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VALSARTAN E IDROCLOROTIAZIDE DOROM - riassunto delle caratteristiche del prodotto

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Riassunto delle caratteristiche del prodotto - VALSARTAN E IDROCLOROTIAZIDE DOROM

RIASSUNTO DELLE CARATTERISTICHE DEL PRODOTTO

1. denominazione del medicinale

Valsartan e Idroclorotiazide Dorom 320 mg/12,5 mg compresse rivestite con film

Valsartan e Idroclorotiazide Dorom 320 mg/25 mg compresse rivestite con film

2. composizione qualitativa e quantitativa

Ciascuna compressa rivestita con film contiene 320 mg di valsartan e 12,5 mg di idroclorotiazide.

Ciascuna compressarivestita con film contiene 320 mg di valsartan e 25 mg di idroclorotia zide.

Eccipienti:

Solo il dosaggio da 320 mg/12,5 mg: ciascuna compressa rivestita con film contiene 0,03 mg di rosso allura AC (E129)

Solo il dosaggio da 320 mg/25 mg: ciascuna compressa rivestita con film contiene 0,01 mg di giallo tramonto FCF (E110)

Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere il paragrafo 6.1.

3. FORMA FARMACEUTICA

Compressa rivestita con film.

Valsartan e Idroclorotiazide Dorom 320/12,5 mg compresse rivestite con film:

Compressa rotonda, rivestita con film, di colore rosa, di circa 12 mm di diametro, con impressa la sigla „93“ su un lato e “7650” sull’altro l ato della compressa.

Valsartan e Idroclorotiazide Dorom 320/25 mg compresse rivestite con film:

Compressa rotonda, rivestita con film, di colore giallo, di circa 12 mm di diametro, con impressa la sigla „93“ su un lato e “7651” sul l’altro lato della compressa.

4. informazioni cliniche

4.1 indicazioni terapeutiche

Trattamento dell’ipertensione essenziale negli adulti.

La combinazione a dose fissa di valsartan/idro­clorotiazide è indicata nei pazienti la cui pressione arteriosa non è adeguatamente controllata dalla monoterapia con valsartan o idroclorotiazide.

4.2 posologia e modo di somministrazione

Posologia

La dose raccomandata di Valsartan e Idroclorotiazide Dorom 320 mg/12,5 mg o 320 mg/25 mg è una compressa rivestita con film una volta al giorno. Si raccomanda la titolazione individuale della dose con i singoli componenti. In ciascun caso deve essere curata la titolazione dei singoli componenti alla dose successiva, allo scopo di ridurre il rischio di ipotensione e di altri eventi avversi.

Se clinicamente appropriato, nei pazienti la cui pressione arteriosa non è adeguatamente controllata dalla monoterapia con valsartan o idroclorotiazide, si può considerare il passaggio diretto dalla monoterapia all’associazione fissa, purché venga seguita la sequenza raccomandata di titolazione della

dose per i singoli componenti.

Dopo l’inizio della terapia deve essere valutata la risposta clinica a Valsartan e Idroclorotiazide Dorom e se la pressione arteriosa rimane non controllata può essere aumentata la dose di uno dei due componenti, fino ad una dose massima di Valsartan e Idroclorotiazide Dorom 320 mg/25 mg.

L’effetto antipertensivo è sostanzialmente presente entro 2 settimane.

Nella maggioranza dei pazienti, l’effetto massimo si osserva entro 4 settimane. Per alcuni pazienti possono tuttavia essere necessarie 4–8 settimane di trattamento. Questo deve essere tenuto in considerazione durante la titolazione della dose.

Se dopo 8 settimane di trattamento con Valsartan e Idroclorotiazide Dorom 320 mg/25 mg non si osserva alcun effetto aggiuntivo di rilievo, si deve considerare il trattamento con un medicinale antipertensivo aggiuntivo o alternativo (vedere paragrafo 5.1).

Metodo di somministrazione

Valsartan e Idroclorotiazide Dorom può essere preso con o senza cibo e deve essere somministrato con acqua.

Popolazioni speciali

Insufficienza renale

Non è richiesto alcun aggiustamento della dose in pazienti con insufficienza renale da lieve a moderata (clearance della creatinina ≥30 ml/min). A causa del componente idroclorotiazide, Valsartan e Idroclorotiazide Dorom è controindicato nei pazienti con grave insufficienza renale (vedere paragrafi 4.3, 4.4 e 5.2).

Insufficienza epatica

In pazienti con insufficienza epatica lieve o moderata, senza colestasi, la dose di valsartan non deve superare gli 80 mg (vedere paragrafo 4.4). Valsartan e Idroclorotiazide Dorom è controindicato nei pazienti con grave insufficienza epatica (vedere paragrafi 4.3, 4.4 e 5.2).

Anziani

Non è richiesto alcun aggiustamento della dose nei pazienti anziani.

Pazienti pediatrici

L'uso di Valsartan e Idroclorotiazide Dorom non è raccomandato nei bambini al di sotto di 18 anni a causa della mancanza di dati sulla sicurezza e sull’efficacia.

4.3 controindicazioni

– Ipersensibilità a valsartan, a idroclorotiazide, ad altri medicinali derivati dalla

sulfonamide o ad uno qualsiasi degli eccipienti.

– Secondo e terzo trimestre di gravidanza (vedere i paragrafi 4.4 e 4.6).

– Grave insufficienza epatica, cirrosi biliare e colestasi.

– Grave insufficienza renale (clearance della creatinina < 30 ml/min), anuria.

– Ipokaliemia refrattaria, iponatriemia, ipercalcemia e iperuricemia sintomatica.

4.4 avvertenze speciali e precauzioni di impiego

Modifiche degli elettroliti sierici

Valsartan

L'uso concomitante di integratori di potassio, diuretici risparmiatori di potassio, sostituti del sale contenenti potassio, o di altre sostanze che possono aumentare i livelli di potassio (eparina, ecc.) non è

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raccomandato. I livelli ematici di potassio devono essere controllati appropriatamente.

Idroclorotiazide

Durante il trattamento con diuretici tiazidici, compresa l’idroclorotiazide, è stata riportata ipokaliemia. Si raccomanda un monitoraggio frequente del potassio sierico.

La terapia con diuretici tiazidici, compresa l’idroclorotiazide, è stata associata a iponatriemia e alcalosi ipocloremica. I tiazidici, compresa l’idroclorotiazide, aumentano l’escrezione urinaria di magnesio, e pertanto è possibile che si verifichei ipomagnesiemia. L’escrezione di calcio è ridotta dai diuretici tiazidici e ciò può provocare ipercalcemia. Come per tutti i pazienti in terapia diuretica, deve essere effettuato un controllo periodico degli elettroliti sierici, ad intervalli appropriati.

Pazienti sodio e/o volume depleti

I pazienti che assumono diuretici tiazidici, compresa l’idroclorotiazide, devono essere tenuti sotto osservazione per segni clinici di squilibrio idrico o elettrolitico.

In pazienti fortemente sodio e/o volume depleti, come coloro che ricevono elevati dosaggi di diuretici, può, in rari casi, verificarsi ipotensione sintomatica dopo l’inizio della terapia con valsartan/idro­clorotiazide. La deplezione di sodio e/o di volume deve essere corretta prima di iniziare il trattamento con valsartan/idro­clorotiazide

Pazienti con grave insufficienza cardiaca cronica o altre condizioni che stimolino il sistema renina-angiotensina-aldosterone

Nei pazienti in cui la funzionalità renale può dipendere dall'attività del sistema renina-angiotensinaal­dosterone (ad es. pazienti con grave insufficienza cardiaca congestizia), il trattamento con gli inibitori dell'enzima di conversione dell'angiotensina è stato associato a oliguria e/o progressiva azotemia e, in rari casi, a insufficienza renale acuta. L’uso sicuro di valsartan/idro­clorotiazide nei pazienti con grave insufficienza cardiaca cronica non è stato stabilito.

Pertanto non può essere escluso che, a causa dell'inibizione del sistema renina-angiotensina-aldosterone, anche la somministrazione di Valsartan e Idroclorotiazide Dorom possa essere associata con un peggioramento della funzionalità renale. Valsartan e Idroclorotiazide Dorom non deve essere utilizzato in questi pazienti.

Stenosi dell’arteria renale

Valsartan e Idroclorotiazide Dorom non deve essere utilizzato come antipertensivo in pazienti con stenosi unilaterale o bilaterale dell'arteria renale o stenosi dell’arteria di rene unico perché in questi pazienti possono aumentare l’azotemia e la creatinina sierica.

Iperaldosteronismo primario

I pazienti con iperaldosteronismo primario non devono essere trattati con valsartan/idro­clorotiazide, in quanto il loro sistema renina-angiotensina non è attivato.

Stenosi della valvola aortica e mitralica, cardiomiopatia ipertrofica ostruttiva

Come per tutti gli altri vasodilatatori, è necessaria particolare cautela nei pazienti affetti da stenosi aortica o mitralica o da cardiomiopatia ipertrofica ostruttiva.

Insufficienza renale

Non è richiesto alcun aggiustamento della dose nei pazienti con insufficienza renale con clearance della creatinina > 30 ml/min (vedere paragrafo 4.2). Quando valsartan/idro­clorotiazide è utilizzato in pazienti con insufficienza renale si raccomandano controlli periodici del potassio sierico, della creatinina e dei livelli di acido urico.

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Trapianto renale

Ad oggi non vi è esperienza sulla sicurezza di impiego di Valsartan e Idroclorotiazide Dorom in pazienti sottoposti a trapianto renale recente.

Insufficienza epatica

Nei pazienti con insufficienza epatica lieve o moderata, senza colestasi, Valsartan e Idroclorotiazide Dorom deve essere utilizzato con cautela (vedere i paragrafi 4.2 e 5.2).

Lupus eritematoso sistemico

E’ stato osservato che i diuretici tiazidici, compresa l’idroclorotiazide, possono esacerbare o attivare il lupus eritematoso sistemico.

Altri disturbi metabolici

I diuretici tiazidici, compresa l’idroclorotiazide, possono alterare la tolleranza al glucosio ed innalzare i livelli sierici di colesterolo, trigliceridi ed acido urico. Nei pazienti diabetici può essere necessario l’aggiustamento dalla dose di insulina o degli ipoglicemizzan­ti orali.

Le tiazidi possono ridurre l’escrezione urinaria di calcio e causare un aumento lieve e intermittente del calcio sierico in assenza di disordini accertati del metabolismo del calcio. Una marcata ipercalcemia può essere evidenza di un sottostante iperparatiroidismo. Prima di effettuare gli esami sulla funzionalità della paratiroide si deve interrompere il trattamento con le tiazidi.

Fotosensibilità

Durante il trattamento con diuretici tiazidici sono stati riportati casi di reazioni di fotosensibilità (vedere paragrafo 4.8). Se si verificano reazioni di fotosensibilità, si raccomanda di sospendere il trattamento. Se si ritiene necessario riprendere la somministrazione del diuretico, si raccomanda di proteggere le parti esposte al sole o ai raggi UVA artificiali.

Gravidanza

La terapia con antagonisti del recettore dell’angiotensina II (AIIRA) non deve essere iniziata durante la gravidanza. Per le pazienti che stanno pianificando una gravidanza si deve ricorrere ad un trattamento antipertensivo alternativo, con comprovato profilo di sicurezza per l’uso in gravidanza, a meno che non sia considerato essenziale il proseguimento della terapia con un AIIRA. Quando viene diagnosticata una gravidanza, il trattamento con AIIRA deve essere interrotto immediatamente e, se appropriato, deve essere iniziata una terapia alternativa (vedere paragrafi 4.3 e 4.6).

Generali

E’ necessaria particolare cautela in pazienti che hanno avuto in precedenza reazioni di ipersensibilità ad altri antagonisti dei recettori dell’angiotensina II. Le reazioni di ipersensibilità all’idrocloro­tiazide sono più probabili in pazienti con allergia e asma.

Eccipienti

Dosaggio da 320 mg/12,5 mg: questo medicinale contiene rosso allura AC (E129) e può causare reazioni allergiche.

Dosaggio da 320 mg/25 mg: questo medicinale contiene giallo tramonto FCF (E110) e può causare reazioni allergiche.

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4.5 interazioni con altri medicinali ed altre forme di interazione

Interazioni relative sia a valsartan che a idroclorotiazide

Uso concomitante non raccomandato

Litio

In caso di uso concomitante di ACE inibitori e tiazidi, compresa l’idroclorotiazide, sono stati riportati aumenti reversibili delle concentrazioni sieriche e della tossicità del litio. A causa della mancanza di esperienza sull'impiego contemporaneo di valsartan e litio, tale associazione non è raccomandata. Nel caso l’uso della combinazione risultasse necessaria, si raccomanda di controllare attentamente i livelli sierici del litio.

Uso concomitante che richiede cautela

Altri agenti antipertensivi

Valsartan e Idroclorotiazide Dorom può aumentare gli effetti di altri agenti con proprietà antipertensive (ad es. ACEI, betabloccanti, calcio-antagonisti).

Amine pressorie (ad es. adrenalina, noradrenalina)

E’ possibile una diminuzione della risposta alle amine pressorie, ma non sufficiente a precludere il loro utilizzo.

Farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS), compresi gli inibitori selettivi della COX-2, acido acetilsalicilico >3 g/die e FANS non selettivi

Quando somministrati contemporaneamente, i FANS possono attenuare l’effetto antpertensivo sia degli antagonisti dell’angiotensina II che dell’idrocloro­tiazide. Inoltre, l’uso concomitante di Valsartan e Idroclorotiazide Dorom e FANS può condurre ad un peggioramento della funzionalità renale e ad un aumento del potassio sierico. All’inizio del trattamento è pertanto raccomandato il controllo della funzionalità renale, nonché un’adeguata idratazione del paziente.

Interazioni relative a valsartan

Uso concomitante non raccomandato

Diuretici risparmiatori di potassio, supplementi di potassio, sostitutivi del sale da cucina contenenti potassio ed altre sostanze che possono aumentare i livelli di potassio.

Qualora fosse necessario l'uso dell’associazione di valsartan con un medicinale che altera i livelli del potassio, si raccomanda di controllare i livelli plasmatici del potassio.

Nessuna interazione

Negli studi di interazione relativi a valsartan, non sono state riscontrate interazioni farmacocinetiche aventi rilevanza clinica con valsartan o con alcuno dei seguenti medicinali: cimetidina, warfarin, furosemide, digossina, atenololo, indometacina, idroclorotiazide, amlodipina, glibenclamide.

Digossina e indometacina possono interagire con la componente idroclorotiazide di Valsartan e Idroclorotiazide Dorom (vedere le interazioni relative a idroclorotiazide).

Interazioni relative a idroclorotiazide

Uso concomitante che richiede cautela

Medicinali associati a perdita di potassio e ipokaliemia (ad es. diuretici kaliuretici, corticosteroidi, lassativi, ACTH, amfotericina, carbenoxolone, penicillina G, acido salicilico e suoi derivati)

Se questi medicinali devono essere prescritti con l'associazione valsartan-idroclorotiazide è consigliato il monitoraggio dei livelli plasmatici di potassio. Questi medicinali possono potenziare l'effetto dell'idrocloro­tiazide sul potassio sierico (vedere paragrafo 4.4).

Medicinali che possono indurre torsioni di punta

– Antiaritmici di classe Ia (ad es. chinidina, idrochinidina, disopiramide)

– Antiaritmici di classe III (ad es. amiodarone, sotalolo, dofetilide, ibutilide)

– Alcuni antipsicotici (ad es. tioridazina, clorpromazina, levomepromazina, trifluoperazina, ciamemazina, sulpiride, sultopride, amisulpride, tiapride, pimozide, aloperidolo, droperidolo)

– Altri (ad es. bepridil, cisapride, difemanile, eritromicina e.v., alofantrina, ketanserina, mizolastina, pentamidina, sparfloxacina, terfenadina, vincamina e.v.)

A causa del rischio di ipokaliemia, l’idroclorotiazide deve essere somministrata con cautela quando associata a medicinali che potrebbero indurre torsioni di punta.

Glicosidi digitalici

Ipokaliemia e ipomagnesiemia indotte da tiazidici possono verificarsi come effetti indesiderati favorendo l’insorgenza di aritmie cardiache indotte da digitale.

Sali di calcio e vitamina D

La somministrazione di diuretici tiazidici, compresa l’idroclorotiazide, con vitamina D o con sali di calcio può potenziare l’aumento dei livelli di calcio sierico.

Medicinali antidiabetici (insulina e antidiabetici o­rali)

Il trattamento con un diuretico tiazidico può influenzare la tolleranza al glucosio. Può essere necessario aggiustare il dosaggio dei medicinali antidiabetici.

La metformina deve essere utilizzata con cautela a causa del rischio di acidosi lattica indotto dalla possibile insufficienza renale funzionale associata all’idrocloro­tiazide.

Beta bloccanti e diazossido

L’uso contemporaneo di diuretici tiazidici, compresa l’idroclorotiazide, e beta-bloccanti può aumentare il rischio di iperglicemia. I diuretici tiazidici, compresa l’idroclorotiazide, possono aumentare l’effetto iperglicemico del diazossido.

Medicinali utilizzati nel trattamento della gotta (probenecid, sulfinpirazone e allopurinolo)

Può essere necessario aggiustare il dosaggio di uricosurici, in quanto l'idroclorotiazide può innalzare i livelli sierici di acido urico. Può essere necessario aumentare il dosaggio di probenecid o sulfinpirazone. La somministrazione contemporanea di diuretici tiazidici, compresa l’idroclorotiazide, può aumentare l’incidenza delle reazioni di ipersensibilità all‘allopurinolo.

Anticolinergici (per esempio atropina, biperiden)

La biodisponibilità dei diuretici di tipo tiazidico può essere aumentata da farmaci anticolinergici, apparentemente a causa di una diminuzione della motilità gastrointestinale e della velocità di svuotamento dello stomaco.

Amantadina

Le tiazidi, compresa l’idroclorotiazide, possono aumentare il rischio di reazioni avverse causate dall’amantadina.

Colestiramina e resine del colestipolo

L’assorbimento dei diuretici tiazidici, compresa l’idroclorotiazide, viene diminuito in presenza di resine a scambio anionico.

Agenti citotossici (per esempio ciclofosfamide, metotressato)

Le tiazidi,compresa l’idroclorotiazide, possono ridurre l’escrezione renale dei farmaci citotossici e potenziare i loro effetti mielosoppressori.

Rilassanti della muscolatura scheletrica non depolarizzanti (ad es. tubocurarina)

Le tiazidi, compresa l’idroclorotiazide, potenziano l'azione dei derivati del curaro.

Ciclosporina

La somministrazione contemporanea di ciclosporina può aumentare il rischio di iperuricemia e complicazioni di tipo gottoso

Alcolici, anestetici e sedativi

Si può verificare un potenziamento dell’ipotensione ortostatica.

Metildopa

Sono stati riportati casi isolati di anemia emolitica verificatisi in caso di somministrazione contemporanea di metildopa e idroclorotiazide.

Carbamazepina

I pazienti che ricevono in concomitanza idroclorotiazide e carbamazepina possono sviluppare iponatriemia. Questi pazienti devono pertanto essere avvisati della possibilità di reazioni iponatriemiche e devono essere monitorati di conseguenza.

Mezzi di contrasto iodati

In caso di disidratazione indotta da diuretico, aumenta il rischio di insufficienza renale acuta, specialmente con dosi elevate di prodotti iodati. I pazienti devono essere reidratati prima della somministrazione.

4.6 fertilità, gravidanza e allattamento

Gravidanza

Valsartan

L’uso degli antagonisti del recettore dell’angiotensina II (AIIRA) non è raccomandato durante il primo trimestre di gravidanza (vedere paragrafo 4.4). L’uso degli AIIRA è controindicato durante il secondo ed il terzo trimestre di gravidanza (vedere paragrafi 4.3 e 4.4).

L’evidenza epidemiologica sul rischio di teratogenicità a seguito dell’esposizione ad ACE inibitori durante il primo trimestre di gravidanza non ha dato risultati conclusivi; tuttavia non può essere escluso un lieve aumento del rischio. Sebbene non siano disponibili dati epidemiologici controllati sul rischio con antagonisti del recettore dell’angiotensina II (AIIRA), un simile rischio può esistere anche per questa classe di medicinali. Per le pazienti che stanno pianificando una gravidanza si deve ricorrere ad un trattamento antipertensivo alternativo, con comprovato profilo di sicurezza per l’uso in gravidanza, a meno che non sia considerato essenziale il proseguimento della terapia con un AIIRA. Quando viene accertata una gravidanza, il trattamento con AIIRA deve essere immediatamente interrotto e, se appropriato, si deve iniziare una terapia alternativa.

E’ noto che l’esposizione ad AIIRA durante il secondo ed il terzo trimestre induce tossicità fetale (ridotta funzionalità renale, oligoidramnios, ritardo nell’ossificazione del cranio) e tossicità neonatale (insufficienza renale, ipotensione, iperkaliemia) (vedere anche paragrafo 5.3).

Se dovesse verificarsi esposizione ad un AIIRA dal secondo trimestre di gravidanza, si raccomanda un controllo ecografico della funzionalità renale e del cranio.

I neonati le cui madri abbiano assunto AIIRA devono essere attentamente seguiti per quanto riguarda l’ipotensione (vedere paragrafi 4.3 e 4.4).

Idroclrotiazide

L’esperienza sull’uso di idroclorotiazide durante la gravidanza, specialmente durante il primo trimestre, è limitata. Gli studi condotti su animali sono insufficienti. L’idroclorotiazide attraversa la placenta. In base al meccanismo di azione farmacologico dell’idrocloro­iazide, il suo uso durante il secondo e terzo trimestre di gravidanza può compromettere la perfusione feto-placentale e causare effetti fetali e neonatali come ittero, disturbo dell’equilibrio elettrolitico e trombocitopenia.

L'idroclorotiazide non deve essere usato per l’edema gestazionale, l’ipertensione gestazionale o per la

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pre-eclampsia a causa del rischio di diminuzione del volume plasmatico e di ipoperfusione placentare, senza un effetto benefico sul decorso della malattia. L’idroclorotiazide non deve essere utilizzato per l'ipertensione essenziale nelle donne in gravidanza tranne nei rari casi in cui nessun altro trattamento possa essere utilizzato.

Allattamento

Non sono disponibili dati riguardanti l'uso di valsartan durante l'allattamento. L’idroclorotiazide viene escreta nel latte umano. Non è quindi raccomandato l’uso di valsartan e idroclorotiazide durante l’allattamento. Si devono preferire terapie alternative con comprovato profilo di sicurezza per l'uso durante l'allattamento, specialmente in caso di allattamento a neonati e prematuri.

4.7 effetti sulla capacità di guidare veicoli e sull’uso di macchinari

Non sono stati effettuati studi relativi all'effetto di valsartan e idroclorotiazide sulla capacità di guidare veicoli e sull’uso di macchinari. In caso di guida di veicoli o di utilizzo di macchinari si deve considerare la possibilità di occasionali capogiri o di stanchezza.

4.8 effetti indesiderati

Le reazioni avverse riportate negli studi clinici ed i rilievi di laboratorio verificatisi con maggior frequenza con valsartan + idroclorotiazide rispetto al placebo e le segnalazioni post-marketing individuali sono presentate di seguito secondo la classificazione per sistemi e organi. In corso di trattamento con valsartan/idro­clorotiazide possono verificarsi anche reazioni avverse note per ogni singolo componente in monoterapia ma che non sono state osservate negli studi clinici.

Le reazioni avverse sono classificate in base alla frequenza, a partire da quelle più frequenti, utilizzando la seguente convenzione: molto comune (≥ 1/10); comune (≥ 1/100, < 1/10); non comune (> 1/1.000, < 1/100); raro (≥ 1/10.000, < 1/1.000); molto raro (< 1/10.000), non nota (la frequenza non puo essere definita sulla base dei dati disponibili). All’interno di ciascuna classe di frequenza, gli effetti indesiderati sono riportati in ordine decrescente di gravità.

Tabella 1. Frequenza delle reazioni avverse con valsartan/idro­clorotiazide

Disturbi del metabolismo e della nutrizione

Non comune Disidratazione

Patologie del sistema nervoso

Non comune Parestesia

Molto raro Capogiri

Non nota Sincope

Patologie dell’occhio

Non comune Visione offuscata

Patologie dell'orecchio e del labirinto

Non comune Tinnito

Patologie vascolari

Non comune Ipotensione

Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche

Non comune Tosse

Non nota Edema polmonare non cardiogeno

Patologie gastrointestinali

Molto raro Diarrea

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Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo

Non comune Mialgia

Molto raro Artralgia

Patologie renali e urinarie

Non nota Insufficienza renale

Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione

Non comune Affaticamento

Esami diagnostici

Non nota Aumenti dell’acido urico sierico, aumenti della creatinina sierica e della

bilirubina sierica, ipokaliemia, iponatriemia. Aumento dell’azoto ureico ematico, neutropenia

Ulteriori informazioni sui singoli componenti

Le reazioni avverse già riportate per ciascuno dei singoli componenti possono essere potenziali effetti indesiderati anche per valsartan e idroclorotiazide, anche se non osservate negli studi clinici o nel periodo di postmarketing.

Tabella 2. Frequenza delle reazioni avverse con valsartan

Patologie del sistema emolinfopoietico

Non nota Diminuzione dell’emoglobina, diminuzione dell’ematocrito, trombocitopenia

Disturbi del sistema immunitario

Non nota Altre reazioni allergiche/di ipersensibilità, compresa malattia da siero

Disturbi del metabolismo e della nutrizione

Non nota Aumento del potassio sierico, iponatriemia

Patologie dell'orecchio e del labirinto

Non comune Vertigine

Patologie vascolari

Non nota Vasculite

Patologie gastrointestinali

Non comune Dolore addominale

Patologie epatobiliari

Non nota Aumento dei valori di funzionalità epatica

Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo

Non nota Angioedema, eruzione cutanea, prurito

Patologie renali e urinarie

Non nota Insufficienza renale

Tabella 3. Frequenza delle reazioni avverse con idroclorotiazide

L’idroclorotiazide è stata ampiamente prescritta per molti anni, spesso a dosi più elevate di quelle somministrate con valsartan e idroclorotiazide. Le seguenti reazioni avverse sono state riportate in pazienti trattati in monoterapia con diuretici tiazidici, compresa l’idroclorotiazide.

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Patologie del sistema emolinfopoietico

Raro

Molto raro

Trombocitopenia, talvolta con porpora

Agranulocitosi, leucopenia, anemia emolitica,depres­sione midollare

Disturbi del sistema immunitario

Molto raro

Reazioni di ipersensibilità

Disturbi psichiatrici Raro

Depressione, disturbi del sonno

Patologie del sistema nervoso

Raro Cefalea

Patologie cardiache

Raro Aritmie cardiache

Patologie vascolari

Comune Ipotensione posturale

Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche

Molto raro Distress respiratorio, comprendente polmonite ed edema polmonare

Patologie gastrointestinali

Comune Perdita di appetito, nausea lieve e vomito

Raro Stipsi, malessere gastrointestinale

Molto raro Pancreatite

Patologie epatobiliari

Raro Colestasi intraepatica o ittero

Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo

Comune Orticaria ed altre forme di eruzione cutanea

Raro Fotosensibilità

Molto raro Vasculite necrotizzante e necrolisi epidermica tossica, reazioni cutanee simili

al lupus eritematoso, riattivazione di lupus eritematoso cutaneo.

Patologie dell'apparato riproduttivo e della mammella

Comune Impotenza

Il sovradosaggio di valsartan può provocare una marcata ipotensione, che può portare ad un ridotto livello di coscienza, collasso circolatorio e/o shock. In seguito a sovradosaggio di idroclorotiazide possono inoltre verificarsi i seguenti segni e sintomi: nausea, sonnolenza, ipovolemia, disturbi elettrolitici associati ad aritmie cardiache e a spasmi muscolari.

Trattamento

Le misure terapeutiche dipendono dal momento dell'ingestione e dal tipo e dalla gravità dei sintomi, dando priorità alla normalizzazione delle condizioni circolatorie.

In caso di ipotensione il paziente deve essere posto in posizione supina e si devono somministrare rapidamente soluzioni saline.

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Il valsartan non può essere rimosso mediante emodialisi, a causa del suo forte legame alle proteine plasmatiche, mentre la rimozione dell’idrocloro­tiazide può essere effettuata con la dialisi.

5. proprietà farmacologiche

5.1 proprietà farmacodinamiche

Categoria farmacoterapeutica: Agenti attivi sul sistema renina-angiotensina, Antagonisti dell’angiotensina II e diuretici, valsartan e diuretici

Codice ATC: C09D A03

Valsartan/idro­clorotiazide

In uno studio in doppio cieco, randomizzato, controllato con farmaco attivo in pazienti non adeguatamente controllati con 320 mg di valsartan, sono state osservate diminuzioni significativamente superiori della pressione sistolica/dias­tolica con sia l’associazione di valsartan/idro­clorotiazide 320/12,5 mg (15,4/10,4 mmHg) sia con valsartan/idro­clorotiazide 320/25 mg (13,6/9,7 mmHg) rispetto a valsartan 320 mg (6,1/5,8 mmHg).

Anche la differenza nella riduzione della pressione sistolica tra la dose da 320/25 mg e la dose da 320/12,5 mg ha raggiunto una significatività statistica. Inoltre, una percentuale significativamente maggiore di pazienti ha risposto (pressione diastolica <90 mmHg o riduzione ≥10 mmHg) alla terapia con valsartan/ idroclorotiazide 320/25 mg (75%) e 320/12,5 mg (69%) rispetto a valsartan 320 (53%).

In uno studio multifattoriale, randomizzato, in doppio cieco che ha confrontato i diversi dosaggi delle associazioni di valsartan/idro­clorotiazide con i rispettivi componenti, sono state osservate diminuzioni significativamente superiori della pressione sistolica/dias­tolica con l’associazione di valsartan/idro­clorotiazide 320/12,5 mg (21,7/15,0 mmHg) e 320/25 mg (24,7/16,6 mmHg) rispetto al placebo (7,0/5,9 mmHg) e alle rispettive monoterapie, vale a dire idroclorotiazide 12,5 mg (11,1/9,0 mmHg), idroclorotiazide 25 mg (14,5/10,8 mmHg) e valsartan 320 mg (13,7/11,3 mmHg). Inoltre, una percentuale significativamente maggiore di pazienti ha risposto (pressione diastolica <90 mmHg o riduzione ≥10 mmHg) alla terapia con valsartan/idro­clorotiazide 320/25 mg (85%) e 320/12,5 mg (83%) rispetto al placebo (45%) ed alle rispettive monoterapie, vale a dire idroclorotiazide 12,5 mg (60%), idroclorotiazide 25 mg (66%) e valsartan 320 mg (69%).

Negli studi clinici controllati con valsartan + idroclorotiazide si è verificata una riduzione del potassio sierico dose-dipendente. La riduzione del potassio sierico si è verificata più frequentemente in pazienti che hanno ricevuto 25 mg di idroclorotiazide, rispetto a quelli che ne hanno ricevuto 12,5 mg. Negli studi clinici controllati con valsartan/idro­clorotiazide l’effetto sull’abbassamento dei livelli di potassio da parte dell’idrocloro­tiazide è stato attenuato dall’effetto risparmiatore di potassio del valsartan..

Non sono attualmente noti gli effetti benefici dell’associazione tra valsartan e idroclorotiazide sulla mortalità e morbilità cardiovascolari.

Studi epidemiologici hanno dimostrato che la terapia a lungo termine con idroclorotiazide riduce il rischio di mortalità e morbilità cardiovascolari

Valsartan

Valsartan è uno specifico, potente antagonista dei recettori dell’angiotensina II (Ang II), attivo per via orale. Agisce selettivamente sul sottotipo recettoriale AT1, responsabile per le note azioni dell’angiotensina II. L’aumento dei livelli plasmatici di Ang II, conseguente al blocco dei recettori AT1 attuato da valsartan, può stimolare i recettori AT2 non bloccati, ciò che sembra controbilanciare

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l’azione dei recettori AT1. Valsartan non esplica alcuna attività agonista parziale a livello del recettore AT1 ed ha una affinità molto maggiore per il recettore AT1 (circa 20.000 volte) rispetto al recettore AT2. Valsartan non si lega o non blocca altri recettori ormonali o canali ionici noti per la loro importanza nella regolazione cardiovascolare.

Valsartan non inibisce l’ACE, noto anche come chininasi II, che converte l’Ang I ad Ang II e degrada la bradichinina. Poiché non si verifica alcun effetto sull'ACE né un potenziamento degli effetti della bradichinina o della sostanza P, è improbabile che gli antagonisti dei recettori dell'angiotensina siano associati alla tosse. Negli studi clinici in cui valsartan è stato confrontato con un ACE inibitore, l’incidenza di tosse secca è stata significativamente (P<0,05) inferiore nei pazienti trattati con valsartan rispetto a quelli trattati con un ACE inibitore (rispettivamente 2,6% in confronto a 7,9%). In uno studio clinico condotto su pazienti con precedenti di tosse secca durante trattamento con un ACE inibitore, il 19,5% dei pazienti trattati con valsartan ed il 19,0% di quelli trattati con un diuretico tiazidico hanno sofferto di tosse rispetto al 68,5% dei pazienti trattati con un ACE inibitore (P<0,05).

La somministrazione di valsartan a pazienti affetti da ipertensione arteriosa induce una riduzione della pressione arteriosa senza alterare la frequenza cardiaca. Nella maggior parte dei pazienti, dopo la somministrazione di una dose singola per via orale, l’inizio dell’attività antipertensiva si ha entro 2 ore ed il picco di riduzione pressoria viene raggiunto entro 4–6 ore. L’effetto antipertensivo persiste per oltre 24 ore dopo la somministrazione. In caso di somministrazione ripetuta, con qualsiasi dose la massima riduzione della pressione arteriosa viene generalmente ottenuta entro 2–4 settimane e viene mantenuta nel corso di un trattamento a lungo termine. Una ulteriore significativa riduzione della pressione arteriosa viene ottenuta associando il farmaco all'idrocloro­tiazide

La brusca sospensione di valsartan non è stata associata a fenomeni di ipertensione da rimbalzo o ad altri eventi clinici avversi.

Nei pazienti ipertesi con diabete di tipo 2 e microalbuminuria, valsartan ha dimostrato di ridurre l'escrezione urinaria di albumina. Lo studio MARVAL (Micro Albuminuria Reduction with Valsartan) ha valutato la riduzione nell'escrezione urinaria dell'albumina (UAE) con valsartan (80–160 mg/od) vs. amlodipina (5–10 mg/od), in 332 pazienti affetti da diabete di tipo 2 (età media: 58 anni; 265 maschi) con microalbuminuria (valsartan: 58 μg/min; amlodipina: 55,4 μg/min), pressione arteriosa normale o elevata e funzionalità renale integra (creatininemia <120 μmol/l). Dopo 24 settimane, l'UAE è risultata diminuita (p<0,001) del 42% (–24,2 μg/min; 95% CI: –40,4 a –19,1) con valsartan e di circa il 3% (1,7 μg/min; 95% CI: –5,6 a 14,9) con amlodipina nonostante diminuzioni simili della pressione arteriosa in entrambi i gruppi. Lo studio DROP ha valutato ulteriormente l'efficacia di valsartan nel ridurre l'escrezione urinaria di albumina (UAE) in 391 pazienti ipertesi (PA=150/88 mmHg) con diabete di tipo 2, albuminuria (media=102 μg/min; 20–700 μg/min) e funzionalità renale integra (media creatinina sierica = 80 μmol/l). I pazienti sono stati randomizzati ad uno di tre diversi dosaggi di valsartan (160, 320 e 640 mg/od) e sono stati trattati per 30 settimane. Lo scopo di tale studio era di determinare la dose ottimale di valsartan al fine di ridurre l'UAE in pazienti ipertesi con diabete di tipo 2. Dopo 30 settimane, la percentuale di variazione dell'UAE si è significativamente ridotta del 36% rispetto al basale con valsartan 160 mg (95%CI: 22% a 47%), e del 44% con valsartan 320 mg (95%CI: 31% a 54%). E' risultato che 160–320 mg di valsartan ha prodotto riduzioni clinicamente significative dell'UAE nei pazienti ipertesi con diabete di tipo 2.

Idroclorotiazide

Il sito d’azione dei diuretici tiazidici è prevalentemente nel tubulo contorto distale renale. E’ stata dimostrata la presenza di un recettore ad alta affinità nella corteccia renale che è risultato il sito primario di legame per l’azione dei diuretici tiazidici e l’inibizione del trasporto di NaCl nel tubulo contorto distale. Il meccanismo d’azione dei tiazidici si attua attraverso l’inibizione del trasporto di Na+Cl-, forse per competizione con il sito del Cl-, influenzando quindi il meccanismo di riassorbimento degli elettroliti: aumentando direttamente l’escrezione del sodio e del cloro in quantità equivalenti ed indirettamente riducendo il volume plasmatici mediante questa azione diuretica, con un conseguente aumento dell’attività della renina plasmatica, della secrezione dell’aldosterone e della perdita del potassio urinario ed una diminuzione del potassio sierico. Il legame renina-aldosterone viene mediato dall’angiotensina II, di modo che con la somministrazione contemporanea di valsartan la riduzione del potassio sierico è meno pronunciata di quella osservata in corso di monoterapia con idroclorotiazide.

5.2 proprietà farmacocinetiche

Valsartan/idro­clorotiazide

La disponibilità sistemica dell’idrocloro­tiazide viene ridotta del 30% circa in caso di somministrazione contemporanea con valsartan. La cinetica di valsartan non viene influenzata in modo rilevante dalla somministrazione contemporanea con idroclorotiazide. L’interazione osservata non ha conseguenze sull’uso di valsartan e idroclorotiazide in associazione, in quanto studi clinici controllati hanno dimostrato un chiaro effetto antipertensivo, superiore a quello ottenuto con le due sostanze attive somministrate singolarmente, o con il placebo.

Valsartan

Assorbimento

Dopo somministrazione per via orale da solo, le concentrazioni di picco di valsartan si raggiungono dopo 2–4 ore. La sua biodisponibilità assoluta media è del 23%. Il cibo diminuisce l’esposizione (misurata dall’AUC, area sotto la curva di concentrazione plasmatica) a valsartan di circa il 40% e il picco di concentrazione plasmatica (Cmax) di circa il 50%, sebbene dopo circa 8 ore dalla somministrazione del farmaco le concentrazioni plasmatiche di valsartan siano simili sia nei soggetti a digiuno sia in quelli non a digiuno. Tuttavia, questa riduzione dell’AUC non è accompagnata da una riduzione clinicamente significativa dell’effetto terapeutico, pertanto valsartan può essere assunto con o senza cibo.

Distribuzione

Il volume di distribuzione di valsartan allo stato stazionario dopo somministrazione endovenosa è di circa 17 litri, indicando così che valsartan non si distribuisce ampiamente nei tessuti. Valsartan è altamente (94–97%) legato alle proteine sieriche, principalmente all'albumina sierica.

Biotrasformazione

Valsartan non viene biotrasformato in misura elevata, in quanto soltanto circa il 20% della dose viene crecuperato sotto forma di metaboliti. Nel plasma sono state identificate basse concentrazioni di un metabolita idrossilato (meno del 10% dell'AUC di valsartan). Questo metabolita è farmacologicamente inattivo.

Eliminazione

Valsartan presenta una cinetica di decadimento multiesponenziale (t½α <1 ora e t½ß di circa 9 ore). Valsartan viene escreto principalmente nelle feci (circa l' 83% della dose) e nelle urine (circa il 13% della dose), principalmente come farmaco immodificato. Dopo somministrazione endovenosa, la clearance plasmatica è di circa 2 l/h e la sua clearance renale è di 0,62 l/h (circa il 30% della clearance totale plasmatica). L'emivita di eliminazione di valsartan è di 6 ore.

Idroclorotiazide

Assorbimento

Dopo somministrazione per via orale l’idroclorotiazide viene rapidamente assorbita (tmaxcirca 2 ore) con caratteristiche di assorbimento simili sia per la sospensione che per le compresse. Dopo somministrazione orale, la biodisponibilità assoluta dell’idrocloro­tiazide è del 60–80%. La somministrazione contemporanea di cibo può aumentare o diminuire la disponibilità sistemica dell’idrocloro­tiazide, in confronto ai soggetti a digiuno. L’entità di questi effetti è minima e riveste una limitata importanza clinica. Nell’intervallo terapeutico, l’aumento dell’AUC media è lineare e proporzionale alla dose. Non si manifesta alcuna alterazione della cinetica dell’idrocloro­tiazide in seguito a somministrazione ripetuta e l’accumulo è minimo quando il farmaco viene somministrato una volta al giorno.

Distribuzione

Le cinetiche di distribuzione ed eliminazione sono state generalmente descritte mediante una funzione a decadimento biesponenziale. Il volume apparente di distribuzione è di 4–8 l/kg.

L’idroclorotiazide circolante è legata alle proteine sieriche (40–70%), principalmente all’albumina sierica. L’idroclorotiazide si accumula anche negli eritrociti in quantità circa 1,8 volte superiori rispetto ai livelli plasmatici.

Eliminazione

Oltre il 95% della dose assorbita di idroclorotiazide viene eliminata come composto immodificato nell’urina. La clearance renale è composta dalla filtrazione passiva e dalla secrezione attiva nel tubulo renale. L’emivita terminale è di 6–15 ore.

Popolazioni speciali

Anziani

In alcuni soggetti anziani, è stata osservata un'esposizione sistemica a valsartan leggermente superiore rispetto ai soggetti giovani; tuttavia, non è stato dimostrato che ciò abbia un significato clinico.

Dati limitati suggeriscono che la clearance sistemica dell’idrocloro­tiazide sia ridotta negli anziani sia sani che ipertesi, rispetto ai volontari sani giovani.

Insufficienza renale

Alle dosi raccomandate di valsartan/idro­clorotiazide non è richiesto alcun aggiustamento della dose nei pazienti con clearance della creatinina of 30–70 ml/min.

Non sono disponibili dati relativi alla somministrazione di valsartan/idro­clorotiazide in pazienti con grave insufficienza renale (clearance della creatinina<30 ml/min) e nei pazienti sottoposti a dialisi. Il valsartan è ampiamente legato alle proteine plasmatiche e non viene rimosso mediante emodialisi, mentre la rimozione dell’idrocloro­tiazide può essere effettuata con la dialisi.

La clearance renale dell’idrocloro­tiazide è il risultato di una filtrazione passiva e di una secrezione attiva nel tubulo renale. Come ci si attenderebbe da un composto che venga eliminato quasi esclusivamente per via renale, la funzionalità renale ha un effetto notevole sulla cinetica dell’idrocloro­tiazide (vedere paragrafo 4.3).

Insufficienza epatica

In uno studio di farmacocinetica condotto in pazienti con disfunzione epatica lieve (n=6) o moderata (n=5) l’esposizione al valsartan è aumentata di circa 2 volte rispetto ai volontari sani.

Non sono disponibili dati sull'uso di valsartan nei pazienti con grave disfunzione epatica (vedere paragrafo 4.3). La malattia epatica non influenza significativamente le proprietà farmacocinetiche dell’idrocloro­tiazide.

5.3 dati preclinici di sicurezza

La potenziale tossicità dell’associazione valsartan/idro­clorotiazide somministrata per via orale è stata esaminata nel ratto e nella scimmia (marmoset) nel corso di studi della durata fino a 6 mesi. Non sono emersi risultati che escludano l’uso di dosi terapeutiche nell’uomo.

Negli studi di tossicità cronica, le modifiche indotte dall’associazione sono state molto probabilmente causate dal valsartan. L’organo bersaglio dal punto di vista tossicologico è stato il rene, con una reazione molto più marcata nella scimmia che nel ratto. L’associazione ha provocato un danno renale (nefropatia con basofilia tubolare, aumenti dall’urea plasmatica, della creatinina plasmatica e del potassio sierico, aumenti del volume urinario e degli elettroliti urinari da 30 mg/kg/die di valsartan + 9 mg/kg/die di idroclorotiazide nel ratto e 10 + 3 mg/kg/die nella scimmia), probabilmente tramite un’alterazione dell’emodinamica renale.

Queste dosi nel ratto rappresentano rispettivamente 0,9 e 3,5 volte la dose massima raccomandata nell’uomo (MRHD) di valsartan e idroclorotiazide in mg/m2. Nella scimmia queste dosi rappresentano rispettivamente 0,3 e 1,2 volte la dose massima raccomandata nell’uomo (MRHD) di valsartan e idroclorotiazide in mg/m2 (i calcoli presumono una dose orale di 320 mg/die di valsartan in associazione a 25 mg/die di idroclorotiazide ed un paziente di 60 kg).

Alte dosi dell’associazione valsartan/idro­clorotiazide hanno provocato una riduzione degli indici delle cellule della serie rossa (eritrociti, emoglobina, ematocrito da 100 + 31 mg/kg/die nel ratto e 30 + 9 mg/kg/die nella scimmia. Queste dosi nel ratto rappresentano rispettivamente 3,0 e 12 volte la dose massima raccomandata nell’uomo (MRHD) di valsartan e idroclorotiazide in mg/m2. Nella scimmia queste dosi rappresentano rispettivamente 0,9 e 3,5 volte la dose massima raccomandata nell’uomo (MRHD) di valsartan e idroclorotiazide in mg/m2 (i calcoli presumono una dose orale di 320 mg/die di valsartan in associazione a 25 mg/die di idroclorotiazide ed un paziente di 60 kg).

Nella scimmia sono stati osservati danni nella mucosa gastrica (da 30 + 9 mg/kg/die). L’associazione ha inoltre provocato iperplasia delle arteriole afferenti nel rene (a 600 + 188 mg/kg/die nel ratto e da 30 + 9 mg/kg/die nella scimmia). Queste dosi nella scimmia rappresentano rispettivamente 0,9 e 3,5 volte la dose massima raccomandata nell’uomo (MRHD) di valsartan e idroclorotiazide in mg/m2. Nel ratto queste dosi rappresentano rispettivamente 18 e 73 volte la dose massima raccomandata nell’uomo (MRHD) di valsartan e idroclorotiazide in mg/m2 (i calcoli presumono una dose orale di 320 mg/die di valsartan in associazione a 25 mg/die di idroclorotiazide ed un paziente di 60 kg).

Gli effetti sopra riportati sembrano dovuti all’azione farmacologica di alte dosi di valsartan (blocco dell’inibizione del rilascio di renina indotto dall’angiotensina II, con stimolazione delle cellule che producono renina) e si verificano anche con gli ACE-inibitori. Questi risultati sembrano non avere alcuna rilevanza per dosi terapeutiche di valsartan nell’uomo.

L’associazione valsartan/idro­clorotiazide non è stata esaminata per mutagenicità, scissione cromosomica o carcinogenesi, in quanto non è stata evidenziata interazione tra le due sostanze. Comunque, questi test sono stati condotti separatamente con valsartan e idroclorotiazide e non hanno evidenziato mutagenicità, scissione cromosomica o carcinogenicità.

Nei ratti, dosi di valsartan tossiche per le madri (600 mg/kg/die) durante gli ultimi giorni di gravidanza e durante l'allattamento hanno comportato minori tassi di sopravvivenza, un minore aumento del peso ed un ritardo nello sviluppo (distacco della cartilagine e apertura del canale auricolare) nella prole (vedere paragrafo 4.6). Tali dosi nei ratti (600 mg/kg/die) corrispondono a circa 18 volte la dose massima umana raccomandata in mg/m2 (i calcoli presumono una dose orale di 320 mg/die per un paziente di 60 kg di peso). Risultati simili sono stati osservati per valsartan/idro­clorotiazide in ratti e conigli. Negli studi di sviluppo embrio-fetale (segmento II) con valsartan/idro­clorotiazide nel ratto e nel coniglio non c’è stata evidenza di teratogenicità, è stata tuttavia osservata fetotossicità associata a tossicità materna.

6. informazioni farmaceutiche

6.1 elenco degli eccipienti

Nucleo della compressa

Silice colloidale anidra

Sodio amido glicolato (tipo A)

Crospovidone (tipo A)

Cellulosa microcristallina

Amido di mais

Magnesio stearato

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320 mg/12,5 mg

Rivestimento: Opadry 03F34483 rosa

Ipromellosa

Macrogol 8000

Titanio diossido (E171)

Talco

Rosso Allura AC (E129)

Ferro ossido giallo (E172)

Ferro ossido rosso (E 172)

Ferro ossido nero (E172)

320 mg/25 mg

Rivestimento : Opadry 03F32683 giallo

Ipromellosa

Macrogol

Titanio diossido (E171)

Talco

Ferro ossido giallo (E172)

Giallo tramonto FCF (E110)

6.2 Incompatibilità

Non pertinente

6.3 periodo di validità

Blister transparenti in PVC/PE/PVdC – aluminium:

Blister in Aluminium – aluminium:

2anni

2 anni.

6.4 precauzioni particolari per la conservazione

Blister transparenti in PVC/PE/PVdC – aluminium:

Blister in Aluminium – aluminium:

Non conservare a temperatura superiore ai 30 °C. Conservare nella confezione originale per proteggere il medicinale dall’umidità Conservare nella confezione originale per proteggere il medicinale dall’umidità.

6.5 natura e contenuto del contenitore

Confezioni in blister di Polyamide/allu­minio/PVC – alluminio

Confezioni in blister transparenti di PVC/PE/PVdC – alluminio

Confezioni: 7, 14, 15, 20, 28, 30, 50, 56, 60, 90, 98, 100, e 280 compresse.

Confezioni caledario: 28 e 56,

Blister a dosi unitarie: 50 (50×1), 56 (56×1), 98 (98×1) e 280 (280×1).

È possibile che non tutte le confezioni siano commercializzate.

6.6 Precauzioni particolari per lo smaltimento

Non pertinente

7. titolare dell’autorizzazione all’immissione in commercio

Teva Italia S.r.l. – Via Messina, 38 – 20154 Milano

000813_040901­_RCP.doc 16

8. NUMERO(I) DELL’AUTORIZZAZIONE ALL’IMMISSIONE IN COMMERCIO

040901011/M – „320 MG/12,5 MG COMPRESSE RIVESTITE CON FILM“ 7 COMPRESSE IN BLISTER PVC/PE/PVDC-AL

040901023/M – „320 MG/12,5 MG COMPRESSE RIVESTITE CON FILM“ 14

COMPRESSE IN BLISTER PVC/PE/PVDC-AL

040901035/M; – „320 MG/12,5 MG COMPRESSE RIVESTITE CON FILM“ 28

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040901124/M – „320 MG/12,5 MG COMPRESSE RIVESTITE CON FILM“ 56

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040901163/M – „320 MG/12,5 MG COMPRESSE RIVESTITE CON FILM“ 280X1 COMPRESSE IN BLISTER MONODOSE PVC/PE/PVDC-AL

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040901187/M – „320 MG/12,5 MG COMPRESSE RIVESTITE CON FILM“ 14

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040901199/M – „320 MG/12,5 MG COMPRESSE RIVESTITE CON FILM“ 28

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40901201/M – „320 MG/12,5 MG COMPRESSE RIVESTITE CON FILM“ 30 COMPRESSE IN BLISTER PA/AL/PVC-AL

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COMPRESSE IN BLISTER PA/AL/PVC-AL 040901249/M – „320 MG/12,5 MG COMPRESSE RIVESTITE CON FILM“ 98

COMPRESSE IN BLISTER PA/AL/PVC-AL

040901252/M – „320 MG/12,5 MG COMPRESSE RIVESTITE CON FILM“ 100

COMPRESSE IN BLISTER PA/AL/PVC-AL

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COMPRESSE IN BLISTER PA/AL/PVC-AL

040901276/M – „320 MG/12,5 MG COMPRESSE RIVESTITE CON FILM“ 28

COMPRESSE IN BLISTER PA/AL/PVC-AL – CONFEZIONE CALENDARIO

040901288/M – „320 MG/12,5 MG COMPRESSE RIVESTITE CON FILM“ 56

COMPRESSE IN BLISTER PA/AL/PVC-AL – CONFEZIONE CALENDARIO

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COMPRESSE IN BLISTER MONODOSE PA/AL/PVC-AL

040901302/M – „320 MG/12,5 MG COMPRESSE RIVESTITE CON FILM“ 56X1

COMPRESSE IN BLISTER MONODOSE PA/AL/PVC-AL

040901314/M – „320 MG/12,5 MG COMPRESSE RIVESTITE CON FILM“ 98X1

COMPRESSE IN BLISTER MONODOSE PA/AL/PVC-AL

040901326/M – „320 MG/12,5 MG COMPRESSE RIVESTITE CON FILM“ 280X1

COMPRESSE IN BLISTER MONODOSE PA/AL/PVC-AL

040901338/M – „320 MG/25 MG COMPRESSE RIVESTITE CON FILM“ 7 COMPRESSE

IN BLISTER PVC/PE/PVC-AL

040901340/M – „320 MG/25 MG COMPRESSE RIVESTITE CON FILM“ 14 COMPRESSE IN BLISTER PVC/PE/PVC-AL

040901353/M – „320 MG/25 MG COMPRESSE RIVESTITE CON FILM“ 28 COMPRESSE

IN BLISTER PVC/PE/PVC-AL

040901365/M – „320 MG/25 MG COMPRESSE RIVESTITE CON FILM“ 30 COMPRESSE IN BLISTER PVC/PE/PVC-AL

040901377/M – „320 MG/25 MG COMPRESSE RIVESTITE CON FILM“ 56 COMPRESSE

IN BLISTER PVC/PE/PVC-AL

040901389/M – „320 MG/25 MG COMPRESSE RIVESTITE CON FILM“ 60 COMPRESSE IN BLISTER PVC/PE/PVC-AL

040901391/M – „320 MG/25 MG COMPRESSE RIVESTITE CON FILM“ 90 COMPRESSE

IN BLISTER PVC/PE/PVC-AL

040901403/M – „320 MG/25 MG COMPRESSE RIVESTITE CON FILM“ 98 COMPRESSE

IN BLISTER PVC/PE/PVC-AL

040901415/M – „320 MG/25 MG COMPRESSE RIVESTITE CON FILM“ 100

COMPRESSE IN BLISTER PVC/PE/PVC-AL

040901427/M – „320 MG/25 MG COMPRESSE RIVESTITE CON FILM“ 280

COMPRESSE IN BLISTER PVC/PE/PVC-AL

040901439/M – „320 MG/25 MG COMPRESSE RIVESTITE CON FILM“ 28 COMPRESSE

IN BLISTER PVC/PE/PVC-AL – CONFEZIONE CALENDARIO

040901441/M – „320 MG/25 MG COMPRESSE RIVESTITE CON FILM“ 56 COMPRESSE

IN BLISTER PVC/PE/PVC-AL – CONFEZIONE CALENDARIO

040901454/M – „320 MG/25 MG COMPRESSE RIVESTITE CON FILM“ 50X1

COMPRESSE IN BLISTER MONODOSE PVC/PE/PVC-AL

000813_040901­_RCP.doc 18

040901466/M – „320 MG/25 MG COMPRESSE RIVESTITE CON FILM“ 56X1

COMPRESSE IN BLISTER MONODOSE PVC/PE/PVC-AL

040901478/M – „320 MG/25 MG COMPRESSE RIVESTITE CON FILM“ 98X1

COMPRESSE IN BLISTER MONODOSE PVC/PE/PVC-AL

040901480/M – „320 MG/25 MG COMPRESSE RIVESTITE CON FILM“ 280X1

COMPRESSE IN BLISTER MONODOSE PVC/PE/PVC-AL

040901492/M – „320 MG/25 MG COMPRESSE RIVESTITE CON FILM“ 7 COMPRESSE IN BLISTER PA/AL/PVC-AL

040901504/M – „320 MG/25 MG COMPRESSE RIVESTITE CON FILM“ 14 COMPRESSE IN BLISTER PA/AL/PVC-AL

040901516/M – „320 MG/25 MG COMPRESSE RIVESTITE CON FILM“ 28 COMPRESSE IN BLISTER PA/AL/PVC-AL

040901528/M – „320 MG/25 MG COMPRESSE RIVESTITE CON FILM“ 30 COMPRESSE IN BLISTER PA/AL/PVC-AL

040901530/M – „320 MG/25 MG COMPRESSE RIVESTITE CON FILM“ 56 COMPRESSE IN BLISTER PA/AL/PVC-AL

040901542/M – „320 MG/25 MG COMPRESSE RIVESTITE CON FILM“ 60 COMPRESSE IN BLISTER PA/AL/PVC-AL

040901555/M – „320 MG/25 MG COMPRESSE RIVESTITE CON FILM“ 90 COMPRESSE IN BLISTER PA/AL/PVC-AL

040901567/M – „320 MG/25 MG COMPRESSE RIVESTITE CON FILM“ 98 COMPRESSE IN BLISTER PA/AL/PVC-AL

040901579/M- „320 MG/25 MG COMPRESSE RIVESTITE CON FILM“ 100 COMPRESSE IN BLISTER PA/AL/PVC-AL

040901581/M – „320 MG/25 MG COMPRESSE RIVESTITE CON FILM“ 280

COMPRESSE IN BLISTER PA/AL/PVC-AL

040901593/M – „320 MG/25 MG COMPRESSE RIVESTITE CON FILM“ 28 COMPRESSE IN BLISTER PA/AL/PVC-AL – CONFEZIONE CALENDARIO

040901605/M – „320 MG/25 MG COMPRESSE RIVESTITE CON FILM“ 56 COMPRESSE IN BLISTER PA/AL/PVC-AL – CONFEZIONE CALENDARIO

040901617/M – „320 MG/25 MG COMPRESSE RIVESTITE CON FILM“ 50X1

COMPRESSE IN BLISTER MONODOSE PA/AL/PVC-AL

040901629/M – „320 MG/25 MG COMPRESSE RIVESTITE CON FILM“ 56X1

COMPRESSE IN BLISTER MONODOSE PA/AL/PVC-AL

040901631/M – „320 MG/25 MG COMPRESSE RIVESTITE CON FILM“ 98X1

COMPRESSE IN BLISTER MONODOSE PA/AL/PVC-AL

040901643/M – „320 MG/25 MG COMPRESSE RIVESTITE CON FILM“ 280X1

COMPRESSE IN BLISTER MONODOSE PA/AL/PVC-AL

9. data della prima autorizzazione/rinnovo dell’autorizzazione

Agosto 2012