Riassunto delle caratteristiche del prodotto - ERVEBO
1. denominazione del medicinale
Ervebo soluzione iniettabile
Vaccino contro il virus Ebola Zaire (rVSV∆G-ZEBOV-GP, vivo)
2. composizione qualitativa e quantitativa
Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo
3. forma farmaceutica
Soluzione iniettabile
La soluzione è un liquido da incolore a leggermente brunastro-giallo.
4. informazioni cliniche
4.1 indicazioni terapeutiche
Ervebo è indicato per l’immunizzazione attiva di individui di età pari o superiore a 18 anni per la protezione contro la malattia da virus Ebola (Ebola Virus Disease , EVD) causata dal virus Ebola Zaire (vedere paragrafi 4.2, 4.4 e 5.1).
Ervebo deve essere impiegato in accordo alle raccomandazioni ufficiali.
4.2 posologia e modo di somministrazione
4.2 posologia e modo di somministrazioneErvebo deve essere somministrato da un operatore sanitario formato.
Posologia
Individui di età pari o superiore a 18 anni: una dose (1 mL) (vedere paragrafo 5.1).
La necessità di una dose di richiamo non è stata stabilita.
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Popolazione pediatrica
La sicurezza, l’immunogenicità e l’efficacia di Ervebo nei bambini di età compresa tra 1 e 17 anni non sono state ancora stabilite (vedere paragrafi 4.8 e 5.1).
Modo di somministrazione
Per le precauzioni che devono essere prese prima della somministrazione del vaccino, vedere paragrafo 4.4.
Per le precauzioni relative a scongelamento, manipolazione e smaltimento del vaccino, vedere praragrafo 6.6.
Ervebo deve essere somministrato per via intramuscolare (i.m.). Il sito preferito è la regione deltoidea del braccio non dominante o l’area anterolaterale superiore della coscia. Non iniettare il vaccino per via intravascolare. Non sono disponibili dati relativi alla somministrazione per via sottocutanea o intradermica.
Coprire il sito di iniezione del vaccino o qualsiasi vescicola con un bendaggio adeguato (ad es., qualsiasi bendaggio adesivo o garza e nastro adesivo) che fornisce una barriera fisica di protezione contro un contatto diretto (vedere paragrafi 4.4 e 5.3). Il bendaggio può essere rimosso in assenza di perdite visibili di fluido.
4.3 controindicazioni
4.3 controindicazioniIpersensibilità ai principi attivi o ad uno qualsiasi degli eccipienti elencati al paragrafo 6.1 o alla proteina del riso elencata al paragrafo 2.
4.4
4.4Tracciabilità
Al fine di migliorare la tracciabilità dei medicinali biologici, il nome e il numero di lotto del medicinale somministrato devono essere chiaramente registrati.
Ipersensibilità
Dopo la vaccinazione, si raccomanda un attento monitoraggio dei primi segni di reazioni anafilattiche o anafilattoidi. Come per tutti i vaccini iniettabili, un trattamento medico e una supervisione adeguati devono sempre essere prontamente disponibili in caso di un evento anafilattico a seguito della somministrazione del vaccino.
Durata della protezione
La vaccinazione con Ervebo può non assicurare la protezione di tutti i soggetti vaccinati. L’efficacia del vaccino è stata stabilita nel periodo da ≥ 10 a ≤ 31 giorni dopo la vaccinazione, tuttavia, la durata della protezione non è nota (vedere paragrafo 5.1). Pertanto, l’uso di altre misure di controllo dell’Ebola non deve essere interrotto.
La vaccinazione dei contatti dei casi di Ebola deve avvenire il prima possibile (vedere paragrafo 5.1).
Precauzioni standard nella cura di pazienti con malattia da Ebola nota o sospetta
La vaccinazione con Ervebo non elimina la necessità di precauzioni standard nella cura di pazienti con malattia da Ebola nota o sospetta. Tutti gli operatori sanitari e gli altri operatori ausiliari che sono
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stati vaccinati non devono modificare le loro pratiche riguardo le norme di sicurezza durante l’i niezione, l’ igiene e i dispositivi di protezione individuale (DPI) dopo la vaccinazione.Gli operatori sanitari che forniscono assistenza a pazienti con virus Ebola, sospetto o confermato, devono applicare ulteriori misure di controllo delle infezioni per prevenire il contatto con il sangue e i fluidi corporei del paziente e con superfici o materiali contaminati come indumenti e biancheria da letto. I campioni prelevati da esseri umani e animali, per le indagini sull’infezione da Ebola, devono essere manipolati da personale formato ed esaminati in laboratori adeguatamente attrezzati.
