Riassunto delle caratteristiche del prodotto - PANTOFLUX
Pantoflux 20 mg compresse gastroresistenti.
2.
Ogni compressa gastroresistente contiene 20 mg di pantoprazolo (come sodio sesquidrato 22,55 mg).
Eccipienti con effetti noti:
Ogni compressa gastroresistente contiene 19,060 mg di lattosio monoidrato.
Per l’elenco completo degli eccipienti vedere paragrafo 6.1.
3.
Compressa gastroresistente.
Compresse di colore da giallo ad ocra, ovali, biconvesse, rivestite con film.
4.
4.1.
Trattamento a breve termine dei sintomi da reflusso (ad es. pirosi, rigurgito acido) negli adulti.
4.2.
Posologia
La dose raccomandata è 20 mg di pantoprazolo (una compressa) al giorno.
Potrebbe essere necessario assumere le compresse per 2–3 giorni consecutivi per ottenere un miglioramento dei sintomi. Una volta raggiunta la completa guarigione dei sintomi, il trattamento deve essere sospeso.
Il trattamento non deve superare 4 settimane senza consultare un medico.
Se entro 2 settimane di trattamento continuo non si nota alcun miglioramento dei sintomi, il paziente deve rivolgersi al medico.
Popolazioni particolari
Non è necessario l’aggiustamento della dose in pazienti anziani o in pazienti con compromissione renale o epatica.
Popolazione pediatrica
L’uso di Pantoflux non è raccomandato nei bambini e adolescenti al di sotto di 18 anni di età a causa dell’insufficienza di dati sulla sicurezza e sull’efficacia.
Modo di somministrazione
Le compresse gastroresistenti di Pantoflux non devono essere masticate o frantumate, e devono essere deglutite intere con del liquido prima del pasto.
4.3.
Ipersensibilità al principio attivo, ai benzimidazoli sostituti o ad uno qualsiasi degli altri eccipienti elencati al paragrafo 6.1.
Documento reso disponibile da AIFA il 29/10/2019
Concomitante assunzione di un medicinale contenente atazanavir (per il trattamento dell’infezione da HIV). Ipersensibilità a medicinali contenenti altri inibitori della pompa protonica.
4.4.
I pazienti devono essere istruiti a consultare un medico se:
Hanno una perdita di peso non intenzionale, anemia, sanguinamento gastrointestinale, disfagia, vomito ricorrente o vomito ematico, dal momento che il trattamento con pantoprazolo può alleviare i sintomi e ritardare la diagnosi di una patologia grave. In questi casi deve essere esclusa una patologia maligna. Hanno avuto precedentemente ulcera gastrica o chirurgia gastrointestinale. Sono in trattamento sintomatico continuo per indigestione o per la pirosi da 4 settimane o più. Hanno ittero, compromissione epatica o malattia epatica. Hanno qualsiasi altra grave patologia che compromette il benessere generale. Hanno più di 55 anni con sintomi nuovi o che sono cambiati recentemente.I pazienti con sintomi ricorrenti cronici relativi a indigestione o pirosi devono consultare il medico a intervalli regolari. In particolare, i pazienti con oltre 55 anni che assumono giornalmente qualsiasi medicinale senza prescrizione per l’indigestione o la pirosi, devono informare il farmacista o il medico.
I pazienti non devono assumere contemporaneamente un altro inibitore della pompa protonica o antagonista H2.
I pazienti che devono essere sottoposti a endoscopia o test del respiro devono consultare il medico prima di assumere questo medicinale.
I pazienti devono essere informati che le compresse non hanno lo scopo di dare un sollievo immediato. I pazienti possono cominciare ad avvertire un miglioramento dei sintomi dopo circa un giorno di trattamento con pantoprazolo, ma potrebbe essere necessario assumerlo per 7 giorni per raggiungere un completo controllo della pirosi.
I pazienti non devono assumere pantoprazolo come farmaco preventivo.
