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MOMENXSIN - riassunto delle caratteristiche del prodotto

Contiene principio attivo:

Dostupné balení:

Riassunto delle caratteristiche del prodotto - MOMENXSIN

1.

Momenxsin 200 mg/30 mg compresse rivestite con film.

2.

Ciascuna compressa rivestita con film contiene 200 mg di ibuprofene e 30 mg di pseudoefedrina cloridrato.

Eccipiente con effetti noti: sodio.

Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.

3.

Compressa rivestita con film.

Compresse rivestite con film di colore giallo e di forma rotonda. Diametro: circa 11 mm, altezza: circa 5 mm.

4. informazioni cliniche

4.1

Trattamento sintomatico della congestione nasale associata a rinosinusite acuta di sospetta origine virale con cefalea e/o febbre.

Momenxsin è indicato negli adulti e negli adolescenti di età pari o superiore a 15 anni.

4.2

Posologia

Adulti e adolescenti di età pari o superiore a 15 anni

1 compressa (equivalente a 200 mg di ibuprofene e 30 mg di pseudoefedrina cloridrato) ogni 6 ore se necessario.

In caso di sintomi più intensi, 2 compresse (equivalenti a 400 mg di ibuprofene e 60 mg di pseudoefedrina cloridrato) ogni 6 ore se necessario, fino a una dose giornaliera totale massima di 6 compresse (equivalenti a 1200 mg di ibuprofene e 180 mg di pseudoefedrina cloridrato).

Non superare la dose giornaliera totale massima di 6 compresse (equivalenti a 1200 mg di ibuprofene e 180 mg di pseudoefedrina cloridrato).

Per uso a breve termine.

In caso di peggioramento dei sintomi consultare un medico. La durata massima del trattamento è di 4 giorni per gli adulti e 3 giorni per gli adolescenti di età pari o superiore a 15 anni.

Nei casi in cui i sintomi consistono prevalentemente in dolore/febbre o congestione nasale, è preferibile la somministrazione di un prodotto contenente un singolo principio attivo.

Gli effetti indesiderati possono essere ridotti al minimo utilizzando per il più breve tempo possibile la dose minima necessaria per ottenere il controllo dei sintomi (vedere paragrafo 4.4).

Popolazione pediatrica

Momenxsin è controindicato nei pazienti pediatrici di età inferiore a 15 anni (vedere paragrafo 4.3).

1

Modo di somministrazione

Per uso orale.

Le compresse devono essere deglutite intere e non masticate, con un bicchiere d’acqua, preferibilmente durante i pasti.

4.3

Ipersensibilità all’ibuprofene, alla pseudoefedrina cloridrato o ad uno qualsiasi degli eccipienti elencati al paragrafo 6.1; Pazienti di età inferiore a 15 anni; Donne nel terzo trimestre di gravidanza (vedere paragrafo 4.6); Donne in allattamento (vedere paragrafo 4.6); Pazienti con anamnesi di reazioni di ipersensibilità (ad esempio broncospasmo, asma, rinite, angioedema o orticaria) associate ad acido acetilsalicilico o ad altri farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS); Storia di sanguinamento o perforazione gastrointestinale associata a una precedente terapia a base di FANS; Emorragia/ulcera peptica ricorrente attuale o pregressa (almeno due episodi distinti di ulcerazione o sanguinamento dimostrato); Sanguinamento cerebrovascolare o di altra natura; Anomalie emopoietiche di origine sconosciuta; Grave insufficienza epatica; Grave insufficienza renale; Grave insufficienza cardiaca; Gravi disturbi cardiovascolari, cardiopatia coronarica (cardiopatia, ipertensione, angina pectoris), tachicardia, ipertiroidismo, diabete, feocromocitoma; Storia di ictus o presenza di fattori di rischio per l’ictus (a causa dell’attività α–simpaticomimetica della pseudoefedrina cloridrato); Rischio di glaucoma ad angolo chiuso; Rischio di ritenzione urinaria correlata a disturbi uretroprostatici; Storia di infarto miocardico; Storia di crisi convulsive; Lupus eritematoso sistemico; Uso concomitante di altri vasocostrittori come decongestionanti nasali, somministrati per via orale o nasale (ad esempio fenilpropanolamina, fenilefrina ed efedrina), e metilfenidato (vedere paragrafo 4.5); Uso concomitante di inibitori non selettivi delle monoamino ossidasi (IMAO) (iproniazide) (vedere paragrafo 4.5) oppure uso di inibitori delle monoamino ossidasi nelle ultime due settimane.

