Riassunto delle caratteristiche del prodotto - GEFITINIB TEVA
1.
Gefitinib Teva 250 mg compresse rivestite con film
2.
Ogni compressa rivestita con film contiene 250 mg di gefitinib.
Eccipiente con effetti noti:
Ogni compressa rivestita con film contiene 162 mg di lattosio (come monoidrato).
Ogni compressa rivestita con film contiene 1,783 mg di sodio.
Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.
3.
Compressa rivestita con film (compressa).
Le compresse rivestite con film sono marroni, rotonde, convesse, con un diametro di cica 11 mm e con impresso “250” su un lato e nulla sull’altro.
4. informazioni cliniche
4.1
Gefitinib Teva è indicato in monoterapia per il trattamento di pazienti adulti affetti da carcinoma polmonare non a piccole cellule (NSCLC) localmente avanzato o metastatico con mutazione attivante l’EGFR-TK (vedere paragrafo 4.4).
4.2
Il trattamento con Gefitinib Teva deve essere iniziato e supervisionato da un medico esperto nell’uso di terapie antitumorali.
terapie antitumora
Posologia
La posologia raccomandata di Gefitinib Teva è di una compressa da 250 mg una volta al giorno. Se viene dimenticata una dose, questa deve essere assunta non appena il paziente se ne ricorda. Se ciò avviene a meno di 12 ore dalla dose successiva, il paziente non deve assumere la dose dimenticata. Il paziente non deve assumere una dose doppia (due dosi allo stesso tempo) per recuperare la dose dimenticata.
Popolazione pediatrica
La sicurezza e l’efficacia di Gefitinib Teva nei bambini e negli adolescenti con meno di 18 anni non sono state accertate. Non esiste alcun uso indicato di gefitinib nella popolazione pediatrica nell’indicazione di NSCLC.
Compromissione epatica
I pazienti con compromissione epatica da moderata a grave dovuta a cirrosi (Child-Pugh B o C) presentano aumentate concentrazioni plasmatiche di gefitinib. Questi pazienti devono essere attentamente monitorati per gli eventi avversi. Le concentrazioni plasmatiche non sono aumentate in
Documento reso disponibile da AIFA il 31/12/2019
Esula dalla competenza dell’AIFA ogni eventuale disputa concernente i diritti di proprietà industriale e la tutela brevettuale dei dati relativi all’AIC dei medicinali e, pertanto, l’Agenzia non può essere ritenuta responsabile in alcun modo di eventuali violazioni da parte del titolare dell'autorizzazione all'immissione in commercio (o titolare AIC).
pazienti con elevati livelli di aspartato aminotransferasi (AST), fosfatasi alcalina o bilirubina causati da metastasi epatiche (vedere paragrafo 5.2).
Danno renale
Non è richiesto alcun aggiustamento della dose nei pazienti con danno renale e clearance della creatinina > 20 ml/min. Sono disponibili solo dati limitati nei pazienti con clearance della creatinina ≤ 20 ml/min; si raccomanda cautela in questi pazienti (vedere paragrafo 5.2).
Anziani
Non è richiesto alcun aggiustamento della dose basato sull’età del paziente (vedere paragrafo 5.2).
Metabolizzatori lenti del CYP2D6
Nessuno specifico aggiustamento della dose è raccomandato nei pazienti con genotipo noto di lento metabolizzatore del CYP2D6, tuttavia questi pazienti devono essere strettamente controllati per gli eventi avversi (vedere paragrafo 5.2).
Aggiustamento del dosaggio dovuto a tossicità
I pazienti con diarrea mal tollerata o reazioni avverse cutanee possono essere gestiti con successo con una breve interruzione della terapia (fino a 14 giorni) seguita dalla reintroduzione della dose da 250 mg (vedere paragrafo 4.8). Nei pazienti che non tollerano il trattamento dopo un’interruzione della terapia, gefitinib deve essere interrotto e deve essere preso in considerazione un trattamento alternativo.
Modo di somministrazione
La compressa può essere assunta oralmente con o senza cibo, all’incirca alla stessa ora ogni giorno. La compressa può essere deglutita intera con un po’ d’acqua o, se non è possibile assumere la compressa intera, le compresse possono essere somministrate come una dispersione in acqua (non gasata). Non deve essere utilizzato alcun altro liquido. Senza frantumarla, la compressa deve essere immersa in mezzo bicchiere d’acqua. Il bicchiere deve essere agitato di tanto in tanto, fino allo scioglimento della compressa (questo può richiedere fino a 20 minuti). La dispersione deve essere bevuta subito dopo che lo scioglimento è completato (cioè entro 60 minuti). Il bicchiere deve essere risciacquato con mezzo bicchiere di acqua, che deve essere bevuto a sua volta. La dispersione può anche essere somministrata attraverso un sondino nasogastrico o una gastrostomia.
4.3
Ipersensibilità al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti elencati al paragrafo 6.1.
Allattamento (vedere paragrafo 4.6).
4.4
Quando si considera l’uso di Gefitinib Teva per il trattamento del NSCLC localmente avanzato o metastatico, è importante che la valutazione della mutazione dell’EGFR del tessuto tumorale sia effettuata per tutti i pazienti. Se un campione del tumore non è valutabile, allora può essere utilizzato il DNA tumorale circolante (ctDNA) ottenuto da un campione di sangue (plasma).
Devono essere usati solo test robusti, affidabili e sensibili con utilità dimostrata per la determinazione dello stato di mutazione dell’EGFR sul tessuto tumorale o ctDNA, questo al fine di evitare risultati falsi negativi o falsi positivi (vedere paragrafo 5.1).
Malattia interstiziale polmonare (ILD)
Nell’1,3% dei pazienti trattati con gefitinib è stata osservata malattia interstiziale polmonare (ILD), che può insorgere in forma acuta e in alcuni casi risultare fatale (vedere paragrafo 4.8). Se i pazienti mostrano un peggioramento dei sintomi respiratori, come dispnea, tosse e febbre, il trattamento con Gefitinib Teva deve essere interrotto e il paziente deve essere subito sottoposto ad accertamenti. Nel caso in cui la diagnosi di ILD sia confermata, il trattamento con Gefitinib Teva deve essere interrotto e il paziente deve essere trattato in modo appropriato.