Lupus eritematoso cutaneo subacuto (LECS)
Gli inibitori della pompa protonica sono associati a casi estremamente infrequenti di LECS. In presenza di lesioni, soprattutto sulle parti cutanee esposte ai raggi solari, e se accompagnate da artralgia, il paziente deve rivolgersi immediatamente al medico e l'operatore sanitario deve valutare l'opportunità di interrompere il trattamento con Pantoflux. La comparsa di LECS in seguito a un trattamento con un inibitore della pompa protonica può accrescere il rischio di insorgenza di LECS con altri inibitori della pompa protonica.
Infezioni gastrointestinali causate da batteri
La riduzione dell’acidità gastrica, dovuta a qualsiasi motivo, tra cui gli inibitori della pompa protonica, aumenta la conta gastrica dei batteri normalmente presenti nel tratto gastrointestinale. Il trattamento con farmaci che riducono l’acidità provoca un leggero aumento del rischio di infezioni gastrointestinali come Salmonella, Campylobacter o Clostridium difficile.
Lattosio
Questo medicinale contiene lattosio. Pazienti con difetti ereditari di intolleranza al galattosio, da deficit di Lapp lattasi o da pazienti con malassorbimento di glucosio-galattosio non devono assumere questo medicinale.
4.5.
Effetto di pantoprazolo sull’assorbimento degli altri medicinali
Pantoflux può ridurre l’assorbimento dei principi attivi la cui biodisponibilità dipende dal pH gastrico, ad es. ketoconazolo.
Documento reso disponibile da AIFA il 29/10/2019
Farmaci per l’HIV (atazanavir)
È stato dimostrato che la somministrazione contemporanea di atazanavir 300 mg/ritonavir 100 mg con omeprazolo (40 mg una volta al giorno) o atazanavir 400 mg con lansoprazolo (60 mg in singola dose) a volontari sani ha portato ad una riduzione sostanziale della biodisponibilità di atazanavir.
L’assorbimento di atazanavir è pH-dipendente. Perciò, il pantoprazolo non deve essere somministrato contemporaneamente all’atazanavir (vedere paragrafo 4.3).
Anticoagulanti cumarinici (fenprocumone o warfarin)
Sebbene negli studi clinici di farmacocinetica non sono state osservate interazioni durante il trattamento concomitante con fenprocumone o warfarin, alcuni casi isolati di variazione dell’International Normalised Ratio (INR) sono stati segnalati durante il trattamento concomitante nel periodo post-marketing. Quindi, nei pazienti trattati con anticoagulanti cumarinici (ad es. fenprocumone o warfarin), si raccomanda di monitorare il tempo di protrombina/INR quando si inizia il trattamento con pantoprazolo, quando si interrompe o quando viene somministrato in maniera discontinua.
Metotressato
In alcuni pazienti, è stato segnalato che l’uso concomitante di metotressato ad alto dosaggio (ad es. 300 mg) e inibitori della pompa protonica aumenta i livelli di metotressato. Pertanto, nei casi in cui il metotressato viene utilizzato ad alto dosaggio, per esempio nel trattamento di tumori e della psoriasi, deve essere valutata una sospensione temporanea della terapia con pantoprazolo.
Altri studi di interazione
Il pantoprazolo è metabolizzato nel fegato tramite il sistema enzimatico del citocromo P450.
Studi di interazione con carbamazepina, caffeina, diazepam, diclofenac, digossina, etanolo, glibenclamide, metoprololo, naprossene, nifedipina, fenitoina, piroxicam, teofillina e un contraccettivo orale contenente levonorgestrel ed etinilestradiolo non hanno evidenziato interazioni clinicamente significative.
In ogni caso non può essere esclusa una interazione del pantoprazolo con altre sostanze che vengono metabolizzate dallo stesso sistema enzimatico.
Non ci sono state interazioni con antiacidi somministrati contemporaneamente.
4.6.
