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PARACALCITOLO TEVA ITALIA - riassunto delle caratteristiche del prodotto

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Riassunto delle caratteristiche del prodotto - PARACALCITOLO TEVA ITALIA

RIASSUNTO DELLE CARATTERISTICHE DEL PRODOTTO

Paracalcitolo Teva Italia 1 microgrammo capsule molli

Paracalcitolo Teva Italia 2 microgrammi capsule molli

2. composizione qualitativa e quantitativa

Ogni capsula molle contiene 1 microgrammo di paracalcitolo

Ogni capsula molle contiene 2 microgrammi di paracalcitolo

Eccipiente con effetto noto

Ogni capsula molle contiene 1,42 mg di etanolo.

Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.

3. forma farmaceutica

Capsula molle

1 microgrammo: capsula molle di dimensione 3, oblunga, di colore da biancastro a grigio chiaro, opaca, riempita con una soluzione limpida.

2 microgrammi: capsula molle di dimensione 3, ovale, di colore arancione chiaro, opaca, riempita con una soluzione limpida.

4. informazioni cliniche

4.1 indicazioni terapeutiche

Paracalcitolo Teva Italia è indicato per la prevenzione e il trattamento dell’iperpara­tiroidismo secondario nei pazienti adulti con insufficienza renale cronica di Stadio 3/4 e con insufficienza renale cronica di Stadio 5 che sono sottoposti a emodialisi o dialisi peritoneale.

4.2 posologia e modo di somministrazione

Posologia

Insufficienza Renale Cronica (CKD) negli Stadi 3 e 4

Paracalcitolo Teva Italia deve essere somministrato una volta al giorno, o quotidianamente o tre volte a settimana a giorni alterni.

Dose iniziale

La dose iniziale deve essere calcolata tenendo conto dei livelli basali del paratormone intatto (iPTH).

Tabella 1. Dose Iniziale

Livello Basale di iPTH

Dose giornaliera

Dose da assumere tre volte a settimana*

≤500 pg/ml (56 pmol/l)

1 microgrammo

2 microgrammi

>500 pg/ml (56 pmol/l)

2 microgrammi

4 microgrammi

* Da somministrare a giorni alterni e non più di frequente.

Documento reso disponibile da AIFA il 29/11/2017

Titolazione della dose

I dosaggi devono essere personalizzati in base ai livelli sierici o plasmatici di iPTH, insieme al monitoraggio del calcio e del fosforo nel siero. La Tabella 2 presenta un esempio di approccio per la titolazione della dose.

Tabella 2. Titolazione della Dose

Livello di paratormone intatto (iPTH) basale

Aggiustamento della dose a intervalli di 2–4 settimane

Dose giornaliera

Dose da assumere tre volte a settimana1

Uguale o in aumento

Aumentare

1 microgrammo

Aumentare

2 microgrammi

Diminuito di < 30%

Diminuito di ≥ 30%, ≤ 60%

Lasciare invariato

Lasciare invariato

Diminuito di >60%

Diminuire2

1 microgrammo

Diminuire2

2 microgrammi

PTH intatto < 60 pg/ml (7 pmol/l)

1 Da somministrare a giorni alterni e non più di frequente.

2 Se un paziente sta assumendo la dose più bassa del farmaco nel regime giornaliero o con frequenza di tre volte a settimana, ed è necessaria una riduzione della dose, è possibile ridurre la frequenza del dosaggio.

Dopo l’inizio del trattamento e durante i periodi di titolazione della dose, i livelli sierici di calcio devono essere monitorati con attenzione. Se si osserva ipercalcemia o un prodotto calcio-fosforo persistentemente elevato superiore a 55 mg2/dl2 (4,4 mmol2/l2) , la dose di farmaci chelanti il fosforo a base di calcio deve essere ridotta o sospesa.

In alternativa, la dose di Paracalcitolo Teva Italia può essere ridotta o temporaneamente sospesa. In caso di sospensione, la somministrazione del farmaco deve essere ripresa a un dosaggio inferiore, quando i livelli di calcio sierico e il prodotto calcio-fosforo rientrano nel range di riferimento.

Insufficienza Renale Cronica (CKD), Stadio 5

Paracalcitolo Teva Italia deve essere somministrato tre volte a settimana a giorni alterni.

Dose iniziale

La dose iniziale di Paracalcitolo Teva Italia in microgrammi deve essere calcolata in base ai livelli basali di iPTH (pg/ml)/60 [(pmol/l)/7], fino a una dose massima iniziale di 32 microgrammi.

Titolazione della dose

Il dosaggio successivo dovrà essere personalizzato e basato sui livelli di iPTH, calcio e fosforo nel siero. Una titolazione della dose di paracalcitolo in capsule consigliata si basa sulla formula seguente:

Titolazione della dose (microgrammi) = livello più recente di iPTH (pg/ml)

60

OPPURE

Titolazione della dose (microgrammi) = livello più recente di iPTH (pmol/l)

7

I livelli di calcio e fosforo nel siero devono essere attentamente monitorati dopo la dose iniziale, durante i periodi di titolazione della dose, e con la somministrazione concomitante di forti inibitori di P450 3A. Se si osservano livelli elevati di calcio nel siero o un elevato prodotto calcio-fosforo e il paziente è in trattamento con un chelante del fosfato a base di calcio, la dose del chelante deve essere diminuita o sospesa, o il paziente deve passare al trattamento con un chelante del fosfato non a base di calcio.

Documento reso disponibile da AIFA il 29/11/2017

Se il livello di calcio sierico è >11,0 mg/dl (2,8 mmol/l) o il prodotto calcio-fosforo è >70 mg2/dl2 (5,6 mmol2/l2) o iPTH ≤150 pg/ml, la dose deve essere diminuita di 2 – 4 microgrammi rispetto a quella calcolata in base al livello più recente di iPTH/60 (pg/ml) [iPTH/7 (pmol/l)]. Se è necessario un ulteriore aggiustamento, la dose di paracalcitolo capsule deve essere ridotta o sospesa fino alla normalizzazione di questi parametri.

A mano a mano che il livello di iPTH si avvicina al range di riferimento, (150–300 pg/ml), possono essere necessari piccoli aggiustamenti personalizzati della dose per ottenere un livello stabile di iPTH. In situazioni in cui il monitoraggio di iPTH, Ca o P avviene meno frequentemente di una volta a settimana, può essere giustificato un rapporto più ridotto fra dose iniziale/tito­lazione della dose.

Popolazioni speciali

Compromissione epatica:

L’adeguamento della dose non è richiesto nei pazienti con compromissione epatica da lieve a moderata. Non vi sono esperienze in pazienti con compromissione epatica grave (vedere paragrafo 5.2).

Trapianto renale

I pazienti sottoposti a trapianto renale con insufficienza renale cronica di Stadio 3 e 4 e iperparatiroidismo secondario non sono stati oggetto di studio durante i trial clinici di fase 3. In base agli studi pubblicati, la dose iniziale e l’algoritmo di titolazione della dose per i pazienti che hanno subito un trapianto renale con insufficienza renale cronica di Stadio 3 e 4 e iperparatiroidismo secondario sono uguali a quelle dei pazienti con semplice insufficienza renale cronica di Stadio 3 e 4 e iperparatiroidismo secondario. I livelli sierici di calcio e fosforo devono essere monitorati attentamente dopo l’inizio del trattamento, durante il periodo di titolazione della dose e durante la co-somministrazione di forti inibitori del citocromo P450 3A.

Popolazione pediatrica

La sicurezza e l’efficacia di Paracalcitolo Teva Italia nei bambini fino ai 18 anni di età non sono state ancora stabilite. I dati al momento disponibili sono riportati nel paragrafo 5.1, ma non può essere fatta alcuna raccomandazione riguardante la posologia.

Anziani

Non sono state osservate differenze complessive di sicurezza ed efficacia tra pazienti anziani (65–75 anni) e pazienti più giovani, ma non si può escludere una maggiore sensibilità in alcuni soggetti anziani.

Modo di somministrazione

Da assumere per via orale. Paracalcitolo Teva Italia può essere assunto con o senza cibo.

4.3 controindicazioni

Il paracalcitolo non deve essere somministrato a pazienti che presentano tossicità alla vitamina D, ipercalcemia o ipersensibilità al principio attivo o a uno qualsiasi degli eccipienti elencati nel paragrafo 6.1.

4.4 avvertenze speciali e precauzioni di impiego

L’eccessiva soppressione della secrezione di paratormone può indurre un innalzamento dei livelli sierici di calcio e può determinare l’insorgenza di malattia ossea a basso turnover. Per poter ottenere valori fisiologici di riferimento adeguati, è necessario effettuare un attento monitoraggio dei pazienti ed eseguire una titolazione individuale della dose.

Se si sviluppa un’ipercalcemia significativa dal punto di vista clinico e il paziente è sottoposto a terapia con un chelante del fosfato a base di calcio, si deve ridurre la dose di tale chelante o si deve interrompere la somministrazione del medesimo.

Documento reso disponibile da AIFA il 29/11/2017

L’ipercalcemia cronica può essere associata a calcificazione vascolare generalizzata e ad altre calcificazioni dei tessuti molli.

I prodotti medicinali a base di fosfato o vitamina D-correlati non devono essere assunti in concomitanza al paracalcitolo in quanto si può verificare un aumento del rischio di ipercalcemia e si può manifestare un incremento del prodotto Ca x P (vedere paragrafo 4.5).

La tossicità indotta da digitale è potenziata dalla presenza di ipercalcemia imputabile a qualsiasi causa, quindi si deve usare la massima cautela quando la digitale viene prescritta in concomitanza al Paracalcitolo (vedere paragrafo 4.5).

Nei pazienti pre-dializzati, il paracalcitolo, come altri attivatori del recettore della vitamina D, può incrementare il livello di creatinina nel siero (e pertanto diminuire la VFG stimata [eVFG]) senza alterare la velocità di filtrazione glomerulare (VFG) effettiva.

Si deve procedere con la massima cautela se il paracalcitolo viene somministrato in concomitanza con ketoconazolo (vedere paragrafo 4.5).

Avvertenza per gli eccipienti:

Questo farmaco contiene una piccola quantità di etanolo (alcool), meno di 100 mg per capsula da 1 mcg e 2 mcg, che può essere dannoso nei soggetti affetti da alcoolismo (fare riferimento ai paragrafi 2 e 4.2).

Da prendere in considerazione nelle donne in stato di gravidanza o in fase di allattamento, nei bambini e nei gruppi ad alto rischio come i pazienti affetti da epatopatia o epilessia.

4.5 interazioni con altri medicinali ed altre forme di interazione

Il ketoconazolo è un noto inibitore non specifico di vari enzimi del citocromo P450.

I dati disponibili in vivo ed in vitro suggeriscono che il ketoconazolo possa interagire con gli enzimi responsabili del metabolismo del paracalcitolo e di altri analoghi della vitamina D. Quando si somministra il paracalcitolo in concomitanza con ketoconazolo, si deve usare cautela. In soggetti sani è stato studiato l’effetto di dosi multiple di ketoconazolo, somministrato in dosi pari a 200 mg, due volte al giorno (BID) per 5 giorni, sulla farmacocinetica delle capsule di paracalcitolo. In presenza di ketoconazolo, la Cmax del aracalcitolo è risultata influenzata solo in misura trascurabile, ma l’AUC0-∞ è quasi raddoppiata. L’emivita media del paracalcitolo è risultata pari a 17,0 ore in presenza di ketoconazolo, rispetto all’emivita di 9,8 ore registrata quando il paracalcitolo è stato somministrato in monoterapia (vedere paragrafo 4.4). I risultati di questo studio indicano che, in seguito a somministrazione di paracalcitolo per via orale o endovenosa, è improbabile che l’ampliamento massimo dell’AUC∞ del paracalcitolo, dovuto all’interazione farmacologica con il ketoconazolo, possa essere superiore al doppio.

Non sono stati condotti studi di interazione specifici. La tossicità indotta dalla digitale risulta potenziata dall’ipercalcemia imputabile a qualsiasi causa, quindi si deve usare cautela in caso di pazienti sottoposti a terapia con il paracalcitolo che devono assumere in concomitanza anche la digitale.

I prodotti medicinali a base di fosfato o vitamina D-correlati non devono essere assunti in concomitanza al paracalcitolo in quanto si può verificare un aumento del rischio di ipercalcemia e si può manifestare un incremento del prodotto Calcio-fosforo (vedere paragrafo 4.4).

Alte dosi di preparazioni a base di calcio o di diuretici tiazidici possono aumentare il rischio di ipercalcemia.

I preparati a base di magnesio (ad es., gli antiacidi) non devono essere assunti in concomitanza ai preparati a base di vitamina D poiché si può manifestare ipermagnesiemia.

