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IDROXICARBAMIDE HIKMA - riassunto delle caratteristiche del prodotto

Contiene principio attivo :

Dostupné balení:

Riassunto delle caratteristiche del prodotto - IDROXICARBAMIDE HIKMA

1.

Idroxicarbamide Hikma 500 mg Capsule Rigide

2. composizione qualitativa e quantitativa

Ogni capsula contiene 500 mg di Idrossicarbamide.

Eccipienti: contiene 41 mg di lattosio

Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.

3. forma farmaceutica

Capsula rigida

Capsula di gelatina dura misura 0, con un corpo opaco rosa ed un cappello opaco verde chiaro, con stampato in nero il logo ‘HH3’, contenente una polvere omogenea bianca.

4. informazioni cliniche

4.1 indicazioni terapeutiche

Idroxicarbamide Hikma è indicato nel trattamento di pazienti con:

– Leucemia mieloide cronica (CML) in fase cronica o accelerata.

– Trombocitemia essenziale o policitemia vera con alto rischio di complicazioni tromboemboliche.

4.2 posologia e modo di somministrazione

La terapia con Idrossicarbamide deve essere intrapresa e supervisionata da medici esperti in oncologia e/o ematologia. Il dosaggio deve essere calcolato in base al peso reale del paziente o al peso ideale, a seconda di quello che è il più basso. La terapia deve essere monitorata da ripetuta conta del sangue.

Posologia

Adulti

Nella leucemia mieloide cronica l’idrossicarbamide è generalmente somministrata ad una dose iniziale di 40 mg/kg al giorno in base alla conta dei globuli bianchi. La dose viene ridotta del 50 % (20 mg/kg al giorno) quando la conta dei globuli bianchi si riduce al di sotto di 20 × 109/l. Il dosaggio viene quindi aggiustato individualmente per mantenere i globuli bianchi ad un livello di 5 – 10 × 109/l. Il dosaggio di idrossicarbamide deve essere ridotto se la conta dei globuli bianchi scende al di sotto di 5 × 109/l ed aumentato se la conta dei globuli bianchi è maggiore di 10 × 109/l.

Documento reso disponibile da AIFA il 10/06/2016

Se la conta dei globuli bianchi scende al di sotto di 2.5 × 109/l, o la conta delle piastrine al di sotto di 100 × 109/l, la terapia deve essere interrotta finché le quantità non aumentano significativamente verso la normalità. In questa situazione i globuli bianchi e le piastrine devono essere monitorate almeno ogni 3 giorni.

Sei settimane è un periodo di prova adeguato per determinare l’effetto antineoplastico dell’idrossicar­bamide. Qualora si riscontrasse una significativa risposta clinica la terapia può essere proseguita indefinitamente, ammesso che il paziente sia tenuto sotto adeguata osservazione e non mostri reazioni gravi o insolite.

Nella trombocitemia essenziale l’idrossicarbamide viene generalmente somministrata ad una dose iniziale di 15 mg/kg/die con un aggiustamento della dose per mantenere la conta piastrinica al di sotto di 600 × 109/l senza abbassare la conta dei globuli bianchi al di sotto di 4 × 109/l.

Nella policitemia vera l’drossicarbamide deve essere somministrata inizialmente ad un dosaggio di 15 – 20 mg/kg/die. La dose di idrossicarbamide deve essere aggiustata individualmente per mantenere un’ematocrito al di sotto del 45 % e la conta piastrinica al di sotto di 400 × 109/l.

Nella maggior parte dei pazienti questi livelli possono essere raggiunti somministrando idrossicarbamide continuamente ad una dose media giornaliera da 500 a 1000 mg.

L’utilizzo concomitante di idrossicarbamide con altri agenti mielosoppressivi può richiedere un aggiustamento del dosaggio.

Popolazione pediatrica

Data la rarità di queste condizioni nei bambini, i regimi di dosaggio non sono stati stabiliti.

