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MORFINA SOLFATO ETHYPHARM - riassunto delle caratteristiche del prodotto

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Riassunto delle caratteristiche del prodotto - MORFINA SOLFATO ETHYPHARM

RIASSUNTO DELLE CARATTERISTICHE DEL PRODOTTO

Morfina solfato Ethypharm 20 mg/ml Soluzione Iniettabile

2. composizione qualitativa e quantitativa

Ogni ml di soluzione contiene 20 mg di Morfina solfato equivalenti a 15 mg di morfina.

Eccipienti con effetti noti:

Ogni ml contiene 2,60 mg di sodio (sotto forma di sodio cloruro e sodio metabisolfito (E223)).

Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.

3. forma farmaceutica

Soluzione Iniettabile

Soluzione limpida, incolore o quasi incolore, priva di particelle.

La soluzione ha un pH compreso tra 3,0 e 4,5 L’osmolarità del prodotto è di 256–297 mOsmol/kg.

4. informazioni cliniche

4.1. indicazioni terapeutiche

Morfina solfato Ethypharm è utilizzata per il sollievo sintomatico di condizioni di dolore grave negli adulti, che può essere adeguatamente gestito soltanto con analgesici oppioidi.

4.2. posologia e modo di somministrazione

Posologia

La posologia deve essere regolata in base al grado di gravità del dolore, nonché alla risposta e alla tolleranza del paziente.

Adulti

La normale dose per via sottocutanea o intramuscolare negli adulti è di 10 mg da ripetere, se necessario, ogni 4 ore, ma può essere compresa tra 5 mg e 20 mg. La normale dose per via endovenosa negli adulti è compresa tra 2,5 mg e 15 mg da ripetere, se necessario, ad intervalli non superiori 4 ore, , ma la posologia e l’intervallo di somministrazione devono essere aggiustati in base alla risposta del paziente e gli aggiustamenti della dose vanno effettuati fino al raggiungimento dell’analgesia.

Anziani

A causa dell’effetto depressivo sulla respirazione, è necessario usare cautela quando si somministra morfina a pazienti anziani. È consigliabile una riduzione della dose.

Popolazione pediatrica: L’uso nei bambini è sconsigliato

Compromissione epatica:

Documento reso disponibile da AIFA il 11/04/2021

Nei pazienti con compromissione epatica severa si deve considerare di raddoppiare l’intervallo di somministrazione. Si consiglia cautela in caso di somministrazione di morfina a pazienti con compromissione epatica.

Funzionalità renale ridotta

La morfina è un oppioide la cui posologia è fortemente influenzata dall’insufficienza renale. Come conseguenza della ridotta clearance renale, l’accumulo di metaboliti può causare gravi effetti avversi. Le dosi di morfina devono essere attentamente aggiustate in pazienti con funzione renale ridotta o insufficienza renale.

Per patologie/con­dizioni concomitanti nelle quali può essere opportuna la riduzione della dose, vedere il paragrafo 4.4

Interruzione della terapia

Una sindrome da astinenza può essere accelerata se la somministrazione di oppioidi viene improvvisamente interrotta. Pertanto la dose deve essere gradualmente ridotta prima dell’interruzione.

Modo di somministrazione

Tramite iniezione intramuscolare, sottocutanea o endovenosa.

La via di somministrazione sottocutanea non è adatta a pazienti edematosi.

La via di somministrazione epidurale o intratecale non deve essere utilizzata in quanto il prodotto contiene un conservante.

4.3. controindicazioni

Ipersensibilità al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti elencati al paragrafo 6.1. Depressione respiratoria acuta Alcolismo acuto Colica biliare (vedere anche i disturbi delle vie biliari, 4.4 Avvertenze speciali e precauzioni d’impiego) Lesioni craniche, pazienti comatosi o aumento della pressione intracranica. La sedazione e le alterazioni pupillari possono interferire con il monitoraggio accurato del paziente. Maggiore rischio di depressione respiratoria, che può portare a innalzamento della pressione del liquido cerebrospinale (CSF). Ipersecrezioni bronchiali. Malattia epatica acuta Rischio di ileo paralitico Feocromocitoma (dovuto al rischio di risposta pressoria al rilascio di istamina). Episodi diarroici acuti associati a colite pseudomembranosa indotta da antibiotici o diarrea causata da avvelenamento (fino a eliminazione delle sostanze tossiche)

4.4. avvertenze speciali e precauzioni d’impiego

L’impiego ripetuto può causare tolleranza e dipendenza. Si deve esercitare cautela nell’uso e può essere consigliabile una riduzione della dose negli anziani e nei seguenti casi:

Ipotensione associata a ipovolemia Ipotiroidismo Ridotta riserva ventilatoria

Documento reso disponibile da AIFA il 11/04/2021

Ipertrofia prostatica Compromissione renale o compromissione epatica (non somministrare o ridurre la dose) Crisi convulsive Coma Delirium tremens In caso di presenza eccessiva di secrezioni bronchiali Cianosi Lesioni craniche Asma (non somministrare durante un attacco) Insufficienza corticosurrenalica Restringimento dell’uretra Malattie intestinali infiammatorie o ostruttive

Gli oppioidi come la morfina devono essere evitati nei pazienti con disturbi delle vie biliari o devono essere somministrati assieme a un antispastico.

Non si deve somministrare morfina in condizioni di dolore idiopatico o psicopatologico.

Per il trattamento con inibitori delle MAO, vedere 4.5 Interazioni con altri medicinali ed altre forme d’interazione.

La morfina può causare un incremento della pressione intrabiliare come conseguenza degli effetti sullo sfintere di Oddi e. Nei pazienti con disturbi delle vie biliari, la morfina può pertanto aggravare il dolore (l’uso nella colica biliare è una controindicazione, vedere 4.3). Nei pazienti cui è stata somministrata morfina dopo colecistectomia è stato indotto dolore biliare.

L’astinenza improvvisa in soggetti fisicamente dipendenti da oppioidi provoca una sindrome da astinenza, la cui gravità varia a seconda dell’individuo, del farmaco utilizzato, dell’entità e frequenza della dose e della durata del consumo del medicinale. Si deve prestare grande cautela in pazienti con tendenza nota o storia di abuso di farmaci

Cure palliative – nel controllo del dolore nella malattia terminale, tali condizioni non devono necessariamente rappresentare un deterrente all’uso.

L’iperalgesia che non risponde a un ulteriore incremento della dose di morfina può verificarsi in particolare a dosi elevate. Può essere necessaria una riduzione della dose di morfina o una sostituzione dell’oppioide.

La morfina ha un potenziale di abuso simile ad altri forti agonisti oppioidi e deve pertanto essere utilizzata con particolare cautela in pazienti con anamnesi di abuso di alcol e farmaci.

Le concentrazioni plasmatiche di morfina possono essere ridotte dalla rifampicina. L’effetto analgesico della morfina deve essere monitorato e le dosi di morfina aggiustate durante e dopo il trattamento con rifampicina.

Dipendenza e sindrome da sospensione (astinenza)

L’uso di analgesici oppioidi può essere associato allo sviluppo di dipendenza fisica e/o psicologica o tolleranza. Il rischio aumenta con il tempo di utilizzo del farmaco e con dosi più elevate. I sintomi possono essere ridotti al minimo con aggiustamenti della dose o della forma di dosaggio e con la graduale sospensione della morfina. Per i singoli sintomi, vedere il paragrafo 4.8.

Rischio derivante dall’uso concomitante di medicinali sedativi quali benzodiazepine o farmaci correlati:

L’uso concomitante di morfina solfato e medicinali sedativi, quali benzodiazepine o farmaci correlati, può provocare sedazione, depressione respiratoria, coma e decesso. A causa di questi rischi, la prescrizione concomitante di questi medicinali sedativi deve essere riservata ai pazienti per i quali non sono disponibili alternative terapeutiche. Se si decide di prescrivere morfina solfato in concomitanza con medicinali sedativi, deve essere usata la dose efficace più bassa e la durata del trattamento deve essere la più breve possibile.