Gravidanza
Non vi sono dati adeguati riguardanti l’uso del pantoprazolo in donne in gravidanza. Gli studi condotti sugli animali hanno evidenziato una tossicità riproduttiva. Studi preclinici non hanno evidenziato compromissione della fertilità o effetti teratogeni (vedere paragrafo 5.3). Il rischio potenziale per gli esseri umani non è noto. Pantoflux non deve essere usato durante la gravidanza.
Allattamento
Non è noto se il pantoprazolo è escreto nel latte umano. Gli studi sugli animali hanno dimostrato l’escrezione del pantoprazolo nel latte materno. Questo medicinale non deve essere usato durante l’allattamento al seno.
Fertilità
Non c'è stata evidenza di compromissione della fertilità in seguito alla somministrazione di pantoprazolo negli studi sugli animali (vedere paragrafo 5.3).
4.7.
Il pantoprazolo non altera o altera in modo trascurabile la capacità di guidare veicoli o di usare macchinari. Tuttavia, si possono verificare reazioni avverse al farmaco come capogiri e disturbi visivi (vedere paragrafo 4.8). In tali casi, i pazienti non devono guidare o usare macchinari.
4.8.
Documento reso disponibile da AIFA il 29/10/2019
Ci si può aspettare che circa il 5% dei pazienti manifesti reazioni avverse al farmaco (ADRs). Le reazioni avverse più comunemente segnalate sono diarrea e mal di testa, entrambe verificatesi in circa l’1% dei pazienti.
La tabella seguente elenca le reazioni avverse segnalate con pantoprazolo, disposte secondo la seguente classificazione di frequenza:
molto comune ( ≥1/10 ); comune ( ≥1/100, <1/10 ); non comune ( ≥1/1.000, <1/100 ); raro ( ≥1/10.000, <1/1.000 ); molto raro ( <1/10.000 ), non nota ( la frequenza non può essere definita sulla base dei dati disponibili ).
All’interno di ciascuna classe di frequenza, le reazioni avverse sono riportate in ordine decrescente di gravità.
Tabella 1. Reazioni avverse con pantoprazolo negli studi clinici e nell’esperienza post-marketing
Documento reso disponibile da AIFA il 29/10/2019
Frequenza Classificazione per sistemi e organi | Non comune | Raro | Molto raro | Non nota |
Patologie del sistema emolinfopoietico | Agranulocitosi | Trombocitopenia; Leucopenia; Pancitopenia | ||
Disturbi del sistema immunitario | Ipersensibilità (incluse reazioni anafilattiche e shock anafilattico) | |||
Disturbi del metabolismo e della nutrizione | Iperlipidemie e aumento dei lipidi (trigliceridi, colesterolo); Variazioni di peso | Iponatremia; Ipomagnesiemia | ||
Disturbi psichiatrici | Disturbi del sonno | Depressione (e tutte le forme aggravate) | Disorientamento (e tutte le forme aggravate) | Allucinazioni; Confusione (specialmente nei pazienti predisposti, così come l’aggravamento di questi sintomi in caso di preesistenza) |
Patologie del sistema nervoso | Mal di testa; Capogiri | Patologie del gusto | ||
Patologie dell’occhio | Disturbi nella visione /visione offuscata | |||
Patologie gastrointestinali | Diarrea; Nausea / vomito; Distensione addominale e gonfiore; Costipazione; Bocca secca; Dolore e disturbi addominali | Colite microscopica | ||
Patologie epatobiliari | Aumento dei livelli degli enzimi epatici (transaminasi, γ- GT) | Aumento della bilirubina | Lesione epatocellulare; Ittero; Insufficienza epatocellulare | |
Patologie della cute e del tessuto | Eruzione cutanea/ esantema / | Orticaria; Angioedema | Sindrome di Stevens-Johnson; |
Documento reso disponibile da AIFA il 29/10/2019
Frequenza Classificazione per sistemi e organi | Non comune | Raro | Molto raro | Non nota |
sottocutaneo | eruzione; Prurito | Sindrome di Lyell; Eritema multiforme; Fotosensibilità Lupus eritematoso cutaneo subacuto (vedere il paragrafo 4.4). | ||
Patologie del sistema muscolo scheletrico e del tessuto connettivo | Artralgia; Mialgia | |||
Patologie renali e urinarie | Nefrite interstiziale | |||
Patologie dell’apparato riproduttivo e della mammella | Ginecomastia | |||
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione | Astenia, affaticamento e malessere | Aumento della temperatura corporea; Edema periferico |
Segnalazione delle reazioni avverse sospette
La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione all’indirizzo..