Anziani

I pazienti anziani possono essere più sensibili agli effetti dell’idrossicar­bamide e possono richiedere un regime di dosi minore.

Insufficienza renale

Dal momento che l’escrezione renale è la principale via di eliminazione, deve essere presa in considerazione una riduzione della dose di idrossicarbamide in pazienti con insufficienza renale. In pazienti con clearance della creatinina ≤ 60 ml/min il dosaggio iniziale di idrossicarbamide deve essere ridotto del 50%. In questi pazienti si consiglia uno stretto monitoraggio dei parametri del sangue. L’idrossicarbamide non deve essere somministrata a pazienti con grave insufficienza renale (clearance della creatinina < 30 ml/min) (vedere paragrafi 4.3, 4.4 e 5.2).

Insufficienza epatica

Non ci sono dati che giustifichino uno specifico aggiustamento della dose nei pazienti con insufficienza epatica. In questi pazienti è consigliato uno stretto monitoraggio dei parametri del sangue. A seguito di considerazioni di sicurezza, l’idrossicarbamide è controindicata in pazienti con grave insufficienza epatica (vedere paragrafi 4.3 e 4.4).

NB: Se il paziente preferisce, o non è in grado di ingerire le capsule, il contenuto delle capsule può essere versato in un bicchiere d’acqua ed assunto immediatamente. Ai pazienti deve essere consigliato di bere abbondantemente. Il contenuto delle capsule non deve essere inalato e

Documento reso disponibile da AIFA il 10/06/2016

bisogna evitare che entri in contatto con la pelle o le membrane mucose. Sversamenti devono essere risciacquati immediatamente.

4.3 controindicazioni

Idrossicarbamide è controindicato nei seguenti casi:

– Ipersensibilità al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti elencati al paragrafo 6.1. – Leucopenia marcata (<2.5wbc x 109/L), trombocitopenia (< 100 × 109/L) o anemia grave.

– Insufficienza epatica grave (Child-Pugh classificazione C) o insufficienza renale grave (clearance della creatinina < 30 ml/min).

– Gravidanza e allattamento (vedere paragrafo 4.6).

4.4 avvertenze speciali e precauzioni di impiego

Il trattamento con Idrossicarbamide richiede uno stretto monitoraggio clinico. Prima e ripetutamente durante il trattamento, la situazione ematologica del paziente e la funzionalità renale ed epatica devono essere determinate. Durante la terapia con idrossicarbamide almeno una volta alla settimana deve essere determinato il livello di emoglobina, la conta leucocitaria totale e la conta piastrinica. Se la conta dei globuli bianchi scende al di sotto di 2.5×109/L o la conta delle piastrine è <100×109/L, la terapia deve essere interrotta. La conta deve essere ricontrollata dopo 3 giorni ed il trattamento ripreso quando i valori aumentano significativamente verso la normalità.

Durante il trattamento con Idrossicarbamide, le conte del sangue devono essere monitorate ogni 2 settimane all’inizio del trattamento (per esempio per i primi due mesi) e se la dose giornaliera di idrossicarbamide è fino a 35 mg/kg di peso corporeo. I pazienti che sono stabili a bassi dosaggi devono essere controllati ogni 2 mesi.

Il trattamento con Idrossicarbamide deve essere interrotto se la funzione midollare risulta marcatamente depressa. La neutropenia è generalmente la prima e più comune manifestazione di soppressione ematologica. La trombocitopenia e l’anemia si verificano meno frequentemente, e si manifestano raramente senza una precedente neutropenia. La guarigione dalla mielosoppressione è generalmente rapida quando la terapia viene interrotta. La terapia con idrossicarbamide può quindi essere ripresa ad un dosaggio inferiore (vedere paragrafo 4.2).