2
In uno studio giapponese caso-controllo di farmacoepidemiologia condotto su 3.159 pazienti con NSCLC trattati con gefitinib o chemioterapia con un follow-up di 12 settimane, sono stati identificati i seguenti fattori di rischio per lo sviluppo di ILD (indipendentemente dal fatto che i pazienti avessero ricevuto gefitinib o chemioterapia): fumo, performance status ridotto (PS ≥ 2), evidenza tomografica alla TC di riduzione polmonare rispetto al normale (≤ 50%), diagnosi recente di NSCLC (< 6 mesi), ILD preesistente, età avanzata (≥ 55 anni) e malattia cardiaca concomitante. Un rischio aumentato di ILD con gefitinib rispetto alla chemioterapia è stato osservato prevalentemente durante le prime 4 settimane di trattamento (OR aggiustato 3,8; 95% IC da 1,9 a 7,7); dopo questo periodo il rischio relativo si abbassava (OR aggiustato 2,5; 95% IC da 1,1 a 5,8). Il rischio di mortalità nei pazienti che hanno sviluppato ILD con gefitinib o chemioterapia è stato più alto nei pazienti con i seguenti fattori di rischio: fumo, evidenza tomografica alla TC di riduzione polmonare rispetto al norma (≤ 50%), ILD pre-esistente, età avanzata (≥ 65 anni) ed estese aderenze pleuriche (≥ 50%).
Epatotossicità e compromissione epatica
Sono state osservate alterazioni della funzionalità epatica (inclusi aumenti dell’alanina aminotransferasi, dell’aspartato aminotransferasi e della bilirubina), che si presentavano non comunemente come epatiti (vedere paragrafo 4.8). Sono state riportate segnalazioni isolate di insufficienza epatica che in alcuni casi ha condotto ad esito fatale. Si raccomanda perciò di monitorare periodicamente la funzionalità epatica. Gefitinib deve essere utilizzato con cautela in presenza di alterazioni della funzionalità epatica da lievi a moderate. In caso di alterazioni gravi, si deve prendere in considerazione l’interruzione del trattamento.
È stato osservato che la compromissione della funzionalità epatica dovuta a cirrosi può indurre un aumento delle concentrazioni plasmatiche di gefitinib (vedere paragrafo 5.2).
Interazioni con altri medicinali
Gli induttori del CYP3A4 possono aumentare il metabolismo del gefitinib e diminuire le concentrazioni plasmatiche del gefitinib. Pertanto, la somministrazione concomitante di induttori del CYP3A4 (ad es. fenitoina, carbamazepina, rifampicina, barbiturici o preparazioni medicinali contenenti l’erba di S. Giovanni/Hypericum perforatum ) possono ridurre l’efficacia del trattamento e devono essere evitate (vedere paragrafo 4.5).
Nei singoli pazienti con genotipo CYP2D6 di lento metabolizzatore, il trattamento con un potente inibitore del CYP3A4 potrebbe portare ad un aumento dei livelli plasmatici di gefitinib. All’inizio del trattamento con un inibitore del CYP3A4, i pazienti devono essere strettamente monitorati per reazioni avverse a gefitinib (vedere paragrafo 4.5).
In alcuni pazienti in trattamento con warfarin insieme a gefitinib sono stati riportati aumenti del International Normalized Ratio (INR) e/o eventi emorragici (vedere paragrafo 4.5). I pazienti in trattamento concomitante con warfarin e gefitinib devono essere monitorati regolarmente allo scopo di verificare variazioni del tempo di protrombina (PT) o dell’INR.
I medicinali che provocano un significativo e prolungato aumento del pH gastrico, come gli inibitori di pompa protonica e gli H2-antagonisti, possono ridurre la biodisponibilità e le concentrazioni plasmatiche del gefitinib e, pertanto, diminuirne l’efficacia. Gli antiacidi, se assunti regolarmente in vicinanza temporale con la somministrazione di gefitinib, possono avere un effetto simile (vedere paragrafi 4.5 e 5.2).
I dati di studi clinici di fase II, in cui gefitinib e vinorelbina sono stati usati in concomitanza, indicano che gefitinib può esacerbare l’effetto neutropenico della vinorelbina.
Lattosio
Gefitinib Teva contiene lattosio. I pazienti con rari problemi ereditari di intolleranza al galattosio, deficit totale di lattasi o da malassorbimento di glucosio-galattosio non devono assumere questo medicinale.
3
Sodio
Gefitinib Teva contiene meno di 1 mmol di sodio (23 mg) per compressa, cioè essenzialmente “senza sodio”.
Ulteriori precauzioni per l’uso
I pazienti devono essere avvisati di consultare immediatamente il medico nel caso si manifestino diarrea grave o persistente, nausea, vomito o anoressia, in quanto questi disturbi possono indirettamente portare a disidratazione. Questi sintomi devono essere trattati come indicato clinicamente (vedere paragrafo 4.8).
I pazienti che presentano segni e sintomi indicanti cheratite, quali insorgenza acuta o peggioramento di infiammazione oculare, lacrimazione, sensibilità alla luce, visione offuscata, dolore oculare e/o arrossamento dell’occhio, devono essere indirizzati immediatamente ad uno specialista in oftalmologia.
Se viene confermata una diagnosi di cheratite ulcerativa, il trattamento con gefitinib deve essere interrotto, e se i sintomi non si risolvono, o se i sintomi si ripresentano alla reintroduzione di gefitinib, deve essere considerata l’interruzione definitiva.
In uno studio di fase I/II sull’uso di gefitinib e delle radiazioni nei pazienti pediatrici con nuova diagnosi di glioma del tronco encefalico o di glioma maligno sopratentoriale non completamente resecato, sono stati riportati 4 casi (1 fatale) di emorragie del Sistema Nervoso Centrale (SNC) tra i 45 pazienti arruolati. Un ulteriore caso di emorragia del SNC è stato riportato in un bambino con un ependimoma in uno studio condotto solo con gefitinib. Un rischio aumentato di emorragia cerebrale nei pazienti adulti con NSCLC che ricevono gefitinib non è stato stabilito.
Casi di perforazione gastrointestinale sono stati riportati in pazienti in trattamento con gefitinib. Nella maggior parte dei casi questo è associato a altri fattori di rischio, che includono farmaci concomitanti quali steroidi o FANS, anamnesi positiva per ulcera gastrointestinale, età, fumo o metastasi intestinali nelle sedi di perforazione.
4.5
Il metabolismo di gefitinib avviene attraverso l’isoenzima CYP3A4 del citocromo P450 (prevalentemente) e attraverso il CYP2D6.
Principi attivi che possono aumentare le concentrazioni plasmatiche di gefitinib.
Gli studi in vitro hanno mostrato che gefitinib è un substrato della glicoproteina-p (Pgp). I dati disponibili non suggeriscono alcuna conseguenza clinica di questa evidenza in vitro.
Le sostanze che inibiscono il CYP3A4 possono diminuire la clearance di gefitinib. La somministrazione concomitante con potenti inibitori dell’attività del CYP3A4 (ad esempio ketoconazolo, posaconazolo, voriconazolo, inibitori delle proteasi, claritromicina, telitromicina) possono aumentare le concentrazioni plasmatiche di gefitinib. L’aumento può essere clinicamente rilevante dal momento che le reazioni avverse sono correlate alla dose e all’esposizione. L’aumento può essere maggiore in singoli pazienti con genotipo metabolizzatore lento del CYP2D6. Il pretrattamento con itraconazolo (un potente inibitore del CYP3A4) ha portato nei volontari sani ad un aumento dell’80% della AUC media di gefitinib. In situazioni di trattamento concomitante con potenti inibitori del CYP3A4, il paziente deve essere attentamente monitorato per le reazioni avverse a gefitinib.
Non ci sono dati sul trattamento concomitante con inibitori del CYP2D6, ma potenti inibitori di questo enzima potrebbero causare un aumento di circa 2 volte delle concentrazioni plasmatiche di gefitinib nei metabolizzatori rapidi del CYP2D6 (vedere paragrafo 5.2). Se viene iniziato un trattamento concomitante con un potente inibitore del CYP2D6, il paziente deve essere attentamente monitorato per le reazioni avverse.
4
Principi attivi che possono ridurre le concentrazioni plasmatiche di gefitinib
Le sostanze che sono degli induttori dell’attività del CYP3A4 possono aumentare il metabolismo e diminuire le concentrazioni plasmatiche di gefitinib e quindi ridurne l’efficacia. Farmaci concomitanti che inducono il CYP3A4 (ad esempio fenitoina, carbamazepina, rifampicina, barbiturici o erba di S. Giovanni (Hypericum perforatum )) devono essere evitati. Il pre-trattamento con rifampicina (un potente induttore del CYP3A4) nei volontari sani ha ridotto l’AUC media di gefitinib dell’83% (vedere paragrafo 4.4).
Le sostanze che causano un innalzamento significativo e prolungato del pH gastrico possono ridurre le concentrazioni plasmatiche di gefitinib e quindi ridurre l’efficacia di gefitinib. Alte dosi di antiacidi a breve durata d’azione possono avere un effetto simile se assunti con regolarità in prossimità della somministrazione di gefitinib. Nei volontari sani, la somministrazione concomitante di gefitinib con ranitidina ad una dose che ha causato innalzamento prolungato del pH gastrico ≥ 5 ha causato una riduzione dell’AUC media di gefitinib del 47% (vedere paragrafi 4.4 e 5.2).
Principi attivi la cui concentrazione plasmatica può essere alterata da gefitinib
Gli studi in vitro hanno mostrato che gefitinib ha un potenziale limitato di inibire il CYP2D6. In uno studio clinico in pazienti, gefitinib è stato co-somministrato con metoprololo (un substrato del CYP2D6). Questo è risultato in un aumento del 35% nell’esposizione a metoprololo. Tale incremento potrebbe potenzialmente essere rilevante per i substrati del CYP2D6 con stretto indice terapeutico. Quando si considera l’uso di substrati del CYP2D6 in associazione con gefitinib, è necessario prendere in considerazione una modifica della dose del substrato del CYP2D6, specialmente per i prodotti con una finestra terapeutica ristretta.
In vitro, gefitinib inibisce la proteina trasportatrice BCRP, ma la rilevanza clinica di questa evidenza non è nota.
Altre potenziali interazioni
Episodi di innalzamento dell’INR e/o casi di sanguinamento sono stati riportati in alcuni pazienti che assumevano in concomitanza warfarin (vedere paragrafo 4.4).
4.6
Donne potenzialmente fertili
Le donne in età fertile devono essere avvisate di non iniziare una gravidanza durante la terapia.
Gravidanza
Non sono disponibili dati relativi all’uso di gefitinib in donne in gravidanza. Gli studi effettuati sugli animali hanno mostrato tossicità riproduttiva (vedere paragrafo 5.3). Non si conosce il potenziale rischio per gli esseri umani. Gefitinib Teva non deve essere impiegato durante la gravidanza a meno che il suo utilizzo non sia espressamente necessario.
Allattamento
Non è noto se gefitinib sia secreto nel latte umano. Gefitinib e i metaboliti di gefitinib si accumulano nel latte di ratti femmine in allattamento (vedere paragrafo 5.3). Gefitinib è controindicato durante l’allattamento e pertanto l’allattamento deve essere interrotto durante il trattamento con gefitinib (vedere paragrafo 4.3).
4.7
Durante il trattamento con gefitinib è stata riportata astenia. Pertanto, i pazienti che riscontrano questo sintomo devono essere prudenti nella guida e nell’uso di macchinari.
4.8
Riassunto del profilo di sicurezza
5
Nell’insieme dei dati aggregati degli studi clinici di fase III ISEL, INTEREST e IPASS (2462 pazienti trattati con gefitinib), le reazioni avverse da farmaci (ADRs) più frequentemente riportate, verificatesi in più del 20% dei pazienti, sono diarrea e reazioni cutanee (compresi eruzione cutanea, acne, cute secca e prurito). Le ADRs si verificano di solito entro il primo mese di terapia e sono generalmente reversibili.
Circa l’8% dei pazienti ha riportato una reazione avversa grave (grado 3 o 4 dei Criteri Comuni di Tossicità (CTC)). Circa il 3% dei pazienti ha interrotto la terapia a causa di una ADR.
La malattia interstiziale polmonare (ILD) si è verificata nell’1,3% dei pazienti, spesso in forma grave (grado CTC 3–4). Sono stati riportati casi con esito fatale.
Sintesi in forma di tabella delle reazioni avverse
Il profilo di sicurezza presentato nella Tabella 1 si basa sul programma di sviluppo clinico e sull’esperienza derivante dalla commercializzazione di gefitinib. Nella tabella 1, le reazioni avverse sono state assegnate alle classi di frequenza sulla base, ove possibile, dell’incidenza delle segnalazioni di eventi avversi comparabili in un insieme di dati aggregati provenienti dagli studi clinici di fase III ISEL, INTEREST e IPASS (2.462 pazienti trattati con gefitinib).
Le frequenze dell’occorrenza degli effetti indesiderati sono definite come: molto comune ( ≥ 1/10); comune (≥ 1/100, < 1/10); non comune (≥ 1/1.000, < 1/100); raro (≥ 1/10.000 a <1/1.000); molto raro (< 1/10.000), non nota (la frequenza non può essere definita sulla base dei dati disponibili).
Entro ciascun gruppo di frequenze, gli effetti indesiderati sono presentati in ordine decrescente di gravità.
4.9
Non esiste un trattamento specifico in caso di sovradosaggio di gefitinib. Tuttavia, negli studi clinici di fase I, un numero limitato di pazienti è stato trattato con dosi giornaliere fino a 1000 mg. È stato notato un aumento della frequenza e della gravità di alcune reazioni avverse, principalmente diarrea ed eruzione cutanea. Le reazioni avverse associate a sovradosaggio dovrebbero essere trattate in base ai sintomi; in particolare, la diarrea grave deve essere trattata come indicato clinicamente. In uno studio, un numero limitato di pazienti è stato trattato settimanalmente con dosi comprese tra 1500 mg e 3500 mg. In questo studio l’esposizione a gefitinib non è aumentata con l’incremento della dose, e gli eventi avversi sono stati prevalentemente di intensità da moderata a grave ed in linea con il noto profilo di sicurezza di gefitinib.
5
5.1
Categoria farmacoterapeutica: agenti antineoplastici, inibitori della proteinchinasi, codice ATC: L01XE02
Meccanismo d’azione ed effetti farmacodinamici
8
Il fattore di crescita dell’epidermide (EGF) ed il suo recettore (EGFR (HER1; ErbB1)) sono stati identificati come fattori chiave nel processo di crescita cellulare e di proliferazione per cellule normali e cancerose. La mutazione attivante l’EGFR all’interno di una cellula cancerosa è un fattore importante nel promuovere la crescita tumorale, bloccando l’apoptosi, aumentando la produzione di fattori angiogenetici e facilitando i processi di metastatizzazione.
Gefitinib è una piccola molecola che inibisce selettivamente la tirosin chinasi del fattore di crescita dell’epidermide ed è un trattamento efficace nei pazienti con tumori che esprimono mutazioni attivanti il dominio della tirosin chinasi dell’EGFR indipendentemente dalla linea di terapia. Nei pazienti con tumori negativi per la mutazione dell’EGFR non è stata osservata nessuna attività clinicamente rilevante.
Per le mutazioni attivanti dell’EGFR comuni (delezioni dell’esone 19; L858R) ci sono dati robusti di risposta a sostegno della sensibilità al gefitinib; per esempio, un hazard ratio (HR) (IC 95%) di sopravvivenza libera da progressione di malattia di 0,489 (0,336; 0,710) per gefitinib vs doppietta chemioterapica [WJTOG3405]. I dati di risposta al gefitinib sono più scarsi nei pazienti i cui tumori contengono le mutazioni meno comuni; i dati disponibili indicano che G719X, L861Q e S7681 sono mutazioni sensibilizzanti; e T790M da sola o inserzioni all’esone 20 da sole sono meccanismi di resistenza.
Resistenza
Gran parte dei tumori NSCLC con mutazioni sensibilizzanti dell’EGFR chinasi prima o poi sviluppano resistenza al trattamento con gefitinib, con un tempo mediano alla progressione di malattia di 1 anno. In circa il 60% dei casi, la resistenza è associata ad una mutazione T790M secondaria, per la quale gli EGFR TKI che hanno come bersaglio la T790M possono essere considerati una opzione nella successiva linea di trattamento. Altri potenziali meccanismi di resistenza che sono stati riportati a seguito del trattamento con agenti bloccanti il segnale dell’EGFR includono: meccanismi di elusione del segnale come amplificazione dei geni HER2 e MET e mutazioni di PIK3CA. Il passaggio fenotipico a carcinoma polmonare a piccole cellule è stato riportato nel 5–10% dei casi.
DNA tumorale circolante (ctDNA)
Nello studio IFUM, lo stato mutazionale è stato valutato nel tessuto tumorale e nei campioni di ctDNA derivati dal plasma, utilizzando il kit Therascreen EGFR RGQ PCR (Qiagen). Sia il ctDNA che i campioni di tessuto tumorale sono stati valutati in 652 pazienti dei 1.060 sottoposti a screening. Il tasso di risposta obiettiva (ORR, objective response rate) in quei pazienti che erano positivi per la mutazione sia nel tessuto tumorale che nel ctDNA è stato del 77% (IC 95%: 66% a 86%); in quelli che erano positivi per la mutazione soltanto nel tessuto tumorale è stato del 60% (IC 95%: 44% a74%).
Tabella 2 Riassunto dello stato mutazionale basale nei campioni di tessuto tumorale e di ctDNA in tutti i pazienti sottoposti a screening valutabili per entrambi i campioni
Misura | Definizione | IFUM Percentuale % (IC) | IFUM N |
Sensibilità | Percentuale di tumori M+ che risultano M+ con il ctDNA | 65.7 (55.8, 74.7) | 105 |
Specificità | Percentuale di tumori M- che risultano M- con il ctDNA | 99.8 (99.0, 100.0) | 547 |
Questi dati sono in linea con quel li dell’analisi esplorativa pre-pianificata del sottogruppo giapponese nell’IPASS (Goto 2012). In tale studio è stato utilizzato il ctDNA derivato dal siero, non dal plasma, per l’analisi della mutazione dell’EGFR, usando l’EGFR Mutation Test Kit (DxS) (N = 86). Nello studio, la sensibilità è stata del 43,1%, la specificità del 100%.
Efficacia e sicurezza clinica
Trattamento di prima linea
9
Lo studio clinico randomizzato di fase III in prima linea IPASS è stato condotto in Asia 1 in pazienti con NSCLC avanzato (stadio IIIB o IV) con istologia di adenocarcinoma che erano ex fumatori lievi (non più fumatori da ≥15 anni e fumatori di ≤10 pacchetti/anno) o che non avevano mai fumato (vedere Tabella 3).
1 Cina, Hong Kong, Indonesia, Giappone, Malesia, Filippine, Singapore, Taiwan e Thailandia
Tabella 3 Risultati di efficacia di gefitinib versus carboplatino/paclitaxel nello studio IPASS | ||||
Popolazione | N | Tassi di risposte obiettive e IC al 95% per differenza tra i trattamentia | Endpoint primario Sopravvivenza libera da progressione (PFS)a,b | Sopravvivenza globale a,b |
Totale | 1217 | 43.0% vs 32.2% [5.3%, 16.1%] | HR 0.74 [0.65, 0.85] 5.7 m vs 5.8 m p<0.0001 | HR 0.90 [0.79, 1.02] 18.8 m vs 17.4 m p=0.1087 |
Mutazione dell’EGFR positiva | 261 | 71.2% vs 47.3% [12.0%, 34.9%] | HR 0.48 [0.36, 0.64] 9.5 m vs 6.3 m p<0.0001 | HR 1.00 [0.76, 1.33] 21.6 m vs 21.9 m |
Mutazione dell’EGFR negativa | 176 | 1.1% vs 23.5% [-32.5%, –13.3%] | HR 2.85 [2.05, 3.98] 1.5 m vs 5.5 m p<0.0001 | HR 1.18 [0.86, 1.63] 11.2 m vs 12.7 m |
Mutazione dell’EGFR non nota | 780 | 43.3% vs 29.2% [7.3%, 20.6%] | HR 0.68 [0.58 – 0.81] 6.6 m vs 5.8 m p<0.0001 | HR 0.82 [0.70 – 0.96] 18.9 m vs. 17.2 m |
a I valori presentati sono per gefitinib verso carboplatino/paclitaxel. b “m” corrisponde alle mediane in mesi. I numeri tra le parentesi quadre sono l’intervallo di confidenza al 95% per HR. N Numero di pazienti randomizzati HR Hazard ratio (hazard ratios <1 a favore di gefitinib) |
I risultati della qualità di vita differivano in base allo stato di mutazione dell’EGFR. Nei pazienti con mutazione positiva dell’EGFR, un numero significativamente maggiore di pazienti trattati con gefitinib ha avuto un miglioramento della qualità di vita e dei sintomi del tumore polmonare rispetto a carboplatino/paclitaxel (vedere Tabella 4).
Tabella 4 Risultati di qualità della vita per gefitinib verso carboplatino/paclitaxel nello studio IPASS | |||
Popolazione | N | Tasso di miglioramento alla scala FACT-L di QoL a% | Tasso di miglioramento alla scala dei sintomi LCS a% |
Totale | 1151 | (48.0% vs 40.8%) p=0.0148 | (51.5% vs 48.5%) p=0.3037 |
Mutazione dell’EGFR positiva | 259 | (70.2% vs 44.5%) p<0.0001 | (75.6% vs 53.9%) p=0.0003 |
Mutazione dell’EGFR negativa | 169 | (14.6% vs 36.3%) p=0.0021 | (20.2% vs 47.5%) p=0.0002 |
I risultati di esito indice dello studio supportavano i risultati di qualità di vita misurata con le scale FACT-L e LCS
a I valori presentati sono per gefitinib verso carboplatino/paclitaxel.
N Numero di pazienti valutabili per le analisi sulla qualità di vita
QoL Quality of life (Qualità di vita)
10
FACT-L Functional assessment of cancer therapy-lung
LCS Lung cancer subscale
Nello studio IPASS, il gefitinib si è dimostrato superiore in termini di PFS, ORR, QoL e attenuazione dei sintomi, senza alcuna differenza significativa nella sopravvivenza globale rispetto al carboplatino/paclitaxel in pazienti precedentemente non trattati, con NSCLC localmente avanzato o metastatico, con mutazione attivante dell’EGFR-tirosin chinasi.
Pazienti pretrattati
Lo studio randomizzato di fase III INTEREST è stato condotto nei pazienti con NSCLC localmente avanzato o metastatico, precedentemente trattati con chemioterapia a base di platino. Nella popolazione totale non è stata osservata alcuna differenza statisticamente significativa tra gefitinib e docetaxel (75 mg/m2 ) nella sopravvivenza globale, sopravvivenza libera da progressione e tasso di risposte obiettive (vedere Tabella 5).
Tabella 5 Risultati di efficacia per gefitinib verso docetaxel nello studio INTEREST
Popolazione | N | Tasso di risposte obiettive e IC al 95% per differenza tra i trattamenti a | Sopravvivenza libera da progressionea,b | Endpoint primario per sopravvivenza globalea,b |
Totale | 1466 | 9.1% vs 7.6% [-1.5%, 4.5%] | HR 1.04 [0.93,1.18] 2.2 m vs 2.7 m p=0.4658 | HR 1.020 [0.905, 1.150]c 7.6 m vs 8.0 m p=0.7332 |
Mutazione dell’EGFR positiva | 44 | 42.1% vs 21.1% [-8.2%, 46.0%] | HR 0.16 [0.05, 0.49] 7.0 m vs 4.1 m p=0.0012 | HR 0.83 [0.41, 1.67] 14.2 m vs 16.6 m p=0.6043 |
Mutazione dell’EGFR negativa | 253 | 6.6% vs 9.8% [-10.5%, 4.4%] | HR 1.24 [0.94,1.64] 1.7 m vs 2.6 m p=0.1353 | HR 1.02 [0.78, 1.33] 6.4 m vs 6.0 m p=0.9131 |
Asiaticic | 323 | 19.7% vs 8.7% [3.1%, 19.2%] | HR 0.83 [0.64,1.08] 2.9 m vs 2.8 m p=0.1746 | HR 1.04 [0.80, 1.35] 10.4 m vs 12.2 m p=0.7711 |
Non-Asiatici | 1143 | 6.2% vs 7.3% [-4.3%, 2.0%] | HR 1.12 [0.98, 1.28] 2.0 m vs 2.7 m p=0.1041 | HR 1.01 [0.89, 1.14] 6.9 m vs 6.9 m p=0.9259 |
a I valori presentati sono per gefitinib verso docetaxel
b “m” corrisponde alle mediane in mesi. I numeri tra le parentesi quadre sono l’intervallo di confidenza al
96% per l’HR della sopravvivenza globale nella popolazione totale, mentre i restanti valori rappresentano l’intervallo di confidenza al 95% per l’HR.
c L’intervallo di confidenza si colloca interamente al di sotto del margine di non inferiorità di 1,154
N Numero di pazienti randomizzati
HR Hazard ratio (hazard ratios <1 a favore di gefitinib)
11
Lo studio randomizzato di fase III ISEL è stato condotto in pazienti con NSCLC avanzato che avevano ricevuto precedentemente uno o due trattamenti chemioterapici e che erano refrattari o intolleranti al trattamento più recente. Gefitinib associato alla migliore terapia di supporto è stato confrontato con placebo associato alla miglior terapia di supporto. Il gefitinib non ha prolungato la sopravvivenza nella popolazione globale. I risultati di sopravvivenza sono risultati essere diversi in base allo status di fumatore e all’etnia (vedere Tabella 6).
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Tabella 6 Risultati di efficacia per gefitinib verso placebo nello studio ISEL
Popolazione | N | Tasso di risposte obiettive e IC al 95% per differenza tra i trattamenti a | Tempo al fallimento del trattamentoa,b | Endpoint primario sopravvivenza globale a,b,c |
Totale | 1692 | 8.0% vs 1.3% [4.7%, 8.8%] | HR 0.82 [0.73, 0.92] 3.0 m vs 2.6 m p=0.0006 | HR 0.89 [0.77,1.02] 5.6 m vs 5.1 m p=0.0871 |
Mutazione dell’EGFR positiva | 26 | 37.5% vs 0% [-15.1%, 61.4%] | HR 0.79 [0.20, 3.12] 10.8 m vs 3.8 m p=0.7382 | HR NC NR vs 4.3 m |
Mutazione dell’EGFR negativa | 189 | 2.6% vs 0% [-5.6%, 7.3%] | HR 1.10 [0.78, 1.56] 2.0 m vs 2.6 m p=0.5771 | HR 1.16 [0.79, 1.72] 3.7 m vs 5.9 m p=0.4449 |
Non fumatori | 375 | 18.1% vs 0% [12.3%, 24.0%] | HR 0.55 [0.42, 0.72] 5.6 m vs 2.8 m p<0.0001 | HR 0.67 [0.49, 0.92] 8.9 m vs 6.1 m p=0.0124 |
Fumatori | 1317 | 5.3% vs 1.6% [1.4%, 5.7%] | HR 0.89 [0.78, 1.01] 2.7 m vs 2.6 m p=0.0707 | HR 0.92 [0.79, 1.06] 5.0 m vs 4.9 m p=0.2420 |
Asiaticid | 342 | 12.4% vs 2.1% [4.0%, 15.8%] | HR 0.69 [0.52, 0.91] 4.4 m vs 2.2 m p=0.0084 | HR 0.66 [0.48, 0.91] 9.5 m vs 5.5 m p=0.0100 |
Non-Asiatici | 1350 | 6.8% vs 1.0% [3.5%, 7.9%] | HR 0.86 [0.76, 0.98] 2.9 m vs 2.7 m p=0.0197 | HR 0.92 [0.80, 1.07] 5.2 m vs 5.1 m p=0.2942 |
a I valori presentati sono per gefitinib verso placebo
b “m” corrisponde alle mediane in mesi. I numeri tra le parentesi quadre sono l’intervallo di confidenza al 95% per HR.
c Test log-rank stratificato per la popolazione totale; altrimenti modello dei rischi proporzionali di cox
d L’etnia Asiatica esclude i pazienti di origine Indiana e si riferisce all’origine razziale di un gruppo di pazienti e non necessariamente al loro luogo di nascita
N Numero di pazienti randomizzati
NC Non calcolato per l’HR della sopravvivenza globale poiché il numero di eventi è troppo piccolo
NR. Non raggiunto
HR Hazard ratio (hazard ratios <1 a favore di gefitinib)
Lo studio IFUM era uno studio a singolo braccio, multicentrico condotto in pazienti Caucasici (n=106) con NSCLC positivo alla mutazione attivante e sensibilizzante dell’EGFR per confermare che l’attività di gefitinib è simile in popolazioni Caucasiche e Asiatiche. L’ORR secondo la valutazione degli sperimentatori è stato del 70% e il valore mediano della PFS è stato di 9,7 mesi. Questi dati sono simili a quelli riportati nello studio IPASS.
Stato mutazionale dell’EGFR e caratteristiche cliniche
Le caratteristiche cliniche non fumatore, istologia di adenocarcinoma, e sesso femminile sono state osservate essere predittori indipendenti dello stato di mutazione dell’EGFR positiva in un’analisi multivariata di 786 pazienti caucasici dagli studi con gefitinib* (vedere Tabella 7). Anche i pazienti asiatici hanno un’incidenza più alta di tumori con mutazione positiva dell’EGFR.
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Tabella 7 Riassunto delle analisi multivariate di regressione logistica per identificare i fattori indipendentemente predittivi della presenza della mutazione EGFR in 786 pazienti caucasici*
Fattori predittivi della presenza della mutazione dell’EGFR | Valore di p | Odds della mutazione dell’EGFR | Valore predittivo positivo (il 9,5% della popolazione globale è positivo alla mutazione dell’EGFR (M+)) |
Stato di fumatore | <0.0001 | 6,5 volte più alto nei non fumatori rispetto ai fumatori | 28/70 (40%) dei non fumatori sono M+ 47/716 (7%) dei fumatori sono M+ |
Istologia | <0.0001 | 4,4 volte più alto nell’adenocarcinoma che nel non-adenocarcinoma | 63/396 (16%) dei pazienti con istologia di adenocarcinoma sono M+ 12/390 (3%) dei pazienti con istologia di non-adenocarcinoma sono M+ |
Sesso di appartenenza | 0.0397 | 1,7 volte più alto nelle femmine che nei maschi | 40/235 (17%) delle femmine sono M+ 35/551 (6%) dei maschi sono M+ |
*dai seguenti studi: INTEREST, ISEL, INTACT 1&2, IDEAL 1&2, INVITE
5.2
Assorbimento
Dopo somministrazione orale di gefitinib, l’assorbimento è moderatamente lento e il picco di concentrazione plasmatica di gefitinib si ottiene tipicamente da 3 a 7 ore dopo la somministrazione. La biodisponibilità assoluta media è del 59% nei pazienti affetti da tumore. L’esposizione a gefitinib non risulta alterata in modo significativo dal cibo. In una sperimentazione in volontari sani, in cui il pH gastrico è stato mantenuto sopra a 5, l’esposizione a gefitinib è risultata ridotta del 47%, probabilmente a causa di una insufficiente solubilità del gefitinib nello stomaco (vedere paragrafi 4.4 e 4.5).
Distribuzione
Gefitinib ha un valore medio di distribuzione allo stato stazionario di 1.400 L che indica un’estesa distribuzione nei tessuti. Il legame con le proteine plasmatiche è di circa il 90%. Gefitinib si lega all’albumina sierica e all’alfa-1 glicoproteina acida.
I dati in vitro indicano che gefitinib è un substrato per la proteina di trasporto della membrana P-gp.
Biotrasformazione
I dati in vitro indicano che il CYP3A4 e CYP2D6 sono i principali isoenzimi del P450 coinvolti nel metabolismo ossidativo di gefitinib.
Studi in vitro hanno mostrato che gefitinib ha un limitato potenziale di inibizione del CYP2D6. Gefitinib non mostra effetti di induzione enzimatica negli studi su animali né inibizione significativa (in vitro) di qualunque altro enzima del citocromo P450.
Gefitinib è metabolizzato estensivamente nell’uomo. Sono stati completamente identificati cinque metaboliti nelle escrezioni e 8 metaboliti nel plasma. Il principale metabolita identificato è l’O-desmetil-gefitinib, che è 14 volte meno potente del gefitinib nell’inibire la crescita cellulare stimolata dall’EGFR e non ha effetti inibitori sulla crescita tumorale nei topi. Si ritiene pertanto improbabile che contribuisca all’attività clinica di gefitinib.
È stato dimostrato in vitro che la formazione di O-desmetil-gefitinib avviene via CYP2D6. Il ruolo del CYP2D6 nella clearance metabolica di gefitinib è stato valutato in uno studio clinico in volontari sani genotipizzati per lo stato di CYP2D6. Nei metabolizzatori lenti non sono stati prodotti livelli misurabili di O-desmetil gefitinib. I livelli di esposizione a gefitinib, raggiunti sia nel gruppo dei metabolizzatori rapidi sia in quello dei lenti, sono stati ampi e sovrapponibili, ma l’esposizione media
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a gefitinib è stata 2 volte maggiore nel gruppo dei metabolizzatori lenti. Le esposizioni medie più elevate che potrebbero essere raggiunte da individui con CYP2D6 inattivo potrebbero essere clinicamente rilevanti, in quanto gli effetti avversi sono correlati alla dose e all’esposizione.
Eliminazione
Gefitinib è escreto principalmente come metabolita per via fecale, con l’eliminazione renale di gefitinib e metaboliti che riguarda meno del 4% della dose somministrata.
La clearance plasmatica totale di gefitinib è di circa 500 ml/min e l’emivita terminale media è di 41 ore nei pazienti affetti da tumore. La somministrazione di gefitinib una volta al giorno risulta in un accumulo da 2 a 8 volte con esposizioni allo stato stazionario raggiunte dopo 7–10 dosi. Allo stato stazionario, le concentrazioni di plasma circolanti sono tipicamente mantenute entro un intervallo da 2 a 3 volte superiore a quelle dell’intervallo posologico di 24 ore.
Popolazioni speciali
Nelle analisi di dati farmacocinetici di popolazione in pazienti affetti da tumore non sono state identificate correlazioni tra il valore minimo previsto di concentrazione allo stato stazionario e l’età, il peso corporeo, il sesso, l’etnia o la clearance della creatinina del paziente (oltre 20 ml/min).
Compromissione epatica
In uno studio di fase I in aperto che prevedeva la somministrazione di una dose singola di 250 mg di gefitinib in pazienti con compromissione epatica lieve, moderata o grave dovuta a cirrosi (secondo la classificazione di Child-Pugh), si è manifestato un aumento dell’esposizione in tutti i gruppi rispetto al gruppo di controllo dei sani. È stato osservato un incremento medio di 3,1 volte dell’esposizione a gefitinib nei pazienti con compromissione epatica moderata e grave. Nessuno dei pazienti era affetto da tumore, tutti erano affetti da cirrosi ed alcuni da epatite. Questo aumento nell’esposizione può essere di rilevanza clinica, in quanto gli effetti indesiderati sono correlati alla dose e all’esposizione a gefitinib.
Gefitinib è stato valutato in una sperimentazione clinica condotta in 41 pazienti con tumori solidi e funzionalità epatica normale o compromissione epatica moderata o grave (classificata in base ai valori basali dei gradi del Common Toxicity Criteria per AST, fosfatasi alcalina e bilirubina) dovuta a metastasi epatiche. È stato dimostrato che dopo una somministrazione giornaliera di 250 mg di gefitinib, il tempo per raggiungere lo stato stazionario, la clearance plasmatica totale (CmaxSS) e l’esposizione allo stato stazionario (AUC24SS) sono risultati simili per i gruppi con funzione epatica normale e moderatamente compromessa. I dati relativi a 4 pazienti con disfunzione epatica grave dovuta a metastasi epatiche hanno suggerito che le esposizioni allo stato stazionario anche in questi pazienti sono simili a quelle nei pazienti con normale funzionalità epatica.
5.3
Le reazioni avverse non osservate negli studi clinici, ma riscontrate in animali esposti a livelli analoghi a quelli dell’esposizione clinica e con possibile rilevanza clinica, sono state le seguenti:
– Atrofia dell’epitelio corneale e translucenza corneale
– Necrosi renale papillare
– Necrosi epatocellulare e infiltrazione sinusoidale di macrofagi eosinofili
I dati degli studi non-clinici (in vitro ) indicano che gefitinib potrebbe inibire il processo di ripolarizzazione del potenziale d’azione cardiaco (ad es. Intervallo QT). L’esperienza clinica non ha mostrato un’associazione causale fra prolungamento dell’intervallo QT e gefitinib.
Una riduzione della fertilità femminile è stata osservata nel ratto alla dose di 20 mg/kg/die.
Gli studi pubblicati hanno mostrato che topi geneticamente modificati, privi dell’espressione di EGFR, mostrano difetti di sviluppo, correlati all’immaturità dell’epitelio in una varietà di organi compresa la pelle, il tratto gastrointestinale ed il polmone. Quando gefitinib era somministrato ai ratti durante
15
l’organogenesi, non vi erano effetti sullo sviluppo embriofetale alla dose più alta (30 mg/kg/die). Tuttavia, nel coniglio sono state osservate riduzioni di peso fetale a 20 mg/kg/die e oltre. In ambedue le specie non vi erano malformazioni indotte dal medicinale. Quando somministrato ai ratti durante la gestazione ed il parto, vi era una riduzione della sopravvivenza dei cuccioli alla dose di 20 mg/kg/die.
A seguito di somministrazione orale di gefitinib marcato con C-14 a ratti in allattamento 14 giorni dopo il parto, le concentrazioni di radioattività nel latte erano 11–19 volte più alte che nel sangue.
Gefitinib non ha mostrato potenziale genotossico.
Uno studio di carcinogenesi della durata di due anni nei ratti, solo alla dose più elevata (10 mg/kg/die), ha mostrato un aumento piccolo, ma statisticamente significativo, dell’incidenza di adenomi epatocellulari sia nei ratti maschi sia nei ratti femmina ed emangiosarcomi dei linfonodi mesenterici nei ratti femmina. Gli adenomi epatocellulari sono stati rilevati anche in uno studio di carcinogenesi a 2 anni nei topi, che ha dimostrato un piccolo aumento dell’incidenza di questo effetto nei topi maschi a metà dose, e sia nei topi maschi che femmine alla dose più alta. t Gli effetti hanno raggiunto significatività statistica nei topi femmina, ma non nei maschi. Ai livelli senza effetto, sia nei topi che nei ratti non c’era nessun margine nell’esposizione clinica. La valenza clinica di questi risultati non è nota.
I risultati di uno studio di fototossicità in vitro hanno dimostrato che gefitinib può essere potenzialmente fototossico.
6 informazioni farmaceutiche
6.1
Nucleo della compressa
Lattosio monoidrato
Cellulosa microcristallina
Croscarmellosa sodica
Sodio laurilsolfato
Povidone
Magnesio stearato
Rivestimento della compressa
Opadry II Marrone 85F165081:
(Alcole) poli(vinilico)
Macrogol 3350
Talco
Ossido di ferro giallo
Ossido di ferro rosso
Titanio diossido
6.2
Non pertinente.
6.3
27 mesi
6.4
Il medicinale non richiede alcuna condizione particolare di conservazione.
16
6.5
Blister in OPA/Alu/PVC/Alu.
Confezioni da 30 compresse rivestite con film in blister o da 30×1 compresse rivestite con film in blister perforati monodose.
È possibile che non tutte le confezioni siano commercializzate.
6.6
Il medicinale non utilizzato e i rifiuti derivati da tale medicinale devono essere smaltiti in conformità alla normativa locale vigente.
7. titolare dell’autorizzazione all’immissione in commercio
Teva BV
Swensweg 5
2031 GA Haarlem
Paesi Bassi
8. NUMERO/I DELL’ AUTORIZZAZIONE ALL’IMMISSIONE IN COMMERCIO
046031011 – “250 mg compresse rivestite con film” 30 compresse in blister OPA/AL/PVC/AL
046031023 – “250 mg compresse rivestite con film” 30 compresse in blister OPA/AL/PVC/AL divisibile per dose unitaria
9. data della prima autorizzazione/rinnovo dell’autorizzazione
Data di prima autorizzazione: