Riassunto delle caratteristiche del prodotto - MACUGEN
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1. denominazione del medicinale
Macugen 0,3 mg soluzione iniettabile
2. composizione qualitativa e quantitativa
Una siringa pre-riempita fornisce una quantità utilizzabile per una singola dose di 90 microlitri contenenti pegaptanib sodico, corrispondente a 0,3 mg della forma di acido libero dell’oligonucleotide.
Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.
3. forma farmaceutica
Soluzione iniettabile (iniezione).
La soluzione è limpida ed incolore.
4. informazioni cliniche
4.1 indicazioni terapeutiche
Macugen è indicato per il trattamento della degenerazione maculare neovascolare (essudativa) correlata all’età (AMD) negli adulti (vedere paragrafo 5.1).
4.2 posologia e modo di somministrazione
Macugen deve essere somministrato solo da oftalmologi esperti in iniezioni intravitreali.
Posologia
Prima di iniziare la procedura per l’iniezione intravitreale, deve essere attentamente valutata la storia clinica del paziente per rilevare eventuali precedenti reazioni di ipersensibilità (vedere paragrafo 4.4.).
La dose raccomandata è pari a 0,3 mg di pegabtanib, equivalente a 90 microlitri, somministrata una volta ogni sei settimane (9 iniezioni all’anno) attraverso iniezione intravitreale nell’occhio da trattare.
Dopo l’iniezione, nei pazienti trattati con Macugen sono stati osservati incrementi transitori della pressione intraoculare. Pertanto, è necessario monitorare la perfusione della testa del nervo ottico e la pressione intraoculare. Inoltre, i pazienti devono essere attentamente monitorati per emorragia vitreale e per endoftalmite nelle due settimane successive all’iniezione. I pazienti devono essere istruiti a segnalare senza ritardo qualsiasi sintomo possa suggerire queste condizioni (vedere paragrafo 4.4).
Dopo 2 iniezioni consecutive di Macugen, se un paziente non dimostra un beneficio dal trattamento (perdita di meno di 15 lettere di acuità visiva) alla visita della 12a settimana, si dovrà prendere in considerazione l’interruzione o la sospensione del trattamento con Macugen.
Popolazioni particolari
Anziani
Non sono necessarie particolari precauzioni.
Compromissione epatica
Macugen non è stato studiato in pazienti con compromissione epatica. Tuttavia, in questa popolazione di pazienti non sono necessarie particolari precauzioni (vedere paragrafo 5.2).
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Compromissione renale
Macugen non è stato studiato adeguatamente in pazienti con severa compromissione renale. Nei pazienti con compromissione renale lieve o moderata non sono raccomandati aggiustamenti della dose (vedere paragrafo 5.2).
Popolazione pediatrica
Non sono state ancora valutate la sicurezza e l’efficacia di Macugen nei bambini al di sotto dei 18 anni. Non sono disponibili i relativi dati.
Modo di somministrazione
Per esclusiva iniezione intravitreale.
Prima della somministrazione, Macugen deve essere controllato visivamente per l’eventuale presenza di particolato e cambiamenti di colore (vedere paragrafo 6.6).
L’iniezione deve essere effettuata in condizioni asettiche e questo implica che l’operatore si disinfetti le mani, che vengano utilizzati guanti sterili, una garza sterile ed uno speculum sterile per le palpebre (o equivalente) e che sia possibile effettuare una paracentesi sterile (se necessario). Prima di effettuare l’iniezione si deve indurre una adeguata anestesia e somministrare un antibiotico topico ad ampio spettro.
La siringa pre-riempita viene fornita con un volume di prodotto in eccesso. Iniettare l’intero contenuto della siringa pre-riempita può causare sovradosaggio (vedere paragrafi 4.8 e 4.9). Consultare il paragrafo 6.6 per le istruzioni per espellere il volume in eccesso prima dell’iniezione.
4.3 controindicazioni
Ipersensibilità al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti elencati al paragrafo 6.1.
Infezione oculare o perioculare attiva o sospetta.
4.4 avvertenze speciali e precauzioni d'impiego
Endoftalmiti
Le iniezioni intravitreali sono associate al rischio di endoftalmite; negli studi clinici con Macugen, l’incidenza di endoftalmite è stata dello 0,1% per iniezione (vedere paragrafo 4.2).
