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IOPAMIGITA - riassunto delle caratteristiche del prodotto

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Riassunto delle caratteristiche del prodotto - IOPAMIGITA

RIASSUNTO DELLE CARATTERISTICHE DI PRODOTTO

Iopamigita 300 mg/ml soluzione iniettabile/ per infusione

2. composizione qualitativa e quantitativa

1 ml di soluzione contiene iopamidolo 612,4 mg, equivalente a iodio 300 mg

Un flaconcino da 20 ml di soluzione contiene iopamidolo 12.248 mg, equivalente a iodio 6.000 mg.

Un flaconcino da 50 ml di soluzione contiene iopamidolo 30.620 mg, equivalente a iodio 15.000 mg.

Un flaconcino da 75 ml di soluzione contiene iopamidolo 45.930 mg, equivalente a iodio 22.500 mg.

Un flaconcino da 100 ml di soluzione contiene iopamidolo 61.240 mg, equivalente a iodio 30.000 mg.

Un flaconcino da 200 ml di soluzione contiene iopamidolo 122.480 mg, equivalente a iodio 60.000 mg.

Un flaconcino da 500 ml di soluzione contiene iopamidolo 306.200 mg, equivalente a iodio 150.000 mg.

Eccipiente con effetto noto: contiene circa 0,048 mg di sodio per 1 ml.

Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.

3. forma farmaceutica

Soluzione iniettabile / per infusione

Soluzione limpida, trasparente o lievemente giallognola

pH

Osmolalità a 37°C [mOsm/kg]

Osmolarità a 37°C [mOsm/l]

Pressione

Osmotica 37°C

[MPa]

Viscosità [mPa.s]

37°C

6,5 – 7,5

630

478

1,59

5,0

Ok solo per DE/H/1782/01/II/10 1

4. informazioni cliniche

4.1 indicazioni terapeutiche

Arteriografia, angiocardiografia, flebografia, angiografia a sottrazione digitale (DSA), potenziamento del contrasto in tomografia computerizzata (TC), urografia escretoria.

Medicinale solo per uso diagnostico.

4.2 posologia e modo di somministrazione

Per uso endovenoso e intrarterioso (iniezione e infusione).

Iopamigita è un agente diagnostico per singola somministrazione da utilizzare nelle indicazioni previste. Sono possibili somministrazioni multiple o esami ripetuti.

Modo di somministrazione

La dose è in funzione della metodica di esame, età, peso, funzionalità cardiaca, condizioni generali del paziente e delle tecniche utilizzate. Generalmente, si utilizzano gli stessi volumi e concentrazioni di iodio degli altri mezzi di contrasto radiologici iodati non ionici. Deve essere utilizzata la dose minima per raggiungere il risultato diagnostico desiderato.

Nella funzionalità renale ridotta, insufficienza cardio-circolatoria e nei pazienti con condizioni generali compromesse, la dose del mezzo di contrasto deve essere la più bassa possibile (vedere paragrafo 4.4). In questi pazienti si consiglia di monitorare la funzione renale per almeno 3 giorni dopo l’esame. Particolare cautela è richiesta in pazienti con concomitante insufficienza epatica e renale, poiché questa condizione aumenta il rischio di ritenzione del mezzo di contrasto.

Il mezzo di contrasto deve essere riscaldato portandolo alla temperatura corporea prima della somministrazione. L’esperienza clinica ha dimostrato che il mezzo di contrasto riscaldato è meglio tollerato.

In linea di principio, il mezzo di contrasto deve essere aspirato nella siringa immediatamente prima dell’uso. Al fine di minimizzare il rischio tromboembolico associato all’esame, il tempo di contatto tra il sangue ed il mezzo di contrasto deve essere il più breve possibile.

Bisogna prestare attenzione alla tecnica angiografia accurata ed al frequente lavaggio del catetere con soluzione iniettabile di sodio cloruro 9 mg/ml (0,9%) (se necessario, aggiungere eparina).

Il mezzo di contrasto deve essere somministrato nel paziente disteso. Un rapido riposizionamento della iniezione/infusione deve essere disponibile in caso di emergenza. Un accesso venoso sicuro deve essere inserito prima dell’esame in caso di possibile emergenza. Come nel caso dei mezzi di contrasto contenenti iodio, Iopamigita può solamente essere utilizzato in tutte le indagini diagnostiche se sono disponibili le attrezzature per il trattamento di rianimazione e i medicinali di emergenza.

Documento reso disponibile da AIFA il 29/04/2021

Dopo l’esame il paziente deve essere tenuto sotto osservazione per almeno 30 minuti, intervallo di tempo in cui si verifica la maggior parte degli effetti indesiderati. Tutto il personale medico ed infermieristico deve essere informato delle reazioni avverse e delle misure generali e di emergenza.

Raccomandazioni dietetiche:

Il paziente deve essere a digiuno da 2 ore prima dell’indagine allo scopo di ridurre il rischio di aspirazione, poiché la nausea ed il vomito sono possibili reazioni avverse note.

Pre-test:

L’uso di piccole dosi di mezzo di contrasto allo scopo di testare l’ipersensibilità non è raccomandato, poiché il pre-test non dà un risultato significativo e può occasionalmente provocare reazioni gravi, a volte fatali, di ipersensibilità.

La dose per i bambini, se non indicata in altro modo, dipende dalla loro età e peso ed è definita dal medico presente.

Questo medicinale deve essere esclusivamente somministrato dal personale autorizzato.

Posologia

Le seguenti raccomandazioni posologiche sono basate sulla esperienza generale con i mezzi di contrasto radiologici non ionici e sugli studi clinici eseguiti con iopamidolo.

Il volume totale da somministrare non deve essere superiore a 250 ml.

Campo di applicazione

Volume

Angiografia

Angiografia a sottrazione digitale

Arteriografia

Cerebrale, non-selettiva

Adulti: 40–60 ml Bambini: dipende dal peso corporeo e dall’età.

Adulti: 20–30 ml Bambini: dipende dal peso corporeo e dall’età.

Cerebrale, selettiva

4–12 ml

3–8 ml

A. polmonare

Adulti: 25 ml per singola iniezione; dose complessiva fino a 170 ml

Altre

Adulti: dose massima 250 ml.

Il volume della

Adulti: 30–50 ml.

Dose massima 250 ml.

Il volume della

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Campo di applicazione

Volume

singola iniezione dipende dalla regione vascolare da esaminare

Bambini:

dipende dal peso corporeo e dall’età.

singola iniezione dipende dalla regione vascolare da esaminare

Bambini: dipende dal peso corporeo e dall’età.

Angiocardiografia

Angiografia coronarica

Adulti: dose massima 250 ml.

Il volume della singola iniezione dipende dalla regione vascolare da esaminare

Bambini: dipende dal peso corporeo e dall’età.

Adulti: 4–10 ml/arteria, da ripetere se necessario

Flebografia

Adulti: 50 ml, dipende dal peso corporeo e dall’età

Angiografia endovenosa a sottrazione digitale (e.v. DSA)

Adulti: 30–50 ml, da ripetere se necessario

Bambini: dipende dal peso corporeo e dall’età.

Urografia escretoria

Adulti: 50–100 ml

Bambini:

0–1 mesi 4–5-(6) ml/kg

1–3 mesi 4 ml/kg

3–6 mesi 3,5–4 ml/kg

6–12 mesi 3–3,5 ml/kg

12–24 mesi 2,5–3 ml/kg

2–5 anni 2,5 ml/kg

5–7 anni 2–2,5 ml/kg

7–12 anni 1,5–2 ml/kg

Tomografia computerizzata (TC)

Adulti: 1–2 ml/kg peso corporeo

Bambini: dipende dal peso corporeo e dall’età.

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Campo di applicazione

Volume

La dose massima per Iopamigita 300 mg/ml è 2 ml/kg peso corporeo.

Urografia escretoria endovenosa:

Nella urografia endovenosa va considerato che il nefrone immaturo del bambino ha fisiologicamente una bassa capacità di concentrazione. Per tale motivo si richiedono dosi di mezzo di contrasto relativamente alte nei bambini.

Tomografia computerizzata:

Iopamigita 300 mg/ml deve essere somministrata per iniezione endovenosa rapida, utilizzando possibilmente un iniettore ad alta pressione. Può essere iniettata anche mediante infusione manuale lenta, in particolare per magnificare il sistema nervoso centrale dove un’attesa di 5–10 minuti è necessaria prima di prendere le immagini. Nella TC spirale, specialmente con la tecnica multi-strato, molte informazioni vengono raccolte nella fase in cui il respiro viene trattenuto. Per ottimizzare l’effetto dell’iniezione endovenosa in bolo nella regione esaminata (accumulo tempo-dipendente nella presunta area patologica), si raccomanda la somministrazione in bolo e l’uso di un iniettore automatico ad alta pressione.

Le dosi e la velocità di somministrazione del mezzo di contrasto per la TC dipendono dagli organi da esaminare, dal quesito diagnostico e specialmente dalle caratteristiche della macchina a disposizione (tempi di scansione e di formazione dell’immagine). Le infusioni sono raccomandate per macchine a scansione lenta, le iniezioni in bolo per macchine a scansione rapida.

Se questo medicinale viene utilizzato con un sistema di iniezione automatica, l’adeguatezza dello strumento deve essere comprovata dal produttore del dispositivo medico. Le istruzioni d’uso di dispositivi medici devono essere seguite in modo preciso. Nei lattanti e nei bambini più piccoli i sistemi di iniezione automatica non devono essere usati.

4.3 controindicazioni

Ipertiroidismo manifesto.

Ipersensibilità al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti.

Storia di reazione cutanea maggiore di tipo immediato o ritardato a iopamidolo iniettato (vedere paragrafo 4.8).

4.4 avvertenze speciali e precauzioni di impiego

Questo medicinale contiene circa 0,048 mg di sodio per millilitro (ml).

Da tenere in considerazione in persone che seguono una dieta a basso contenuto di sodio.

Iopamigita deve essere utilizzato soltanto dopo una precisa indicazione clinica considerando i possibili fattori di rischio del paziente esaminato.

