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LOVASTATINA TEVA - riassunto delle caratteristiche del prodotto

Contiene principio attivo :

Dostupné balení:

Riassunto delle caratteristiche del prodotto - LOVASTATINA TEVA

RIASSUNTO DELLE CARATTERISTICHE DEL PRODOTTO

LOVASTATINA TEVA 20 mg compresse

LOVASTATINA TEVA 40 mg compresse

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Ogni compressa di LOVASTATINA TEVA contiene 20 mg di Lovastatina

Ogni compressa di LOVASTATINA TEVA contiene 40 mg di Lovastatina

Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.

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Compresse.

– Lovastatina 20 mg: compressa bianca, biconvessa, incisa, cilindrica. Diametro 6.0±0,3 mm. La linea di frattura serve solo per facilitare la rottura per agevolare l'ingestione, e non per dividere in dosi uguali.

– Lovastatina 40 mg: compressa bianca, biconvessa, incisa, cilindrica. Diametro 8.25±0,3 mm.

La linea di frattura serve solo per facilitare la rottura per agevolare l'ingestione, e non per dividere in dosi uguali.

4 informazioni cliniche

4.1 indicazioni terapeutiche

Ipercolesterolemia primaria inclusa l’ipercoleste­rolemia familiare (variante eterozigote) o l’iperlipemia mista (tipo IIa e IIb) quando la sola risposta alla dieta e ad altre misure non farmacologiche (aumento dell’attività fisica e riduzione del peso corporeo) sia risultata inadeguata.

Ipercolesterolemia non corretta dalla sola dieta in soggetti ad alto rischio di un evento cardiovascolare maggiore (soggetti con rischio superiore del 20%, colesterolo totale maggiore di 190 mg/dl e colesterolo LDL maggiore di 115 mg/dl).

Ipercolesterolemia non corretta dalla sola dieta in pazienti con cardiopatia ischemica, per la riduzione del rischio di infarto del miocardio.

4.2 posologia e modo di somministrazione

Posologia

Ipercolestero­lemia.

Il dosaggio iniziale è di 10 mg/die in dose singola alla sera durante il pasto. Il dosaggio può essere aggiustato ad intervalli di quattro settimane sino ad un massimo di 40 mg/die.

Il dosaggio deve essere ridotto nel caso di abbassamento del colesterolo-LDL sotto 75 mg/dL (1,94 mmol/L) e di colesterolo-totale sotto 140 mg/dL (3,6 mmol/L).

Ipercolesterolemia in pazienti con cardiopatia ischemica

Il dosaggio iniziale è di 20 mg/die in dose singola la sera durante il pasto. Il dosaggio può essere aggiustato ad intervalli di quattro settimane sino al massimo di 80 mg/die in dose singola o in due dosi da assumere a colazione e a cena. Il dosaggio deve essere ridotto nel

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caso di abbassamento del colesterolo-LDL sotto 75 mg/dL (1,94 mmol/l) e di colesterolototale sotto 140 mg/dL (3,6 mmol/l).

Popolazione pediatrica.

La sicurezza e l’efficacia di LOVASTATINA TEVA nei bambini non sono state ancora stabilite. I dati al momento disponibili sono riportati nei paragrafi 4.8 e 5.1, ma non può essere fatta alcuna raccomandazione riguardante la posologia.

Anziani

La somministrazione in pazienti ultrasessanta­cinquenni deve implicare una scrupolosa valutazione del rischio e un attento monitoraggio delle possibili reazioni avverse.

Compromissione renale grave

Nei pazienti affetti da insufficienza renale grave (clearance di creatinina inferiore o uguale a 30 ml/min) i dosaggi superiori a 20 mg/die devono essere attentamente valutati, e, se neccesario, devono essere iniziati con attenzione (vedere paragrafo 4.4.)

Terapia concomitante.

In pazienti che assumono ciclosporina, danazolo, gemfibrozil, altri fibrati o dosi ipolipemizzanti di niacina (≥ 1 g/day) in concomitanza con la lovastatina, non deve essere superata la dose di 20 mg/die (vedere paragrafo 4.5).

Per i pazienti che assumono contemporaneamente amiodarone e verapamil con lovastatina, la dose di lovastatina non deve superare 40 mg/die (vedere paragrafo 4.4. and 4.5).

Modo di somministrazione

Lovastatina è somministrata per via orale e deve essere assunta durante la cena. Non assumere lovastatina a digiuno.

Prima di iniziare il trattamento con lovastatina il paziente, deve essere posto a dieta standard ipocolesterolemica, che deve continuare durante il trattamento.

Se al paziente sono state prescritte dal medico due assunzioni al giorno, queste sono da intendersi una a colazione e l’altra a cena.

4.3 controindicazioni

Ipersensibilità al principio attivo lovastatina o ad uno qualsiasi degli eccipienti elencati al paragrafo 6.1. Malattie epatiche in fase attiva, oppure inspiegato e persistente innalzamento delle transaminasi. Colestasi. Miopatia. Trattamento concomitante con potenti inibitori del CYP3A4 (itraconazolo, ketoconazolo inibitori della proteasi dell'HIV, eritromicina, claritromicina, telitromicina e nefazodone) (vedere paragrafo 4.5) Gravidanza ed allattamento (vedere parágrafo 4.6).

4.4 avvertenze speciali e precauzioni di impiego

Precauzioni

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Documento reso disponibile da AIFA il 16/05/2020

Esula dalla competenza dell’AIFA ogni eventuale disputa concernente i diritti di proprietà industriale e la tutela brevettuale dei dati relativi all’AIC dei medicinali e, pertanto, l’Agenzia non può essere ritenuta responsabile in alcun modo di eventuali violazioni da parte del titolare dell'autorizzazione all'immissione in commercio (o titolare AIC).

La lovastatina può aumentare i livelli sierici di creatin-chinasi e di transaminasi.

Devono essere effettuati tests di funzionalità epatica prima dell’inizio del trattamento con lovastatina, 6 e 12 settimane dopo l’inizio della terapia, ogni volta che si aumenti la dose ed almeno 2 volte l’anno.

La lovastatina interagisce con molti farmaci, per cui il paziente deve essere informato della necessità di riferire al medico in merito a tutti i farmaci che usa e che ha intenzione di usare (compresi quelli acquistabili senza prescrizione medica e i rimedi fitoterapici).

Il paziente deve essere informato della necessità di riferire al medico la comparsa di febbre, debolezza, dolori muscolari e la comparsa di urine scure durante il trattamento.

La lovastatina possiede un effetto solo moderato sui trigliceridi e quindi non è indicata quando la principale indicazione terapeutica è l’ipertriglice­ridemia (nella iperlipidemia di Tipo I, IV e V).

La lovastatina è meno efficace nei pazienti con ipercolesterolemia familiare omozigote-Questo perché questi pazienti mancano di recettori LDL funzionali.

La lovastatina sembra aumentare con maggiore frequenza le transaminasi nei pazienti con ipercolesterolemia familiare omozigote (vedere paragrafo 4.8. Effetti indesiderati)

Malattia interstiziale polmonare

Con alcune statine sono stati riportati casi eccezionali di malattia interstiziale polmonare, soprattutto con la terapia a lungo termine (vedere paragrafo 4.8 Effeti undesiderati). La sintomatologia può includere dispnea, tosse non produttiva e deterioramento dello stato di salute generale (stanchezza, perdita di peso e febbre). Se si sospetta che un paziente abbia sviluppato una malattia interstiziale polmonare, la terapia con la statina deve essere interrotta.

Diabete mellito

Alcune evidenze suggeriscono che le statine aumentano la glicemia e in alcuni pazienti, ad alto rischio di sviluppare diabete, possono indurre un livello di iperglicemia tale per cui è appropriato il ricorso a terapia antidiabetica. Questo rischio, tuttavia, è superato dalla riduzione del rischio vascolare con l’uso di statine e pertanto non deve essere motivo di interruzione del trattamento. I pazienti a rischio (glicemia a digiuno 5.6–6.9 mmol/L, BMI>30kg/m2, livelli elevati di trigliceridi, ipertensione) devono essere monitorati sia a livello clinico che a livello biochimico in accordo con le linee-guida nazionali.

Effetti sulla muscolatura: Miopatia/Rabdomiolisi (vedere anche paragrafo 4.5)

La lovastatina come altri inibitori della HMG-CoA reduttasi, può causare occasionalmente miopatia, che si manifesta con dolori muscolari, dolorabilità, debolezza, con creatin-chinasi (CK) fino a 10 volte i valori massimi di riferimento (ULN). La miopatia talvolta si manifesta come rabdomiolisi con o senza insufficienza renale acuta secondaria a mioglobinuria, raramente con esito fatale.

Il rischio di miopatia è correlato alla dose

Il rischio di miopatia/rabdo­miolisi è inoltre aumentato dall’ uso concomitante di lovastatina con:

Potenti inibitori dell’enzima CYP3A4, per esempio mibefradil (calcio-antagonista tipo

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tretalolo) itraconazolo, ketoconazolo, eritromicina, claritromicina, telitromicina, inibitori delle proteasi dell’HIV, o nefazodone, particolarmente con dosi più elevate di lovastatina (vedere paragrafo 4.5 Interazioni con altri medicinali ed altre forme di interazione, Interazioni con inibitori del CYP3A4 e 5.2 Proprietà farmacocinetiche)

Ipolipemizzanti che da soli possono indurre miopatia: Gemfibrozil, altri fibrati, dosi ipolipemizzanti di niacina (1 g/die) particolarmente con dosi più elevate di lovastatina (vedere paragrafo 4.5 Interazioni con altri medicinali ed altre forme di interazione, Interazioni con ipolipemizzanti che da soli possono indurre miopatia e 5.2 Proprietà farmacocinetiche) Ciclosporina o danazolo particolarmente con dosi più elevate di lovastatina. (vedere paragrafo 4.5 Interazioni con altri medicinali ed altre forme di interazione, Altre interazioni e 5.2 Proprietà farmacocinetiche)

Amiodarone o Verapamil: il rischio di miopatia/rabdo­miolisi è aumentato dall’uso concomitante di questi farmaci con altri inibitori della HMG-CoA reduttasi (vedere paragrafo 4.5 Interazioni con altri medicinali ed altre forme di interazione, Altre interazioni)

Acido fusidico: il rischio di miopatia può essere aumentato dalla contemporanea assunzione di acido fusidico con inibitori della HMG-CoA (vedere paragrafo 4.4 e 5.2 Proprietà farmacocinetiche)

Gli inibitori dell’HMG-CoA e i farmaci antifungini, che sono derivati azolici, inibiscono la sintesi del colesterolo in diversi punti della catena di sintesi. I pazienti che sono in trattamento con ciclosporina devono sospendere la terapia con lovastatina se è neccesario un trattamento sistemico fungicida con un derivativo azolico. I pazienti che non seguono un trattamento con ciclosporina devono essere attentamente monitorati se il trattamento fungicida sistemico con un derivativo azolico è necessario.

Il trattamento con lovastatina deve essere temporaneamente interrotto o sospeso in pazienti che hanno predisposizione allo sviluppo di una insufficienza renale, come una infezione acuta, ipotensione, un’ operazione importante, un trauma, un disordine metabolico, endocrino o elettrolitico grave oppure epilessia incontrollata.

-Come con altri inibitori della HMG-CoA reduttasi, il rischio di miopatia/rabdomioli è in relazione alla dose. In uno studio clinico (EXCEL) nel quale i pazienti sono stati monitorati attentamente e alcuni farmaci che interagiscono sono stati esclusi, c’è stato un caso di miopatia tra 4933 pazienti randomizzati a lovastatina 20–40 mg al giorno durante 48 settimane e 4 tra 1649 pazienti randomizzati a 80 mg al giorno.

Di conseguenza:

1. L’uso concomitante di lovastatina con potenti inibitori dell’enzima CYP3A4 (per esempio, itraconazolo, ketoconazolo, claritromicina, telitromicina, inibitori delle proteasi dell’HIV o nefazodone) dovrebbe essere evitato. Nei casi in cui il trattamento con itraconazolo, ketoconazolo, clarotromicina, telitromicina fosse indispensabile la somministrazione di lovastatina dovrebbe essere sospesa. L’uso concomitante di altri farmaci aventi un forte effetto inibitore del sistema CYP3A4 a dosi terpeutiche dovrebbe essere evitato salvo che i benefici attesi non prevalgano sul rischio possibile

2. La dose di lovastatina non dovrebbe superare i 20 mg/die in pazienti che ricevono un trattamento concomitante con ciclosporina, danazolo, gemfibrozil, altri fibrati, o alte dosi di niacina (1 g/die o dosi maggiori). L’uso combinato di lovastatina con

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gemfibrozil dovrebbe essere evitato salvo che i benefici attesi non prevalgano sul rischio possibile. I benefici dell’uso di lovastatina in pazienti che ricevono un trattamento con altri fibrati, niacina, ciclosporina o danazolo devono essere attentamente considerati rispetto al rischio possibile della terapia associata. L’aggiunta di altri fibrati o niacina alla lovastatina induce una modesta riduzione addizionale del colesterolo LDL, ma può ridurre ulteriormente i trigliceridi e aumentare il colesterolo HDL. Combinazioni di altri fibrati o niacina a dosi basse di lovastatina sono state utilizzate senza miopatia in piccoli studi a breve termine con attento monitoraggio.

3. La dose di lovastatina non deve superare i 40 mg/die in pazienti che ricevano un trattamento concomitante di amiodarone o verapamil. L’uso concomitante di lovastatina a dosi superiori a 40 mg/die e amiodarone o verapamil dovrebbe essere evitato salvo che i benefici non prevalgano sul rischio aumentato di miopatia.

4. I pazienti in terapia con acido fusidico e lovastatina devono essere controllati attentamente. Può essere presa in considerazione la sospensione temporanea del trattamento con lovastatina.

5. Tutti i pazienti che iniziano la terapia con lovastatina o ai quali venga aumentata la dose devono essere avvertiti del rischio di miopatia ed invitati a segnalare al medico curante eventuali dolori muscolari spontanei, stanchezza o debolezza. La terapia con lovastatina deve essere immediatamente sospesa in presenza di diagnosi o sospetta diagnosi di miopatia. La presenza dei suddetti sintomi e/o l’innalzamento della CK >10 volte, sono indicativi di miopatía. Nella maggior parte dei casi in cui viene interrotto il trattamento, i dolori muscolari scompaiono e i livelli di CK tendono a tornare ai valori normali. Controlli periodici delle CK dovrebbero essere eseguiti nei pazienti che iniziano la terapia o che aumentano il dosaggio, anche se non esiste certezza che i controlli possano prevenire la miopatia.

6. Molti pazienti che hanno sviluppato una rabdomiolisi in terapia con lovastatina presentavano una anamnesi complicata, inclusa insufficienza renale conseguente a diabete mellito di lunga durata. Questi pazienti devono essere controllati periodicamente. La terapia con lovastatina può essere sospesa temporalmente pochi giorni prima di chirurgia elettiva rilevante e quando sopravviene una situazione medica o chirurgica rilevante.

Effetti epatici

Negli studi clinici iniziali, in alcuni pazienti si sono verificati aumenti marcati (fino a 3 volte l'ULN) delle transaminasi, che di solito compaiono da 3 a 12 mesi dopo l’inizio della terapia con lovastatina, senza sviluppare itterizia o altri sintomi clinici. Non si sono osservati segni di ipersensibilità.. Una biopsia epatica è stata eseguita in uno di questi pazienti e ha mostrato un'epatite focale lieve. Alcuni di questi pazienti presentavano test di funzionalità epatica anomali prima della terapia con lovastatina o/e consumavano grandi quantità di alcool. Nei pazienti nei quali il trattamento è stato interrotto o sospeso per l’incremento dei transaminasi, incluso il paziente sottoposto a biopsia del fegato, i livelli di transaminasi sono diminuiti lentamente ai livelli iniziali di pretrattamento.

Nello studio clinico Expanded Clinical Evaluation of Lovastatin (EXCEL) della durata di 48 settimane condotto su 8245 pazienti, l’incidenza degli aumenti persistenti (più da 3 volte la ULN) delle transaminasi sieriche è stata dello 0.1% con placebo, 0.1% con 20mg/die, 0.9% con 40 mg/die e 1.5% con 80 mg/die di lovastatina. (vedere paragrafo 5.0 Proprietà farmacologiche)

Si raccomanda di eseguire test di funzionalità epatica (ALT, AST) prima dell’inizio della

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terapia nei pazienti che hanno anamnesi di disturbi epatici, o quando sia clinicamente indicato, e anche periodicamente (ad esempio ogni 6 mesi), in particolare nei pazienti con risultati anormali o che consumano elevate quantità di alcol e/o assumono dosi > di 40 mg di lovastatina al giorno. Si raccomanda di eseguire test di funzionalità epatica in tutti i pazienti prima di assumere 40 mg o più al giorno e successivamente anche quando indicato clinicamente.

Se l’aumento dei livelli delle transaminasi sieriche è più di 3 volte i valori normali, è raccomandato valutare il danno potenziale che può aversi se si continua il trattamento rispetto al benecifio che si intende ottenere. I liveli di transaminasi devono essere controllati periodicamente. È necessario interrompere la terapia con lovastatina se i livelli rimangono alti o aumentano ulteriormente.

Come con altri ipolipemizzanti, l’aumento moderato (meno di tre volte la ULN) di transaminasi seriche è stato segnalato nella terapia con lovastatina (vedere paragrafo 4.8) Questi cambiamenti sono apparsi poco dopo l’inizio della terapia con lovastatina, sono di solito transitori e non presentano altri sintomi; l’interruzione del trattamento non è stata necessaria.

Il farmaco dovrebbe essere somministrato con cautela a pazienti che consumano notevoli quantità di alcool o con anamnesi di disturbi epatici. Disturbi epatici in atto o un aumento inspiegabile delle transaminasi seriche rappresentano una controindicazione dell’uso di lovastatina (vedere paragrafo 4.3 Controindi­cazioni)

Popolazione pediatrica

In un numero limitato di studi controllati (vedere paragrafi 4.8 e 5.1), non vi è stato alcun effetto rilevabile sulla crescita o maturazione sessuale nei ragazzi adolescenti o sulla durata del ciclo mestruale nelle ragazze.

Alle adolescenti si deve consigliare l’uso di adeguati metodi contraccettivi durante la terapia con lovastatina (vedere paragrafi 4.3 e 4.6). La lovastatina non è stata adeguatamente studiata nei bambini in età pre-puberale o nelle ragazze pre-menarca, né nei pazienti di età inferiore ai 10 anni

Ipertrigliceri­demia

La lovastatina diminuisce i trigliceridi solo moderatamente e non è indicata quando l’ipertriglice­ridemia è la principale indicazione terapeutica (nella iperlipidemia di Tipo I, IV e V)

Ipercolesterolemia familiare omozigote

La lovastatina è meno efficace nei pazienti con ipercolesterolemia familiare omozigote rara. Questo può essere dovuto al fatto che questi pazienti non presentano recettori LDL funzionali. La lovastatina sembra aumentare più del solito i livelli di transaminasi sieriche (vedere paragrafo 4.8 Effeti Indesiderati) in questi pazienti omozigoti.

4.5

Interazioni con altri medicinali ed altre forme di interazione

Interazioni con inibitori del CYP3A4

Interazioni associate con la isoforma CYP3A4 del citocromo P450. La lovastatina non ha effetti inibitori sul citocromo P450 3A4 e quindi non si ritiene che possa modificare il metabolismo di altri farmaci che vengono metabolizzati dall’enzima CYP3A4.

Tuttavia, la lovastatina è un substrato del citocromo P450 3A4. Potenti inhibitori del citocromo P450 3A4 possono aumentare il rischio di miopatia riducendo la clearance di lovastatina.

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Questi inhibitori includono:

Mibefradil

Itraconazolo

Ketoconazolo

Eritromicina

Claritromicina

inibitori delle proteasi dell’HIV

Nefazodone

(vedere paragrafo 4.4).

Interazioni con ipolipemizzanti che possono indurre miopatia quando assunti da soli

Il rischio di miopatia è aumentato dai seguenti farmaci ipolipemizzanti che non sono potente inhibitori della CYP3A4 ma che possono indurre miopatia già da soli: Gemfibrozil

Altri fibrati

Niacina (acido nicotinico) a dosi ipolipemizzanti (> 1 g/die) (vedere paragrafo 4.4)

L’uso concomitante di lovastatina e gemfibrozil può aumentare notevolmente la concentrazione di metaboliti attivi nel plasma nei volontari sani rispetto alla cosomministrazione di lovastatina e placebo.

Altre interazioni

Ciclosporina o Danazolo: il rischio di miopatia/rabdo­miolisi è aumentato dall’uso concomitante di ciclosporina o danazolo con lovastatina, particolarmente con dosi alti di lovastatina. (vedere paragrafo 4.4)

Amiodarone o verapamil: il rischio di miopatia/rabdo­miolisi è aumentato dall’uso concomitante di amiodarone o verapamil con lovastatina e dosi alti di prodotti strettamente correlati alla classe degli inibitori della HMG-CoA reduttasi. (vedere paragrafo 4.4)

Acido fusidico : il rischio di miopatia inclusa la rabdomiolisi può essere aumentato dalla contemporanea assunzione di acido fusidico con prodotti strettamente correlati alla classe degli inibitori della HMG-CoA reduttasi.

Il meccanismo di questa interazione è ancora sconosciuto. Sono stati riportati casi di rabdomiolisi (inclusi alcuni casi fatali) in pazienti che ricevevano questa associazione.

Se il trattamento con acido fusidico per via sistemica è necessario, il trattamento con lovastatina deve essere interrotto per tutta la durata del trattamento con acido fusidico. (Vedere paragrafo 4.4.)

Derivativi cumarinici:

Quando la lovastatina e i derivati cumarinici si usano contemporaneamente, il tempo di protrombina può essere allungato. Nei pazienti con terapia anticoagulante, il tempo di protombina deve essere determinato prima di iniziare il trattamento con lovastatina e frequentemente durante la fase inizale di somministrazione per controllare che non vi siano alterazioni importanti del tempo di protombina.

Dopo stabilizzazione del tempo di protrombina, i controlli possono essere eseguiti con la frequenza usuale dei pazienti in terapia anticoagulante. Nei casi di modifica della dose di lovastatina, la procedura deve essere ripetuta. La terapia con lovastatina non è associata a sanguinamento o a cambiamenti del tempo di protrombina in pazienti che non sono in terapia anticoagulante

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Documento reso disponibile da AIFA il 16/05/2020

Esula dalla competenza dell’AIFA ogni eventuale disputa concernente i diritti di proprietà industriale e la tutela brevettuale dei dati relativi all’AIC dei medicinali e, pertanto, l’Agenzia non può essere ritenuta responsabile in alcun modo di eventuali violazioni da parte del titolare dell'autorizzazione all'immissione in commercio (o titolare AIC).

Altre interazioni

Il succo di pompelmo continiene uno o più ingredienti che inibono il citocromo P450 3 A4 e possono incrementare la concentrazione plasmatica dei medicinali metabolizzati via citocromo P450 3 A4. L’effeto del consumo usuale (un bicchiere da 250 mg per giorno) è minimo (incremento del 34% della attività inibitoria della HMG-CoA reduttasi plasmatica attiva misurata dall'area sotto la curva concentrazione-tempo) e non ha rilevanza clinica. Tuttavia, una grande quantità di succo di pompelmo (più d’un litro al giorno) aumenta sensibilmente l’ attività inibitoria della HMG-CoA reduttasi durante la terapia con lovastatina e questa quantità deve essere quindi evitata (vedere paragrafo 4.4)

4.6 gravidanza e allattamento

Gravidanza:

La lovastatina è controindicata in gravidanza.

Prima della prescrizione a donne in età fertile si raccomanda di eseguire un test di gravidanza.

Qualora, in corso di trattamento con lovastatina venga diagnosticata una gravidanza, il trattamento stesso deve essere immediatamente sospeso.

Allattamento:

Non è noto se la lovastatina o i suoi metaboliti siano escreti nel latte materno. Poiché molti farmaci sono escreti nel latte materno e poiché essiste un potenziale rischio di effetii indesiderati gravi, le donne che assumono lovastatina non devono allattare al seno.

4.7 effetti sulla capacità di guidare veicoli e sull’uso di macchinari

La lovastatina non ha o ha una influenza minima sulla abilità di guidare veicoli e sull’uso di macchinari. Tuttavia, durante la guida di veicoli o l’uso di macchinari, si deve tener conto che che raramente sono state riportati capogiri nell’esperienza post-marketing.

4.8 effetti indesiderati

La lovastatina è generalmente ben tollerata; gli effetti indesiderati sono usualmente di natura lieve e transitoria.

La frequenza di eventi avversi si può indicare come segue:

Molto comuni (≥1/10), Comuni (≥1/100 to <1/10), Non comune (≥1/1,000 a <1/100), Rari (≥1/10,000 a <1/1,000), Molto rari (<1/10,000), Non nota (non può essere definita sulla base dei dati disponibili).

Classificazione sistemica organica

Frequenza

Disturbi del

Sistema immunitario

Rari (≥1/10,000 a <1/1,000)

Ipersensibilità, sindrome

associata con uno o più dei seguenti sintomi: anafilassi, angioedema, sindrome simil lupoide, polimialgia reumatica, dermatomiosite, vasculitie, trombocitopenia, leucopenia, eosinofilia, anemia emolitica,

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Esula dalla competenza dell’AIFA ogni eventuale disputa concernente i diritti di proprietà industriale e la tutela brevettuale dei dati relativi all’AIC dei medicinali e, pertanto, l’Agenzia non può essere ritenuta responsabile in alcun modo di eventuali violazioni da parte del titolare dell'autorizzazione all'immissione in commercio (o titolare AIC).

autoanticorpi positivi antinucleo (ANA), aumento del tasso di sedimentazione, artrite, artralgia, orticaria, astenia, fotosensibilità, febbre, rossore, dispnea e malessere.

Disturbi del metabolismo e della nutrizione

Comuni (≥ 1/100 a <1/10)

Disordini digestivi.

Rari (≥ 1/10.000 a < 1/1000)

Anoressia.

Disturbi psichiatrici

Non comuni (≥ 1/1000 a < 1/100)

Insonnia, difficoltà a dormire.

Rare (≥ 1/10.000 a < 1/1000)

Disordini psicologici, come agitazione/ansietà.

Non noti

Depressione

Patologie del sistema nervoso

Comuni (≥ 1/100 a <1/10)

Vertigini, cefalea.

Non comuni (≥ 1/1000 a < 1/100)

Disgeusia.

Rari (≥ 1/10.000 a < 1/1000)

Neuropatia periferica,

particolarmente se si assume per un lungo periodo di tempo, parestesia.

Non noti

Problemi di memoria.

Patologie dell’occhio

Comuni (≥ 1/100 a <1/10)

Visione offuscata

Patologie gastrointestinali

Comuni (≥ 1/100 a <1/10)

Flatulenza, diarrea,

costipazione, nausea,

dispepsia, dolori addominali.

Rari (≥ 1/10.000 a < 1/1000)

Vomito

Patologie epatobliari

Rari (≥ 1/10.000 a < 1/1000)

Epatite, itterizia colestatica.

Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo

Comuni (≥ 1/100 a <1/10)

Eruzione cutanea.

Non comuni (≥ 1/1000 a < 1/100)

Prurito, xerostomia.

Rari (≥ 1/10.000 a < 1/1000)

Perdita di capelli, necrolisi epidermica tossica e eritema multiforme inclusa sindrome di Stevens-Johnson.

Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connetivo

Comuni (≥ 1/100 a <1/10)

Crampi muscolari e mialgia.

Rari (≥ 1/10.000 a < 1/1000)

Miopatia e rabdomiolisi, disfunzioni erettili

Patologiesiste­miche e condizioni relative

Non comuni (≥ 1/1000 a < 1/100)

Stanchezza.

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alla sede di amministrazione

Esami diagnostici

Rari (≥ 1/10.000 a< 1/1000)

Aumenti marcati e persitenti delle concentrazioni sierche di transaminasi (vedere paragrafo 4.4.).

Sono state segnalate altre irregolarità nei test di funzionalità epatica, tra cui fosfatasi alcalina elevata e bilirubina. Sono stati osservati aumenti della concentrazione sierica di CK (che può essere attribuita alla frazione non cardiaca di CK). Questi di solito sono stati lievi e transitori; aumenti marcati si sono verificati solo in rari casi (vedere paragrafo 4.4.).

POPOLAZIONE PEDIATRICA (ETÀ 10–17 ANNI)

In studi clinici controllati della durata di 48 settimane nei ragazzi adolescenti con ipercolesterolemia familiare eterozigote (n=132) e studi della durata di 24 settimane nelle ragazze con ipercolesterolemia familiare eterozigote (n=54) che erano almeno 1 anno postmenarca, la sicurezza e l’efficacia della lovastatina (da 10 a 40 mg al giorno) è stata generalmente simile a quella dei gruppi trattati conplacebo (vedere paragrafo 4.4 e 5.1)

Segnalazione delle reazioni avverse sospette

La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale all’indirizzo .

4.9

Sovradosaggio

Sono stati riferiti rari casi di sovradosaggio accidentale a seguito di ingestione fino a 5–6 g di lovastatina senza significativi effetti clinici.

Fino a che non si ottengano ulteriori dati sul sovradosaggio con lovastatina, non si può raccomandare un trattamento specifico. Misure generali per il sovradosaggio si devono applicare e la funzionalità epatica deve essere monitorata.

Non è noto se la lovastatina e i suoi metaboliti siano dializzabili.

5 proprietà farmacologiche

5.1 proprietà farmacodinamiche

Categoria farmacoterapeutica :Ipocolestero­lemizzanti ed ipotrigliceri­demizzanti – Inibitori della HMG CoA reduttasi – lovastatina, codice ATC: C10AA02.

Il coinvolgimento del colesterolo-LDL (Low Density Lipoproteins) nella aterogenesi è

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Documento reso disponibile da AIFA il 16/05/2020

Esula dalla competenza dell’AIFA ogni eventuale disputa concernente i diritti di proprietà industriale e la tutela brevettuale dei dati relativi all’AIC dei medicinali e, pertanto, l’Agenzia non può essere ritenuta responsabile in alcun modo di eventuali violazioni da parte del titolare dell'autorizzazione all'immissione in commercio (o titolare AIC).

documentato in molti studi clinici. Studi epidemiologici hanno dimostrato che livelli elevati di colesterolo-LDL e bassi livelli di colesterolo-HDL (High Density Lipoproteins) sono fattori di rischio per la cardiopatia coronarica. La lovastatina riduce sia i livelli normali che quelli elevati di colesterolo-LDL. Le LDL si formano dalle VLDL (Very Low Density Lipoproteins) e vengono catabolizzate prevalentemente dai recettori LDL ad alta affinità. Il meccanismo di riduzione del colesterolo-LDL può interessare sia la riduzione del colesterolo-VLDL che la induzione dei recettori LDL, cioè interviene sulla sintesi e/o il catabolismo del colesterolo-LDL. L’apoproteina B, che è contenuta nelle LDL, si riduce significativamente durante il trattamento con lovastatina, questo suggerisce che la lovastatina non solo riduce la concentrazione di colesterolo legato alle lipoproteine LDL, ma anche la quantità delle LDL circolanti stesse. Inoltre può aumentare in modo variabile la quantità di colesterolo-HDL e ridurre moderatamente il colesterolo-VLDL e i trigliceridi plasmatici

La lovastatina è risultata altamente efficace nel ridurre il colesterolo totale e LDL nelle forme familiari e non familiari di ipercolesterolemia primaria e iperlipidemia mista. Una risposta significativa è osservabile dopo due settimane di terapia e l’effetto massimo si ottiene dopo 4–6 settimane.

Lo studio EXCEL condotto in doppio cieco ha dimostrato su pazienti ipercolesterolemici una riduzione statisticamente significativa verso placebo del Colesterolo-LDL (24–40%), del Colesterolo Totale (17–29%), dei trigliceridi (10–19%) ed un aumento di Colesterolo-HDL dopo 12–48 settimane di trattamento.

Lo studio AFCAPS/TexCAPS condotto in doppio cieco ha dimostrato una riduzione statisticamente significativa verso placebo del 37% del rischio di primo evento coronarico acuto (infarto miocardico, angina instabile, morte improvvisa) in pazienti senza sintomi di malattie cardiovascolari con fattore di rischio maggiore di 20% (colesterolo-LDL >115 mg/dL) nel corso di un follow-up di oltre 5 anni. Il trattamento ha significativamente ridotto del 32% il rischio di angina instabile, del 40% il rischio di infarto miocardio e del 33% il rischio di ricorrere ad interventi di rivascolarizzazione coronaria (bypass coronario o angioplastica percutanea transluminale).

Lo studio Canadian Coronary Atherosclerosis Intervention Trial (CCAIT) in doppio cieco ha misurato verso placebo l’effetto di lovastatina (20–80 mg/die) sul diametro minimo del lume e sul diametro della stenosi con una angiografia coronarica computerizzata: dopo 2 anni di trattamento la percentuale di pazienti con progressione della aterosclerosi è risultata inferiore rispetto al placebo (33% vs. 50%) così come la percentuale di pazienti con nuove lesioni (16% vs. 32%).

Lo studio Monitored Atheriosclerosis Regression Study (MARS) ha dimostrato mediante valutazione a punteggio della angiografia coronarica computerizzata che la lovastatina (80 mg/die) rallenta significativamente la progressione della aterosclerosi nel 23% dei pazienti trattati verso 11% dei pazienti trattati con placebo.

Lo studio Familial Atherosclerosis Treatment Study (FATS) ha dimostrato in pazienti iperlipidemici dopo 2,5 anni mediante angiografia coronarica computerizzata l’efficacia della lovastatina, associata ad un sequestrante biliare, nel diminuire la frequenza della progressione e nell’aumentare la frequenza di regressione delle lesioni aterosclerotiche delle coronarie.

Lo studio Asymptomatic Carotid Artery Progression Study (ACAPS) in doppio cieco ha dimostrato mediante ultrasonografia B in pazienti iperlipidemici che la lovastatina riduce lo spessore massimo intimale-mediale di 12 segmenti di carotide dopo 3 anni di terapia con 20–40 mg/die.

Popolazione pediatrica

In uno studio randomizzato, in doppio cieco, controllato con placebo, 132 maschi di età

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compresa tra i 10 e 17 anni con ipercolesterolemia familiare eterozigote (livello basale di colesterolo LDL 189–500 mg/dl) sono stati randomizzati a lovastatina (n = 67) o placebo (n = 65) per 48 settimane. Il dosaggio di lovastatina, una volta al giorno alla sera, era di 10 mg per le prime 8 settimane, 20 mg nelle successive 8 settimane e 40 mg in seguito. La lovastatina ha ridotto significativamente il valore medio basale del C-totale del 19,3%, il valore medio del C-LDL del 24,2% ed i livelli medi di apolipoproteina B del 21%.

Allo stesso modo in un altro studio randomizzato, in doppio cieco, controllato con placebo, 54 ragazze di età compresa tra i 10 e 17 anni che erano almeno un anno post-menarca con ipercolesterolemia familiare eterozigote (livello basale di colesterolo LDL 160–400 mg/dl) sono state randomizzate a lovastatina (n = 35) o placebo (n = 19) per 24 settimane. Il dosaggio di lovastatina, una volta al giorno alla sera, era di 20 mg per le prime 4 settimane, e 40 mg in seguito. La lovastatina ha ridotto significativamente il valore medio basale del C-totale del 22,4%, il valore medio del C-LDL del 29,2%, i livelli medi di apolipoproteina B del 24,4% ed i livelli medi di trigliceridi del 22,7%.

La sicurezza e l’efficacia di dosi superiori a 40 mg al giorno non sono state studiate nei bambini. L’efficacia a lungo termine della terapia con lovastatina durante l’infanzia per ridurre la morbilità e la mortalità in età adulta non è stata stabilita.

5.2 proprietà farmacocinetiche

Negli studi condotti su animali la lovastatina, dopo somministrazione orale, ha mostrato una selettività elevata per il fegato, dove la lovastatina raggiunge una concentrazione più elevata che in altri tessuti.

La lovastatina subisce un esteso metabolismo di primo passaggio nel fegato, il principale sito d'azione della sostanza, con successiva escrezione nella bile. Dopo somministrazione orale di lovastatina nei soggetti di studio, il 10% della dose si trova nelle urine e l’83% nelle feci. La lovastatina e il beta-idrossiacido hanno un legame con le proteine plasmatiche umane (>95%). Studi negli animali hanno dimostrato che la lovastatina passa la barriera ematoencefalica e placentare. I livelli plasmatici di concentrazione di lovastatina e i suoi metaboliti attivi presentano un picco dopo 2–4 ore dopo la somministrazione. Le concentrazioni plasmatiche lineari vengono osservate fino ad una dose di 120 mg di lovastatina. Con la somministrazione giornaliera, lo stato stazionario delle concentrazioni plasmatiche si ottiene doppo 2–3 giorni. Quando è somministrata a digiuno, le concentrazioni di lovastatina e dei metaboliti attivi corresponde a 2/3 della concentrazione plasmatica ottenuta quando si somministra inmediatamente dopo un pasto normale.

Il rischio di miopatia è aumentato nei casi di concentrazione elevate dell’ inibitore della HMG-CoA reduttasi. Potenti inibitori di CYP3A4 possono aumentare la concentrazione plasmatica dell’inibitore della HMG-CoA reduttasi e possono aumentare il rischio di miopatia (vedere paragrafo 4.4 Effetti sulla muscolatura e 4.5).

5.3 dati preclinici di sicurezza

Tossicità acuta

La DL50 p.o. della lovastatina nel topo è superiore a 20 g/kg.

Tossicità ripetute

Gli effetti tossici della lovastatina, comuni agli altri farmaci della stessa classe (statine), sono stati studiati nel topo, nel ratto, nel cane e nel coniglio. Nel cane alla dose di 180 mg/kg/die p.o. dopo 11–28 settimane sono state osservate degenerazione del nervo ottico, cataratta e lesioni vascolari, caratterizzate da emorragia perivascolare ed edema,

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infiltrazione di cellule mononucleate nello spazio perivascolare, depositi perivascolari di fibrina e necrosi dei piccoli vasi.

Fertilità e Teratogenesi.

Nel ratto non sono stati osservati effetti dose-correlati sulla fertilità; nel cane dosi superiori a 20 mg/kg/die hanno prodotto atrofia testicolare, diminuita spermatogenesi, alterazione degli spermatociti.

La lovastatina ad alte dosi provoca malformazioni dello scheletro durante il periodo della organogenesi.

Mutagenesi e carcinogenesi.

La lovastatina non è risultata mutagena a diversi tests sia in vitro e in vivo. Negli studi di tossicità a lungo termine (fino 2 anni) sono stati osservati effetti cancerogeni epatocellulari nel ratto a dosi 2–7 volte la dose massima umana; nel topo sono stati osservati carcinomi epatocellulari e adenomi a dosi 3–4 volte la dose massima umana e papillomi della mucosa non ghiandolare dello stomaco a dosi 1–2 volte la dose massima umana.

6 informazioni farmaceutiche

6.1 elenco degli eccipienti

Cellulosa microcristallina PH102

Cellulosa microcristallina PH101

Mannitolo

Croscarmellosa sodica

Talco

Magnesio stearato

Silice colloidale anidra

Sodio laurilsolfato

6.2 incompatibilità

Non sono note incompatibilità con altri farmaci.

6.3 periodo di validità

3 anni

6.4 precauzioni particolari per la conservazione

Non conservare a temperatura superiore ai 30°C.

6.5 natura e contenuto del contenitore

Blister Al/PVC/PVDC.

Confezione da 30 compresse

6.6 precauzioni particolari per lo smaltimento e la manipolazione

Il medicinale non utilizzato e i rifiuti derivati da tale medicinale devono essere smaltiti in conformità alla normativa locale vigente.

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TEVA B.V.

Swensweg 5, 2031 GA Haarlem, Paesi Bassi

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8

046526012 – „20 Mg Compresse“ 30 Compresse In Blister Al/Pvc/Pvdc

046526024 – „40 Mg Compresse“ 30 Compresse In Blister Al/Pvc/Pvdc