I vaccinatori devono informare i soggetti vaccinati di continuare a proteggersi con misure adeguate.
Individui immunocompromessi
La sicurezza e l’efficacia di Ervebo non sono state valutate negli individui immunocompromessi. Gli individui immunocompromessi possono non rispondere ad Ervebo come gli individui immunocompetenti. Come misura precauzionale, è preferibile evitare l’uso di Ervebo in individui con condizioni note di immunocompromissione o in terapia immunosoppressiva, comprese le condizioni indicate di seguito:
Immunodeficienza umorale o cellulare severa (primaria o acquisita), ad es., immunodeficienza
combinata severa, agammaglobulinemia e AIDS o infezione da HIV sintomatica. Non è stata stabilita una soglia per la conta dei linfociti T CD4+ da usare negli individui HIV-positivi asintomatici.
Terapia in corso con immunosoppressori, tra cui corticosteroidi ad alte dosi. Non sono inclusi gli individui in trattamento con corticosteroidi topici, per via inalatoria o per via parenterale a bassa dose (ad es., per la profilassi dell’asma o per la terapia sostitutiva).
Malattie del sangue quali leucemia, linfomi di qualsiasi tipo o altre neoplasie maligne che interessano i sistemi ematopoietico e linfatico.
Anamnesi familiare di immunodeficienza congenita o ereditaria, a meno che non sia dimostrata l’immunocompetenza del potenziale destinatario del vaccino.
Donne in gravidanza e allattamento
paragrafo 4.6.
Trasmissione
Il virus vaccinico può essere presente nei fluidi biologici come sangue, urina, saliva, liquido seminale, fluidi vaginali, umor acqueo, latte materno, feci, sudore, liquido amniotico e placenta. È stato rilevato RNA del virus vaccinico mediante PCR nel plasma della maggior parte dei soggetti adulti. È stato rilevato RNA del virus vaccinico principalmente dal Giorno 1 al Giorno 7. L’eliminazione del virus vaccinico nelle urine o saliva è stata rilevata mediante PCR in 19 su 299 soggetti adulti e nelle vescicole cutanee in 4 su 10 soggetti adulti. È stato rilevato RNA del virus vaccinico in una vescicola cutanea 12 giorni dopo la vaccinazione in un soggetto su quattro.
L’eliminazione virale è stata osservata più frequentemente nei bambini e negli adolescenti (28/39) rispetto agli adulti.
La trasmissione del virus vaccinico per diretto contatto personale viene accettata come possibilità teorica. I soggetti che ricevono il vaccino devono evitare un contatto diretto con individui ad alto rischio e l’esposizione a sangue e fluidi corporei di questi ultimi almeno 6 settimane dopo la vaccinazione. Gli individui ad alto rischio comprendono:
Individui immunocompromessi e individui in terapia immunosoppressiva (vedere paragrafo sopra),
Donne in gravidanza o in allattamento (vedere paragrafo 4.6),
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Bambini di età < 1 anno.
Gli individui che sviluppano una eruzione cutanea vescicolare dopo la vaccinazione devono coprire le vescicole fino a che non siano guarite per minimizzare il rischio di una possibile trasmissione del virus vaccinico attraverso le vescicole aperte. Smaltire i bendaggi contaminati seguendo le linee guida istituzionali o la politica della gestione dei rifiuti sanitari dell’OMS. Vedere paragrafo 5.3.
Teoricamente è anche possibile la trasmissione involontaria del virus vaccinico ad animali e bestiame, vedere di seguito.
Gli individui a cui è stato somministrato Ervebo devono astenersi dalle donazioni di sangue per almeno 6 settimane dopo la vaccinazione.
Trasmissione ad animali e bestiame
La trasmissione del virus vaccinico per contatto diretto con il bestiame viene accettata come possibilità teorica. L’esposizione del bestiame a sangue e fluidi corporei dei soggetti che ricevono il vaccino deve essere evitata per almeno 6 settimane dopo la vaccinazione. Gli individui che sviluppano una eruzione cutanea vescicolare dopo la vaccinazione devono coprire le vescicole fino a che non siano guarite. Smaltire i bendaggi contaminati seguendo le linee guida istituzionali o la politica della gestione dei rifiuti sanitari dell’OMS. Vedere paragrafo 5.3.
Malattia concomitante
La vaccinazione deve essere posticipata in soggetti con malattia febbrile moderata o severa. La presenza di un’infezione minore non deve comportare un rinvio della vaccinazione.
Trombocitopenia e disturbi della coagulazione
Il vaccino deve essere somministrato con cautela negli individui affetti da trombocitopenia o qualsiasi disturbo della coagulazione poiché, in questi individui possono verificarsi sanguinamenti o formazione di lividi, a seguito della somministrazione per via intramuscolare.
Protezione da malattia causata da Filovirus
Il vaccino non previene la malattia causata da Filovirus diversi dal virus Ebola Zaire.
Impatto su test sierologici
Dopo la vaccinazione con Ervebo, gli individui possono risultare positivi agli acidi nucleici della glicoproteina (GP) di Ebola, agli antigeni o agli anticorpi contro la GP di Ebola, che rappresentano i bersagli di alcuni test diagnostici per Ebola. Pertanto, i test diagnostici per Ebola devono essere mirati a sezioni non-GP del virus Ebola.
Sodio
Questo medicinale contiene meno di 1 mmol (23 mg) di sodio per dose ed è considerato essenzialmente “senza sodio”.
4.5 interazioni con altri medicinali ed altre forme d’interazione
Poiché non sono disponibili dati sulla co-somministrazione di Ervebo con altri vaccini, l’uso concomitante di Ervebo con altri vaccini non è raccomandato.
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Non si devono somministrare immunoglobuline (Ig) o trasfusioni di sangue o plasma in concomitanza con Ervebo. La somministrazione di immunoglobuline o trasfusioni di sangue o plasma 3 mesi prima o fino a 1 mese dopo la somministrazione di Ervebo può interferire con la risposta immunitaria attesa.
Non è noto se la somministrazione concomitante di antivirali, compresi gli interferoni, possa avere effetti sulla replicazione e sull’efficacia del virus vaccinico.
4.6 fertilità, gravidanza e allattamento
4.6 fertilità, gravidanza e allattamentoGravidanza
I dati relativi all’uso di Ervebo in donne in gravidanza o donne rimaste in stato di gravidanza dopo la vaccinazione, sono in numero limitato (meno di 300 gravidanze esposte). La sicurezza di Ervebo nelle donne in gravidanza non è stata stabilita.
Poiché vi sono limitazioni ai dati disponibili, compreso il numero limitato di casi, si deve usare cautela nel trarre conclusioni. La mancanza di dati affidabili sui tassi di background della gravidanza e sugli esiti neonatali nelle regioni interessate rende difficile anche una valutazione contestuale dei dati.
Gli studi sugli animali non indicano effetti dannosi diretti o indiretti di tossicità riproduttiva (vedere paragrafo 5.3).
A scopo precauzionale, è preferibile evitare l’uso di Ervebo durante la gravidanza. Tuttavia, considerando la severità dell’EVD, la vaccinazione non deve essere sospesa quando esiste un chiaro rischio di esposizione all’infezione da Ebola.
Si deve evitare la gravidanza per 2 mesi dopo la vaccinazione. Le donne in età fertile devono usare un metodo contraccettivo efficace.
Allattamento
Non è noto se il virus vaccinico sia secreto nel latte materno.
Non è stata condotta la valutazione del virus vaccinico nel latte animale. Quando Ervebo è stato somministrato in femmine di ratto, sono stati rilevati anticorpi contro il virus vaccinico nella prole, probabilmente a causa del trasferimento di anticorpi materni per via placentare durante la gestazione e tramite l’allattamento. Vedere paragrafo 5.3.
Si deve decidere se interrompere l’allattamento o astenersi dal ricevere Ervebo tenendo in considerazione il beneficio dell’allattamento per il bambino e il beneficio della terapia per la donna. In alcune circostanze, dove le alternative dell’allattamento al seno sono limitate, devono essere presi in considerazione la necessità immediata e i benefici per la salute del bambino e bilanciati con il bisogno da parte della madre di ricevere Ervebo. Entrambi possono presentare bisogni impellenti che devono essere considerati prima della vaccinazione della madre.
Fertilità
Non sono disponibili dati sugli effetti della fertilità nell’uomo.
Gli studi sugli animali, condotti su femmine di ratto, non indicano effetti dannosi (vedere paragrafo 5.3).
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4.7 effetti sulla capacità di guidare veicoli e sull’uso di macchinari
Non sono stati condotti studi sugli effetti di Ervebo sulla capacità di guidare veicoli e sull’uso di macchinari.
Ervebo non altera o altera in modo trascurabile la capacità di guidare veicoli e di usare macchinari.
4.8 effetti indesiderati
Le reazioni avverse in sede di iniezione più comuni sono state dolore in sede di iniezione (70,3 %), tumefazione (16,7 %) ed eritema (13,7 %).
Le reazioni avverse sistemiche più comuni riportate dopo la vaccinazione con Ervebo sono state cefalea (36,9 %), piressia (34,3 %), mialgia (32,5 %), stanchezza (18,5 %), artralgia (17,1 %), nausea (8,0 %), brividi (6,3 %), artrite (3,7 %), eruzione cutanea (3,6 %), iperidrosi (3,2 %) e dolore addominale (1,4 %). In generale, queste reazioni sono state riportate entro 7 giorni dopo la vaccinazione e sono state di intensità da lieve a moderata e di breve durata (meno di 1 settimana).
Tabella delle reazioni avverse
Le frequenze sono riportate come:
Molto comune (≥ 1/10), Comune (≥ 1/100, < 1/10), Non comune (≥ 1/1.000, < 1/100), Raro
(≥ 1/10.000, < 1/1.000), Molto raro (< 1/10.000), Non nota (la frequenza non può essere definita sulla base dei dati disponibili). All’interno di ogni gruppo di frequenza, le reazioni avverse sono riportate in ordine di gravità decrescente.
Tabella 1: Sintesi tabellare delle reazioni avverse considerate correlate alla vaccinazione
Classificazione per sistemi e organi secondo MedDRA | Reazioni avverse | Frequenza |
Disturbi del sistema immunitario: | Reazione anafilattica | Molto raro |
Patologie del sistema nervoso: | Cefalea | Molto comune |
Patologie gastrointestinali: | Dolore addominale Nausea | Comune |
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo: | Eruzione cutanea§ | Comune |
Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo: | Artralgia§ Mialgia | Molto comune |
Artrite§ | Comune | |
Patologie generali e condizioni relative alla sede di somministrazione | Piressia Stanchezza Dolore in sede di iniezione Eritema in sede di iniezione Tumefazione in sede di iniezione | Molto comune |
Brividi Iperidrosi (sudorazione) | Comune |
§Vedere “Descrizione di reazioni avverse selezionate”.
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Descrizione di reazioni avverse selezionate
Artralgia e artrite
L’artralgia è stata generalmente riportata nei primi giorni dopo la vaccinazione, è stata di intensità da lieve a moderata e si è risolta entro una settimana dall’insorgenza. L’artrite (artrite, versamento articolare, tumefazione articolare, osteoartrite, monoartrite o poliartrite) è stata generalmente riportata entro le prime settimane dopo la vaccinazione. Negli studi clinici con segnalazioni di artrite, l’insorgenza mediana è stata tra 10 e 12 giorni (range da 0 a 25 giorni). L’artrite è stata riportata dai soggetti negli studi clinici con una frequenza che variava da 0 % in diversi protocolli a 23,5 % in uno studio di Fase I. La maggior parte delle reazioni di artrite sono state di severità da lieve a moderata. La durata mediana dell’artrite negli studi clinici in cui è stata segnalata l’artrite variava da 2 giorni a 81,5 giorni (compresa la durata dell’artrite ricorrente) con un massimo di 330 giorni. Le cause delle differenze nella segnalazione dell’artrite tra gli studi non sono note, ma possono essere dovute alle differenze delle popolazioni di studio o alla segnalazione dei risultati. Nello studio di Fase I con il più alto tasso di artrite, 6 su 24 pazienti (25 %) che hanno riportato artrite dopo la vaccinazione hanno avuto sintomi articolari persistenti due anni dopo la vaccinazione. In un numero ridotto di soggetti, il virus vaccinico è stato trovato in campioni di versamenti articolari, indicativo di un processo post-vaccinazione mediato dal virus.
Eruzione cutanea
Negli studi clinici l’eruzione cutanea è stata caratterizzata da diverse forme che comprendevano eruzione cutanea generalizzata (2,3 %), eruzione cutanea vescicolare (0,5 %), dermatite (0,3 %) o vasculite cutanea (0,01 %). In diversi studi clinici, è stata riportata eruzione cutanea con insorgenza mediana da 7,5 a 10,5 giorni (range da 0 a 47 giorni). La durata mediana riportata è stata tra 6 e 18 giorni. In 6 su 18 soggetti esaminati, il virus vaccinico è stato individuato in eruzioni cutanee (descritte come dermatite, vescicole o lesioni da vasculite cutanea), indicative di un processo postvaccinazione mediato dal virus.
Riduzione transitoria della conta dei globuli bianchi
Negli studi di Fase I/II sono state osservate molto frequentemente riduzioni transitorie della conta di linfociti, neutrofili e globuli bianchi totali nei primi 3 giorni dopo la vaccinazione; questi eventi si sono generalmente risolti dopo la prima settimana dopo la vaccinazione. Non sono stati osservati eventi avversi di infezioni negli studi di Fase I/II.
Popolazione pediatrica
Negli studi di Fase da I a III, 234 bambini e adolescenti di età compresa tra 6 e 17 anni hanno ricevuto una dose di Ervebo.
Il profilo di sicurezza di Ervebo nei bambini e negli adolescenti di età compresa tra 6 e 17 anni era generalmente simile a quello osservato negli adulti.
Segnalazione delle reazioni avverse sospette
La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione riportato nell’allegato V.
4.9 sovradosaggio
Non sono stati segnalati casi di sovradosaggio.
5. proprietà farmacologiche
5.1 proprietà farmacodinamiche
5.1 proprietà farmacodinamicheCategoria farmacoterapeutica: Vaccini, Vaccino Virale, codice ATC: J07BX02
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L’Agenzia europea dei medicinali ha rinviato l’obbligo di presentare i risultati degli studi con Ervebo
5.2 proprietà farmacocinetiche
Non pertinente.
5.3 dati preclinici di sicurezza
I dati preclinici non rilevano rischi particolari per l’uomo sulla base di studi convenzionali di tossicità a dosi ripetute e tossicità della riproduzione e dello sviluppo.
Quando Ervebo è stato somministrato in femmine di ratto, sono stati rilevati anticorpi contro il virus vaccinico nei feti e nella prole, probabilmente a causa del trasferimento trans-placentare durante la gestazione e dell’acquisizione di anticorpi materni durante l’allattamento, rispettivamente (vedere paragrafo 4.6).
Ervebo somministrato a femmine di ratto non ha avuto effetti sulla capacità di accoppiamento, sulla fertilità o sullo sviluppo embrionale/fetale.
Ervebo somministrato a femmine di ratto non ha avuto effetti sullo sviluppo o sul comportamento della prole.
Valutazione del rischio ambientale ( Environmental Risk Assessment , ERA)
Il virus vaccinico è un Organismo Geneticamente Modificato (OGM). È stata condotta una ERA per stabilire l’impatto potenziale di questo vaccino sulla salute umana e sull’ambiente. Poiché questo vaccino si basa sul VSV, un noto agente patogeno del bestiame (ad es., cavalli, bovini, suini), la valutazione del rischio ha compreso specie rilevanti per il VSV wild-type (wt) struttura di questo vaccino.
In uno studio di biodistribuzione condotto sui primati non umani, l’RNA del virus vaccinico è stato rilevato negli organi linfoidi fino a 112 giorni dopo la vaccinazione. Tuttavia, la capacità infettante del virus era rilevata al Giorno 1 e non è stata rilevata la capacità infettante persistente del virus in nessun altro ulteriore timepoint misurato (Giorni 56, 84 e 112).
Sulla base dell’eliminazione virale limitata negli adulti, dei risultati di uno studio di tossicità nei primati non umani e dell’assenza di trasmissione orizzontale nei suini, il rischio complessivo di Ervebo per la salute umana e l’ambiente è considerato trascurabile. Tuttavia, come misura precauzionale, l’esposizione del bestiame a sangue e fluidi corporei dei soggetti vaccinati deve essere evitata per almeno 6 settimane dopo la vaccinazione, per impedire il rischio teorico di diffusione del virus vaccinico. Le persone che sviluppano una eruzione cutanea vescicolare dopo la vaccinazione devono coprire le vescicole fino a quando non siano guarite. Coprire il sito di iniezione del vaccino o qualsiasi vescicola con un bendaggio adeguato (ad es., qualsiasi bendaggio adesivo o garza e nastro
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adesivo) che fornisce una barriera fisica di protezione contro un contatto diretto con il fluido vescicolare (vedere paragrafo 4.2). Il bendaggio può essere rimosso in assenza di perdite visibili di fluido. Al fine di evitare l’esposizione non intenzionale al bestiame, assicurarsi che i rifiuti medici e altri materiali di pulizia non entrino in contatto con il bestiame.
Per ulteriori informazioni, vedere paragrafi 4.4 e 6.6.
6. informazioni farmaceutiche
6.1 elenco degli eccipienti
Albumina sierica umana ricombinante
Tampone trometamolo
Acqua per preparazioni iniettabili
Acido cloridrico (per la regolazione del pH)
Idrossido di sodio (per la regolazione del pH)
6.2 incompatibilità
In assenza di studi di compatibilità, questo medicinale non deve essere miscelato con altri medicinali.
6.3 periodo di validità
3 anni
6.4 precauzioni particolari per la conservazione
Tenere il
6.5 natura e contenuto del contenitore
Soluzione per 1 dose in un flaconcino (vetro di tipo I) con un tappo (clorobutile) e una capsula di plastica rimovibile (flip-off) con sigillo di alluminio.
Confezione da 10 flaconcini.
6.6 precauzioni particolari per lo smaltimento e la manipolazione
6.6 precauzioni particolari per lo smaltimento e la manipolazione Il vaccino viene conservato in congelatore da –80°C a –60°C e deve essere estratto dal congelatore e scongelato in meno di 4 ore fino a che non sarà più presente ghiaccio visibile. Non scongelare il flaconcino in frigorifero, poiché non è garantito che il flaconcino si scongelerà in meno di 4 ore. Il flaconcino scongelato deve essere delicatamente rovesciato più volte prima di prelevarne il contenuto con la siringa. Il vaccino deve apparire come un liquido da incolore a leggermente brunastro-giallo, privo di particelle visibili. Eliminare il vaccino se presenta particelle.
Prelevare l’intero contenuto di vaccino dal flaconcino utilizzando ago e siringa sterili.
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Se possibile, i rifiuti liquidi dei lavaggi oculari devono essere raccolti e decontaminati prima di essere gettati nello scarico.
Il vaccino non utilizzato e i rifiuti derivati da tale vaccino devono essere smaltiti in conformità alle linee guida istituzionali per gli organismi geneticamente modificati o i rifiuti a rischio biologico, come appropriato.
In caso di rottura/versamento del vaccino, è stato dimostrato che disinfettanti quali aldeidi, alcoli e detergenti riducono il potenziale di infezione virale solo dopo alcuni minuti.
7.
Merck Sharp & Dohme B.V.
Waarderweg 39
2031 BN Haarlem
Paesi Bassi
8.
EU/1/19/1392/001
9.
9.Data della prima autorizzazione: 11 novembre 2019
Data del rinnovo più recente: 15 settembre 2020
10. DATA DI REVISIONE DEL TESTOdei medicinali,.
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ALLEGATO II A. PRODUTTORE(I) DEL(DEI) PRINCIPIO(I) ATTIVO(I) BIOLOGICO(I) E PRODUTTORE(I) RESPONSABILE(I) DEL RILASCIO DEI LOTTI B. CONDIZIONI O LIMITAZIONI DI FORNITURA E UTILIZZO C. ALTRE CONDIZIONI E REQUISITIDELL’AUTORIZZAZIONE ALL’IMMISSIONE INCOMMERCIO D. CONDIZIONI O LIMITAZIONI PER QUANTO RIGUARDA