Documento reso disponibile da AIFA il 29/11/2017

I preparati a base di alluminio (ad esempio, antiacidi, chelanti del fosfato) non devono essere somministrati in concomitanza a preparati a base di vitamina D in terapia cronica, in quanto si può verificare un aumento dei livelli ematici di alluminio e può manifestarsi tossicità ossea da alluminio.

I medicinali che alterano l’assorbimento intestinale di vitamine liposolubili, come ad esempio colestiramina, possono interferire con l’assorbimento di Paracalcitolo Teva Italia capsule.

4.6 fertilità, gravidanza e allattamento

Gravidanza

Non esistono dati adeguati sull’uso del paracalcitolo in donne in gravidanza. Gli studi condotti su animali hanno evidenziato tossicità riproduttiva (vedere paragrafo 5.3). Il rischio potenziale legato all’uso umano non è noto, pertanto paracalcitolo non deve essere usato se non è strettamente necessario.

Allattamento

Non è noto se paracalcitolo venga escreto nel latte materno. Studi condotti su animali hanno dimostrato che il paracalcitolo o i suoi metaboliti vengono escreti in piccole quantità nel latte materno. La decisione in merito al proseguimento o alla sospensione dell’allattamento al seno, o al proseguimento o alla sospensione della terapia con Paracalcitolo Teva Italia deve prendere in considerazione il beneficio dell’allattamento al seno del neonato e il beneficio della terapia con Paracalcitolo Teva Italia per la donna.

4.7 effetti sulla capacità di guidare veicoli e sull’uso di macchinari

Paracalcitolo Teva Italia altera in modo trascurabile la capacità di guidare veicoli e di usare macchinari.

4.8 effetti indesiderati

Riassunto del profilo di sicurezza

La sicurezza di paracalcitolo capsule è stata valutata in tre studi clinici multicentrici, in doppio cieco, controllati con placebo della durata di 24 settimane a cui hanno partecipato 220 pazienti affetti da insufficienza renale cronica di Stadio 3 e 4 e in uno studio clinico multicentrico, in doppio cieco, controllato con placebo della durata di 12 settimane a cui hanno partecipato 88 pazienti affetti da insufficienza renale cronica di Stadio 5. Inoltre, durante l’esperienza post-marketing con le capsule di paracalcitolo sono stati effettuati due ulteriori studi. Le reazioni avverse più comunemente segnalate nei pazienti trattati con il paracalcitolo sono ipercalcemia e aumento di prodotto calcio-fosfato.

Negli studi clinici relativi allo Stadio 3/4 e allo Stadio 5, l’incidenza di ipercalcemia è stata del 2% per paracalcitolo (3/167) rispetto allo 0% per il placebo (0/137) e il prodotto calcio-fosfato elevato è stato dell’11% per paracalcitolo (19/167) rispetto al 6% per il placebo (8/137).

Elenco tabulato delle reazioni avverse

Tutti le reazioni avverse associate con paracalcitolo sono elencate nella Tabella 3 in base alla Classificazione sistemica organica secondo MedDRA ed alla frequenza. Sono stati utilizzati i seguenti gruppi di frequenza: molto comune (≥ 1/10); comune (da ≥ 1/100 a < 1/10); non comune (da ≥ 1/1000 a < 1/100); raro (da ≥ 1/10.000 a < 1/1000); molto raro (< 1/10.000), non nota (la frequenza non può essere definita sulla base dei dati disponibili).

Tabella 3. Reazioni Avverse Riportate con paracalcitolo negli Studi Clinici e dall’Esperienza PostMarketing

Classificazione sistemica organica

Frequenza*

Reazione avversa

Infezioni ed infestazioni

Non comune

Infezione polmonare

Disturbi del sistema immunitario

Non comune

Ipersensibilità

Documento reso disponibile da AIFA il 29/11/2017

Non nota

Angioedema, edema della laringe

Patologie endocrine

Non comune

Ipoparatiroidismo

Disturbi del metabolismo e della nutrizione

Comune

Ipercalcemia

Non comune

Appetito ridotto, iperfosfatemia, ipocalcemia

Patologie del sistema nervoso

Non comune

Capogiro, disgeusia

Patologie cardiache

Non comune

Palpitazioni

Patologie gastrointestinali

Non comune

Fastidio addominale, dolore addominale superiore, stipsi, diarrea, bocca secca, malattia da reflusso gastroesofageo, nausea, vomito

Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo

Non comune

Acne, prurito, eruzione cutanea, orticaria

Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo

Non comune

Spasmi muscolari, mialgia

Patologie dell’apparato riproduttivo e della mammella

Non comune

Dolorabilità mammaria

Patologie generali e condizioni relative alla sede di somministrazione

Non comune

Astenia, malessere, edema periferico, dolore

Esami diagnostici

Comune

Aumento di prodotto calcio-fosfato

Non comune

Creatinina ematica aumentata†, valori degli enzimi epatici anomali

* Le frequenze per le reazioni avverse osservate durante l’esperienza post-marketing non possono essere stimate e sono state riportate come “Non nota”.

† Questa reazione avversa è stata osservata negli studi in pazienti pre-dialisi (vedere anche paragrafo 4.4)

Segnalazione delle reazioni avverse sospette

La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione all’indirizzo.

4.9 sovradosaggio

La somministrazione di dosi eccessive di Paracalcitolo Teva Italia capsule può causare ipercalcemia, ipercalciuria, iperfosfatemia ed eccessiva soppressione del paratormone. Un’assunzione di dosi elevate di calcio e fosfato in concomitanza con Paracalcitolo Teva Italia capsule può condurre a esiti anomali simili.

Il trattamento dei pazienti con un’ipercalcemia significativa dal punto di vista clinico consiste nell’immediata riduzione della dose o nella sospensione della terapia a base di paracalcitolo e prevede l’istituzione di una dieta a basso contenuto di calcio, la sospensione dell’assunzione di integratori contenenti calcio, la mobilizzazione del paziente, il monitoraggio degli squilibri elettrolitici e dei liquidi, la valutazione delle alterazioni del tracciato elettrocardio­grafico (critico nei pazienti sottoposti a terapia a base di digitalici) e l’emodialisi o dialisi peritoneale con dializzato privo di calcio, in base a quanto ritenuto opportuno.

Segni e sintomi di intossicazione da Vitamina D associata a ipercalcemia includono:

Precoci: debolezza, cefalea, sonnolenza, nausea, vomito, secchezza della bocca, costipazione, dolori muscolari, dolori ossei e gusto metallico

Documento reso disponibile da AIFA il 29/11/2017

Tardivi: anoressia, perdita di peso, congiuntivite (calcificata), pancreatite, fotofobia, rinorrea, prurito, ipertermia, diminuzione della libido, aumento dei livelli di azoto ureico ematico, ipercolesterolemia, aumento dei livelli di AST e ALT, calcificazione ectopica, ipertensione, aritmie cardiache, sonnolenza, decesso e in rari casi, psicosi conclamata.

I livelli di calcio nel siero devono essere monitorati di frequente, fino a quando si riscontra la normalizzazione.

Il paracalcitolo non viene eliminato in misura significativa per mezzo della dialisi.

5. proprietà farmacologiche

5.1 proprietà farmacodinamiche

Categoria farmacoterapeutica: Altri agenti anti-paratiroidei – codice ATC: H05BX02.

Meccanismo d’azione

Il paracalcitolo è una forma sintetica, biologicamente attiva della vitamina D, analogo del calcitriolo, con modificazioni della catena laterale (D2) e dell’anello A (19-nor). A differenza del calcitriolo, il Paracalcitolo è un attivatore selettivo del recettore della vitamina D (VDR). Il paracalcitolo stimola selettivamente il recettore della vitamina D presente a livello delle ghiandole paratiroidee senza provocare un aumento del recettore della Vitamina D a livello intestinale e risulta meno attivo sul riassorbimento osseo. Il Paracalcitolo, inoltre, stimola il recettore sensibile al calcio a livello delle ghiandole paratiroidee. Di conseguenza, il paracalcitolo riduce i livelli di paratormone (PTH) inibendo la proliferazione delle paratiroidi e diminuendo la sintesi e la secrezione di paratormone, con un impatto minimo sui livelli di calcio e fosforo; inoltre, il paracalcitolo può agire direttamente sugli osteoblasti per preservare il volume osseo e migliorare le superfici di mineralizzazione.

