Riassunto delle caratteristiche del prodotto - GENTOMIL
1. denominazione del medicinale
GENTOMIL 40 mg/2 ml SOLUZIONE INIETTABILE
GENTOMIL 80 mg/ 2ml SOLUZIONE INIETTABILE
GENTOMIL 160 mg/2 ml SOLUZIONE INIETTABILE
2. composizione qualitativa e quantitativa
GENTOMIL 40: Ogni fiala da 2 ml contiene: PRINCIPIO ATTIVO: Gentamicina solfato pari a
Gentamicina 40 mg
GENTOMIL 80: Ogni fiala da 2 ml contiene: PRINCIPIO ATTIVO: Gentamicina solfato pari a Gentamicina 80 mg
GENTOMIL 160: Ogni fiala da 2 ml contiene: PRINCIPIO ATTIVO: Gentamicina solfato pari a Gentamicina 160 mg
Per l'elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.
3. forma farmaceutica
Soluzione iniettabile per uso intramuscolare (i.m.) e per uso endovenoso (e.v.)
4. informazioni clinichetrattamento delle infezioni da germi sensibili alla gentamicina:
– Forme pleuro-polmonari: bronchiti, broncopolmoniti, polmonite franca-lobare, pleuriti, empiemi.
– Infezioni urinarie acute e croniche: cistiti, pieliti, cistopieliti, pielonefriti, calcolosi infette (del bacinetto, dell’uretere, della vescica), uretriti, prostatiti, vescicoliti.
– Stati settici: batteriemie, setticemie, setticopiemie, sepsi neonatali.
– Infezioni del sistema nervoso: meningiti, meningoencefaliti, ecc.
– Infezioni chirurgiche: ascessi, flemmoni, osteomieliti, infezioni traumatiche.
– Infezioni otorinolaringoiatriche: otiti medie purulente, sinusiti, mastoiditi, tonsilliti, faringotonsilliti.
– Infezioni ostetrico-ginecologiche: aborto settico, metriti, parametriti, salpingiti, salpingo-ovariti, pelviperitoniti, mastiti, ecc.
– Ustioni: infezioni insorte nelle gravi ustioni e nei trapianti cutanei, eventualmente in associazione alla forma topica.
Nelle infezioni da germi Gram-negativi sospette o documentate, la gentamicina può essere considerata come farmaco di scelta. Nelle infezioni gravi che mettono in pericolo la vita del paziente la GENTAMICINA può essere somministrata in associazione ad un antibiotico beta-lattamico (carbenicillina o similari nelle infezioni da Pseudomonas aeruginosa e un antibiotico di tipo penicillinico nelle endocarditi da Streptococchi del gruppo D).
Si devono seguire le linee-guida ufficiali sull’appropriato uso degli antibiotici.
4.2. posologia e modo di somministrazione
Gentomil può essere somministrato per via intramuscolare o endovenosa. La posologia è identica. La via endovenosa è consigliabile nei casi in cui la somministrazione intramuscolare non è attuabile (pazienti in stato di shock, con manifestazioni emorragiche, disordini ematologici, gravi ustioni o ridotta massa muscolare, portatori di forme mieloproliferative). La somministrazione endovenosa sarà effettuata preferibilmente mediante perfusione in 1–2 ore, alle stesse dosi previste per la via intramuscolare.
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Ogni singola dose dovrà essere diluita in 100–200 ml di soluzione fisiologica o di destrosio al 5%; nei bambini il volume del diluente sarà ridotto. In ogni caso la concentrazione di Gentomil soluzione non dovrebbe superare 1 mg/ml (0,1%).
Gentomil è stato anche iniettato per via endovenosa senza diluizione (la metodologia è peraltro da limitarsi a casi eccezionali).
Il dosaggio giornaliero raccomandato nei bambini, negli adolescenti e negli adulti con funzionalità renale normale è compreso tra 3 e 6 mg/kg di peso corporeo in un unica (preferibile) somministrazione e fino a due dosi.
Il dosaggio giornaliero nei lattanti dopo il primo mese di vita è compreso tra 4,5 e 7,5 mg/kg di peso corporeo in un unica (preferibile) somministrazione e fino a due dosi.
Il dosaggio giornaliero nei neonati è compreso tra 4 e 7 mg/kg peso corporeo. A causa dell’emivita protratta, ai neonati il dosaggio giornaliero viene somministrato in singola dose.
L’adeguamento del dosaggio deve essere fatto in funzione dell’età del paziente, del tipo e della gravità dell’infezione.
Nei pazienti obesi il dosaggio deve essere calcolato in base al loro peso teorico.
