La fenitoina è un principio attivo appartenente alla classe dei farmaci antiepilettici, utilizzato principalmente per il trattamento e la prevenzione delle crisi epilettiche. Scoperta nel 1938, la fenitoina ha rivoluzionato il campo della terapia antiepilettica grazie alla sua efficacia e al suo ampio spettro d'azione.
La fenitoina agisce stabilizzando le membrane neuronali e riducendo l'eccitabilità delle cellule nervose. In particolare, essa inibisce i canali del sodio voltaggio-dipendenti, limitando così la propagazione degli impulsi nervosi anomali che causano le crisi epilettiche.
In Italia, la fenitoina è disponibile in diverse formulazioni farmaceutiche, tra cui compresse masticabili, capsule a rilascio prolungato e soluzioni iniettabili. La dose di fenitoina viene calcolata individualmente per ogni paziente sulla base del peso corporeo e della gravità dell'epilessia. Generalmente, si inizia con una dose bassa che viene poi aumentata gradualmente fino a raggiungere un livello terapeutico ottimale.
La somministrazione di fenitoina può essere associata a diversi effetti collaterali. Tra i più comuni si annoverano vertigini, sonnolenza, atassia (difficoltà nella coordinazione dei movimenti), nistagmo (movimenti involontari degli occhi) e disturbi gastrointestinali come nausea e vomito. Alcuni pazienti possono anche manifestare reazioni allergiche cutanee o ipersensibilità al farmaco.
La fenitoina presenta numerose interazioni farmacologiche con altri medicinali, pertanto è importante che il medico curante sia informato di tutti i farmaci assunti dal paziente. Ad esempio, la fenitoina può ridurre l'efficacia dei contraccettivi orali e aumentare il rischio di gravidanza indesiderata. Allo stesso modo, l'assunzione concomitante di alcuni antibiotici, antifungini e antivirali può alterare i livelli sierici della fenitoina e richiedere un aggiustamento della dose.
Nonostante la sua efficacia nel controllo delle crisi epilettiche, la fenitoina presenta alcune limitazioni legate al suo profilo farmacocinetico. Il farmaco ha una stretta finestra terapeutica, ovvero un intervallo ristretto tra le concentrazioni plasmatiche efficaci e quelle tossiche. Pertanto, è necessario monitorare attentamente i livelli ematici della fenitoina per evitare sovradosaggio o sottodosaggio.
Inoltre, la fenitoina è soggetta a un metabolismo epatico altamente variabile tra gli individui a causa delle differenze genetiche nei sistemi enzimatici coinvolti nella sua biotrasformazione. Questo comporta una variabilità nella risposta al trattamento e nel rischio di effetti collaterali tra i pazienti.
Nel corso degli anni sono stati sviluppati nuovi antiepilettici con profili di sicurezza e tollerabilità migliorati rispetto alla fenitoina. Tuttavia, il farmaco continua a essere utilizzato come terapia di prima linea per alcune forme di epilessia, in particolare la sindrome di Lennox-Gastaut e le crisi parziali complesse. Inoltre, la fenitoina è impiegata nel trattamento dell'epilessia farmacoresistente e come terapia aggiuntiva in pazienti non responsivi ad altri antiepilettici.
In conclusione, la fenitoina rappresenta un farmaco antiepilettico storico che ha contribuito significativamente al miglioramento della qualità della vita dei pazienti affetti da epilessia. Nonostante le sue limitazioni e l'emergere di nuove molecole più sicure e tollerabili, la fenitoina rimane una componente importante del panorama terapeutico per il trattamento delle crisi epilettiche.