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Nei seguenti pazienti è richiesta una indicazione precisa ed una cautela particolare:

– predisposizione nota a reazioni allergiche

– ipertiroidismo latente, gozzo eutiroideo

– danno renale o grave disfunzione epatica

– grave malattia cardiovascolare

– asma bronchiale

– diabete mellito

– disturbi convulsivi

– arteriosclerosi cerebrale avanzata

– infarto cerebrale acuto

– emorragia intracranica acuta o condizioni accompagnate da disfunzione della barriera emato-encefalica ed edema cerebrale

– cattive condizioni generali, disidratazione

– dis- o paraproteinemia

– feocromocitoma

I mezzi di contrasto possono promuovere una crisi nei soggetti omozigoti per anemia falciforme dopo somministrazione endovenosa o intraarteriosa.

L’iniezione paravasale accidentale può provocare gonfiore, dolore ed eritema. Questi sintomi generalmente scompaiono senza complicazioni. Il sollevamento della estremità colpita e la compressione fredda ha dimostrato benefici.

Idratazione

Un’adeguata idratazione deve essere assicurata prima e dopo la somministrazione del mezzo di contrasto. Se necessario, il paziente deve essere idratato per via endovenosa fino a completa escrezione del mezzo di contrasto. Ciò si applica specialmente per i pazienti con un preesistente disturbo della funzione renale, dis- e paraproteinemia, diabete mellito, iperuricemia e anche i neonati, lattanti, bambini in età prescolare, anziani e pazienti in cattive condizioni generali. Nei pazienti a rischio deve essere controllato il bilancio idro-elettrolitico e va corretta l’ipocalcemia.

A causa del rischio di disidratazione indotto dai diuretici, la reidratazione con soluzioni elettrolitiche è necessaria per ridurre il rischio di insufficienza renale acuta.

Neonati e bambini

Specialmente i bambini di età inferiore ad 1 anno ed i neonati sono suscettibili di disturbi elettrolitici e variazioni emodinamiche. É consigliata, quindi, cautela in relazione al dosaggio del mezzo di contrasto, alla conduzione dell’indagine e alle condizioni del paziente. Neonati prematuri devono essere monitorati molto attentamente poiché la somministrazione del mezzo di contrasto può causare un ipotiroidismo transitorio.

Nei neonati, e particolarmente in quelli prematuri, si raccomanda di eseguire i test di funzionalità tiroidea (in genere TSH e T4), 7–10 giorni ed 1 mese dopo la somministrazione del mezzo di contrasto visto il rischio di ipotiroidismo dovuto al sovraccarico di iodio.

Reazioni allergiche e anafilattoidi (reazioni di ipersensibilità)

Come per tutti i mezzi di contrasto iodati, dopo somministrazione di Iopamigita 300 mg /ml si possono verificare reazioni ipersensibiliz­zanti non

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allergiche indipendenti dalla dose (pseudoallergiche) di varia intensità e con sintomi eterogenei.

Generalmente queste reazioni si manifestano in forma di sintomi respiratori o cutanei di tipo minore, quali lievi difficoltà respiratorie, eritema, orticaria, prurito o edema facciale. Reazioni gravi quali angioedema, edema della glottide, broncospasmo e shock sono rare. Queste reazioni si manifestano generalmente entro 1 ora dalla somministrazione del mezzo di contrasto. In rari casi, l’ipersensibilità può manifestarsi in forma ritardata (dopo ore o giorni).

Questi eventi non sono prevedibili nel singolo individuo. É tuttavia noto che le reazioni allergiche sono più frequenti nei pazienti con predisposizione allergica e/o con asma bronchiale ed in pazienti con ipersensibilità nota ai mezzi di contrasto.

Nei pazienti con asma bronchiale il rischio di broncospasmo è maggiore. Qualunque somministrazione di mezzo di contrasto deve quindi essere preceduta dalla raccolta dettagliata della storia medica con riferimento ai fattori di rischio menzionati. Nei pazienti con diatesi allergica e nei pazienti con reazioni note di ipersensibilità, è necessaria un’indicazione molto precisa. Nei pazienti a rischio per intolleranze, la premedicazione con antistaminici e/o corticosteroidi è stata proposta. Questi trattamenti possono comunque non prevenire uno shock anafilattico.

Vi è un rischio di allergia di tipo immediata IgE-dipendente all’agente di contrasto.

Misure di emergenza

Indipendentemente dalla quantità e dalla via di somministrazione, sintomi quali angioedema, congiuntiviti, tosse, prurito, rinite, starnuti e orticaria possono essere indicativi di una reazione anafilattoide grave che richiede un trattamento. Il mezzo di contrasto iodato deve essere, quindi, utilizzato solamente quando vi sia la pre-condizione della disponibilità di interventi di emergenza. Questo comprende le attrezzature e i farmaci necessari, un’esperienza medica adeguata ed anche personale esperto. In linea di principio, si devono preparare le misure per un intervento immediato nel caso di una reazione grave e l’attrezzatura ed i materiali necessari in questi casi. In stato di imminente shock, la somministrazione del mezzo di contrasto deve essere sospesa immediatamente e – se necessario – il trattamento endovenoso specifico deve essere iniziato. Una cannula flessibile o catetere in situ (per un immediato accesso alla vena) sono raccomandabili durante l’intera indagine radiologica.

Dopo la somministrazione, il paziente deve essere monitorato per almeno ½ ora, poiché in base alla esperienza il maggior numero di incidenti gravi si verifica entro questo periodo.

Alterata funzione tiroidea

Dal momento che la soluzione contiene iodio e che questo viene liberato dopo somministrazione della soluzione, i mezzi di contrasto iodati influenzano la funzione tiroidea. Ciò può indurre ipertiroidismo o perfino tireotossicosi nei pazienti predisposti. A tal riguardo i pazienti con ipertiroidismo manifesto ma non ancora diagnosticato, i pazienti con ipertiroidismo latente (spesso pazienti con gozzo nodulare) e i pazienti con autonomia funzionale (spesso pazienti anziani di regioni con carenza iodica) sono da considerare a rischio. Se la somministrazione del mezzo di contrasto iodato è programmata nei pazienti che sono potenzialmente a rischio, la funzione tiroidea deve essere esaminata prima dell’indagine per escludere una condizione di ipertiroidismo o autonomia funzionale.

Prima di somministrare un agente di contrasto iodato, occorre accertare che il paziente non stia per sottoporsi ad una scintigrafia tiroidea, ai test di funzionalità tiroidea o ad un trattamento con iodio radioattivo, poiché la somministrazione di agenti di contrasto iodati, indipendente dalla via di somministrazione, interferisce con la determinazione degli ormoni e con la captazione dello iodio da parte della tiroide o di metastasi del cancro tiroideo fino al momento in cui l’escrezione urinaria di iodio non ritorna normale.

Dopo iniezione di un agente di contrasto iodato, vi è anche il rischio di indurre ipotiroidismo. Il rischio di ipotiroidismo è pure presente nei neonati che hanno ricevuto, o la cui madre ha ricevuto, un mezzo di contrasto iodato.

Stati ansiosi

Condizioni di agitazione marcata, ansia o dolore possono aumentare il rischio di effetti collaterali o reazioni da mezzo di contrasto. Può essere somministrato un sedativo in caso di marcata ansia.

Malattie cardiocircolatorie

Pazienti con malattie cardiocircolatorie hanno un rischio maggiore per modificazioni gravi dell’emodinamica e dell’elettrofi­siologia cardiaca (ritmo e conduzione). Ciò si applica particolarmente dopo somministrazione intracoronarica, nel ventricolo destro e sinistro del mezzo di contrasto (vedere paragrafo 4.8). Pazienti con insufficienza cardiaca, coronaropatia severa, angina pectoris instabile, malattia valvolare, pregresso infarto miocardico, bypass coronarico ed ipertensione polmonare sono specialmente predisposti alle reazioni cardiache.

Nei pazienti anziani ed in quelli con preesistenti malattie cardiache, le reazioni con modifiche di tipo ischemico nell’ECG e le aritmie si verificano più frequentemente.

Nei pazienti con insufficienza cardiaca, l’iniezione endovasale del mezzo di contrasto può indurre edema polmonare.

Alterazioni della funzione renale

L’insufficienza renale reversibile può verificarsi. Una storia di malattia renale, pregressa insufficienza renale dopo somministrazione di un mezzo di contrasto, insufficienza renale già presente, nefropatia diabetica, età superiore ai 60 anni, disidratazione, arteriosclerosi avanzata, insufficienza cardiaca scompensata, iniezioni di alte dosi di mezzo di contrasto o iniezioni multiple, somministrazione diretta del mezzo di contrasto nell’arteria renale, esposizione ad altre nefrotossine, ipertensione cronica grave, iperuricemia e paraproteinemia (plasmacitoma, macroglubulinemia) sono i fattori predisponenti.

Sono consigliate le seguenti misure preventive: assicurare una adeguata idratazione prima e durante la somministrazione del mezzo di contrasto, preferibilmente mediante infusione endovasale fino al momento in cui l’escrezione renale del mezzo di contrasto non è completa; evitare l’esposizione aggiuntiva dei reni (medicinali nefrotossici, angioplastica renale, chirurgia maggiore ecc), ridurre la dose fino a quella minima. L’esame ripetuto con mezzo di contrasto deve essere eseguito soltanto quando la funzione renale è ritornata ai valori basali.

I mezzi di contrasto iodati possono essere somministrati a pazienti in dialisi poichè questi sono eliminati nel dializzato.

Diabete mellito

Documento reso disponibile da AIFA il 29/04/2021

Nei pazienti trattati con metformina, poiché la somministrazione intravascolare di iopamidolo può determinare insufficienza renale, il trattamento con metformina deve essere interrotto precedentemente o in concomitanza del trattamento e non deve essere ripreso fino a 48 ore dopo la somministrazione e dopo che la funzione renale sia stata rivalutata e trovata normale (vedere paragrafo 4.5)

Nei pazienti in condizioni di emergenza in cui la funzione renale è alterata o non nota, il medico dovrà soppesare i rischi verso i benefici di un’indagine con mezzo di contrasto e prendere delle precauzioni; sospensione del trattamento con metformina, idratazione, monitoraggio della funzione renale, lattato sierico e pH e sorveglianza del paziente in relazione alla latto-acidosi.