La durata del trattamento è in genere di 7–10 giorni. Nelle infezioni gravi o complicate può rendersi necessario un trattamento più prolungato. In tali casi può aumentare il rischio di effetti secondari per cui si dovrà rivolgere particolare attenzione al controllo della funzionalità renale, uditiva e vestibolare. E’ comunque consigliabile continuare la terapia per almeno 48 ore dopo lo sfebbramento.
In caso di funzionalità renale compromessa, la dose giornaliera raccomandata deve essere diminuita e adattata alla funzionalità renale.
Come per tutti i farmaci che vengono elettivamente eliminati per via renale, la frequenza delle somministrazioni verrà stabilita in base alla funzionalità renale, secondo il seguente schema:
Test di funzionalità renale
Dose | Clearance della creatinina (ml/min) | Creatinina sierica (mg%) | Azoto ureico ematico (BUN) (mg%) | Somministrazione |
(1 – 1,7 mg/kg per | >70 | < 1,4 | < 18 | ogni 8 ore |
gli adulti | 35 – 70 | 1,4 – 1,9 | 18 – 29 | ogni 12 ore |
2 – 2,5 mg/kg per i | 24 – 34 | 2,0 – 2,8 | 30 – 39 | ogni 18 ore |
bambini) | 16 – 23 | 2,9 – 3,7 | 40 – 49 | ogni 24 ore |
10 – 15 | 3,8 – 5,3 | 50 – 74 | ogni 36 ore | |
5 – 9 | 5,4 – 7,2 | 75 – 100 | ogni 48 ore |
La frequenza delle somministrazioni può essere approssimativamente calcolata moltiplicando la creatinina sierica per 8, secondo il seguente schema:
mg/100 ml creatinina sierica x 8 = intervallo tra due successive somministrazioni (in ore).
Si raccomanda di monitorare la concentrazione sierica della gentamicina, specialmente negli anziani, nei neonati e nei pazienti con ridotta funzionalità renale. I campioni sono prelevati alla fine dell’intervallo di dosaggio (livelli minimi). I livelli minimi non devono superare 2 μg/ml
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quando si somministra la gentamicina due volte al dì e quando si somministra una volta al giorno non devono superare 1 μg/ml.
Emodialisi
Nei pazienti adulti con insufficienza renale sottoposti a emodialisi la quantità di gentamicina rimossa dal plasma può variare in funzione di alcuni fattori, tra i quali il metodo di dialisi impiegato. Una emodialisi di sei ore può ridurre i livelli plasmatici di gentamicina di circa il 50%.
Le dosi consigliate alla fine di ogni dialisi sono comprese tra 1 – 1,7 mg/kg in base al grado di severità dell’infezione. Nel bambino possono essere somministrate dosi di 2 – 2,5 mg/kg. Gli antibiotici aminoglicosidici vengono rimossi dal sangue in seguito a dialisi peritoneale, ma in quantità minore rispetto all’emodialisi.
4.3.
Ipersensibilità alla gentamicina o ad uno qualsiasi degli eccipienti. Anamnesi di ipersensibilità o di reazioni tossiche agli aminoglicosidi. Miastenia grave. Controindicato in gravidanza e durante l’allattamento (vedere paragrafo 4.6).
4.4. avvertenze speciali e precauzioni d’impiego
Nei pazienti con compromissione renale in stadio avanzato o pregressa sordità dell’orecchio interno, la gentamicina deve essere usata solo se il suo uso è considerato fondamentale dal medico. La frequenza o la dose di somministrazione deve essere diminuita nei pazienti con funzione renale compromessa (vedere paragrafo 4.2).
L’insufficienza renale, come la riduzione della filtrazione glomerulare, si osserva nel 10% circa dei pazienti trattati con gentamicina ed è di solito reversibile. I principali fattori di rischio sono la dose totale elevata, la terapia prolungata, l'aumento del livello sierico (livello minimo alto); inoltre, altri possibili fattori di rischio sono l'età, l'ipovolemia e lo shock. I segni clinici del danno renale sono: proteinuria, cilindruria, ematuria, oliguria, aumento delle concentrazioni sieriche della creatinina e dell'urea. In casi isolati può verificarsi un'insufficienza renale acuta (vedere anche paragrafo 4.8).
Occorre effettuare una valutazione periodica della funzionalità renale e degli elettroliti sierici nei pazienti adulti e bambini che ricevono Gentamicina per più di 7–10 giorni per il trattamento di infezioni gravi o che possono essere trattati con dosi più elevate di quelle consigliate per l'età, il peso o la presunta funzionalità renale.