I pazienti devono essere seguiti attentamente per quanto riguarda la comparsa di segni e sintomi di depressione respiratoria e sedazione. A tale riguardo, si raccomanda vivamente di informare i pazienti e chi si occupa di loro di prestare attenzione a questi sintomi (vedere paragrafo 4.5).

Sindrome toracica acuta (ACS) in pazienti affetti da malattia a cellule falciformi (SCD)

A causa di una possibile associazione tra ACS e l’uso di morfina nei pazienti affetti da SCD trattati con morfina durante una crisi vaso-occlusiva, è necessario uno stretto monitoraggio dei sintomi dell’ACS.

Insufficienza surrenale

Gli analgesici oppioidi possono causare insufficienza surrenale reversibile che richiede monitoraggio e terapia sostitutiva con glucocorticoidi. I sintomi di insufficienza surrenale possono includere ad es. nausea, vomito, perdita di appetito, stanchezza, debolezza, capogiro o pressione arteriosa bassa.

Diminuzione degli ormoni sessuali e aumento della prolattina

L’uso a lungo termine di analgesici oppioidi può essere associato a una diminuzione dei livelli degli ormoni sessuali e a un aumento della prolattina. I sintomi includono libido diminuita, impotenza o amenorrea.

La soluzione iniettabile di morfina solfato contiene sodio

Questo medicinale contiene 2,60 mg di sodio/ml e può pertanto non essere indicato per te se sei sotto regime dietetico a basso contenuto di sodio.

L’iniezione di morfina solfato contiene sodio metabisolfito. In rari casi, questo componente può causare gravi reazioni di ipersensibilità e broncospasmi.

4.5. interazioni con altri medicinali ed altre forme d’interazione

Alcol: Aumento degli effetti sedativi e ipertensivi.

Farmaci anti-aritmici: Può verificarsi assorbimento ritardato della mexiletina.

Documento reso disponibile da AIFA il 11/04/2021

Antibatterici: È stato dimostrato che l’analgesico oppioide papavereto riduce la concentrazione plasmatica di ciprofloxacina. Il produttore della ciprofloxacina consiglia di evitare la premedicazione con analgesici oppioidi.

In uno studio crossover condotto su 10 soggetti sani, rifampicina 600 mg/giorno per 13 giorni ha aumentato del 49% la clearance di una singola dose orale di 10 mg di morfina, annullandone gli effetti analgesici. Il meccanismo di questa interazione non è chiaro e la rilevanza clinica di questa interazione per preparazioni parenterali di morfina è sconosciuta.

Antidepressivi, ansiolitici, ipnotici: È stata segnalata grave eccitazione o depressione del SNC (ipertensione o ipotensione) con l’uso concomitante di petidina e degli inibitori delle monoammino ossidasi (IMAO), tra cui selegilina, moclobemide e linezolid. Poiché è possibile che una simile interazione possa verificarsi con altri analgesici oppioidi, la morfina deve essere usata con cautela e si deve considerare una riduzione del dosaggio nei pazienti trattati con IMAO.

L’uso combinato di morfina e farmaci sedativi, quali anestetici, antistaminici, ansiolitici, ipnotici, antidepressivi triciclici e fenotiazina, potrebbe aumentare il rischio di sedazione e depressione ventilatoria.

Antipsicotici: Possibile aumento dell’effetto sedativo e ipotensivo.

Agenti antidiarroici e antiperistaltici (come loperamide e caolino): L’uso concomitante può aumentare il rischio di grave costipazione.