Coagulopatie

Le procedure angiografiche con catetere sono associate al rischio di indurre eventi tromboembolici. In vitro, i mezzi di contrasto non-ionici hanno un più debole effetto inibitorio sulla coagulazione rispetto ai mezzi di contrasto ionici. Durante la caterizzazione, va considerato che, oltre al mezzo di contrasto, numerosi altri fattori possono anche influenzare lo sviluppo di eventi tromboembolici. Questi sono: durata dell’esame, numero di iniezioni, tipo di catetere e materiale della siringa, malattie e terapie concomitanti. Allo scopo di minimizzare il rischio tromboembolico associato all’indagine, occorre procedere all’irrigazione completa e frequente dei cateteri utilizzati, la procedura deve avere la durata minima possibile.

Cautela è consigliata anche nei pazienti con omocistinuria (rischio di indurre tromboembolia).

Disturbi del sistema nervoso centrale

Cautela è consigliata nella somministrazione endovascolare nei pazienti con infarto cerebrale acuto o sanguinamento intracranico acuto e nei pazienti con malattie che provocano alterazioni della barriera ematoencefalica, nei pazienti con edema cerebrale o demielinizzazione acuta. I tumori o le metastasi intracranici e l’epilessia possono indurre una frequenza aumentata di convulsioni dopo la somministrazione del mezzo di contrasto. I sintomi neurologici causati da metastasi, processi degenerative o infiammatori, possono essere aggravati dalla somministrazione dei mezzi di contrasto. L’iniezione endoarteriosa del mezzo di contrasto può indurre vasospasmo con conseguenti fenomeni ischemici cerebrali. Pazienti con malattia cerebrovascolare sintomatica, pregresso ictus o frequenti attacchi ischemici transitori hanno un rischio aumentato di complicazioni neurologiche indotte dal mezzo di contrasto a seguito di iniezione intrarteriosa.

Alcolismo/tos­sicodipendenza

L’alcolismo acuto o cronico può aumentare la permeabilità della barriera emato-encefalica e può così indurre reazioni da mezzo di contrasto a livello del sistema nervosa centrale.

Ulteriori fattori di rischio

Dopo somministrazione del mezzo di contrasto a pazienti con plasmacitoma o paraproteinemia può insorgere insufficienza renale. Assicurare un’idratazione adeguata.

I pazienti con feocromocitoma severo possono sviluppare crisi ipertensive a volte incontrollabili dopo somministrazione endovascolare di mezzo di contrasto. Si raccomanda quindi un pre-trattamento con alfa-bloccanti.

I sintomi di miastenia grave possono essere aggravati dai mezzi di contrasto iodati. Tra i pazienti con malattie autoimmuni sono stati osservati casi di vasculite grave o simili a sindromi di Stevens-Johnson.

Malattie gravi vascolari e malattie neurologiche che sono presenti specialmente nei pazienti anziani, sono fattori di rischio per il verificarsi di reazioni ai mezzi di contrasto.

Nella insufficienza renale grave, una concomitante severa alterazione epatica può indurre un grave ritardo di escrezione del mezzo di contrasto, che a volte può richiedere l’emodialisi.

Le seguenti precauzioni e avvertenze devono essere osservate per i diversi campi di applicazione:

Arteriografia cerebrale

Si raccomanda una cautela particolare nei pazienti con arteriosclerosi avanzata, ipertensione severa, scompenso cardiaco, senilità, pregressa trombosi cerebrale o embolismo ed emicrania poiché possono verificarsi più spesso reazioni cardiovascolari come bradicardia, aumento o diminuzione della pressione arteriosa.

Arteriografia periferica

Nell’arteria in cui verrà iniettato il mezzo di contrasto devono essere presenti le pulsazioni. In caso di tromboangite obliterante o infezione ascendente associate a grave ischemia, l’angiografia deve essere eseguita se è proprio necessario e con particolare cautela.

Arteriografia aortica

A seconda della tecnica utilizzata, può verificarsi un danno dell’aorta e degli organi adiacenti, pleurocentesi, sanguinamento retroperitoneale, danno al midollo spinale e sintomi di paraplegia.

Arteriografia coronarica e ventricolografia

Durante la arteriografia coronarica e la ventricolografia sinistra, possono verificarsi scompenso cardiaco, grave aritmia, ischemia e infarto miocardico.

E’ assolutamente necessario che l’esame sia eseguito da personale specializzato e che sia disponibile l’attrezzatura per l’ECG, gli interventi di rianimazione e cardioversione.

Durante l’esame, l’ECG e le funzioni vitali devono essere monitorate di routine.

Angiocardiografia del ventricolo destro in pazienti pediatrici:

Precauzioni speciali devono essere prese nei neonati cianotici con ipertensione polmonare e disfunzione cardiaca.

Angiografia sovraaortica:

Angiografia sovraaortica deve essere eseguita con cautela speciale durante l’introduzione del catetere. Le pressioni elevate della pompa automatica possono provocare infarto renale, lesioni della midollo spinale, sanguinamenti retroperitoneale, infarto intestinale e necrosi. La funzione renale deve essere misurata al termine della angiografia. In caso di angiografia, le donne devono essere esaminate possibilmente durante la fase pre-ovulatoria del ciclo.

Flebografia

Documento reso disponibile da AIFA il 29/04/2021

Nei pazienti con sospetta trombosi, flebite, ischemia severa, infezione locale o occlusione venosa completa si consiglia una particolare cautela. Per evitare lo stravaso si raccomanda la fluoroscopia a raggi X.

4.5 interazioni con altri medicinali e altre forme di interazione

Trombosi arteriosa è stata riportata quando lo iopamidolo è stato somministrato dopo papaverina.

La somministrazione di un mezzo di contrasto radiologico può indurre una alterazione transitoria della funzione renale che può causare acidosi lattica nei pazienti diabetici trattati con metformina (vedere paragrafo 4.4).

Nei pazienti che assumono beta-bloccanti reazioni di ipersensibilità come la caduta della pressione arteriosa, bradicardia e broncospasmo possono manifestarsi più intensamente, specialmente in presenza di asma bronchiale. In aggiunta bisogna tener presente che i pazienti che prendono beta-bloccanti possono richiedere dosi maggiori di beta-stimolanti poiché potrebbero non rispondere al trattamento standard delle reazioni di ipersensibilità.

I beta-bloccanti, le sostanze vasoattive, gli ACE-inibitori, gli antagonisti del recettore dell’angiotensina: questi medicinali riducono l’efficacia dei meccanismi compensatori che intervengono nelle variazioni di pressione arteriosa. Il medico deve essere informato prima di somministrare un agente di contrasto iodato e deve avere a disposizione l’attrezzatura di rianimazione.

I medicinali che riducono la soglia epilettogena (derivati fenotiazinici, analettici, antidepressivi triciclici, inibitori delle monoamino-ossidasi, neurolettici) possono favorire una crisi epilettica specialmente nei pazienti affetti da epilessia o da un danno focale cerebrale. Se giustificato dal punto di vista medico, il trattamento con questi farmaci deve essere sospeso 48 ore prima e ripreso non prima di 24 ore dopo un’angiografia cerebrale.

Nei pazienti trattati con interferoni e interleuchine, possono insorgere più frequentemente reazioni da mezzo di contrasto quali eritema, febbre e/o sintomi simil-influenzali specie di tipo ritardato. Il motivo di questo non è tuttora noto.

Modificazione dei test diagnostici:

I mezzi di contrasto possono interferire con i test di laboratorio quali bilirubina, proteine o sostanze inorganiche (ferro, rame, calcio, fosfato). Queste sostanze non devono essere determinate nello stesso giorno in cui viene utilizzato il mezzo di contrasto.

In caso di diagnosi e trattamento di malattie tiroidee, bisogna tener presente che la captazione di radio-isotopi da parte della ghiandola tiroidea può essere ridotta dall’uso di mezzi di contrasto iodati per 2–6 settimane. Quando si pianifica una scintigrafia renale con un radioisotopo secreto dai tubuli renali, questa deve essere eseguita preferenzialmente prima della somministrazione dell’agente di contrasto.

4.6 fertilità, gravidanza e allattamento

Documento reso disponibile da AIFA il 29/04/2021

Non vi sono dati adeguati riguardanti l’uso di iopamidolo in donne in gravidanza. Per la tossicità riproduttiva in animali vedere paragrafo 5.3.

Poiché durante la gravidanza l’esposizione ai raggi X deve essere evitata il più possibile, con o senza agente di contrasto, il vantaggio di un esame con raggi X deve essere attentamente valutato.

Oltre all’esposizione del feto alle radiazioni, la valutazione del rapporto rischio-beneficio dell’applicazione di un mezzo di contrasto contenente iodio deve tenere in considerazione la sensibilità della tiroide del feto allo iodio poiché l’eccessivo sovraccarico di iodio derivante dal trattamento della madre con un agente di contrasto contenente iodio può provocare disfunzione della tiroide del feto.

Bassi livelli di agente di contrasto iodato sono secreti nel latte materno. La somministrazione occasionale alla madre è associata a un basso rischio di eventi avversi per il lattante. Comunque, come misura precauzionale, è preferibile sospendere l’allattamento al seno per le 24 ore successive al trattamento con agente di contrasto iodato.

4.7 effetti sulla capacità di guidare veicoli e sull’uso di macchinari

Non sono stati effettuati studi riguardanti gli effetti sulla capacità di guidare veicoli e sull'uso di macchinari.

4.8 effetti indesiderati

Gli effetti indesiderati in relazione all’uso intravascolare dei mezzi di contrasto iodati, sono generalmente lievi o moderati e transitori. Tuttavia, si possono verificare anche reazioni severe ed in alcuni casi minacciose per la vita, che richiedono trattamenti rapidi ed efficaci di emergenza.

Le più comuni reazioni avverse sono l’orticaria, nausea, vomito, prurito e dispnea.

Le reazioni avverse sono riportate in accordo alla seguente scala di frequenza:

Molto comune (≥ 1/10)

Comune (≥ 1/100, < 1/10)

Non comune (≥ 1/1.000, < 1/100)

Raro (≥ 1/10.000, < 1/1.000)

Molto raro (<1/10.000)

non nota (la frequenza non può essere definita sulla base dai dati disponibili)

Sistema

Organico

Effetti indesiderati

Disturbi del sistema immunitario

Comune:

Reazioni allergiche e/o anafilattoidi:

Angioedema, congiuntivite, tosse, prurito, rinite, starnuti e

Documento reso disponibile da AIFA il 29/04/2021

orticaria (queste reazioni, che possono manifestarsi in forma ritardata e indipendente dalla dose somministrata e dalla modalità di somministrazione, possono essere indicative della fase iniziale di uno stato di shock).

