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PANTOPRAZOLO HIKMA - riassunto delle caratteristiche del prodotto

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Riassunto delle caratteristiche del prodotto - PANTOPRAZOLO HIKMA

RIASSUNTO DELLE CARATTERISTICHE DEL PRODOTTO

1. denominazione del medicinale

Pantoprazolo Hikma 40 mg polvere per soluzione iniettabile

2. composizione qualitativa e quantitativa

Ciascun flaconcino contiene 40 mg di pantoprazolo (come sodio sesquidrato).

Eccipiente(i) con effetti noti: ciascun flaconcino contiene 2,44 mg di sodio.

Per la lista completa degli eccipienti vedere paragrafo 6.1

3. forma farmaceutica

Polvere per soluzione iniettabile.

Polvere da bianca a quasi bianca.

4. informazioni cliniche

4.1 indicazioni terapeutiche

Esofagite da reflusso

Ulcera gastrica e duodenale

Sindrome di Zollinger-Ellison e altre condizioni patologiche di ipersecrezione.

4.2 posologia e modo di somministrazione

Questo medicinale deve essere somministrato da un operatore sanitario e sotto appropriata supervisione medica.

La somministrazione endovenosa di Pantoprazolo Hikma è raccomandata unicamente se la somministrazione orale non è appropriata.

I dati sulla somministrazione endovenosa sono disponibili fino a 7 giorni di trattamento. Quindi, non appena è possibile una terapia orale, il trattamento con Pantoprazolo Hikma per via endovenosa deve essere interrotto e si deve passare al trattamento con 40 mg di pantoprazolo per os.

Posologia

Ulcera gastrica e duodenale, esofagite da reflusso:

La dose endovenosa raccomandata è un flaconcino di pantoprazolo (40 mg di pantoprazolo) al giorno.

Sindrome di Zollinger-Ellison e altre condizioni patologiche di ipersecrezione con trattamento a lungo termine:

per il trattamento a lungo termine della sindrome di Zollinger-Ellison e altre condizioni patologiche di ipersecrezione, i pazienti devono iniziare il trattamento con una dose giornaliera di 80 mg di pantoprazolo per via endovenosa. Quindi la dose può essere aumentata o ridotta come necessario, usando come guida la misurazione dell’acido gastrico. Con somministrazioni giornaliere superiori a 80 mg, la dose deve essere divisa e assunta due volte al giorno. Un aumento provvisorio

Documento reso disponibile da AIFA il 14/01/2021

della dose al disopra di 160 mg di pantoprazolo è possibile, ma tale dose non deve essere applicata per un tempo superiore al necessario per il controllo adeguato dell’acido.

Qualora fosse necessario un rapido controllo dell’acido, nella maggior parte dei pazienti, una dose iniziale di2 × 80 mg di pantoprazolo è sufficiente per ridurre la secrezione acida nei limiti richiesti (< 10 mEq/h) entro un’ora.

Pazienti con compromissione epatica

Una dose giornaliera di 20 mg di pantoprazolo (mezzo flaconcino di Pantoprazolo 40mg) non deve essere superata nei pazienti con grave compromissione epatica (vedere paragrafo 4.4).

Il passaggio dalla formulazione endovenosa a quella orale deve essere effettuato non appena la situazione clinica del paziente lo consente.

Pazienti con compromissione renale

Non è necessario alcun aggiustamento della dose nei pazienti con compromissione della funzione renale (vedere paragrafo 5.2).

Anziani

Non è necessario alcun aggiustamento della dose nei pazienti anziani (vedere paragrafo 5.2).

Popolazione pediatrica

La sicurezza e l'efficacia di Pantoprazolo Hikma 40 mg polvere per soluzione iniettabile negli adolescenti di età inferiore a 18 anni non sono state stabilite. Perciò Pantoprazolo Hikma 40 mg polvere per soluzione iniettabile non è raccomandato per l'uso in pazienti al di sotto dei 18 anni di età. I dati attualmente disponibili sono descritti nel paragrafo 5.2, ma non può essere fatta nessuna raccomandazione riguardante la posologia.

Modo di somministrazione

Preparare una soluzione pronta all’uso in 10 ml di una soluzione iniettabile di cloruro di sodio 9 mg/ml (0,9%). Per le istruzioni sulla preparazione, vedere paragrafo 6.6. La soluzione preparata può essere somministrata direttamente o dopo miscelazione con 100 ml di soluzione iniettabile di cloruro di sodio 9mg/ml (0,9%) o soluzione iniettabile di glucosio 55 mg/ml (5%).

Dopo la preparazione, la soluzione deve essere usata come indicato nel paragrafo 6.3.

Il medicinale deve essere somministrato per via endovenosa in 2–15 minuti.

4.3

Ipersensibilità al principio attivo, a sostituti benzaimidazolici o ad uno qualsiasi degli eccipienti elencati al paragrafo 6.1.

4.4

Malignità gastrica

La risposta sintomatica di pantoprazolo può mascherare i sintomi di malignità gastrica e può ritardare la diagnosi. In presenza di qualsiasi sintomo allarmante (ad esempio, significativa involontaria perdita di peso, vomito ricorrente, disfagia, ematemesi, anemia o melena) e in caso sia sospetta o presente ulcera gastrica, è necessario escludere la presenza di una malignità.

Si raccomanda di effettuare altre analisi se i sintomi persistono nonostante adeguato trattamento.

Documento reso disponibile da AIFA il 14/01/2021

Compromissione epatica

Nei pazienti con grave compromissione epatica, gli enzimi epatici devono essere monitorati nel corso della terapia. Qualora si verificasse un innalzamento di tali enzimi, il trattamento deve essere interrotto (vedere paragrafo 4.2).

Somministrazione concomitante con inibitori della proteasi dell’HIV

Non è raccomandata la somministrazione concomitante di pantoprazolo con inibitori della proteasi dell’HIV per i quali l’assorbimento dipende dal pH intragastrico acido, ad esempio atazanavir, a causa della significativa riduzione della loro biodisponibilità (vedere paragrafo 4.5).

Infezioni batteriche dell’apparato gastrointestinale

Il trattamento con pantoprazolo può causare un aumento del rischio di infezioni gastrointestinali provocate da batteri, quali Salmonella e CampylobacterC. difficile.

Ipomagnesiemia

È stato osservato che gli inibitori di pompa protonica (IPP) come pantoprazolo, in pazienti trattati per almeno tre mesi e in molti casi per un anno, possono causare grave ipomagnesiemia. Gravi sintomi di ipomagnesiemia includono stanchezza, tetania, delirio, convulsioni, capogiri e aritmia ventricolare, ma inizialmente si possono manifestare in modo insidioso ed essere trascurati. L’ipomagnesiemia, nella maggior parte dei pazienti, migliora dopo l’assunzione di magnesio e la sospensione del IPP.

Per pazienti per cui è previsto un trattamento per un periodo prolungato o che assumono IPP con digossina o medicinali che possono causare ipomagnesiemia (ad esempio diuretici), i professionisti sanitari devono considerare la misurazione dei livelli di magnesio prima di iniziare il trattamento con IPP e periodicamente durante il trattamento.

Fratture ossee

Gli inibitori di pompa protonica, specialmente se utilizzati a dosaggi elevati e per periodi prolungati (>1 anno), potrebbero causare un lieve aumento di rischio di fratture dell’anca, del polso e della colonna vertebrale, soprattutto in pazienti anziani o in presenza di altri fattori di rischio conosciuti. Studi osservazionali suggeriscono che gli inibitori di pompa protonica potrebbero aumentare il rischio complessivo di frattura dal 10% al 40%. Tale aumento potrebbe essere in parte dovuto ad altri fattori di rischio. I pazienti a rischio di osteoporosi devono ricevere le cure in base alle attuali linee guida di pratica clinica e devono avere un apporto adeguato di vitamina D e calcio.

Lupus eritematoso cutaneo subacuto (LECS)

Gli inibitori della pompa protonica sono associati a casi estremamente infrequenti di LECS. Se si verificano lesioni, soprattutto sulle parti cutanee esposte al sole, e se accompagnate da artralgia, il paziente deve rivolgersi immediatamente al medico e l'operatore sanitario deve valutare l'opportunità di interrompere il trattamento con pantoprazolo. LECS in seguito a un trattamento con un inibitore della pompa protonica può accrescere il rischio di insorgenza di LECS con altri inibitori della pompa protonica.

Interferenza con esami di laboratorio

Un livello aumentato di Cromogranina A (CgA) può interferire con gli esami diagnostici per tumori neuroendocrini. Per evitare tale interferenza, il trattamento con pantoprazolo deve essere sospeso per almeno 5 giorni prima delle misurazioni

Documento reso disponibile da AIFA il 14/01/2021

della CgA (vedere paragrafo 5.1). Se i livelli di CgA e di gastrina non sono tornati entro il range di riferimento dopo la misurazione iniziale, occorre ripetere le misurazioni 14 giorni dopo l’interruzione del trattamento con inibitore della pompa protonica.

Il pantoprazolo, come tutti gli inibitori della pompa protonica (IPP), potrebbe aumentare la quantità dei batteri normalmente presenti nel tratto gastrointestinale superiore. Il trattamento con pantoprazolo può causare un lieve aumento del rischio di infezioni gastrointestinali causate da batteri come Salmonella e Campylobacter.

Questo medicinale contiene sodio.

Questo medicinale contiene meno di 1 mmol di sodio (23 mg) per flaconcino, cioè è essenzialmente “privo di sodio”.

4.5

Prodotti medicinali con farmacocinetiche di assorbimento pH dipendenti A causa della profonda e duratura inibizione della secrezione di acido gastrico, pantoprazolo può interferire sull’assorbimento di altri prodotti medicinali dove il pH gastrico è un fattore determinante della biodisponibilità orale, ad esempio alcuni antifungini azoici come ketoconazolo, itraconazolo, posaconazolo ed altri medicinali come erlotinib.

Inibitori della proteasi dell’HIV

Non è raccomandata la somministrazione concomitante di pantoprazolo con inibitori della proteasi dell’HIV per i quali l’assorbimento dipende dal pH intragastrico acido, ad esempio atazanavir, a causa della significativa riduzione del loro biodisponibilità (vedere paragrafo 4.4).

Se la combinazione di inibitori della proteasi di HIV con un inibitore della pompa protonica è ritenuta inevitabile, è raccomandato uno stretto monitoraggio clinico (per esempio carica virale). Non deve essere superata una dose di pantoprazolo da 20 mg al giorno. Può essere necessario un aggiustamento del dosaggio dell’inibitore della proteasi dell'HIV.

Anticoagulanti cumarinici (fenprocumone o warfarin)

La somministrazione concomitante di pantoprazolo con warfarin o fenprocumone non ha influenzato la farmacocinetica di warfarin, fenprocumone o l’INR (Iternational Normalized Ratio). Tuttavia, ci sono state segnalazioni di aumento dell’INR e del tempo di protrombina nei pazienti in trattamento con inibitori della pompa protonica e warfarin o fenoprocumone in concomitanza. Incrementi di INR e tempo di protrombina possono portare a sanguinamento anormale, e persino la morte. I pazienti trattati con pantoprazolo e warfarin o fenprocumone possono avere bisogno di essere monitorati per aumento dell'INR e tempo di protrombina.

Metotressato

E’ stato riportato che l'uso concomitante di alte dosi di metotressato (ad esempio 300 mg) e inibitori della pompa protonica aumenta i livelli di metotressato in alcuni pazienti. Perciò in situazioni in cui viene utilizzato metotressato ad alte dosi, per esempio il cancro e la psoriasi, può essere necessario considerare un’ interruzione temporanea di pantoprazolo.

Altri studi di interazione

Documento reso disponibile da AIFA il 14/01/2021

Pantoprazolo è ampiamente metabolizzato nel fegato mediante il sistema enzimatico del citocromo P450. La principale via metabolica è la demetilazione mediante CYP2C19 e altre vie metaboliche inclusa l’ ossidazione mediante CYP3A4. Studi di interazione con prodotti medicinali metabolizzati per questa via, come carbamazepina, diazepam, glibenclamide, nifedipina e contraccettivi orali contenenti levonorgestrel ed etinilestradiolo, non hanno rivelato alcuna interazione clinicamente significativa.

Non si può escludere l’interazione di pantoprazolo con altri prodotti medicinali o composti che sono metabolizzati attraverso lo stesso sistema enzimatico.

I risultati di una serie di studi di interazione dimostrano che il pantoprazolo non influisce sul metabolismo dei principi attivi metabolizzati mediante CYP1A2 (quali caffeina, teofillina), CYP2C9 (quali piroxicam, diclofenac, naprossene), CYP2D6 (quale metoprololo), CYP2E1 (quale etanolo), né interferisce con l’assorbimento della digossina correlata alla glicoproteina-p.

Non si è osservata alcuna interazione con gli antiacidi somministrati contemporaneamente.

Sono stati condotti studi di interazione sulla somministrazione concomitante di pantoprazolo e i seguenti antibiotici: claritromicina, metronidazolo, amoxicillina. Non sono state riscontrate interazioni clinicamente rilevanti.

Prodotti medicinali inibitori o induttori di CYP2C19:

Gli inibitori di CYP2C19 come fluvoxamina potrebbero aumentare l'esposizione sistemica di pantoprazolo.

Una riduzione della dose può essere considerata per i pazienti trattati a lungo termine con alte dosi di pantoprazolo, o quelli con compromissione epatica.

Gli induttori enzimatici che influenzano CYP2C19 e CYP3A4 come rifampicina e erba di San Giovanni (Hypericum perforatum ) possono ridurre le concentrazioni plasmatiche di IPP che vengono metabolizzati attraverso questi sistemi enzimatici.

4.6

Una moderata quantità di dati su donne in gravidanza (tra 300–1000 esiti di gravidanza) non indicano alcuna malformazione o tossicità fetale/neonatale da pantoprazolo.

Gli studi sugli animali hanno mostrato tossicità riproduttiva (vedere paragrafo 5.3). Come misura precauzionale, è preferibile evitare l'uso di pantoprazolo durante la gravidanza.

Allattamento

Studi negli animali hanno dimostrato una secrezione di pantoprazolo nel latte materno. Ci sono informazioni insufficienti sulla secrezione di pantoprazolo nel latte umano ma è stata riportata una secrezione di pantoprazolo nel latte umano.

Pertanto, la decisione se interrompere l'allattamento o interrompere/as­tenersi dalla terapia con pantoprazolo dovrebbe prendere in considerazione il beneficio dell'allattamento al seno per il bambino e il beneficio della terapia con pantoprazolo per la donna.

Fertilità

Gli studi sugli animali non hanno evidenziato danni alla fertilità a seguito di somministrazione di pantoprazolo (vedere paragrafo 5.3)

4.7

Documento reso disponibile da AIFA il 14/01/2021

Pantoprazolo non altera o altera in modo trascurabile la capacità di guidare veicoli e usare macchinari.

Possono insorgere reazioni avverse al medicinale, come capogiri e disturbi visivi (vedere paragrafo 4.8). Se compaiono questi effetti, il paziente non dovrà guidare veicoli o usare macchinari.

4.8

Si prevede che circa il 5% dei pazienti avrà reazioni avverse al medicinale (ADR). La ADR più comunemente riportata è tromboflebite al sito di iniezione. Diarrea e mal di testa compaiono in circa l’1% dei pazienti.

La tabella sottostante riporta un elenco delle reazioni avverse riferite a pantoprazolo, classificate secondo il seguente ordine di frequenza: molto comune (≥ 1/10); comune (da ≥ 1/100 a < 1/10); non comune (da ≥ 1/1.000 a < 1/100); raro (da ≥1/10.000 a < 1/1.000); molto raro (< 1/10.000), frequenza non nota (non può essere definita sulla base dei dati disponibili). Per le reazioni avverse derivanti dall’esperienza successiva alla commercializza­zione, non è possibile applicare alcuna frequenza di Reazione Avversa; esse sono quindi classificate come frequenza “non nota”.

All’interno di ogni gruppo di frequenza, le reazioni avverse sono riportate in ordine decrescente di gravità.

Tabella 1. Reazioni avverse di pantoprazolo negli studi clinici e nell’esperienza successiva alla commercializzazione

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Frequenza

Comuni

Non comuni

Rari

Molto rari

Frequenza non nota

Classificazione per sistemi e organi

Patologie del sistema emolinfo poietico

Agranulocitosi

Trombocitopeni a; leucopenia; pancitopenia

Disturbi del

Sistema immunitario

Ipersensibilità (incluse reazioni anafilattiche e shock anafilattico)

Disturbi del metabolismo e della nutrizione

Iperlipidemia e aumento dei lipidi (trigliceridi,co­lesterol o);

alterazioni del peso

Iposodiemia ipomagnesiem ia (vedere paragrafo 4.4) ipocalcemia (1);

ipokalielmia

Disturbi psichiatrici

Disturbi del sonno

Depressione (e tutte le

complicanze)

Disorientament o (e tutte le complicanze)

Allucinazioni; confusione (soprattutto nei pazienti predisposti,e l’aggravament o di questi sintomi in caso di loro preesistenza)

Patologie del sistema nervoso

Mal di testa; capogiri

Disturbi del gusto

Parestesia

Patologie dell’occhio

Visione alterata/ offuscata

Patologie gastrointestinal i

Polipi della ghiandola fundica (benigni)

Diarrea; nausea/vomito; distensione e gonfiore addominale; stipsi; secchezza del cavo orale; dolore e fastidio addominale

Colite microscopica

Patologie epatobiliari

Aumento degli enzimi epatici (transaminasi, gamma-GT)

Aumento della bilirubina

Danno epatocellulare ;

ittero;

insufficienza epatocellulare

Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo

Docume Esula dalla medicinali all'immissi

nto reso disponibile d competenza dell’AIFA ogni e e, pertanto, l’Agenzia non pu one in commercio (o titolare

eritema/ esantema/ eruzioni;

prurito

a AIFA il 14/01/2021

ventuale disputa concernente i diritt ò essere ritenuta responsabile in alc AIC).

Orticaria;

angioedema

i di proprietà industriale e la tutela brevett un modo di eventuali violazioni da parte de

uale dei dati relativi all’AIC de l titolare dell'autorizza­zione

Sindrome di Stevens-Johnson;

Sindrome di Lyell; Eritema multiforme; fotosensibilità; lupus eritematoso cutaneo subacuto LECS (vedere il

i paragrafo 4.4).

1. Ipocalcemia in associazione con ipomagnesiemia

2. Spasmo muscolare come conseguenza di uno squilibrio elettrolitico

Segnalazione delle reazioni avverse sospette

La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione all’indirizzo.

4.9

Non sono noti casi di sovradosaggio nell’uomo. L’esposizione sistemica fino a 240 mg di pantoprazolo somministrati per via endovenosa in 2 minuti è stata ben tollerata. Il pantoprazolo è ampiamente legato alle proteine; non è prontamente dializzabile.

In caso di sovradosaggio con segni clinici di intossicazione, a parte un trattamento sintomatico e di supporto, non può essere fatta nessuna raccomandazione terapeutica specifica.

5. proprietà farmacologiche

5.1

Categoria farmacoterapeutica: inibitori della pompa protonica, codice ATC: A02BC02

Meccanismo d’azione

Il pantoprazolo è un sostituto benzimidazolico che inibisce la secrezione dell’acido cloridrico nello stomaco mediante blocco specifico sulle pompe protoniche delle cellule parietali.

Pantoprazolo viene convertito nella sua forma attiva in ambiente acido nelle cellule parietali dove inibisce l’enzima H+, K±ATPasi, cioè la fase finale della produzione di acido cloridrico nello stomaco. L’inibizione è dose-dipendente e influisce sia sulla secrezione acida basale che stimolata. Nella maggior parte dei pazienti, la liberazione dai sintomi viene raggiunta entro 2 settimane. Come con altri inibitori della pompa protonica e con inibitori del recettore H2, il trattamento con pantoprazolo riduce l’acidità nello stomaco e quindi aumenta la gastrina in proporzione alla riduzione di acidità. L’aumento della gastrina è reversibile. Poiché pantoprazolo si lega all’enzima distale al livello di recettore cellulare, può inibire la secrezione di acido cloridrico, indipendentemente dalla stimolazione indotta da altre sostanze (acetilcolina, istamina, gastrina).

L’effetto è lo stesso sia che il prodotto venga somministrato per via orale che per via endovenosa.

Effetti farmacodinamici

I valori di gastrina a digiuno aumentano con pantoprazolo. Nell’impiego a breve termine, nella maggior parte dei casi essi non superano i valori superiori alla norma. Nel trattamento a lungo termine, nella maggior parte dei casi, i valori di gastrina raddoppiano.

Un aumento eccessivo, tuttavia, si verifica solo in alcuni casi isolati.

Come risultato, un aumento da lieve a moderato del numero delle cellule endocrine specifiche (ECL) è quindi osservato nello stomaco in una minoranza di casi

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durante trattamento a lungo termine (iperplasia da semplice ad

adenomatoide).

Tuttavia, secondo gli studi condotti finora, nell’uomo non è stata osservata formazione di precursori carcinoidi (iperplasia atipica) o di carcinoidi gastrici come erano stati rilevati negli esperimenti sugli animali (vedere paragrafo 5.3).

Sulla base dei risultati degli studi condotti nell’animale non può essere completamente esclusa un’influenza del trattamento con pantoprazolo a lungo termine superiore a un anno sui parametri endocrini della tiroide.

Durante il trattamento con medicinali antisecretori, la gastrina sierica aumenta in risposta alla diminuzione della secrezione acida. Anche la CgA aumenta a causa della ridotta acidità gastrica. Il livello aumentato di CgA può interferire con gli esami diagnostici per tumori neuroendocrini.

Le prove disponibili pubblicate suggeriscono che gli inibitori della pompa protonica (IPP) devono essere sospesi tra i 5 giorni e le 2 settimane prima delle misurazioni della CgA. Questo per consentire ai livelli di CgA, che potrebbero essere falsamente elevati a seguito del trattamento con IPP, di tornare entro il range di riferimento.

5.2

Farmacocinetica generale

La farmacocinetica non varia dopo somministrazione singola o ripetuta. Nell’intervallo di dosaggio da 10 a 80 mg, le cinetiche plasmatiche di pantoprazolo sono lineari sia dopo somministrazione orale che endovenosa.

Assorbimento

Distribuzione

Il legame di pantoprazolo con le proteine sieriche è circa il 98%.

Il volume di distribuzione è 0,15 l/kg.

Metabolismo e Biotrasformazione

La sostanza è metabolizzata quasi esclusivamente nel fegato. La via metabolica principale è la demetilazione mediante CYP2C19 con successiva coniugazione del solfato. Altre vie metaboliche includono l’ossidazione mediante CYP3A4.

Eliminazione

L’emivita di eliminazione è di circa 1 ora e la clearance di circa 0,1 l/h/kg. Si sono verificati alcuni casi di soggetti con eliminazione ritardata. A causa del legame specifico di pantoprazolo con le pompe protoniche delle cellule parietali, l’emivita di eliminazione non è correlata con la molto più lunga durata d’azione (inibizione della secrezione acida).

L’eliminazione per via renale rappresenta la principale via di escrezione (circa 80%) per i metaboliti del pantoprazolo, il resto viene escreto con le feci. Il metabolita principale sia nel siero che nelle urine è il desmetilpanto­prazolo, che viene coniugato con il solfato. L’emivita del metabolita principale (circa 1,5 ore) non è molto più lunga di quella del pantoprazolo.

Popolazioni speciali

Metabolizzatori lenti

Circa il 3% della popolazione Europea è carente di un funzionale enzima CYP2C19 e vengono denominati metabolizzato­ri lenti.

Documento reso disponibile da AIFA il 14/01/2021

In questi soggetti, il metabolismo del pantoprazolo è catalizzato principalmente dal CYP3A4. Dopo la somministrazione di una singola dose di 40 mg di pantoprazolo, la AUC è 6 volte superiore neimetabolizzatori lenti rispetto ai soggetti con enzima CYP2C19 funzionale (buoni metabolizzatori). Il picco medio della concentrazione plasmatica è aumentato di circa il 60%. Queste osservazioni non hanno implicazioni nella posologia del pantoprazolo.

Compromissione renale

Nei pazienti con funzione renale compromessa (inclusi i pazienti in dialisi) non è raccomandata nessuna riduzione della dose di pantoprazolo.

Come nei soggetti sani, l’emivita di pantoprazolo è breve. Solamente quantità molto piccole di pantoprazolo vengono dializzate. Nonostante il metabolita principale abbia un’emivita moderatamente ritardata (2–3 ore), l’escrezione è comunque rapida e perciò non vi è accumulo.

Compromissione epatica

Nonostante nei pazienti con cirrosi epatica (classe A e B secondo Child) i valori dell’emivita fossero aumentati fino a 7–9 ore e i valori di AUC fossero aumentati di un fattore di 5–7, la concentrazione sierica massima era aumentata solo lievemente di un fattore di 1,5 rispetto ai soggetti sani.

Anziani

Un lieve aumento nei valori di AUC e Cmax nei volontari anziani rispetto a soggetti più giovani non è clinicamente rilevante.

Popolazione pediatrica

Dopo somministrazione endovenosa di dosi singole di 0,8 o 1,6 mg/kg di pantoprazolo a bambini di età compresa tra 2 e 16 anni, non si è osservata nessuna relazione tra la clearance del pantoprazolo e l’età o il peso del paziente. L’AUC ed il volume di distribuzione erano in accordo con i dati riscontrati negli adulti.

5.3

I dati non clinici non rivelano nessun particolare rischio per l’uomo, sulla base di studi convenzionali di sicurezza farmacologica, tossicità a dosi ripetute e genotossicità.

In studi della durata di due anni sulla carcinogenicità nei ratti, sono stati riscontrati neoplasmi neuroendocrini. Inoltre, papillomi a cellule squamose sono stati osservati nello stomaco dei ratti. Il meccanismo che porta alla formazione di carcinoidi gastrici da parte di sostituti benzaimidazolici è stato attentamente studiato e consente di concludere che si tratta di una reazione secondaria ai livelli molto elevati di gastrina nel siero che si presentano nel ratto durante trattamento cronico ad alto dosaggio. Negli studi sui roditori della durata di due anni, è stato osservato un crescente numero di tumori epatici nei ratti e nei topi femmina ed è stato interpretato come dovuto alla elevata velocità di metabolizzazione del pantoprazolo nel fegato.

Un lieve aumento delle alterazioni neoplastiche della tiroide è stato osservato nel gruppo di ratti che ricevevano la dose più elevata (200 mg/kg). Il verificarsi di tali neoplasie è associato alle alterazioni indotte da pantoprazolo nella decomposizione della tiroxina nel fegato del ratto. Poiché la dose terapeutica nell’uomo è bassa, non si prevedono effetti dannosi a carico della ghiandola tiroidea.

Documento reso disponibile da AIFA il 14/01/2021

Negli studi sulla riproduzione nell’animale, segni di lieve fetotossicità sono stati osservati a dosi superiori a 5 mg/kg. Le analisi non hanno rivelato alcuna evidenza di alterazione della fertilità né effetti teratogeni.

La penetrazione attraverso la placenta è stata studiata nel ratto e si è visto che aumenta con il progredire della gestazione. Come risultato, la concentrazione di pantoprazolo nel feto è aumentata poco prima della nascita.

6. informazioni farmaceutiche

6.1 elenco degli eccipienti

Sodio idrossido (per aggiustamento del pH)

6.2

Questo medicinale non deve essere miscelato con altri medicinali ad eccezione di quelli menzionati nel paragrafo 6.6.

6.3

Flaconcino non aperto: 2 anni

Dopo ricostituzione (e diluizione)

La stabilità chimica e fisica durante l’uso è stata dimostrata per 12 ore a 25°C e per 24 ore a temperatura tra 2ºC – 8ºC.

Dal punto di vista microbiologico, il prodotto deve essere utilizzato immediatamente.

Se non utilizzato immediatamente, il tempo e le condizioni di conservazione prima dell’uso sono responsabilità dell'utilizzatore e non devono superare le 24 ore a 2ºC – 8ºC.

6.4 precauzioni particolari per la conservazione

Conservare a temperatura non superiore a 25°C.

Tenere il flaconcino nell’astuccio di cartone per proteggere il medicinale dalla luce.

Per le condizioni di conservazione dopo la ricostituzione (e diluizione) del medicinale vedere paragrafo 6.3.

6.5 natura e contenuto del contenitore

Pantoprazolo Hikma 40 mg polvere per soluzione iniettabile è contenuto in flaconcini di vetro incolore di tipo I in borosilicato, chiusi con tappo in gomma bromobutilica di colore grigio e

sigillati con capsula formata da due componenti: struttura in alluminio e parte superiore in polipropilene.

I flaconcini sono confezionati in astucci di cartone.

Pantoprazolo Hikma 40 mg è disponibile in confezioni da 1, 5 (5×1), 10 (10×1) o 20 (20×1) flaconcini.

E’ possibile che non tutte le confezioni siano commercializzate.

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6.6.

La soluzione pronta all’uso viene preparata iniettando 10 ml di soluzione iniettabile di cloruro di sodio 9 mg/ml (0,9%) nel flaconcino contenente la polvere.

L’aspetto del prodotto dopo ricostituzione è una soluzione chiara, eventualmente leggermente giallognola. Questa soluzione può essere somministrata direttamente o dopo miscelazione con 100 ml di soluzione per iniezione di sodio cloruro 9 mg/ml (0,9%) o soluzione per iniezione di glucosio 55 mg/ml (5%). Per la diluizione devono essere usati contenitori di vetro tipo I o di plastica.

Dopo ricostituzione (e diluizione), la stabilità chimica e fisica durante l’uso è stata dimostrata per 12 ore a 25°C e per 24 ore a temperatura tra 2ºC – 8ºC.

Dal punto di vista microbiologico, il prodotto deve essere utilizzato immediatamente.

Se non utilizzato immediatamente, il tempo e le condizioni di conservazione prima dell’uso sono responsabilità dell'utilizzatore e non dovrebbero superare le 24 ore, a 2ºC – 8ºC.

Pantoprazolo Hikma non deve essere preparato o miscelato con solventi diversi da quelli sopra citati.

Il medicinale deve essere somministrato per via endovenosa in 2–15 minuti.

Il medicinale rimasto nel contenitore o il cui aspetto sia alterato (ad esempio se si nota torbidità o formazione di precipitati) deve essere eliminato.

Il contenuto del flaconcino è monouso e solo per utilizzo endovenoso.

Eventuale prodotto non utilizzato ed i rifiuti derivati da tale medicinale devono essere smaltiti in conformità alla normativa locale vigente.

7.

Hikma Farmacêutica (Portugal), S.A.

Estrada do Rio da Mó, 8, 8A e 8B

Fervença

2705–906 Terrugem SNT

Portogallo

Tel: + 351 21 980 84 10

Fax: + 351 21 961 51 02

e-mail:

8.

047598014 – „40 mg Polvere per Soluzione Iniettabile“ 1 flaconcino in vetro da 10 ml

047598026 – „40 mg Polvere per Soluzione Iniettabile“ 5 flaconcini in vetro da 10 ml

047598038 – „40 mg Polvere per Soluzione Iniettabile“ 10 flaconcini in vetro da

10 ml

047598040 – „40 mg Polvere per Soluzione Iniettabile“ 20 flaconcini in vetro da

10 ml

9. data della prima autorizzazione / rinnovo dell’autorizzazione

Documento reso disponibile da AIFA il 14/01/2021