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IBUPROFENE ZENTIVA - riassunto delle caratteristiche del prodotto

Contiene principio attivo :

Dostupné balení:

Riassunto delle caratteristiche del prodotto - IBUPROFENE ZENTIVA

1. denominazione del medicinale

IBUPROFENE ZENTIVA 200 mg capsule molli

IBUPROFENE ZENTIVA 400 mg capsule molli

2. composizione qualitativa e quantitativa

Ogni capsula molle contiene ibuprofene 200 mg.

Ogni capsula molle contiene ibuprofene 400 mg.

Eccipiente(i) con effetti noti: sorbitolo (E420).

IBUPROFENE ZENTIVA 200 mg contiene 58,1 mg di sorbitolo per capsula.

IBUPROFENE ZENTIVA 400 mg contiene 100,7 mg di sorbitolo per capsula.

Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.

3. forma farmaceutica

Capsule molli.

Descrizione del prodotto:

IBUPROFENE ZENTIVA 200 mg: capsule ovali trasparenti, di colore rosa (rosso carminio) (di circa 13 × 8 mm)

IBUPROFENE ZENTIVA 400 mg: capsule ovali trasparenti, di colore rosa/rosso (rosso carminio) (di circa 15 × 10 mm)

4. informazioni cliniche

4.1 indicazioni terapeutiche

IBUPROFENE ZENTIVA è indicato per il trattamento sintomatico di cefalee, emicrania, dolore dentale, mal di schiena, dismenorrea, dolore muscolare, nevralgia, condizioni artritiche non gravi, dolore reumatico, raffreddori accompagnati da febbre e influenza.

IBUPROFENE ZENTIVA 400 mg è raccomandato per adulti e adolescenti di età superiore a 12 anni (peso corporeo pari o superiore a 40 kg).

Data la quantità di principio attivo contenuta in una capsula, IBUPROFENE ZENTIVA 200 mg è raccomandato per adulti e bambini di età superiore ai 6 anni (peso corporeo pari o superiore a 20 kg).

4.2 posologia e modo di somministrazione

Posologia

Esclusivamente per somministrazione orale e impiego a breve termine.

Adulti e adolescenti di età superiore ai 12 anni (peso corporeo pari o superiore a 40 kg)

Deve essere usata la dose minima efficace per il tempo minimo necessario ad alleviare i sintomi.

Gli adulti devono rivolgersi al medico se i sintomi persistono o peggiorano, o se il prodotto è necessario per più di 10 giorni.

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Consultare il medico se negli adolescenti (di età superiore ai 12 anni) il medicinale è necessario per più di 3 giorni o se i sintomi peggiorano.

La dose raccomandata varia da 200 mg a 400 mg di ibuprofene, fino a tre volte al giorno secondo necessità.

L’intervallo tra due dosi deve essere di almeno 4 ore.

Non superare la dose di 1200 mg nelle 24 ore.

Bambini di età superiore ai 6 anni (peso corporeo ≤ 39 kg)

Per i bambini di età compresa tra i 6 e i 12 anni è raccomandato il prodotto contenente 200 mg di ibuprofene.

IBUPROFENE ZENTIVA 200 mg deve essere usato solo in bambini di peso corporeo pari ad almeno 20 kg. La dose totale massima giornaliera di ibuprofene è di 20–30 mg per kg di peso corporeo, suddivisa in 3–4 dosi singole, a intervalli di dose di 6–8 ore. Non superare la dose massima giornaliera raccomandata. Non superare la dose totale di 30 mg/kg di ibuprofene nelle 24 ore. Nei bambini, per IBUPROFENE ZENTIVA 200 mg valgono le seguenti istruzioni di somministrazione:

Peso corporeo

Dose singola in numero di capsule

Dose massima giornaliera in numero di capsule

Bambini dai 20 ai 29 kg

1 capsula di

IBUPROFENE ZENTIVA 200 mg (ibuprofene

200 mg)

3 (equivalenti a 600 mg di ibuprofene)

Bambini dai 30 ai 39 kg

1 capsula di

IBUPROFENE ZENTIVA 200 mg (ibuprofene

200 mg)

4 (equivalenti a 800 mg di ibuprofene)

Consultare il medico se in bambini di età superiore ai 6 anni il medicinale è necessario per più di 3 giorni o se i sintomi peggiorano.

Bambini di età inferiore ai 6 anni (peso corporeo < 20 kg)

IBUPROFENE ZENTIVA 200 mg e IBUPROFENE ZENTIVA 400 mg non sono adatti a bambini di età inferiore ai 6 anni (peso corporeo < 20 kg), a causa della quantità di principio attivo contenuta in una capsula.

Anziani

Il dosaggio per gli anziani è lo stesso di quello per gli adulti, ma è necessario prestare maggiore cautela (vedere paragrafo 4.4).

Insufficienza epatica o danno renale

Nei pazienti con danno renale o compromissione epatica da lieve a moderata non è necessaria una riduzione della dose, tuttavia è necessario prestare maggiore cautela (vedere paragrafo 4.4).

Modo di somministrazione

Le capsule devono essere ingerite intere con una quantità sufficiente di liquido.

La capsula può essere assunta durante o lontano dai pasti. L’assunzione durante i pasti o subito dopo i pasti può ritardare l’inizio dell’azione. Tuttavia, l’assunzione durante i pasti migliora la tollerabilità del prodotto e riduce la probabilità di problemi gastrointestinali.

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Si possono ridurre gli effetti indesiderati utilizzando la dose efficace più bassa per il periodo più breve necessario al controllo dei sintomi (vedere paragrafo 4.4).

4.3 controindicazioni

Ipersensibilità al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti elencati al paragrafo 6.1; Pazienti con un’anamnesi di reazioni di ipersensibilità (per esempio broncospasmo, asma, rinite, angioedema o orticaria) associate all’assunzione di acido acetilsalicilico (ASA) o altri farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS); Presenza o anamnesi di ulcera peptica/emorragia ricorrente (due o più episodi distinti di ulcerazione o sanguinamento dimostrate); Anamnesi di sanguinamento o perforazione gastrointestinale correlata a precedente terapia con FANS; Disturbi dell’emocoagu­lazione e dell’emopoiesi; Pazienti con grave insufficienza epatica, grave insufficienza renale o grave insufficienza cardiaca (NYHA classe IV). Vedere anche paragrafo 4.4; Durante l’ultimo trimestre di gravidanza esiste il rischio di chiusura prematura del dotto arterioso fetale, con possibile ipertensione polmonare persistente. Il travaglio può essere ritardato e avere una durata maggiore, con una maggior tendenza al sanguinamento sia per la madre sia per il bambino (vedere paragrafo 4.6).

IBUPROFENE ZENTIVA 200 mg non è adatto per bambini di età inferiore ai 6 anni (peso corporeo < 20 kg), a causa della quantità di principio attivo contenuta in una capsula.

IBUPROFENE ZENTIVA 400 mg non è adatto a bambini di età inferiore ai 12 anni (peso corporeo < 40 kg), a causa della quantità di principio attivo co ntenuta in u na capsula.

4.4 avvertenze speciali e precauzioni d’impiego

Gli effetti indesiderati possono essere limitati usando la dose minima efficace per la durata minima necessaria a controllare i sintomi (vedere il rischio gastrointestinale (GI) e cardiovascolare di seguito).

Popolazione pediatrica

Esiste un rischio di danno renale in bambini e adolescenti disidratati.

Anziani

Gli anziani presentano una aumentata frequenza di reazioni avverse ai FANS, in particolare sanguinamenti e perforazioni gastrointestinali, che possono essere fatali (vedere paragrafo 4.8).

Effetti respiratori

In pazienti affetti da asma bronchiale o malattia allergica o con un’anamnesi di questi disturbi può peggiorare il broncospasmo. Prestare cautela in pazienti che soffrono di rinite allergica, polipi nasali o disturbi respiratori ostruttivi cronici, perché in questi pazienti esiste un maggior rischio di reazioni allergiche.

Altri FANS

L’uso concomitante di ibuprofene e altri FANS, compresi gli inibitori selettivi della cicloossigenasi-2, deve essere evitato (vedere paragrafo 4.5).

Lupus eritematoso sistemico e connettivite mista

Il lupus eritematoso sistemico e la connettivite mista aumentando il rischio di meningite asettica (vedere paragrafo 4.8).

Effetti renali

Sussiste un rischio di danno renale perché la funzione renale può peggiorare ulteriormente (vedere paragrafi 4.3 e 4.8).

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Si raccomanda il monitoraggio della funzione renale nei pazienti a rischio, ad esempio pazienti con insufficienza cardiaca e renale, pazienti trattati con diuretici o in caso di disidratazione di qualsiasi eziologia.

In generale, l’assunzione abituale di analgesici, in particolare la combinazione di vari principi attivi per alleviare il dolore, può determinare danni renali permanenti, con rischio di insufficienza renale (nefropatia da analgesici). Il rischio può aumentare in caso di stress fisico associato a perdita di sali e disidratazione. Pertanto, deve essere evitata.

Effetti epatici

Disfunzione epatica (vedere paragrafi 4.3 e 4.8).

In caso di somministrazione prolungata sono consigliabili il controllo della conta ematica e il monitoraggio regolare della funzione renale ed epatica. È opportuno interrompere la terapia con ibuprofene in caso di deterioramento della funzione epatica correlata alla sua somministrazione. Di solito, dopo l’interruzione del trattamento lo stato di salute si normalizza. È anche opportuno un monitoraggio occasionale della glicemia.

Effetti cardiovascolari e cerebrovascolari

È necessaria cautela (discuterne anche con il medico o il farmacista) prima di iniziare il trattamento in pazienti con un’anamnesi di ipertensione e/o insufficienza cardiaca, poiché in associazione alla terapia con FANS sono state segnalate ritenzione idrica, ipertensione ed edema.

Studi clinici suggeriscono che l’uso di ibuprofene, in particolare a dosi elevate (2400 mg/giorno) può essere associato a un leggero aumento del rischio di eventi trombotici arteriosi (per esempio infarto miocardico o ictus). In generale, gli studi epidemiologici non suggeriscono che una dose bassa di ibuprofene (es. ≤ 1200 mg/giorno) sia associata a un maggior rischio di eventi trombotici arteriosi.

I pazienti con ipertensione non controllata, insufficienza cardiaca congestizia (NYHA II-III), cardiopatia ischemica accertata, arteriopatia periferica e/o malattia cerebrovascolare devono essere trattati con ibuprofene solo dopo attenta valutazione e devono essere evitate dosi alte (2400 mg/giorno).

Inoltre deve essere fatta un’attenta considerazione prima di iniziare trattamenti a lungo termine di pazienti con fattori di rischio per eventi cardiovascolari (per esempio ipertensione, iperlipidemia, diabete mellito, fumo), specialmente se sono richiesti alti dosaggi di ibuprofene (2400 mg/giorno).

Compromissione della fertilità femminile

Esistono evidenze che i farmaci che inibiscono la cicloossigenasi/la sintesi delle prostaglandine possano compromettere la fertilità femminile mediante un effetto sull’ovulazione. Tale effetto è reversibile dopo interruzione del trattamento. Nelle donne che hanno difficoltà a concepire o che stanno effettuando una valutazione della propria fertilità deve essere valutata la sospensione della terapia con ibuprofene.

Effetti gastrointestinali (GI)

I FANS devono essere somministrati con cautela in pazienti con un’anamnesi di malattia gastrointestinale (colite ulcerosa, morbo di Crohn), perché questi disturbi possono essere esacerbati (vedere paragrafo 4.8).

Sanguinamento, ulcerazioni o perforazioni gastrointestinali (GI) potenzialmente fatali sono state segnalate con tutti i FANS in qualsiasi momento durante il trattamento, con o senza sintomi premonitori o un’anamnesi precedente di eventi GI.

All’aumentare delle dosi dei FANS, il rischio di sanguinamento, ulcerazione o perforazione gastrointestinali (GI) è maggiore nei pazienti con un’anamnesi di ulcera, in particolare se complicata da emorragia o perforazione (vedere paragrafo 4.3), e negli anziani. Questi pazienti devono iniziare il

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trattamento alla dose minima disponibile. Per questi pazienti, nonché per i pazienti che richiedono l’uso concomitante di basse dosi di acido acetilsalicilico o di altri principi attivi che possono aumentare il rischio gastrointestinale (vedere di seguito e paragrafo 4.5), si deve valutare la terapia combinata con agenti protettivi (es. misoprostolo o inibitori della pompa protonica).

I pazienti con un’anamnesi di tossicità gastrointestinale (GI), in particolare gli anziani, devono riferire qualsiasi sintomo addominale insolito (specialmente sanguinamento gastrointestinale (GI)), in particolare durante le fasi iniziali del trattamento.

Si consiglia di prestare cautela nei pazienti che ricevono farmaci concomitanti che potrebbero aumentare il rischio di ulcerazione o sanguinamento gastrointestinale (GI), quali i corticosteroidi orali, anticoagulanti quali il warfarin, inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina o agenti antipiastrinici quali l’acido acetilsalicilico (vedere paragrafo 4.5).

Se si verifica un sanguinamento o un’ulcerazione gastrointestinale (GI) in pazienti che assumono ibuprofene, il trattamento deve essere interrotto.

Effetti dermatologici

Molto raramente, in associazione all’uso di FANS sono state riportate gravi reazioni cutanee, alcune fatali, tra cui dermatite esfoliativa, sindrome di Stevens-Johnson e necrolisi epidermica tossica (vedere paragrafo 4.8). I pazienti sembrano essere a più alto rischio di sviluppare queste reazioni all’inizio della terapia: nella maggioranza dei casi le reazioni insorgono entro il primo mese di trattamento. La terapia con ibuprofene deve essere interrotta non appena compaiano eruzioni cutanee, lesioni della mucosa o qualsiasi altro segno di ipersensibilità.

Altre note

L’uso prolungato di qualsiasi tipo di analgesico per la cefalea può peggiorare il disturbo. Se si verificasse o si sospettasse questa situazione, rivolgersi al medico e interrompere il trattamento. Si deve sospettare una diagnosi di cefalea da uso eccessivo di farmaci nei pazienti con cefalee frequenti o quotidiane nonostante (o in conseguenza a) l’uso regolare di farmaci per la cefalea.

In conseguenza del concomitante consumo di alcol, gli effetti indesiderati del principio attivo, in particolare quelli concernenti il tratto gastrointestinale o il sistema nervoso centrale, potrebbero essere aumentati durante l’uso di FANS.

L’ibuprofene può mascherare i sintomi di un’infezione (febbre, dolore e gonfiore).

Eccipienti

IBUPROFENE ZENTIVA 200 mg contiene 58,1 mg di sorbitolo per capsula.

IBUPROFENE ZENTIVA 400 mg contiene 100,7 mg di sorbitolo per capsula.

Ai pazienti con intolleranza ereditaria al fruttosio (HFI) non deve essere somministrato questo medicinale.

IBUPROFENE ZENTIVA 200 mg contiene 16 mg di potassio per capsula.

IBUPROFENE ZENTIVA 400 mg contiene 32 mg di potassio per capsula.

4.5 interazioni con altri medicinali ed altre forme di interazione

acido acetilsalicilico: la somministrazione contemporanea di ibuprofene e acido acetilsalicilico non è generalmente raccomandata a causa del potenziale aumento degli effetti indesiderati.

4.6 fertilità, gravidanza e allattamento

Gravidanza

L’inibizione della sintesi delle prostaglandine può avere effetti negativi sulla gravidanza e/o sullo sviluppo embrio-fetale.

I dati di studi epidemiologici suggeriscono un aumentato rischio di aborto e di malformazione cardiaca e di gastroschisi dopo l’uso di un inibitore della sintesi delle prostaglandine nelle prime fasi della gravidanza. Il rischio assoluto di malformazioni cardiache aumentava da meno dell’1% fino a circa l’1,5%. E’ stato ritenuto che il rischio aumenta con la dose e la durata della terapia.

Negli animali, la somministrazione di inibitori della sintesi di prostaglandine ha mostrato di provocare un aumento della perdita pre- e post-impianto e della mortalità embrio-fetale. Inoltre, un aumento di incidenza di varie malformazioni, inclusa quella cardiovascolare, è stato riportato in animali ai quali erano stati somministrati inibitori di sintesi delle prostaglandine, durante il periodo organogenetico.

L’ibuprofene non deve essere somministrato durante il primo e il secondo trimestre di gravidanza, se non chiaramente necessario. Se l’ibuprofene è usato da donne che stanno tentando di concepire, o durante il primo o il secondo trimestre di gravidanza, la dose deve essere mantenuta quanto più bassa possibile e la durata del trattamento deve essere la più breve possibile.

Nel terzo trimestre di gravidanza tutti gli inibitori della sintesi delle prostaglandine possono esporre

il feto a:

– tossicità cardiopolmonare (con chiusura prematura del dotto arterioso e ipertensione polmonare);

– disfunzione renale, che può progredire a insufficienza renale con oligoidroamnios;

la madre e il neonato, al termine della gravidanza, a:

– un possibile prolungamento del tempo di sanguinamento, un effetto antiaggregante che potrebbe verificarsi anche a dosi molto basse;

– un’inibizione delle contrazioni uterine, con conseguente ritardo o prolungamento del travaglio.

Di conseguenza, l’ibuprofene è controindicato durante il terzo trimestre di gravidanza (vedere paragrafo 4.3).

Allattamento

In studi limitati, l’ibuprofene è stato ritrovato nel latte materno a concentrazione molto bassa ed è poco probabile che abbia effetti negativi sul neonato allattato.

Fertilità

Ci sono alcune evidenze che i farmaci che inibiscono la cicloossigenasi/la sintesi delle prostaglandine possano compromettere la fertilità femminile mediante un effetto sull’ovulazione. Tale effetto è reversibile dopo l’interruzione del trattamento (vedere paragrafo 4.4).

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4.7 effetti sulla capacità di guidare veicoli e sull’uso di macchinari

Non sono attesi alla dose e alla durata della terapia raccomandate.

4.8 effetti indesiderati

La seguente tabella riassume le reazioni avverse al farmaco di ibuprofene divisi in gruppi in accordo alla terminologia MedDRA insieme con la loro frequenza: molto comune (≥1 / 10); comune (≥ 1 / 100 a <1/10); non comune (≥ 1 / 1.000 a <1/100); raro (≥ 1 / 10.000 a <1 / 1.000); molto raro (<1 / 10.000), non nota (non può essere definita sulla base dei dati disponibili):

L’elenco dei seguenti effetti avversi relativi a quelli osservati con ibuprofene a dosi da farmaco da banco (OTC) per l’impiego a breve termine. Nel trattamento di condizioni croniche o nel trattamento a lungo termine possono verificarsi ulteriori effetti avversi.

Gli eventi avversi osservati più frequentemente sono di natura gastrointestinale. Gli eventi avversi sono per lo più dose-dipendente, in particolare il rischio di insorgenza di sanguinamento gastrointestinale dipende dal range di dosaggio e dalla durata del trattamento.

Classificazione per

sistemi e organi secondo MedDRA

Frequenza

Effetto indesiderato

Patologie del sistema emolinfopoietico

Molto raro

Disturbi ematopoietici (anemia, leucopenia, trombocitopenia, pancitopenia, agranulocitosi). I primi segni sono: febbre, mal di gola, ulcere superficiali in bocca, sintomi simil-influenzali, grave spossatezza, sanguinamenti ed ecchimosi di origine sconosciuta.

Disturbi del sistema immunitario

Reazioni di ipersensibilità1 che consistono in:

Non comune

Orticaria, prurito.

Molto raro

Reazioni gravi di ipersensibilità.

I sintomi possono essere : gonfiore del viso, della lingua e della laringe, dispnea, tachicardia, ipotensione (anafilassi, angioedema o grave shock).

Non nota

Reattività delle vie respiratorie che comprende asma, asma aggravata, broncospasmo o dispnea.

Patologie del sistema nervoso

Non comune

Cefalea.

Molto raro

Meningite asettica2.

Patologie dell’orecchio e del labirinto

Non nota

Compromissione dell’udito.

Patologie cardiache

Non nota

Insufficienza cardiaca ed edema.

Patologie vascolari

Non nota

Ipertensione.

Patologie gastrointestinali

Non comune

Dolore addominale, dispepsia e nausea.

Raro

Diarrea, flatulenza, stipsi e vomito.

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Molto raro

Ulcera peptica, perforazione o emorragia gastrointestinale, melena, ematemesi, talvolta fatali, in particolare negli anziani. (vedere paragrafo 4.4). Stomatite ulcerosa, gastrite.

Non nota

Esacerbazione della colite ulcerosa e del morbo di Crohn (vedere paragrafo 4.4).

Patologie epatobiliari

Molto raro

Disturbi epatici.

Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo

Non comune

Varie eruzioni cutanee.

Molto raro

Possono verificarsi forme di reazioni cutanee gravi, quali le reazioni bollose, tra cui la sindrome di Stevens-Johnson, l’eritema multiforme e la necrolisi epidermica tossica.

Non nota

Reazione da farmaco con eosinofilia e sintomi sistemici (sindrome DRESS).

Patologie renali e urinarie

Molto raro

Insufficienza renale acuta, necrosi papillare, specialmente in caso di impiego a lungo termine, associata ad aumento dell’urea sierica ed edema.

Non nota

Insufficienza renale

Esami diagnostici

Molto raro

Riduzione dei livelli di emoglobina.

Studi clinici suggeriscono che l’uso di ibuprofene (in particolare a dosi elevate di 2400 mg/giorno) può essere associato a un leggero aumento del rischio di eventi trombotici arteriosi (per esempio infarto miocardico o ictus) (vedere paragrafo 4.4).

1Sono state segnalate reazioni di ipersensibilità, che possono consistere in

a) reazioni allergiche non specifiche e anafilassi;

b) reattività del tratto respiratorio, per esempio, asma, asma aggravata, broncospasmo, dispnea;

c) disturbi della pelle assortiti, tra cui eruzioni cutanee di vario tipo, come prurito, orticaria, porpora, angioedema, e più raramente dermatiti esfoliative e bollose (tra cui necrolisi epidermica ed eritema multiforme)

2 Il meccanismo patogenetico della meningite asettica indotta da farmaci non è pienamente compreso. Tuttavia, i dati disponibili sulle meningiti asettiche indotte da FANS conduce ad una reazione di ipersensibilità (a causa di una relazione temporale con l'assunzione del medicinale, e la scomparsa dei sintomi dopo la sospensione del medicinale). Da segnalare, singoli casi di sintomi di meningite asettica (come torcicollo, mal di testa, nausea, vomito, febbre e disorientamento) sono stati osservati durante il trattamento con ibuprofene, in pazienti con disturbi autoimmuni esistenti (come il lupus eritematoso sistemico, malattia del tessuto connettivo misto).

Segnalazione delle reazioni avverse sospette

La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il

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sistema nazionale di segnalazione all’indirizzo

4.9 sovradosaggio

Nei bambini l’ingestione di più di 400 mg/kg può provocare sintomi. Negli adulti l’effetto dose-risposta è meno chiaro. L’emivita nel sovradosaggio è di 1,5–3 ore.

Sintomi

La maggior parte dei pazienti che hanno ingerito quantità clinicamente importanti di FANS sviluppa solo nausea, vomito, dolore epigastrico o, più raramente, diarrea. Sono anche possibili tinnito, cefalea e sanguinamento gastrointestinale. In caso di avvelenamento più grave, si osserva tossicità del sistema nervoso centrale che si manifesta come sonnolenza e occasionalmente come eccitazione e disorientamento o coma. A volte i pazienti sviluppano convulsioni. In caso di avvelenamento grave è possibile che verifichi acidosi metabolica e il tempo di protrombina/INR può essere prolungato, probabilmente a causa dell’interferenza con l’attività dei fattori della coagulazione circolanti. Possono verificarsi insufficienza renale acuta e danno epatico. Negli asmatici è possibile esacerbazione dell’asma.

Gestione

La gestione deve essere sintomatica e di supporto e deve includere il mantenimento della pervietà delle vie aeree e il monitoraggio dei parametri cardiaci e vitali fino alla stabilizzazione. Valutare la somministrazione di carbone attivo se il paziente si presenta entro 1 ora dall’ingestione di una quantità potenzialmente tossica. Se frequenti o prolungate, le convulsioni devono essere trattate con diazepam o lorazepam per via endovenosa. In caso di asma, somministrare broncodilatatori.

5. proprietà farmacologiche

5.1 proprietà farmacodinamiche

Categoria farmacoterapeutica: derivati dell’acido propionico, codice ATC: M01AE01

L’ibuprofene è un FANS derivato dall’acido propionico che ha dimostrato efficacia inibendo la sintesi delle prostaglandine. Nell’uomo l’ibuprofene riduce il dolore, l’infiammazione e la febbre. Inoltre, l’ibuprofene inibisce reversibilmente l’aggregazione piastrinica.

Evidenze cliniche dimostrano che dopo l’assunzione di 400 mg di ibuprofene gli effetti analgesici possono durare fino a 8 ore.

Dati sperimentali suggeriscono che, assunto in concomitanza, l’ibuprofene può in modo competitivo inibire l’effetto dell’acido acetilsalicilico a basso dosaggio sull’aggregazione piastrinica. Alcuni studi di farmacodinamica mostrano che quando singole dosi di ibuprofene 400 mg sono state assunte entro 8 ore prima o entro 30 minuti dopo l’assunzione di acido acetilsalicilico a rilascio immediato (81 mg) si è osservato un effetto inferiore dell’acido acetilsalicilico sulla formazione di trombossano o sull’aggregazione piastrinica.

Anche se ci sono incertezze riguardanti l’estrapolazione di questi dati alla situazione clinica, la possibilità che l'uso regolare, a lungo termine, di ibuprofene può ridurre l'effetto cardioprotettivo di acido acetilsalicilico a basso dosaggio non può essere esclusa. Non si ritengono probabili effetti clinicamente rilevanti in caso di impiego occasionale di ibuprofene (vedere paragrafo 4.5).

5.2 proprietà farmacocinetiche

L’ibuprofene è ben assorbito dal tratto gastrointestinale. L’ibuprofene si lega in larga misura alle proteine plasmatiche.

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IBUPROFENE ZENTIVA contiene ibuprofene disciolto in un solvente idrofilo all’interno di un involucro di gelatina. Dopo l’ingestione, l’involucro di gelatina si disintegra nei succhi gastrici rilasciando immediatamente l’ibuprofene solubilizzato per l’assorbimento. Il picco medio di concentrazione plasmatica è raggiunto circa 30 minuti dopo la somministrazione in caso di assunzione a stomaco vuoto.

Il picco medio di concentrazione plasmatica per le compresse di ibuprofene viene raggiunto circa 12 ore dopo la somministrazione. Un confronto diretto tra ibuprofene in forma di capsula liquida e ibuprofene in forma di compressa ha indicato che il picco medio di concentrazione plasmatica viene raggiunto a una velocità più che doppia nel caso della capsula liquida (32,5 minuti) rispetto alla compressa (90 minuti). In caso di assunzione durante i pasti, i picchi dei livelli plasmatici possono essere ritardati.

L’ibuprofene viene metabolizzato nel fegato originando due metaboliti principali, escreti principalmente attraverso i reni come tali o come coniugati, insieme ad una quantità trascurabile di ibuprofene non modificato. L’escrezione da parte dei reni è rapida e completa.

L’emivita di eliminazione è di circa 2 ore.

Negli anziani non si osservano differenze significative nel profilo farmacocinetico.

In studi limitati, l’ibuprofene è stato riscontrato nel latte materno a concentrazioni molto basse.

5.3 dati preclinici di sicurezza

Nessuna informazione pertinente a parte quelle già fornite in altri paragrafi del Riassunto delle Caratteristiche del Prodotto.

6. informazioni farmaceutiche

6.1 elenco degli eccipienti

Macrogol 600

Potassio idrossido 85% (E525)

Gelatina

Acqua purificata

Sorbitolo liquido, parzialmente disidratato (E420)

Rosso carminio 43% (E120)

6.2 incompatibilità

Non pertinente.

6.3 periodo di validità

2 anni

6.4 precauzioni particolari per la conservazione

Conservare a temperatura inferiore a 25ºC. Conservare nella confezione originale per proteggere il medicinale dall’umidità.

6.5 natura e contenuto del contenitore

Blister in PVC/PVDC/alluminio, scatola di carta pieghevole

Formato della confezione:

11

IBUPROFENE ZENTIVA 200 mg: 12, 24 capsule molli

IBUPROFENE ZENTIVA 400 mg: 10, 12, 20 capsule molli

È possibile che non tutte le confezioni siano commercializzate.

6.6 precauzioni particolari per lo smaltimento e la manipolazione

Il medicinale non utilizzato e i rifiuti derivati da tale medicinale devono essere smaltiti in conformità alla normativa locale vigente.

7. titolare dell’autorizzazione all’immissione in commercio

Zentiva Italia S.r.l.

Viale L. Bodio 37/b

20158 Milano

8. NUMERO(I) DELL’AUTORIZZAZIONE ALL’IMMISSIONE IN COMMERCIO

043555010 – " 200 MG CAPSULE, MOLLI" 12 CAPSULE IN BLISTER PVC/PVDC/AL

043555022 – " 200 MG CAPSULE, MOLLI" 24 CAPSULE IN BLISTER PVC/PVDC/AL

043555034 – " 400 MG CAPSULE, MOLLI" 10 CAPSULE IN BLISTER PVC/PVDC/AL 043555046 – " 400 MG CAPSULE, MOLLI" 12 CAPSULE IN BLISTER PVC/PVDC/AL

043555059 – " 400 MG CAPSULE, MOLLI" 20 CAPSULE IN BLISTER PVC/PVDC/AL

9. data della prima autorizzazione/rinnovo dell’autorizzazione

Data della prima autorizzazione: 02 dicembre 2014

Data del rinnovo più recente: