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ALPRAZOLAM RATIOPHARM - riassunto delle caratteristiche del prodotto

Contiene principio attivo :

Dostupné balení:

Riassunto delle caratteristiche del prodotto - ALPRAZOLAM RATIOPHARM

1. denominazione del medicinale

Alprazolam-ratiopharm 0,25 mg compresse

Alprazolam-ratiopharm 0,50 mg compresse

Alprazolam-ratiopharm 1 mg compresse

2. composizione qualitativa e quantitativa

Alprazolam ratiopharm 0,25 mg compresse

Ogni compressa contiene:

principio attivo: alprazolam 0,25 mg.

Eccipienti con effetti noti: lattosio, sodio e sodio benzoato.

Alprazolam ratiopharm 0,50 mg compresse

Ogni compressa contiene:

principio attivo: alprazolam 0,50 mg.

Eccipienti con effetti noti: lattosio, sodio, sodio benzoato e giallo tramonto (E110).

Alprazolam ratiopharm 1 mg compresse

Ogni compressa contiene:

principio attivo: alprazolam 1 mg.

Eccipienti con effetti noti: lattosio, sodio e sodio benzoato.

Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.

3. forma farmaceutica

Compresse.

Alprazolam ratiopharm 0,50 mg e 1 mg compresse

La linea d’incisione sulla compressa serve per agevolarne la rottura al fine d’ingerire la compressa più facilmente e non per dividerla in dosi uguali.

4. informazioni cliniche

4.1 indicazioni terapeutiche

Ansia, tensione ed altre manifestazioni somatiche o psichiatriche associate con sindrome ansiosa.

Attacchi di panico con o senza agorafobia.

Le benzodiazepine sono indicate soltanto quando il disturbo è grave, disabilitante e sottopone il soggetto a grave disagio.

4.2 posologia e modo di somministrazione

Posologia

Il trattamento deve essere iniziato con la dose consigliata più bassa e deve essere il più breve possibile.

La dose massima non deve essere superata.

Il dosaggio ottimale di Alprazolam ratiopharm va individualizzato a seconda della gravità dei sintomi e della risposta soggettiva del paziente.

Documento reso disponibile da AIFA il 03/01/2020

Le indicazioni posologiche riportate dovrebbero coprire le esigenze della maggior parte dei pazienti. Qualora fosse necessario un dosaggio più elevato le dosi vanno aumentate gradualmente per evitare rischi di effetti collaterali. In questi casi è consigliabile aumentare prima la dose serale di quella diurna tranne nei pazienti affetti da agorafobia e/o disturbo da attacchi di panico. In tal caso si veda il paragrafo dedicato.

In generale i pazienti mai trattati con psicofarmaci richiedono dosi minori rispetto a quei pazienti precedentemente trattati con ansiolitici o sedativi, antidepressivi, ipnotici o a pazienti alcolisti cronici.

Si consiglia di usare sempre la dose più bassa per evitare il rischio di sedazione residua o atassia. In caso di effetti collaterali già con la somministrazione iniziale si consiglia di diminuire il dosaggio.

Il paziente deve essere rivalutato regolarmente e la necessità di un trattamento continuato deve essere valutata attentamente, particolarmente se il paziente è senza sintomi.

La dose serale del farmaco deve essere assunta appena prima di andare a letto.

Ansia

La dose iniziale varia da 0,25 a 0,50 mg 3 volte al dì. Questo dosaggio verrà aumentato secondo le esigenze del paziente fino ad un massimo di 4 mg al giorno in somministrazioni suddivise.

La durata complessiva del trattamento, generalmente, non deve superare le 8–12 settimane, compreso un periodo di sospensione graduale.

In determinati casi, può essere necessaria l’estensione oltre il periodo massimo di trattamento; in tal caso, ciò non deve avvenire senza rivalutazione della condizione del paziente.

Agorafobia e disturbo da attacchi di panico

Nei pazienti con agorafobia associata ad attacchi di panico o con disturbo da attacchi di panico, con o senza evitamento fobico, la dose iniziale è di 0,5–1 mg, somministrata prima di coricarsi, per uno o due giorni. La dose deve quindi essere adattata secondo la risposta del singolo paziente. Gli incrementi del dosaggio non devono superare 1 mg ogni 3 o 4 giorni. Gli incrementi di dosaggio possono essere effettuati dapprima a mezzogiorno, poi al mattino e infine nel pomeriggio/sera fino al raggiungimento di uno schema posologico 3 o 4 volte al giorno per una durata non superiore a 8 mesi.

In uno studio multicentrico internazionale che ha coinvolto un elevato numero di pazienti, la dose media giornaliera è stata di 5,7 mg/die; soltanto in alcuni rari casi è stato necessario raggiungere 10 mg/die.

Interruzione della terapia

Come buona regola clinica, la somministrazione deve essere sospesa lentamente.

Si suggerisce di ridurre il dosaggio giornaliero di non più di 0,5 mg ogni tre giorni. Alcuni pazienti possono richiedere una riduzione ancora più graduale (vedere paragrafo 4.4).

Popolazioni speciali

Nei pazienti anziani, in pazienti con epatopatia e/o funzione renale alterata o in presenza di malattie organiche debilitanti si consiglia di iniziare con 0,25 mg 2–3 volte al giorno e di aumentare in caso di necessità solo se tollerato.

Popolazione pediatrica

La sicurezza e l’efficacia di alprazolam in bambini e adolescenti al di sotto dei 18 anni di età non sono state stabilite pertanto l’uso di alprazolam non è raccomandato.

4.3 controindicazioni

– Ipersensibilità al principio attivo, alle benzodiazepine o ad uno qualsiasi degli eccipienti elencati al paragrafo 6.1;

– glaucoma acuto ad angolo chiuso. Il prodotto può essere usato nei pazienti con glaucoma ad angolo aperto che ricevono una terapia appropriata;

– grave insufficienza respiratoria;

– grave insufficienza epatica;

– pazienti con miastenia gravis;

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Documento reso disponibile da AIFA il 03/01/2020

– sindrome da apnea notturna;

– non somministrare nel primo trimestre di gravidanza e durante l’allattamento.

4.4 avvertenze speciali e precauzioni d’impiego

Rischi sull’uso concomitante di oppiacei

L’uso concomitante di Alprazolam-ratiopharm e oppioidi può causare sedazione, depressione respiratoria, coma e morte. A causa di questi rischi, la prescrizione concomitante di medicinali sedativi come le benzodiazepine, o farmaci correlati come Alprazolam-ratiopharm con oppioidi, devono essere riservata ai pazienti per i quali non siano possibili alternative terapeutiche. Qualora alprazolam fosse prescritto in concomitanza con gli oppioidi, deve essere usata la dose efficace più bassa e la durata del trattamento deve essere la più breve possibile.

I pazienti devono essere attentamente monitorati per segni e sintomi di depressione respiratoria e sedazione. A tale riguardo, si raccomanda fortemente di informare i pazienti e chiunque si prenda cura di loro (se applicabile) al fine di renderli consapevoli di questi sintomi (vedere paragrafo 4.5).

Tolleranza

Una certa perdita dell’efficacia agli effetti ipnotici delle benzodiazepine può svilupparsi dopo un uso ripetuto per alcune settimane.

Dipendenza

L’uso di benzodiazepine, incluso l’alprazolam, può condurre allo sviluppo di dipendenza fisica e psichica da questi farmaci. Il rischio di dipendenza aumenta con la dose e la durata del trattamento; esso è maggiore in pazienti con una storia di abuso di droga o alcool.

La dipendenza dal farmaco può verificarsi a dosi terapeutiche e/o in pazienti senza nessun fattore di rischio individuale. C’è un aumentato rischio di dipendenza dal farmaco con l’uso concomitante di diverse benzodiazepine a prescindere dall’indicazione ansiolitica o ipnotica. Sono stati riportati anche casi di abuso.

Una volta che la dipendenza fisica si è sviluppata, la sospensione brusca del trattamento sarà accompagnata dai sintomi da astinenza.

Questi possono consistere in cefalea, dolori muscolari, ansia estrema, tensione, irrequietezza, confusione e irritabilità. Nei casi gravi possono manifestarsi i seguenti sintomi: derealizzazione, depersonalizza­zione, iperacusia, intorpidimento e formicolio delle estremità, ipersensibilità alla luce, al rumore e al contatto fisico, allucinazioni o crisi epilettiche.

Insonnia o ansia da rimbalzo

All’interruzione del trattamento può presentarsi una sindrome transitoria in cui i sintomi che hanno condotto al trattamento con benzodiazepine ricorrono in forma aggravata. Può essere accompagnata da altre reazioni, compresi i cambiamenti di umore, ansia o disturbi del sonno e irrequietezza. Poiché il rischio di sintomi da astinenza o da rimbalzo è maggiore dopo la sospensione brusca del trattamento, si suggerisce di effettuare una diminuzione graduale del dosaggio.

Durata del trattamento

La durata del trattamento deve essere la più breve possibile (vedere paragrafo 4.2) a seconda dell’indicazione, ma nel caso dell’ansia non deve superare le 8 – 12 settimane, compreso il periodo di sospensione graduale.

L’estensione della terapia oltre questo periodo non deve avvenire senza un’accurata rivalutazione della situazione clinica.

Può essere utile informare il paziente quando il trattamento è iniziato che esso sarà di durata limitata e spiegare precisamente come il dosaggio deve essere diminuito progressivamente.

Inoltre è importante che il paziente sia informato della possibilità di fenomeni da rimbalzo, minimizzando quindi l’ansia riguardo a tali sintomi se dovessero accadere alla sospensione del medicinale.

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Documento reso disponibile da AIFA il 03/01/2020

Ci sono indicazioni che nel caso di benzodiazepine con una durata breve di azione, i sintomi da astinenza possono diventare manifesti all’interno dell’intervallo di somministrazione, tra una dose e l’altra particolarmente per dosaggi elevati.

Quando si usano benzodiazepine con una lunga durata di azione è importante avvisare il paziente che è sconsigliabile il cambiamento improvviso con una benzodiazepina con una durata di azione breve, poiché possono presentarsi sintomi di astinenza.

Interruzione del trattamento

Come con ogni altra benzodiazepina, il dosaggio di alprazolam deve essere ridotto gradualmente dal momento che l’interruzione brusca o troppo veloce può portare alla comparsa di sintomi da astinenza. I sintomi da astinenza possono includere lieve disforia e insonnia o presentarsi come sindromi maggiori con crampi muscolari e addominali, vomito, sudorazione, tremori e convulsioni.

Questi sintomi, specialmente i più gravi, sono generalmente più comuni in quei pazienti che sono stati trattati con dosi eccessive per prolungati periodi di tempo. Comunque, sintomi da astinenza sono stati segnalati anche a seguito di brusca interruzione della somministrazione di dosaggi terapeutici di benzodiazepine. Pertanto l’interruzione brusca deve essere evitata e deve essere prescritta una riduzione graduale del dosaggio (vedere paragrafo 4.2).

Durante la sospensione del farmaco in pazienti affetti da disturbo da attacchi di panico, a volte, si possono osservare sintomi legati alla ricomparsa degli attacchi di panico che simulano quelli tipici da astinenza.

Amnesia

Le benzodiazepine possono indurre amnesia anterograda. Ciò accade più spesso parecchie ore dopo l’ingestione del farmaco.

Reazioni psichiatriche e paradosse

Quando si usano benzodiazepine è noto che possano accadere reazioni come irrequietezza, agitazione, irritabilità, aggressività, delirio, collera, incubi, allucinazioni, psicosi, comportamento inappropriato e altre alterazioni del comportamento. Se ciò dovesse avvenire, l’uso del medicinale deve essere sospeso. Tali reazioni sono più frequenti nei bambini e negli anziani.

Gruppi specifici di pazienti

Pazienti anziani e/o debilitati

Le benzodiazepine e le sostanze correlate dovrebbero essere usate con cautela negli anziani, a causa del rischio di sedazione e/o debolezza muscolo-scheletrica che possono favorire le cadute, spesso con gravi conseguenze in questa popolazione.

Gli anziani dovrebbero assumere una dose ridotta.

Si raccomanda, come principio generale, di utilizzare la più bassa dose efficace in pazienti anziani e / o debilitati per evitare lo sviluppo di atassia o sovrasedazione (vedere paragrafo 4.2).

Pazienti con insufficienza respiratoria cronica

Nei pazienti con insufficienza respiratoria cronica deve essere somministrata una dose ridotta, a causa del rischio di depressione respiratoria (vedere paragrafo 4.3).

Pazienti con insufficienza renale o epatica

Si raccomanda cautela nel trattamento di pazienti con alterata funzionalità renale o insufficienza epatica lieve o moderata, mentre nei pazienti affetti da grave insufficienza epatica le benzodiazepine non sono indicate poiché il trattamento può facilitare lo sviluppo di encefalopatia (vedere paragrafo 4.3).

Pazienti con depressione

Le benzodiazepine non sono consigliate per il trattamento primario della malattia psicotica.

In pazienti con depressione maggiore o ansia associata a depressione, le benzodiazepine e le sostanze benzodiazepino-simili non devono essere usate da sole per trattare la depressione in quanto possono

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precipitare o aumentare il rischio di suicidio. Alprazolam deve pertanto essere usato con cautela e la sua prescrizione deve essere limitata in pazienti con segni e sintomi di un disturbo depressivo o tendenze suicide.

L’associazione con altri psicofarmaci richiede particolare cautela e vigilanza da parte del medico ad evitare inattesi effetti da interazione.

Il disturbo da attacchi di panico è stato associato a disturbi depressivi maggiori primari e secondari e ad aumentate segnalazioni di suicidio tra i pazienti non trattati. Pertanto bisogna prendere le medesime precauzioni, sia quando si utilizzano le dosi più elevate di Alprazolam ratiopharm per il trattamento dei pazienti con disturbo da attacchi di panico, sia quando si utilizza un qualsiasi farmaco psicotropo nel trattamento di pazienti depressi o di quelli in cui si sospetta ideazione o tentativo di suicidio.

Le benzodiazepine devono essere usate con attenzione estrema in pazienti con una storia di abuso di droga e/o alcool (vedere paragrafo 4.5).

Pazienti che abitualmente abusino di alcool e/o sostanze stupefacenti, quando in trattamento con benzodiazepine devono essere tenuti sotto stretto controllo medico, a causa della predisposizione di tali soggetti all’assuefazione e alla dipendenza. Sono stati riportati casi di ipomania e mania in associazione all’uso di alprazolam nei pazienti con depressione.

Popolazione pediatrica

La sicurezza e l’efficacia di alprazolam in bambini e adolescenti al di sotto dei 18 anni di età non sono state stabilite pertanto l’uso di alprazolam non è raccomandato.

Informazioni importanti su alcuni eccipienti

Alprazolam ratiopharm compresse contiene:

lattosio: i pazienti affetti da rari problemi ereditari di intolleranza al galattosio, da deficit totale di lattasi, o da malassorbimento di glucosio-galattosio, non devono assumere questo medicinale; sodio: questo medicinale contiene meno di 1 mmol (23 mg) di sodio per compressa, cioè è

essenzialmente “senza sodio”.

sodio benzoato: questo medicinale contiene 0,1125 mg di sodio benzoato per compressa.

Alprazolam ratiopharm 0,5 mg compresse contiene giallo tramonto (E110): può causare reazioni allergiche.

4.5 interazioni con altri medicinali ed altre forme d’interazione

Le benzodiazepine producono effetti aggiuntivi quando co-somministrate con alcool o altri deprimenti del SNC , e ciò influenza negativamente la capacità di guidare veicoli o usare macchinari (vedere paragrafo 4.7).

L’assunzione concomitante con alcool va evitata.

L’effetto depressivo centrale può essere accresciuto nel caso di uso concomitante di antipsicotici (neurolettici), ipnotici, ansiolitici/se­dativi, alcuni agenti antidepressivi, antiepilettici, anestetici e antistaminici H1 sedativi.

L’uso concomitante di sedativi come benzodiazepine, o farmaci correlati come Alprazolam-ratiopharm con oppioidi aumenta il rischio di sedazione, depressione respiratoria, coma e morte a causa dell’effetto additivo sul SNC, specialmente negli anziani. Il dosaggio e la durata del trattamento concomitante devono essere limitati (vedere paragrafo 4.4).

In alcuni casi, l’uso concomitante con analgesici narcotici può portare ad un aumento dell’euforia, conducendo di conseguenza ad un aumento della dipendenza psichica.

Interazioni farmacocinetiche possono verificarsi quando alprazolam viene somministrato insieme a farmaci che interferiscono con il suo metabolismo. Quando alprazolam viene somministrato insieme a farmaci che inibiscono l’enzima epatico CYP3A4, aumentando i livelli plasmatici di alprazolam, potenziandone la sua

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Documento reso disponibile da AIFA il 03/01/2020

attività. In grado inferiore, questo si applica anche alle benzodiazepine che sono metabolizzate soltanto per coniugazione.

Studi clinici e in vitro con l’alprazolam e studi clinici con farmaci metabolizzati come l’alprazolam, mostrano variabilità di interazioni e possibilità di interazioni tra alprazolam e diversi farmaci. In base al grado di interazione e al tipo di dati disponibili, devono essere prese in considerazione le seguenti raccomandazioni:

– Si sconsiglia la somministrazione concomitante di Alprazolam ratiopharm con ketoconazolo, itraconazolo o altri antifungini del gruppo degli azoli.

– La co-somministrazione di alprazolam con potenti inibitori del CYP3A4 come antifungini azolici (ketoconazolo, itraconazolo, posaconazolo, voriconazolo), inibitori della proteasi o di alcuni macrolidi (eritromicina, claritromicina, telitromicina, troleandomicina) deve essere effettuata, solo se strettamente necessario, con cautela e prendendo in considerazione una riduzione sostanziale della dose. Agenti antimicotici azolici – ketoconazolo e itraconazolo sono potenti inibitori del CYP3A ed hanno mostrato in vivo la capacità di aumentare le concentrazioni di alprazolam rispettivamente di 3,98 volte e 2,70 volte. Si sconsiglia la somministrazione concomitante di alprazolam con questi due farmaci. Altri agenti antimicotici di tipo azolico devono essere considerati potenti inibitori del CYP3A e non è consigliata la loro somministrazione insieme ad alprazolam.

– Si raccomanda attenzione e cautela nel diminuire la dose quando Alprazolam ratiopharm è somministrato in concomitanza con nefazodone, fluvoxamina e cimetidina.

– Si raccomanda cautela quando Alprazolam ratiopharm è somministrato in concomitanza a fluoxetina, propossifene, contraccettivi orali, diltiazem o antibiotici macrolidi come eritromicina e troleandomicina.

– Le interazioni tra gli inibitori della proteasi HIV (es. ritonavir) e l’alprazolam sono complesse e tempo dipendenti. Basse dosi di ritonavir causano una riduzione della clearance di alprazolam, prolungano la sua emivita di eliminazione e aumentano gli effetti clinici. Tuttavia, a seguito di una prolungata esposizione al ritonavir, l’induzione del CYP3A compensa questa inibizione. Questa interazione richiederà un aggiustamento della dose o un’interruzione del trattamento con Alprazolam ratiopharm.

Digossina : durante la somministrazione concomitante di digossina e alprazolam, è stato osservato un aumento dei livelli plasmatici di digossina, in particolar modo negli anziani (> 65 anni di età). Pertanto, i pazienti che assumono contemporaneamente alprazolam e digossina devono essere sottoposti ad un attento monitoraggio per la possibilità di comparsa di segni e sintomi relativi alla tossicità da digossina.

Le concentrazioni plasmatiche allo steady-state di imipramina e desipramina aumentano rispettivamente del 31% e del 20% a seguito di somministrazione concomitante di alprazolam in dosi fino a 4 mg/die.

Sono state descritte interazioni cinetiche tra le benzodiazepine ed altri farmaci. Per esempio, la clearance dell’alprazolam e di alcune altre benzodiazepine può essere diminuita dalla somministrazione concomitante di cimetidina o antibiotici macrolidi. Il significato clinico di questi effetti non è stato definito.

4.6 fertilità, gravidanza e allattamento

Gravidanza

Documento reso disponibile da AIFA il 03/01/2020

Una grande quantità di dati basati su studi in coorte indicano che l’esposizione alle benzodiazepine durante il primo trimestre non è associata ad un aumento del rischio di malformazioni maggiori. Tuttavia, alcuni primi studi epidemiologici caso-controllo hanno evidenziato un aumentato rischio di schisi orale. I dati hanno indicato che il rischio di avere un bambino con una schisi orale, dopo un’esposizione materna alle benzodiazepine è inferiore a 2/1000 a fronte di un tasso atteso per tali difetti di circa 1/1000 nella popolazione generale. Il trattamento con benzodiazepine a dosi elevate, durante il secondo e/o il terzo trimestre di gravidanza, ha rivelato una diminuzione di movimenti attivi fetali e una variabilità del ritmo cardiaco fetale. Quando il trattamento deve essere somministrato per ragioni mediche durante l’ultima parte della gravidanza o durante il travaglio, anche a basse dosi, si possono osservare i sintomi della sindrome di ipotonia del lattante quali ipotonia assiale e problemi di suzione che portano ad un ridotto aumento di peso o i sintomi di astinenza neonatale. Questi segni sono reversibili, ma possono durare da 1 a 3 settimane, secondo l’emivita del prodotto. A dosi elevate, possono comparire nel neonato depressione respiratoria o apnea e ipotermia. Se il trattamento con alprazolam è necessario durante l’ultima parte della gravidanza, devono essere evitate dosi elevate, e i sintomi di astinenza e/o della sindrome di ipotonia del lattante devono essere monitorati nel neonato.

Inoltre, sintomi da astinenza neonatale come ipereccitabilità, agitazione e tremore si possono osservare alcuni giorni dopo la nascita, anche se non si osserva la sindrome di ipotonia del lattante. La comparsa di sintomi di astinenza dopo la nascita dipende dall’emivita del prodotto.

A causa di potenziali rischi di malformazioni congenite, già osservate con altre benzodiazepine, non somministrare il farmaco nel primo trimestre di gravidanza.

Se il prodotto viene prescritto ad una donna in età fertile, sia se intende iniziare una gravidanza, sia se sospetta di essere incinta, ella deve mettersi in contatto con il proprio medico per avere indicazioni relativamente alla sospensione del farmaco.

Se durante la gravidanza viene somministrato Alprazolam ratiopharm o se la paziente scopre di essere incinta durante il trattamento con il medicinale, la paziente deve essere informata circa il potenziale pericolo per il feto.

Tenendo conto di questi dati, l’uso di alprazolam durante la gravidanza può essere preso in considerazione, solo se le indicazioni terapeutiche e la posologia sono rigorosamente rispettati.

Allattamento

Le benzodiazepine sono escrete nel latte materno e non devono essere somministrate alle madri che allattano al seno.

4.7 effetti sulla capacità di guidare veicoli e sull’uso di macchinari

La sedazione, l’amnesia, l’alterazione della concentrazione e l’alterazione della funzione muscolare possono influenzare negativamente la capacità di guidare veicoli o usare macchinari. Se la durata del sonno è stata insufficiente, la probabilità che la vigilanza sia alterata può essere aumentata (vedere paragrafo 4.5).

Dato l’effetto depressivo sul SNC dell’alprazolam, i pazienti in trattamento con il farmaco devono essere avvertiti che potrebbe essere per loro pericoloso dedicarsi ad attività che richiedano una completa attenzione mentale, quale lavorare a macchinari pericolosi o guidare autoveicoli, fino a che non sia possibile escludere per ogni paziente l’insorgenza di sonnolenza o vertigini.

4.8. effetti indesiderati

Gli eventuali effetti indesiderati di Alprazolam ratiopharm vengono osservati generalmente all’inizio del trattamento e solitamente si risolvono con il proseguimento della terapia o riducendo le dosi.

Durante il trattamento con alprazolam sono stati osservati e riportati i seguenti effetti indesiderati con le seguenti frequenze: molto comune (≥ 1/ 10), comune (≥ 1/100, < 1/10), non comune (≥ 1/1.000 a < 1/100), raro (≥ 1/10.000 a < 1/1.000), molto raro (< 1/10.000), non nota (la frequenza non può essere definita sulla base dei dati disponibili).

MedDRA

Classe organo-sistemica

Frequenza

Effetti indesiderati

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Documento reso disponibile da AIFA il 03/01/2020

Patologie endocrine

Non comune

Iperprolattinemia

Disturbi del metabolismo e della nutrizione

Comune

Appetito ridotto

Disturbi psichiatrici

Molto comune

Depressione

Comune

Stato confusionale disorientamento, libido diminuita, ansia, insonnia, nervosismo, libido aumentata

Non comune

Allucinazione, collera, aggressione, ostilità, agitazione, disturbo della libido, pensiero anormale, eccitazione, mania (vedere paragrafo 4.4)

Non nota

Ipomania, iperattività psicomotoria

Patologie del sistema nervoso

Molto comune

Sedazione, sonnolenza, atassia, compromissione della memoria, disartria, capogiro, cefalea

Comune

Coordinazione anormale e disturbo dell’equilibrio, alterazione dell’attenzione, ipersonnia, letargia, stordimento mentale, tremore, vertigine.

Non comune

Amnesia, distonia

Non nota

Squilibrio del sistema nervoso autonomo

Patologie dell’occhio

Comune

Visione offuscata

Patologie gastrointestinali

Molto comune

Stipsi, bocca secca

Comune

Nausea

Non comune

Vomito

Non nota

Patologia gastrointestinale

Patologie epatobiliari

Non comune

Funzione epatica anormale, ittero

Non nota

Epatite

Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo

Comune

Dermatite

Non nota

Angioedema, reazione di fotosensibilità

Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo

Non comune

Debolezza muscolare

Patologie renali e urinarie

Non comune

Incontinenza, ritenzione di urina

Patologie dell’apparato riproduttivo e della mammella

Comune

Disfunzione sessuale

Non comune

Mestruazioni irregolari

Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione

Molto comune

Stanchezza, irritabilità

Comune

Astenia

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Documento reso disponibile da AIFA il 03/01/2020

Non nota

Edema periferico

Esami diagnostici

Comune

Peso diminuito, peso aumentato

Non comune

Pressione intraoculare aumentata

L’uso (anche a dosi terapeutiche) può condurre allo sviluppo di dipendenza fisica: la sospensione della terapia può causare fenomeni di sospensione o di astinenza. Può verificarsi dipendenza psichica. L’abuso di benzodiazepine è stata riportata (vedere paragrafo 4.4). In molte delle segnalazioni spontanee per gli effetti avversi sul comportamento, i pazienti sono stati trattati in concomitanza con altri farmaci per il SNC e/o avevano mostrato problemi psichici preesistenti. I pazienti con problemi di personalità borderline, con una storia pregressa di comportamenti aggressivi o violenti, o che abusano di alcool o altre sostanze, possono essere a rischio di tali eventi. Reazioni di irritabilità, ostilità e pensieri invasivi sono stati riportati a seguito dell’interruzione del trattamento con alprazolam in pazienti con disturbo post-traumatico da stress.

Amnesia

Anche se per Alprazolam ratiopharm ad oggi non sono pervenute segnalazioni in merito, le benzodiazepine possono provocare amnesia anterograda. Questa può avvenire anche ai dosaggi terapeutici ed il rischio aumenta ai dosaggi più alti. Gli effetti amnesici possono essere associati con alterazioni del comportamento (vedere paragrafo 4.4).

Depressione

Durante l’uso di benzodiazepine può essere smascherato uno stato depressivo preesistente.

Reazioni psichiatriche e paradosse

Le benzodiazepine o i composti benzodiazepino-simili possono causare reazioni come: irrequietezza, agitazione, irritabilità, aggressività, delusione, collera, incubi, allucinazioni, psicosi, alterazioni del comportamento.

Tali reazioni possono essere abbastanza gravi: sono più probabili nei bambini e negli anziani.

Dipendenza

L’uso di benzodiazepine (anche alle dosi terapeutiche) può condurre allo sviluppo di dipendenza fisica: la sospensione della terapia può provocare fenomeni di rimbalzo o da astinenza (vedere paragrafo 4.4). Può verificarsi dipendenza psichica. È stato segnalato abuso di benzodiazepine.

Segnalazione delle reazioni avverse sospette

La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione all’indirizzo .

4.9 sovradosaggio

Come per le altre benzodiazepine, una dose eccessiva non dovrebbe presentare rischio per la vita, a meno che non vi sia assunzione concomitante di altri deprimenti del SNC (incluso l’alcool).

Nel trattamento del sovradosaggio di qualsiasi farmaco, deve essere considerata la possibilità che siano state assunte contemporaneamente altre sostanze.

A seguito di una dose eccessiva di benzodiazepine per uso orale, si deve indurre il vomito (entro un’ora) se il paziente è cosciente o intrapresa la lavanda gastrica con protezione delle vie respiratorie se il paziente è privo di conoscenza.

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Documento reso disponibile da AIFA il 03/01/2020

Se non si osserva miglioramento con lo svuotamento dello stomaco, si deve somministrare carbone attivo per ridurre l’assorbimento. Si deve prestare particolare attenzione alle funzioni respiratorie e cardiovascolari nella terapia intensiva. Il sovradosaggio di benzodiazepine si manifesta solitamente con vario grado di depressione del SNC che varia dalla sonnolenza al coma. Nei casi lievi, i sintomi includono sonnolenza, confusione mentale e letargia. Nei casi più gravi, i sintomi possono includere atassia, ipotonia, ipotensione, depressione respiratoria, raramente coma e molto raramente morte.

Il flumazenil può essere utile come antidoto.

Esperimenti effettuati in animali indicano che dopo una dose massiva per via endovenosa di alprazolam (oltre 195 mg/kg; più di 975 volte la massima dose giornaliera nell’uomo) può manifestarsi collasso cardiocircolatorio. Gli animali furono trattati con ventilazione meccanica ed infusione endovenosa di noradrenalina. Altri esperimenti su animali hanno dimostrato che l’emodialisi e la diuresi forzata sono di scarsa utilità nel trattamento del sovradosaggio.

5. proprieta' farmacologiche

5.1 proprietà farmacodinamiche

Categoria farmacoterapeutica: ansiolitici derivati benzodiazepinici – codice ATC: N05BA12 Il prodotto contiene come sostanza attiva l’alprazolam, una triazolo-benzodiazepina.

L’alprazolam è un farmaco efficace nei disturbi d’ansia e nel disturbo da attacchi di panico.

L’alprazolam si lega al sito GABAergico delle benzodiazepine sinergizzando l’attività del GABA, neurotrasmettitore di tipo inibitorio, determinando così una riduzione dell’eccitazione neuronale. Questa caratteristica conferisce alla molecola proprietà ansiolitiche-ipnotiche-sedative.

Studi clinici in volontari sani hanno dimostrato che dosi singole fino a 4 mg producono degli effetti che possono essere considerati estensioni della sua attività farmacologica.

Non sono stati osservati effetti significativi sul sistema cardiovascolare o sull’apparato respiratorio.

5.2 proprietà farmacocinetiche

Dopo somministrazione orale l’alprazolam viene rapidamente assorbito. Le massime concentrazioni plasmatiche si ottengono da 1 a 2 ore dopo la somministrazione del farmaco.

I livelli plasmatici sono proporzionali alla dose; nell'arco di dosi tra 0,5 e 3 mg, si rilevano picchi plasmatici da 8 a 37 ng/ml.

L’emivita media dell’alprazolam nell’adulto sano è di 11,2 ore (intervallo 6,3–26,9 ore).

I principali metaboliti sono l’alfa-idrossialprazolam ed un benzofenone.

L’attività biologica dell’idrossi-alprazolam è circa la metà di quella dell’alprazolam. Il benzofenone è inattivo.

I livelli plasmatici di questi metaboliti sono estremamente bassi, tuttavia le loro emivite sono dello stesso ordine di grandezza di quella dell’alprazolam.

L’alprazolam ed i suoi metaboliti vengono escreti principalmente con le urine.

Alprazolam non influenza il tempo di protrombina o i livelli plasmatici di warfarin nei volontari ai quali il warfarin è stato somministrato oralmente.

In vitro l’alprazolam si lega per circa l’80% alle proteine sieriche.

Dopo somministrazione nel topo femmina gravida dell’alprazolam C14, la radioattività si distribuì uniformemente nei feti in concentrazioni di C14 approssimativamente uguali a quelle presenti nel sangue e nel muscolo scheletrico della madre.

Differenze nella cinetica e nel metabolismo delle benzodiazepine sono state osservate in diverse condizioni patologiche, comprendenti alcolismo ed anormalità della funzionalità epatica e renale, così come nel paziente geriatrico.

In soggetti anziani sani, l’emivita media dell’alprazolam è di 16,3 ore (intervallo: 9–26,9 ore). In donne sane l’assunzione concomitante di contracettivi orali prolunga l’emivita dell’alprazolam (emivita media: 12,4 ore). Anche la concomitante assunzione di cimetidina allunga l’emivita media dell’alprazolam (16,6 ore).

In pazienti con epatopatia alcolica l’emivita dell’alprazolam varia da 5,8 a 65,3 ore, con una media di 19,7 ore. In soggetti obesi l’intervallo di emivita del farmaco varia da 9,9 a 40,4 ore, in media 21,8 ore.

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Documento reso disponibile da AIFA il 03/01/2020

In considerazione della similarità dell’alprazolam con altre benzodiazepine, si presuppone che il farmaco attraversi la placenta e venga escreto nel latte materno.

5.3 dati preclinici di sicurezza

I dati di tossicità acuta relativi all’animale da esperimento sono i seguenti:

Specie animale

Somministrazione

DL 50 (mg/Kg)

Topo

i.p.

500

Ratto

p.o.

2171

Ratto

i.p.

819

Mutagenesi, carcinogenesi, compromissione della fertilità ed effetti sugli occhi

Secondo il test di Ames in vitro , l’alprazolam non è mutagenico.

In vivo , durante i test dei micronuclei nei ratti alprazolam non ha indotto aberrazioni cromosomiali fino alla dose massima testata di 100 mg/kg, dose che è 500 volte superiore alla dose giornaliera massima di 10 mg/die raccomandata nell’uomo.

Non sono state riscontrate evidenze di potenziale carcinogeno durante studi della durata di 2 anni con alprazolam condotti sui ratti con dosi fino a 30 mg/kg/die (150 volte la dose massima di 10 mg/kg/die) e su topi trattati con dosi fino a 10 mg/kg/die (50 volte la dose impiegata nell’uomo pari a 10 mg/die).

Alprazolam non ha causato compromissione della fertilità nei ratti con dosi fino a 5 mg/kg/die, che corrisponde a 25 volte la dose impiegata nell’uomo pari a 10 mg/die.

Quando i ratti sono stati trattati con alprazolam alla dose di 3 mg, 10 mg e 30 mg/kg/die (da 15 a 150 volte la dose impiegata nell’uomo pari a 10 mg/die) per via orale per 2 anni, nelle femmine è stata osservata una tendenza ad un aumento dose-correlato nel numero di cataratte, mentre nei maschi è stata riscontrata una tendenza ad un incremento dose correlato nella vascolarizzazione della cornea. Queste lesioni non sono state riscontrate prima di 11 mesi dall’inizio del trattamento.

6. informazioni farmaceutiche

6.1 elenco degli eccipienti

Alprazolam ratiopharm 0,25 mg compresse

Eccipienti : docusato sodico, sodio benzoato, amido di mais, cellulosa microcristallina, lattosio monoidrato, magnesio stearato, silice colloidale anidra.

Alprazolam ratiopharm 0,50 mg compresse

Eccipienti : docusato sodico, sodio benzoato, amido di mais, cellulosa microcristallina, lattosio monoidrato, magnesio stearato, silice colloidale anidra, giallo tramonto (E110) lacca di alluminio.

Alprazolam ratiopharm 1 mg compresse

Eccipienti : docusato sodico, sodio benzoato, amido di mais, cellulosa microcristallina, lattosio monoidrato, magnesio stearato, silice colloidale anidra, indigotina (E132) lacca di alluminio.

6.2 incompatibilità

Non pertinente.

6.3 periodo di validità

3 anni.

6.4 Precauzioni particolari per la conservazione

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Documento reso disponibile da AIFA il 03/01/2020

Questo medicinale non richiede alcuna condizione particolare di conservazione.

6.5 Natura e contenuto del contenitore

Blister bianco opaco in PVC/Alluminio

20 compresse da 0,25 mg.

20 compresse da 0,5 mg.

20 compresse da 1 mg.

6.6 precauzioni particolari per lo smaltimento e la manipolazione

Nessuna istruzione particolare per lo smaltimento.

7. titolare dell’autorizzazione all’immissione in commercio

ratiopharm GmbH, Graf-Arco Strasse 3, 89079 Ulm (Germania)

8. numero dell’autorizzazione all’immissione in commercio

Alprazolam-ratiopharm 0,25 mg compresse: AIC n. 033820010

Alprazolam-ratiopharm 0,50 mg compresse: AIC n. 033820022

Alprazolam-ratiopharm 1 mg compresse: AIC n. 033820034

9. data della prima autorizzazione/rinnovo dell’autorizzazione

Data di prima autorizzazione: 27 Maggio 2000

Data del rinnovo più recente: 15 ottobre 2012