4.4

anziani: la farmacocinetica dell’ibuprofene non viene modificata dall’età, pertanto non sono necessari aggiustamenti posologici negli anziani. tuttavia, i pazienti anziani devono essere attentamente monitorati, poiché sono più sensibili agli effetti indesiderati correlati ai fans, in particolare sanguinamento e perforazione gastrointestinale, che possono essere fatali.
Interazioni con altri medicinali ed altre forme di interazione

Associazione della pseudoefedrina con:

Possibile reazione

IMAO non selettivi (iproniazide)

Ipertensione parossistica e ipertermia, che possono essere fatali. A causa della lunga durata di azione degli IMAO, tale interazione può verificarsi fino a 15 giorni dopo la sospensione dell’IMAO.

Altri simpaticomimetici o vasocostrittori ad azione indiretta somministrati per via orale o nasale, farmaci α-

simpaticomimetici, fenilpropanolamina, fenilefrina, efedrina, metilfenidato

Rischio di vasocostrizione e/o crisi ipertensive.

Inibitori reversibili delle monoamino-ossidasi A (RIMA), linezolid, alcaloidi dopaminergici della segale cornuta, alcaloidi vasocostrittori della segale cornuta

Rischio di vasocostrizione e/o crisi ipertensive.

Anestetici volatili alogenati

Ipertensione acuta perioperatoria. In caso di intervento chirurgico

programmato, sospendere l'assunzione di Momenxsin con diversi giorni di anticipo.

Guanetidina, reserpina e metildopa

L’effetto della pseudoefedrina potrebbe risultare attenuato.

Antidepressivi triciclici

L’effetto della pseudoefedrina potrebbe risultare attenuato o potenziato.

Digitale, chinidina o antidepressivi triciclici

Aumento della frequenza di aritmie.

Uso concomitante di ibuprofene con:

Possibile reazione

Altri FANS, inclusi salicilati e inibitori selettivi della COX-2

La somministrazione concomitante di diversi FANS potrebbe aumentare il rischio di emorragia e ulcere gastrointestinali a causa di un effetto sinergico. Pertanto, l’uso concomitante

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dell’ibuprofene con altri FANS deve essere evitato (vedere paragrafo 4.4).

Digossina

L’uso concomitante di Momenxsin con preparati a base di digossina potrebbe aumentare i livelli sierici di questi ultimi. Con un utilizzo corretto (massimo 4 giorni), in genere non è necessario un controllo dei livelli sierici di digossina.

Corticosteroidi

I corticosteroidi potrebbero aumentare il rischio di reazioni avverse, in particolare a carico del tratto gastrointestinale (emorragia o ulcerazione

gastrointestinale) (vedere paragrafo 4.3).

Agenti antiaggreganti

Aumento del rischio di sanguinamento gastrointestinale (vedere paragrafo 4.4).

Acido acetilsalicilico

In genere la somministrazione

concomitante di ibuprofene e acido acetilsalicilico non è raccomandata a causa del potenziale aumento degli effetti avversi.

Dati sperimentali suggeriscono che l’ibuprofene potrebbe determinare

l’inibizione competitiva dell'effetto dell'acido acetilsalicilico a bassa dose sull’aggregazione piastrinica, quando i due medicinali vengono assunti contemporaneamente. Nonostante i dubbi riguardo all'applicabilità di questi dati alle situazioni cliniche, la possibilità che l’utilizzo regolare a lungo termine dell’ibuprofene possa ridurre l’effetto cardioprotettivo dell'acido acetilsalicilico a basso dosaggio non può essere esclusa. Nessun effetto clinicamente rilevante si ritiene probabile in seguito all’uso occasionale di ibuprofene (vedere paragrafo 5.1).

Anticoagulanti

(ad esempio warfarin, ticlopidina, clopidogrel, tirofiban, eptifibatide,

abciximab, iloprost)

I FANS come l’ibuprofene possono potenziare gli effetti degli anticoagulanti (vedere paragrafo 4.4).

Fenitoina

L’uso concomitante di Momenxsin con preparati a base di fenitoina potrebbe aumentare i livelli sierici di questi ultimi. Con un utilizzo corretto (massimo 4 giorni), in genere non è necessario un controllo dei livelli sierici di fenitoina.

Inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (SSRI)

Aumento del rischio di sanguinamento gastrointestinale (vedere paragrafo 4.4).

Litio

L’uso concomitante di Momenxsin con preparati a base di litio potrebbe aumentare i livelli sierici di questi ultimi. Con un utilizzo corretto (massimo 4 giorni), in genere non è necessario un controllo dei livelli sierici di litio.

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Probenecid e sulfinpirazone

I medicinali contenenti probenecid o sulfinpirazone possono ritardare

l’escrezione dell’ibuprofene.

Diuretici, ACE inibitori, betabloccanti e antagonisti dell’angioten­sina II

I FANS potrebbero ridurre l’effetto dei diuretici e di altri medicinali antipertensivi. In alcuni pazienti con compromissione della funzionalità renale (ad esempio pazienti disidratati o pazienti anziani con funzionalità renale compromessa), la somministrazione concomitante di ACE inibitori,

betabloccanti o antagonisti

dell’angiotensina II e di agenti che inibiscono la ciclo-ossigenasi potrebbe indurre un ulteriore deterioramento della funzionalità renale, inclusa un'eventuale insufficienza renale acuta che è solitamente reversibile. Pertanto, tale associazione deve essere somministrata con cautela, soprattutto negli anziani. I pazienti devono essere adeguatamente idratati e deve essere preso in considerazione il monitoraggio della funzionalità renale dopo l'inizio della terapia concomitante e in seguito periodicamente.

Diuretici risparmiatori di potassio

La somministrazione concomitante di Momenxsin e diuretici risparmiatori di potassio può causare iperpotassiemia (si raccomanda il controllo dei livelli sierici di potassio).

Metotrexato

La somministrazione di Momenxsin nelle 24 ore precedenti o successive all’assunzione di metotrexato può aumentarne le concentrazioni e gli effetti tossici.

Ciclosporina

Il rischio di danno renale indotto dalla ciclosporina è aumentato dall’uso concomitante di alcuni farmaci antinfiammatori non steroidei. Tale effetto non può essere escluso nemmeno in caso di assunzione contemporanea di ciclosporina e ibuprofene.

Tacrolimus

Il rischio di nefrotossicità aumenta se i due medicinali vengono somministrati contemporaneamente.

Zidovudina

Vi sono evidenze di un aumento del rischio di emartro ed ematoma in pazienti emofiliaci HIV (+) in trattamento concomitante con zidovudina e ibuprofene.

Sulfaniluree

Ricerche cliniche hanno dimostrato l'esistenza di interazioni tra farmaci antinfiammatori non steroidei e antidiabetici (sulfaniluree). Sebbene finora non siano state descritte

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interazioni tra l’ibuprofene e le sulfaniluree, in caso di assunzione concomitante di questi due farmaci si consiglia, a titolo precauzionale, di controllare i valori relativi alla glicemia.

Antibiotici chinolonici

Studi condotti sugli animali indicano che i FANS possono aumentare il rischio di convulsioni associate all’impiego di antibiotici chinolonici. I pazienti che assumono FANS e chinoloni possono essere esposti a un maggiore rischio di manifestare convulsioni.

Eparine; gingko biloba

Aumento del rischio di sanguinamento.

4.6

Gravidanza

Pseudoefedrina cloridrato

Studi sugli animali hanno dimostrato tossicità riproduttiva (vedere paragrafo 5.3). L’impiego di pseudoefedrina cloridrato riduce il flusso sanguigno uterino della madre, ma i dati clinici relativi agli effetti sulla gravidanza sono insufficienti.

Ibuprofene

L’inibizione della sintesi delle prostaglandine può influire negativamente sulla gravidanza e/o sullo sviluppo embrionale/fetale.

Risultati di studi epidemiologici suggeriscono un aumento del rischio di aborto, malformazione cardiaca e gastroschisi a seguito dell’uso di inibitori della sintesi delle prostaglandine nelle prime fasi della gravidanza. Si ritiene che il rischio aumenti proporzionalmente alla dose e alla durata della terapia.

È stato dimostrato che negli animali la somministrazione di un inibitore della sintesi delle prostaglandine provoca un aumento delle perdite pre- e post-impianto e della letalità embrionale/fetale. Inoltre, è stato riportato un aumento di incidenza di varie malformazioni, incluse quelle cardiovascolari, in animali cui era stato somministrato un inibitore della sintesi delle prostaglandine durante il periodo organogenetico.

Durante il primo e il secondo trimestre di gravidanza, l’ibuprofene non deve essere somministrato se non strettamente necessario. Se una donna che sta tentando un concepimento o che si trova al primo o al secondo trimestre di gravidanza deve assumere ibuprofene, la dose e la durata del trattamento devono essere mantenute le più basse possibili.

Durante il terzo trimestre di gravidanza, tutti gli inibitori della sintesi delle prostaglandine possono esporre il feto a:

– tossicità cardiopolmonare (con chiusura prematura del dotto arterioso e ipertensione polmonare);

– disfunzione renale, che può progredire in insufficienza renale con oligoidramnios;

la madre e il bambino, alla fine della gravidanza:

– possibile prolungamento del tempo di sanguinamento, un effetto antiaggregante che può manifestarsi anche a dosi molto basse;

– inibizione delle contrazioni uterine con conseguente ritardo o prolungamento del travaglio.

Di conseguenza questo medicinale è:

controindicato nel terzo trimestre di gravidanza e deve essere somministrato soltanto laddove strettamente necessario nel primo e nel secondo trimestre.

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Allattamento

La necessità di prendere dei provvedimenti durante l’allattamento deriva dalla presenza di pseudoefedrina cloridrato nella formulazione del medicinale: la pseudoefedrina cloridrato è escreta nel latte materno. Tenendo in considerazione i potenziali effetti cardiovascolari e neurologici dei vasocostrittori, l’assunzione di questo medicinale è controindicata durante l’allattamento.

Fertilità

Vi sono evidenze del fatto che gli inibitori della ciclo-ossigenasi/della sintesi delle prostaglandine possono compromettere la fertilità femminile agendo sull'ovulazione. L’effetto è reversibile con l’interruzione del trattamento.

4.7 effetti sulla capacità di guidare veicoli e sull’uso di macchinari

Momenxsin altera lievemente o moderatamente la capacità di guidare veicoli o di usare macchinari. I pazienti che manifestano capogiri, allucinazioni, cefalee insolite e disturbi della vista o dell’udito dovrebbero evitare di guidare veicoli o di usare macchinari. In genere una sola somministrazione o l’utilizzo di questo medicinale per brevi periodi non richiedono l'adozione di nessuna precauzione particolare.

4.8

Le reazioni avverse correlate all’ibuprofene più comunemente osservate sono di natura gastrointestinale. Possono presentarsi ulcere peptiche, perforazione o sanguinamento gastrointestinale, anche fatali, in particolare negli anziani (vedere paragrafo 4.4). In seguito alla sua somministrazione sono stati segnalati nausea, vomito, diarrea, flatulenza, stipsi, dispepsia, dolori addominali, melena, ematemesi, stomatite ulcerosa, esacerbazione della colite e del morbo di Crohn (vedere paragrafo 4.4 Avvertenze speciali e precauzioni d’impiego). Con minore frequenza è stata rilevata gastrite. In generale, il rischio di manifestare reazioni avverse (in particolare gravi complicanze gastrointestinali) aumenta all’aumentare della dose e della durata del trattamento.

In seguito al trattamento con ibuprofene sono state segnalate reazioni di ipersensibilità, che possono comprendere:

(a) reazioni allergiche aspecifiche e anafilassi

(b) reattività delle vie respiratorie, che comprende asma, asma aggravata, broncospasmo o dispnea

© disturbi cutanei vari, incluse eruzioni cutanee di vario tipo, prurito, orticaria, porpora, angioedema e, più raramente, dermatosi esfoliative e bollose (tra cui necrolisi epidermica ed eritema multiforme).

Nei pazienti con disturbi autoimmuni in atto (quali lupus eritematoso sistemico o malattia del tessuto connettivo mista), durante il trattamento con ibuprofene sono stati osservati casi isolati di sintomi di meningite asettica, quali rigidità del collo, cefalea, nausea, vomito, febbre o disorientamento.

Edema, ipertensione e insufficienza cardiaca sono stati segnalati in associazione all'assunzione di FANS.

Studi clinici suggeriscono che l’uso di ibuprofene, soprattutto ad alte dosi (2400 mg/die), può essere associato a un lieve aumento del rischio di eventi trombotici arteriosi (ad esempio infarto miocardico o ictus) (vedere paragrafo 4.4).

L’elenco di reazioni avverse riportato di seguito si riferisce alle reazioni manifestatesi con ibuprofene e pseudoefedrina cloridrato alle dosi contenute nei farmaci da banco,

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per un uso di breve durata. Nel trattamento di condizioni croniche, nel corso di un trattamento a lungo termine, potrebbero verificarsi ulteriori reazioni avverse.

I pazienti devono essere informati di interrompere immediatamente l’assunzione di Momenxsin e consultare un medico in caso di una grave reazione avversa al farmaco.

Molto comune (≥1/10)

Comune (≥1/100, <1/10)

Non comune (≥1/1.000, <1/100)

Raro (≥1/10.000, <1/1.000)

Molto raro (<1/10.000)

Non nota (la frequenza non può essere definita sulla base dei dati disponibili)

Infezioni ed

infestazioni

Ibuprofene

Molto raro

Esacerbazione di infiammazioni di natura infettiva (ad esempio fascite necrotizzante), meningite asettica (rigidità del collo, cefalea, nausea, vomito, febbre o disorientamento) nei pazienti affetti da malattie autoimmuni preesistenti (lupus eritematoso sistemico (LES), malattia del tessuto connettivo mista)

Patologie del

sistema emolinfopoietico

Ibuprofene

Molto raro

Disturbi ematopoietici (anemia, leucopenia, trombocitopenia,

pancitopenia, agranulocitosi)

Disturbi del

sistema immunitario

Ibuprofene

Non comune

Reazioni di ipersensibilità con orticaria, prurito e attacchi d'asma (con calo della pressione arteriosa)

Ibuprofene e Pseudoefedri na cloridrato

Molto raro

Gravi reazioni di ipersensibilità generalizzata, i cui segni possono essere edema facciale, angioedema, dispnea,

tachicardia, riduzione della pressione arteriosa, shock anafilattico

Disturbi psichiatrici

Ibuprofene

Molto raro

Reazioni psicotiche, depressione

Pseudoefedri na cloridrato

Non nota

Agitazione, allucinazioni, ansia, comportamento anormale,

insonnia

Patologie del

sistema nervoso

Ibuprofene

Non comune

Disturbi del sistema nervoso centrale, quali cefalea, capogiri, insonnia, agitazione, irritabilità o stanchezza

Pseudoefedri na cloridrato

Raro

Insonnia, nervosismo, ansia, irrequietezza, tremori,

allucinazioni

Pseudoefedri na cloridrato

Non nota

Ictus emorragico, ictus

ischemico, convulsioni, cefalea

Patologie dell'occhio

Ibuprofene

Non comune

Disturbi della vista

Patologie dell’orecchio e del labirinto

Ibuprofene

Raro

Tinnito

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Patologie cardiache

Ibuprofene

Molto raro

Palpitazioni, insufficienza

cardiaca, infarto miocardico

Pseudoefedri na cloridrato

Non nota

Palpitazioni, tachicardia, dolore toracico, aritmia

Patologie vascolari

Ibuprofene

Molto raro

Ipertensione arteriosa

Pseudoefedri na cloridrato

Non nota

Ipertensione

Patologie respiratorie, toraciche e

mediastiniche

Pseudoefedri na cloridrato

Raro

Esacerbazione dell’asma o reazione di ipersensibilità con broncospasmo

Patologie gastrointestinali

Ibuprofene

Comune

Fastidio gastrointestinale,

dispepsia, dolori addominali, nausea, vomito, flatulenza, diarrea, stipsi, lieve

sanguinamento gastrointestinale che in rari casi porta ad anemia

Ibuprofene

Non comune

Ulcere gastrointestinali in alcuni casi associate a sanguinamento e/o perforazione, gastrite, stomatite ulcerosa,

esacerbazione della colite e del morbo di Crohn (vedere paragrafo 4.4)

Ibuprofene

Molto raro

Esofagite, pancreatite, stenosi intestinale diaframma-simile

Pseudoefedri na cloridrato

Non nota

Secchezza delle fauci, sete, nausea, vomito

Patologie epatobiliari

Ibuprofene

Molto raro

Disfunzione epatica, danno epatico, specialmente in caso di terapia prolungata, insufficienza epatica, epatite acuta

Patologie della

cute e del tessuto sottocutaneo

Ibuprofene

Non comune

Eruzioni cutanee varie

Ibuprofene

Molto raro

Reazioni bollose, incluse

sindrome di Stevens-Johnson e necrolisi epidermica tossica (sindrome di Lyell), alopecia, gravi infezioni cutanee e complicanze a carico dei tessuti molli in caso di infezione da varicella

Ibuprofene

Non nota

Reazione da farmaco con eosinofilia e sintomi sistemici (sindrome DRESS)

Pseudoefedri na cloridrato

Non nota

Eruzione cutanea, orticaria,

prurito, iperidrosi, gravi reazioni cutanee, inclusa pustolosi

esantematica acuta

generalizzata (AGEP)

Patologie renali e urinarie

Ibuprofene

Raro

Danni al tessuto renale (necrosi papillare)

ed elevate concentrazioni di acido urico nel sangue

Ibuprofene

Molto raro

Aumento della creatinina sierica,

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edemi (in particolare nei pazienti affetti da ipertensione arteriosa o insufficienza renale), sindrome nefrosica, nefrite interstiziale, insufficienza renale acuta

Pseudoefedri na cloridrato

Non nota

Difficoltà nella minzione

Segnalazione delle reazioni avverse sospette

La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione: all’indirizzo.

4.9

Gli effetti clinici del sovradosaggio sono dovuti più probabilmente alla presenza in questo prodotto della pseudoefedrina cloridrato, piuttosto che dell’ibuprofene. Gli effetti non sono chiaramente correlati alla dose assunta a causa della diversa sensibilità dei vari individui alle proprietà simpaticomimetiche.

Sintomi dovuti all’effetto simpaticomimetico

Depressione del SNC: ad esempio sedazione, apnea, cianosi, coma.

Stimolazione del SNC (più probabile nei bambini): ad esempio insonnia, allucinazioni, convulsioni, tremori.

Oltre ai sintomi già menzionati come effetti indesiderati, possono manifestarsi i seguenti sintomi: crisi ipertensive, aritmie cardiache, debolezza e tensione muscolare, euforia, eccitazione, sete, dolore al petto, capogiri, tinnito, atassia, visione offuscata, ipotensione.

Sintomi correlati all’ibuprofene (che si aggiungono a quelli gastrointestinali e neurologici già menzionati come effetti indesiderati)

Sonnolenza, nistagmo, tinnito, ipotensione, perdita di coscienza.

In casi di avvelenamento grave, è possibile che si verifichi acidosi metabolica.

Misure terapeutiche

Non sono disponibili antidoti specifici.

Se il paziente si presenta entro un’ora dall’assunzione di una quantità potenzialmente tossica di medicinale, si può considerare la somministrazione di carbone attivo per via orale.

Sono necessari altresì un controllo degli elettroliti e l'esecuzione di un ECG. In caso di instabilità cardiovascolare e/o squilibrio elettrolitico sintomatico, si deve iniziare un trattamento sintomatico.

5. proprietà farmacologiche

5.1

Categoria farmacoterapeutica: preparati per la tosse e le malattie da raffreddamento; altri preparati per le malattie da raffreddamento.

Codice ATC: R05X

La pseudoefedrina cloridrato è un simpaticomimetico che, se somministrato per via sistemica, agisce come decongestionante nasale.

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L’ibuprofene è un FANS appartenente alla classe dei farmaci derivati dell’acido propionico. Si tratta di un derivato dell’acido arilcarbossilico che presenta proprietà analgesiche, antipiretiche e antinfiammatorie, nonché un effetto inibitorio a breve durata d’azione sulla funzione piastrinica. Tutte queste proprietà sono correlate alla sua capacità di inibizione della sintesi delle prostaglandine.

Momenxsin è un’associazione tra un vasocostrittore (pseudoefedrina cloridrato) e una dose analgesica di un FANS (ibuprofene).

Dati sperimentali suggeriscono che l'ibuprofene può inibire in maniera competitiva l'effetto dell'acido acetilsalicilico a basso dosaggio sull'aggregazione piastrinica quando vengono assunti contemporaneamente. Alcuni studi farmacodinamici dimostrano che dosi singole di ibuprofene 400 mg assunte nelle 8 ore precedenti o nei 30 minuti successivi alla somministrazione di acido acetilsalicilico a rilascio immediato (81 mg) hanno causato una riduzione dell'effetto dell'acido acetilsalicilico sulla formazione di trombossano o sull'aggregazione piastrinica. Nonostante i dubbi riguardo all'applicabilità di questi dati alle situazioni cliniche, la possibilità che l’utilizzo regolare a lungo termine dell’ibuprofene possa ridurre l’effetto cardioprotettivo dell'acido acetilsalicilico a basso dosaggio non può essere esclusa. Nessun effetto clinicamente rilevante si ritiene probabile in seguito all’uso occasionale di ibuprofene (vedere paragrafo 4.5).

5.2

Ibuprofene

La farmacocinetica dell’ibuprofene a dosi terapeutiche è lineare.

Assorbimento

I livelli sierici di picco vengono raggiunti circa 90 minuti dopo la somministrazione per via orale.

Con la somministrazione di una dose singola per via orale, i livelli sierici di picco negli adulti sono proporzionali alla dose somministrata (Cmax 17 ± 3,5 μg/ml per una dose da 200 mg e 30,3 ± 4,7 μg/ml per una dose da 400 mg). L’assorbimento dell’ibuprofene è ritardato dall’ingestione di cibo.

Distribuzione

L’ibuprofene non è associato a fenomeni di accumulo e si lega per il 99% alle proteine plasmatiche.

Nel liquido sinoviale si riscontrano concentrazioni stabili di ibuprofene tra due e otto ore dopo la somministrazione e una Cmax pari a circa un terzo della Cmax rilevata nel plasma. In seguito alla somministrazione a donne in allattamento di una dose pari a 400 mg ogni 6 ore, la quantità di ibuprofene rilevata nel latte materno è inferiore a 1 mg in 24 ore.

Biotrasformazione

L’ibuprofene non è un induttore enzimatico. Viene metabolizzato e convertito in metaboliti attivi per il 90%.

Eliminazione

L’ibuprofene viene escreto principalmente nelle urine. L’escrezione risulta completa entro 24 ore, con il 10% eliminato in forma immodificata e il 90% sotto forma di metaboliti inattivi, principalmente coniugati con acido glucuronico.

L’emivita di eliminazione è di circa 2 ore.

Negli anziani, nei pazienti con insufficienza renale e nei pazienti con insufficienza epatica i parametri farmacocinetici dell’ibuprofene sono solo leggermente modificati e le alterazioni osservate non richiedono correzioni del dosaggio.

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Pseudoefedrina cloridrato

In seguito a somministrazione per via orale, la pseudoefedrina viene escreta principalmente attraverso i reni in forma immodificata (70 – 90%).

L'emivita di eliminazione dipende dal pH delle urine.

L’alcalinizzazione urinaria determina un maggiore aumento del riassorbimento tubulare e quindi un prolungamento dell’emivita di eliminazione della pseudoefedrina.

5.3

Negli studi sulla tossicità acuta del farmaco per via orale, i valori LD50 per l'associazione ibuprofene/pse­udoefedrina cloridrato sono risultati: 2,40 g/kg per i topi e 1,45 g/kg per i ratti.

L’associazione ibuprofene/pse­udoefedrina cloridrato non è stata oggetto di studi di tossicità a dosi ripetute.

Il test di Ames non ha rivelato mutagenesi né con l'ibuprofene né con l’associazione pseudoefedrina cloridrato/ibu­profene.

Nelle sperimentazioni svolte sugli animali, la tossicità cronica e subcronica dell’ibuprofene si è manifestata principalmente sotto forma di lesioni e ulcerazioni del tratto gastrointestinale. Gli studi svolti su ratti e topi non hanno rilevato evidenze di effetti cancerogeni dell’ibuprofene.

Gli studi di tossicità riproduttiva svolti su topi e ratti con i singoli principi attivi (~ 100 mg/kg di ibuprofene; ~ 15 mg/kg di pseudoefedrina cloridrato) e con l'associazione dei due principi attivi non hanno rivelato segnali di tossicità o teratogenicità né per la madre né per il feto.

La somministrazione nei ratti di pseudoefedrina cloridrato in dosi tossiche per la madre ha provocato fetotossicità (riduzione del peso del feto e ritardo nell’ossifica­zione). Non sono stati eseguiti studi sulla fertilità o studi peri/postnatali per la pseudoefedrina cloridrato.

Gli studi di tossicità riproduttiva pubblicati sull’ibuprofene evidenziano un’inibizione dell’ovulazione nei conigli e una compromissione della fase di impianto in diverse specie animali (coniglio, ratto e topo). Gli studi svolti su ratti e conigli dimostrano che l’ibuprofene attraversa la placenta; con dosi tossiche per la madre è stato rilevato un aumento dell’incidenza di malformazioni (ad esempio difetti del setto ventricolare).

Il principio attivo ibuprofene può costituire un rischio ambientale per l’ambiente acquatico, in particolare per i pesci.

6. informazioni farmaceutiche

6.1

Nucleo della compressa

Cellulosa microcristallina

Calcio idrogeno fosfato anidro

Croscarmellosa sodica

Amido di mais

Silice colloidale anidra

Magnesio stearato

15

Rivestimento della compressa

Ipromellosa

Macrogol 400

Talco

Titanio diossido (E171)

Ossido di ferro giallo (E172)

6.2

Non pertinente.

6.3

36 mesi.

6.4

Non conservare a temperatura superiore ai 30°C.

6.5

Blister in PVC/PVDC/alluminio a prova di bambino.

Confezioni: 10, 12, 20, 24 compresse rivestite con film.

È possibile che non tutte le confezioni siano commercializzate.

6.6

Il medicinale non utilizzato e i rifiuti derivati da tale medicinale devono essere smaltiti in conformità alla normativa locale vigente.

7. titolare dell’autorizzazione all’immissione in commercio

Aziende Chimiche Riunite Angelini Francesco – A.C.R.A.F. S.p.A. – Viale Amelia, 70 –00181 Roma.

8. NUMERI DELL’AUTORIZZAZIONE ALL'IMMISSIONE IN COMMERCIO

043682018 – „200 MG/30 MG COMPRESSE RIVESTITE CON FILM“ 10 COMPRESSE IN BLISTER PVC/PVDC/AL

043682020 – „200 MG/30 MG COMPRESSE RIVESTITE CON FILM“ 12 COMPRESSE IN BLISTER PVC/PVDC/AL

043682032 – „200 MG/30 MG COMPRESSE RIVESTITE CON FILM“ 20 COMPRESSE IN BLISTER PVC/PVDC/AL

043682044 – „200 MG/30 MG COMPRESSE RIVESTITE CON FILM“ 24 COMPRESSE IN BLISTER PVC/PVDC/AL

9. DATA DELLA PRIMA AUTORIZZAZIONE/RINNOVO DELL’AUTORIZZAZIONE

Data della prima autorizzazione: 08.02.2016

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