4.9.
Dosi fino a 240 mg somministrate per via endovenosa in 2 minuti sono state ben tollerate.
Dato che il pantoprazolo è ampiamente legato alle proteine, non è prontamente dializzabile.
In caso di sovradosaggio con segni clinici di intossicazione, a parte il trattamento sintomatico e di supporto, non possono essere fatte raccomandazioni terapeutiche specifiche.
5. proprietà farmacologiche
5.1.
Categoria farmacoterapeutica: Inibitori della pompa protonica, codice ATC: A02BC02
Documento reso disponibile da AIFA il 29/10/2019
Meccanismo d’azione
Il pantoprazolo è un derivato benzimidazolico che inibisce la secrezione di acido cloridrico nello stomaco mediante blocco specifico delle pompe protoniche delle cellule parietali. Il pantoprazolo è convertito nella sua forma attiva, una sulfenamide ciclica, nell’ambiente acido nelle cellule parietali ove inibisce l'enzima H+, K±ATPasi, cioè lo stadio finale della produzione di acido cloridrico nello stomaco. L’inibizione è dose-dipendente e interessa la secrezione acida sia basale che stimolata. Nella maggior parte dei pazienti, la sintomatologia da pirosi e reflusso acido si risolve in 1 settimana. Il pantoprazolo riduce l’acidità nello stomaco e conseguentemente aumenta la gastrina in modo proporzionale alla riduzione dell’acidità. L’aumento della gastrina è reversibile. Poiché il pantoprazolo si lega all'enzima in posizione distale rispetto al livello del recettore, esso può inibire la secrezione di acido cloridrico indipendentemente dalla stimolazione da parte di altre sostanze (acetilcolina, istamina, gastrina). L'effetto è lo stesso se il principio attivo è somministrato per via orale o endovenosa. I valori di gastrina a digiuno aumentano durante il trattamento con pantoprazolo. In trattamenti a breve termine, nella maggioranza dei casi essi non superano i limiti superiori della norma. Durante trattamenti a lungo termine, nella maggior parte dei casi i livelli di gastrina raddoppiano. Un eccessivo aumento, tuttavia, si verifica solo in casi isolati. Di conseguenza, durante il trattamento a lungo termine in una minoranza di casi si osserva nello stomaco un aumento da lieve a moderato del numero di cellule endocrine specifiche (ECL) (iperplasia da semplice ad adenomatoide). Tuttavia, in base agli studi sinora eseguiti, la formazione di precursori carcinoidi (iperplasia atipica) o di carcinoidi dello stomaco così come trovati negli esperimenti sull'animale (vedere paragrafo 5.3) non è stata riscontrata nell’uomo. Efficacia clinica In un’analisi retrospettiva di 17 studi in 5960 pazienti con malattia da reflusso gastroesofageo (GERD) trattati con monoterapia di pantoprazolo 20 mg, i sintomi associati al reflusso acido come ad es. pirosi e rigurgito acido sono stati valutati secondo una metodologia standardizzata. Gli studi selezionati dovevano avere almeno un sintomo di reflusso acido a 2 settimane. La diagnosi di GERD in questi studi era basata su una valutazione endoscopica, con l’eccezione di uno studio in cui l’inclusione dei pazienti era basata solamente sulla sintomatologia. In questi studi, la percentuale di pazienti con guarigione completa dalla pirosi dopo 7 giorni andava dal 54,0% all’80,6% nel gruppo trattato con pantoprazolo. Dopo 14 e 28 giorni, la completa guarigione dalla pirosi fu rilevata, rispettivamente, nel 62,9%-88,6% e nel 68,1%-92.3% dei pazienti. Per quanto riguarda la guarigione completa dal rigurgito acido, si sono ottenuti risultati simili a quelli relativi alla pirosi. Dopo 7 giorni la percentuale di pazienti con guarigione completa dal rigurgito acido andava dal 61,5% all’84,4%, dopo 14 giorni dal 67,7% al 90,4%, e dopo 28 giorni dal 75,2% al 94,5%, rispettivamente. Il pantoprazolo si è mostrato costantemente superiore al placebo e agli H2-antagonisti e non inferiore ad altri inibitori di pompa protonica (IPP). Le percentuali di miglioramento dei sintomi da reflusso acido sono state ampiamente indipendenti dallo stato iniziale della GERD. | |
5.2. |
La farmacocinetica non varia dopo somministrazione singola o ripetuta.
