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Farmaci contenenti principio attivo Eravaciclina ()

L'eravaciclina è un principio attivo appartenente alla classe degli antibiotici chiamati tetracicline. Questo farmaco è stato sviluppato per combattere le infezioni batteriche resistenti agli antibiotici tradizionali. In Italia, l'eravaciclina è disponibile sotto forma di polvere per soluzione iniettabile e viene utilizzata principalmente nel trattamento delle infezioni intra-addominali complicate (cIAI).

L'eravaciclina agisce inibendo la sintesi proteica dei batteri, bloccando così la loro crescita e moltiplicazione. Rispetto ad altre tetracicline, l'eravaciclina presenta una maggiore attività contro i batteri Gram-negativi resistenti, come Escherichia coli e Klebsiella pneumoniae, che sono tra i principali responsabili delle infezioni intra-addominali.

Le statistiche italiane relative all'uso dell'eravaciclina non sono facilmente reperibili, tuttavia si può affermare che questo farmaco rappresenta una valida opzione terapeutica per i pazienti affetti da cIAI causate da ceppi batterici resistenti agli antibiotici comunemente impiegati.

Il trattamento con eravaciclina prevede l'infusione endovenosa della soluzione ricostituita ogni 12 ore. La durata del trattamento varia a seconda della gravità dell'infezione e della risposta clinica del paziente; generalmente si consiglia un periodo di terapia compreso tra 4 e 14 giorni.

L'eravaciclina è generalmente ben tollerata dai pazienti. Tuttavia, come per tutti gli antibiotici, possono verificarsi effetti collaterali. I più comuni sono nausea, vomito e diarrea. In alcuni casi, si possono manifestare reazioni allergiche cutanee o alterazioni della funzionalità epatica. È importante che il paziente segnali al medico eventuali sintomi sospetti durante il trattamento con eravaciclina.

La somministrazione di eravaciclina è controindicata in caso di ipersensibilità nota al principio attivo o ad altre tetracicline. Inoltre, l'eravaciclina non deve essere utilizzata in gravidanza e durante l'allattamento a causa del potenziale rischio di effetti negativi sullo sviluppo del feto e del neonato.

Prima di iniziare il trattamento con eravaciclina, è fondamentale che il medico valuti attentamente la storia clinica del paziente e le eventuali interazioni farmacologiche con altri medicinali assunti contemporaneamente. Ad esempio, l'eravaciclina può interagire con anticoagulanti orali come il warfarin, aumentandone l'effetto anticoagulante e il rischio di emorragie.

In Italia, la resistenza agli antibiotici è un problema crescente che riguarda sia gli ospedali che le comunità. Secondo i dati dell'Istituto Superiore di Sanità (ISS), nel 2019 circa il 30% dei batteri isolati nelle infezioni intra-addominali era resistente agli antibiotici comunemente impiegati nel trattamento delle cIAI.

L'introduzione dell'eravaciclina nel panorama terapeutico italiano rappresenta un passo avanti nella lotta contro le infezioni batteriche resistenti agli antibiotici. Tuttavia, è fondamentale continuare a promuovere l'uso appropriato degli antibiotici e adottare misure di prevenzione delle infezioni per contrastare la diffusione della resistenza batterica.

In conclusione, l'eravaciclina è un farmaco innovativo che offre una nuova opzione terapeutica per il trattamento delle infezioni intra-addominali complicate causate da ceppi batterici resistenti agli antibiotici tradizionali. La sua efficacia e sicurezza sono state dimostrate in studi clinici e la sua disponibilità in Italia contribuisce ad ampliare le possibilità di trattamento per i pazienti affetti da queste gravi infezioni.

Farmaci contenenti principio attivo Eravaciclina ()