Aumento della pressione intraoculare
Come previsto, con le iniezioni intravitreali possono verificarsi incrementi transitori della pressione intraoculare. Pertanto, deve essere verificata la perfusione della testa del nervo ottico e, dopo l’iniezione, l’aumento della pressione intraoculare deve essere gestito in modo appropriato.
Uno studio osservazionale post-marketing ha inoltre evidenziato un lieve rischio di aumento, lento ma persistente, della pressione intraoculare (vedere paragrafo 4.8).
Emorragie intravitreali
Successivamente alle iniezioni di pegaptanib possono verificarsi emorragie intravitreali ad insorgenza immediata (nel giorno dell’iniezione) e ritardata (vedere paragrafo 4.2).
Reazioni di ipersensibilità
Casi di anafilassi/reazioni anafilattoidi, incluso angioedema, sono stati osservati diverse ore dopo la procedura di iniezione intravitreale con pegaptanib nella fase di commercializzazione del prodotto. In questi casi, non è stata stabilita una relazione diretta con Macugen o con altri trattamenti effettuati nella fase di preparazione della procedura di iniezione, oppure con altri fattori.
Effetti sistemici
In seguito ad iniezione intravitreale con inibitori del VEGF sono stati riportati eventi avversi sistemici, incluse emorragie non oculari ed eventi tromboembolici arteriosi, ed esiste un rischio teorico
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che questi eventi possano essere dovuti all’inibizione del VEGF. Ci sono dati limitati di sicurezza in pazienti con storia pregressa di ictus ed attacchi ischemici transitori. Deve essere usata cautela durante il trattamento di questi pazienti (vedere paragrafo 4.8 intitolato Reazioni avverse correlate alla classe del prodotto ).
Volume in eccesso
L’iniezione dell’intero volume della siringa pre-riempita può provocare eventi avversi gravi; pertanto il volume in eccesso deve essere espulso prima dell’iniezione (vedere paragrafi 4.8 e 6.6).
Questo medicinale contiene meno di 1 mmol (23 mg) di sodio per dose, perciò è essenzialmente “privo di sodio”.
4.5 interazioni con altri medicinali ed altre forme d’interazione
Non sono stati condotti studi di interazione con Macugen. Pegaptanib viene metabolizzato dalle nucleasi e pertanto le interazioni con i farmaci metabolizzati dal citocromo P450 sono improbabili.
Due studi clinici iniziali condotti in pazienti trattati con Macugen da solo e in combinazione con la PDT (terapia fotodinamica) non hanno evidenziato differenze evidenti nella farmacocinetica plasmatica di pegaptanib.
4.6 fertilità, gravidanza e allattamento
Gravidanza
Pegaptanib non è stato studiato nelle donne in gravidanza. Gli studi su animali non sono sufficienti, ma hanno evidenziato una tossicità riproduttiva con livelli di esposizione sistemica elevati (vedere paragrafo 5.3). Il rischio potenziale per gli esseri umani non è noto. Si prevede che l’esposizione sistemica a pegaptanib dopo somministrazione oculare sia molto bassa. Tuttavia, Macugen deve essere utilizzato durante la gravidanza solo se i potenziali benefici per la madre superano i potenziali rischi per il feto.
Allattamento
Non è noto se Macugen venga escreto nel latte materno. L’uso di Macugen durante l’allattamento non è raccomandato.
Fertilità
Non sono disponibili dati sull’uomo relativi all’effetto di Macugen sulla fertilità. Negli studi sull’animale non sono stati osservati effetti sulla fertilità né nei maschi né nelle femmine. Vedere paragrafo 5.3.
4.7 effetti sulla capacità di guidare veicoli e sull’uso di macchinari
Macugen ha una influenza minima sulla capacità di guidare veicoli o di usare macchinari dovuta al possibile temporaneo offuscamento della vista dopo la somministrazione intravitreale di Macugen. I pazienti devono essere allertati di non guidare o utilizzare macchinari fino a quando questo effetto non sia risolto.
4.8 effetti indesiderati
Riassunto del profilo di sicurezza
La maggioranza delle reazioni avverse riportate in seguito alla somministrazione di Macugen sono correlate alla procedura di iniezione intravitreale.
Negli studi clinici le reazioni avverse a livello oculare riportate più frequentemente in seguito all’iniezione di Macugen sono: infiammazione della camera anteriore, dolore oculare, aumento della pressione intraoculare, cheratite puntata, mosche volanti e opacità del vitreo.
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Meno frequentemente sono state riportate reazioni avverse oculari gravi includendo endoftalmite, emorragia della retina, emorragia del vitreo e distacco della retina.
Tabella delle reazioni avverse
I dati di sicurezza di seguito descritti riassumono tutte le reazioni avverse alla procedura di iniezione ed al medicinale nei 295 pazienti inclusi nel gruppo di trattamento con 0,3 mg. Le reazioni avverse sono elencate in base alla classificazione per sistemi e organi e per frequenza: molto comune (≥1/10), comune (≥1/100, <1/10), non comune (≥1/1.000, <1/100) e non nota (la frequenza non può essere definita sulla base dei dati disponibili).
Le reazioni avverse riportate nella fase di commercializzazione del prodotto sono elencate in corsivo.
Classificazione per sistemi e organi secondo MedDRA
Disturbi del sistema immunitario
Non nota
Non comune
Comune
reazioni anafilattiche *
cefalea
incubi, depressione
Patologie dell'occhio
Molto comune
Comune
infiammazione della camera anteriore, dolore oculare, aumento della pressione intraoculare, cheratite puntata, mosche volanti e opacità del vitreo
sensazione anomala nell’occhio, cataratta, emorragia congiuntivale, iperemia congiuntivale, edema congiuntivale, congiuntivite, distrofia corneale, irregolarità dell’epitelio corneale, alterazione dell’epitelio corneale, edema corneale, secchezza oculare, endoftalmite, secrezione oculare, infiammazione oculare, irritazione agli occhi, prurito agli occhi, rossore agli occhi, gonfiore agli occhi, edema intorno agli occhi, aumento della lacrimazione, degenerazione maculare, midriasi, disturbo oculare, ipertensione oculare, ematoma periorbitale, fotofobia, fotopsia, emorragia retinica, offuscamento della vista, riduzione dell’acuità visiva, disturbi della vista, distacco del vitreo e alterazioni del vitreo
astenopia, blefarite, congiuntivite allergica, depositi corneali, emorragia oculare, prurito alle palpebre, cheratite, emorragia del vitreo, compromissione del riflesso pupillare, abrasione corneale, essudati retinici, ptosi della palpebra, cicatrice retinica, calazio, erosione corneale, riduzione della pressione intraoculare, reazione nel sito d’iniezione, vescicole nel sito d’iniezione, distacco di retina, alterazioni corneali, occlusione dell’arteria retinica, trazione retinica, ectropio, alterazioni della motilità oculare, irritazione delle palpebre, ifema, alterazioni pupillari, alterazioni dell’iride, ittero sclerale, uveite anteriore, depositi oculari, irite, escavazione della testa del nervo ottico, deformità della pupilla, occlusione della vena retinica e prolasso del vitreo
Patologie dell'orecchio e del labirinto Non comune
sordità, malattia di Meniere aggravata, vertigini
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Non comune
Non comune
Comune
Non comune
Non comune
Non comune
Non nota
Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo
Non comune
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione
Non comune
Non comune
Non comune
palpitazioni
ipertensione, aneurisma aortico
rinorrea rinofaringite
vomito, dispepsia
dermatite da contatto, eczema, alterazione del colore dei capelli, rash, prurito, sudorazioni notturne
affaticamento, tremore, dolorabilità, dolore toracico, sindrome influenzale
aumento dell’attività delle gamma-glutamiltransferasi
abrasione
* Fase di commercializzazione del prodotto vedere “Descrizione delle reazioni avverse selezionate”
“Descrizione delle reazioni avverse selezionate”
Casi di anafilassi/reazioni anafilattoidi, incluso angioedema, sono stati segnalati diverse ore dopo la somministrazione di pegaptanib insieme ad altri medicinali somministrati nell’ambito della preparazione della procedura di iniezione (vedere paragrafi 4.2 e 4.4.).
Sono stati riportati casi di grave innalzamento della pressione intraoculare quando il volume in eccesso contenuto nella siringa pre-riempita non era stato espulso prima dell’iniezione.
Lievi aumenti persistenti della pressione intraoculare (IOP) sono stati segnalati anche dopo la somministrazione intravitreale ripetuta in uno studio osservazionale post-marketing. La probabilità di aumento dell’IOP era incrementata di un fattore di 1,128 per ciascuna ulteriore iniezione (p=0,0003). Non è stata osservata differenza statistica nell’incidenza di IOP aumentata tra i pazienti con anamnesi di IOP aumentata o glaucoma rispetto ai pazienti senza tale anamnesi.
Reazioni avverse correlate alla classe del prodotto
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Durante gli studi clinici, la frequenza complessiva di emorragie non oculari come eventi avversi potenzialmente correlati all’inibizione sistemica del VEGF (Fattore di Crescita Vascolare Endoteliale) era leggermente aumentata nei pazienti in trattamento con inibitori VEGF intravitreali. Tuttavia non è stato rilevato un nesso comune fra le varie emorragie. Eventi tromboembolici arteriosi (ATE) sono eventi avversi potenzialmente correlati all’inibizione del VEGF. Esiste un rischio teorico di eventi tromboembolici arteriosi, incluso ictus e infarto del miocardio, in seguito all’uso intravitreale di inibitori del VEGF.
Negli studi clinici di pegabtanib in pazienti con AMD e DME sono stati osservati alcuni casi di eventi tromboembolici arteriosi e non vi erano grandi differenze fra il gruppo trattato con pegabtanib e quello di controllo.
Segnalazione delle reazioni avverse sospette
La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione riportato nell’Allegato V.
4.9 sovradosaggio
Non sono stati riportati casi di sovradosaggio nel corso degli studi clinici condotti con Macugen. Il sovradosaggio causato dall’iniezione di un volume maggiore (per esempio quando il volume in eccesso nella siringa pre-riempita non viene espulso prima dell’iniezione) può causare un aumento della pressione intraoculare (vedere paragrafo 4.8). Il medico che effettua il trattamento deve sempre espellere il volume di soluzione in eccesso seguendo le istruzioni riportate al paragrafo 6.6. Pertanto, in caso di sovradosaggio, la pressione intraoculare deve essere monitorata e, se ritenuto necessario dal medico che ha effettuato il trattamento, deve essere iniziato un adeguato trattamento.
5. proprietà farmacologiche
5.1 proprietà farmacodinamiche
Categoria farmacoterapeutica: Oftalmologici, Farmaci per i disturbi vascolari oculari, Codice ATC S01LA03.
Meccanismo d’azione
Pegaptanib è un oligonucleotide peghilato modificato che si lega con elevata specificità ed affinità al Fattore di Crescita Vascolare Endoteliale extracellulare (VEGF165) inibendone l’attività. Il VEGF è una proteina secreta che induce angiogenesi, permeabilità vascolare ed infiammazione, tutti fattori che si ritiene contribuiscano alla progressione della forma neovascolare (essudativa) della AMD.
Effetti farmacodinamici
Il VEGF165 è la isoforma preferibilmente coinvolta nella neovascolarizazione oculare patologica. L’inibizione selettiva negli animali trattati con pegaptanib ha dimostrato la stessa efficacia del pan-VEGF nel sopprimere la neovascolarizzazione patologica; tuttavia pegaptanib non ha avuto effetti sulla vascolarizzazione normale, contrariamente al pan-VEGF.
Riduzioni della crescita della dimensione media della lesione totale, della dimensione della neovascolarizzazione coroidale (CNV) e della dimensione della perdita di fluorescina, sono stati osservati in pazienti con AMD trattati con Macugen.
Efficacia e sicurezza clinica
Pegaptanib è stato studiato in due studi clinici controllati, in doppio mascheramento randomizzati e con identico disegno (EOP1003; EOP1004) in pazienti con AMD neovascolare. Un totale di 1.190 pazienti sono stati trattati (892 con pegaptanib e 298 con iniezione fittizia (gruppo di controllo sham )) con un’età media di 77 anni. I pazienti hanno ricevuto tra 8,4 e 8,6 trattamenti su un totale di 9 trattamenti possibili in tutti i bracci di trattamento nel corso del primo anno.
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I pazienti sono stati randomizzati per ricevere il trattamento di controllo oppure 0,3 mg, 1 mg o 3 mg di pegaptanib somministrato sotto forma di iniezioni intravitreali ogni 6 settimane per 48 settimane. La terapia fotodinamica (PDT) con verteporfin è stata consentita a discrezione degli sperimentatori in pazienti con lesioni prevalentemente classiche.
I due studi clinici hanno arruolato pazienti con tutti i sottotipi di lesioni della AMD neovascolare (25% principalmente classica, 39% occulta senza alcuna forma classica e 36% in minima parte classica), lesioni della dimensione fino ad un’area pari a 12 volte quella del disco ottico, di cui fino al 50% poteva essere compromesso a causa di una emorragia subretinica e/o fino al 25% a causa di una cicatrice fibrotica o di un danno atrofico. I pazienti potevano essere stati sottoposti in precedenza a Terapia Fotodinamica ed avevano un’acuità visiva al basale nell’occhio in studio tra 20/40 e 20/320.
A distanza di un anno, pegabtanib 0,3 mg ha evidenziato un beneficio statisticamente significativo del trattamento per l’endpoint primario di efficacia, rappresentato dalla percentuale di pazienti che hanno perso meno di 15 lettere di acuità visiva (analisi aggregata pre-specificata, pegabtanib 0,3 mg 70% versus sham 55%, p=0,0001; studio EOP1003 pegaptanib 0,3 mg 73% versus sham 59%, p=0,0105; studio EOP1004 pegaptanib 0,3 mg 67% versus sham 52%, p=0,0031).
Variazione Media dell’Acuità Visiva nel Tempo; 1° Anno; ITT (LOCF)
N: numero di pazienti arruolati
Pegabtanib 0,3 mg ha evidenziato un beneficio indipendentemente dal sottotipo di lesione di base, dalla dimensione della lesione e dall’acuità visiva, come anche dall’età, sesso di appartenenza, pigmentazione dell’iride e impiego in precedenza e/o al basale della terapia fotodinamica (PDT).
Alla fine del primo anno (settimana 54), 1053 pazienti sono stati randomizzati di nuovo per continuare o per sospendere il trattamento fino alla settimana 102.
In media, il beneficio del trattamento si è mantenuto alla settimana 102, con una stabilizzazione dell’acuità visiva per i pazienti che erano stati nuovamente randomizzati per proseguire il trattamento con pegaptanib. I pazienti che sono stati nuovamente randomizzati per sospendere il trattamento con pegaptanib dopo un anno, hanno perso l’acuità visiva nel corso del secondo anno.
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Riassunto delle Variazioni Medie dell’Acuità Visiva dal Basale alle Settimane 6, 12, 54 e 102 (LOCF)
EOP 1003 | EOP 1004 | |||||
0,3–0,3 | 0,3-Interruzione | Sham-sham/sham+ interruzione | 0,3–0,3 | 0,3-interruzione | Sham-sham/sham+ interruzione | |
N | 67 | 66 | 54 | 66 | 66 | 53 |
Variazione Media della AV Settimana 6 | –1,9 | –0,0 | –4,4 | –1,9 | –2,0 | –3,4 |
Variazione Media della AV Settimana 12 | –4,3 | –2,0 | –4,8 | –2,8 | –2,2 | –4,7 |
Variazione Media della AV Settimana 54 | –9,6 | –4,3 | –11,7 | –8,0 | –7,6 | –15,6 |
Variazione Media della AV Settimana 102 | –10,8 | –9,7 | –13,1 | –8,0 | –12,7 | –21,1 |
I dati relativi ad un periodo di due anni indicano che il trattamento con Macugen deve essere iniziato il più presto possibile. In caso di malattia avanzata, quando si inizia e si prosegue la terapia con Macugen si deve considerare l’effettivo miglioramento per la vista.
Non è stato studiato l’impiego della terapia con Macugen somministrata contemporaneamente in entrambi gli occhi.
La sicurezza e l’efficacia di Macugen per un periodo superiore a 2 anni non è stata dimostrata.
Popolazione pediatrica
L’Agenzia Europea dei Medicinali ha rimosso l’obbligo di presentare i risultati degli studi con Macugen in tutti i sottogruppi della popolazione pediatrica nella degenerazione maculare correlata all’età. Per le informazioni sull’uso pediatrico vedere paragrafo 4.2.
5.2 proprietà farmacocinetiche
Assorbimento
Negli animali, dopo somministrazione intravitreale, pegaptanib viene assorbito lentamente nella circolazione sistemica attraverso l’occhio. La percentuale di assorbimento nell’occhio è lo step auto-limitante nella disponibilità di pegaptanib negli animali ed è probabile che ciò si applichi anche all’uomo. Nell’uomo, l’emivita plasmatica apparente media ± deviazione standard di pegaptanib dopo una dose monoculare da 3 mg (10 volte la dose raccomandata) è pari a 10 ± 4 giorni.
Una concentrazione plasmatica media massima di circa 80 ng/ml si raggiunge nell’arco di 1–4 giorni dopo una dose monoculare di 3 mg nell’uomo. L’area sotto la curva media (AUC) a questa dose è di circa 25 g·hr/ml. Pegaptanib non si accumula nel plasma quando somministrato per via intravitreale ogni 6 settimane. Con dosi al di sotto di 0,5 mg/occhio, le concentrazioni plasmatiche di pegaptanib probabilmente non superano 10 ng/ml.
La biodisponibilità assoluta di pegaptanib dopo somministrazione intravitreale non è stata valutata nell’uomo, ma è pari a circa 70–100% nei conigli, cani e scimmie.
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Negli animali trattati con dosi di pegaptanib fino a 0,5 mg/occhio in entrambi gli occhi, le concentrazioni plasmatiche sono state da 0,03% a 0,15% rispetto a quelle riscontrate nell’umor vitreo.
Distribuzione, biotrasformazione ed eliminazione:
Nei topi, ratti, conigli, cani e scimmie, pegaptanib si distribuisce principalmente nel volume plasmatico e non si distribuisce diffusamente nei tessuti periferici dopo somministrazione intravitreale. Ventiquattro ore dopo la somministrazione intravitreale di una dose radiomarcata di pegaptanib in entrambi gli occhi dei conigli, la radioattività si è principalmente distribuita nell’umor vitreo, nella retina e nell’umor acqueo. Nei conigli, dopo somministrazioni intravitreali ed endovenose di pegaptanib radiomarcato, le concentrazioni più elevate di radioattività (escluso l’occhio dove è stata effettuata la somministrazione intravitreale) sono state rilevate nel rene. Nei conigli, il componente nucleotide, 2’-fluorouridina si rileva nel plasma e nelle urine dopo somministrazione di singole dosi radiomarcate di pegaptanib per via endovenosa ed intravitreale. Pegaptanib viene metabolizzato dalle endo- ed esonuleasi. Nei conigli, pegaptanib viene eliminato quale farmaco immodificato e metabolizzato principalmente nelle urine.
Popolazioni particolari :
La farmacocinetica di pegaptanib è sovrapponibile nelle donne e negli uomini e nella fascia d’età 5090 anni.
Pegaptanib sodico non è stato studiato adeguatamente in pazienti con clearance della creatinina inferiore a 20 ml/min. Una riduzione della clearance della creatinina a 20 ml/min può essere associata ad un incremento della AUC di pegaptanib fino a 2,3 volte. Non si richiede particolare attenzione in pazienti con clearance della creatinina superiore a 20 ml/min trattati con la dose raccomandata di pegaptanib sodico da 0,3 mg
La farmacocinetica di pegaptanib non è stata studiata in pazienti con compromissione epatica. Si prevede che nei pazienti con compromissione epatica l’esposizione sistemica rientri nell’ambito di un range ben tollerato, dal momento che una dose 10 volte superiore (3 mg/occhio) è stata ben tollerata.
5.3 dati preclinici di sicurezza
I dati non-clinici non rivelano rischi particolari per l’uomo sulla base di studi convenzionali di farmacologia di sicurezza, tossicità a dosi ripetute e genotossicità. Non sono disponibili studi sul potenziale cancerogeno di pegaptanib.
Pegaptanib non ha causato tossicità materna e non sono state rilevate evidenze di teratogenesi o mortalità fetale nei topi con dosi endovena da 1 a 40 mg/kg/die. Sono state osservate una riduzione del peso corporeo (5%) ed un ritardo minimo nel processo di ossificazione delle falangi delle zampe anteriori solo con livelli di esposizione basati su una AUC di 300 volte superiore a quella prevista nell’uomo. Questi dati sono pertanto considerati di rilevanza clinica limitata. Nel gruppo trattato con 40 mg/kg/die, le concentrazioni di pegaptanib nel liquido amniotico sono state pari allo 0,05% dei livelli plasmatici materni. Non sono stati condotti studi sulla riproduzione nei conigli. Non sono disponibili dati per valutare gli indici di accoppiamento o di fertilità nell’uomo e nella donna.
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6. informazioni farmaceutiche
6.1 elenco degli eccipienti
Sodio cloruro
Sodio fosfato monobasico monoidrato
Sodio fosfato dibasico eptaidrato
Sodio idrossido (per aggiustare il pH)
Acido cloridrico(per aggiustare il pH)
Acqua per preparazioni iniettabili
6.2 incompatibilità
In assenza di studi di compatibilità, il medicinale non deve essere miscelato con altri prodotti.
6.3 periodo di validità
3 anni.
6.4 precauzioni particolari per la conservazione
Conservare in frigorifero (2C – 8C). Non congelare.
La soluzione da iniettare deve raggiungere la temperatura ambiente (inferiore a 25°C) prima della somministrazione.
Questo medicinale deve essere gettato se conservato a temperatura ambiente per oltre due settimane. Per prevenire la contaminazione, la siringa non deve essere rimossa dall’involucro fino a quando il paziente non è pronto per l’iniezione.
6.5 natura e contenuto del contenitore
Ogni confezione contiene una bustina in un astuccio, contenente una siringa pre-riempita da 1 ml in vetro di tipo I, sigillata con tappo a stantuffo elastomerico (gomma di bromobutile) ed uno stelo dello stantuffo preinserito, tenuti da una clip in plastica. La siringa è dotata di un annesso adattatore in plastica policarbonato di tipo luer lock e la punta è sigillata con un cappuccio elastomerico (bromobutile/isoprene sintetico).
Ogni siringa pre-riempita contiene approssimativamente 0,25–0,27 ml di soluzione.
Ogni scatola contiene una siringa pre-riempita in una sacca (confezione monodose).
La confezione viene fornita senza ago.
6.6 precauzioni particolari per lo smaltimento e la manipolazione
Macugen è solo monouso. Se la soluzione appare torbida, se si osservano delle particelle o se vi sono segni evidenti di danni alla siringa, oppure se la clip in plastica manca o non è annessa alla siringa, quella dose di Macugen non deve essere utilizzata.
Prima della somministrazione, la siringa deve essere rimossa dalla clip in plastica e deve essere tolto il cappuccio. Un ago calibro 27 o 30 x ½ inch deve essere annesso all’adattatore luer lock, per consentire la somministrazione del medicinale (vedere Figura1 sottostante).
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Documento reso disponibile da AIFA il 20/04/2021
Esula dalla competenza dell’AIFA ogni eventuale disputa concernente i diritti di proprietà industriale e la tutela brevettuale dei dati relativi all’AIC dei medicinali e, pertanto, l’Agenzia non può essere ritenuta responsabile in alcun modo di eventuali violazioni da parte del titolare dell'autorizzazione all'immissione in commercio (o titolare AIC).
ATTENZIONE : dato che la siringa pre-riempita contiene un volume di medicinale in eccesso (250–270 microlitri) rispetto alla dose raccomandata (90 microlitri), una parte del volume contenuto nella siringa deve essere eliminato prima della somministrazione. Seguire le istruzioni sotto riportate per espellere il volume in eccesso prima dell’iniezione.
Figura 1. Prima dell’espulsione delle bolle d’aria e del medicinale in eccesso
(La reale formazione di bolle d’aria può variare)
La siringa deve essere controllata per l’eventuale presenza di bolle posizionando l’ago verso l’alto. Se si osservano delle bolle, la siringa deve essere picchiettata delicatamente con un dito fino a quando le bolle salgono in cima alla siringa.
Spingere LENTAMENTE il pistone per eliminare tutte le bolle ed espellere il medicinale in eccesso in modo che l’estremità superiore del 3o anello del tappo a stantuffo sia allineata alla linea di dosaggio nera pre-stampata (vedere la Fig. 2 sottostante). Il pistone non deve essere tirato indietro.
Figura 2. Dopo l’espulsione delle bolle d’aria e del medicinale in eccesso
La linea di dosaggio e l’estremità superiore del 3° anello sono allineate
Il medicinale non utilizzato ed i rifiuti derivati da tale medicinale devono essere smaltiti in conformità alla normativa locale vigente.
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Documento reso disponibile da AIFA il 20/04/2021
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7. titolare dell'autorizzazione all'immissione in commercio
PharmaSwiss Česká republika s.r.o.
Jankovcova 1569/2c
170 00 Praga 7
Repubblica Ceca
8. numero dell’ autorizzazione all’immissione in commercio
eu/1/05/325/002data della prima autorizzazione: 31/01/2006data del rinnovo più recente: 19/11/2015informazioni più dettagliate su questo medicinale sono disponibili sul sito web della agenzia europea dei medicinali: /.
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Documento reso disponibile da AIFA il 20/04/2021
Esula dalla competenza dell’AIFA ogni eventuale disputa concernente i diritti di proprietà industriale e la tutela brevettuale dei dati relativi all’AIC dei medicinali e, pertanto, l’Agenzia non può essere ritenuta responsabile in alcun modo di eventuali violazioni da parte del titolare dell'autorizzazione all'immissione in commercio (o titolare AIC).
ALLEGATO II
A. PRODUTTORE RESPONSABILE DEL RILASCIO DEI LOTTI
B. CONDIZIONI O LIMITAZIONI DI FORNITURA E UTILIZZO
C. ALTRE CONDIZIONI E REQUISITI DELL’AUTORIZZAZIONE ALL’IMMISSIONE IN COMMERCIO
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Nome ed indirizzo del produttore responsabile del rilascio dei lotti
Pfizer Manufacturing Belgium NV,
Rijksweg 12
B-2870 Puurs
Belgio
Prima dell’immissione in commercio in ogni Stato Membro, il Titolare dell’Autorizzazione all’Immissione in Commercio (AIC) deve concordare con l’Autorità Nazionale Competente il materiale educazionale definitivo.
Il Titolare dell’AIC, dopo aver discusso e concordato con le Autorità Nazionali Competenti di ogni Stato Membro nel quale Macugen è commercializzato, deve assicurare che, al momento della prima immissione in commercio e dopo la stessa, tutti gli oftalmologi quando si accingono ad usare Macugen abbiano ricevuto il materiale informativo aggiornato che deve contenere quanto segue:
Il Riassunto delle Caratteristiche del Prodotto
Opuscolo per il medico sulla sicurezza del medicinale
Video sulla procedura di iniezione intravitreale
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Illustrazione della procedura di iniezione intravitreale
Materiale informativo per il paziente
L’opuscolo per il medico sulla sicurezza del medicinale deve contenere i seguenti elementi chiave:
a) Procedura intravitreale come eseguita nei principali studi clinici, insieme ad ogni eventuale miglioramento tecnico
b) Uso di povidone iodato
c) Esecuzione della pulizia palpebrale
d) Uso di anestetici per assicurare un sollievo al paziente
e) Tecniche sterili per ridurre al minimo il rischio di infezione
f) Uso di antibiotici
g) Tecniche per l’iniezione intravitreale
h) Segni e sintomi chiave degli eventi avversi correlati all’iniezione intravitreale inclusi endoftalmite, aumento della pressione intraoculare, danno alla retina, emorragia intraoculare, cataratta traumatica, ipersensibilità e iniezione di volume in eccesso
i) Gestione della pressione intraoculare
j) Gestione dell’endoftalmite
k) Comprensione dei fattori di rischio coinvolti nello sviluppo dell’endoftalmite
l) Segnalazione degli eventi avversi gravi (reminder aid)
Il materiale informativo per il paziente deve contenere i seguenti elementi chiave:
m) Segni e sintomi chiave di eventi avversi gravi associati alla procedura d’iniezione intravitreale inclusi endoftalmite, aumento della pressione intraoculare, danno alla retina, emorragia intraoculare, cataratta traumatica, ipersensibilità e iniezione di volume in eccesso
n) Quando è necessario contattare con urgenza un operatore sanitario
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