Nell’intervallo di dosi da 10 a 80 mg, la cinetica plasmatica del pantoprazolo è lineare dopo somministrazione sia orale sia endovenosa.
Assorbimento
Dopo somministrazione orale il pantoprazolo è assorbito completamente e rapidamente. La biodisponibilità assoluta delle compresse si è dimostrata essere di circa il 77%. In media, a circa 2,0 h – 2,5 h dalla somministrazione (tmax) di una singola dose orale di 20 mg, si raggiunge la concentrazione sierica massima (Cmax) di circa 1–1,5 μg/ml, e questi valori rimangono costanti dopo somministrazioni ripetute. L’assunzione concomitante di cibo non ha alcuna influenza sulla biodisponibilità (AUC o Cmax), ma aumenta la variabilità del lag-time (tlag).
Distribuzione
Documento reso disponibile da AIFA il 29/10/2019
Esula dalla competenza dell’AIFA ogni eventuale disputa concernente i diritti di proprietà industriale e la tutela brevettuale dei dati relativi all’AIC dei medicinali e, pertanto, l’Agenzia non può essere ritenuta responsabile in alcun modo di eventuali violazioni da parte del titolare dell'autorizzazione all'immissione in commercio (o titolare AIC).
Il volume di distribuzione è di circa 0,15 l/kg e il legame alle proteine sieriche è di circa il 98%.
Biotrasformazione
Pantoprazolo è metabolizzato quasi esclusivamente nel fegato.
Eliminazione
La clearance è di circa 0,1 l/h/kg, e l’emivita della fase terminale (t½) è di circa 1 h. Ci sono stati pochi casi di soggetti con rallentata eliminazione. A causa dello specifico legame del pantoprazolo alle pompe protoniche all’interno delle cellule parietali, l'emivita di eliminazione non si correla con la più prolungata durata d'azione (inibizione della secrezione acida).
L'eliminazione renale rappresenta la principale via di escrezione (circa 80%) per i metaboliti del pantoprazolo; il rimanente viene escreto con le feci. Il principale metabolita sia nel siero sia nelle urine è il desmetilpantoprazolo, che è coniugato con il solfato. L'emivita del metabolita principale (circa 1,5 h) non è molto più lunga di quella del pantoprazolo.
Popolazioni particolari
Insufficienza renale
Non è raccomandata la riduzione della dose nei casi in cui il pantoprazolo venga somministrato a pazienti con ridotta funzionalità renale (compresi pazienti in dialisi, che rimuove solo quantità trascurabili di pantoprazolo).
Come osservato nei soggetti sani, l'emivita del pantoprazolo è breve.
Sebbene il principale metabolita abbia una emivita più lunga (2–3h), l'escrezione è nondimeno rapida e dunque non si verifica accumulo.
Insufficienza epatica
Dopo la somministrazione di pantoprazolo a pazienti con compromissione epatica (classe A, B e C secondo Child-Pugh) i valori dell'emivita sono aumentati da 3 a 7 h e i valori di AUC sono aumentati di un fattore 36, mentre la Cmax è aumentata solo leggermente di un fattore 1,3 rispetto a quella dei soggetti sani.
Anziani
Il leggero aumento dei valori di AUC e Cmax nei volontari anziani rispetto ai soggetti più giovani non è clinicamente rilevante.
5.3.
I dati non clinici non rivelano rischi particolari per l’uomo sulla base di studi convenzionali di sicurezza farmacologica, tossicità per dosi ripetute e genotossicità.
Negli studi di carcinogenesi a 2 anni nei ratti, sono state evidenziate neoplasie neuroendocrine. Inoltre, in uno studio sono stati trovati papillomi a cellule squamose nella parte anteriore dello stomaco dei ratti. Il meccanismo che porta alla formazione di carcinoidi dello stomaco da parte dei benzimidazoli sostituiti è stato accuratamente studiato e ha portato alla conclusione che si tratti di una reazione secondaria al massiccio aumento dei livelli sierici di gastrina che si verifica nel ratto durante il trattamento cronico ad alte dosi.
Negli studi a 2 anni nei roditori si è osservato un aumento del numero di tumori epatici nei ratti (soltanto in uno studio sul ratto) e nei topi femmina ed è stato interpretato come dovuto alla elevata metabolizzazione del pantoprazolo nel fegato.
In uno studio a 2 anni è stato osservato un leggero aumento di alterazioni neoplastiche della tiroide nel gruppo di ratti trattati con la dose più alta (200 mg/kg). L'insorgenza di tali neoplasie è associata alle modificazioni del catabolismo della tiroxina nel fegato del ratto indotte dal pantoprazolo.
Poiché la dose terapeutica per l'uomo è bassa, non sono da attendersi effetti collaterali a carico delle ghiandole tiroidee.
In studi sugli animali (ratti) il NOAEL (No Observed Adverse Effect Level) rilevato per l’embriotossicità è stato pari a 5 mg/kg. Gli studi non hanno dimostrato alcuna compromissione della fertilità o effetti teratogeni. Il passaggio transplacentare è stato studiato nel ratto e si è dimostrato aumentare con il progredire della gestazione. Di conseguenza, la concentrazione di pantoprazolo nel feto aumentava poco prima della nascita.
Documento reso disponibile da AIFA il 29/10/2019
6. informazioni farmaceutiche
6.1 elenco degli eccipienti
Nucleo
Cellulosa microcristallina (E460i)
Lattosio monoidrato
Croscarmellosa sodica
Silice colloidale anidra
Magnesio stearato vegetale.
Rivestimento
Acido metacrilico-etilacrilato copolimero 1:1
Sodio lauril solfato
Polisorbato 80
Trietilcitrato (E1505)
Talco (E553b).
Colorante (Opadry II 85F32081 giallo)
Alcool polivinilico
Macrogol 3350
Titanio diossido (E-171)
Talco (E553b)
Ossido di ferro giallo (E-172)
Giallo di chinolina – lacca di alluminio (E-104)
6.2 incompatibilità
Non pertinente.
6.3 periodo di validità
3 anni
6.4 speciali precauzioni per la conservazione
Conservare a temperatura non superiore a 30°C.
6.5 natura e contenuto del contenitore
Contenitore
Blister Al/Al
Confezioni
Confezione da 7 e 14 compresse gastroresistenti
E’ possibile che non tutte le confezioni siano commercializzate.
6.6 Precauzioni particolari per lo smaltimento
Nessuna istruzione particolare.
Il medicinale non utilizzato ed i rifiuti derivati da tale medicinale devono essere smaltiti in conformità alla normativa locale vigente.
7.
Documento reso disponibile da AIFA il 29/10/2019
Pensa Pharma S.p.A.
Via Ippolito Rosellini, 12 20124 Milano (MI)
8.
Blister da 7 compresse gastroresistenti: AIC n. 045056013
Blister da 14 compresse gastroresistenti: AIC n. 045056025
9.