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PARACETAMOLO ZENTIVA GENERICS - riassunto delle caratteristiche del prodotto

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Dostupné balení:

Riassunto delle caratteristiche del prodotto - PARACETAMOLO ZENTIVA GENERICS

1. denominazione del medicinale

Paracetamolo Zentiva Generics 500 mg compresse rivestite con film

Paracetamolo Zentiva Generics 1000 mg compresse rivestite con film

2. composizione qualitativa e quantitativa

Paracetamolo Zentiva Generics 500 mg compresse rivestite con film: ogni compressa rivestita con film contiene 500 mg di paracetamolo.

Paracetamolo Zentiva Generics 1000 mg compresse rivestite con film: ogn i compressa rivestita con film contiene 1000 mg di paracetamolo.

Per l'elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.

3. forma farmaceutica

Compressa rivestita con film.

500 mg: compressa rivestita con film a forma di capsula e bianca, 17,0 mm x 7,2 mm, con linea di divisione su un lato e liscia sull'altro lato.

La compressa può essere divisa in due metà uguali.

1000 mg: compressa rivestita con film a forma di capsula e bianca, 21,4 mm x 9,0

mm, con linea di divisione su un lato e liscia sull'altro lato. La compressa può essere divisa in due metà uguali.

INFORMAZIONI CLINICHE

4.

Trattamento sintomatico del dolore da lieve a moderato e/o della febbre.

4.2 posologia e modo di somministrazione

Paracetamolo Zentiva Generics 500 mg compresse rivestite con film non devono essere somministrate ai bambini di peso inferiore a 26 kg.

Paracetamolo Zentiva Generics 1000 mg compresse rivestite con film non devono essere somministrate ai bambini o agli adolescenti di peso inferiore a 50 kg.

Posologia

Adulti e adolescenti (di peso superiore a 50 kg)

La dose abituale è compresa tra 500 mg e 1000 mg ogni 4–6 ore al bisogno, fino a un massimo di 3 g al giorno. La dose singola massima è 1000 mg.

La dose massima giornaliera non deve essere superata in considerazione del rischio di danno epatico grave (vedere paragrafi 4.4 e 4.9).

500 mg

Popolazione pediatrica (con peso da 20 a 50 kg)

La dose giornaliera totale raccomandata di paracetamolo è circa 60 mg/kg suddivisi in 4 o 6 somminis­trazioni separate, oppure circa 15 mg/kg ogni 6 ore o 10 mg/kg ogni 4

Documento reso disponibile da AIFA il 25/10/2018

ore. La dose massima giornaliera non deve essere superata in considerazione del rischio di danno epatico grave (vedere paragrafi 4.4 e 4.9).

Il dosaggio pediatrico deve essere basato sul peso corporeo e si deve usare una forma di somministrazione idonea. Le informazioni fornite di seguito sull'età dei bambini in ogni gruppo di peso sono solo indicative.

Una somministrazione regolare riduce al minimo il dolore e le oscillazioni della temperatura corporea. Nei bambini la somministrazione deve essere regolare, anche durante la notte, preferibilmente a intervalli di 6 ore, altrimenti a intervalli di almeno 4 ore.

Paracetamolo Zentiva Generics 500 mg:

Bambini e adolescenti di peso compreso tra 43 e 50 kg (circa 12–15 anni di età)

La dose abituale è 500 mg ogni 4 ore al bisogno, fino a un massimo di 2,5 g al giorno.

Bambini di peso compreso tra 34 e 43 kg (circa 11–12 anni di età)

La dose abituale è 500 mg ogni 6 ore al bisogno, fino a un massimo di 2 g al giorno.

Bambini di peso compreso tra 26 e 34 kg (circa 8–11 anni di età)

La dose abituale è 250 mg ogni 4 ore oppure 500 mg ogni 6 ore al bisogno, fino a un massimo di 1,5 g al giorno.

Insufficienza renale

Il paracetamolo deve essere usato con cautela in presenza di insufficienza renale e si raccomanda di aumentare l'intervallo tra le dosi in caso di insufficienza renale grave. Quando la clearance della creatinina è inferiore a 10 ml/min., l'intervallo minimo tra due somministrazioni deve essere di 8 ore.

Insufficienza epatica

Il paracetamolo deve essere usato con cautela in presenza di insufficienza epatica o sindrome di Gilbert. La dose deve essere ridotta o l'intervallo tra una dose e l'altra prolungato.

Anziani

Nell’anziano non è richiesta la correzione della dose.

Alcolismo cronico

Il consumo cronico di alcolici può ridurre la soglia di tossicità del paracetamolo. In tali pazienti, l’intervallo di tempo tra le due dosi deve essere minimo di 8 ore. Non si devono superare 2 g di paracetamolo al giorno.

Modo di somministrazione

Per uso orale.

La compressa deve essere ingerita con un bicchiere di acqua.

In caso di febbre alta o segni di infezione dopo più di 3 giorni di trattamento o in caso di dolore persistente dopo più di 5 giorni di trattamento, il paziente deve rivolgersi a un medico.

4.3 controindicazioni

Ipersensibilità al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti elencati al paragrafo 6.1.

4.4 avvertenze speciali e precauzioni di impiego

Documento reso disponibile da AIFA il 25/10/2018

Si sconsiglia l'uso prolungato o frequente. I pazienti devono essere avvertiti di non assumere in concomitanza altri medicinali contenenti paracetamolo per evitare il rischio di sovradosaggio. L'assunzione di più dosi giornaliere in una sola somministrazione può danneggiare gravemente il fegato; in questi casi non si manifesta perdita di coscienza. Tuttavia, è necessario rivolgersi immediatamente a un medico. L'epatossicità può verificarsi con paracetamolo anche a dosi terapeutiche, dopo un trattamento di breve durata e in pazienti senza disfunzione epatica preesistente (vedere paragrafo 4.8). L'uso prolungato non sottoposto a supervisione medica può essere nocivo. Negli adolescenti trattati con 60 mg/kg al giorno di paracetamolo, l'associazione con un altro antipiretico non è giustificata fatta eccezione per i casi di inefficacia.

Il paracetamolo deve essere somministrato con cautela in caso di somministrazione a pazienti con compromissione renale da moderata a grave, compromissione epatica da lieve a moderata (compresa sindrome di Gilbert), compromissione epatica grave (Child-Pugh>9), epatite acuta, trattamento concomitante con medicinali che alterano la funzionalità epatica, basse riserve di glutatione, deficit di glucosio-6-fosfato deidrogenasi, anemia emolitica, uso cronico di alcol che include la recente cessazione dell’assunzione di alcol, disidratazione e malnutrizione cronica.

Reazioni avverse cutanee severe (SCAR):

Le reazioni cutanee pericolose per la vita sindrome di Stevens-Johnson (SJS) e necrolisi epidermica tossica (TEN) sono state riportate con l'uso di paracetamolo. I pazienti devono essere avvertiti dei segni e dei sintomi e monitorati attentamente per le reazioni cutanee. Se si verificano sintomi o segni di SJS e TEN (ad esempio eruzioni cutanee progressive spesso con vesciche o lesioni delle mucose), i pazienti devono immediatamente interrompere il trattamento Paracetamolo Zentiva Generics e consultare un medico.

I rischi di sovradosaggio sono maggiori nei soggetti affetti da epatopatia non cirrotica indotta da alcolici. Occorre prestare cautela in caso di alcolismo cronico. In questi casi, la dose giornaliera non deve superare i 2 grammi. Durante il trattamento con paracetamolo non si devono assumere alcolici.

In caso di febbre alta o segni di infezione dopo più di 3 giorni di trattamento o in caso di dolore persistente dopo più di 5 giorni di trattamento, il paziente deve rivolgersi a un medico.

Dopo il trattamento a lungo termine (> 3 mesi) con analgesici somministrati ogni due giorni o con frequenza maggiore, si può osservare insorgenza o peggioramento della cefalea. La cefalea causata da un uso eccessivo di analgesici (MOH – cefalea da uso eccessivo di farmaci) non deve essere trattata con un aumento della dose del farmaco. In questi casi, l'uso di analgesici deve essere sospeso previa consultazione con un medico.

La brusca interruzione degli analgesici dopo un uso errato, a lungo termine, a dose elevata può indurre cefalea, affaticamento, dolore muscolare, nervosismo e sintomi autonomici. Questi sintomi da sospensione si risolvono in alcuni giorni. Fino a quel momento, l'ulteriore assunzione di analgesici deve essere evitata e non deve essere ripresa senza previa consultazione con un medico.

Si consiglia di prestare attenzione nei pazienti asmatici sensibili all'acido acetilsalicilico perché è stata segnalata una lieve reazione di broncospasmo con il paracetamolo (reazione crociata). Occorre prestare cautela anche verso i pazienti sensibili ai farmaci antiinfiammatori non steroidei (FANS).

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Rivolgersi immediatamente a un medico in caso di sovradosaggio, anche se il paziente si sente bene, perché esiste il rischio di danno epatico irreversibile (vedere paragrafo 4.9).

4.5 interazioni con altri medicinali ed altre forme di interazione

Il paracetamolo viene ampiamente metabolizzato a livello epatico, e pertanto può interagire con altri medicinali che usano le stesse vie metaboliche o che sono inibitori o induttori di tali vie. È stato osservato che gli induttori enzimatici riducono le concentrazioni plasmatiche di paracetamolo anche del 60%.

Il rischio di tossicità del paracetamolo può essere aumentato nei pazienti che ricevono altri farmaci potenzialmente epatotossici o farmaci che inducono gli enzimi microsomiali epatici come alcuni antiepilettici (come fenobarbital, fenitoina, carbamazepina, topiramato), rifampicina, isoniazide, erba di San Giovanni (Hypericum perforatum) e l’uso di alcol. Il metabolismo indotto provoca una elevata produzione del metabolita ossidativo epatotossico del paracetamolo. L'epatossicità si verifica se questo metabolita supera la normale capacità di legame del glutatione. Pertanto, occorre esercitare cautela in caso di assunzione concomitante di induttori enzimatici (vedere paragrafo 4.9).

In caso di trattamento concomitante con probenecid, occorre prendere in considerazione una riduzione della dose perché il probenecid dimezza quasi la clearance del paracetamolo attraverso l'inibizione della sua coniugazione con l'acido glucuronico.

La salicilamide può prolungare l'emivita di eliminazione del paracetamolo.

Il paracetamolo può diminuire la biodisponibilità della lamotrigina, con una possibile riduzione dei suoi effetti, a causa della potenziale induzione del suo metabolismo a livello epatico.

Il paracetamolo può aumentare significativamente l'emivita di eliminazione del cloramfenicolo. Si raccomanda il monitoraggio dei livelli plasmatici di cloramfenicolo in caso di associazione del paracetamolo con un trattamento a base di cloramfenicolo iniettabile.

La velocità di assorbimento del paracetamolo può essere aumentata dalla metoclopramide o dal domperidone e l'assorbimento può essere ridotto dalla colestiramina. L'assunzione della colestiramina e del paracetamolo deve avvenire a distanza di un'ora per ottenere il massimo effetto. L'assunzione concomitante di medicinali che rallentano lo svuotamento gastrico può ritardare l'assorbimento e l'insorgenza dell'effetto del paracetamolo.

L'effetto anticoagulante del warfarin, di altri cumarinici e di altri farmaci anti vitamina K può essere potenziato dall'uso regolare e prolungato del paracetamolo con un aumento del rischio di sanguinamento. L'effetto può manifestarsi già a dosi giornaliere di 1,5–2 g di paracetamolo per 5–7 giorni. Dosi occasionali non hanno effetto significativo. I pazienti che assumono paracetamolo e un anti vitamina K devono essere monitorati per complicazioni relative a coagulazione e sanguinamento.

La somministrazione contemporanea di flucloxacillina con paracetamolo può portare ad acidosi metabolica, in particolare nei pazienti che presentano fattori di rischio di deplezione del glutatione, quali sepsi, malnutrizione o alcolismo cronico.

La resina con funzione chelante può ridurre l'assorbimento intestinale del paracetamolo e potenzialmente diminuire la sua efficacia se presa

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contemporaneamente. In generale, se possibile, deve esserci un intervallo di più di 2 ore tra l’assunzione della resina e l'assunzione di paracetamolo.

Interferenza con le analisi di laboratorio

Il paracetamolo può alterare il dosaggio dell'acido urico ottenuto con il metodo al fosfotungstato e il dosaggio glicemico ottenuto con il metodo della glucosio-ossidasi-perossidasi.

4.6 fertilità, gravidanza e allattamento

Gravidanza

Una grande quantità di dati su donne in gravidanza indicano né malformazioni, né tossicità feto / neonatale. Il paracetamolo può essere assunto durante la gravidanza se clinicamente necessario, tuttavia dovrebbe essere assunto alla dose minima efficace per il minor tempo possibile e con la frequenza più bassa possibile.

Allattamento

Dopo la somministrazione orale, il paracetamolo è escreto nel latte materno in piccole quantità non clinicamente significative. Non sono stati riportati effetti indesiderati nei lattanti. Il paracetamolo può essere usato dalle donne che allattano al seno, purché non si superi il dosaggio raccomandato. Prestare cautela in caso di uso a lungo termine.

4.7 effetti sulla capacità di guidare veicoli e sull'uso di macchinari

Paracetamolo non altera, o altera in modo trascurabile, la capacità di guidare veicoli e di usare macchinari.

4.8 effetti indesiderati

Alle dosi terapeutiche si manifestano pochi effetti indesiderati.

La frequenza degli effetti indesiderati è stata classificata come segue: molto comune (≥1/10), comune (≥1/100, <1/10), non comune (≥1/1.000, <1/100), raro (≥1/10.000, <1/1.000), molto raro (<1/10.000), non nota (la frequenza non può essere definita sulla base dei dati disponibili).

Classificazione per sistemi e organi

Frequenza

Effetti indesiderati

Patologie del sistema emolinfopoietico

Raro

Disturbo piastrinico, disturbo delle cellule staminali.

Molto raro

Trombocitopenia, leucopenia, neutropenia

Non nota

Agranulocitosi, anemia emolitica in pazienti con deficit di glucosio 6-fosfato-deidrogenasi.

Disturbi del sistema immunitario

Non nota

Ipersensibilità come shock anafilattico, angioedema

Disturbi del metabolismo e della nutrizione

Molto raro

Ipoglicemia.

Disturbi psichiatrici

Raro

Depressione, confusione, allucinazioni.

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Patologie del sistema nervoso

Raro

Tremore, cefalea.

Patologie dell’occhio

Raro

Visione alterata.

Patologie cardiache

Raro

Edema.

Non nota

Sindrome di Kounis.

Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche

Non nota

Broncospasmo (vedere paragrafo 4.4).

Patologie gastrointestinali

Raro

Emorragia, dolore addominale, diarrea, nausea, vomito.

Patologie epatobiliari

Raro

Funzionalità epatica anormale, insufficienza epatica, necrosi epatica, ittero.

Molto raro

Epatotossicità.

Non nota

Epatite citolitica, che può portare a insufficienza epatica acuta.

Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo

Raro

Prurito, , sudorazione, porpora.

Molto raro

Eritema, eruzione cutanea e orticaria.

Non nota

Necrolisi epidermica tossica (TEN), sindrome di Stevens-Johnson (SJS), pustolosi esantematica acuta generalizzata, eruzione fissa da farmaci.

Patologie renali e urinarie

Molto raro

Piuria sterile (urine torbide) ed effetti collaterali renali.

Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione

Raro

Capogiri (esclusa la vertigine), malessere, piressia, sedazione, interazione farmacologica.

Molto raro

Reazione da ipersensibilità (che richiede la sospensione del trattamento).

Traumatismo, avvelenamento e complicazioni da procedura

Raro

Sovradosaggio e avvelenamento.

NAS = non altrimenti specificata.

Sono stati segnalati casi molto rari di reazioni cutanee gravi.

Sono stati segnalati alcuni casi di eritema multiforme edema della laringe, anemia, alterazione epatica ed epatite, alterazione renale (grave compromissione della funzionalità renale, nefrite interstiziale, ematuria, anuria), effetti gastrointestinali e vertigini.

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Segnalazione delle reazioni avverse sospette

La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione all’indirizzo.

4.9 sovradosaggio

Con il paracetamolo esiste il rischio di intossicazione, in particolare in soggetti anziani, bambini piccoli, pazienti con malattie epatiche, in casi di alcolismo cronico, pazienti con malnutrizione cronica e pazienti trattati con induttori enzimatici. Il sovradosaggio può essere letale.

Sintomi

I sintomi dell'intossicazione da paracetamolo sono nausea, vomito, anoressia, pallore e dolore addominale. Questi sintomi si manifestano in genere entro 24 ore dall'assunzione. Un sovradosaggio di paracetamolo con 7,5 grammi o più in un'unica somministrazione negli adulti, o 140 mg/kg di peso corporeo in un'unica somministrazione nei bambini, causa citolisi epatica che può indurre sanguinamento gastrointestinale, necrosi completa e irreversibile, che comporta insufficienza epatocellulare, acidosi metabolica ed encefalopatia, le quali possono condurre al coma o alla morte. Contemporaneamente, si osservano l'aumento dei livelli di transaminasi epatiche (AST, ALT), della lattato deidrogenasi e della bilirubina nonché la riduzione dei livelli di protrombina, che potrebbero manifestarsi da 12 a 48 ore dopo sovradosaggio acuto. I segni clinici di danno epatico sono in genere evidenti inizialmente dopo due giorni e raggiungono la loro massima espressione dopo 4–6 giorni. Anche in assenza di danno epatico grave, può verificarsi insufficienza renale acuta con necrosi tubulare renale. Altri sintomi non epatici dopo il sovradosaggio di paracetamolo possono essere anomalie miocardiche, pancitopenia e pancreatite.

Trattamento di emergenza

– Nonostante la mancanza di sintomi precoci significativi, i pazienti devono essere indirizzati urgentemente all’ospedale per una valutazione medica immediata.

– Dopo il sovradosaggio, è necessario prelevare un campione di sangue per determinare il livello di paracetamolo non appena possibile, prima dell'inizio del trattamento.

– Rapida evacuazione del medicinale ingerito mediante aspirazione e lavanda gastrica preferibilmente entro quattro ore dall’ingestione, seguite dalla somministrazione di carbone attivo (assorbente) e solfato di sodio (lassativo).

– Si raccomanda di determinare la concentrazione plasmatica del paracetamolo che deve essere misurata a quattro ore o più dopo l’ingestione (le concentrazioni precedenti sono inaffidabili).

– La dialisi può ridurre la concentrazione plasmatica di paracetamolo.

– Quando si sospetta intossicazione da paracetamolo è indicata la somministrazione endovena di donatori di gruppi-SH come N-acetilcisteina (NAC) entro dieci ore dall’ingestione. L'N-acetilcisteina può fornire protezione anche dopo dieci ore, se somministrata entro 48 ore dall’ingestione, ma in questi casi viene somministrato un trattamento prolungato.

– Trattamento sintomatico.

– All'inizio del trattamento devono essere eseguite analisi di funzionalità epatica, da ripetere ogni 24 ore. Nella maggior parte dei casi, le transaminasi epatiche ritornano nella norma in una-due settimane con un recupero completo della funzionalità epatica. Ulteriori misure dipenderanno dalla gravità, dalla natura e dal decorso dei sintomi clinici dell’intossicazione da paracetamolo e devono

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seguire protocolli standard di assistenza. In casi molto rari potrebbe essere indicato un trapianto di fegato.

5. proprietà farmacologiche

5.1 proprietà farmacodinamiche

Categoria farmacoterapeutica: altri analgesici e antipiretici; anilidi; codice ATC: N02BE01.

Il paracetamolo ha effetto sia analgesico che antipiretico. Tuttavia, non ha effetto antinfiammatorio. Il meccanismo dell'azione analgesica non è ancora stato completamente definito. L'azione principale del paracetamolo è l'inibizione della ciclossigenasi, un enzima importante per la sintesi delle prostaglandine. La ciclossigenasi del sistema nervoso centrale è più sensibile al paracetamolo di quella periferica e questo spiega l'effetto antipiretico e analgesico del paracetamolo. Il paracetamolo probabilmente induce azione antipiretica mediante un'azione centrale sul centro termoregolatore ipotalamico.

5.2 proprietà farmacocinetiche

Assorbimento

Dopo la somministrazione orale il paracetamolo viene assorbito rapidamente e quasi completamente. I picchi di concentrazione plasmatica si raggiungono dopo 30 minuti-2 ore.

Distribuzione

Il paracetamolo viene distribuito rapidamente in tutti i tessuti. Le concentrazioni nel sangue, nella saliva e nel plasma sono sovrapponibili. Il volume di distribuzione del paracetamolo è di circa 1 l/kg di peso corporeo. Alle dosi terapeutiche il legame alle proteine è trascurabile.

Biotrasformazione

Negli adulti il paracetamolo viene metabolizzato a livello epatico seguendo due vie metaboliche principali: coniugazione dell'acido glucuronico (~60%) e dell'acido solforico (~35%). La seconda via si satura rapidamente a dosi che superano quelle terapeutiche. Una via minore, catalizzata dal citocromo P450, induce la formazione di un reagente intermedio (N-acetil-p-benzochinoneimina) che, in normali condizioni d'uso, viene rapidamente detossificato dal glutatione ed eliminato nelle urine dopo la coniugazione con la cisteina (~3%) e l'acido mercaptopurico. Nei neonati e nei bambini di età <12 anni, la solfo-coniugazione è la via di eliminazione principale e la glucuronidazione è inferiore rispetto agli adulti. L'eliminazione totale nei bambini è simile a quella negli adulti, in virtù di una maggiore capacità di solfo-coniugazione.

Eliminazione

L'eliminazione del paracetamolo avviene essenzialmente attraverso le urine. Il 90% della dose ingerita viene eliminata dai reni entro 24 ore, prevalentemente come coniugati di glucuronide (dal 60 all'80%) e di solfato (dal 20 al 30%). Meno del 5% viene eliminato in forma immutata. L'emivita di eliminazione è di circa 2 ore.

In caso di insufficienza renale o epatica, dopo un sovradosaggio e nei neonati, l'emivita di eliminazione del paracetamolo è ritardata. L'effetto massimo è equivalente alle concentrazioni plasmatiche.

In caso di grave insufficienza renale (clearance della creatinina inferiore a 10 ml/min), l'eliminazione del paracetamolo e dei suoi metaboliti è ritardato.

Per i pazienti anziani, la capacità di coniugazione non è modificata.

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5.3 dati preclinici di sicurezza

Negli studi sugli animali riguardanti la tossicità acuta, subcronica e cronica del paracetamolo nei ratti e nei topi, sono state osservate lesioni gastrointestinali, variazioni dell'ematocrito, degenerazione del parenchima epatico e renale, nonché necrosi. Queste alterazioni vengono, da un lato, attribuite al meccanismo di azione e, dall'altro, al metabolismo del paracetamolo.

Ricerche approfondite non hanno evidenziato a dosi terapeutiche, ovvero non tossiche, un rischio genotossico rilevante del paracetamolo.

Studi a lungo termine nei ratti e nei topi non hanno evidenziato effetti cancerogeni rilevanti a dosaggi non epatotossici di paracetamolo.

Il paracetamolo attraversa la barriera placentare.

Studi sugli animali non hanno evidenziato tossicità sulla riproduzione.

6. informazioni farmaceutiche

6.1 elenco degli eccipienti

Nucleo della compressa:

Amido di mais pregelatinizzato

Idrossipropil­cellulosa

Talco

Magnesio stearato

Rivestimento con film:

Alcol polivinilico

Macrogol 3350

Talco

6.2 incompatibilità

Non pertinente.

6.3 periodo di validità

3 anni

6.4 precauzioni particolari per la conservazione

Conservare nella confezione originale per proteggere il medicinale dalla luce.

6.5 natura e contenuto del contenitore

Blister (in PVC/alluminio)

Confezioni:

500 mg: 20 compresse

1000 mg: 16 compresse

È possibile che non tutte le confezioni siano commercializzate.

6.6 Precauzioni particolari per lo smaltimento

Documento reso disponibile da AIFA il 25/10/2018

Nessuna istruzione particolare.

7. titolare dell’autorizzazione all’immissione in commercio

Zentiva Italia S.r.l.

Viale L. Bodio, 37/B

20158 Milano

Italia

8. NUMERO(I) DELL’AUTORIZZAZIONE ALL’IMMISSIONE IN COMMERCIO

AIC n. 039837012 – 500 mg compresse rivestite con film – 20 compresse in blister PVC/Al

AIC n. 039837024 – 1000 mg compresse rivestite con film – 1 6 compresse in blister PVC/Al