Patologie endocrine

Non nota:

Alterazioni del metabolismo con ipertiroidismo manifesto tramite tireotossicosi

Patologie del sistema nervoso

Raro:

Non nota:

Angiografia cerebrale e altre procedure in cui il mezzo di

contrasto entra nella circolazione arteriosa cerebrale ad alte

concentrazioni:

Agitazione, confusione, amnesia, disturbi visivi, uditivi e del linguaggio, crisi epilettiche, scuotimenti, paresi, paralisi, parestesie, fotofobia, cecità transitoria, coma e sonnolenza

Eventi tromboembolici con esiti di ictus

Complicazioni transitorie quali vertigini e cefalea

Patologie cardiac

he

Molti raro:

Disturbi clinicamente rilevanti della pressione arteriosa, frequenza cardiaca, funzione cardiaca e arresto cardiaco.

Patologie vascolari

Raro:

Eventi tromboembolici sono stati segnalati durante gli esami angiografici con catetere, con esiti di infarto miocardico

Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche

Comune:

Raro:

Molto raro:

Alterazioni transitorie della frequenza respiratoria, respiro corto, difficoltà respiratorie come tosse

Broncospasmo, laringospasmo ed edema laringeo

Edema polmonare o arresto respiratorio

Patologie gastrointestinali

Comune:

Raro:

Molto raro:

Nausea, vomito, alterazioni del gusto

Disturbi addominali

Gonfiore delle ghiandole salivari (“orecchioni da iodio”)

Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo

Comune:

Molto raro:

Edema, vampate, orticaria, eruzioni cutanee, prurito ed eritema

Reazioni cutanee tossiche sotto forma di una sindrome mucocutanea (esempio sindrome di Stevens-Johnson e

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sindrome di Lyell). Ad oggi una relazione causale non è stata stabilita.

Patologie renali ed urinarie

Raro:

Alterazioni della funzione renale fino all’insufficienza renale acuta, particolarmente in pazienti con funzione renale già compromessa

Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione

Patologie sistemiche:

Raro:

Reazioni gravi minacciose per la vita (compreso casi fatali) che richiedono un trattamento di emergenza, sono associate con le funzioni vitali del sistema cardiovascolare e sono legate a reazioni del sistema respiratorio e del sistema nervoso.

Molto raro:

Senso di calore, alterazioni della temperatura corporea (febbre), cefalea, sensazioni di malessere, sudorazioni, sensazioni di freddo e reazioni vaso-vagali.

Tromboflebite e trombosi venose

Molto raro:

Condizioni relative alla sede di somministrazione:

Non nota:

Infiammazione e necrosi tissutale.

Stravaso ematico, dolore locale ed edema.

Le reazioni anafilattiche/a­nafilattoidi severe in forma di shock sono caratterizzate da una caduta massiva della pressione arteriosa, tachicardia, dispnea, agitazione, cianosi, pallore, sudorazioni fredde, obnubilamenti o perdita di coscienza e arresto respiratorio e circolatorio. La caduta della pressione arteriosa può anche essere associata a bradicardia (reazione vaso-vagale), che generalmente si trasforma nel tempo in tachicardia.

Segnalazione delle reazioni avverse sospette

La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione all’indirizzo:

4.9 Sovradosaggio

In caso di sovradosaggio accidentale o di disfunzione renale marcata, iopamidolo può essere rimosso dall’organismo mediante dialisi extracorporea.

Se si verifica una reazione indesiderata, la somministrazione di mezzo di contrasto deve essere sospesa immediatamente. Il trattamento è in funzione del quadro clinico. Accanto a misure generali di rianimazione, può essere consigliato un trattamento farmacologico, ad esempio di tipo generale (antistaminici, corticosteroidi, ossigenoterapia), trattamento dei disturbi cardiovascolari (vasopressori, plasma, elettroliti), trattamento

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delle convulsioni (diazepam), trattamento delle crisi tetaniche (calcio gluconato). La funzione renale deve essere monitorata per almeno 3 giorni dopo il sovradosaggio.

Occorre tener presente che nei pazienti che prendono beta-bloccanti, l’adrenalina e l’infusione di liquidi ha minori effetti.

5. proprietà farmacologiche

5.1 proprietà farmacodinamiche

Categoria farmacoterapeutica: mezzi di contrasto radiologici, iodati; idrosolubili, nefrotropici, a bassa osmolarità.

Codice ATC: V08A B04

I raggi X sono assorbiti dagli atomi di iodio in forma stabile. L’effetto contrasto deriva da questo assorbimento.

5.2 proprietà farmacocinetiche

Dopo iniezioni endovenosa, il mezzo di contrasto si distribuisce nello spazio intravascolare ed interstiziale entro pochi minuti e nel contempo viene eliminato per via renale.

Dopo 120 minuti, circa il 50% del mezzo di contrasto iniettato è escreto nelle urine; in caso di insufficienza renale questo intervallo aumenta a seconda del grado di disfunzione.

Per le sue proprietà idrofile, iopamidolo non si lega alle proteine plasmatiche e non penetra le membrane cellulari. Lo iopamidolo non supera la barriera emato-encefalica.

La frazione escreta in via eterotopica è piccola. Nell’animale (cane e coniglio) solo 0,07–0,32% della dose somministrata si ritrova nella bile.

Non vi è evidenza di biotrasformazione.

Il legame con le proteine sieriche è trascurabile.

5.3 dati preclinici di sicurezza

Il valore di LD50 per la somministrazione intravenosa in diverse specie animali è approssimativamente 15–35 volte della dose clinica massima.

Tossicità riproduttiva

Non vi è evidenza di un potenziale teratogenico di iopamidolo. Dosi superiori a 1.5 g iodio/kg/die hanno evidenziato effetti embriotossici nel ratto ed un ridotto numero di feti vitali e del peso fetale. Un ridotto peso dei feti è stato osservato anche nel coniglio con una dose di 2 g iodio/kg/die. La fertilità dei ratti e lo sviluppo peri- e post-natale della discendenza non è stato influenzata. Tuttavia disturbi reversibili della spermatogenesi sono stati osservati nel topo dopo applicazione singola di iopamidolo.

Potenziale mutagenico

Iopamidolo non ha evidenziato effetti mutageni in una serie di test in vitro ed in vivo.

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6. informazioni farmaceutiche

6.1 elenco degli eccipienti

Trometamolo

Sodio calcio edetato (diidrato)

Acqua per preparazioni iniettabili

Acido cloridrico 36% (per aggiustare il pH)

6.2 incompatibilità

In assenza di studi di incompatibilità, questo medicinale non deve essere miscelato con altri prodotti.

6.3 periodo di validità

3 anni.

Una volta aperto:

non refrigerare o congelare.

La stabilità chimico fisica in uso è stata dimostrata per 24 ore a 25°C.

Dal punto di vista microbiologico, salvo che il metodo di apertura precluda il rischio di contaminazione microbica, il prodotto deve essere usato immediatamente.

Se non viene utilizzato immediatamente, i tempi e le condizioni di conservazione sono responsabilità dell'utilizzatore Il contenuto non usato per un paziente per una singola investigazione così come il contenuto del flaconcino da 500 ml non usato entro 24 ore per due investigazioni su un singolo paziente deve essere scartato.

6.4 precauzioni particolari per la conservazione

Conservare nella confezioni originale per proteggere il medicinale dalla luce. Proteggere il prodotto dai raggi X.

Non refrigerare o congelare.

Per le condizioni di conservazione del medicinale ricostituito, vedere il paragrafo 6.3.

6.5 natura e contenuto del contenitore

Iopamigita 300 mg/ml soluzione iniettabile – per infusione è disponibile nelle seguenti confezioni:

– flaconcini vetro tipo I con tappo di gomma bromobutilica e capsula di alluminio per uso singolo

20 ml soluzione iniettabile – per infusione, 10 e 30 flaconcini.

– flaconcini vetro tipo II con tappo di gomma in bromobutile e capsula di alluminio per singola somministrazione

50 ml soluzione iniettabile/ per infusione, 10 e 30 flaconcini.

75 ml soluzione iniettabile/ per infusione, 10 e 30 flaconcini

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100 ml soluzione iniettabile/ per infusione,

200 ml soluzione iniettabile/ per infusione,

500 ml soluzione iniettabile/ per infusione,

10 e 30 flaconcini

10 e 20 flaconcini

1 e 6 flaconcini

E’ possibile che non tutte le confezioni siano commercializzate.

6.6 precauzioni particolari per lo smaltimento e la manipolazione

Ciascun flaconcino è per l’uso di un singolo paziente.

Prima dell’uso la soluzione deve essere ispezionata visivamente. Solo soluzioni prive di evidenti segni di deterioramento o presenza di particelle devono essere usate.

La parte del medicinale non usata ed il materiale ad esso connesso deve essere eliminato in accordo alle normative locali vigenti.

I mezzi di contrasto iodati possono reagire a contatto con le superfici metalliche contenenti rame (esempio ottone).

Pertanto si deve evitare l'impiego di apparecchi in cui il prodotto entra in contatto diretto con queste superfici.

7. titolare dell’autorizzazione all’immissione in commercio

Agfa HealthCare Imaging Agents GmbH

Am Coloneum 4

50829 Köln

Germania

Tel: + 49 221 5717–660

Fax: + 49 221 5717–1051

E-mail:

8. NUMERI DELL’AUTORIZZAZIONE ALL’IMMISSIONE IN COMMERCIO

039534019 – 300 mg/ml soluzione iniettabile / per infusione, 10 flaconcini monouso in vetro tipo I da 20 ml

039534021 – 300 mg/ml soluzione iniettabile / per infusione, 30 flaconcini monouso in vetro tipo I da 20 ml

039534033 – 300 mg/ml soluzione iniettabile / per infusione, 10 flaconcini monouso in vetro tipo II da 50 ml

039534045 – 300 mg/ml soluzione iniettabile / per infusione, 30 flaconcini monouso in vetro tipo II da 50 ml

039534058 – 300 mg/ml soluzione iniettabile / per infusione, 10 flaconcini monouso in vetro tipo II da 75 ml

039534060 – 300 mg/ml soluzione iniettabile / per infusione, 30 flaconcini monouso in vetro tipo II da 75 ml

039534072 – 300 mg/ml soluzione iniettabile / per infusione, 10 flaconcini monouso in vetro tipo II da 100 ml

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039534084 – 300 mg/ml soluzione iniettabile / per infusione, 30 flaconcini monouso in vetro tipo II da 100 ml

039534096– 300 mg/ml soluzione iniettabile / per infusione, 10 flaconcini monouso in vetro tipo II da 200 ml

039534108 – 300 mg/ml soluzione iniettabile / per infusione, 20 flaconcini

monouso in vetro tipo II da 200 ml

039534211 – 300 mg/ml soluzione iniettabile / per infusione, 1 flaconcino

monouso in vetro tipo II da 500 ml

039534223 – 300 mg/ml soluzione iniettabile / per infusione, 6 flaconcini monouso in vetro tipo II da 500 ml

9. data della prima autorizzazione/rinnovo dell’autorizzazione

RIASSUNTO DELLE CARATTERISTICHE DI PRODOTTO

Iopamigita 370 mg/ml soluzione iniettabile/ per infusione

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2. composizione qualitativa e quantitativa

1 ml di soluzione contiene: iopamidolo 755,2 mg, equivalente a iodio 370 mg

Un flaconcino da 20 ml di soluzione contiene iopamidolo 15.104 mg, equivalente a iodio 7.400 mg.

Un flaconcino da 50 ml di soluzione contiene iopamidolo 37.760 mg, equivalente a iodio 18.500 mg.

Un flaconcino da 75 ml di soluzione contiene iopamidolo 56.640 mg, equivalente a iodio 27.750 mg.

Un flaconcino da 100 ml di soluzione contiene iopamidolo 75.520 mg, equivalente a iodio 37.000 mg.

Un flaconcino da 200 ml di soluzione contiene iopamidolo 151.040 mg, equivalente a iodio 74.000 mg.

Eccipiente con effetto noto: contiene circa 0,059 mg di sodio per 1 ml.

Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.

3. forma farmaceutica

Soluzione iniettabile/ per infusione

Soluzione limpida, trasparente o lievemente giallognola

6,5 – 7,5

835

544

2,08

13,25

12,5

pH

Osmolalità a 37°C [mOsm/kg]

Osmolarità a 37°C [mOsm/l]

Pressione Osmotica 37°C

[MPa]

Viscosità [mPa.s]

20°C

37°C

4. informazioni cliniche

4.1 indicazioni terapeutiche

Arteriografia, angiocardiografia, angiografia endovenosa a sottrazione digitale (i.v. DSA), potenziamento del contrasto in tomografia computerizzata (TC).

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Medicinale solo per uso diagnostico.

4.2 posologia e modo di somministrazione

Per uso endovenoso e intrarterioso (iniezione e infusione).

Iopamigita è un agente diagnostico per singola somministrazione da utilizzare nelle indicazioni previste. Sono possibili somministrazioni multiple o esami ripetuti.

Modo di somministrazione

La dose è in funzione della metodica di esame, età, peso, funzionalità cardiaca, condizioni generali del paziente e delle tecniche utilizzate. Generalmente, si utilizzano gli stessi volumi e concentrazioni di iodio degli altri mezzi di contrasto radiologici iodati non ionici. Deve essere utilizzata la dose minima per raggiungere il risultato diagnostico desiderato.

Nella funzionalità renale ridotta, insufficienza cardio-circolatoria e nei pazienti con condizioni generali compromesse, la dose del mezzo di contrasto deve essere la più bassa possibile (vedere paragrafo 4.4). In questi pazienti si consiglia di monitorare la funzione renale per almeno 3 giorni dopo l’esame. Particolare cautela è richiesta in pazienti con concomitante insufficienza epatica e renale, poiché questa condizione aumenta il rischio di ritenzione del mezzo di contrasto.

Il mezzo di contrasto deve essere riscaldato portandolo alla temperatura corporea prima della somministrazione. L’esperienza clinica ha dimostrato che il mezzo di contrasto riscaldato è meglio tollerato.

In linea di principio, il mezzo di contrasto deve essere aspirato nella siringa immediatamente prima dell’uso. Al fine di minimizzare il rischio tromboembolico associato all’esame, il tempo di contatto tra il sangue ed il mezzo di contrasto deve essere il più breve possibile.

Bisogna prestare attenzione alla tecnica angiografia accurata ed al frequente lavaggio del catetere con soluzione iniettabile di sodio cloruro 9 mg/ml (0,9%) (se necessario, aggiungere eparina).

Il mezzo di contrasto deve essere somministrato nel paziente disteso. Un rapido riposizionamento della iniezione/infusione deve essere disponibile in caso di emergenza. Un accesso venoso sicuro deve essere inserito prima dell’esame in caso di possibile emergenza. Come nel caso dei mezzi di contrasto contenenti iodio, Iopamigita può solamente essere utilizzato in tutte le indagini diagnostiche se sono disponibili le attrezzature per il trattamento di rianimazione e i medicinali di emergenza.

Dopo l’esame il paziente deve essere tenuto sotto osservazione per almeno 30 minuti, intervallo di tempo in cui si verifica la maggior parte degli effetti indesiderati. Tutto il personale medico ed infermieristico deve essere informato delle reazioni avverse e delle misure generali e di emergenza.

Raccomandazioni dietetiche:

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Il paziente deve essere a digiuno da 2 ore prima dell’indagine allo scopo di ridurre il rischio di aspirazione, poiché la nausea ed il vomito sono possibili reazioni avverse note.

Pre-test:

L’uso di piccole dosi di mezzo di contrasto allo scopo di testare l’ipersensibilità non è raccomandato, poiché il pre-test non dà un risultato significativo e può occasionalmente provocare reazioni gravi, a volte fatali, di ipersensibilità.

La dose per i bambini, se non indicata in altro modo, dipende dalla loro età e peso ed è definita dal medico presente.

Questo medicinale deve essere esclusivamente somministrato dal personale autorizzato.

Posologia

Le seguenti raccomandazioni posologiche sono basate sulla esperienza generale con i mezzi di contrasto radiologici non ionici e sugli studi clinici eseguiti con iopamidolo.

Il volume totale da somministrare non deve essere superiore a 250 ml.

Campo di applicazione

Arteriografia

Altre, non cerebrale

Volume

Angiografia

Angiografia a sottrazione digitale

Adulti: dose massima 250 ml. Il volume della singola iniezione dipende dalla regione vascolare da esaminare

Bambini: dipende dal peso corporeo e dall’età

Adulti: 30–40 ml. Dose massima 250 ml. Il volume della singola iniezione dipende dalla regione vascolare da esaminare

Bambini: dipende dal peso corporeo e dall’età.

Angiocardiografia

Angiografia coronarica

Adulti: dose massima 250 ml.

Il volume della singola iniezione dipende dalla regione vascolare da esaminare

Bambini: dipende dal peso corporeo e dall’età. 4–10 ml/arteria, da ripetere se necessario

Angiografia endovenosa generale a sottrazione digitale (e.v. DSA)

Adulti: 30–40 ml, da ripetere se necessario

Bambini: dipende dal peso corporeo e dall’età.

Tomografia computerizzata (TC)

Adulti: 1–2 ml/kg peso corporeo

Bambini: dipende dal peso corporeo e dall’età.

La dose massima per Iopamigita 370 mg /ml è 1,5 ml/kg peso corporeo.

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Tomografia computerizzata:

Iopamigita 370 mg/ml deve essere somministrata per iniezione endovenosa rapida, utilizzando possibilmente un iniettore ad alta pressione. Può essere iniettata anche mediante infusione manuale lenta, in particolare per magnificare il sistema nervoso centrale dove un’attesa di 5–10 minuti è necessaria prima di prendere le immagini. Nella TC spirale, specialmente con la tecnica multi-strato, molte informazioni vengono raccolte nella fase in cui il respiro viene trattenuto. Per ottimizzare l’effetto dell’iniezione endovenosa in bolo nella regione esaminata (accumulo tempo-dipendente nella presunta area patologica), si raccomanda la somministrazione in bolo e l’uso di un iniettore automatico ad alta pressione.

Le dosi e la velocità di somministrazione del mezzo di contrasto per la TC dipendono dagli organi da esaminare, dal quesito diagnostico e specialmente dalle caratteristiche della macchina a disposizione (tempi di scansione e di formazione dell’immagine). Le infusioni sono raccomandate per macchine a scansione lenta, le iniezioni in bolo per macchine a scansione rapida.

Se questo medicinale viene utilizzato con un sistema di iniezione automatica, l’adeguatezza dello strumento deve essere comprovata dal produttore del dispositivo medico. Le istruzioni d’uso di dispositivi medici devono essere seguite in modo preciso. Nei lattanti e nei bambini più piccoli i sistemi di iniezione automatica non devono essere usati.

4.3 controindicazioni

Ipertiroidismo manifesto.

Ipersensibilità al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti

Storia di reazione cutanea maggiore di tipo immediato o ritardato a iopamidolo iniettato (vedere paragrafo 4.8).

4.4 avvertenze speciali e precauzioni di impiego

Questo medicinale contiene circa 0,059 mg di sodio per millilitro (ml).

Da tenere in considerazione in persone che seguono una dieta a basso contenuto di sodio.

Iopamigita deve essere utilizzato soltanto dopo una precisa indicazione clinica considerando i possibili fattori di rischio del paziente esaminato.

Nei seguenti pazienti è richiesta una indicazione precisa ed una cautela particolare:

– predisposizione nota a reazioni allergiche

– ipertiroidismo latente, gozzo eutiroideo

– danno renale o grave disfunzione epatica

– grave malattia cardiovascolare

– asma bronchiale

– diabete mellito

– disturbi convulsivi

– arteriosclerosi cerebrale avanzata

– infarto cerebrale acuto

– emorragia intracranica acuta o condizioni accompagnate da disfunzione della barriera emato-encefalica ed edema cerebrale

– cattive condizioni generali, disidratazione

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dis- o paraproteinemia feocromocitoma

I mezzi di contrasto possono promuovere una crisi nei soggetti omozigoti per anemia falciforme dopo somministrazione endovenosa o intraarteriosa.

L’iniezione paravasale accidentale può provocare gonfiore, dolore ed eritema. Questi sintomi generalmente scompaiono senza complicazioni. Il sollevamento della estremità colpita e la compressione fredda ha dimostrato benefici.

Idratazione

Un’adeguata idratazione deve essere assicurata prima e dopo la somministrazione del mezzo di contrasto. Se necessario, il paziente deve essere idratato per via endovenosa fino a completa escrezione del mezzo di contrasto. Ciò si applica specialmente per i pazienti con un preesistente disturbo della funzione renale, dis- e paraproteinemia, diabete mellito, iperuricemia e anche i neonati, lattanti, bambini in età prescolare, anziani e pazienti in cattive condizioni generali. Nei pazienti a rischio deve essere controllato il bilancio idro-elettrolitico e va corretta l’ipocalcemia.

A causa del rischio di disidratazione indotto dai diuretici, la reidratazione con soluzioni elettrolitiche è necessaria per ridurre il rischio di insufficienza renale acuta.

Neonati e bambini

Specialmente i bambini di età inferiore ad 1 anno ed i neonati sono suscettibili di disturbi elettrolitici e variazioni emodinamiche. É consigliata quindi cautela in relazione al dosaggio del mezzo di contrasto, alla conduzione dell’indagine e alle condizioni del paziente. Neonati prematuri devono essere monitorati molto attentamente poiché la somministrazione del mezzo di contrasto può causare un ipotiroidismo transitorio.

Nei neonati, e particolarmente in quelli prematuri, si raccomanda di eseguire i test di funzionalità tiroidea (in genere TSH e T4), 7–10 giorni ed 1 mese dopo la somministrazione del mezzo di contrasto visto il rischio di ipotiroidismo dovuto al sovraccarico di iodio.

Reazioni allergiche e anafilattoidi (reazioni di ipersensibilità)

Come per tutti i mezzi di contrasto iodati, dopo somministrazione di Iopamigita 370 mg /ml si possono verificare reazioni ipersensibilizzanti non allergiche indipendenti dalla dose (pseudoallergiche) di varia intensità e con sintomi eterogenei.

Generalmente queste reazioni si manifestano in forma di sintomi respiratori o cutanei di tipo minore, quali lievi difficoltà respiratorie, eritema, orticaria, prurito o edema facciale. Reazioni gravi quali angioedema, edema della glottide, broncospasmo e shock sono rare. Queste reazioni si manifestano generalmente entro 1 ora dalla somministrazione del mezzo di contrasto. In rari casi, l’ipersensibilità può manifestarsi in forma ritardata (dopo ore o giorni).

Questi eventi non sono prevedibili nel singolo individuo. É tuttavia noto che le reazioni allergiche sono più frequenti nei pazienti con predisposizione allergica e/o con asma bronchiale ed in pazienti con ipersensibilità nota ai mezzi di contrasto.

Nei pazienti con asma bronchiale il rischio di broncospasmo è maggiore. Qualunque somministrazione di mezzo di contrasto deve quindi essere

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preceduta dalla raccolta dettagliata della storia medica con riferimento ai fattori di rischio menzionati. Nei pazienti con diatesi allergica e nei pazienti con reazioni note di ipersensibilità, è necessaria un’indicazione molto precisa. Nei pazienti a rischio per intolleranze, la premedicazione con antistaminici e/o corticosteroidi è stata proposta. Questi trattamenti possono comunque non prevenire uno shock anafilattico.

Vi è un rischio di allergia di tipo immediata IgE-dipendente all’agente di contrasto.

Misure di emergenza

Indipendentemente dalla quantità e dalla via di somministrazione, sintomi quali angioedema, congiuntiviti, tosse, prurito, rinite, starnuti e orticaria possono essere indicativi di una reazione anafilattoide grave che richiede un trattamento. Il mezzo di contrasto iodato deve essere quindi utilizzato solamente quando vi sia la pre-condizione della disponibilità di interventi di emergenza. Questo comprende le attrezzature e i farmaci necessari, un’esperienza medica adeguata ed anche personale esperto. In linea di principio, si devono preparare le misure per un intervento immediato nel caso di una reazione grave e l’attrezzatura ed i materiali necessari in questi casi. In stato di imminente shock, la somministrazione del mezzo di contrasto deve essere sospesa immediatamente e – se necessario – il trattamento endovenoso specifico deve essere iniziato. Una cannula flessibile o catetere in situ (per un immediato accesso alla vena) sono raccomandabili durante l’intera indagine radiologica.

Dopo la somministrazione, il paziente deve essere monitorato per almeno ½ ora, poiché in base alla esperienza il maggior numero di incidenti gravi si verifica entro questo periodo.

Alterata funzione tiroidea

Dal momento che la soluzione contiene iodio e che questo viene liberato dopo somministrazione della soluzione, i mezzi di contrasto iodati influenzano la funzione tiroidea. Ciò può indurre ipertiroidismo o perfino tireotossicosi nei pazienti predisposti. A tal riguardo i pazienti con ipertiroidismo manifesto ma non ancora diagnosticato, i pazienti con ipertiroidismo latente (spesso pazienti con gozzo nodulare) e i pazienti con autonomia funzionale (spesso pazienti anziani di regioni con carenza iodica) sono da considerare a rischio. Se la somministrazione del mezzo di contrasto iodato è programmata nei pazienti che sono potenzialmente a rischio, la funzione tiroidea deve essere esaminata prima dell’indagine per escludere una condizione di ipertiroidismo o autonomia funzionale.

Prima di somministrare un agente di contrasto iodato, occorre accertare che il paziente non stia per sottoporsi ad una scintigrafia tiroidea, ai test di funzionalità tiroidea o ad un trattamento con iodio radioattivo, poiché la somministrazione di agenti di contrasto iodati, indipendente dalla via di somministrazione, interferisce con la determinazione degli ormoni e con la captazione dello iodio da parte della tiroide o di metastasi del cancro tiroideo fino al momento in cui l’escrezione urinaria di iodio non ritorna normale.

Dopo iniezione di un agente di contrasto iodato, vi è anche il rischio di indurre ipotiroidismo. Il rischio di ipotiroidismo è pure presente nei neonati che hanno ricevuto, o la cui madre ha ricevuto, un mezzo di contrasto iodato.

Stati ansiosi

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Condizioni di agitazione marcata, ansia o dolore possono aumentare il rischio di effetti collaterali o reazioni da mezzo di contrasto. Può essere somministrato un sedativo in caso di marcata ansia.

Malattie cardiocircolatorie

Pazienti con malattie cardiocircolatorie hanno un rischio maggiore per modificazioni gravi dell’emodinamica e dell’elettrofi­siologia cardiaca (ritmo e conduzione). Ciò si applica particolarmente dopo somministrazione intracoronarica, nel ventricolo destro e sinistro del mezzo di contrasto (vedere paragrafo 4.8). Pazienti con insufficienza cardiaca, coronaropatia severa, angina pectoris instabile, malattia valvolare, pregresso infarto miocardico, bypass coronarico ed ipertensione polmonare sono specialmente predisposti alle reazioni cardiache.

Nei pazienti anziani ed in quelli con preesistenti malattie cardiache, le reazioni con modifiche di tipo ischemico nell’ECG e le aritmie si verificano più frequentemente.

Nei pazienti con insufficienza cardiaca, l’iniezione endovasale del mezzo di contrasto può indurre edema polmonare.

Alterazioni della funzione renale

L’insufficienza renale reversibile può verificarsi. Una storia di malattia renale, pregressa insufficienza renale dopo somministrazione di un mezzo di contrasto, insufficienza renale già presente, nefropatia diabetica, età superiore ai 60 anni, disidratazione, arteriosclerosi avanzata, insufficienza cardiaca scompensata, iniezioni di alte dosi di mezzo di contrasto o iniezioni multiple, somministrazione diretta del mezzo di contrasto nell’arteria renale, esposizione ad altre nefrotossine, ipertensione cronica grave, iperuricemia e paraproteinemia (plasmacitoma, macroglubulinemia) sono i fattori predisponenti.

Sono consigliate le seguenti misure preventive: assicurare una adeguata idratazione prima e durante la somministrazione del mezzo di contrasto, preferibilmente mediante infusione endovasale fino al momento in cui l’escrezione renale del mezzo di contrasto non è completa; evitare l’esposizione aggiuntiva dei reni (medicinali nefrotossici, angioplastica renale, chirurgia maggiore ecc), ridurre la dose fino a quella minima. L’esame ripetuto con mezzo di contrasto deve essere eseguito soltanto quando la funzione renale è ritornata ai valori basali.

I mezzi di contrasto iodati possono essere somministrati a pazienti in dialisi poichè questi sono eliminati nel dializzato.

Diabete mellito

Nei pazienti trattati con metformina, poiché la somministrazione intravascolare di iopamidolo può determinare insufficienza renale, il trattamento con metformina deve essere interrotto precedentemente o in concomitanza del trattamento e non deve essere ripreso fino a 48 ore dopo la somministrazione e dopo che la funzione renale sia stata rivalutata e trovata normale (vedere paragrafo 4.5)

Nei pazienti in condizioni di emergenza in cui la funzione renale è alterata o non nota, il medico dovrà soppesare i rischi verso i benefici di un’indagine con mezzo di contrasto e prendere delle precauzioni; sospensione del trattamento con metformina, idratazione, monitoraggio della funzione renale, lattato sierico e pH e sorveglianza del paziente in relazione alla latto-acidosi.

Coagulopatie

Documento reso disponibile da AIFA il 29/04/2021

Le procedure angiografiche con catetere sono associate al rischio di indurre eventi tromboembolici. In vitro, i mezzi di contrasto non-ionici hanno un più debole effetto inibitorio sulla coagulazione rispetto ai mezzi di contrasto ionici. Durante la caterizzazione, va considerato che, oltre al mezzo di contrasto, numerosi altri fattori possono anche influenzare lo sviluppo di eventi tromboembolici. Questi sono: durata dell’esame, numero di iniezioni, tipo di catetere e materiale della siringa, malattie e terapie concomitanti. Allo scopo di minimizzare il rischio tromboembolico associato all’indagine, occorre procedere all’irrigazione completa e frequente dei cateteri utilizzati, la procedura deve avere la durata minima possibile.

Cautela è consigliata anche nei pazienti con omocistinuria (rischio di indurre tromboembolia).

Disturbi del sistema nervoso centrale

Cautela è consigliata nella somministrazione endovascolare nei pazienti con infarto cerebrale acuto o sanguinamento intracranico acuto e nei pazienti con malattie che provocano alterazioni della barriera ematoencefalica, nei pazienti con edema cerebrale o demielinizzazione acuta. I tumori o le metastasi intracranici e l’epilessia possono indurre una frequenza aumentata di convulsioni dopo la somministrazione del mezzo di contrasto. I sintomi neurologici causati da metastasi, processi degenerative o infiammatori, possono essere aggravati dalla somministrazione dei mezzi di contrasto. L’iniezione endoarteriosa del mezzo di contrasto può indurre vasospasmo con conseguenti fenomeni ischemici cerebrali. Pazienti con malattia cerebrovascolare sintomatica, pregresso ictus o frequenti attacchi ischemici transitori hanno un rischio aumentato di complicazioni neurologiche indotte dal mezzo di contrasto a seguito di iniezione intrarteriosa.

Alcolismo/tos­sicodipendenza

L’alcolismo acuto o cronico può aumentare la permeabilità della barriera emato-encefalica e può così indurre reazioni da mezzo di contrasto a livello del sistema nervosa centrale.

Ulteriori fattori di rischio

Dopo somministrazione del mezzo di contrasto a pazienti con plasmacitoma o paraproteinemia può insorgere insufficienza renale. Assicurare un’idratazione adeguata.

I pazienti con feocromocitoma severo possono sviluppare crisi ipertensive a volte incontrollabili dopo somministrazione endovascolare di mezzo di contrasto. Si raccomanda quindi un pre-trattamento con alfa-bloccanti.

I sintomi di miastenia grave possono essere aggravati dai mezzi di contrasto iodati. Tra i pazienti con malattie autoimmuni sono stati osservati casi di vasculite grave o simili a sindromi di Stevens-Johnson.

Malattie gravi vascolari e malattie neurologiche che sono presenti specialmente nei pazienti anziani, sono fattori di rischio per il verificarsi di reazioni ai mezzi di contrasto.

Nella insufficienza renale grave, una concomitante severa alterazione epatica può indurre un grave ritardo di escrezione del mezzo di contrasto, che a volte può richiedere l’emodialisi.

Le seguenti precauzioni e avvertenze devono essere osservate per i diversi campi di applicazione:

Arteriografia cerebrale

Si raccomanda una cautela particolare nei pazienti con arteriosclerosi avanzata, ipertensione severa, scompenso cardiaco, senilità, pregressa trombosi cerebrale o embolismo ed emicrania poiché possono verificarsi più spesso reazioni cardiovascolari come bradicardia, aumento o diminuzione della pressione arteriosa.

Arteriografia periferica

Nell’arteria in cui verrà iniettato il mezzo di contrasto devono essere presenti le pulsazioni. In caso di tromboangite obliterante o infezione ascendente associate a grave ischemia, l’angiografia deve essere eseguita se è proprio necessario e con particolare cautela.

Arteriografia aortica

A seconda della tecnica utilizzata, può verificarsi un danno dell’aorta e degli organi adiacenti, pleurocentesi, sanguinamento retroperitoneale, danno al midollo spinale e sintomi di paraplegia.

Arteriografia coronarica e ventricolografia

Durante la arteriografia coronarica e la ventricolografia sinistra, possono verificarsi scompenso cardiaco, grave aritmia, ischemia e infarto miocardico.

E’ assolutamente necessario che l’esame sia eseguito da personale specializzato e che sia disponibile l’attrezzatura per l’ECG, gli interventi di rianimazione e cardioversione.

Durante l’esame, l’ECG e le funzioni vitali devono essere monitorate di routine.

Angiocardiografia del ventricolo destro in pazienti pediatrici:

Precauzioni speciali devono essere prese nei neonati cianotici con ipertensione polmonare e disfunzione cardiaca.

Angiografia sovraaortica:

Angiografia sovraaortica deve essere eseguita con cautela speciale durante l’introduzione del catetere. Le pressioni elevate della pompa automatica possono provocare infarto renale, lesioni della midollo spinale, sanguinamenti retroperitoneale, infarto intestinale e necrosi. La funzione renale deve essere misurata al termine della angiografia. In caso di angiografia, le donne devono essere esaminate possibilmente durante la fase pre-ovulatoria del ciclo.

4.5 interazioni con altri medicinali e altre forme di interazione

Trombosi arteriosa è stata riportata quando lo iopamidolo è stato somministrato dopo papaverina.

La somministrazione di un mezzo di contrasto radiologico può indurre una alterazione transitoria della funzione renale che può causare acidosi lattica nei pazienti diabetici trattati con metformina (vedere paragrafo 4.4).

Nei pazienti che assumono beta-bloccanti reazioni di ipersensibilità come la caduta della pressione arteriosa, bradicardia e broncospasmo possono manifestarsi più intensamente, specialmente in presenza di asma bronchiale. In aggiunta bisogna tener presente che i pazienti che prendono beta-bloccanti possono richiedere dosi maggiori di beta-stimolanti poiché

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potrebbero non rispondere al trattamento standard delle reazioni di ipersensibilità.

I beta-bloccanti, le sostanze vasoattive, gli ACE-inibitori, gli antagonisti del recettore dell’angiotensina: questi medicinali riducono l’efficacia dei meccanismi compensatori che intervengono nelle variazioni di pressione arteriosa. Il medico deve essere informato prima di somministrare un agente di contrasto iodato e deve avere a disposizione l’attrezzatura di rianimazione.

I medicinali che riducono la soglia epilettogena (derivati fenotiazinici, analettici, antidepressivi triciclici, inibitori delle monoamino-ossidasi, neurolettici) possono favorire una crisi epilettica specialmente nei pazienti affetti da epilessia o da un danno focale cerebrale. Se giustificato dal punto di vista medico, il trattamento con questi farmaci deve essere sospeso 48 ore prima e ripreso non prima di 24 ore dopo un’angiografia cerebrale.

Nei pazienti trattati con interferoni e interleuchine, possono insorgere più frequentemente reazioni da mezzo di contrasto quali eritema, febbre e/o sintomi simil-influenzali specie di tipo ritardato. Il motivo di questo non è tuttora noto.

Modificazione dei test diagnostici:

I mezzi di contrasto possono interferire con i test di laboratorio quali bilirubina, proteine o sostanze inorganiche (ferro, rame, calcio, fosfato). Queste sostanze non devono essere determinate nello stesso giorno in cui viene utilizzato il mezzo di contrasto.

In caso di diagnosi e trattamento di malattie tiroidee, bisogna tener presente che la captazione di radio-isotopi da parte della ghiandola tiroidea può essere ridotta dall’uso di mezzi di contrasto iodati per 2–6 settimane. Quando si pianifica una scintigrafia renale con un radioisotopo secreto dai tubuli renali, questa deve essere eseguita preferenzialmente prima della somministrazione dell’agente di contrasto.

4.6 fertilità, gravidanza e allattamento

Non vi sono dati adeguati riguardanti l’uso di iopamidolo in donne in gravidanza. Per la tossicità riproduttiva in animali vedere paragrafo 5.3.

Poiché durante la gravidanza l’esposizione ai raggi X deve essere evitata il più possibile, con o senza agente di contrasto, il vantaggio di un esame con raggi X deve essere attentamente valutato.

Oltre all’esposizione del feto alle radiazioni, la valutazione del rapporto rischio-beneficio dell’applicazione di un mezzo di contrasto contenente iodio deve tenere in considerazione la sensibilità della tiroide del feto allo iodio poiché l’eccessivo sovraccarico di iodio derivante dal trattamento della madre con un agente di contrasto contenente iodio può provocare disfunzione della tiroide del feto.

Bassi livelli di agente di contrasto iodato sono secreti nel latte materno. La somministrazione occasionale alla madre è associata a un basso rischio di eventi avversi per il lattante. Comunque, come misura precauzionale, è preferibile sospendere l’allattamento al seno per le 24 ore successive al trattamento con agente di contrasto iodato.

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4.7 effetti sulla capacità di guidare veicoli e sull’uso di macchinari

Non sono stati effettuati studi riguardanti gli effetti sulla capacità di guidare veicoli e sull'uso di macchinari.

4.9 effetti indesiderati

Gli effetti indesiderati in relazione all’uso intravascolare dei mezzi di contrasto iodati, sono generalmente lievi o moderati e transitori. Tuttavia, si possono verificare anche reazioni severe ed in alcuni casi minacciose per la vita, che richiedono trattamenti rapidi ed efficaci di emergenza.

Le più comuni reazioni avverse sono l’orticaria, nausea, vomito, prurito e dispnea.

Le reazioni avverse sono riportate in accordo alla seguente scala di frequenza:

Molto comune (≥ 1/10)

Comune (≥ 1/100, < 1/10)

Non comune (≥ 1/1.000, < 1/100)

Raro (≥ 1/10.000, < 1/1.000)

Molto raro (<1/10.000)

non nota (la frequenza non può essere definita sulla base dai dati disponibili)

Sistema

Organico

Effetti indesiderati

Disturbi del sistema immunitario

Comune:

Reazioni allergiche e/o anafilattoidi:

Angioedema, congiuntivite, tosse, prurito, rinite, starnuti e orticaria (queste reazioni, che possono manifestarsi in forma ritardata e indipendente dalla dose somministrata e dalla modalità di somministrazione, possono essere indicative della fase iniziale di uno stato di shock).

Patologie endocrine

Non nota:

Alterazioni del metabolismo con ipertiroidismo manifesto tramite tireotossicosi

Patologie del sistema nervoso

Raro:

Angiografia cerebrale e altre procedure in cui il mezzo di

contrasto entra nella circolazione arteriosa cerebrale ad alte

concentrazioni:

Agitazione, confusione, amnesia, disturbi visivi, uditivi e del linguaggio, crisi epilettiche, scuotimenti, paresi, paralisi, parestesie, fotofobia, cecità transitoria, coma e sonnolenza

Eventi tromboembolici con esiti di ictus

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Non nota:

Complicazioni transitorie quali vertigini e cefalea

Patologie cardiac

he

Molti raro:

Disturbi clinicamente rilevanti della pressione arteriosa, frequenza cardiaca, funzione cardiaca e arresto cardiaco.

Patologie vascolari

Raro:

Eventi tromboembolici sono stati segnalati durante gli esami angiografici con catetere, con esiti di infarto miocardico

Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche

Comune:

Alterazioni transitorie della frequenza respiratoria, respiro corto, difficoltà respiratorie come tosse

Raro:

Broncospasmo, laringospasmo ed edema laringeo

Molto raro:

Edema polmonare o arresto respiratorio

Patologie gastrointestinali

Comune:

Nausea, vomito, alterazioni del gusto

Raro:

Disturbi addominali

Molto raro:

Gonfiore delle ghiandole salivari (“orecchioni da iodio”)

Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo

Comune:

Molto raro:

Edema, vampate, orticaria, eruzioni cutanee, prurito ed eritema

Reazioni cutanee tossiche sotto forma di una sindrome mucocutanea (esempio sindrome di Stevens-Johnson e sindrome di Lyell). Ad oggi una relazione causale non è stata stabilita.

Patologie renali ed urinarie

Raro:

Alterazioni della funzione renale fino all’insufficienza renale acuta, particolarmente in pazienti con funzione renale già compromessa

Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione

Patologie sistemiche:

Raro:

Reazioni gravi minacciose per la vita (compreso casi fatali) che richiedono un trattamento di emergenza, sono associate con le funzioni vitali del sistema cardiovascolare e sono legate a reazioni del sistema respiratorio e del sistema nervoso.

Molto raro:

Senso di calore, alterazioni della temperatura corporea

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Molto raro:

Non nota:

(febbre), cefalea, sensazioni di malessere, sudorazioni, sensazioni di freddo e reazioni vaso-vagali.

Tromboflebite e trombosi venose

Condizioni relative alla sede di somministrazione:

Infiammazione e necrosi tissutale

Stravaso ematico, dolore locale ed edema

Le reazioni anafilattiche/a­nafilattoidi severe in forma di shock sono caratterizzate da una caduta massiva della pressione arteriosa, tachicardia, dispnea, agitazione, cianosi, pallore, sudorazioni fredde, obnubilamenti o perdita di coscienza e arresto respiratorio e circolatorio. La caduta della pressione arteriosa può anche essere associata a bradicardia (reazione vaso-vagale), che generalmente si trasforma nel tempo in tachicardia.

Segnalazione delle reazioni avverse sospette

La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione all’indirizzo

4.9 sovradosaggio

In caso di sovradosaggio accidentale o di disfunzione renale marcata, iopamidolo può essere rimosso dall’organismo mediante dialisi extracorporea.

Se si verifica una reazione indesiderata, la somministrazione di mezzo di contrasto deve essere sospesa immediatamente. Il trattamento è in funzione del quadro clinico. Accanto a misure generali di rianimazione, può essere consigliato un trattamento farmacologico, ad esempio di tipo generale (antistaminici, corticosteroidi, ossigenoterapia), trattamento dei disturbi cardiovascolari (vasopressori, plasma, elettroliti), trattamento delle convulsioni (diazepam), trattamento delle crisi tetaniche (calcio gluconato). La funzione renale deve essere monitorata per almeno 3 giorni dopo il sovradosaggio.

Occorre tener presente che nei pazienti che prendono beta-bloccanti, l’adrenalina e l’infusione di liquidi ha minori effetti.

5. proprietà farmacologiche

5.1 proprietà farmacodinamiche

Categoria farmacoterapeutica: mezzi di contrasto radiologici, iodati; idrosolubili, nefrotropici, a bassa osmolarità.

Codice ATC: V08A B04

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I raggi X sono assorbiti dagli atomi di iodio in forma stabile. L’effetto contrasto deriva da questo assorbimento.

5.2 proprietà farmacocinetiche

Dopo iniezioni endovenosa, il mezzo di contrasto si distribuisce nello spazio intravascolare ed interstiziale entro pochi minuti e nel contempo viene eliminato per via renale.

Dopo 120 minuti, circa il 50% del mezzo di contrasto iniettato è escreto nelle urine; in caso di insufficienza renale questo intervallo aumenta a seconda del grado di disfunzione.

Per le sue proprietà idrofile, iopamidolo non si lega alle proteine plasmatiche e non penetra le membrane cellulari. Lo iopamidolo non supera la barriera emato-encefalica.

La frazione escreta in via eterotopica è piccola. Nell’animale (cane e coniglio) solo 0,07–0,32% della dose somministrata si ritrova nella bile.

Non vi è evidenza di biotrasformazione.

Il legame con le proteine sieriche è trascurabile.

5.3 dati preclinici di sicurezza

Il valore di LD50 per la somministrazione intravenosa in diverse specie animali è approssimativamente 15–35 volte della dose clinica massima.

Tossicità riproduttiva

Non vi è evidenza di un potenziale teratogenico di iopamidolo. Dosi superiori a 1.5 g iodio/kg/die hanno evidenziato effetti embriotossici nel ratto ed un ridotto numero di feti vitali e del peso fetale. Un ridotto peso dei feti è stato osservato anche nel coniglio con una dose di 2 g iodio/kg/die. La fertilità dei ratti e lo sviluppo peri- e post-natale della discendenza non è stato influenzata. Tuttavia disturbi reversibili della spermatogenesi sono stati osservati nel topo dopo applicazione singola di iopamidolo.

Potenziale mutagenico

Iopamidolo non ha evidenziato effetti mutageni in una serie di test in vitro

6.1 Elenco degli eccipienti

Trometamolo

Sodio calcio edetato (diidrato)

Acqua per preparazioni iniettabili

Acido cloridrico 36% (per aggiustare il pH)

6.2 incompatibilità

In assenza di studi di incompatibilità, questo medicinale non deve essere miscelato con altri prodotti.

Documento reso disponibile da AIFA il 29/04/2021

6.3 periodo di validità

3 anni.

Una volta aperto:

non refrigerare o congelare.

La stabilità chimico fisica in uso è stata dimostrata per 24 ore a 25°C.

Dal punto di vista microbiologico, salvo che il metodo di apertura precluda il rischio di contaminazione microbica, il prodotto deve essere usato immediatamente. Se non viene utilizzato immediatamente, i tempi e le condizioni di conservazione prima dell'uso sono responsabilità dell'utilizzatore.

Il contenuto non usato per un paziente per una singola investigazione deve essere scartato.

6.4 precauzioni particolari per la conservazione

Conservare nella confezioni originale per proteggere il medicinale dalla luce. Proteggere il prodotto dai raggi X.

Non refrigerare o congelare.

Per le condizioni di conservazione del medicinale ricostituito, vedere il paragrafo 6.3.

6.6 natura e contenuto del contenitore

Iopamigita 370 mg/ml soluzione iniettabile/ per infusione è disponibile nelle seguenti confezioni:

– flaconcicni vetro tipo I con tappo di gomma bromobutilica e capsula di alluminio per uso singolo

20 ml soluzione iniettabile/ per infusione, 10 e 30 flaconcicni.

– flaconcicni vetro tipo II con tappo di gomma in bromobutile e capsula di alluminio per singola somministrazione 50 ml soluzione iniettabile/ per infusione, 75 ml soluzione iniettabile/ per infusione, 100 ml soluzione iniettabile/ per infusione, 200 ml soluzione iniettabile/ per infusione,

10 e 30 flaconcicni.

10 e 30 flaconcicni

10 e 30 flaconcicni

10 e 20 flaconcicni

E’ possibile che non tutte le confezioni siano commercializzate.

6.6 Precauzioni particolari per lo smaltimento e la manipolazione

Ciascun flaconcino è per l’uso di un singolo paziente.

Prima dell’uso la soluzione deve essere ispezionata visivamente. Solo soluzioni prive di evidenti segni di deterioramento o presenza di particelle devono essere usate.

La parte del medicinale non usata ed il materiale ad esso connesso deve essere eliminato in accordo alle normative locali vigenti.

Documento reso disponibile da AIFA il 29/04/2021

I mezzi di contrasto iodati possono reagire a contatto con le superfici metalliche contenenti rame (esempio ottone).

Pertanto si deve evitare l'impiego di apparecchi in cui il prodotto entra in contatto diretto con queste superfici.

7. TITOLARE DELL’AUTORIZZAZIONE ALL’IMMISSIONE IN COMMERCIO

Agfa HealthCare Imaging Agents GmbH

Am Coloneum 4

50829 Köln

Germania

Tel: + 49 221 5717–660

Fax: + 49 221 5717–1051

E-mail:

9. NUMERI DELL’AUTORIZZAZIONE ALL’IMMISSIONE IN COMMERCIO

039534110 – 370 mg/ml soluzione iniettabile / per infusione, 10 flaconcini

monouso in vetro tipo I da 20 ml

039534122– 370 mg/ml soluzione iniettabile / per infusione, 30 flaconcini

monouso in vetro tipo I da 20 ml

039534134 – 370 mg/ml soluzione iniettabile / per infusione, 10 flaconcini

monouso in vetro tipo II da 50 ml

039534146 – 370 mg/ml soluzione iniettabile / per infusione, 30 flaconcini

monouso in vetro tipo II da 50 ml

039534159 – 370 mg/ml soluzione iniettabile /per infusione, 10 flaconcini

monouso in vetro tipo II da 75 ml

039534161 – 370 mg/ml soluzione iniettabile / per infusione, 30 flaconcini

monouso in vetro tipo II da 75 ml

039534173– 370 mg/ml soluzione iniettabile /per infusione, 10 flaconcini

monouso in vetro tipo II da 100 ml

039534185 – 370 mg/ml soluzione iniettabile /per infusione, 30 flaconcini

monouso in vetro tipo II da 100 ml

039534197 – 370 mg/ml soluzione iniettabile / per infusione, 10 flaconcini

monouso in vetro tipo II da 200 ml

039534209 – 370 mg/ml soluzione iniettabile / per infusione, 20 flaconcini monouso in vetro tipo II da 200 ml

9. DATA DELLA PRIMA AUTORIZZAZIONE/RINNOVO DELL’AUTORIZZAZIONE

Luglio 2010