Antimuscarinici: Agenti come l’atropina antagonizzano la depressione respiratoria indotta dalla morfina e possono parzialmente invertire lo spasmo biliare, ma si sommano agli effetti a carico dell’apparato gastrointestinale e del tratto urinario. Di conseguenza, in corso di terapia antimuscarinica analgesica intensiva possono verificarsi costipazione grave e ritenzione urinaria.

Metoclopramide e domperidone: Può verificarsi antagonismo degli effetti gastrointestinali indotti da metoclopramide e domperidone.

La cimetidina aumenta l’analgesia da oppioidi con depressione respiratoria trascurabile.

Medicinali sedativi come benzodiazepine o farmaci correlati:

L’uso concomitante di oppioidi e medicinali sedativi, come benzodiazepine o farmaci correlati, aumenta il rischio di sedazione, depressione respiratoria, coma e decesso a causa dell’effetto depressivo additivo sul SNC. La dose e la durata del trattamento concomitante devono essere limitati (vedere il paragrafo 4.4).

La nimodipina può aumentare l’effetto analgesico della morfina. Durante la somministrazione concomitante si deve considerare una riduzione della dose di morfina.

Gli agonisti/anta­gonisti combinati della morfina (buprenorfina, nalbufina, pentazocina) diminuiscono l’effetto analgesico attraverso l’inibizione competitiva dei recettori, aumentando il rischio di sintomi di astinenza.

Documento reso disponibile da AIFA il 11/04/2021

Gabapentina : Si deve prestare attenzione al rischio di sintomi del SNC nella scelta del trattamento. Se i due prodotti vengono somministrati contemporaneamente, considerare la possibilità di ridurre la dose di gabapentina. I pazienti devono quindi essere monitorati attentamente per quanto riguarda segni di depressione del SNC, tra cui sonnolenza, e la dose di gabapentina o morfina deve essere ridotta in modo corrispondente.

4.6. fertilità, gravidanza e allattamento

Donne in età potenzialmente fertile / Contraccezione nei pazienti di sesso maschile e femminile

A causa delle sue proprietà genotossiche (vedere paragrafo 5.3), la morfina non deve essere somministrata a uomini e donne con potenziale procreativo / fertili se non sono state adottate misure contraccettive efficaci.

Gravidanza:

Non sono disponibili dati adeguati sull’uomo che consentano di valutare il potenziale rischio teratogeno. Studi su animali hanno dimostrato che la morfina può causare danni al feto se somministrata durante la gravidanza. La morfina solfato deve essere usata durante la gravidanza soltanto nei casi in cui il beneficio materno sia chiaramente superiore al rischio per il bambino.

La morfina attraversa la barriera placentare. La somministrazione durante il travaglio può causare depressione respiratoria nel neonato e stasi gastrica in corso di travaglio, aumentando il rischio di polmonite per inalazione. Pertanto, non è consigliabile somministrare morfina durante il travaglio.

I bambini nati da madri dipendenti da oppioidi possono soffrire di sintomi da astinenza, tra cui iperirritabilità del SNC, disfunzione gastrointestinale, distress respiratorio e sintomi autonomici vaghi, tra cui sbadigli, starnuti, chiazze e febbre.

I neonati le cui madri hanno ricevuto analgesici oppioidi durante la gravidanza devono essere monitorati per i segni di sindrome da sospensione (astinenza) neonatale. Il trattamento può includere una terapia oppioide e di supporto.

Allattamento:

La morfina viene escreta nel latte materno e può causare tossicità da oppioide nel neonato, ad es. depressione respiratoria. La morfina non è raccomandata durante l’allattamento.

Fertilità

Studi su animali hanno dimostrato che la morfina può ridurre la fertilità (vedere il paragrafo 5.3 Dati preclinici di sicurezza).

4.7 effetti sulla capacità di guidare veicoli e sull’uso di macchinari

Poiché la morfina causa sonnolenza, i pazienti devono evitare di guidare veicoli o utilizzare macchinari.

Questo medicinale può compromettere la funzione cognitiva e influire sulla capacità del paziente di guidare veicoli in modo sicuro. In caso di prescrizione di questo farmaco, al paziente deve essere comunicato quanto segue:

Documento reso disponibile da AIFA il 11/04/2021

Esiste la probabilità che questo medicinale pregiudichi la sua capacità di guidare veicoli

Non guidi fino a quando non le sia noto l’effetto che questo medicinale ha su di lei

4.8. effetti indesiderati

L’effetto indesiderato più grave della terapia è la depressione respiratoria (vedere paragrafo 4.9).

Alle dosi abituali gli effetti avversi più comuni degli analgesici oppioidi sono nausea, vomito, costipazione, sonnolenza e confusione. Generalmente, con l’uso a lungo termine si sviluppa tolleranza a tali effetti (costipazione esclusa). La sedazione normalmente diminuisce dopo alcuni giorni di somministrazione. Nausea e vomito spesso diminuiscono durante l’uso a lungo termine. In soggetti predisposti possono verificarsi spasmi delle vie biliari e del tratto urinario. L’effetto di depressineo respiratoria è dipendente dalla dose e costituisce raramente un problema clinico. L’assuefazione e la tolleranza di solito non causano problemi nel trattamento del dolore oncologico grave. La costipazione può essere trattata con lassativi appropriati. La maggior parte degli effetti collaterali sono dipendenti dalla dose.

La frequenza dei possibili effetti indesiderati viene definita usando la seguente convenzione:

Molto comune (≥ 1/10)

Comune (≥ 1/100, < 1/10)

Non comune (≥ 1/1.000, < 1/100)

Raro (≥ 1/10.000, < 1/1.000)

Molto raro (<1/10.000)

Non nota (la frequenza non può essere definita sulla base dei dati disponibili).

Molto comune

Comune

Non comune

Raro

Non nota

Disturbi del sistema immunitario

Reazione allergica

Reazione anafilattica Reazione anafilattoide

Disturbi psichiatrici

Confusione Insonnia

Agitazione Euforia Allucinazioni Cambiamenti d’umore Disforia

Farmacodipendenza

Patologie del sistema nervoso

Sonnolenza

Capogiri Cefalea Sonnolenza Sedazione Iperidrosi

Convulsioni Ipertensione

Allodinia Iperalgesia (vedere il paragrafo 4.4) Mioclono Obnubilamento mentale Vertigini Dipendenza psicologica

Documento reso disponibile da AIFA il 11/04/2021

Molto comune

Comune

Non comune

Raro

Non nota

Patologie dell’occhio

Miosi

Visione offuscata o doppia o altre alterazioni della vista

Patologie cardiache

Palpitazioni

Bradicardia Tachicardia

Patologie vascolari

Vampate alla faccia

Ipotensione ortostatica

Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche

Edema polmonare Depressione respiratoria

Patologie gastrointestinali

Anoressia

Vomito

Bocca secca Stipsi Nausea

Spasmo biliare

Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo

Dermatite da contatto

Orticaria

Prurigine

Eruzione cutanea Sudorazione

Patologie renali e urinarie

Ritenzione urinaria

Difficoltà alla minzione Spasmo uretrale Effetto antidiuretico

Disturbi del fegato e della colecisti

Alterazioni degli enzimi epatici

Patologie dell’apparato riproduttivo e della mammella

Riduzione della libido

Riduzione della potenza

Documento reso disponibile da AIFA il 11/04/2021

Molto comune

Comune

Non comune

Raro

Non nota

Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione

Dolore Irritazione nella sede di somministrazione

Sindrome da sospensione (astinenza) da farmaco Tolleranza al farmaco Rigidità muscolare

Si sviluppa tolleranza agli effetti degli oppioidi sulla vescica.

L’attività euforizzante della morfina ne ha determinato l’abuso e possibile dipendenza fisica e psicologica (vedere paragrafo 4.4).

Farmacodipendenza e sindrome da sospensione (astinenza)

L’uso di analgesici oppioidi può essere associato allo sviluppo di dipendenza fisica e/o psicologica o tolleranza. Una sindrome da astinenza può essere accelerata quando la somministrazione di oppioidi viene improvvisamente interrotta o vengono somministrati antagonisti oppioidi, oppure può talora verificarsi tra una dose e l’altra. Per la gestione, vedere il paragrafo 4.4.

I sintomi dell’astinenza fisiologica includono: dolori muscolari, tremori, sindrome delle gambe senza riposo, diarrea, colica addominale, nausea, sintomi simil-influenzali, tachicardia e midriasi. I sintomi psicologici includono umore disforico, ansia e irritabilità. Nella dipendenza da sostanze, è spesso coinvolto il “desiderio intenso di sostanza d’abuso”.

Segnalazione delle reazioni avverse sospette

La segnalazione delle sospette reazioni avverse che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione all’indirizzo:https://www.aifa.gov.it/…ioni-avverse.

4.9. sovradosaggio

Le dosi tossiche variano notevolmente nei singoli individui e gli utilizzatori abituali possono tollerare dosi elevate.

La triade costituita da depressione respiratoria, coma e pupille ristrette è considerata indicativa di un sovradosaggio di oppioidi, con dilatazione delle pupille dopo lo sviluppo di ipossia. A causa dell’insufficienza respiratoria può verificarsi il decesso

Altri sintomi di sovradosaggio da oppioidi includono ipotermia, confusione, gravi capogiri, grave sonnolenza, ipotensione, bradicardia, insufficienza circolatoria, edema polmonare, grave nervosismo o irrequietezza, allucinazioni, convulsioni (specialmente in neonati e bambini), polmonite da aspirazione. In caso di sovradosaggio è stata segnalata rabdomiolisi, che evolve ad insufficienza renale.

Documento reso disponibile da AIFA il 11/04/2021

Trattamento del sovradosaggio: se giustificati, lavanda gastrica, carbone attivo, lassativi in caso di assunzione per via orale.

Coma o depressione respiratoria per intossicazione da morfina possono essere invertiti tramite somministrazione di naloxone.

Trattamento respiratorio su indicazione (con PEEP nell’edema polmonare). Il naloxone non può sostituire la terapia respiratoria in presenza di grave intossicazione. Fluidi per via endovenosa (elettroliti, glucosio), controllo dell’emogas, correzione dell’acidosi. Terapia sintomatica.

Tossicità: la dose tossica per gli adulti (nessuna insorgenza di tolleranza) è solitamente dell’ordine di 30 mg per via parenterale. La scopolamina, gli ipnotici e l’alcol potenziano gli effetti tossici.

5. proprietà farmacologiche

5.1. proprietà farmacodinamiche

Categoria farmacoterapeutica: Alcaloidi dell’oppio naturali, Codice ATC: N02AA01

La morfina è un analgesico narcotico ottenuto dall’oppio, che agisce prevalentemente sul sistema nervoso centrale e sulla muscolatura liscia.

La morfina è un potente analgesico che agisce come agonista competitivo sul recettore μ, che sembra mediare numerose altre azioni di depressione respiratoria, euforia, inibizione della motilità intestinale e dipendenza fisica proprie di questa sostanza. È possibile che analgesia, euforia e dipendenza possano essere dovute agli effetti della morfina su un sottotipo di recettore μ-1, mentre la depressione respiratoria e l’inibizione della motilità intestinale possono essere imputabili ad azioni su un sottotipo di recettore μ-2.

La morfina è anche un agonista competitivo al recettore κ che media l’analgesia spinale, la miosi e la sedazione. La morfina non esercita azioni significative negli altri due importanti recettori oppioidi, i recettori δ e σ.

La morfina sopprime direttamente la tosse attraverso un effetto sul centro tussivo midollare. La morfina produce anche nausea e vomito stimolando direttamente i chemiorecettori della zona trigger, un’area postrema del midollo allungato. La morfina provoca il rilascio di istamina.

Gli effetti collaterali dovuti a interazione a livello dei recettori oppioidi sono depressione respiratoria, miosi, motilità gastrointestinale ridotta ed euforia.

M6G è un metabolita idrofilo da 10 a 60 volte più potente della morfina. Il rapporto tra M6G e morfina nel sangue è correlato in misura significativa alla riduzione del dolore.

5.2. proprietà farmacocinetichela morfina viene assorbita in modo variabile dopo somministrazione orale, rapidamente dopo somministrazione sottocutanea o intramuscolare.

Documento reso disponibile da AIFA il 11/04/2021

Concentrazione ematica: Dopo una dose orale di 10 mg sotto forma di solfato, si raggiunge il picco di concentrazione plasmatica di morfina libera di circa 10 ng/ml in 15–60 minuti; dopo una dose intramuscolare di 10 mg, si raggiunge il picco di concentrazione plasmatica di 70–80 ng/ml in 10–20 minuti; dopo una dose endovenosa di 10 mg, si raggiungono concentrazioni plasmatiche di circa 60 ng/ml in 15 minuti, che scendono a 30 ng/ml dopo 30 minuti e a 10 ng/ml dopo 3 ore; le dosi sottocutanee forniscono concentrazioni simili a quelle intramuscolari a 15 minuti, ma rimangono leggermente superiori nelle 3 ore successive; le concentrazioni plasmatiche misurate subito dopo la somministrazione sono strettamente correlate all’età dei soggetti studiati e aumentano nei pazienti più anziani.

Emivita:

Emivita plasmatica da 10 minuti a 6 ore dalla somministrazione endovenosa: 2 – 3 ore; emivita plasmatica da 6 ore in poi: 10 – 44 ore.

Distribuzione:

La morfina libera viene rapidamente distribuita dal sangue a tutti i tessuti corporei, ed è prelevata preferenzialmente da reni, fegato, polmoni e milza, con concentrazioni inferiori nel cervello e nei muscoli. Circa il 35% è legato alle proteine. La morfina attraversa la barriera ematoencefalica con minore rapidità rispetto a oppioidi maggiormente liposolubili come la diamorfina, ma è stata rilevata nel liquido cerebrospinale (CSF), così come i suoi metaboliti altamente polari 3-glucuronide e 6-glucuronide.

La sua eliminazione è di tipo biesponenziale, con una fase iniziale di rapida distribuzione. Il volume apparente di distribuzione segnalato in pazienti oncologici varia tra 1,0 e 3,8 L/kg, con una media di 1,8 L/kg.

Nei pazienti anziani il volume di distribuzione è inferiore, ma il tempo necessario per raggiungere le concentrazioni massime rimane inalterato.

Biotrasformazione:

Soprattutto coniugazione con acido glucuronico con formazione di morfina-3-glucuronide e morfina-6-glucuronide (M3G e M6G), con coniugazione del solfato. La formazione di glucuronidi di N-demetilazione, O-metilazione e N-ossido ha luogo nella mucosa intestinale e nel fegato; la N-demetilazione avviene in misura maggiore dopo somministrazione orale rispetto alla parenterale; la via di trasformazione della codeina per O-metilazione è stata modificata e i metaboliti di codeina e norcodeina nelle urine potrebbero essersi formati da impurità della codeina contenute nel campione di morfina preso in esame.

Eliminazione:

Dopo una dose orale, circa il 60% viene escreto nelle urine in 24 ore, con circa il 3% escreto come morfina libera in 48 ore; dopo una dose per via parenterale, circa il 90% viene escreto in 24 ore, con circa il 10% come morfina libera, dal 65 al 70% come morfina coniugata, l’1% come normorfina e il 3% come normorfina glucuronide; dopo somministrazione di dosi elevate a tossicodipendenti, circa lo 0,1% di una dose viene escreto come norcodeina; l’escrezione urinaria della morfina sembra essere in qualche misura dipendente dal pH: con l’aumento dell’acidità dell’urina viene escreta più morfina libera e con l’aumento dell’alcalinità viene escreto più glucuronide coniugato; fino al 10% di una dose può essere escreto nella bile.