Efficacia e sicurezza clinica

L’endpoint di efficacia primario di almeno due riduzioni consecutive ≥30% rispetto al valore basale di iPTH è stato ottenuto dal 91% dei pazienti trattati con paracalcitolo capsule e dal 13% dei pazienti trattati con placebo (p<0,001).

La fosfatasi alcalina osteo-specifica sierica e l'osteocalcina sierica erano significativamente ridotte (p<0,001) nei pazienti trattati con paracalcitolo capsule rispetto ai pazienti trattati con placebo, e questo esito è associato a una correzione dell’elevato turnover osseo dovuto a iperparatiroidismo secondario. Non è stato rilevato peggioramento dei parametri di funzionalità renale della velocità di filtrazione glomerulare stimata (tramite la formula MDRD) e della creatinina sierica nei pazienti trattati con paracalcitolo capsule, rispetto ai pazienti trattati con placebo. Un numero significativamente superiore di pazienti trattati con Paracalcitolo capsule ha manifestato una diminuzione dei livelli di proteinuria, in base alla misurazione con dipstick semiquantitativo, rispetto ai pazienti trattati con placebo.

Insufficienza Renale Cronica, Stadio 5

L’endpoint di efficacia primario di almeno due riduzioni consecutive ≥30% rispetto al valore basale di iPTH è stato ottenuto dal 88% dei pazienti trattati con paracalcitolo capsule e dal 13% dei pazienti trattati con placebo (p<0,001).

Popolazione pediatrica

Documento reso disponibile da AIFA il 29/11/2017

La sicurezza e l’efficacia di paracalcitolo IV sono state esaminate in uno studio di 12 settimane randomizzato, in doppio cieco, controllato con placebo, su 29 pazienti pediatrici, di età compresa tra i 5 ed i 19 anni affetti da nefropatia allo stadio terminale, sottoposti ad emodialisi. I sei pazienti più piccoli trattati con paracalcitolo IV nel corso dello studio avevano un’età compresa tra i 5 e i 12 anni. La dose iniziale di paracalcitolo IV è stata di 0,04 mcg/kg 3 volte a settimana, se il livello basale di paratormone intatto era inferiore a 500 pg/ml o pari a 0,08 mcg/kg 3 volte a settimana, se il livello basale di paratormone intatto era ≥ 500 pg/ml, rispettivamente. La dose di paracalcitolo IV è stata aggiustata con incrementi pari a 0,04 mcg/kg in base ai livelli sierici di paratormone intatto, di calcio, e di prodotto Ca x P. Il 67% dei pazienti trattati con paracalcitolo IV e il 14% dei pazienti trattati con il placebo hanno completato lo studio. Nel 60% dei soggetti appartenenti al gruppo di trattamento con paracalcitolo IV, sono state riscontrate 2 riduzioni consecutive del 30% del livello sierico di PTH intatto rispetto al basale, paragonato al 21% dei pazienti appartenenti al gruppo trattato con il placebo. Nel 71% dei pazienti appartenenti al gruppo trattato con il placebo, è stato necessario interrompere lo studio a causa di aumenti eccessivi dei livelli di PTH intatto. Nessun soggetto né nel gruppo trattato con paracalcitolo IV, né nel gruppo placebo, ha sviluppato ipercalcemia. Non sono disponibili dati su pazienti di età inferiore a 5 anni.

5.2 proprietà farmacocinetiche

Tabella 4. Confronto tra i Parametri Farmacocinetici Medi ± SD in pazienti affetti da Compromissione renale in diversi stadi

Parametro Farmacocinetico

Soggetti Sani

Insufficienza Renale Cronica di Stadio 3

Insufficienza

Renale

Cronica di

Stadio 4

Insufficienza Renale Cronica di Stadio 5

Emodialisi

Dialisi peritoneale

N

25

15

14

14

8

Documento reso disponibile da AIFA il 29/11/2017

Dose

(microgrammi/kg)

0,240

0,047

0,036

0,240

0,240

CL/F (L/h)

3,6 ± 1,0

1,8 ± 0,5

1,5 ± 0,4

1,8 ± 0,8

1,8 ± 0,8

t½ [h]

5,9 ± 2,8

16,8 ± 2,6

19,7 ± 7,2

13,9 ± 5,1

17,7 ± 9,6

fu* (%)

0,06 ± 0,01

0,06 ± 0,01

0,07 ± 0,02

0,09 ± 0,04

0,13 ± 0,08

* Misurato alla concentrazione di paracalcitolo 15 nM.