Al pari degli altri aminoglicosidi, Gentamicina soluzione iniettabile è potenzialmente nefrotossica. Il rischio di nefrotossicità aumenta nei pazienti con disturbi della funzionalità renale e in quelli che ricevono dosi elevate o una terapia prolungata.
Pazienti anziani possono avere una riduzione della funzione renale, che può non risultare evidente con i test di laboratorio routinari, quali l'azotemia o la creatinina sierica. L'esame della clearance creatininica può risultare più utile. È particolarmente importante in tali pazienti il monitoraggio delle funzioni renali durante il trattamento con gentamicina, come con altri aminoglicosidi.
In alcuni adulti e bambini trattati con gentamicina è stata riferita una sindrome Fanconi-simile con aminoaciduria e acidosi metabolica.
Al fine di evitare gli eventi avversi si raccomanda di monitorare continuamente (prima, durante e dopo) la funzionalità renale (creatinina sierica, clearance della creatinina), la funzionalità vestibolare e della coclea come anche i parametri epatici e di laboratorio.
I pazienti in trattamento con aminoglicosidi devono rimanere sotto stretto controllo clinico a causa della potenziale tossicità associata con il loro utilizzo.
Poiché i pazienti anziani e i bambini possono essere particolarmente a rischio, è consigliabile mantenerli sotto stretto controllo clinico.
Documento reso disponibile da AIFA il 12/12/2017
Esula dalla competenza dell’AIFA ogni eventuale disputa concernente i diritti di proprietà industriale e la tutela brevettuale dei dati relativi all’AIC dei medicinali e, pertanto, l’Agenzia non può essere ritenuta responsabile in alcun modo di eventuali violazioni da parte del titolare dell'autorizzazione all'immissione in commercio (o titolare AIC).
Nei pazienti con significativa obesità, si consiglia di monitorare le concentrazioni sieriche di gentamicina e di ridurne la dose.
E’ possibile un danno al nervo vestibolo-cocleare (ottavo nervo cranico), con possibili effetti sull'equilibrio e sull'udito. La reazione ototossica più comune è il danno vestibolare. La perdita dell'udito si manifesta inizialmente come una riduzione dell'acuità uditiva alle alte frequenze ed è di solito irreversibile. Fattori di rischio importanti sono preesistenti danni della funzione renale o un’anamnesi di danno a carico dell'ottavo nervo cranico; inoltre il rischio aumenta in modo proporzionale al livello della dose totale e giornaliera o dall'associazione con sostanze potenzialmente ototossiche. I sintomi degli effetti ototossici sono: capogiro, percezione di rumori di tintinnio o scroscio nell'orecchio (tinnito), vertigine e meno comune la perdita dell'udito.
Il meccanismo vestibolare può essere colpito dalla gentamicina se si superano livelli minimi di 2 µg/ml. E’ di solito reversibile se lo si osserva immediatamente e si modifica la dose (vedere anche paragrafo 4.8).
L'urina deve essere esaminata per l'eventuale riduzione del peso specifico, l'aumento dell'escrezione proteica, e per la presenza di cellule o di precipitati a calco. Occorre determinare periodicamente l'azoto ureico e l'azoto non proteico nel sangue, la creatinina sierica o la clearance della creatina. Se fattibile, si raccomanda di effettuare audiogrammi seriali, in particolare nei pazienti ad alto rischio. In caso di manifesta ototossicità (confusione, vertigini, tinnito, ronzii auricolari o perdita dell'udito) o nefrotossicità occorre modificare la posologia o interrompere il farmaco.
Al pari degli altri aminoglicosidi, in rari casi modifiche della funzionalità renale o dell'ottavo paio dei nervi cranici possono manifestarsi solo dopo il completamento della terapia.
Se possibile, le concentrazioni sieriche degli aminoglicosidi devono essere monitorate al fine di assicurare adeguati livelli ed evitare livelli potenzialmente tossici. Quando le concentrazioni di picco della gentamicina vengono monitorate, occorre aggiustare le dosi in modo da evitare livelli prolungati al di sopra di 12 mcg/ml. Quando vengono monitorate le concentrazioni della gentamicina, occorre modificare le dosi in modo da evitare livelli sopra i 2 mcg/ml.
Picchi eccessivi e/o concentrazioni sieriche di aminoglicosidi troppo elevate possono aumentare il rischio di tossicità renale o dell'ottavo nervo cranico.
In pazienti con ustioni estese, l'alterata farmacocinetica può comportare una ridotta concentrazione sierica di aminoglicosidi. In tali pazienti trattati con gentamicina, si raccomanda il dosaggio della concentrazione sierica come base per modificare il dosaggio.
Come per altri aminoglicosidi, si deve evitare la contemporanea e/o sequenziale somministrazione sistemica o topica di altri farmaci nefrotossici e/o neurotossici.
L'uso contemporaneo e/o sequenziale, sistemico o topico, di altri farmaci potenzialmente neurotossici e/o nefrotossici deve essere evitato (vedere paragrafo 4.5). Se l'utilizzo di queste associazioni è necessario, occorre sorvegliare strettamente le funzioni renali con test di laboratorio appropriati. L'età avanzata e la deidratazione sono altri fattori che possono aumentare il rischio di tossicità per i pazienti.
Blocco neuromuscolare e paralisi respiratoria sono stati riportati nel gatto trattato con dosi elevate (40 mg/kg) di gentamicina. La possibilità che tali fenomeni accadano nell'uomo va tenuta in considerazione se la gentamicina è somministrata per qualsiasi via a pazienti in trattamento con farmaci bloccanti neuromuscolari, quali succinilcolina, tubocurarina o decametonio, anestetici o trasfusioni massive di sangue contenente citrato come anticoagulante. In caso si manifesti blocco neuromuscolare, l'utilizzo di sali di calcio può rendere reversibile tale fenomeno.
Gli aminoglicosidi si devono utilizzare con cautela in pazienti con disturbi neuromuscolari, quali miastenia grave, parkinsonismo o botulismo infantile, poichè tali farmaci possono in via teorica aggravare la debolezza muscolare a causa del loro potenziale effetto curaro-simile sulle sinapsi neuromuscolari.
È dimostrata una allergenicità crociata fra aminoglicosidi.
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Durante il trattamento i pazienti devono essere ben idratati.
Il trattamento con gentamicina può comportare la crescita eccessiva di microorganismi insensibili al farmaco. Se questo accade, è indicata una terapia appropriata.
Quando si utilizza unitamente alla terapia sistemica, si deve tener conto della possibilità di un aumento dei livelli sierici specialmente se si somministra direttamente per via endotracheale.
Gentamicina iniettabile contiene sodio metabisolfito, un solfito che può causare reazioni di tipo allergico, compresi sintomi anafilattici ed episodi asmatici anche assai gravi. La sensibilità ai solfiti è più frequente nei soggetti asmatici rispetto ai non asmatici.
Molto raramente, a seguito dell'uso di aminoglicosidi, compresa gentamicina, sono stati riportati sindrome di Stevens-Johnson e necrolisi tossica epidermica.
Diarrea e colite pseudomembranosa sono state osservate quando la gentamicina è associata con altri antibiotici. Queste diagnosi devono essere considerate in ogni paziente che sviluppa diarrea durante o subito dopo il trattamento. Gentamicina deve essere interrotto se una diarrea grave e/o diarrea sanguinosa si presenta durante il trattamento e deve essere iniziata la terapia appropriata. Non devono essere somministrati farmaci che inibiscono la peristalsi (vedere paragrafo 4.8).
Informazioni importanti su alcuni eccipienti
Il medicinale contiene sodio metabisolfito: raramente può causare gravi reazioni di ipersensibilità e broncospasmo.
Il medicinale contiene: Metile p-idrossiossibenzoato, propile p-idrossiossibenzoato, che possono causare reazione allergiche (anche ritardate) e, eccezionalmente, broncospasmo.
4.5. interazioni con altri medicinali e altre forme di interazione
E’ stata dimostrata una allergenicità crociata fra aminoglicosidi. E’ stato riferito un aumento della nefrotossicità potenziale della GENTAMICINA a seguito della somministrazione susseguente o contemporanea – che deve essere evitata – di altre sostanze potenzialmente nefrotossiche, quali: cisplatino, polimixina B, colistina, streptomicina, vancomicina, kanamicina, amicacina, neomicina, paramomicina, tobramicina, organoplatini, metotrexate ad alte dosi, ifosfamide, pentamidina, foscarnet, alcuni farmaci antivirali (aciclovir, ganciclovir, adefovir, cidofovir, tenovir), amfotericina B, immunosoppressori quali ciclosporina, o tacrolimo e mezzi di contrasto iodati, altri aminoglicosidi e alcune cefalosporine, o di diuretici potenti quale l’acido etacrinico e la furosemide.
In caso di farmaci contenenti cisplatino, si tenga presente che la nefrotossicità di gentamicina può aumentare anche a 3–4 settimane di distanza dalla somministrazione di queste sostanze.
Un aumento della nefrotossicità è stata riportata a seguito della somministrazione contemporanea di antibiotici aminoglicosidici ed alcune cefalosporine.
L'uso contemporaneo di gentamicina e diuretici potenti quali acido etacrinico o furosemide deve essere vietato, considerato che tali diuretici posseggono una propria ototossicità. Inoltre, quando vengono somministrati per via endovenosa, i diuretici possono aumentare la tossicità degli aminoglicosidi alterandone la concentrazione nel siero e nei tessuti.
Antibiotici neurotossici e nefrotossici possono essere assorbiti in quantità significative dalla superficie corporea dopo applicazione o irrigazione locale. La potenziale tossicità di antibiotici somministrati in tal modo deve essere presa in considerazione.
Prove in vitro hanno evidenziato che la miscela di un aminoglicoside con antibiotici beta-lattamici (penicilline o cefalosporine) può comportare un'attivazione reciproca. In pazienti con disturbi della funzionalità renale ed in alcuni pazienti con funzione renale nella norma è stata riportata una riduzione dell'emivita o dei livelli sierici dell'aminoglicoside, anche quando un aminoglicoside ed un farmaco penicillino-simile sono somministrati separatamente per vie diverse. Una riduzione dell'emivita sierica della gentamicina è stata osservata in pazienti con
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grave insufficienza renale trattati contemporaneamente con carbenicillina e gentamicina. Abitualmente, tale inattivazione dell'aminoglicoside è clinicamente significativa solo in pazienti con grave insufficienza renale.
Sebbene il blocco neuromuscolare non sia stato riferito in clinica nè con gentamicina né con altri aminoglicosidi, l’attività di blocco neuromuscolare degli aminoglicosidi viene potenziata da etere e miorilassanti come succinilcolina o tubocurarina o durante trasfusioni massive di sangue citrato. Qualora la gentamicina venga somministrata durante o immediatamente dopo un intervento chirurgico, il blocco neuromuscolare può essere amplificato e prolungato se si utilizzano miorilassanti non depolarizzanti. Queste interazioni possono causare un blocco neuromuscolare e una paralisi respiratoria. In considerazione dell’aumentato rischio, tali pazienti devono essere monitorati con particolare attenzione qualora si verificasse, il blocco può essere rimosso con la somministrazione di sali di calcio. La contemporanea somministrazione anche topica, specie se intracavitaria, di altri antibiotici potenzialmente nefrotossici ed ototossici può accrescere il rischio di tali effetti. Il medicinale non va mescolato nella stessa siringa con altri farmaci. Gli aminoglicosidi possono aumentare l’effetto dannoso di metossiflurano a carico dei reni. Se usato in concomitanza, sono possibili nefropatie estremamente gravi. L’anestesista deve essere messo a conoscenza dell’uso di aminoglicosidi prima di un intervento chirurgico. In vitro l’associazione di un aminoglicoside con un antibiotico betalattamico (penicilline o cefalosporine), può causare una reciproca e significativa inattivazione. Anche quando un antibiotico aminoglicosidico ed uno penicillino-simile sono stati somministrati attraverso due vie differenti, si è verificata una riduzione dell’emivita o dei livelli plasmatici dell’aminoglicoside in pazienti con insufficienza renale ed in alcuni pazienti con funzionalità renale normale. E’ stata osservata una riduzione dell’emivita plasmatica di gentamicina in pazienti con grave insufficienza renale trattati concomitantemente con carbenicillina. Nei neonati, l’indometacina potrebbe aumentare le concentrazioni plasmatiche di gentamicina. L’uso concomitante con i farmaci anticoagulanti orali può aumentare gli effetti ipotrombinemici. La somministrazione concomitante con i bisfosfonati può aumentare il rischio di ipocalcemia. La gentamicina somministrata concomitantemente con la tossina botulinica può aumentare il rischio di tossicità dovuto a blocco neuromuscolare. Neostigmina e piridostigmina antagonizzano l’effetto della gentamicina. | |
4.6. |
Gli antibiotici aminoglicosidici attraversano la placenta e possono causare danni fetali qualora somministrati a donne in gravidanza. Sono stati riportati casi di sordità congenita bilaterale irreversibile in bambini le cui madri avevano ricevuto aminoglicosidi, incluso gentamicina, durante la gravidanza.
Se gentamicina viene somministrato durante la gravidanza o se la paziente si accorge di avere iniziato una gravidanza mentre assume gentamicina, la paziente stessa deve essere avvertita del potenziale rischio per il feto.
In caso di esposizione alla gentamicina durante la gravidanza, si raccomanda di monitorare la funzione renale e uditiva del neonato.
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In donne che allattano, gentamicina è escreto nel latte materno in piccole quantità. Il neonato allattato al seno può sviluppare diarrea e infezioni fungine delle membrane mucose, tali da richiedere l'interruzione dell'allattamento al seno. Tenere presente la possibilità di sensibilizzazione. A causa delle potenziali reazioni avverse gravi correlabili agli aminoglicosidi, occorre decidere se interrompere l'allattamento o sospendere il trattamento, tenendo in considerazione l'importanza del farmaco per la madre.
4.7. EFFETTI SULLA CAPACITA’ DI GUIDARE VEICOLI E SULL’USO DI MACCHINARI Il paziente deve essere informato che la gentamicina solfato può alterare la capacità di guidare veicoli o di usare macchinari, a causa di alcuni effetti indesiderati riscontrati, come ad esempio, capogiri, vertigini, riduzione della sensibilità uditiva, torpore (vedere paragrafo 4.5).
4.8. EFFETTI INDESIDERATI
Di seguito sono riportati gli effetti di gentamicina, organizzati secondo la classificazione sistemica organica MedDRA. Non sono disponibili dati sufficienti per stabilire la frequenza dei singoli effetti elencati.
Nefrotossicità: sono stati segnalati effetti collaterali di tipo renale, come dimostrato dalla presenza nelle urine di filamenti, cellule o proteine, o dall'aumento nel sangue dell'azoto ureico e dell'azoto non proteico, della creatinina sierica e dall'oliguria. Anziani e bambini possono essere particolarmente a rischio, occorre quindi una stretta sorveglianza clinica. È consigliabile effettuare una valutazione basale e periodica della funzionalità renale e degli elettroliti sierici per i pazienti che ricevono una terapia prolungata (maggiore di 7–10 giorni) con gentamicina o che possono essere trattati con dosi più elevate di quelle consigliate per l'età, il peso o la presunta funzionalità renale.
Gli effetti indesiderati renali sono stati riferiti più frequentemente in soggetti con ridotta funzionalità renale o trattati per periodi più lunghi o con dosi più elevate di quelle consigliate.
Neurotossicità: sono stati segnalati effetti indesiderati a carico dei rami vestibolare e uditivo dell'ottavo paio di nervi cranici, prevalentemente in pazienti con insufficienza renale e in pazienti sottoposti a trattamenti protratti e/o con dosi elevate. I sintomi riscontrati includono ronzii, capogiri, vertigini, tinnito e riduzione della sensibilità uditiva. La riduzione della sensibilità uditiva si manifesta inizialmente con la diminuzione dell'acuità dei toni alti e può essere di tipo irreversibile. Così come per altri aminoglicosidi, le alterazioni vestibolari possono essere irreversibili. Altri fattori che possono aumentare il rischio di ototossicità includono: disidratazione, somministrazione concomitante di diuretici quali acido etacrinico e furosemide o somministrazione pregressa di altre sostanze ototossiche.
Torpore, parestesie, fascicolazioni, convulsioni, encefalopatia, allucinazioni e sindrome tipo miastenia gravis.
Altre reazioni riferite all'uso di Gentamicina sono le seguenti.
Anemia, leucopenia, granulocitopenia, agranulocitosi transitoria, eosinofilia, aumento o riduzione dei reticolociti, trombocitopenia, discrasia
Anoressia, perdita di peso
Confusione, depressione, sindrome cerebrale organica acuta, allucinazioni
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Letargia, pseudotumor cerebri, polineuropatie, parestesia periferica, encefalopatia, convulsioni, blocco neuromuscolare, capogiri disturbi dell’equilibrio, cefalea
Disturbi della visione
Danno vestibolare, perdita dell’udito, malattia di Ménière, tinnito, vertigini
Variazioni della pressione arteriosa
Depressione respiratoria, fibrosi polmonare
Nausea, vomito, scialorrea, stomatite, colite pseudomembranosa
Stati transitori di epatomegalia e splenomegalia
Eruzioni cutanee di vario tipo su base allergica o idiosincrasica, edema laringeo, manifestazioni anafilattiche, eritema multiforme, sindrome di Stevens-Johnson, necrolisi tossica epidermica, porpora, alopecia
Dolore alle articolazioni
Compromissione della funzione renale, insufficienza renale acuta, iperfosfaturia, aumento dell'azotemia (reversibile), sindrome simil Fanconi con aminoaciduria e acidosi metabolica. Le anormalità nei valori dei test clinici di laboratorio possono essere talvolta associati ad una correlata sintomatologia clinica.
Febbre, cefalea.
Occasionalmente è stato segnalato dolore nel sito di iniezione e raramente atrofia sottocutanea o segni di irritazione locale.
Aumento delle transaminasi sieriche (AST, ALT), della latticodeidrogenasi (LDH), della fosfatasi alcalina e della bilirubina; riduzione dei livelli sierici di calcio, magnesio, potassio e sodio.
Sovrainfezione (da germi resistenti alla gentamicina)
Reazioni di ipersensibilità di gravità variabile, da eruzione cutanea e prurito, febbre da farmaco alle gravi reazioni acute da ipersensibilità (anafilassi) fino allo shock anafilattico.
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Somministrazione intratecale
La tollerabilità locale per l'iniezione intratecale di Gentamicina è stata buona. Sono stati riferiti casi rari di aracnoidite o di bruciore nel sito di iniezione.
Poiché il dosaggio raccomandato per l'iniezione intratecale di Gentamicina è basso, il rischio potenziale di effetti avversi sistemici è minimo. L'iniezione intratecale di Gentamicina è raccomandata come terapia addizionale con altri antibiotici, quali gentamicina parenterale, che deve essere somministrata a dose terapeutica piena. Evidenza di disfunzioni dell'ottavo paio di nervi, modifiche nella funzionalità renale, crampi alle gambe, eruzioni cutanee, febbre, convulsioni e aumento delle proteine del liquido cerebro spinale sono stati riferiti in pazienti che sono stati trattati contemporaneamente con Gentamicina intratecale e preparati parenterali di gentamicina.
È stato riferito che la somministrazione intratecale di dosi eccessive (da 40 a 160 mg) di preparazioni parenterali di gentamicina (contenenti un conservante) ha prodotto in genere disturbi neuromuscolari transitori, quali atassia, paresi e incontinenza.
La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione all’indirizzo.
4.9. sovradosaggio
In caso di sovradosaggio o di reazioni tossiche, l'emodialisi consentirà una rapida rimozione di Gentamicina dal plasma.
La percentuale di rimozione è considerevolmente inferiore con la dialisi peritoneale rispetto all'emodialisi. Nei neonati possono essere effettuate trasfusioni di sangue. Queste procedure sono particolarmente importanti nei pazienti con insufficienza renale.
Trattamento del blocco neuromuscolare:
In caso di blocco neuromuscolare (normalmente causato da interazioni, vedere paragrafo 4.5), è consigliabile somministrare cloruro di calcio e, se necessario, ricorrere alla respirazione artificiale.
5. PROPRIETA’ FARMACOLOGICHE
Categoria farmacoterapeutica: antibatterici aminoglicosidici; codice ATC: J01GB03.
Attività antibatterica. Gentamicina è un antibiotico che agisce alterando la sintesi proteica dei microrganismi sensibili. È attivo a basse concentrazioni su una vasta gamma di germi patogeni gram-positivi e gram-negativi, ivi compresi Pseudomonas aeruginosa , E.coli , batteri del gruppo Klebsiella-Enterobacter-Serratia, Citrobacter sp., Providencia sp., Proteus sp., indolo-positivi e indolo-negativi (P. mirabilis, P. morganii, P. rettgeri, P. vulgaris ), Staphylococcus penicillinasi-produttore e non, inclusi i ceppi meticillino-resistenti. Gentamicina è attivo in vitro su Salmonella sp., Shigella sp. e Neisseria gonorrhoeae.
Generalmente resistenti agli aminoglicosidi sono gli streptococchi ed in particolare quelli del gruppo D e i germi anaerobi (Bacteroides, Clostridium sp.). Sinergismo d'azione è stato osservato nei confronti della maggior parte dei ceppi di Streptococcus feacalis (Enterococcus) e di Pseudomonas aeruginosa rispettivamente con l'associazione di Gentamicina a penicillina G e di Gentamicina a carbenicillina o ticarcillina. L'associazione di Gentamicina ad antibiotici betalattamici si è dimostrata sinergica anche su altri microrganismi Gram-negativi.
5.2. PROPRIETA’ FARMACOCINETICHE
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Distribuzione
Livelli sierici battericidi dopo somministrazione intramuscolare di Gentamicina si raggiungono molto rapidamente (30–90 minuti); le concentrazioni efficaci persistono mediamente per 6–8 ore.
Il picco sierico di Gentamicina in mcg/ml corrisponde in genere a 4 volte la singola dose intramuscolare in mg/kg (4 mcg/ml per una dose di 1 mg/kg) per individui adulti con normale distribuzione del grasso e dei liquidi corporei, di peso vicino al peso ideale.
Nei bambini le concentrazioni sieriche risultano proporzionalmente inferiori per il maggior volume di distribuzione del farmaco.
Il volume di distribuzione della gentamicina è all’incirca equivalente al volume dell’acqua extracellulare. Nei neonati l’acqua costituisce il 70–75% del peso corporeo, rispetto al 50–55% degli adulti. Il compartimento extracellulare acquoso è più grande (40% del peso corporeo rispetto al 25% del peso corporeo negli adulti). Ne consegue che il volume di distribuzione della gentamicina per kg di peso corporeo è coinvolto e diminuisce con l’aumentare dell’età da 0,5 a 0,7 L/kg per un neonato prematuro a 0,25 L/kg negli adolescenti. Il maggiore volume di distribuzione per kg di peso corporeo richiede una dose maggiore per kg di peso corporeo da somministrare per ottenere un adeguato picco della concentrazione ematica.
L'emivita sierica di Gentamicina è di 1–2 ore nei pazienti con funzionalità renale normale ed è strettamente correlata alla clearance della creatinina e alla creatininemia.
Il legame alle proteine sieriche è basso. La somministrazione di 1 mg/kg ogni 8 ore o di 1,5 mg/kg ogni 12 ore non determina accumulo nel siero di pazienti adulti con funzionalità renale normale.
Eliminazione
Gentamicina viene escreta in forma immodificata quasi completamente attraverso il rene, per filtrazione glomerulare, con una clearance simile a quella della creatinina endogena: ne derivano concentrazioni urinarie dell'antibiotico dell'ordine del 70% o più della dose somministrata, entro le 24 h.
La gentamicina non è metabolizzata nel corpo ma viene escreta immodificata nella forma microbiologicamente attiva soprattutto attraverso i reni. Nei pazienti con funzionalità renale normale l’emivita di eliminazione è compresa tra le 2 e le 3 ore circa. Nei neonati la velocità di eliminazione è ridotta per la immaturità della funzione renale. L’emivita di eliminazione è in media di 8 ore circa nei neonati di età gestazionale compresa tra le 26 e 34 settimane rispetto a circa 6,7 ore nei neonati di età gestazionale compresa tra le 35 e le 37 settimane.
Corrispondentemente, i valori della clearance aumentano da circa 0,05 L/h nei neonati di un’età gestazionale di 27 settimane a 0,2 L/h nei neonati di un’età gestazionale di 40 settimane.
5.3. dati preclinici di sicurezza
Studi di tossicità acuta nel topo, impiegando gentamicina in soluzione acquosa, hanno dato le seguenti DL50: sottocute 485 mg/kg, endoperitoneo 430 mg/kg, endovena 75 mg/kg, orale >9050 mg/kg.
Gentamicina non presenta analogie strutturali con composti di accertata azione cancerogena. Negli studi di tossicità cronica e durante le sperimentazioni cliniche non ha mai evidenziato fenomeni atti a far supporre potenzialità carcinogenetica.
6. informazioni farmaceutichemetile p-idrossiossibenzoato, propile p-idrossiossibenzoato, sodio metabisolfito, acqua per preparazioni iniettabili.
6.2. incompatibilita’
Il prodotto non va mescolato nella stessa siringa con altri farmaci.
10
6.3. PERIODO DI VALIDITA’
5 anni.
6.4. precauzioni particolari per la conservazione
Nessuna speciale precauzione per la conservazione.
Conservare questo medicinale nella confezione originale.
6.5.
Contenitore: fiala in vetro neutro, bianco, serigrafata con anello di prerottura, contenente 2 ml di soluzione.
GENTOMIL 40 mg/2 ml Soluzione Iniettabile: 1 fiala da 2 ml.
GENTOMIL 80 mg/2 ml Soluzione Iniettabile: 10 fiale da 2 ml.
GENTOMIL 160 mg/2 ml Soluzione Iniettabile: 1 fiala da 2 ml.
6.6. precauzioni particolari per lo smaltimento e la manipolazione
Il medicinale non utilizzato e i rifiuti derivati da tale medicinale devono essere smaltiti in conformità alla normativa locale vigente
7. titolare dell’autorizzazione all’immissione in commercio
Pfizer Italia S.r.l. – Via Isonzo , 71 – 04100 Latina
8. NUMERO(I) DELL’AUTORIZZAZIONE ALL’IMMISSIONE IN COMMERCIO
GENTOMIL 40 mg/2 ml Soluzione Iniettabile 1 fiala da 2 ml: 029314022
GENTOMIL 80 mg/2 ml Soluzione Iniettabile 10 fiale da 2 ml: 029314059
GENTOMIL 160 mg/2 ml Soluzione Iniettabile 1 fiala da 2ml: 029314046
9. DATA DI PRIMA AUTORIZZAZIONE/RINNOVO DELL’AUTORIZZAZIONE
15 novembre 1994 / 13 ottobre 2017