Documento reso disponibile da AIFA il 11/04/2021

L’emivita di eliminazione della morfina è di circa 2 ore ed è indipendente dalla via di somministrazione o dalla formulazione.

I soggetti anziani presentano clearance ritardata dei metaboliti della morfina dovuta a riduzione della clearance renale.

A causa della ridotta clearance renale, nei pazienti con insufficienza renale si verifica un accumulo dei metaboliti della morfina.

La clearance della morfina è ridotta in pazienti con cirrosi, cancro epatico e ipertensione portale.

5.3. dati preclinici di sicurezza

Esistono evidenti risultati positivi sulla mutagenicità, che suggeriscono l’effetto clastogenico della morfina anche nelle cellule germinali. Non si può escludere che tali risultati siano rilevanti anche per l’uomo.

Non sono stati condotti studi a lungo termine su animali in merito al potenziale cancerogeno della morfina.

Studi su animali indicano una potenziale compromissione della prole per l’intera durata della gestazione (malformazioni del sistema nervoso centrale, ritardo di crescita, atrofia testicolare, alterazioni dei sistemi di neurotrasmettitori e delle abitudini, dipendenza).

Studi condotti sui ratti hanno dimostrato che la morfina può danneggiare gli organi sessuali, può causare danno cromosomico nei gameti e, attraverso distruzione endocrina, la morfina può pregiudicare la fertilità maschile e femminile.

6. informazioni farmaceutiche

6.1. elenco degli eccipienti

Sodio cloruro

Sodio metabisolfito (E223)

Acqua per preparazioni iniettabili

Sodio idrossido (per la correzione del pH)

Acido solforico (per la correzione del pH)

6.2. incompatibilità

I sali di morfina sono sensibili alle variazioni del pH e la morfina può precipitare dalla soluzione in presenza di un ambiente alcalino. Tra i composti incompatibili con i sali di morfina vi sono l’aminofillina e i sali sodici di barbiturici e fenitoina.

È stata dimostrata incompatibilità fisico-chimica (formazione di precipitati) tra soluzioni di morfina solfato e 5-fluorouracile.

Altre incompatibilità (talvolta attribuite a particolari formulazioni) hanno incluso aciclovir sodico, doxorubicina, fluorouracile, furosemide, eparina sodica, petidina cloridrato, prometazina cloridrato e tetracicline. Per informazioni specifiche sulla compatibilità, si devono consultare riferimentispe­cialistici).

Documento reso disponibile da AIFA il 11/04/2021

6.3. periodo di validità

3 anni

6.4. precauzioni particolari per la conservazione

Tenere le fiale nell’imballaggio esterno per proteggere il medicinale dalla luce.

6.5. Natura e contenuto della confezione

Fiale di vetro trasparente e incolore da 1 ml, contenenti soluzione sufficiente da consentire l’eliminazione di 1 ml. 10 fiale sono confezionate in una scatola di cartone.

6.6. precauzioni particolari per lo smaltimento e la manipolazione

L’eventuale soluzione residua deve essere scartata o restituita alla farmacia.

Prima della somministrazione, controllare la soluzione per verificare la presenza di particelle visibili. Utilizzare la soluzione soltanto se limpida e priva di particelle.

7. titolare dell’autorizzazione all’immissione in commercio

Ethypharm

194 Bureaux de la Colline, Bâtiment D

92213 Saint-Cloud CEDEX

Francia

8. numero dell’autorizzazione all’immissione in commercio 047156017 – “20mg/ml soluzione iniettabile” 10 fiale in vetro da 1

ML

9. DATA DELLA PRIMA AUTORIZZAZIONE/RINNOVO DELL’AUTORIZZAZIONE