In seguito alla somministrazione orale di paracalcitolo in capsule il profilo farmacocinetico di Paracalcitolo per insufficienza renale cronica di Stadio da 3 a 5 risultava paragonabile. Pertanto, non sono necessari particolari aggiustamenti del dosaggio diversi da quelli raccomandati (vedere paragrafo 4.2)

5.3 dati preclinici di sicurezza

I risultati più salienti emersi nel corso di studi di tossicità a dosi ripetute eseguiti nei roditori e nei cani sono generalmente attribuiti all’attività calcemica del paracalcitolo. Gli effetti che non sono risultati palesemente correlati all’ipercalcemia includevano una diminuzione della conta dei globuli bianchi nei cani, l’insorgenza di atrofia del timo nei cani e la presenza di valori alterati del tempo di tromboplastina parziale attivata (aumentato nei cani, diminuito nei ratti). Nel corso degli studi clinici sul paracalcitolo, non sono state osservate modificazioni della conta dei globuli bianchi.

È stato osservato che il paracalcitolo non influenza negativamente la fertilità dei ratti e che non ci sono evidenze di attività teratogena né nei ratti né nei conigli. Dosi elevate di altri preparati a base di vitamina D assunti nel corso della gravidanza negli animali hanno indotto teratogenesi. È stato dimostrato che il paracalcitolo è in grado di influenzare negativamente la vitalità fetale e di promuovere un aumento significativo della mortalità peri- e post-natale dei ratti appena nati, quando è stato somministrato a dosi che sono risultate tossiche per la madre.

Nel corso di una serie di esami sulla tossicità genetica in vitro e in vivo , è stato evidenziato che il paracalcitolo non possiede alcuna tossicità genetica potenziale.

Gli studi sulla cancerogenesi nei roditori non hanno indicato rischi particolari per l’uso umano.

Le dosi somministrate e/o le esposizioni sistemiche al paracalcitolo sono risultate lievemente più elevate delle dosi terapeutiche/es­posizioni sistemiche.

6. informazioni farmaceutiche

6.1 elenco degli eccipienti

Contenuto della capsula:

Trigliceridi a media catena

Etanolo, anidro

Butilidrossitoluene (E321)

Involucro della capsula:

1 microgrammo:

Gelatina

Glicerolo

Documento reso disponibile da AIFA il 29/11/2017

Acqua depurata

Titanio diossido (E171)

Ferro Ossido Nero (E172)

Ferro Ossido Giallo (E172)

2 microgrammi:

Gelatina

Glicerolo

Acqua depurata

Titanio diossido (E171)

Ferro ossido nero (E172)

Ferro ossido giallo (E172)

Ferro ossido rosso (E172)

6.2 Incompatibilità

Non pertinente.

6.3 periodo di validità

2 anni

Da usarsi entro 10 settimane dalla prima apertura del flacone.

6.4 precauzioni particolari per la conservazione

Non conservare a temperatura superiore ai 25°C.

6.5 natura e contenuto del contenitore

Capsule in flacone HDPE con tappo a vite in polipropilene con essicante inserito contenente 28 o 30 capsu­le molli.

È possibile che non tutte le confezioni siano commercializzate.

6.6 Precauzioni particolari per lo smaltimento

Nessuna istruzione particolare.

7. titolare dell’autorizzazione all’immissione in commercio

Teva Italia S.r.l.

Piazzale Luigi Cadorna, 4

20123 Milano

Italia

8. NUMERI DELL’AUTORIZZAZIONE ALL’IMMISSIONE IN COMMERCIO

043129042 – „1 MICROGRAMMO CAPSULE MOLLI“ 30 CAPSULE IN CONTENITORE HDPE

043129093– „1 MICROGRAMMO CAPSULE MOLLI“ 28 CAPSULE IN CONTENITORE HDPE

043129081 – „2 MICROGRAMMI CAPSULE MOLLI“ 30 CAPSULE IN CONTENITORE HDPE

043129105 – „2 MICROGRAMMI CAPSULE MOLLI“ 28 CAPSULE IN CONTENITORE HDPE

Documento reso disponibile da AIFA il 29/11/2017

9. data della prima autorizzazione/rinnovo dell’autorizzazione

Data della prima autorizzazione: 09 gennaio 2015

Data del rinnovo più recente: