Il principio attivo in esame è l'influenza, inattivato, virus intero. Questo componente è ampiamente utilizzato nella formulazione di vaccini antinfluenzali, che hanno lo scopo di prevenire l'insorgenza dell'influenza e ridurre la gravità dei sintomi nel caso di infezione.
L'influenza è una malattia infettiva causata da virus appartenenti alla famiglia degli Orthomyxoviridae. Essa colpisce principalmente il sistema respiratorio e si manifesta con sintomi quali febbre, tosse, mal di gola, raffreddore e dolori muscolari. In Italia, secondo i dati dell'Istituto Superiore di Sanità (ISS), l'influenza colpisce ogni anno tra il 9% e il 15% della popolazione.
Il vaccino antinfluenzale contiene virus dell'influenza inattivati o frammenti virali che non sono più in grado di replicarsi e causare la malattia. L'obiettivo del vaccino è stimolare il sistema immunitario a produrre anticorpi specifici contro i ceppi virali contenuti nel vaccino stesso. In questo modo, nel caso di esposizione al virus naturale, il sistema immunitario sarà già pronto a combatterlo efficacemente.
Il principio attivo "influenza, inattivato, virus intero" fa riferimento alla presenza nel vaccino del virus dell'influenza completo ma reso innocuo attraverso un processo di inattivazione chimica o fisica. Tale processo mantiene intatte le caratteristiche antigeniche del virus (cioè quelle parti del virus che vengono riconosciute dal sistema immunitario), permettendo così al vaccino di essere efficace nella prevenzione dell'infezione.
Il vaccino antinfluenzale è raccomandato per diverse fasce della popolazione, in particolare per gli individui a maggior rischio di complicanze in caso di infezione da influenza. Tra questi vi sono gli anziani, i bambini, le donne in gravidanza e le persone affette da malattie croniche come diabete, asma o insufficienza cardiaca. In Italia, la copertura vaccinale tra gli anziani supera il 50%, mentre tra i soggetti a rischio si aggira intorno al 30%.
La somministrazione del vaccino avviene tramite iniezione intramuscolare o sottocutanea e deve essere ripetuta ogni anno a causa della continua evoluzione dei ceppi virali circolanti. Infatti, l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) monitora costantemente la diffusione dei diversi ceppi dell'influenza e aggiorna annualmente la composizione del vaccino sulla base delle previsioni relative ai ceppi più probabili per la stagione successiva.
L'efficacia del vaccino antinfluenzale varia a seconda dell'età e dello stato di salute del soggetto che lo riceve, nonché dalla corrispondenza tra i ceppi contenuti nel vaccino e quelli effettivamente circolanti durante la stagione influenzale. Tuttavia, studi condotti in Italia dimostrano che il vaccino riduce significativamente il rischio di ospedalizzazione e mortalità per complicanze influenzali, soprattutto tra gli anziani e i soggetti a rischio.
In generale, il vaccino antinfluenzale è ben tollerato e gli effetti collaterali sono rari e di lieve entità. Tra questi vi sono dolore e gonfiore nel sito di iniezione, febbre, malessere e dolori muscolari. In casi molto rari possono verificarsi reazioni allergiche gravi.
In conclusione, il principio attivo "influenza, inattivato, virus intero" è un componente fondamentale dei vaccini antinfluenzali utilizzati per prevenire l'insorgenza dell'influenza e ridurre la gravità dei sintomi in caso di infezione. La somministrazione del vaccino è particolarmente raccomandata per le fasce della popolazione a maggior rischio di complicanze influenzali.