 99 intolleranti). Il tempo mediano dalla diagnosi all’inizio del trattamento è stato di 61 mesi. La maggior parte dei pazienti (53%) aveva ricevuto un precedente trattamento con imatinib per più di 3 anni. La maggioranza dei pazienti resistenti (72%) aveva ricevuto > 600 mg di imatinib. Oltre all’imatinib, il 35% dei pazienti era stato precedentemente sottoposto a chemioterapia citotossica, il 65% aveva già ricevuto interferone ed il 10% era stato sottoposto a trapianto di cellule staminali. Il trentotto percento dei pazienti aveva al basale mutazioni note come causa di resistenza all’imatinib. La durata mediana del trattamento con dasatinib è stata di 24 mesi con il 51% dei pazienti trattati per > 24 mesi fino ad oggi. I risultati di efficacia sono riportati nella Tabella 10. La MCyR è stata raggiunta nel 55% dei pazienti resistenti ad imatinib e nell’82% dei pazienti intolleranti ad imatinib. Con un follow-up minimo di 24 mesi, 21 dei 240 pazienti, che avevano raggiunto la MCyR, hanno progredito e la durata mediana della MCyR non è stata raggiunta.
Sulla base della valutazione di Kaplan-Meier, il 95% (95% IC: [92%-98%]) dei pazienti ha mantenuto la MCyR per 1 anno e l’88% (95% IC: [83%-93%]) ha mantenuto la MCyR per 2 anni. La proporzione dei pazienti che ha mantenuto la CCyR per un anno è stata del 97% (95% IC: [94%-99%]) e per 2 anni è stata del 90% (95% IC: [86%-95%]). Il quarantadue percento dei pazienti resistenti ad imatinib senza precedente MCyR ad imatinib (n= 188) hanno raggiunto la MCyR con dasatinib.
Ci sono state 45 diverse mutazioni BCR-ABL nel 38% dei pazienti arruolati in questo studio. Una risposta ematologia completa o MCyR è stata raggiunta in pazienti che presentavano una varietà di mutazioni BCR-ABL associate con resistenza ad imatinib eccetto T315I. La percentuale di MCyR a 2 anni era simile se i pazienti avevano una qualunque mutazione basale BCR-ABL, mutazione P-loop, o nessuna mutazione (63%, 61% e 62%, rispettivamente).
Tra i pazienti resistenti ad imatinib, la percentuale stimata di PFS è stata dell’88% (95% IC: [84%-92%]) ad 1 anno e del 75% (95% IC: [69%-81%]) a 2 anni. Tra i pazienti intolleranti ad imatinib, la percentuale stimata di PFS è stata del 98% (95% IC: [95%-100%]) ad 1 anno e del 94% (95% IC: [88%-99%]) a 2 anni.
La percentuale della risposta molecolare maggiore a 24 mesi era del 45% (35% per pazienti resistenti ad imatinib e 74% per pazienti intolleranti ad imatinib).
LMC in fase accelerata
È stato condotto uno studio multicentrico, a braccio singolo, in aperto, in pazienti intolleranti o resistenti a imatinib. Un totale di 174 pazienti (161 resistenti e 13 intolleranti a imatinib) ha ricevuto 70 mg due volte al giorno di dasatinib. Il tempo mediano dalla diagnosi all’inizio del trattamento è stato di 82 mesi. La durata mediana del trattamento con dasatinib è stata di 14 mesi con il 31% dei pazienti trattati per > 24 mesi fino ad oggi. La percentuale della risposta molecolare maggiore (valutata su 41 pazienti con una CCyR) è stata del 46% a 24 mesi. Ulteriori risultati di efficacia sono riportati nella Tabella 10.
LMC in fase blastica mieloide
È stato condotto uno studio multicentrico, a braccio singolo, in aperto, in pazienti intolleranti o resistenti a imatinib. Un totale di 109 pazienti (99 resistenti e 10 intolleranti a imatinib) ha ricevuto 70 mg due volte al giorno di dasatinib. Il tempo mediano dalla diagnosi all’inizio del trattamento è stato di 48 mesi. La durata mediana del trattamento con dasatinib è stata di 3.5 mesi con il 12% dei pazienti trattati per > 24 mesi fino ad oggi. La percentuale della risposta molecolare maggiore (valutata su 19
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pazienti con una CCyR) è stata del 68% a 24 mesi. Ulteriori risultati di efficacia sono riportati nella Tabella 10.
LMC in fase blastica linfoide e LLA Ph+
È stato condotto uno studio multicentrico, a braccio singolo, in aperto, in pazienti con LMC in fase blastica linfoide o LLA Ph+ intolleranti o resistenti ad una precedente terapia con imatinib. In totale 48 pazienti (42 resistenti e 6 intolleranti a imatinib) con LMC in fase blastica linfoide hanno ricevuto 70 mg due volte al giorno di dasatinib. Il tempo mediano dalla diagnosi all’inizio del trattamento è stato di 28 mesi. La durata mediana del trattamento con dasatinib è stata di 3 mesi con il 2% dei pazienti trattati per > 24 mesi fino ad oggi. La percentuale della maggiore risposta molecolare (stabilita sui tutti i 22 pazienti trattati con una CCyR) è stata del 50% a 24 mesi. Inoltre 46 pazienti con LLA Ph+ (44 resistenti e 2 intolleranti a imatinib) hanno ricevuto 70 mg due volte aI giorno di dasatinib. Il tempo mediano dalla diagnosi all’inizio del trattamento è stato di 18 mesi. La durata mediana del trattamento con dasatinib è stata di 3 mesi con il 7% dei pazienti trattati per > 24 mesi fino ad oggi. La percentuale della maggiore risposta molecolare (stabilita sui tutti i 25 pazienti trattati con una CCyR) è stata del 52% a 24 mesi. Ulteriori risultati di efficacia sono riportati nella Tabella 10. Da notare che le risposte ematologiche maggiori (MaHR) sono state ottenute rapidamente (la maggior parte entro 35 giorni dalla prima somministrazione di dasatinib per pazienti con LMC in fase blastica linfoide ed entro 55 giorni per pazienti con LLA Ph+).
Cronica | Accelerata | Blastica mieloide | Blastica linfoide | LLA- Ph+ | |
(n= 387) | (n= 174) | (n= 109) | (n= 48) | (n= 46) | |
Percentuale di risposta ematologica b (%) | |||||
MaHR (95% | n/a | 64% (57–72) | 33% (24–43) | 35% (22–51) | 41% (27- |
IC) | 57) | ||||
CHR (95% | 91% (88–94) | 50% (42–58) | 26% (18–35) | 29% (17–44) | 35% (21– |
IC) | 50) | ||||
NEL (95% IC) | n/a | 14% (10–21) | 7% (3–14) | 6% (1–17) | 7% (1–18) |
Durata del MaHR (%; stima Kaplan-Meier) | |||||
1 anno | n/a | 79% (71–87) | 71% (55–87) | 29% (3–56) | 32% (8–56) |
2 anni | n/a | 60% (50–70) | 41% (21–60) | 10% (0–28) | 24% (2–47) |
Risposta citogenetica c (%) | |||||
MCyR (95% | 62% (57–67) | 40% (33–48) | 34% (25–44) | 52% (37–67) | 57% (41– |
IC) | 71) | ||||
CCyR (95% | 54% (48–59) | 33% (26–41) | 27% (19–36) | 46% (31–61) | 54% (39– |
IC) | 69) | ||||
Sopravvivenza (%; stima Kaplan-Meier) | |||||
Libera da progressione | |||||
1 anno | 91% (88–94) | 64% (57–72) | 35% (25–45) | 14% (3–25) | 21% (9–34) |
2 anni | 80% (75–84) | 46% (38–54) | 20% (11–29) | 5% (0–13) | 12% (2–23) |
Totale | |||||
1 anno | 97% (95–99) | 83% (77–89) | 48% (38–59) | 30% (14–47) | 35% (20– |
51) | |||||
2 anni | 94% (91–97) | 72% (64–79) | 38% (27–50) | 26% (10–42) | 31% (16– |
47) |
I dati descritti in questa tabella derivano da studi durante i quali è stata utilizzata una dose di partenza di 70 mg due volte al giorno. Vedere paragrafo 4.2 per la dose di partenza raccomandata.
a I numeri in grassetto sono i risultati degli endpoint primari.
b Criteri della Risposta Ematologica (tutte le risposte confermate dopo 4 settimane): Risposta ematologica maggiore: (MaHR) = risposta ematologia completa (CHR) + nessuna evidenza di leucemia (NEL) CHR (LMC cronica): globuli bianchi ≤ ULN, piastrine < 450.000/mm3 , assenza di blasti o promielociti nel sangue periferico, < 5% mielociti più metamielociti nel sangue periferico, basofili nel sangue periferico < 20%, e assenza di coinvolgimento extramidollare. CHR (LMC avanzata/ LLA Ph+): Globuli bianchi ≤ ULN, ANC ≥ 1.000/mm3 , piastrine ≥ 100.000/mm3 , assenza di blasti o promielociti nel sangue periferico, blasti nel midollo osseo ≤ 5%, < 5% mielociti più metamielociti nel sangue periferico, basofili nel sangue periferico < 20%, e assenza di coinvolgimento extra midollare.
27
NEL: stessi criteri come per CHR ma ANC ≥ 500/mm3 e < 1.000/mm3 , o piastrine ≥ 20.000/mm3 e ≤ 100.000/mm3.
c Criteri della Risposta Citogenetica: completa (0% di metafasi Ph+) o parziale (> 0%-35%). MCyR (0%–35%) comprende sia le risposte complete che quelle parziali.
n/a = non applicabile; IC = intervallo di confidenza; ULN = limite superiore della norma
L’effetto dopo il trattamento con dasatinib su pazienti sottoposti a trapianto di midollo osseo non è stato pienamente valutato.
Studi clinici di fase III in pazienti con LMC in fase cronica, accelerata o blastica mieloide e LLA Ph+ resistenti o intolleranti a imatinib
Due studi aperti randomizzati sono stati condotti per valutare l’efficacia di dasatinib somministrato una volta al giorno rispetto a dasatinib somministrato due volte al giorno. I risultati che seguono sono relativi ad un follow-up minimo di 2 anni e 7 anni dopo l’inizio della terapia con dasatinib.
Studio 1
Nello studio condotto nella LMC in fase cronica, l’obiettivo primario era la MCyR in pazienti resistenti all’imatinib. Come principale obiettivo secondario è stata studiata la MCyR in rapporto alla dose totale giornaliera nei pazienti resistenti all’imatinib. Altri endopoint secondari hanno incluso la durata della MCyR, la sopravvivenza libera da progressione e la sopravvivenza globale. Un totale di 670 pazienti, di cui 497 resistenti all’imatinib, sono stati randomizzati a ricevere dasatinib 100 mg una volta al giorno, 140 mg una volta al giorno, 50 mg due volte al giorno, o 70 mg due volte al giorno. La durata mediana di trattamento per tutti i pazienti ancora in terapia con un follow-up minimo di 5 anni (n=205) era 59 mesi (range 28–66 mesi). La durata mediana di trattamento per tutti i pazienti a 7 anni di follow-up era 29,8 mesi (range < 1–92,9 mesi).
L’efficacia è stata raggiunta in tutti i gruppi in trattamento con il regime di una volta al giorno, dimostrando un’efficacia paragonabile (non inferiorità) al regime di due volte al giorno rispetto all’obiettivo primario sull’efficacia (differenza in MCyR 1,9%; intervallo di confidenza del 95% [-6,8% – 10,6%]); comunque, il regime di 100 mg una volta al giorno ha dimostrato una migliore sicurezza e tollerabilità. I risultati di efficacia sono riportati nelle Tabelle 11 e 12.
MCyR
Tutti i pazienti 63% (56–71)
Pazienti resistenti a imatinib 59% (50–68)
CCyR
Tutti i pazienti 50% (42–58)
Pazienti resistenti a imatinib 44% (35–53)
Tutti i pazienti 69% (58–79)
Pazienti resistenti a imatinib 72% (58–83)
aRisultati riportati per la dose iniziale raccomandata di 100 mg una volta al giorno.
b Criteri della Risposta Ematologica (tutte le risposte confermate dopo 4 settimane): Completa risposta ematologica (CHR) (LMC cronica): WBC ≤ limite superiore della norma, piastrine <450.000/mm3 , assenza di blasti o promielociti nel sangue periferico, <5% mielociti più metamielociti nel sangue periferico, basofili nel sangue periferico <20%, e assenza di coinvolgimento extramidollare
c Criteri della Risposta Citogenetica: completa (0% di metafasi Ph+) o parziale (> 0%-35%). MCyR (0%–35%) comprende sia le risposte complete che quelle parziali.
d Criteri della risposta molecolare maggiore: definiti come BCR-ABL/trascritto di controllo ≤0,1% con la RQ-PCR in campioni di sangue periferico
28
Periodo minimo di follow up | ||||
1 anno | 2 anni | 5 anni | 7 anni | |
Risposta molecolare maggiore | ||||
Tutti i pazienti | NA | 37% (57/154) | 44% (71/160) | 46% (73/160) |
Pazienti resistenti a imatinib | NA | 35% (41/117) | 42% (50/120) | 43% (51/120) |
Pazienti intolleranti a | NA | 43% (16/37) | 53% (21/40) | 55% (22/40) |
imatinib Sopravvivenza libera da progressioneb | ||||
Tutti i pazienti | 90% (86, 95) | 80% (73, 87) | 51% (41, 60) | 42% (33, 51) |
Pazienti resistenti a imatinib | 88% (82, 94) | 77% (68, 85) | 49% (39, 59) | 39% (29, 49) |
Pazienti intolleranti a So p mra tv invi bvenza complessiva | 97% (92, 100) | 87% (76, 99) | 56% (37, 76) | 51% (32, 67) |
Tutti i pazienti | 96% (93, 99) | 91% (86, 96) | 78% (72, 85) | 65% (56, 72) |
Pazienti resistenti a imatinib | 94% (90, 98) | 89% (84, 95) | 77% (69, 85) | 63% (53, 71) |
Pazienti intolleranti a | 100% (100, 100) | 95% (88, 100) | 82% (70, 94) | 70% (52, 82) |
imatinib
a Risultati riportati per la dose iniziale raccomandata di 100 mg una volta al giorno.
b La progressione è stata definita come aumento della conta dei WBC, perdita di CHR o MCyR, aumento ≥30% delle metafasi Ph+, malattia in fase accelerata/blastica confermata o decesso. La PFS è stata analizzata sul principio intent-to-treat e i pazienti sono stati seguiti per eventi inclusa la terapia susseguente.
Sulla base della valutazione di Kaplan-Meier, la proporzione di pazienti trattati con dasatinib 100 mg una volta al giorno che hanno mantenuto una MCyR per 18 mesi è stata del 93% (95% IC: [88% – 98%]).
L’efficacia è stata valutata anche in pazienti intolleranti a imatinib. In questa popolazione di pazienti che ha ricevuto 100 mg una volta al giorno, la MCyR è stata raggiunta nel 77% e la CCyR nel 67%.
Studio 2
Nello Studio condotto nella LMC in fase avanzata e LLA Ph+ l’obiettivo primario era MaHR. In totale 611 pazienti sono stati randomizzati a ricevere dasatinib 140 mg una volta al giorno o 70 mg due volte al giorno. La durata mediana del trattamento è stata approssimativamente di 6 mesi (range 0,03–31 mesi).
Il regime una volta al giorno ha dimostrato un’efficacia paragonabile (non inferiorità) al regime due volte al giorno rispetto all’obiettivo primario sull’efficacia (differenza in MaHR 0,8%; intervallo di confidenza del 95%[-7,1% – 8,7%]); comunque, il regime di 140 mg una volta al giorno ha dimostrato una migliore sicurezza e tollerabilità.
Le percentuali di risposta sono riportate nella Tabella.13.
Accelerata Blastica mieloide Blastica linfoide LLA Ph+ (n= 158) (n= 75) (n= 33) (n= 40) | |
MaHR (95% IC) | 66% 28% 42% 38% (59–74) (18–40) (26–61) (23–54) |
29
CHRb | 47% | 17% | 21% | 33% |
(95% IC) | (40–56) | (10–28) | (9–39) | (19–49) |
NELb | 19% | 11% | 21% | 5% |
(95% IC) | (13–26) | (5–20) | (9–39) | (1–17) |
MCyR c (95% IC) | 39% | 28% | 52% | 70% |
(31–47) | (18–40) | (34–69) | (54–83) | |
CCyR | 32% | 17% | 39% | 50% |
(95% IC) | (25–40) | (10–28) | (23–58) | (34–66) |
a Risultati riportati per la dose iniziale raccomandata di 140 mg una volta al giorno (vedere paragrafo 4.2)
b Criteri della Risposta Ematologica (tutte le risposte confermate dopo 4 settimane): Risposta ematologica maggiore: (MaHR) = risposta ematologia completa (CHR) + nessuna evidenza di leucemia (NEL)
CHR: Globuli bianchi ≤ ULN, ANC ≥ 1.000/mm3, piastrine ≥ 100.000/mm3 , assenza di blasti o promielociti nel sangue periferico, blasti nel midollo osseo ≤ 5%, < 5% mielociti più metamielociti nel sangue periferico, basofili nel sangue periferico < 20%, e assenza di coinvolgimento extra midollare.
NEL: stessi criteri come per CHR ma ANC ≥ 500/mm3 e < 1.000/mm3 , o piastrine ≥ 20.000/mm3 e ≤ 100.000/mm3.
c MCyR comprende sia le risposte complete (0% Ph+ metafasi) che le parziali (> 0%-35%).
IC = intervallo di confidenza; ULN = limite superiore della norma
In pazienti con LMC in fase accelerata trattati con 140 mg una volta al giorno, la durata mediana della MaHR e la sopravvivenza globale mediana non sono state raggiunte e la PFS mediana è stata di 25 mesi.
In pazienti con LMC in fase blastica mieloide trattati con il regime di 140 mg una volta al giorno, la durata mediana della MaHR è stata di 8 mesi, la PFS mediana è stata di 4 mesi e la sopravvivenza globale mediana è stata di 8 mesi. In pazienti con LMC in fase blastica linfoide trattati con il regime di 140 mg una volta al giorno, la durata mediana della MaHR è stata di 5 mesi, la PFS mediana è stata di 5 mesi e la sopravvivenza globale mediana è stata di 11 mesi.
In pazienti con LLA Ph+ trattati con un regime di 140 mg una volta al giorno, la durata mediana della MaHR è stata di 5 mesi, la PFS mediana è stata di 4 mesi e la sopravvivenza globale mediana è stata di 7 mesi.
Popolazione pediatrica
L’Agenzia Europea dei medicinali ha rinviato l’obbligo di presentare i risultati degli studi con il prodotto di riferimento contenente dasatinib in uno o più sottogruppi della popolazione pediatrica per leucemia linfoblastica acuta con cromosoma Philadelphia (BCR-ABL translocation)-positivo (vedere paragrafo 4.2 per le informazioni sull’uso pediatrico).
Pazienti pediatrici con LMC
Dei 130 pazienti con LMC in fase cronica trattati in due studi pediatrici, uno studio di Fase I, in aperto, non randomizzato, di dose ranging ed uno studio di Fase II, in aperto, non randomizzato, 84 pazienti (esclusivamente dallo studio di Fase II) presentavano LMC in fase cronica di nuova diagnosi e 46 pazienti (17 dello studio di Fase I e 29 dello studio di Fase II) risultavano resistenti o intolleranti al precedente trattamento con imatinib. Novantasette dei 130 pazienti pediatrici con LMC in fase cronica sono stati trattati con dasatinib compresse 60 mg/m una volta al giorno (dose massima di 100 mg una volta al giorno nei pazienti con area di superficie corporea (BSA) elevata). I pazienti sono stati trattati fino a progressione della malattia o a tossicità inaccettabile.
3 mesi | 6 mesi | 12 mesi | 24 mesi | |
CCyR (95% IC) di nuova | 43.1% | 66.7% | 96.1% | 96.1% |
diagnosi (N = 51)a | (29.3, 57.8) | (52.1, 79.2) | (86.5, 99.5) | (86.5, 99.5) |
Precedente | 45.7% | 71.7% | 78.3% | 82.6% |
Imatinib (N = 46)b | (30.9, 61.0) | (56.5, 84.0) | (63.6, 89.1) | (68.6, 92.2) |
MCyR (95% IC) di nuova | 60.8% | 90.2% | 98.0% | 98.0% |
diagnosi (N = 51)a | (46.1, 74.2) | (78.6, 96.7) | (89.6, 100) | (89.6, 100) |
Precedente | 60.9% | 82.6% | 89.1% | 89.1% |
Imatinib (N = 46)b | (45.4, 74.9) | (68.6, 92.2) | (76.4, 96.4) | (76.4, 96.4) |
MMR | ||||
(95% IC) di nuova | 7.8% | 31.4% | 56.9% | 74.5% |
diagnosi | (2.2, 18.9) | (19.1, 45.9) | (42.2, 70.7) | (60.4, 85.7) |
(N = 51)a Precedente | 15.2% | 26.1% | 39.1% | 52.2% |
Imatinib (N = 46)b | (6.3, 28.9) | (14.3, 41.1) | (25.1, 54.6) | (36.9, 67.1) |
a Pazienti dello studio pediatrico di Fase II con LMC in fase cronica di nuova diagnosi trattati con la formulazione in compresse per uso orale
b Pazienti degli studi pediatrici di Fase I e Fase II con LMC in fase cronica resistente o intollerante a imatinib trattati con la formulazione in compresse per uso orale
Nello studio pediatrico di Fase I, dopo un follow up minimo di 7 anni tra i 17 pazienti con LMC in fase cronica resistente o intollerante a imatinib, la durata mediana di PFS è stata di 53,6 mesi ed il tasso di OS è stato di 82,4.
Nello studio pediatrico di Fase II, nei pazienti che hanno ricevuto la formulazione in compresse, il tasso di PFS stimato a 24 mesi è stato di 94,0% (82,6; 98,0) nei 51 pazienti con LMC in fase cronica di nuova diagnosi e di 81,7% (61,4; 92,0) nei 29 pazienti con LMC in fase cronica resistente/intollerante a imatinib. Dopo 24 mesi di follow up, la OS è stata del 100% nei pazienti con nuova diagnosi e del 96,6% nei pazienti resistenti o intolleranti a imatinib.
Nello studio pediatrico di Fase II, un paziente con nuova diagnosi e 2 pazienti resistenti o intolleranti a imatinib hanno presentato progressione della LMC alla fase blastica.
Trentatré pazienti pediatrici con LMC in fase cronica di nuova diagnosi hanno ricevuto dasatinib polvere per sospensione orale ad una dose di 72 mg/m2. Questa dose rappresenta un’esposizione del 30% inferiore rispetto alla dose raccomandata (vedere paragrafo 5.2 del Riassunto delle Caratteristiche del Prodotto di dasatinib polvere per sospensione orale). In questi pazienti, CCyR e MMR sono stati CCyR: 87,9% [95% IC: (71,8–96,6)] e MMR: 45,5% [95% IC: (28,1–63,6)] a 12 mesi.
Nei pazienti pediatrici con LMC in fase cronica trattati con dasatinib e precedentemente esposti a imatinib, le mutazioni rilevate alla fine del trattamento sono state: T315A, E255K e F317L. Tuttavia, E255K e F317L erano state rilevate anche prima del trattamento. Non sono state rilevate mutazioni in pazienti con LMC in fase cronica di nuova diagnosi alla fine del trattamento.
5.2
La farmacocinetica di dasatinib è stata valutata in 229 soggetti adulti sani ed in 84 pazienti.
31
Assorbimento
A seguito di somministrazione orale, dasatinib è rapidamente assorbito nei pazienti, con picchi di concentrazione tra 0,5 e 3 ore. A seguito di somministrazione orale, l’aumento nell’esposizione media (AUCτ) è approssimativamente proporzionale all’aumento della dose per dosi variabili da 25 a 120 mg due volte al giorno. L’emivita terminale media totale di dasatinib nei pazienti è approssimativamente di 5–6 ore.
I dati relativi alla somministrazione in soggetti sani di una dose singola da 100 mg di dasatinib, 30 minuti dopo un pasto ad alto contenuto di grassi, mostrano un aumento del 14% dell’AUC media del dasatinib. La somministrazione 30 minuti prima di un pasto a basso contenuto di grassi ha mostrato un aumento del 21% dell’AUC media del dasatinib. Gli effetti del cibo osservati non rappresentano cambiamenti clinicamente rilevanti sull’esposizione.
Distribuzione
Dasatinib ha mostrato nei pazienti un ampio volume apparente di distribuzione (2.505 l) suggerendo che il medicinale è largamente distribuito nello spazio extra-vascolare. Alle concentrazioni clinicamente rilevanti di dasatinib, il legame alle proteine plasmatiche, sulla base degli esperimenti in vitro , è stato approssimativamente del 96%.
Biotrasformazione
Dasatinib è largamente metabolizzato nell’uomo con molteplici enzimi coinvolti nella generazione dei metaboliti. A seguito di somministrazione di 100 mg di dasatinib [14C]-marcato in soggetti sani, il dasatinib immodificato rappresentava il 29% della radioattività plasmatica circolante. La concentrazione plasmatica e l’attività misurata in vitro indicano che i metaboliti di dasatinib verosimilmente non giocano un ruolo principale nella farmacologia osservata del prodotto. CYP3A4 è l’enzima principale responsabile del metabolismo del dasatinib.
Eliminazione
L’eliminazione avviene principalmente attraverso le feci, la maggior parte in forma di metaboliti. A seguito di una dose orale singola di dasatinib [14C]-marcato, approssimativamente l’89% della dose è stata eliminata entro 10 giorni, con il 4% e l’85% della radioattività ritrovata rispettivamente nelle urine e nelle feci. Dasatinib immodificato rappresentava lo 0,1% ed il 19% della dose rispettivamente nell’urina e nelle feci, con la restante quota costituita da metaboliti.
Compromissione epatica e danno renale
L’effetto dell’insufficienza epatica sulla farmacocinetica di una dose singola di dasatinib è stato valutato su 8 soggetti con compromissione epatica moderata che avevano ricevuto una dose da 50 mg e su 5 soggetti con compromissione epatica grave che avevano ricevuto una dose da 20 mg confrontati a volontari sani che avevano ricevuto una dose di dasatinib da 70 mg. La Cmax media e l’AUC di dasatinib aggiustate per la dose da 70 mg sono diminuite, rispettivamente, del 47% e dell’8% nei soggetti con compromissione epatica moderata confrontati con i soggetti con funzionalità epatica normale. In soggetti con compromissione epatica grave, la Cmax media e l’AUC di dasatinib aggiustate per la dose da 70 mg sono diminuite, rispettivamente, del 43% e del 28% confrontati con i soggetti con funzionalità epatica normale (vedere paragrafi 4.2 e 4.4).
Dasatinib e i suoi metaboliti non sono escreti in misura significativa attraverso i reni.
Popolazione pediatrica
La farmacocinetica di dasatinib è stata valutata in 104 pazienti pediatrici con leucemia o tumori solidi (72 hanno ricevuto la formulazione in compresse e 32 dasatinib in forma di polvere per sospensione orale).
La farmacocinetica della formulazione in compresse di dasatinib è stata valutata in 72 pazienti pediatrici con leucemia recidivante o refrattaria o tumori solidi a dosi orali comprese tra 60 e 120 mg/m2 una volta al giorno e tra 50 e 110 mg/m2 due volte al giorno. I dati aggregati di due studi hanno dimostrato che dasatinib è stato rapidamente assorbito. È stato osservato un Tmax medio tra 0,5 e 6 ore
32
con un’emivita media compresa tra 2 e 5 ore a tutti i livelli di dose e gruppi di età. La farmacocinetica di dasatinib ha mostrato una dose-proporzionalità con un aumento dose correlato dell’esposizione osservato nei pazienti pediatrici. Non vi è stata alcuna differenza significativa della farmacocinetica di dasatinib tra i bambini e gli adolescenti. Le medie geometriche di Cmax, AUC (0-T) e AUC (INF) di dasatinib dose normalizzato sono apparse simili nei bambini e negli adolescenti a diversi livelli di dose. Secondo quanto previsto da una simulazione basata su un modello di farmacocinetica di popolazione (PPK), la raccomandazione per il dosaggio basata sulle fasce di peso corporeo descritta per la formulazione in compresse nel paragrafo 4.2, fornirebbe un’esposizione simile alla dose di 60 mg/m2 delle compresse. Tali dati devono essere presi in considerazione se i pazienti devono passare dalle compresse alla polvere per sospensione orale o viceversa.
5.3
Il profilo non-clinico di sicurezza del dasatinib è stato valutato in una serie di studi in vitro ed in vivo su topi, ratti, scimmie e conigli.
Le tossicità principali si sono verificate a carico dei sistemi gastrointestinale, ematopoietico e linfatico. La tossicità gastrointestinale è stata dose limitante nei ratti e nelle scimmie, in quanto l’intestino era un organo bersaglio costante. Nei ratti, le diminuzioni da minime a lievi nei parametri degli eritrociti sono state accompagnate da cambiamenti del midollo osseo; variazioni simili si sono verificate con incidenza più bassa nelle scimmie. Tossicità linfoide nei ratti si è manifestata come deplezione linfoide dei linfonodi, della milza e del timo e diminuzione di peso degli organi linfatici. Le modifiche a carico dei sistemi gastrointestinale, ematopoietico e linfatico erano reversibili dopo interruzione del trattamento.
I cambiamenti renali nelle scimmie trattate fino a 9 mesi sono stati limitati ad un aumento della mineralizzazione renale di fondo. In uno studio con dose singola orale, nelle scimmie è stata osservata emorragia cutanea non osservata in studi con dosi ripetute sia nelle scimmie che nei ratti. in vitro , dasatinib ha inibito nei ratti l’aggregazione piastrinica e prolungato in vivo il tempo di sanguinamento cuticulare, ma non ha causato emorragie spontanee.
L’attività in vitro di dasatinib nell’analisi dei canali delle fibre hERG e del Purkinje ha suggerito un potenziale per il prolungamento della ripolarizzazione ventricolare cardiaca (intervallo QT). Comunque, in uno studio con dose singola in vivo su scimmie vigili monitorate per telemetria, non ci sono stati cambiamenti nell’intervallo QT o nella forma dell’onda elettrocardiografica.
Dasatinib non si è dimostrato mutagenico quando testato con un’analisi delle cellule batteriche in vitro (test di Ames) né genotossico in uno studio in vivo con un test del micronucleo di ratto. Dasatinib è stato considerato clastogenico in vitro su cellule di Ovaio di Criceto Cinese (CHO) in divisione.
In uno studio sullo sviluppo embrionale precoce e sulla fertilità nel ratto, dasatinib non ha influenzato la fertilità maschile o femminile ma ha indotto embrioletalità a dosi similari a quelli di esposizione clinica nell’uomo. Negli studi sullo sviluppo embriofetale, dasatinib ha, allo stesso modo, indotto lesioni embrionali con associata diminuzione della dimensione della cucciolata nei ratti così come alterazioni scheletriche fetali sia nei ratti sia nei conigli. Questi effetti si sono verificati a dosi che non hanno prodotto tossicità materna, indicando che dasatinib è un agente tossico selettivo per la riproduzione dall’impianto sino al completamento dell’organogenesi.
Nei topi, dasatinib ha indotto immunosoppressione dose correlata ed efficacemente gestita riducendo la dose e/o modificando lo schema posologico. Dasatinib ha dimostrato un potenziale fototossico in un test in vitro mediante l’assunzione di rosso neutro nei fibroblasti del topo. in vivo , dasatinib è stato considerato non-fototossico dopo una somministrazione singola orale su topi femmina glabri con esposizione 3 volte superiore all’esposizione umana a seguito di somministrazione della dose terapeutica raccomandata (in base all’AUC).
In uno studio di carcinogenicità a 2 anni, ai ratti sono state somministrate dosi orali di dasatinib pari a 0,3; 1, e 3 mg/kg/die. La dose più alta ha determinato un livello di esposizione plasmatica (AUC)
33
equivalente all’esposizione nell’uomo nell’intervallo di dose iniziale raccomandato da 100 a 140 mg al giorno. Nelle femmine trattate con un’alta dose è stato notato un aumento statisticamente significativo nell’incidenza combinata di carcinoma a cellule squamose e papilloma nell’utero e nella cervice e nei maschi trattati con una bassa dose è stato notato adenoma prostatico. La rilevanza per l’uomo di quanto riscontrato negli studi di carcinogenicità sui ratti non è nota.
6. informazioni farmaceutiche
6.1
Nucleo della compressa
Lattosio monoidrato
Cellulosa microcristallina (E460(i))
Idrossipropilcellulosa (E463)
Croscarmellosa sodica
Magnesio stearato
Pellicola di rivestimento
Ipromellosio
Titanio diossido (E171)
Triacetina (E1518)
6.2
Non pertinente.
6.3
2 anni
6.4
Blister: Conservare il farmaco nella confezione originale per proteggerlo dall’umidità. Questo prodotto medicinale non richiede particolari condizioni di conservazione.
Flacone: Conservare il farmaco nella confezione originale per proteggerlo dall’umidità. Tenere il flacone ermeticamente chiuso. Questo prodotto medicinale non richiede particolari condizioni di conservazione.
6.5
Dasatinib Teva 20 mg 50 mg, 70 mg compresse rivestite con film
Confezione blister in OPA/Al/PVCAlluminio
Confezioni: 30 e 60 compresse rivestite con film in blister o 56×1 e 60×1 compresse rivestite con film in blister perforati monodose.
Flaconi in polietilene ad alta densità (HDPE) contenenti l’essicante gel di silice e con chiusura in polipropilene (PP) a prova di bambino.
Confezioni: 60 compresse rivestite con film
Dasatinib Teva 80 mg compresse rivestite con film
Confezione blister in OPA/Al/PVCAlluminio
Confezioni: 30 compresse rivestite con film in blister o 30×1 e 60×1 compresse rivestite con film in blister perforati monodose.
34
Flaconi in polietilene ad alta densità (HDPE) contenenti l’essicante gel di silice e con chiusura in polipropilene (PP) a prova di bambino.
Confezioni: 30 e 60 compresse rivestite con film
Dasatinib Teva 100 mg compresse rivestite con film
Confezione blister in OPA/Al/PVC//Alluminio
Confezioni: 30 compresse rivestite con film in blister o 30 × 1 compresse rivestite con film in blister perforati monodose.
Flaconi in polietilene ad alta densità (HDPE) contenenti l’essicante gel di silice e con chiusura in polipropilene (PP) a prova di bambino.
Confezioni: 30 compresse rivestite con film
È possibile che non tutte le confezioni siano commercializzate.
6.6
Le compresse rivestite con film hanno un nucleo rivestito con un film per evitare l’esposizione del personale sanitario alla sostanza attiva. Tuttavia, in caso le compresse rivestite con film siano inavvertitamente schiacciate o rotte, il personale sanitario deve indossare guanti monouso per chemioterapia così da minimizzare il rischio di esposizione cutanea.
Il medicinale non utilizzato e i rifiuti derivati da tale medicinale devono essere smaltiti in conformità alla normativa locale vigente.
7. titolare dell’autorizzazione all’immissione in commercio
Teva B.V.
Swensweg 5
2031 GA Haarlem
Paesi Bassi
8. NUMERO/I DELL’ AUTORIZZAZIONE ALL’IMMISSIONE IN COMMERCIO
046071015 – “20 mg compresse rivestite con film” 30 compresse in blister OPA/Al/PVC/Al
046071027 – “20 mg compresse rivestite con film” 60 compresse in blister OPA/Al/PVC/Al
046071039 – “20 mg compresse rivestite con film” 56 compresse in blister OPA/Al/PVC/Al divisibile per dose unitaria
046071041 – “20 mg compresse rivestite con film” 60 compresse in blister OPA/Al/PVC/Al divisibile per dose unitaria
046071054 – “50 mg compresse rivestite con film” 30 compresse in blister OPA/Al/PVC/Al
046071066 – “50 mg compresse rivestite con film” 60 compresse in blister OPA/Al/PVC/Al
046071078 – “50 mg compresse rivestite con film” 56 compresse in blister OPA/Al/PVC/Al divisibile per dose unitaria
046071080 – “50 mg compresse rivestite con film” 60 compresse in blister OPA/Al/PVC/Al divisibile per dose unitaria
046071092 – “70 mg compresse rivestite con film” 30 compresse in blister OPA/Al/PVC/Al
046071104 – “70 mg compresse rivestite con film” 60 compresse in blister OPA/Al/PVC/Al
046071116 – “70 mg compresse rivestite con film” 56 compresse in blister OPA/Al/PVC/Al divisibile per dose unitaria
046071128 – “70 mg compresse rivestite con film” 60 compresse in blister OPA/Al/PVC/Al divisibile per dose unitaria
046071130 – “20 mg compresse rivestite con film” 60 compresse in flacone HDPE
046071142 – “50 mg compresse rivestite con film” 60 compresse in flacone HDPE
046071155 – “70 mg compresse rivestite con film” 60 compresse in flacone HDPE
35
046071167 – “80 mg compresse rivestite con film” 30 compresse in blister OPA/Al/PVC/Al
046071179 – “80 mg compresse rivestite con film” 30 compresse in blister OPA/Al/PVC/Al divisibile per dose unitaria
046071181 – “80 mg compresse rivestite con film” 60 compresse in blister OPA/Al/PVC/Al divisibile per dose unitaria
046071193 – “80 mg compresse rivestite con film” 30 compresse in flacone HDPE
046071205 – “80 mg compresse rivestite con film” 60 compresse in flacone HDPE
046071217 – “100 mg compresse rivestite con film” 30 compresse in blister OPA/Al/PVC/Al
046071229 – “100 mg compresse rivestite con film” 30 compresse in blister OPA/Al/PVC/Al divisibile per dose unitaria
046071231 – “100 mg compresse rivestite con film” 30 compresse in flacone HDPE
9. data della prima autorizzazione/rinnovo dell’autorizzazione
Data di prima autorizzazione: