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IBUPROFENE ACCORD - riassunto delle caratteristiche del prodotto

Contiene principio attivo :

Dostupné balení:

Riassunto delle caratteristiche del prodotto - IBUPROFENE ACCORD

1. denominazione del medicinale

Ibuprofene Accord 400 mg compresse rivestite con film

2. composizione qualitativa e quantitativa

Ogni compressa rivestita con film contiene 400 mg di ibuprofene.

Eccipiente con effetto noto: ogni compressa contiene 47 mg di lattosio.

Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.

3. forma farmaceutica

Compressa rivestita con film.

Ibuprofene Accord 400 mg compresse rivestite con film sono compresse rivestite con film di colore rosa, rotonde, di circa 13 mm di diametro, biconvesse, con “DK” inciso su un lato e lisce sull’altro lato.

4. informazioni cliniche

4.1 indicazioni terapeutiche

Negli adulti e nei bambini sopra i 12 anni (>40 kg): trattamento a breve termine di febbre e dolore di intensità da lieve a moderato, inclusa dismenorrea.

Trattamento sintomatico a lungo termine del dolore e dell’infiammazione nelle patologie reumatiche infiammatorie croniche.

4.2 posologia e modo di somministrazione

Posologia

Il trattamento deve iniziare con la dose efficace più bassa, che può essere successivamente regolata, in funzione della risposta terapeutica e degli eventuali effetti indesiderati. Nel trattamento a lungo termine l'obiettivo deve essere una dose di mantenimento bassa.

Gli effetti indesiderati possono essere minimizzati con l'utilizzo della dose efficace più bassa per il minor tempo necessario per controllare i sintomi (vedere paragrafo 4.4).

Patologie reumatiche:

-Trattamento iniziale di 2 compresse da 400 mg, 3 volte al giorno, ossia 2.400 mg al giorno

-Trattamento di mantenimento: 1 compressa da 400 mg, da 3 a 4 volte al giorno, ossia da 1.200 a 1.600 mg al giorno.

Si deve attendere un intervallo di tempo di almeno 4–6 ore tra le dosi. La dose giornaliera totale non deve superare 2.400 mg in dosi suddivise. In alcuni pazienti possono essere efficaci dosi di mantenimento di 6001.200 mg al giorno.

Artrite Reumatoide Giovanile

Nell’Artrite Reumatoide Giovanile, la dose raccomandata giornaliera è 20–30 mg/kg di peso corporeo in 3–4 dosi suddivise fino a un massimo giornaliero di 40 mg/kg di peso corporeo nei casi gravi. Nei bambini di peso inferiore a 40 kg, deve essere considerato l’uso di un diverso dosaggio o una formulazione liquida di ibuprofene per il corretto dosaggio.

Trattamento sintomatico a breve termine della febbre e del dolore di intensità da lieve a moderata

Adulti e adolescenti sopra i 12 anni (>40 kg)

Una compressa da 400 mg, da 1 a 4 volte al giorno, quando necessario. Si deve attendere un intervallo di tempo di almeno 4–6 ore tra le dosi. Dosi singole superiori a 400 mg non hanno dimostrato di avere alcun effetto analgesico aggiuntivo. La compressa da 400 mg deve essere usata soltanto per dolore o febbre più intensi che non sono alleviati dalla compressa di ibuprofene da 200 mg.

Dismenorrea

Una compressa da 400 mg, da 1 a 3 volte al giorno, quando necessario. Si deve attendere un intervallo di tempo di almeno 4–6 ore tra le dosi. Iniziare il trattamento al primo segno di dolore mestruale.

Anziani

I pazienti anziani sono esposti ad un rischio maggiore di reazioni avverse con conseguenze gravi. Se si ritiene necessaria la somministrazione di un FANS, si deve usare la dose efficace più bassa per la durata più breve possibile. Durante la terapia con FANS i pazienti devono essere monitorati regolarmente per sanguinamento gastrointestinale. Se la funzione renale o epatica è compromessa, il dosaggio deve essere valutato su base individuale.

Danno renale:

È necessaria cautela nella somministrazione in pazienti con danno renale. Il dosaggio deve essere valutato su base individuale. La dose deve essere mantenuta la più bassa possibile e la funzione renale deve essere monitorata (vedere paragrafo 4.3, 4.4 e 5.2).

Compromissione epatica:

È necessaria cautela nella somministrazione in pazienti con compromissione epatica. Il dosaggio deve essere valutato su base individuale e la dose deve essere mantenuta la più bassa possibile (vedere paragrafo 4.3, 4.4 e 5.2).

Modo di somministrazione

Per uso orale.

Nei pazienti con sensibilità gastrica si raccomanda l’assunzione di ibuprofene compresse durante i pasti. Se presa poco tempo dopo aver mangiato, l'insorgenza dell’azione della compressa di ibuprofene può essere ritardata.

Da prendere preferibilmente durante o subito dopo i pasti con abbondante acqua. Le compresse di ibuprofene devono essere deglutite intere e non masticate, rotte, frantumate o succhiate in modo da evitare fastidio orale o irritazione della gola.

4.3 controindicazioni

Ipersensibilità al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti elencati al paragrafo 6.1.

Ulcera gastrica o duodenale attiva o storia di ulcera/sangui­namento gastrointestinale ricorrente (due o più chiari episodi di ulcere o di sanguinamento dimostrabili).

Insufficienza epatica grave.

Grave insufficienza cardiaca (classe NYHA IV) o malattia coronarica.

Grave insufficienza renale (filtrazione glomerulare inferiore a 30 ml/min).

Condizioni che comportano una maggiore tendenza al sanguinamento.

Documento reso disponibile da AIFA il 22/10/2019

Sanguinamento gastrointestinale o perforazione correlata ad un precedente trattamento con i FANS.

Il terzo trimestre di gravidanza (vedere paragrafo 4.6).

A causa di reazioni crociate, l’ibuprofene non deve essere somministrato a pazienti che hanno sviluppato reazioni di ipersensibilità, compresi i sintomi di asma, rinite o orticaria dopo l'assunzione di acido acetilsalicilico o altri FANS.

Nei pazienti con emorragie acute cerebrovascolari o di altra natura.

Patologie ematologiche (ad es. diatesi emorragica, disturbo ematopoietico).

Nei pazienti con grave disidratazione (causata da vomito, diarrea o insufficiente assunzione di liquidi).

Colite ulcerosa.

4.4 avvertenze speciali e precauzioni di impiego

Precauzioni generali

Gli effetti indesiderati possono essere minimizzati con l'uso della più bassa dose efficace per il minor tempo necessario per controllare i sintomi (vedere paragrafo 4.2 e gli effetti gastrointestinali e cardiovascolari sotto).

Come per gli altri FANS, ibuprofene può mascherare i segni di infezione.

Vi è qualche evidenza che i farmaci che inibiscono la sintesi di prostaglandine/ci­clo-ossigenasi possano causare compromissione della fertilità femminile attraverso un effetto sull’ovulazione. Questo effetto è reversibile con la sospensione del trattamento.

Le compresse di ibuprofene contengono lattosio monoidrato e non devono essere somministrate a pazienti con rari problemi ereditari di intolleranza al galattosio, deficit di Lapp lattasi o malassorbimento di glucosio-galattosio.

L'utilizzo prolungato di qualsiasi tipo di antidolorifico per i mal di testa può farli peggiorare. Se si verifica questa situazione o la si sospetta, si deve chiedere consiglio al medico ed il trattamento deve essere interrotto. La diagnosi di emicrania da abuso di farmaci (MOH) deve essere sospettata nei pazienti che hanno mal di testa frequenti o giornalieri nonostante (o a causa di) utilizzo regolare di farmaci per il mal di testa.

Effetti cardiovascolari

Un adeguato monitoraggio e opportune istruzioni sono necessarie nei pazienti con una storia di ipertensione e/o di insufficienza cardiaca da lieve a moderata poichè sono stati segnalati ritenzione idrica ed edema in associazione alla terapia con i FANS. I FANS potrebbero ridurre l'effetto dei diuretici e di altri farmaci antipertensivi (vedere paragrafo 4.5).

Gli studi clinici suggeriscono che l'uso di ibuprofene, in particolare ad alte dosi (2.400 mg/die) può essere associato ad un moderato aumento del rischio di eventi trombotici arteriosi (ad esempio infarto del miocardio o ictus). Nel complesso, gli studi epidemiologici non suggeriscono che l’ibuprofene a basso dosaggio (ad esempio ≤1.200 mg/die) sia associato ad un aumentato rischio di eventi trombotici arteriosi.

I pazienti con ipertensione non controllata, insufficienza cardiaca congestizia (NYHA II-III), cardiopatia ischemica stabilita, arteriopatia periferica e/o disturbo cerebrovascolare devono essere trattati con ibuprofene, dopo un attento esame e devono essere evitate alte dosi (2.400 mg/die).

Si deve prestare particolare attenzione prima di iniziare il trattamento a lungo termine nei pazienti con fattori di rischio per eventi cardiovascolari (ad esempio ipertensione, iperlipidemia, diabete mellito, fumo), in particolare se sono necessarie alte dosi di ibuprofene (2.400 mg/die).

Documento reso disponibile da AIFA il 22/10/2019

Sanguinamento, ulcerazione e perforazione gastrointestinale

C'è un forte legame tra la dose e il sanguinamento gastrointestinale grave. La somministrazione concomitante di ibuprofene ed altri FANS, tra cui inibitori selettivi della cicloossigenasi-2 (COX-2), deve essere evitata.

I pazienti anziani sono quelli con il maggior rischio di manifestare effetti indesiderati durante il trattamento con un FANS, specialmente sanguinamenti e perforazioni gastrointestinali, che possono essere fatali.

Sanguinamento, ulcerazione e perforazione gastrointestinali potenzialmente fatali sono stati segnalati in relazione al trattamento con tutti i tipi di FANS e si sono verificati in qualsiasi momento durante il trattamento, con o senza sintomi di avvertimento o precedenti episodi di eventi gastrointesti­nali gravi.

Il rischio di sanguinamento, ulcerazione o perforazione gastrointestinale è più alto all’aumentare delle dosi di FANS in pazienti con storia di ulcera, soprattutto se complicata da sanguinamento o perforazione (vedere paragrafo 4.3), e negli anziani. I pazienti con i fattori di rischio di cui sopra devono iniziare il trattamento con la dose più bassa possibile.

Il trattamento con farmaci protettori della mucosa (ad es. misoprostolo o inibitori della pompa protonica) deve essere considerato per questi pazienti, così come per i pazienti in trattamento con basse dosi di acido acetilsalicilico o di altri farmaci che possono aumentare il rischio di effetti indesiderati gastrointestinali (vedi sotto e paragrafo 4.5).

Ai pazienti con una storia di reazioni gastrointestinali, in particolare ai pazienti anziani, bisogna spiegare di prestare attenzione a qualsiasi sintomo gastrointestinale inusuale (soprattutto sanguinamento gastrointestinale), in particolare all'inizio del trattamento, e di cercare aiuto medico se si verificano questi sintomi.

Si deve prestare cautela nei pazienti che ricevono una terapia concomitante che può aumentare il rischio di ulcerazione o di sanguinamento, come nel caso dei corticosteroidi orali, anticoagulanti come il warfarin, inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina o antiaggreganti piastrinici come l'acido acetilsalicilico (vedere paragrafo 4.5).

Il trattamento con ibuprofene deve essere sospeso se il paziente soffre di sanguinamento o ulcerazione gastrointestinale.

I FANS devono essere somministrati con cautela nei pazienti con una storia di disturbo gastrointestinale, ad esempio colite ulcerosa e morbo di Crohn, poiché queste condizioni possono essere esacerbate (vedere paragrafo 4.8).

Effetti renali

Deve essere prestata cautela nei pazienti con disidratazione. Vi è il rischio di danno renale nei bambini e negli adolescenti disidratati.

L’utilizzo a lungo termine di ibuprofene, come con altri FANS, ha portato a necrosi papillare renale ed altre alterazioni patologiche renali. È stata riscontrata tossicità renale in pazienti nei quali le prostaglandine renali hanno un ruolo compensatorio nel mantenimento della perfusione renale. La somministrazione di FANS in questi pazienti può comportare una riduzione dose-dipendente della formazione delle prostaglandine e, come effetto secondario, del flusso sanguigno renale che può condurre a insufficienza renale. I pazienti più a rischio di queste reazioni sono quelli con danno renale, scompenso cardiaco, disfunzioni epatiche, anziani e tutti quei pazienti che prendono diuretici e ACE inibitori. La sospensione della terapia con FANS solitamente viene seguita dal recupero dello stato di pretrattamento.

L’ibuprofene può causare ritenzione di fluidi e di sodio e potassio in pazienti che non hanno mai sofferto di disturbi renali a causa dei suoi effetti sulla perfusione renale. Ciò può causare edema o scompenso cardiaco o ipertensione nei soggetti predisposti.

Documento reso disponibile da AIFA il 22/10/2019

In generale, l’uso abituale di analgesici, soprattutto delle associazioni di diversi principi attivi analgesici, può portare a lesioni renali permanenti, con rischio di insorgenza di insufficienza renale (nefropatia da analgesici).

Effetti ematologici

L’ibuprofene può inibire l’aggregazione piastrinica, prolungando il tempo di sanguinamento. Pertanto si raccomanda di monitorare attentamente i pazienti con disturbi della coagulazione o in terapia con anticoagulanti.

Disturbi respiratori

È richiesta cautela quando l’ibuprofene è somministrato in pazienti che soffrono, o con una precedente storia, di asma bronchiale, rinite cronica o malattia allergica, poichè l’ibuprofene può causare broncospasmo, orticaria o angioedema in alcuni pazienti.

Effetti dermatologici

Gravi reazioni cutanee, alcune delle quali fatali, quali dermatite esfoliativa, sindrome di Stevens-Johnson e necrolisi tossica epidermica, sono state riportate molto raramente in associazione con l’uso dei FANS (vedere paragrafo 4.8). Il rischio che si verifichino queste reazioni sembra essere più alto nelle prime fasi della terapia, verificandosi l’insorgenza della reazione entro il primo mese di trattamento nella maggior parte dei casi. Il trattamento con ibuprofene deve essere interrotto alla prima comparsa di eruzione cutanea, lesioni della mucosa o qualsiasi altro segno di ipersensibilità, nonchè se si manifestano disturbi visivi o segni persistenti di disfunzione epatica.

LES e malattia mista del tessuto connettivo

Nei pazienti con lupus eritematoso sistemico (LES) e malattia mista del tessuto connettivo, ci può essere un aumentato rischio di meningite asettica (vedi sotto e paragrafo 4.8).

Meningite asettica

In rare occasioni in pazienti in trattamento con ibuprofene è stata osservata meningite asettica. Sebbene sia più probabile che questa si verifichi in pazienti con lupus eritematoso sistemico e patologie del tessuto connettivo collegate, è stata osservata anche in pazienti i quali non manifestavano patologie croniche concomitanti.

Inezioni e infestazioni

In casi eccezionali, la varicella può essere all’origine di gravi complicazioni cutanee e infettive dei tessuti molli.

Finora, il contributo dei FANS nel peggioramento di queste infezioni non può essere escluso. Pertanto, si consiglia di evitare l’uso di ibuprofene in caso di varicella.

Reazioni di ipersensibilità

Gli analgesici, antipiretici, antinfiammatori non-steroidei (FANS) possono causare reazioni di ipersensibilità, potenzialmente gravi, incluso reazioni anafilattiche, anche in soggetti non precedentemente esposti a questo tipo di farmaci. Il rischio di reazioni di ipersensibilità dopo assunzione di ibuprofene è maggiore nei soggetti che abbiano presentato tali reazioni dopo l’uso di altri analgesici, antipiretici, FANS e nei soggetti con iperreattività bronchiale (asma), febbre da fieno, poliposi nasale o broncopneumopatia cronica ostruttiva o precedenti episodi di angioedema (vedere paragrafi 4.3 e 4.8). Le reazioni allergiche possono presentarsi come attacchi di asma (la cosiddetta asma analgesica), edema di Quincke o orticaria.

Reazioni di ipersensibilità grave (ad es. shock anafilattico) sono state segnalate raramente. Il trattamento con ibuprofene deve essere immediatamente interrotto al primo segno di reazione di ipersensibilità.

Funzionalità cardiaca, renale ed epatica ridotta

Nei pazienti con compromissione renale, cardiaca o epatica, deve essere adottata cautela in quanto l'uso di FANS può determinare un deterioramento della funzione renale. Tale rischio è ulteriormente aumentato nei pazienti che assumono regolarmente combinazioni di diversi farmaci analgesici. La più bassa dose efficace per il più breve periodo di tempo e il controllo periodico dei parametri clinici e di laboratorio, specialmente nel caso di un trattamento prolungato, sono raccomandati nei pazienti con compromissione renale, cardiaca o epatica (vedere paragrafo 4.3).

Emicrania da abuso di farmaci

L'utilizzo prolungato di qualsiasi tipo di antidolorifico per i mal di testa può farli peggiorare. Se si verifica questa situazione o la si sospetta, si deve chiedere consiglio al medico ed il trattamento deve essere interrotto. La diagnosi di emicrania da abuso di farmaci (MOH) deve essere sospettata nei pazienti che hanno mal di testa frequenti o giornalieri nonostante (o a causa di) l’utilizzo regolare di farmaci per il mal di testa.

I pazienti con problemi gastrointestinali, LES, disturbi ematologici o della coagulazione e asma devono essere trattati con attenzione ed essere strettamente monitorati durante il trattamento con FANS, poiché la loro condizione può essere aggravata dai FANS.

4.5 interazioni con altri medicinali ed altre forme di interazione

Le seguenti combinazioni con ibuprofene devono essere evitate:

Anticoagulanti (dicumarolici): i FANS possono aumentare l'effetto degli anticoagulanti come il warfarin.

Studi sperimentali dimostrano che l'ibuprofene rinforza gli effetti del warfarin sul tempo di sanguinamento. I FANS e il gruppo dicumarolo sono metabolizzati dallo stesso enzima, CYP2C9.

Antiaggreganti: i FANS non devono essere associati ad agenti antipiastrinici, come ticlopidina a causa dell'inibizione aggiuntiva della funzione piastrinica (vedere sotto).

Metotressato : i FANS inibiscono la secrezione tubulare del metotressato e, come conseguenza, può verificarsi un’interazione metabolica con ridotta clearance del metotressato. Di conseguenza, nel trattamento con metotressato ad alte dosi, si deve sempre evitare di prescrivere i FANS (vedere sotto).

Acido acetilsalicilico: la somministrazione concomitante di acido acetilsalicilico e ibuprofene non è generalmente raccomandata a causa del potenziale aumento degli effetti indesiderati.

Dati sperimentali suggeriscono che l’ibuprofene può inibire competitivamente l’effetto dell’acido acetilsalicilico a basse dosi sull’aggregazione piastrinica quando i due farmaci vengono somministrati contemporaneamente. Sebbene vi siano incertezze riguardanti l’estrapolazione di questi dati alla situazione clinica, non si può escludere la possibilità che l’uso regolare a lungo termine di ibuprofene possa ridurre l’effetto cardioprotettivo dell’acido acetilsalicilico a basse dosi. Nessun effetto clinico rilevante è considerato probabile in seguito a un uso occasionale di ibuprofene (vedere paragrafo 5.1).

Glicosidi cardiaci : i FANS possono esacerbare lo scompenso cardiaco, ridurre il tasso della filtrazione glomerulare e aumentare i livelli plasmatici dei glicosidi cardiaci (ad es. digossina).

Mifepristone: a causa delle proprietà anti-prostaglandiniche dei farmaci anti-infiammatori non steroidei (FANS) compreso l’acido acetil salicilico, può teoricamente determinarsi una diminuzione nell’efficacia del medicinale. L’evidenza limitata suggerisce che la co-somministrazione di FANS nel giorno di somministrazione delle prostaglandine non influenza negativamente gli effetti del mifepristone o della prostaglandina sulla maturazione cervicale o sulla contrattilità uterina e non riduce l’efficacia clinica del medicinale sull’interruzione di gravidanza.

Sulfaniluree: i FANS possono aumentare l’effetto delle sulfaniluree. Sono stati segnalati rari casi di ipoglicemia in pazienti in trattamento con sulfaniluree che assumevano ibuprofene;

Zidovudina : c’è un’evidenza di un aumento del rischio di emartrosi e di ematoma in pazienti emofiliaci affetti da HIV in contemporaneo trattamento con zidovudina e ibuprofene.

Le seguenti associazioni con ibuprofene possono richiedere un aggiustamento della dose:

Antiipertensivi: i FANS possono ridurre l'effetto dei diuretici e di altri farmaci antipertensivi.

Aminoglicosidi: i FANS possono ridurre l’escrezione degli aminoglicosidi. Bambini: Si deve prestare attenzione durante il trattamento concomitante con ibuprofene e aminoglicosidi.

Litio : l’ibuprofene riduce la clearance renale del litio, di conseguenza i livelli sierici di litio possono aumentare. La combinazione deve essere evitata laddove non possono essere eseguiti controlli sierici di litio frequenti e non possa essere fatta una possibile riduzione della dose di litio.

ACE inibitori e antagonisti dell’angiotensina II :

Vi è un aumento del rischio di insufficienza renale acuta, generalmente reversibile, nei pazienti con danno renale (ad es pazienti disidratati e/o anziani) quando il trattamento con ACE-inibitori o antagonisti dell'angiotensina II viene somministrato contemporaneamente ai FANS, tra cui inibitori selettivo della ciclossigenasi-2. L'associazione deve, pertanto, essere somministrata con cautela nei pazienti con danno renale, in particolare nei pazienti anziani. I pazienti devono essere adeguatamente idratati e deve essere preso in considerazione il monitoraggio della funzione renale dopo l’inizio della terapia concomitante e, periodicamente, durante il trattamento (vedere paragrafo 4.4).

Betabloccanti : i FANS contrastano l’effetto antipertensivo degli agenti che bloccano i beta-adrenorecettori.

Inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (SSRIs):

SSRI e FANS comportano un aumento del rischio di sanguinamento, ad esempio, dal tratto gastrointestinale. Questo rischio è ulteriormente aumentato dal trattamento di associazione. Il meccanismo può essere legato ad una riduzione della ricaptazione della serotonina nelle piastrine (vedere paragrafo 4.4).

Ciclosporina: si ritiene che la somministrazione concomitante di FANS e cisclosporina aumenti il rischio di nefrotossicità dovuta ad una ridotta sintesi di prostaciclina nel rene.

Di conseguenza, in caso di trattamento di associazione, la funzione renale deve essere strettamente monitorata.

Captopril: studi sperimentali indicano che l’ibuprofene contrasta l’effetto di captopril sull’escrezione di sodio.

Colestiramina: la somministrazione concomitante di ibuprofene e colestiramina può ritardare e ridurre (del 25%) l’assorbimento di ibuprofene. Questi medicinali devono essere somministrati ad un intervallo di almeno 2 ore.

Tiazidici, preparazioni tiazide-correlate e diuretici dell’ansa : i FANS possono contrastare l’effetto diuretico di furosemide e bumetanide, probabilmente tramite inibizione della sintesi delle prostaglandine. Possono inoltre contrastare l’effetto antipertensivo dei tiazidici.

Tacrolimus: si ritiene che la somministrazione concomitante di FANS e tacrolimus sia in grado di aumentare il rischio di nefrotossicità dovuta ad una ridotta sintesi di prostaciclina nel rene.

Di conseguenza, in caso di trattamento di associazione, la funzione renale deve essere strettamente monitorata.

Metotressato: il rischio di una potenziale interazione tra un FANS e il metotressato deve essere tenuto in considerazione anche in relazione ad un trattamento con metotressato a basse dosi, in particolare nei pazienti con danno renale. Quando viene somministrato il trattamento di associazione, si deve monitorare la funzione renale. Si deve esercitare cautela quando sia il FANS che il metotressato vengono somministrati nell’arco di 24 ore, poichè i livelli plasmatici di metotressato possono aumentare, causando un aumento della tossicità (vedere sopra).

Corticosteroidi: il trattamento concomitante comporta un aumento del rischio di ulcerazione o sanguinamento gastrointestinale (vedere paragrafo 4.4);

Medicinali antipiastrinici: aumento del rischio di sanguinamento gastrointestinale (vedere sopra).

Antibiotici chinolonici : dati su animali indicano che i FANS possono aumentare il rischio di convulsioni associati con gli antibiotici chinolonici. I pazienti che prendono FANS e chinoloni possono avere un aumentato rischio di sviluppare convulsioni.

Altri analgesici e inibitori selettivi della Ciclossigenasi-2 : l’uso concomitante di due o più FANS, inclusi gli inibitori selettivi della cicloossigenasi-2, deve essere evitato per il potenziale aumento del rischio di eventi avversi (vedere paragrafo 4.4);

Estratti vegetali : Ginkgo Biloba può aumentare il rischio di sanguinamento in associazione ai FANS.

Inibitori del CYP2C9 : la somministrazione concomitante di ibuprofene e inibitori del CYP2C9 può aumentare l’esposizione all’ibuprofene (substrato del CYP2C9). In uno studio con voriconazolo e fluconazolo (inibitori del CYP2C9), si è osservata una aumentata esposizione al S (+) -ibuprofene da approssimativamente l’80% al 100%. Si deve prendere in considerazione la riduzione della dose di ibuprofene quando si somministrano in concomitanza forti inibitori del CYP2C9, in particolar modo quando dosi elevate di ibuprofene vengono somministrate con voriconazolo o fluconazolo.

Ritonavir: è possibile un aumento della concentrazione dei FANS.

Probenecid: rallenta l’escrezione dei FANS, con possibile aumento delle loro concentrazioni plasmatiche.

Pemetrexed: vi è interazione con pemetrexed in quanto vi è un aumentato rischio della sua tossicità per la ridotta clearance renale. In pazienti con ridotta funzionalità renale, aventi una clearance della creatinina tra 45–80 ml/min, questa combinazione deve essere evitata. Nei pazienti con funzionalità renale normale, una sufficiente precauzione per l'uso è basata su analisi di laboratorio della funzionalità renale.

Gli studi d’interazione sono stati eseguiti soltanto negli adulti.

4.6 fertilità, gravidanza e allattamento

Gravidanza

L’inibizione della sintesi di prostaglandine può influenzare negativamente la gravidanza e/o lo sviluppo embrio/fetale. Risultati di studi epidemiologici suggeriscono un aumentato rischio di aborto e di malformazione cardiaca e di gastroschisi dopo l’uso di un inibitore della sintesi delle prostaglandine nelle prime fasi della gravidanza. Il rischio assoluto di malformazioni cardiovascolari aumentava da meno dell’1% fino a circa l’1,5%. Si ritiene che il rischio aumenti con la dose e la durata della terapia. Negli animali, la somministrazione di inibitori della sintesi di prostaglandine ha mostrato di provocare un aumento della perdita di pre- e post-impianto e di mortalità embriofetale. Inoltre, un aumento di incidenza di varie malformazioni, inclusa quella cardiovascolare, è stato riportato in animali a cui erano stati somministrati inibitori di sintesi delle prostaglandine durante il periodo organogenetico. Durante il primo e il secondo trimestre di gravidanza, ibuprofene non deve essere somministrato se non in casi strettamente necessari. Se l’ibuprofene è usato da una donna in attesa di concepimento o durante il primo e secondo trimestre di gravidanza, la dose e la durata del trattamento devono essere mantenute le più basse possibili.

Durante il terzo trimestre di gravidanza, tutti gli inibitori della sintesi di prostaglandine possono esporre il feto a:

– Tossicità cardiopolmonare (con chiusura prematura del dotto arterioso e ipertensione polmonare).

– Disfunzione renale, che può progredire in insufficienza renale con oligo-idroamnios.

La madre e il neonato, alla fine della gravidanza, a:

– Possibile prolungamento del tempo di sanguinamento,

– Inibizione delle contrazioni uterine risultanti in ritardo o prolungamento del travaglio.

Di conseguenza, l’ibuprofene è controindicato durante il terzo trimestre di gravidanza.

Allattamento

Ibuprofene è escreto nel latte materno, ma alle dosi terapeutiche durante il trattamento a breve termine il rischio di influenza sul neonato sembra improbabile. Se, tuttavia, viene prescritto il trattamento a lungo termine, deve essere considerato lo svezzamento precoce.

Fertilità

L’uso di ibuprofene può compromettere la fertilità femminile e non è raccomandato nelle donne in attesa di concepimento. Nelle donne che hanno difficoltà a concepire o che sono oggetto di indagine sull’infertilità, si deve considerare l’interruzione del trattamento con ibuprofene.

4.7 effetti sulla capacità di guidare veicoli e sull'uso di macchinari

In seguito all’assunzione di ibuprofene, il tempo di reazione in alcune persone può essere compromesso. Ciò deve essere tenuto in considerazione nelle situazioni in cui è richiesta una maggiore vigilanza. Effetti indesiderati quali vertigini, sonnolenza, affaticamento e disturbi visivi sono possibili dopo l'assunzione di FANS. Se tali effetti si manifestano, i pazienti non devono guidare o utilizzare macchinari.

4.8 effetti indesiderati

Gli effetti indesiderati sono principalmente associati all’effetto farmacologico dell’ibuprofene sulla sintesi delle prostaglandine. Gli effetti più comuni sono dispepsia e diarrea, che si verificano in circa il 10–30% dei pazienti trattati.

Gli eventi avversi possibilmente correlati ad ibuprofene sono classificati secondo la convenzione MedDRA sulla frequenza e la classificazione organico sistemica. Sono utilizzate le seguenti classi di frequenza: Molto comune (≥1/10), Comune (≥1/100, <1/10), Non comune (≥1/1000 a <1/100), Raro (≥1/10.000 a < 1/1.000), Molto raro (<1/10.000) e Non nota (non può essere definita sulla base dei dati disponibili).

Classificazione organo-sistemica

Frequenza

Reazione avversa

Infezioni e infestazioni

Non comune

Rinite

Raro

Meningite asettica

Patologie del sistema emolinfopoietico

Non comune

Leucopenia, trombocitopenia, agranulocitosi, neutropenia, anemia aplastica e anemia emolitica

Disturbi del sistema immunitario

Raro

Reazione anafilattica

Disturbi psichiatrici

Non comune

Insonnia, ansia

Raro

Depressione, stato confusionale

Patologie del sistema nervoso

Comune

Mal di testa, capogiri

Non comune

Parestesia, sonnolenza

Raro

Neurite ottica

Patologie dell’occhio

Non comune

Compromissione della visione

Raro

Neuropatia ottica tossica

Patologie dell’orecchio e del labirinto

Non comune

Udito compromesso

Raro

Tinnito, vertigini

Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche

Non comune

Asma, bronchospasmo, dispnea

Patologie gastrointestinali

Comune

Dispepsia, diarrea, nausea, vomito, dolore addominale, flatulenza, costipazione, melena, ematemesi, emorragia gastrointestinale

Documento reso disponibile da AIFA il 22/10/2019

Non comune

Gastrite, ulcera duodenale, ulcera gastrica, ulcerazione della bocca, perforazione gastrointestinale

Molto raro

Pancreatite

Non nota

Esacerbazione della colite e del morbo di Crohn

Patologie epatobiliari

Non comune

Epatite, ittero, funzionalità epatica anormale

Raro

Danno epatico

Molto raro

Insufficienza epatica

Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo:

Comune

Eruzione cutanea

Non comune

Orticaria, prurito, porpora, angioedema, reazione di fotosensibilità

Molto raro

Gravi forme di reazioni cutanee (ad es. eritema multiforme, reazioni bollose, incluso syndrome di Stevens-Johnson e necrolisi epidermica tossica)

Patologie renali e urinarie

Non comune

Nefropatia tossica in varie forme, incluse nefrite interstiziale, sindrome nefrotica ed insufficienza renale.

Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione

Comune

Stanchezza

Raro

Edema

Patologie cardiache

Non nota

Insufficienza cardiaca, infarto del miocardio (vedere anche paragrafo 4.4)

Patologie vascolari

Non nota

Ipertensione

Patologie cardiache e vascolari: in associazione a trattamento con FANS sono stati riportati edema, ipertensione e insufficienza cardiaca. Studi clinici suggeriscono che l’uso di ibuprofene, specialmente ad alte dosi (2.400 mg/die), può essere associato ad un modesto aumento del rischio di eventi trombotici arteriosi come infarto del miocardio o ictus (vedere paragrafo 4.4).

Disturbi gastrointestinali: gli eventi avversi più comunemente osservati sono di natura gastrointestinale.

Possono verificarsi ulcere peptiche, perforazione o sanguinamento gastrointestinale, a volte fatale, particolarmente negli anziani (vedere paragrafo 4.4).

Disturbi del sistema immunitario: in seguito a trattamento con FANS sono state riportate reazioni di ipersensibilità. Queste possono consistere in a) reazione allergica non-specifica e anafilassi, b) iperreattività del tratto respiratorio comprendenti asma, anche grave, broncospasmo o dispnea, o c) diversi disturbi a carico della cute, comprendenti rash di vario tipo, prurito, orticaria, porpora, angioedema e, più raramente, eritema multiforme e dermatosi bollose (inclusi sindrome di Stevens-Johnson, necrolisi tossica epidermica).

Infezioni e infestazioni: rinite e meningite asettica (specialmente in pazienti con preesistenti disordini autoimmuni, come lupus eritematoso sistemico e malattia mista del tessuto connettivo) con sintomi di rigidità nucale, cefalea, nausea, vomito, febbre o disorientamento (vedere paragrafo 4.4).

È stata riportata esacerbazione di infiammazioni correlate ad infezioni (ad esempio sviluppo di fascite necrotizzante) coincidente con l'utilizzo di FANS. Se segni di infezione si verificano o se peggiorano durante l'uso di ibuprofene, il paziente deve rivolgersi immediatamente al medico.

Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo: In casi eccezionali durante un’infezione di varicella possono verificarsi gravi infezioni della pelle e complicazioni dei tessuti molli (vedere anche “Infezioni e infestazioni”).

Documento reso disponibile da AIFA il 22/10/2019

L’ibuprofene può causare un prolungamento del tempo di sanguinamento attraverso l'inibizione reversibile dell'aggregazione piastrinica.

Il deterioramento della colite ulcerosa e il morbo di Crohn sono stati segnalati in relazione al trattamento con i FANS.

Segnalazione delle reazioni avverse sospette

La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione all’indirizzo.

4.9 sovradosaggio

Tossicità

Rischio di sintomi a dosi >80–100 mg/kg. A dosi >200 mg/kg vi è il rischio di gravi sintomi, ma con notevoli variazioni tra gli individui. Una dose di 560 mg/kg, in un bambino di 15 mesi, ha determinato una grave intossicazione, 3,2 g in un bambino di 6 anni un’intossicazione da lieve a moderata, 2,8–4 g in un bambino di 1 ½ anni e 6 g in uno di 6 anni, una grave intossicazione anche dopo lavanda gastrica, 8 g in un adulto un’intossicazione moderata e >20 g in un adulto un’intossicazione molto grave. 8 g somministrati ad un ragazzo di 16 anni con rene compromesso e 12 g in combinazione con alcol somministrati ad un adolescente hanno comportato necrosi tubulare acuta.

Sintomi

La maggior parte dei pazienti che hanno ingerito quantitativi significativi di ibuprofene manifesteranno i sintomi entro 4–6 ore.

I sintomi di sovradosaggio più comunemente riportati riguardano il tratto gastrointestinale: ad es. nausea, dolore addominale e vomito (con possibili tracce di sangue). Gli effetti sul sistema nervoso centrale includono cefalea, tinnito, confusioni e nistagmo. Ad alte dosi possono verificarsi perdita di coscienza e convulsioni (soprattutto nei bambini). Sono stati segnalati tossicità cardiovascolare comprendenti bradicardia, tachicardia e ipotensione. Possono verificarsi acidosi metabolica, ipernatriemia, effetti renali ed ematuria. Nel caso di sovradosaggio significativo, possono verificarsi insufficienza renale e danni al fegato. Ipotermia e ARDS sono state riscontrate occasionalmente.

Trattamento

Il trattamento deve essere sintomatico e di supporto, se richiesto.

Entro un’ora dall’ingestione di una quantità potenzialmente tossica deve essere considerata la somministrazione di carbone attivo. In alternativa, nell’adulto, entro un’ora dall’ingestione di una overdose potenzialmente pericolosa per la vita deve essere presa in considerazione la lavanda gastrica.

In caso di problemi gastrointestinali, somministrare antiacidi. In caso di ipotensione, fluidi endovenosi e, se necessario, supporto inotropo. Garantire un'adeguata diuresi. Correggere i disturbi elettrolitici e acido-base. I pazienti devono rimanere sotto osservazione per almeno quattro ore successivamente all’ingestione di una quantità di farmaco potenzialmente tossica.

5. proprieta' farmacologiche

5.1 proprietà farmacodinamiche

Categoria farmaco-terapeutica: farmaci antinfiammatori e antireumatici non steroidei – derivati dell’acido propionico.

Codice ATC: M01AE01.

Meccanismo d’azione:

L’ibuprofene appartiene al gruppo di farmaci anti-infiammatori non steroidei (FANS). Esso contiene il derivato dell'acido acido propionico p-isobutil-idrotropico. L’ibuprofene ha un effetto anti-infiammatorio, analgesico ed antipiretico. L'effetto anti-flogistico è paragonabile a quello dell'acido acetilsalicilico e dell’indometacina. L'effetto farmacologico di ibuprofene è probabilmente associato alla sua capacità di inibire la sintesi delle prostaglandine. L’ibuprofene prolunga il tempo di sanguinamento attraverso l'inibizione reversibile dell'aggregazione piastrinica.

Efficacia e sicurezza clinica

Dati sperimentali suggeriscono che l’ibuprofene può inibire competitivamente l’effetto dell’acido acetilsalicilico a basse dosi sull’aggregazione piastrinica quando i due farmaci vengono somministrati contemporaneamente. In alcuni studi di farmacodinamica, dopo la somministrazione di singole dosi di 400 mg di ibuprofene assunto entro 8 ore prima o entro 30 minuti dopo la somministrazione di acido acetilsalicilico a rilascio immediato (81 mg), si è verificata una diminuzione dell’effetto dell’acido acetilsalicilico sulla formazione di trombossano e sull’aggregazione piastrinica. Sebbene vi siano incertezze riguardanti l’estrapolazione di questi dati alla situazione clinica, non si può escludere la possibilità che l’uso regolare, a lungo termine di ibuprofene possa ridurre l’effetto cardioprotettivo dell’acido acetilsalicilico a basse dosi. Nessun effetto clinico rilevante è considerato probabile in seguito a un uso occasionale di ibuprofene (vedere paragrafo 4.5).

L’ibuprofene inibisce la sintesi renale delle prostaglandine. Nei pazienti con una funzionalità renale normale questo effetto non ha una particolare rilevanza. Nei pazienti con insufficienza renale cronica, scompenso cardiaco o insufficienza epatica così come in condizioni che comportano modifiche del volume del plasma, la sintesi inibita delle prostaglandine può portare a insufficienza renale acuta, ritenzione di liquidi e insufficienza cardiaca (vedere paragrafo 4.3).

5.2 proprietà farmacocinetiche

Assorbimento

L’ibuprofene viene rapidamente assorbito dal tratto gastrointestinale con una biodisponibilità del 80–90%. Le concentrazioni sieriche di picco si verificano una o due ore dopo la somministrazione. Se somministrato con il cibo, le concentrazioni sieriche di picco sono più basse e vengono raggiunte più lentamente rispetto a quando viene assunto a stomaco vuoto. Il cibo non influenza in modo significativo la biodisponibilità totale.

Distribuzione

L'ibuprofene è fortemente legato alle proteine plasmatiche (99%). L'ibuprofene ha un piccolo volume di distribuzione che è di circa 0,12–0,2 L/kg negli adulti.

Biotrasformazione

L’ibuprofene è rapidamente metabolizzato nel fegato dal citocromo P450, preferenzialmente CYP2C9, a due metaboliti inattivi primari, 2-idrossibuprofene e 3-carbossibuprofene. A seguito dell’assunzione orale del farmaco, un po' meno del 90% della dose orale di ibuprofene può essere ritrovata nelle urine come metaboliti ossidativi ed i loro derivati glucuronici. Una quantità molto piccola di ibuprofene viene escreta immodificata nelle urine.

Eliminazione

L'escrezione dal rene è rapida e completa. L'emivita di eliminazione è di circa 2 ore. L'escrezione di ibuprofene è praticamente completa 24 ore dopo l'ultima dose.

Popolazioni speciali

Anziani

In assenza di danno renale, vi sono solo piccole differenze clinicamente insignificanti nel profilo farmacocinetico e nell'escrezione urinaria tra giovani e anziani.

Bambini

L'esposizione sistemica di ibuprofene in seguito a dosaggio terapeutico regolato sul peso (da 5mg/kg a 10 mg/kg di peso corporeo) nei bambini dell’età di 1 anno o superiore, sembra simile a quella degli adulti.

Documento reso disponibile da AIFA il 22/10/2019

I bambini da 3 mesi a 2,5 anni sembrano avere un volume di distribuzione (L/kg) e una clearance (L/kg/h) di ibuprofene più alta rispetto ai bambini dai > 2,5 a 12 anni di età.

Danno renale

Per i pazienti con danno renale lieve, sono stati segnalati un aumento di (S) -ibuprofene, valori di AUC più elevati per (S) -ibuprofene e un aumento dei rapporti delle AUC enantiomeriche (S/R) rispetto ai controlli sani.

In pazienti con patologia renale allo stadio terminale sottoposti a dialisi la frazione media libera di ibuprofene era di circa il 3% rispetto a circa l'1% nei volontari sani. Grave compromissione della funzione renale può causare l'accumulo di metaboliti di ibuprofene. La conseguenza di questo effetto non è nota. I metaboliti possono essere rimossi con l'emodialisi (vedere paragrafi 4.2, 4.3 e 4.4).

Compromissione epatica

L’epatopatia alcolica con compromissione epatica da lieve a moderata non ha comportato modifiche sostanziali dei parametri farmacocinetici.

In pazienti cirrotici con compromissione epatica moderata (punteggio di Child Pugh di 6–10), trattati con ibuprofene racemico, è stato osservato un prolungamento del tempo di dimezzamento di circa 2 volte e il rapporto AUC enantiomerico (S/R) risultava significativamente più basso rispetto ai controlli sani, suggerendo una di compromissione della conversione metabolica di ®-ibuprofene all’enantiomero attivo-(S) (vedere paragrafi 4.2, 4.3 e 4.4).

5.3 dati preclinici di sicurezza

Non vi sono ulteriori informazioni su dati preclinici per il profilo di sicurezza oltre a quelle già riportate in altre parti di questo riassunto delle caratteristiche del prodotto.

6. informazioni farmaceutiche

6.1 elenco degli eccipienti

Nucleo della compressa

Lattosio monoidrato

Amido di mais

Croscarmellosa sodica

Silice colloidale anidra

Cellulosa microcristallina

Magnesio stearato

Rivestimento della compressa

Ipromellosa

Triacetina

Titanio diossido (E171)

Eritrosina lacca di alluminio (E127)

6.2 incompatibilità

Non pertinente.

6.3 periodo di validità

5 anni.

6.4 precauzioni particolari per la conservazione

Documento reso disponibile da AIFA il 22/10/2019

Questo medicinale non richiede alcuna condizione particolare di conservazione.

6.5 natura e contenuto del contenitore

Blister PVC-Alluminio o blister PVC/PVdC-Alluminio

Confezioni:10, 12, 14, 20, 21, 24, 28, 30, 40, 42, 48, 50, 60, 84, 100 o 500 compresse rivestite con film.

È possibile che non tutte le confezioni siano commercializzate.

6.6 Precauzioni particolari per lo smaltimento

Nessuna istruzione particolare.

7. titolare dell'autorizzazione all'immissione in commercio

8. NUMERO(I) DELL’ AUTORIZZAZIONE ALL'IMMISSIONE IN COMMERCIO

9. DATA DELLA PRIMA AUTORIZZAZIONE/RINNOVO DELL'AUTORIZZAZIONE

10. DATA DI REVISIONE DEL TESTO

RIASSUNTO DELLE CARATTERISTICHE DEL PRODOTTO

1. denominazione del medicinale

Ibuprofene Accord 600 mg compresse rivestite con film

2. composizione qualitativa e quantitativa

Ogni compressa rivestita con film contiene 600 mg di ibuprofene.

Eccipiente con effetto noto: ogni compressa contiene 70 mg di lattosio.

Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.

3. forma farmaceutica

Compressa rivestita con film.

Ibuprofene Accord 600 mg compresse rivestite con film sono compresse rivestite con film di colore rosa, di forma allungata, di circa 19 mm di lunghezza e 8 mm di larghezza, biconvesse, con inciso “DL” separato da una linea di incisione su un lato e lisce sull’altro lato. La linea di incisione non serve per agevolare la rottura della compressa.

4. informazioni cliniche

4.1 indicazioni terapeutiche

Trattamento sintomatico del dolore e dell'infiammazione nell’artrite reumatoide (inclusa l’Artrite Idiopatica Giovanile sistemica [sJIA]), osteoartrite, artropatie sieronegative e gonfiore e infiammazione dolorosi a seguito di lesioni dei tessuti molli.

4.2 posologia e modo di somministrazione

Posologia

Il trattamento deve iniziare con la dose efficace più bassa, che può essere successivamente regolata, in funzione della risposta terapeutica e degli eventuali effetti indesiderati. Nel trattamento a lungo termine l'obiettivo deve essere una dose di mantenimento bassa.

Gli effetti indesiderati possono essere minimizzati con l'utilizzo della dose efficace più bassa per il minor tempo necessario per controllare i sintomi (vedere paragrafo 4.4).

Adulti e adolescenti (12 anni e oltre, >40 kg):

Patologie reumatiche:

Una compressa da 600 mg, 3 volte al giorno.

Si deve attendere un intervallo di tempo di almeno 4–6 ore tra le dosi. In alcuni pazienti possono essere efficaci dosi di mantenimento di 600–1.200 mg al giorno. Nelle condizioni acute o gravi, può essere vantaggioso aumentare il dosaggio fino a quando la fase acuta non è mantenuta sotto controllo, fermo restando che la dose giornaliera totale non deve superare i 2.400 mg in dosi suddivise. Questa compressa non può essere divisa a metà e in alcuni casi deve essere usato un diverso dosaggio o una diversa formulazione di ibuprofene.

Artrite Reumatoide Giovanile

Adolescenti oltre 12 anni di età (>40 kg): la dose raccomandata giornaliera è di 20–30 mg/kg di peso corporeo suddivisi in 3–4 somministrazioni fino a un massimo di 40 mg/kg di peso corporeo al giorno nei casi gravi. Ibuprofene Accord 600 mg compresse non è adatto per i bambini e gli adolescenti sotto i 12 anni di età perchè non è possibile ottenere il dosaggio richiesto.

Anziani

Documento reso disponibile da AIFA il 22/10/2019

I pazienti anziani sono esposti ad un rischio maggiore di reazioni avverse con conseguenze gravi. Se si ritiene necessaria la somministrazione di un FANS, si deve usare la dose efficace più bassa per la durata più breve possibile. Durante la terapia con FANS i pazienti devono essere monitorati regolarmente per sanguinamento gastrointestinale. Se la funzione renale o epatica è compromessa, il dosaggio deve essere valutato su base individuale.

Danno renale:

È necessaria cautela nella somministrazione in pazienti con danno renale. Il dosaggio deve essere valutato su base individuale. La dose deve essere mantenuta la più bassa possibile e la funzione renale deve essere monitorata (vedere paragrafo 4.3, 4.4 e 5.2).

Compromissione epatica:

È necessaria cautela nella somministrazione in pazienti con compromissione epatica. Il dosaggio deve essere valutato su base individuale e la dose deve essere mantenuta la più bassa possibile (vedere paragrafo 4.3, 4.4 e 5.2).

Modo di somministrazione

Per uso orale.

Nei pazienti con sensibilità gastrica si raccomanda l’assunzione di ibuprofene compresse durante i pasti. Se presa poco tempo dopo aver mangiato, l'insorgenza dell’azione della compressa di ibuprofene può essere ritardata.

Da prendere preferibilmente durante o subito dopo i pasti con abbondante acqua. Le compresse di ibuprofene devono essere deglutite intere e non masticate, rotte, frantumate o succhiate in modo da evitare fastidio orale o irritazione della gola.

4.3 controindicazioni

Ipersensibilità al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti elencati al paragrafo 6.1.

Ulcera gastrica o duodenale attiva o storia di ulcera/sangui­namento gastrointestinale ricorrente (due o più chiari episodi di ulcere o di sanguinamento dimostrabili).

Insufficienza epatica grave.

Grave insufficienza cardiaca (classe NYHA IV) o malattia coronarica.

Grave insufficienza renale (filtrazione glomerulare inferiore a 30 ml/min).

Condizioni che comportano una maggiore tendenza al sanguinamento.

Sanguinamento gastrointestinale o perforazione correlata ad un precedente trattamento con i FANS.

Il terzo trimestre di gravidanza (vedere paragrafo 4.6).

A causa di reazioni crociate, l’ibuprofene non deve essere somministrato a pazienti che hanno sviluppato reazioni di ipersensibilità, compresi i sintomi di asma, rinite o orticaria dopo l'assunzione di acido acetilsalicilico o altri FANS.

Nei pazienti con emorragie acute cerebrovascolari o di altra natura.

Patologie ematologiche (ad es. diatesi emorragica, disturbo ematopoietico)

Nei pazienti con grave disidratazione (causata da vomito, diarrea o insufficiente assunzione di liquidi).

Documento reso disponibile da AIFA il 22/10/2019

Colite ulcerosa

Le compresse da 600 mg sono controindicate nei bambini sotto i 12 anni.

4.4 avvertenze speciali e precauzioni di impiego

Precauzioni generali

Gli effetti indesiderati possono essere minimizzati con l'uso della più bassa dose efficace per il minor tempo necessario per controllare i sintomi (vedere paragrafo 4.2 e gli effetti gastrointestinali e cardiovascolari sotto).

Come per gli altri FANS, l’ibuprofene può mascherare i segni di infezione.

Vi è qualche evidenza che i farmaci che inibiscono la sintesi di prostaglandine/ci­clo-ossigenasi possano causare compromissione della fertilità femminile attraverso un effetto sull’ovulazione. Questo effetto è reversibile con la sospensione del trattamento.

Le compresse di ibuprofene contengono lattosio monoidrato e non devono essere somministrate a pazienti con rari problemi ereditari di intolleranza al galattosio, deficit di Lapp lattasi o malassorbimento di glucosio-galattosio.

L'utilizzo prolungato di qualsiasi tipo di antidolorifico per i mal di testa può farli peggiorare. Se si verifica questa situazione o la si sospetta, si deve chiedere consiglio al medico ed il trattamento deve essere interrotto. La diagnosi di emicrania da abuso di farmaci (MOH) deve essere sospettata nei pazienti che hanno mal di testa frequenti o giornalieri nonostante (o a causa di) utilizzo regolare di farmaci per il mal di testa.

Effetti cardiovascolari

Un adeguato monitoraggio e opportune istruzioni sono necessarie nei pazienti con una storia di ipertensione e/o di insufficienza cardiaca da lieve a moderata poichè sono stati segnalati ritenzione idrica ed edema in associazione alla terapia con i FANS. I FANS potrebbero ridurre l'effetto dei diuretici e di altri farmaci antipertensivi (vedere paragrafo 4.5).

Gli studi clinici suggeriscono che l'uso di ibuprofene, in particolare ad alte dosi (2.400 mg/die) può essere associato ad un moderato aumento del rischio di eventi trombotici arteriosi (ad esempio infarto del miocardio o ictus). Nel complesso, gli studi epidemiologici non suggeriscono che l’ibuprofene a basso dosaggio (ad esempio ≤1.200 mg/die) sia associato ad un aumentato rischio di eventi trombotici arteriosi.

I pazienti con ipertensione non controllata, insufficienza cardiaca congestizia (NYHA II-III), cardiopatia ischemica stabilita, arteriopatia periferica e/o disturbo cerebrovascolare devono essere trattati con ibuprofene, dopo un attento esame e devono essere evitate alte dosi (2.400 mg/die).

Si deve prestare particolare attenzione prima di iniziare il trattamento a lungo termine nei pazienti con fattori di rischio per eventi cardiovascolari (ad esempio ipertensione, iperlipidemia, diabete mellito, fumo), in particolare se sono necessarie alte dosi di ibuprofene (2.400 mg/die).

Sanguinamento, ulcerazione e perforazione gastrointestinale

C'è un forte legame tra la dose e il sanguinamento gastrointestinale grave. La somministrazione concomitante di ibuprofene ed altri FANS, tra cui inibitori selettivi della cicloossigenasi-2 (COX-2), deve essere evitata.

I pazienti anziani sono quelli con il maggior rischio di manifestare effetti indesiderati durante il trattamento con un FANS, specialmente sanguinamenti e perforazioni gastrointestinali, che possono essere fatali.

Sanguinamento, ulcerazione e perforazione gastrointestinali potenzialmente fatali sono stati segnalati in relazione al trattamento con tutti i tipi di FANS e si sono verificati in qualsiasi momento durante il trattamento, con o senza sintomi di avvertimento o precedenti episodi di eventi gastrointesti­nali gravi.

Documento reso disponibile da AIFA il 22/10/2019

Il rischio di sanguinamento, ulcerazione o perforazione gastrointestinale è più alto all’aumentare delle dosi di FANS in pazienti con storia di ulcera, soprattutto se complicata da sanguinamento o perforazione (vedere paragrafo 4.3), e negli anziani. I pazienti con i fattori di rischio di cui sopra devono iniziare il trattamento con la dose più bassa possibile.

Il trattamento con farmaci protettori della mucosa (ad es. misoprostolo o inibitori della pompa protonica) deve essere considerato per questi pazienti, così come per i pazienti in trattamento con basse dosi di acido acetilsalicilico o di altri farmaci che possono aumentare il rischio di effetti indesiderati gastrointestinali (vedi sotto e paragrafo 4.5).

Ai pazienti con una storia di reazioni gastrointestinali, in particolare ai pazienti anziani, bisogna spiegare di prestare attenzione a qualsiasi sintomo gastrointestinale inusuale (soprattutto sanguinamento gastrointestinale), in particolare all'inizio del trattamento, e di cercare aiuto medico se si verificano questi sintomi.

Si deve prestare cautela nei pazienti che ricevono una terapia concomitante che può aumentare il rischio di ulcerazione o di sanguinamento, come nel caso dei corticosteroidi orali, anticoagulanti come il warfarin, inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina o antiaggreganti piastrinici come l'acido acetilsalicilico (vedere paragrafo 4.5).

Il trattamento con ibuprofene deve essere sospeso se il paziente soffre di sanguinamento o ulcerazione gastrointestinale.

I FANS devono essere somministrati con cautela nei pazienti con una storia di disturbo gastrointestinale, ad esempio colite ulcerosa e morbo di Crohn, poiché queste condizioni possono essere esacerbate (vedere paragrafo 4.8).

Effetti renali

Deve essere prestata cautela nei pazienti con disidratazione. Vi è il rischio di danno renale nei bambini e negli adolescenti disidratati.

L’utilizzo a lungo termine di ibuprofene, come con altri FANS, ha portato a necrosi papillare renale ed altre alterazioni patologiche renali. È stata riscontrata tossicità renale in pazienti nei quali le prostaglandine renali hanno un ruolo compensatorio nel mantenimento della perfusione renale. La somministrazione di FANS in questi pazienti può comportare una riduzione dose-dipendente della formazione delle prostaglandine e, come effetto secondario, del flusso sanguigno renale che può condurre a insufficienza renale. I pazienti più a rischio di queste reazioni sono quelli con danno renale, scompenso cardiaco, disfunzioni epatiche, anziani e tutti quei pazienti che prendono diuretici e ACE inibitori. La sospensione della terapia con FANS solitamente viene seguita dal recupero dello stato di pretrattamento.

L’ibuprofene può causare ritenzione di fluidi e di sodio e potassio in pazienti che non hanno mai sofferto di disturbi renali a causa dei suoi effetti sulla perfusione renale. Ciò può causare edema o scompenso cardiaco o ipertensione nei soggetti predisposti.

In generale, l’uso abituale di analgesici, soprattutto delle associazioni di diversi principi attivi analgesici, può portare a lesioni renali permanenti, con rischio di insorgenza di insufficienza renale (nefropatia da analgesici).

Effetti ematologici

Ibuprofene può inibire l’aggregazione piastrinica, prolungando il tempo di sanguinamento. Pertanto si raccomanda di monitorare attentamente i pazienti con disturbi della coagulazione o in terapia con anticoagulanti.

Disturbi respiratori

Documento reso disponibile da AIFA il 22/10/2019

È richiesta cautela quando l’ibuprofene è somministrato in pazienti che soffrono, o con una precedente storia, di asma bronchiale, rinite cronica o malattia allergica, poichè l’ibuprofene può causare broncospasmo, orticaria o angioedema in alcuni pazienti.

Effetti dermatologici

Gravi reazioni cutanee, alcune delle quali fatali, quali dermatite esfoliativa, sindrome di Stevens-Johnson e necrolisi tossica epidermica, sono state riportate molto raramente in associazione con l’uso dei FANS (vedere paragrafo 4.8). Il rischio che si verifichino queste reazioni sembra essere più alto nelle prime fasi della terapia, verificandosi l’insorgenza della reazione entro il primo mese di trattamento nella maggior parte dei casi. Il trattamento con ibuprofene deve essere interrotto alla prima comparsa di eruzione cutanea, lesioni della mucosa o qualsiasi altro segno di ipersensibilità, nonchè se si manifestano disturbi visivi o segni persistenti di disfunzione epatica.

LES e malattia mista del tessuto connettivo

Nei pazienti con lupus eritematoso sistemico (LES) e malattia mista del tessuto connettivo, ci può essere un aumentato rischio di meningite asettica (vedi sotto e paragrafo 4.8).

Meningite asettica

In rare occasioni in pazienti in trattamento con ibuprofene è stata osservata meningite asettica. Sebbene sia più probabile che questa si verifichi in pazienti con lupus eritematoso sistemico e patologie del tessuto connettivo collegate, è stata osservata anche in pazienti i quali non manifestavano patologie croniche concomitanti.

Infezioni e infestazioni

In casi eccezionali, la varicella può essere all’origine di gravi complicazioni cutanee e infettive dei tessuti molli.

Finora, il contributo dei FANS nel peggioramento di queste infezioni non può essere escluso. Pertanto, si consiglia di evitare l’uso di ibuprofene in caso di varicella.

Reazioni di ipersensibilità

Gli analgesici, antipiretici, antinfiammatori non-steroidei (FANS) possono causare reazioni di ipersensibilità, potenzialmente gravi, incluso reazioni anafilattiche, anche in soggetti non precedentemente esposti a questo tipo di farmaci. Il rischio di reazioni di ipersensibilità dopo assunzione di ibuprofene è maggiore nei soggetti che abbiano presentato tali reazioni dopo l’uso di altri analgesici, antipiretici, FANS e nei soggetti con iperreattività bronchiale (asma), febbre da fieno, poliposi nasale o broncopneumopatia cronica ostruttiva o precedenti episodi di angioedema (vedere paragrafi 4.3 e 4.8). Le reazioni allergiche possono presentarsi come attacchi di asma (la cosiddetta asma analgesica), edema di Quincke o orticaria.

Reazioni di ipersensibilità grave (ad es. shock anafilattico) sono state segnalate raramente. Il trattamento con ibuprofene deve essere immediatamente interrotto al primo segno di reazione di ipersensibilità.

Funzionalità cardiaca, renale ed epatica ridotta

Nei pazienti con compromissione renale, cardiaca o epatica, deve essere adottata cautela in quanto l'uso di FANS può determinare un deterioramento della funzione renale. Tale rischio è ulteriormente aumentato nei pazienti che assumono regolarmente combinazioni di diversi farmaci analgesici. La più bassa dose efficace per il più breve periodo di tempo e il controllo periodico dei parametri clinici e di laboratorio, specialmente nel caso di un trattamento prolungato, sono raccomandati nei pazienti con compromissione renale, cardiaca o epatica (vedere paragrafo 4.3).

Emicrania da abuso di farmaci

L'utilizzo prolungato di qualsiasi tipo di antidolorifico per i mal di testa può farli peggiorare. Se si verifica questa situazione o la si sospetta, si deve chiedere consiglio al medico ed il trattamento deve essere interrotto. La diagnosi di emicrania da abuso di farmaci (MOH) deve essere sospettata nei pazienti che hanno mal di testa frequenti o giornalieri nonostante (o a causa di) l’utilizzo regolare di farmaci per il mal di testa.

Documento reso disponibile da AIFA il 22/10/2019

I pazienti con problemi gastrointestinali, LES, disturbi ematologici o della coagulazione e asma devono essere trattati con attenzione ed essere strettamente monitorati durante il trattamento con FANS, poiché la loro condizione può essere aggravata dai FANS.

4.5 interazioni con altri medicinali ed altre forme di interazione

Le seguenti combinazioni con ibuprofene devono essere evitate:

Anticoagulanti (dicumarolici): i FANS possono aumentare l'effetto degli anticoagulanti come il warfarin. Studi sperimentali dimostrano che l'ibuprofene rinforza gli effetti del warfarin sul tempo di sanguinamento. I FANS e il gruppo dicumarolo sono metabolizzati dallo stesso enzima, CYP2C9.

Antiaggreganti: i FANS non devono essere associati ad agenti antipiastrinici, come ticlopidina a causa dell'inibizione aggiuntiva della funzione piastrinica (vedere sotto).

Metotressato : i FANS inibiscono la secrezione tubulare del metotressato e, come conseguenza, può verificarsi un’interazione metabolica con ridotta clearance del metotressato. Di conseguenza, nel trattamento con metotressato ad alte dosi, si deve sempre evitare di prescrivere i FANS (vedere sotto).

Acido acetilsalicilico: la somministrazione concomitante di acido acetilsalicilico e ibuprofene non è generalmente raccomandata a causa del potenziale aumento degli effetti indesiderati.

Dati sperimentali suggeriscono che l’ibuprofene può inibire competitivamente l’effetto dell’acido acetilsalicilico a basse dosi sull’aggregazione piastrinica quando i due farmaci vengono somministrati contemporaneamente. Sebbene vi siano incertezze riguardanti l’estrapolazione di questi dati alla situazione clinica, non si può escludere la possibilità che l’uso regolare a lungo termine di ibuprofene possa ridurre l’effetto cardioprotettivo dell’acido acetilsalicilico a basse dosi. Nessun effetto clinico rilevante è considerato probabile in seguito a un uso occasionale di ibuprofene (vedere paragrafo 5.1).

Glicosidi cardiaci : i FANS possono esacerbare lo scompenso cardiaco, ridurre il tasso della filtrazione glomerulare e aumentare i livelli plasmatici dei glicosidi cardiaci (ad es. digossina).

Mifepristone: a causa delle proprietà anti-prostaglandiniche dei farmaci anti-infiammatori non steroidei (FANS) compreso l’acido acetilsalicilico, può teoricamente determinarsi una diminuzione nell’efficacia del medicinale. L’evidenza limitata suggerisce che la co-somministrazione di FANS nel giorno di somministrazione delle prostaglandine non influenza negativamente gli effetti del mifepristone o della prostaglandina sulla maturazione cervicale o sulla contrattilità uterina e non riduce l’efficacia clinica del medicinale sull’interruzione di gravidanza.

Sulfaniluree: i FANS possono aumentare l’effetto delle sulfaniluree. Sono stati segnalati rari casi di ipoglicemia in pazienti in trattamento con sulfaniluree che assumevano ibuprofene;

Zidovudina : c’è un’evidenza di un aumento del rischio di emartrosi e di ematoma in pazienti emofiliaci affetti da HIV in contemporaneo trattamento con zidovudina e ibuprofene.

Le seguenti associazioni con ibuprofene possono richiedere un aggiustamento della dose:

Antiipertensivi: i FANS possono ridurre l'effetto dei diuretici e di altri farmaci antipertensivi.

Aminoglicosidi: i FANS possono ridurre l’escrezione degli aminoglicosidi. Bambini: Si deve prestare attenzione durante il trattamento concomitante con ibuprofene e aminoglicosidi.

Litio : L’ibuprofene riduce la clearance renale del litio, di conseguenza i livelli sierici di litio possono aumentare. La combinazione deve essere evitata laddove non possono essere eseguiti controlli sierici di litio frequenti e non possa essere fatta una possibile riduzione della dose di litio.

Documento reso disponibile da AIFA il 22/10/2019

ACE inibitori e antagonisti dell’angiotensina II :

Vi è un aumento del rischio di insufficienza renale acuta, generalmente reversibile, nei pazienti con danno renale (ad es pazienti disidratati e/o anziani) quando il trattamento con ACE-inibitori o antagonisti dell'angiotensina II viene somministrato contemporaneamente ai FANS, tra cui inibitori selettivi della ciclossigenasi-2. L'associazione deve, pertanto, essere somministrata con cautela nei pazienti con danno renale, in particolare nei pazienti anziani. I pazienti devono essere adeguatamente idratati e deve essere preso in considerazione il monitoraggio della funzione renale dopo l’inizio della terapia concomitante e, periodicamente, durante il trattamento (vedere paragrafo 4.4).

Betabloccanti : i FANS contrastano l’effetto antipertensivo degli agenti che bloccano i beta-adrenorecettori.

Inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (SSRIs):

SSRI e FANS comportano un aumento del rischio di sanguinamento, ad esempio, dal tratto gastrointestinale. Questo rischio è ulteriormente aumentato dal trattamento di associazione. Il meccanismo può essere legato ad una riduzione della ricaptazione della serotonina nelle piastrine (vedere paragrafo 4.4).

Ciclosporina: si ritiene che la somministrazione concomitante di FANS e ciclosporina aumenti il rischio di nefrotossicità dovuta ad una ridotta sintesi di prostaciclina nel rene.

Di conseguenza, in caso di trattamento di associazione, la funzione renale deve essere strettamente monitorata.

Captopril: studi sperimentali indicano che l’ibuprofene contrasta l’effetto di captopril sull’escrezione di sodio.

Colestiramina: la somministrazione concomitante di ibuprofene e colestiramina può ritardare e ridurre (del 25%) l’assorbimento di ibuprofene. Questi medicinali devono essere somministrati ad un intervallo di almeno 2 ore.

Tiazidici, preparazioni tiazide-correlate e diuretici dell’ansa : i FANS possono contrastare l’effetto diuretico di furosemide e bumetanide, probabilmente tramite inibizione della sintesi delle prostaglandine. Possono inoltre contrastare l’effetto antipertensivo dei tiazidici.

Tacrolimus: si ritiene che la somministrazione concomitante di FANS e tacrolimus sia in grado di aumentare il rischio di nefrotossicità dovuta ad una ridotta sintesi di prostaciclina nel rene.

Di conseguenza, in caso di trattamento di associazione, la funzione renale deve essere strettamente monitorata.

Metotressato: il rischio di una potenziale interazione tra un FANS e il metotressato deve essere tenuto in considerazione anche in relazione ad un trattamento con metotressato a basse dosi, in particolare nei pazienti con danno renale. Quando viene somministrato il trattamento di associazione, si deve monitorare la funzione renale. Si deve esercitare cautela quando sia il FANS che il metotressato vengono somministrati nell’arco di 24 ore, poichè i livelli plasmatici di metotressato possono aumentare, causando un aumento della tossicità (vedere sopra).

Corticosteroidi: il trattamento concomitante comporta un aumento del rischio di ulcerazione o sanguinamento gastrointestinale (vedere paragrafo 4.4);

Medicinali antipiastrinici: aumento del rischio di sanguinamento gastrointestinale (vedere sopra).

Antibiotici chinolonici : dati su animali indicano che i FANS possono aumentare il rischio di convulsioni associati con gli antibiotici chinolonici. I pazienti che prendono FANS e chinoloni possono avere un aumentato rischio di sviluppare convulsioni.

Altri analgesici e inibitori selettivi della Ciclossigenasi-2 : l’uso concomitante di due o più FANS, inclusi gli inibitori selettivi della cicloossigenasi-2, deve essere evitato per il potenziale aumento del rischio di eventi avversi (vedere paragrafo 4.4);

Estratti vegetali : Ginkgo Biloba può aumentare il rischio di sanguinamento in associazione ai FANS.

Inibitori del CYP2C9 : la somministrazione concomitante di ibuprofene e inibitori del CYP2C9 può aumentare l’esposizione all’ibuprofene (substrato del CYP2C9). In uno studio con voriconazolo e fluconazolo (inibitori del CYP2C9), si è osservata una aumentata esposizione al S (+) -ibuprofene da approssimativamente l’80% al 100%. Si deve prendere in considerazione la riduzione della dose di ibuprofene quando si somministrano in concomitanza forti inibitori del CYP2C9, in particolar modo quando dosi elevate di ibuprofene vengono somministrate con voriconazolo o fluconazolo.

Ritonavir: è possibile un aumento della concentrazione dei FANS.

Probenecid: rallenta l’escrezione dei FANS, con possibile aumento delle loro concentrazioni plasmatiche.

Pemetrexed: vi è interazione con pemetrexed in quanto vi è un aumentato rischio della sua tossicità per la ridotta clearance renale. In pazienti con ridotta funzionalità renale, aventi una clearance della creatinina tra 45–80 ml/min, questa combinazione deve essere evitata. Nei pazienti con funzionalità renale normale, una sufficiente precauzione per l'uso è basata su analisi di laboratorio della funzionalità renale.

Gli studi d’interazione sono stati eseguiti soltanto negli adulti.

4.6 fertilità, gravidanza e allattamento

Gravidanza

L’inibizione della sintesi di prostaglandine può influenzare negativamente la gravidanza e/o lo sviluppo embrio/fetale. Risultati di studi epidemiologici suggeriscono un aumentato rischio di aborto e di malformazione cardiaca e di gastroschisi dopo l’uso di un inibitore della sintesi delle prostaglandine nelle prime fasi della gravidanza. Il rischio assoluto di malformazioni cardiovascolari aumentava da meno dell’1% fino a circa l’1,5%. Si ritiene che il rischio aumenti con la dose e la durata della terapia. Negli animali, la somministrazione di inibitori della sintesi di prostaglandine ha mostrato di provocare un aumento della perdita di pre- e post-impianto e di mortalità embriofetale. Inoltre, un aumento di incidenza di varie malformazioni, inclusa quella cardiovascolare, è stato riportato in animali a cui erano stati somministrati inibitori di sintesi delle prostaglandine durante il periodo organogenetico. Durante il primo e il secondo trimestre di gravidanza, ibuprofene non deve essere somministrato se non in casi strettamente necessari. Se l’ibuprofene è usato da una donna in attesa di concepimento o durante il primo e secondo trimestre di gravidanza, la dose e la durata del trattamento devono essere mantenute le più basse possibili.

Durante il terzo trimestre di gravidanza, tutti gli inibitori della sintesi di prostaglandine possono esporre il feto a:

– Tossicità cardiopolmonare (con chiusura prematura del dotto arterioso e ipertensione polmonare).

– Disfunzione renale, che può progredire in insufficienza renale con oligo-idroamnios.

La madre e il neonato, alla fine della gravidanza, a:

– Possibile prolungamento del tempo di sanguinamento,

– Inibizione delle contrazioni uterine risultanti in ritardo o prolungamento del travaglio.

Di conseguenza, l’ibuprofene è controindicato durante il terzo trimestre di gravidanza.

Allattamento

Ibuprofene è escreto nel latte materno, ma alle dosi terapeutiche durante il trattamento a breve termine il rischio di influenza sul neonato sembra improbabile. Se, tuttavia, viene prescritto il trattamento a lungo termine, deve essere considerato lo svezzamento precoce.

Fertilità

Documento reso disponibile da AIFA il 22/10/2019

L’uso di ibuprofene può compromettere la fertilità femminile e non è raccomandato nelle donne in attesa di concepimento. Nelle donne che hanno difficoltà a concepire o che sono oggetto di indagine sull’infertilità, si deve considerare l’interruzione del trattamento con ibuprofene.

4.7 effetti sulla capacità di guidare veicoli e sull'uso di macchinari

In seguito all’assunzione di ibuprofene, il tempo di reazione in alcune persone può essere compromesso. Ciò deve essere tenuto in considerazione nelle situazioni in cui è richiesta una maggiore vigilanza. Effetti indesiderati quali vertigini, sonnolenza, affaticamento e disturbi visivi sono possibili dopo l'assunzione di FANS. Se tali effetti si manifestano, i pazienti non devono guidare o utilizzare macchinari.

4.8 effetti indesiderati

Gli effetti indesiderati sono principalmente associati all’effetto farmacologico dell’ibuprofene sulla sintesi delle prostaglandine. Gli effetti più comuni sono dispepsia e diarrea, che si verificano in circa il 10–30% dei pazienti trattati.

Gli eventi avversi possibilmente correlati ad ibuprofene sono classificati secondo la convenzione MedDRA sulla frequenza e la classificazione organico sistemica. Sono utilizzate le seguenti classi di frequenza: Molto comune (≥1/10), Comune (≥1/100, <1/10), Non comune (≥1/1000 a <1/100), Raro (≥1/10.000 a < 1/1.000), Molto raro (<1/10.000) e Non nota (non può essere definita sulla base dei dati disponibili).

Classificazione organo-sistemica

Frequenza

Reazione avversa

Infezioni e infestazioni

Non comune

Rinite

Raro

Meningite asettica

Patologie del sistema emolinfopoietico

Non comune

Leucopenia, trombocitopenia, agranulocitosi, neutropenia, anemia aplastica e anemia emolitica

Disturbi del sistema immunitario

Raro

Reazione anafilattica

Disturbi psichiatrici

Non comune

Insonnia, ansia

Raro

Depressione, stato confusionale

Patologie del sistema nervoso

Comune

Mal di testa, capogiri

Non comune

Parestesia, sonnolenza

Raro

Neurite ottica

Patologie dell’occhio

Non comune

Compromissione della visione

Raro

Neuropatia ottica tossica

Patologie dell’orecchio e del labirinto

Non comune

Udito compromesso

Raro

Tinnito, vertigini

Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche

Non comune

Asma, bronchospasmo, dispnea

Patologie gastrointestinali

Comune

Dispepsia, diarrea, nausea, vomito, dolore addominale, flatulenza, costipazione, melena, ematemesi, emorragia gastrointestinale

Non comune

Gastrite, ulcera duodenale, ulcera gastrica, ulcerazione della bocca, perforazione gastrointestinale

Molto raro

Pancreatite

Non nota

Esacerbazione della colite e del morbo di Crohn

Documento reso disponibile da AIFA il 22/10/2019

Patologie epatobiliari

Non comune

Epatite, ittero, funzionalità epatica anormale

Raro

Danno epatico

Molto raro

Insufficienza epatica

Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo:

Comune

Eruzione cutanea

Non comune

Orticaria, prurito, porpora, angioedema, reazione di fotosensibilità

Molto raro

Gravi forme di reazioni cutanee (ad es. eritema multiforme, reazioni bollose, incluso syndrome di Stevens-Johnson e necrolisi epidermica tossica)

Patologie renali e urinarie

Non comune

Nefropatia tossica in varie forme, incluse nefrite interstiziale, sindrome nefrotica ed insufficienza renale.

Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione

Comune

Stanchezza

Raro

Edema

Patologie cardiache

Non nota

Insufficienza cardiaca, infarto del miocardio (vedere anche paragrafo 4.4)

Patologie vascolari

Non nota

Ipertensione

Patologie cardiache e vascolari: in associazione a trattamento con FANS sono stati riportati edema, ipertensione e insufficienza cardiaca. Studi clinici suggeriscono che l’uso di ibuprofene, specialmente ad alte dosi (2.400 mg/die), può essere associato ad un modesto aumento del rischio di eventi trombotici arteriosi come infarto del miocardio o ictus (vedere paragrafo 4.4).

Disturbi gastrointestinali: gli eventi avversi più comunemente osservati sono di natura gastrointestinale.

Possono verificarsi ulcere peptiche, perforazione o sanguinamento gastrointestinale, a volte fatale, particolarmente negli anziani (vedere paragrafo 4.4).

Disturbi del sistema immunitario: in seguito a trattamento con FANS sono state riportate reazioni di ipersensibilità. Queste possono consistere in a) reazione allergica non-specifica e anafilassi, b) iperreattività del tratto respiratorio comprendenti asma, anche grave, broncospasmo o dispnea, o c) diversi disturbi a carico della cute, comprendenti rash di vario tipo, prurito, orticaria, porpora, angioedema e, più raramente, eritema multiforme e dermatosi bollose (inclusi sindrome di Stevens-Johnson, necrolisi tossica epidermica).

Infezioni e infestazioni: rinite e meningite asettica (specialmente in pazienti con preesistenti disordini autoimmuni, come lupus eritematoso sistemico e malattia mista del tessuto connettivo) con sintomi di rigidità nucale, cefalea, nausea, vomito, febbre o disorientamento (vedere paragrafo 4.4).

È stata riportata esacerbazione di infiammazioni correlate ad infezioni (ad esempio sviluppo di fascite necrotizzante) coincidente con l'utilizzo di FANS. Se segni di infezione si verificano o se peggiorano durante l'uso di ibuprofene, il paziente deve rivolgersi immediatamente al medico.

Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo: In casi eccezionali durante un’infezione di varicella possono verificarsi gravi infezioni della pelle e complicazioni dei tessuti molli (vedere anche “Infezioni e infestazioni”).

L’ibuprofene può causare un prolungamento del tempo di sanguinamento attraverso l'inibizione reversibile dell'aggregazione piastrinica.

Il deterioramento della colite ulcerosa e il morbo di Crohn sono stati segnalati in relazione al trattamento con i FANS.

Documento reso disponibile da AIFA il 22/10/2019

Segnalazione delle reazioni avverse sospette

La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione all’indirizzo.

4.9 sovradosaggio

Tossicità

Rischio di sintomi a dosi >80–100 mg/kg. A dosi >200 mg/kg vi è il rischio di gravi sintomi, ma con notevoli variazioni tra gli individui. Una dose di 560 mg/kg, in un bambino di 15 mesi, ha determinato una grave intossicazione, 3,2 g in un bambino di 6 anni un’intossicazione da lieve a moderata, 2,8–4 g in un bambino di 1 ½ anni e 6 g in uno di 6 anni, una grave intossicazione anche dopo lavanda gastrica, 8 g in un adulto un’intossicazione moderata e >20 g in un adulto un’intossicazione molto grave. 8 g somministrati ad un ragazzo di 16 anni con rene compromesso e 12 g in combinazione con alcol somministrati ad un adolescente hanno comportato necrosi tubulare acuta.

Sintomi

La maggior parte dei pazienti che hanno ingerito quantitativi significativi di ibuprofene manifesteranno i sintomi entro 4–6 ore.

I sintomi di sovradosaggio più comunemente riportati riguardano il tratto gastrointestinale: ad es. nausea, dolore addominale e vomito (con possibili tracce di sangue). Gli effetti sul sistema nervoso centrale includono cefalea, tinnito, confusioni e nistagmo. Ad alte dosi possono verificarsi perdita di coscienza e convulsioni (soprattutto nei bambini). E’ stata segnalata tossicità cardiovascolare incluse bradicardia, tachicardia e ipotensione. Possono verificarsi acidosi metabolica, ipernatriemia, effetti renali ed ematuria. Nel caso di sovradosaggio significativo, possono verificarsi insufficienza renale e danni al fegato. Ipotermia e ARDS sono state riscontrate occasionalmente.

Trattamento

Il trattamento deve essere sintomatico e di supporto, se richiesto.

Entro un’ora dall’ingestione di una quantità potenzialmente tossica deve essere considerata la somministrazione di carbone attivo. In alternativa, nell’adulto, entro un’ora dall’ingestione di una overdose potenzialmente pericolosa per la vita deve essere presa in considerazione la lavanda gastrica.

In caso di problemi gastrointestinali, somministrare antiacidi. In caso di ipotensione, fluidi endovenosi e, se necessario, supporto inotropo. Garantire un'adeguata diuresi. Correggere i disturbi elettrolitici e acido-base. I pazienti devono rimanere sotto osservazione per almeno quattro ore successivamente all’ingestione di una quantità di farmaco potenzialmente tossica.

5. proprieta' farmacologiche

5.1 proprietà farmacodinamiche

Categoria farmaco-terapeutica: farmaci antinfiammatori e antireumatici non steroidei – derivati dell’acido propionico.

Codice ATC: M01AE01.

Meccanismo d’azione:

L’ibuprofene appartiene al gruppo di farmaci anti-infiammatori non steroidei (FANS). Esso contiene il derivato dell'acido acido propionico p-isobutil-idrotropico. L’ibuprofene ha un effetto anti-infiammatorio, analgesico ed antipiretico. L'effetto anti-flogistico è paragonabile a quello dell'acido acetilsalicilico e dell’indometacina. L'effetto farmacologico di ibuprofene è probabilmente associato alla sua capacità di inibire la sintesi delle prostaglandine. L’ibuprofene prolunga il tempo di sanguinamento attraverso l'inibizione reversibile dell'aggregazione piastrinica.

Efficacia e sicurezza clinica

Dati sperimentali suggeriscono che l’ibuprofene può inibire competitivamente l’effetto dell’acido acetilsalicilico a basse dosi sull’aggregazione piastrinica quando i due farmaci vengono somministrati contemporaneamente. In alcuni studi di farmacodinamica, dopo la somministrazione di singole dosi di 400 mg di ibuprofene assunto entro 8 ore prima o entro 30 minuti dopo la somministrazione di acido acetilsalicilico a rilascio immediato (81 mg), si è verificata una diminuzione dell’effetto dell’acido acetilsalicilico sulla formazione di trombossano e sull’aggregazione piastrinica. Sebbene vi siano incertezze riguardanti l’estrapolazione di questi dati alla situazione clinica, non si può escludere la possibilità che l’uso regolare, a lungo termine di ibuprofene possa ridurre l’effetto cardioprotettivo dell’acido acetilsalicilico a basse dosi. Nessun effetto clinico rilevante è considerato probabile in seguito a un uso occasionale di ibuprofene (vedere paragrafo 4.5).

L’buprofene inibisce la sintesi renale delle prostaglandine. Nei pazienti con una funzionalità renale normale questo effetto non ha una particolare rilevanza. Nei pazienti con insufficienza renale cronica, scompenso cardiaco o insufficienza epatica così come in condizioni che comportano modifiche del volume del plasma, la sintesi inibita delle prostaglandine può portare a insufficienza renale acuta, ritenzione di liquidi e insufficienza cardiaca (vedere paragrafo 4.3).

5.2 proprietà farmacocinetiche

Assorbimento

L’buprofene viene rapidamente assorbito dal tratto gastrointestinale con una biodisponibilità del 80–90%. Le concentrazioni sieriche di picco si verificano una o due ore dopo la somministrazione. Se somministrato con il cibo, le concentrazioni sieriche di picco sono più basse e vengono raggiunte più lentamente rispetto a quando viene assunto a stomaco vuoto. Il cibo non influenza in modo significativo la biodisponibilità totale.

Distribuzione

L'ibuprofene è fortemente legato alle proteine plasmatiche (99%). L'ibuprofene ha un piccolo volume di distribuzione che è di circa 0,12–0,2 L/kg negli adulti.

Biotrasformazione

L’ibuprofene è rapidamente metabolizzato nel fegato dal citocromo P450, preferenzialmente CYP2C9, a due metaboliti inattivi primari, 2-idrossibuprofene e 3-carbossibuprofene. A seguito dell’assunzione orale del farmaco, un po' meno del 90% della dose orale di ibuprofene può essere ritrovata nelle urine come metaboliti ossidativi ed i loro derivati glucuronici. Una quantità molto piccola di ibuprofene viene escreta immodificata nelle urine.

Eliminazione

L'escrezione dal rene è rapida e completa. L'emivita di eliminazione è di circa 2 ore. L'escrezione di ibuprofene è praticamente completa 24 ore dopo l'ultima dose.

Popolazioni speciali

Anziani

In assenza di danno renale, vi sono solo piccole differenze clinicamente insignificanti nel profilo farmacocinetico e nell'escrezione urinaria tra giovani e anziani.

Bambini

L'esposizione sistemica di ibuprofene in seguito a dosaggio terapeutico regolato sul peso (da 5mg/kg a 10 mg/kg di peso corporeo) nei bambini dell’età di 1 anno o superiore, sembra simile a quella degli adulti.

I bambini da 3 mesi a 2,5 anni sembrano avere un volume di distribuzione (L/kg) e una clearance (L/kg/h) di ibuprofene più alta rispetto ai bambini dai > 2,5 a 12 anni di età.

Danno renale

Documento reso disponibile da AIFA il 22/10/2019

Per i pazienti con danno renale lieve, sono stati segnalati un aumento di (S) –ibuprofene non legato, valori di AUC più elevati per (S) -ibuprofene e un aumento dei rapporti delle AUC enantiomeriche (S/R) rispetto ai controlli sani.

In pazienti con patologia renale allo stadio terminale sottoposti a dialisi la frazione media libera di ibuprofene era di circa il 3% rispetto a circa l'1% nei volontari sani. Grave compromissione della funzione renale può causare l'accumulo di metaboliti di ibuprofene. La conseguenza di questo effetto non è nota. I metaboliti possono essere rimossi con l'emodialisi (vedere paragrafi 4.2, 4.3 e 4.4).

Compromissione epatica

L’epatopatia alcolica con compromissione epatica da lieve a moderata non ha comportato modifiche sostanziali dei parametri farmacocinetici.

In pazienti cirrotici con compromissione epatica moderata (punteggio di Child Pugh di 6–10), trattati con ibuprofene racemico, è stato osservato un prolungamento del tempo di dimezzamento di circa 2 volte e il rapporto AUC enantiomerico (S/R) risultava significativamente più basso rispetto ai controlli sani, suggerendo una compromissione della conversione metabolica di ®-ibuprofene all’enantiomero attivo-(S) (vedere paragrafi 4.2, 4.3 e 4.4).

5.3 dati preclinici di sicurezza

Non vi sono ulteriori informazioni su dati preclinici per il profilo di sicurezza oltre a quelle già riportate in altre parti di questo riassunto delle caratteristiche del prodotto.

6. informazioni farmaceutiche

6.1 elenco degli eccipienti

Nucleo della compressa

Lattosio monoidrato

Amido di mais

Croscarmellosa sodica

Silice colloidale anidra

Cellulosa microcristallina

Magnesio stearato

Rivestimento della compressa

Ipromellosa

Triacetina

Titanio diossido (E171)

Eritrosina lacca di alluminio (E127)

6.2 incompatibilità

Non pertinente.

6.3 periodo di validità

5 anni.

6.4 precauzioni particolari per la conservazione

Questo medicinale non richiede alcuna condizione particolare di conservazione.

6.5 natura e contenuto del contenitore

Documento reso disponibile da AIFA il 22/10/2019

Blister PVC-Alluminio o blister PVC/PVdC-Alluminio

Confezioni:10, 14, 21, 28, 30, 40, 42, 50, 60, 84, 100 o 500 compresse rivestite con film.

È possibile che non tutte le confezioni siano commercializzate.

6.6 Precauzioni particolari per lo smaltimento

Nessuna istruzione particolare.

7. titolare dell'autorizzazione all'immissione in commercio

9. DATA DELLA PRIMA AUTORIZZAZIONE/RINNOVO DELL'AUTORIZZAZIONE