Una grave anemia deve essere corretta con trasfusioni di sangue intero prima di iniziare la terapia con idrossicarbamide. Se, durante il trattamento, si sviluppa anemia, correggerla senza interrompere la terapia con idrossicarbamide. Anomalie eritrocitiche; eritropoiesi megaloblastica, autolimitanti, si verificano spesso all’inizio della terapia. Le modifiche morfologiche assomigliano a quelle dell’anemia perniciosa, ma non sono relative alla vitamina B12 o a carenza di acido folico. In ogni caso, dato che il verificarsi di macrocitosi può mascherare la carenza di acido folico, in tali situazioni è indicata una somministrazione profilattica di acido folico. L’idrossicarbamide può anche ritardare la clearance plasmatica del ferro e ridurre la velocità di utilizzazione del ferro da parte degli eritrociti ma non sembra alterare il tempo di sopravvivenza dei globuli rossi.

Documento reso disponibile da AIFA il 10/06/2016

L’idrossicarbamide deve essere utilizzata con cautela in pazienti con insufficienza renale da lieve a moderata e, dal momento che non ci sono dati disponibili, anche in pazienti con insufficienza epatica da lieve a moderata (vedere paragrafo 4.2).

I pazienti anziani possono essere più sensibili all’idrossicar­bamide e possono richiedere un dosaggio più basso (vedere paragrafo 4.2).

La possibilità di un aumento dell’acido urico serico, che causa sviluppo di gotta o, peggio, nefropatia da acido urico, deve essere tenuto presente nei pazienti trattati con idrossicarbamide, in particolare quando somministrata insieme ad altri agenti citotossici. E’ quindi importante monitorare i livelli di acido urico regolarmente e mantenere un’elevata assunzione di fluido durante il trattamento.

L’idrossicarbamide non è autorizzata per l’utilizzo in combinazione con agenti antiretrovirali per la malattia dell’HIV e può causare fallimento del trattamento e tossicità (in alcuni casi fatale) in pazienti affetti da HIV (vedere paragrafo 4.5).

In pazienti che ricevono terapia con idrossicarbamide per disordini mieloproliferativi, come policitemia, è stata segnalata leucemia secondaria. Non è noto se questo effetto leucemogenico sia secondario all’idrossicar­bamide o associato a pazienti che sviluppano la malattia.

L’idrossicarbamide può causare dolorose ulcere alle gambe che sono generalmente difficili da trattare e richiedono interruzione della terapia. L’interruzione dell’idrossicar­bamide generalmente permette di velocizzare la risoluzione delle ulcere nel giro di qualche settimana.

In pazienti con disturbi mieloproliferativi durante la terapia con idrossicarbamide si sono verificate tossicità vasculitiche cutanee incluse ulcerazioni vasculitiche e cancrene. Il rischio di tossicità vasculitiche è aumentato in pazienti che ricevono prima o contemporane­amente terapia con interferone. L’insufficienza periferica vasculitica che porta ad infarto digitale o a cancrena è risultata sensibilmente differente rispetto alle tipiche ulcere della pelle descritte con l’idrossicarbamide. A seguito degli esiti clinici potenzialmente gravi per le ulcere vasculitiche cutanee segnalate in pazienti con patologia mieloproliferativa, l’idrossicarbamide deve essere interrotta se si sviluppano ulcerazioni vasculitiche cutanee e va intrapresa terapia con agenti alternativi citoriduttivi, come indicato.

L’idrossicarbamide è inequivocabilmente genotossica in un ampio raggio di sistemi. L’idrossicarbamide si ritiene sia un cancerogeno trans-specie.

Si raccomanda il monitoraggio della cute durante il trattamento con idrossicarbamide dato che in singoli casi è stato segnalato carcinoma della pelle a cellule squamose.

Anche tumore della pelle è stato evidenziato in pazienti che ricevono idrossicarbamide a lungo termine. Ai pazienti va ricordato di proteggere la pelle dall’esposizione del sole, autocontrollarsi la pelle ed essere controllati per la presenza di malignità secondarie durante le visite di controllo.

Questo prodotto contiene lattosio, pazienti con rari problemi ereditari di intolleranza al galattosio, carenza di Lapp lattasi o malassorbimento di glucosio-galattosio non devono assumere questo medicinale.

Documento reso disponibile da AIFA il 10/06/2016

4.5 interazioni con altri medicinali ed altre forme di interazione

Non sono stati condotti studi specifici di interazione con l’idrossicarbamide.

L’uso concomitante di idrossicarbamide ed altri medicinali mielosoppressivi o terapia con radiazioni può aumentare la depressione midollare, i disturbi gastrointestinali o le mucositi. Un eritema causato dalla terapia con radiazioni può essere aggravato dall’idrossicar­bamide.

In pazienti infetti da HIV che hanno ricevuto idrossicarbamide in associazione con medicinali retrovirali, in particolare didanosina e stavudina, sono state registrate pancreatitis potenzialmente fatali ed epatotossicità e grave neuropatia periferica. I pazienti trattati con idrossicarbamide in combinazione con didanosina, stavudina e indinavir hanno evidenziato una diminuzione media di cellule CD4 di circa 100/mm3.

L’uso concomitante di idrossicarbamide con vaccino virale vivo può potenziare la replicazione del virus del vaccino e/o può aumentare la reazione avversa al vaccino virale, dal momento che il normale meccanismo di difesa può essere soppresso dalla terapia con idrossicarbamide.

La vaccinazione con vaccino vivo in un paziente che assume idrossicarbamide può portare a gravi infezioni. Generalmente, la risposta degli anticorpi del paziente ai vaccini può essere ridotta. Il trattamento con idrossicarbamide e la concomitante immunizzazione con vaccino virale vivo deve essere condotta solo se i benefici chiaramente superano i potenziali rischi.

Gli studi hanno dimostrato che c’è un’interferenza analitica di idrossicarbamide con gli enzimi (ureasi, uricasi, e lattico deidrogenasi) usati per determinare l’urea, l’acido lattico e l’acido urico, dando risultati erroneamente elevati nei pazienti trattati con idrossicarbamide.

4.6 fertilità, gravidanza e allattamentoalle donne in età fertile che ricevono idrossicarbamide deve essere richiesto di evitare di rimanere incinta e, qualora questo dovesse succedere, devono informare immediatamente il medico curante.

Alle donne potenzialmente in età fertile deve essere fortemente raccomandato l’uso di un metodo di contraccezione efficace. I pazienti trattati con idrossicarbamide che desiderano concepire devono interrompere il trattamento 3–6 mesi prima della gravidanza, se possibile. La valutazione del rapporto rischio-beneficio deve essere fatta su base individuale, compensando il rispettivo rischio di terapia con idrossicarbamide con il passaggio a un programma di trasfusione di sangue.

Gravidanza

Negli uomini, secondo un'analisi retrospettiva di un gruppo di 123 pazienti adulte trattate con idrossicarbamide, ventitré gravidanze sono state segnalate da 15 donne trattate con dell'idrossicar­bamide e partner di 3 uomini trattati con idrossicarbamide.

La maggior parte (61%) ha avuto un esito normale per quanto riguarda la durata e un parto normale. In altri casi con evoluzione nota, la gravidanza è stata interrotta sia volontariamente sia su consiglio medico. Di conseguenza i dati su un numero limitato di gravidanze esposte non indicano alcun effetto avverso sulla gravidanza o sulla salute del feto/neonato.

Documento reso disponibile da AIFA il 10/06/2016

Studi sugli animali hanno mostrato una tossicità riproduttiva (vedere paragrafo 5.3). I pazienti in trattamento con idrossicarbamide devono essere consapevoli dei rischi teorici sul feto.

In base alla quantità limitata di informazioni disponibili, in caso di esposizione all'idrossicar­bamide dei pazienti di sesso femminile in stato di gravidanza o partner gravide di pazienti maschi, trattati con idrossicarbamide, deve essere preso in considerazione un attento follow-up con adeguati esami clinici, biologici ed ecografie.

Allattamento

L’idrossicarbamide è escreta nel latte umano. A causa della possibilità di gravi reazioni avverse nei lattanti, l'allattamento deve essere interrotto durante il trattamento con Idroxicarbami­de Hikma.

Fertilità

La fertilità nei maschi potrebbe essere influenzata dal trattamento. Azo e oligo-spermia reversibili sono state raramente osservate nell'uomo, anche se questi disturbi sono anche associati alla malattia di base. Una ridotta fertilità è stata osservata nei ratti maschi (vedere paragrafo 5.3).

4.7 effetti sulla capacità di guidare veicoli e sull’uso di macchinari.

La capacità di reazione può essere compromessa durante il trattamento con Idroxicarbamide Hikma. Questo dovrebbe essere tenuto presente quando è richiesta u’aumentata attenzione, ad esempio per la guida e utilizzo di macchinari.

4.8 effetti indesiderati

Depressione del midollo osseo è la tossicità che limita la dose. Effetti collaterali gastrointestinali sono comuni ma raramente richiedono una riduzione della dose o la cessazione del trattamento.

Le frequenze degli eventi avversi sono state classificate come segue:

Molto comune (≥ 1/10) Comune (≥ 1/100, < 1/10) Non comune (≥ 1/1,000, < 1/100) Raro (≥ 1/10,000, < 1/1,000) Molto raro (< 1/10,000) Non nota (non può essere stimata sulla base dei dati disponibili).

Classe Organo Sistemica

Frequenza

Termine MedDRA

Infezioni e infestazioni

Rara

Cancrena

Neoplasie benigne, maligne ed aspecifiche (incluso cisti e polipi)

Comune

Tumore alla pelle

Disordini del sangue e del sistema linfatico

Molto comune

Insufficienza del midollo osseo, riduzione dei linfociti CD4, leucopenia, trombocitopenia, riduzione della conta piastrinica, anemia

Comune

Megaloblastosi

Documento reso disponibile da AIFA il 10/06/2016

Metabolismo e disturbi della nutrizione

Molto comune

Anoressia

Non nota

Aumento di peso

Disturbi psichiatrici

Comune

Allucinazione, disorientamento

Disturbi del sistema nervoso

Comune

Convulsione, vertigini, neuropatia periferica1, sonnolenza, mal di testa

Disturbi respiratori, toracici e mediastinici

Comune

Fibrosi polmonare, edema polmonare, infiltrazione polmonare, dispnea

Rara

Alveolite allergica

Disturbi gastrointestinali

Molto comune

Pancreatite1, nausea, vomito, diarrea, stomatite, costipazione, mucosite, disturbo allo stomaco, dispepsia, dolore addominale, melena

Disturbi epatobiliari

Comune

Epatotossicità1, aumento degli enzimi epatici, colestasi, epatite

Non comune

itterizia

Disturbi della pelle e dei tessuti sottocutanei

Molto comune

Vasculite cutanea, dermatomiosite, alopecia, rash maculo-papulare, rash papulare, esfoliazione della pelle, atrofia della pelle, ulcera cutanea, eritema, iperpigmentazione della pelle, disturbi alle unghie.

Non nota

Porfiria cutanea tarda

Disturbi muscoloscheletrici e del tessuto connettivo

Non nota

Dolore muscolare

Disturbi renali ed urinari

Molto comune

Disuria, aumentati livelli di creatinina nel sangue, aumentati livelli di urea nel sangue, aumentati livelli di acido urico nel sangue

Non nota

Problemi alla minzione, insufficienza renale

Disturbi alla mammella ed all’apparato riproduttivo

Molto comune

Azoospermia, oligospermia

Non nota

Ginecomastia

Disturbi generali e condizioni relative al sito di somministrazione

Molto comune

Piressia, astenia, brividi, malessere

Rara

Reazioni di ipersensibilità

1 In Pazienti infetti da HIV che

hanno ricevuto idrossicarbamide in combinazione con agenti

antiretrovirali, in particolare didanosina più stavudina, sono state segnalate pancreatiti fatali e non fatali ed epatotossicità e grave neuropatia periferica.

Disturbi del sangue e del sistema linfatico:

Durante la terapia con idrossicarbamide si può verificare megaloblastosi che non risponde al trattamento con acido folico o vitamina B12. La soppressione del midollo osseo regredisce, comunque, quando la terapia viene interrotta.

L’idrossicarbamide può ridurre la clearance plasmatica del ferro e l’uso del ferro da parte degli eritrociti. Comunque non sembra alteri il tempo di sopravvivenza dei globuli rossi.

Disturbi gastrointestinali:

Grave dolore gastrico (nausea, emesi, anoressia), risultante dalla combinazione di idrossicarbamide e terapia con radiazioni, può generalmente essere controllata da un’interruzione temporanea della somministrazione di idrossicarbamide.

Disordini della pelle e dei tessuti sottocutanei:

Documento reso disponibile da AIFA il 10/06/2016

L’idrossicarbamide può aggravare l’infiammazione delle membrane mucose secondaria all’irradiazione. Può causare un ritorno di eritema e iperpigmentazione in tessuti precedentemente irradiati.

Eritema, atrofia della pelle e delle unghie, desquamazione, alopecia, cambiamenti della pelle simil-dermatomiosite, tumore alla pelle, ulcere cutanee (in particolare ulcere alle gambe) ed iperpigmentazione della pelle e delle unghie sono state osservate in casi isolate parzialmente dopo anni di terapia di mantenimento giornaliera a lungo termine con idrossicarbamide.

Disturbi del sistema nervoso:

Alte dosi possono causare sonnolenza moderata.

Neoplasie benigne, maligne e non specificate (incluse cisti e polipi):

Nei pazienti che ricevono trattamento a lungo termine con idrossicarbamide per disturbi mieloproliferativi, come policitemia vera e trombocitemia, si può sviluppare leucemia secondaria. In che misura questo sia da imputare alla malattia di base o al trattamento con idrossicarbamide è attualmente sconosciuto.

Segnalazione delle reazioni avverse sospette.

La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione all’indirizzo.

4.9 sovradosaggio

Il trattamento immediato consiste nella lavanda gastrica, seguita da terapia di supporto per il sistema cardiorespiratorio, se necessario.

A lungo termine è importante un attento monitoraggio del sistema emopoietico e, se necessario, trasfusione di sangue.

In pazienti che hanno ricevuto idrossicarbamide a dosaggi parecchie volte superiori a quelli raccomandati è stata segnalata tossicità acuta mucocutanea.

Si sono osservati indolenzimento, eritema violaceo, edema sulle palme delle mani e dei piedi seguito da squame a mani e piedi, intensa generalizzata iperpigmentazione della pelle, e gravi stomatiti acute.

5. proprietà farmacologiche

5.1 proprietà farmacodinamiche

Categoria farmacoterapeutica: Antineoplastici ed agenti immunomodulanti /altri agenti antineoplastici, Codice ATC: L01XX05

Documento reso disponibile da AIFA il 10/06/2016

L’idrossicarbamide è un agente antineoplastico attivo per via orale. Sebbene il meccanismo d’azione non sia ancora stato chiaramente definito, l’idrossicarbamide sembra agire interferendo con la sintesi del DNA.

5.2 proprietà farmacocinetiche

Assorbimento

Dopo una somministrazione orale di 20 mg/kg di idrossicarbamide, si osserva un rapido assorbimento con livelli di picchi plasmatici di circa 30 mg/l che si verificano dopo 0.75 e 1.2 h nei bambini e nei pazienti adulti. L’esposizione totale fino a 24h post-dose è di 124 mg*h/l nei bambini e negli adolescenti e 135 mg*h/l nei pazienti adulti. La biodisponibilità orale dell’idrossicar­bamide è pressocché completa.

Distribuzione

L’idrossicarbamide si distribuisce rapidamente attraverso il corpo umano, entra nel fluido cerebrospinale, compare nei fluidi peritoneali e nelle asciti, e si concentra nei leucociti e negli eritrociti. Il volume di distribuzione previsto per l’idrossicarbamide si avvicina a quello dell’acqua corporea totale. Il volume di distribuzione allo stato stazionario aggiustato per la biodisponibilità è di 0.57 l/kg (arrivando approssimativamente a 72 e 90 l nei bambini e negli adulti, rispettivamente). La quantità di proteine che lega l’idrossicarbamide non è nota.

Biotrasformazione

Le vie di biotrasformazione così come i metaboliti non sono completamente caratterizzati. L’urea è uno dei metaboliti dell’idrossicar­bamide. L’idrossicarbamide a 30, 100 e 300 μM non viene metabolizzata in vitro dal citocromo P450s dei microsomi umani del fegato. A concentrazioni che vanno da 10 a 300 μM, l’idrossicarbamide non stimola l’attività dell’ATPasi della glicoproteina P umana ricombinante (PGP) in vitro, indicando che l’idrossicarbamide non è un substrato PGP. Perciò, non ci si attende alcuna interazione in caso di somministrazione concomitante con sostanze che sono substrati del citocromo P450 o della glicoproteina-P.

Eliminazione

Negli adulti la clearance totale aggiustata per la biodisponibilità è stata di 9.89 l/h (0.16 l/h/kg) di cui 5.64 e 4.25 l/h dalla clearance renale e non renale, rispettivamente. Il rispettivo valore della clearance totale nei bambini è stato di 7.25 l/h (0.20 l/h/kg) con 2.91 e 4.34 l/h rispettivamente dalla via renale e non renale.

L’escrezione media cumulativa urinaria dell’idrossicar­bamide è stata del 35–40% nei pazienti affetti da tumore.

Geriatria, sesso, razza

Non è disponibile alcuna informazione in merito alle differenze farmacocinetiche dovute all’età (eccetto pazienti pediatrici), sesso o razza,

Insufficienza renale

Dal momento che l’escrezione renale è una via di eliminazione, bisogna fare attenzione e ridurre la dose di idrossicarbamide nei pazienti con insufficienza renale. I pazienti con insufficienza renale normale (clearance della creatinina CrCl>80 ml/min), lieve (CrCl 60–80 ml/min), moderata (CrCl 30 – 60 ml/min), o grave (<30 ml/min) hanno ricevuto idrossicarbamide come una dose singola di 15 mg/kg di peso corporeo usando capsule da 200 mg, 300 mg, o 400 mg. Nei pazienti, la cui clearance della creatinina era al di sotto di 60 ml/min o pazienti con patologia renale allo stadio terminale, l’esposizione media all’idrossicar­bamide era approssimativamente del 64% maggiore rispetto a quella dei pazienti con funzionalità renale nella norma.

Documento reso disponibile da AIFA il 10/06/2016

Come valutato in un ulteriore studio, nei pazienti con CrCl<60 ml/min l’area sotto la curva era approssimativamente del 51% più elevata di quella dei pazienti con CrCl ≥60 ml/min, il che suggerisce che una riduzione della dose di idrossicarbamide del 50% può essere appropriata nei pazienti con CrCl < 60 ml/min.

L’emodialisi ha ridotto l’esposizione all’idrossicar­bamide del 33% (vedere paragrafi 4.2 e 4.4). Si consiglia uno stretto monitoraggio dei parametri del sangue in questi pazienti.

Insifficienza epatica

Non ci sono dati che supportino lo specifico consiglio di aggiustare la dose nei pazienti con insufficienza epatica, ma, in base a considerazioni di sicurezza, l’idrossicarbamide è controindicata in pazienti con grave insufficienza epatica (vedi paragrafo 4.3). Si consiglia un attento monitoraggio dei parametri del sangue nei pazienti con insufficienza epatica.

5.3 dati preclinici di sicurezza

Negli studi di tossicità preclinici gli effetti più comuni evidenziati includevano depressione del midollo osseo, atrofia linfoide e modifiche degenerative nell’epitelio dell’intestino tenue e crasso.

Effetti cardiovascolari e cambiamenti ematologici si sono osservati in alcune specie.

Inoltre, nei ratti si è verificata atrofia testicolare con riduzione della spermatogenesi, mentre nei cani è stato notato un arresto spermatogenico reversibile.

L’idrossicarbamide è inequivocabilmente genotossica in un ampio raggio di sistemi testati. Non sono stati condotti studi convenzionali a lungo termine per valutare il potenziale cancerogeno dell’idrossicar­bamide. In ogni caso, si presume che l’idrossicarbamide sia un cancerogeno transspecie

L’idrossicarbamide attraversa la barriera placentare ed è stato dimostrato essere un potente teratogeno ed embriotossico in un’ampia varietà di modelli animali alla o al di sotto della dose terapeutica umana. La teratogenicità era caratterizzata da ossa del cranio parzialmente ossificate, assenza di bulbi oculari, idrocefalo, sterno bipartito, mancanza della vertebra lombare. L’embriotossicità era caratterizzata da ridotta vitalità fetale, ridotte dimensioni dei cuccioli vivi, e ritardo nello sviluppo.

Idrossicarbamide somministrata a ratti maschi ad una dose di 60 mg/kg di peso corporeo/die (circa il doppio della dose massima usuale raccomandata per gli uomini) ha prodotto atrofia testicolare, ridotta spermatogenesi e ha ridotto significativamente la loro capacità di fecondare femmine.

6. informazioni farmaceutiche

6.1 elenco degli eccipienti

Acido citrico monoidrato

Lattosio monoidrato

Magnesio stearato

Disodio fosfato anidro

Documento reso disponibile da AIFA il 10/06/2016

Le capsule rigide contengono:

Gelatina, E441

Eritrosina, E127

Titanio diossido, E171

Ferro ossido nero, E172 (i)

Blue patent V, E 131

Ferro ossido giallo, E172 (iii)

6.2 incompatibilità

Non applicabile.

6.3 periodo di validità

2 anni

6.4 precauzioni particolari per la conservazione

Non conservare al di sopra dei 30°C. Conservare nel confezionamento finale in modo da proteggerlo dall’umidità.

6.5 Natura e contenuto del contenitore

30 capsule confezionate in blister: PVC/ alluminio.

6.6 Precauzioni particolari per lo smaltimento e la manipolazione

Il personale che non sta assumendo Idroxicarbamide Hikma non deve essere esposto ad esso. Per ridurre il rischio di esposizione, indossare guanti usa e getta quando si manovra Idroxicarbamide Hikma. Chiunque maneggi Idroxicarbamide Hikma deve lavare le mani prima e dopo il contatto con le capsule. Le donne incinta non devono maneggiare Idroxicarbami­de Hikma.

Per minimizzare il rischio di esposizione alla pelle, indossare sempre i guanti quando si manovrano le capsule contenenti idrossicarbamide. Questo include tutte le attività manuali nella pratica clinica, farmacie, stanze di stoccaggio e case di cura, incluso durante il confezionamento ed il controllo, il trasporto all’interno di strutture e la preparazione della dose e la somministrazione. Vanno sempre seguite le linee guida locali sull’uso delle sostanze citotossiche.

Il medicinale non utilizzato e i rifiuti derivati da tale medicinale devono essere smaltiti in conformità alla normativa locale vigente.

Documento reso disponibile da AIFA il 10/06/2016

7. titolare dell’autorizzazione all’immissione in commercio

Hikma Farmacêutica (Portugal), S.A.

Estrada do Rio da Mó, nº8, 8A/8B, Fervença

2705–906 Terrugem SNT

Portogallo

8. NUMERI DELL’AUTORIZZAZIONE ALL’IMMISSIONE IN COMMERCIO

9. DATA DELLA PRIMA AUTORIZZAZIONE/RINNOVO DELL’AUTORIZZAZIONE