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LIRGOSIN - riassunto delle caratteristiche del prodotto

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Riassunto delle caratteristiche del prodotto - LIRGOSIN

1. DENOMINAZIONE DELLA SPECIALITA’ MEDICINALE

LIRGOSIN 1 g/4 ml polvere e solvente per soluzione iniettabile per uso intramuscolare e endovenoso

LIRGOSIN 1 g/4 ml polvere e solvente per soluzione iniettabile per uso intramuscolare

LIRGOSIN 2 g/10 ml polvere e solvente per soluzione iniettabile per uso endovenoso

2. composizione qualitativa e quantitativa

LIRGOSIN 1 g/4 ml polvere e solvente per soluzione iniettabile per uso intramuscolare e endovenoso

Un flacone contiene:

Principio attivo: cefotaxime sodico 1,048 g (pari a 1 g di cefotaxime)

LIRGOSIN 1 g/4 ml polvere e solvente per soluzione iniettabile per uso intramuscolare

Un flacone contiene:

Principio attivo: cefotaxime sodico 1,048 g (pari a 1 g di cefotaxime)

LIRGOSIN 2 g/10 ml polvere e solvente per soluzione iniettabile per uso endovenoso

Un flacone contiene:

Principio attivo: cefotaxime sodico 2,096 g (pari a 2 g di cefotaxime)

Per gli eccipienti v. punto 6.1

3. forma farmaceutica

Polvere e solvente per soluzione iniettabile per uso intramuscolare o endovenoso

Polvere e solvente per soluzione iniettabile per uso intramuscolare

Polvere e solvente per soluzione iniettabile per uso endovenoso

4. informazioni cliniche

4.1 indicazioni terapeutiche

Di uso elettivo e specifico in infezioni batteriche gravi di accertata o presunta origine da germi Gram-negativi “difficili” o da flora mista con presenza di Gram-negativi resistenti ai più comuni antibiotici.

In dette infezioni il prodotto trova indicazione, in particolare, nei pazienti defedati e/o immunodepressi.

E’ indicato, inoltre, nella profilassi delle infezioni chirurgiche.

4.2 posologia e modo di somministrazione

La dose e la via di somministrazione vanno scelte a seconda del tipo d’infezione, della sua gravità, del grado di sensibilità dell’agente patogeno, delle condizioni e del peso corporeo del paziente.

La durata del trattamento con cefotaxime varia a seconda della risposta terapeutica; la terapia dovrebbe comunque essere continuata almeno fino a 3 giorni dopo lo sfebbramento.

Adulti: la posologia di base è di 2 g al giorno (1 g ogni 12 ore) da somministrare per via intramuscolare o endovenosa e se necessario può essere aumentata a 3–4 g e nei casi molto gravi fino a 12 g per via endovenosa, riducendo opportunamente l’intervallo tra le somministrazioni a 8–6 ore.

Per quanto riguarda la somministrazione per via endovenosa delle dosi più basse, si ricorre all’iniezione diretta da eseguire in 3–5 minuti (nel caso sia già in corso infusione venosa si può pinzettare il tubo circa 10 cm al di sopra dell’ago ed iniettare il cefotaxime nel tubo al di sotto della pinzettatura).

Alle dosi più elevate il cefotaxime può essere somministrato per infusione endovenosa breve (20 minuti) dopo aver sciolto 2 g in 40 ml di acqua per preparazioni iniettabili, soluzione fisiologica isotonica o soluzione glucosata, oppure per infusione endovenosa continua (50–60 minuti) dopo aver sciolto 2 g in 100 ml di solvente, plasmaexpander (Emagel o destrani).

Si raccomanda di non miscelare il cefotaxime con soluzioni di sodio bicarbonato.

Allorchè si ricorra alla via endovenosa, è comunque consigliabile iniziare la terapia somministrando il cefotaxime direttamente in vena.

Pazienti particolarmente sensibili possono lamentare dolore dopo iniezione intramuscolare; per il trattamento di questi soggetti si consiglia l’impiego, fino a 2 volte al giorno, di un solvente contenente lidocaina cloridrato soluzione 1% (fatta eccezione per i soggetti ipersensibili alla lidocaina). Questa soluzione va impiegata solo per via intramuscolare e quindi si deve assolutamente evitare la somministrazione endovasale.

Bambini: al di sotto dei 12 anni si possono somministrare 50–100 mg/kg da suddividere in 2–4 somministrazioni giornaliere.

In alcuni casi estremamente gravi ed in pericolo di vita sono state raggiunte anche dosi di 200 mg/kg/die senza segni di intolleranza.

Nel prematuro la posologia non dovrebbe superare i 50 mg/kg/die dato che la funzionalità renale non è ancora pienamente sviluppata.

Il solvente contenente lidocaina cloridrato non va impiegato nei bambini al di sotto dei 12 anni, nei quali la somministrazione intramuscolare va effettuata con la soluzione in sola acqua per preparazioni iniettabili.

Somministrazione endovenosa (iniezione o infusione):

Per iniezioni endovenose intermittenti, la soluzione deve essere iniettata in un lasso di tempo di 3–5 minuti. Durante la sorveglianza post-marketing, in pochissimi pazienti che hanno ricevuto una rapida somministrazione per via endovenosa di cefotaxime attraverso un catetere venoso centrale, è stata segnalata aritmia potenzialmente pericolosa per la vita.

Cefotaxime e gli aminoglicosidi non devono essere miscelati nella stessa siringa o liquido di perfusione.

4.3

Controindicazioni

– Ipersensibilità alle cefalosporine o ad altre sostanze strettamente correlate dal punto di vista chimico.

– In pazienti con una storia di ipersensibilità al cefotaxime e/o ad altri componenti di LIRGOSIN.

LIRGOSIN ricostituito con solvente contenente lidocaina non deve mai essere utilizzato:

* per via endovenosa;

* nei bambini di età inferiore ai 30 mesi;

* nei pazienti con anamnesi positiva di ipersensibilità alla lidocaina e ad altri anestetici locali di tipo amidico o al cefotaxime sodico;

* nei pazienti con blocco cardiaco in assenza di pace-maker;

* nei pazienti con scompenso cardiaco grave.

Reazioni allergiche crociate possono esistere tra penicilline e cefalosporine (vedere par. 4.4)

Generalmente controindicato in gravidanza e durante l’allattamento (vedi par. 4.6).

4.4

Speciali avvertenze e precauzioni per l’uso

Le cefalosporine di III generazione, come altre betalattamine, possono indurre resistenza microbica e tale evenienza è maggiore verso organismi opportunisti, specialmente Enterobacteriaceae e Pseudomonas, in soggetti immunodepressi e probabilmente associando tra loro più β-lattamine.

Documento reso disponibile da AIFA il 10/06/2016

Come con altri antibiotici, l’uso di cefotaxime, specialmente se prolungato, può dare origine ad una crescita eccessiva di organismi non suscettibili. Una ripetuta valutazione delle condizioni del paziente è essenziale. Se avvengono superinfezioni durante la terapia, devono essere prese appropriate misure.

Reazioni Anafilattiche

Reazioni di ipersensibilità gravi, incluse le fatali, sono state riportate in pazienti che hanno ricevuto cefotaxime (vedere par. 4.3 e 4.8).

L’uso di cefotaxime è strettamente controindicato in soggetti con una precedente storia di ipersensibilità di tipo immediato alle cefalosporine.

Dal momento che esiste una allergia crociata tra penicilline e cefalosporine, l’uso di quest’ultime deve essere intrapresa con estrema cautela nei soggetti sensibili alla penicillina.

Ai pazienti che hanno presentato forme di allergia, specie ai farmaci, si devono somministrare con cautela gli antibiotici, compreso il cefotaxime.

In caso di reazione allergica si deve interrompere la terapia ed istituire trattamento idoneo (amine vasopressorie, antistaminici, corticosteroidi) o, in presenza di anafilassi, immediato trattamento con adrenalina od altre opportune misure di emergenza.

Reazioni bollose gravi

Casi di reazioni cutanee bollose gravi come la sindrome di Stevens-Johnson o la necrolisi epidermica tossica sono state riportate con cefotaxime (vedere par. 4.8). I pazienti devono essere informati di contattare il loro medico immediatamente prima di continuare il trattamento qualora compaiano reazioni della pelle o delle mucose.

Malattie associate a Clostridium difficile (es. colite pseudo membranosa).

Il trattamento con antibiotici a largo spettro altera la normale flora del colon e ciò può consentire la crescita di clostridi. Alcuni studi hanno evidenziato che una tossina prodotta dal Clostridium difficile è la causa principale della colite associata alla terapia antibiotica.

Il cefotaxime deve essere prescritto con cautela in individui con anamnesi positiva per malattie gastrointestinali, particolarmente colite.

Diarrea, particolarmente se severa e/o persistente che occorre durante il trattamento o nelle prime settimane successive al trattamento, può essere sintomatica di una malattia associata a Clostridium difficile (CDAD). La severità di CDAD può variare da lieve fino ad essere a rischio per la vita, la cui forma più severa è la colite pseudomembranosa.

La diagnosi di questa rara ma possibile fatale condizione può essere confermata attraverso l’endoscopia e/o istologia.

E’ importante prendere in considerazione tale diagnosi in pazienti che presentano diarrea durante o successivamente alla somministrazione di cefotaxime.

Se è sospettata una diagnosi di colite pseudo membranosa, il cefotaxime deve essere sospeso immediatamente ed un’appropriata specifica terapia antibiotica deve essere istituita senza ritardo.

Casi lievi di colite possono regredire con l’interruzione del trattamento. Si consiglia la somministrazione di soluzioni di elettroliti e di proteine quando si manifestano casi di colite di media o grave entità. Se la colite non regredisce con l’interruzione del trattamento o se è grave, bisogna somministrare vancomicina per os, che rappresenta l’antibiotico di scelta in caso di colite pseudomembranosa causata da Clostridium difficile.

La malattia associata a Clostridium difficile può essere favorita dalla stasi fecale.

Prodotti medicinali che inibiscono la peristalsi non devono essere somministrati.

Reazioni ematologiche

Leucopenia, neutropenia e più raramente agranulocitosi possono svilupparsi durante il trattamento con cefotaxime particolarmente se somministrato per un lungo periodo. Per trattamenti di durata superiore a 7–10 giorni, la conta dei globuli bianchi del sangue deve essere monitorata ed il trattamento deve essere sospeso in caso di neutropenia.

Sono stati riportati alcuni casi di eosinofilia e trombocitopenia, rapidamente reversibili con la sospensione del trattamento. Sono stati anche riportati casi di anemia emolitica (vedere par. 4.8).

Pazienti con insufficienza renale

Il dosaggio deve essere modificato in funzione della clearance della creatinina calcolata.

Cautela deve essere prestata se il cefotaxime è somministrato insieme agli aminoglicosidi o ad altri farmaci nefrorossici (vedere par. 4.5). La funzione renale deve essere monitorata in questi pazienti, negli anziani, ed in quelli con compromissione renale preesistente.

Neurotossicità

Alte dose di antibiotici betalattamici, incluso il cefotaxime, particolarmente in pazienti con insufficienza renale, può dare esito ad encefalopatia (es. compromissione del livello di coscienza, movimenti anormali e convulsioni) (vedere par. 4.8).

I pazienti devono essere informati di contattare il loro medico immediatamente prima di continuare il trattamento se compaiano tali reazioni.

Precauzioni per la somministrazione

Durante la sorveglianza post-marketing, in pochissimi pazienti che hanno ricevuto una rapida somministrazione per via endovenosa di cefotaxime attraverso un catetere venoso centrale, è stata segnalata aritmia potenzialmente pericolosa per la vita. Deve essere seguito il tempo raccomandato per l’iniezione o infusione (vedere par. 4.2).

Vedere paragrafo 4.3 per le controindicazioni, per le formulazioni contenenti lidocaina.

L’irritazione dei tessuti nel punto di iniezione endovenosa è rara; essa può essere evitata iniettando il farmaco molto lentamente (3–5 minuti).

Effetti sui test di laboratorio

Come con altre cefalosporine, è stato evidenziato un test di Coombs positivo in alcuni pazienti trattati con cefotaxime. Questo fenomeno può interferire con le prove crociate del sangue.

Il test sul glucosio urinario con agenti riducenti non specifici può dare origine a risultati falsopositivi. Questo fenomeno non si vede quando viene usato un metodo glucosio-ossidasi specifico.

Assunzione di sodio

Documento reso disponibile da AIFA il 10/06/2016

Nei pazienti sottoposti a dieta iposodica è opportuno precisare che il contenuto in sodio del farmaco è di 2,09 mmol/grammo.

4.5 interazioni con altri medicinali e altre forme di interazione

Il cefotaxime non deve essere miscelato con antibiotici ed altri farmaci.

L’impiego contemporaneo di aminoglicosidi, associazione che “in vitro” dà origine ad effetto sinergico od almeno additivo, può essere indicato in infezioni particolarmente gravi: i due antibiotici vanno comunque somministrati in siringhe separate; in questi casi è raccomandato il controllo costante della funzionalità renale.

In corso d’infezione da Pseudomonas aeruginosa può essere indicato associare al cefotaxime un altro antibiotico anch’esso attivo nei confronti di questo particolare agente patogeno.

Come con altre cefalosporine, il cefotaxime può potenziare gli effetti nefrotossici di farmaci nefrotossici come aminoglicosidi o potenti diuretici (es. furosemide). La funzione renale deve essere monitorata (vedere par. 4.4).

Probenecid interferisce con il trasferimento tubulare renale delle cefalosporine, in tal modo ritardando la loro escrezione ed incrementando le loro concentrazioni plasmatiche.

4.6 Fertilità, Gravidanza ed allattamento

La sicurezza del cefotaxime non è stata verificata sulla gravidanza umana.

Studi negli animali non evidenziano effetti dannosi diretti o indiretti nei confronti della tossicità riproduttiva. Comunque, non ci sono studi adeguati e ben controllati nelle donne in gravidanza.

Il cefotaxime attraversa la barriera placentare. Quindi, il cefotaxime non deve essere usato durante la gravidanza a meno che l’anticipato beneficio non superi qualsiasi potenziale rischio.

Allattamento

Il cefotaxime passa nel latte materno umano. Effetti sulla flora intestinale fisiologica del lattante che portano a diarrea, colonizzazione da funghi lievito-simili, e sensibilizzazione del lattante non possono essere esclusi. Pertanto, è necessario decidere se interrompere l’allattamento o il trattamento con il medicinale, tenendo in considerazione il beneficio dell’allattamento per il bambino e il beneficio della terapia per la madre.

4.7 effetti sulla capacità di guidare e di usare macchinari

Non c’è evidenza che il cefotaxime comprometta direttamente la capacità di guidare o di operare con macchinari.

Alte dosi di cefotaxime, particolarmente in pazienti con insufficienza renale possono causare encefalopatie (es. compromissione del livello di coscienza, movimenti anormali, e convulsioni) (vedere par. 4.8). I pazienti devono essere informati di non guidare o usare macchinari qualora si manifestino tali sintomi.

Documento reso disponibile da AIFA il 10/06/2016

4.8 Effetti indesiderati

Sistema d’organo

Molto comune (≥1/10)

Comun e (da ≥1/100 a <1/10)

Non comune (da ≥1/1000 a <1/100)

Raro (da ≥1/10000 a

<1/1000)

Molto raro (<1/10000)

Non noto (la frequenza non può essere definita sulla base dei dati disponibili) 

Infezioni ed infestazioni

Superinfezione (vedere par. 4.4)

Patologie del sistema emolinfopoietico

Leucopenia Eosinofilia Trombocitopenia

Neutropenia

Agranulocitosi (vedere par.

4.4)

Anemia emolitica

Disturbi del sistema immunitario

Reazione di Jarisch-Herxheimer

Reazioni anafilattiche

Angioedema Broncospasmo Shock anafilattico

Patologie del sistema nervoso

Convulsioni (vedere par. 4.4)

Cefalea

Capogiri

Encefalopatia (es. compromissione del livello di coscienza, movimenti anormali

(vedere par. 4.4)

Patologie cardiache

Aritmia conseguente a rapida infusione di un bolo attraverso catetere venoso centrale

Patologie gastrointestinali

Diarrea

Nausea

Vomito

Dolore addominale

Colite pseudo-membranosa (vedere par. 4.4)

Patologie epatobiliari

Aumento degli enzimi epatici (ALT,AST, LDH, gamma-GT e/o fosfatasi alcalina) e/o bilirubina

Epatite * (talvolta con ittero)

Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo

Rash Prurito Orticaria

Eritema multiforme

Sindrome di Stevens-

Johnson

Necrolisi epidermica tossica

(vedere par. 4.4)

Patologie renali e urinarie

Riduzione nella funzionalità renale/ aumento di creatinina (particolarmente quando prescritto insieme a aminoglicosidi)

Nefrite interstiziale

Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione

Per formulazio ni IM: dolore sul sito di iniezione

Febbre

Reazioni infiammatorie sul sito di iniezione, incluse flebiti/ tromboflebiti

Per formulazioni IM (poiché il solvente contiene lidocaina): reazioni sistemiche alla lidocaina

esperienze di post-marketing

Reazioni di Jarisch-Herxheimer

Documento reso disponibile da AIFA il 10/06/2016

Per il trattamento della borreliosi, una reazione di Jarisch-Herxheimer può svilupparsi durante i primi giorni di trattamento. La comparsa di uno o più dei seguenti sintomi è stata riportata dopo numerose settimane di trattamento della borreliosi: rash cutaneo, prurito, febbre, leucopenia, aumento degli enzimi epatici, difficoltà della respirazione, discomforto articolare.

Disordini epatobiliari

Sono stati osservati aumenti degli enzimi epatici (ALT, AST, LDH, gamma-GT e/o fosfatasi alcalina) e/o della bilirubina. Queste anormalità di laboratorio possono raramente eccedere due volte il limite superiore del range normale e possono fare pensare ad un pattern di danno epatico, usualmente colestatico e molto spesso asintomatico.

4.9 sovradosaggio

I sintomi da sovradosaggio possono largamente corrispondere al profilo degli effetti indesiderati.

Esiste un rischio di encefalopatia reversibile nei casi di somministrazione di alte dosi di antibiotici betalattamici incluso il cefotaxime.

In caso di sovradosaggio, il cefotaxime deve essere sospeso, ed un trattamento di supporto deve essere istituito, che include misure per accelerare l’eliminazione e trattamento sintomatico delle reazione avverse (es. convulsioni).

Non esiste un antidoto specifico. I livelli sierici di cefotaxime possono essere ridotti con l’emodialisi o con la dialisi peritoneale.

5. proprieta’ farmacologiche

5.1 proprietà farmacodinamiche

Il cefotaxime è un antibiotico a largo spettro, particolarmente attivo anche in presenza di ß-lattamasi batteriche. Il cefotaxime è attivo “in vitro” sia su batteri Gram-negativi che Gram-positivi, sia aerobi che anaerobi.

5.2 proprietà farmacocinetiche

Il cefotaxime non è apprezzabilmente assorbito dal tratto gastrointestinale, per cui deve essere somministrato per via parenterale.

Dopo somministrazione i.m. i picchi ematici sono raggiunti in circa 30’ e corrispondono ai seguenti valori: 24 μg/ml dopo 1 g; 12 μg/ml dopo 500 mg; 5 μg/ml dopo 250 mg; l’emivita plasmatica media è di 70–80 minuti.

Dopo somministrazione endovenosa diretta i picchi ematici vengono raggiunti in 5’-10’ e corrispondono ai seguenti valori: 214 μg/ml dopo 2 g; 110 μg/ml dopo 1 g; 40 μg/ml dopo 500 mg, con emivita plasmatica media di 40’.

Dopo somministrazione i.m. ed e.v. della dose abituale il cefotaxime si distribuisce nei tessuti e nei liquidi corporei: umore acqueo, secrezione bronchiale, saliva, orecchio medio, tessuto osseo, bile, liquido ascitico, pleurico, prostatico e cefalorachidiano.

Il cefotaxime è parzialmente metabolizzato nel fegato a desacetilcefotaxime che ha attività antibatterica.

Il cefotaxime ed i suoi metaboliti sono escreti principalmente nelle urine. Negli adulti con normale funzionalità renale circa il 40–60% della dose singola i.m. o e.v. è escreto nelle urine immodificato e circa il 24% è escreto come desacetilcefotaxime nelle 24 ore.

5.3 dati preclinici di sicurezza

Documento reso disponibile da AIFA il 10/06/2016

La DL50 del cefotaxime somministrato per via e.v. è compresa, nel topo e nel ratto, fra 9000 e 10000 mg/Kg peso corporeo ed è, nel cane, superiore a 1500 mg/Kg; per via i.p. e s.c. è, nel topo, rispettivamente di 12060 e 18700 mg/Kg, mentre per via i.m. nel ratto è superiore a 7000 mg/Kg.

La somministrazione per 6 mesi di dosi di cefotaxime fino a 250 mg/Kg s.c. a ratti e i.m. a cani non ha indotto variazioni significative dei parametri esaminati.

Studi effettuati su ratti e conigli hanno evidenziato che il cefotaxime è privo di effetti teratogeni; non sono stati compromessi né la fertilità né lo sviluppo peri- e post-natale.

6. informazioni farmaceutiche

6.1 elenco degli eccipienti

Fiala solvente

LIRGOSIN 1 g/4 ml polvere e solvente per soluzione iniettabile per uso intramuscolare e endovenoso

Acqua per preparazioni iniettabili

LIRGOSIN 1 g/4 ml polvere e solvente per soluzione iniettabile per uso intramuscolare

Acqua per preparazioni iniettabili, lidocaina cloridrato

LIRGOSIN 2 g/10 ml polvere e solvente per soluzione iniettabile per uso endovenoso Acqua per preparazioni

6.2 incompatibilità

Si raccomanda di non miscelare LIRGOSIN con soluzioni di sodio bicarbonato, con antibiotici e con altri farmaci.

6.3 validità

2 anni.

6.4 speciali precauzioni per la conservazione

Conservare a temperatura inferiore a 30°C, nella confezione originale per riparare il prodotto dalla luce.

Il prodotto ricostituito (solubilizzazione del contenuto del flacone con il contenuto della corrispondente fiala solvente) deve essere utilizzato immediatamente. L’eventuale residuo deve essere gettato.

Le soluzioni allestite incluso quelle diluite con tecnica asettica con soluzioni perfusionali restano chimicamente stabili per 24 ore a 2–8°C e al riparo dalla luce, ma in ottemperanza alle buone norme di pratica farmaceutica si raccomanda di utilizzare le soluzioni, laddove è possibile, entro 3 ore dalla loro costituzione. Dopo l’uso va gettato anche se utilizzato solo parzialmente.

6.5 natura e contenuto del contenitore

Flaconi in vetro tipo III incolore; fiale di vetro tipo I incolore.

LIRGOSIN 1 g/4 ml polvere e solvente per soluzione iniettabile per uso intramuscolare e endovenoso

1 flacone polvere da 1 g + 1 fiala solvente da 4 ml di acqua per preparazioni iniettabili LIRGOSIN 1 g/4 ml polvere e solvente per soluzione iniettabile per uso intramuscolare 1 flacone polvere da 1 g + 1 fiala solvente con lidocaina cloridrato 1% da 4 ml LIRGOSIN 2 g/10 ml polvere e solvente per soluzione iniettabile per uso endovenoso 1 flacone polvere da 2 g + 1 fiala solvente da 10 ml di acqua per preparazioni iniettabili

6.6 Istruzioni per l’uso

Apertura fiala solvente: prelevare mediante siringa il contenuto della fiala solvente e versarlo nel flaconcino di polvere.

A solubilizzazione completa prelevare il contenuto del flaconcino e procedere con l’iniezione.

Il prodotto sciolto, fin dall’inizio, si presenta di tonalità gialla, ciò non pregiudica l’efficacia e la tollerabilità del farmaco.

Documento reso disponibile da AIFA il 10/06/2016

Attenzione: la soluzione per uso intramuscolare non deve mai essere impiegata per la somministrazione endovenosa.

7. titolare dell’autorizzazione all’immissione in commercio

FIDIA Farmaceutici S.p.A. – Via Ponte DELLA Fabbrica, 3/A – 35031 Abano Terme(PD)

8. numero dell’autorizzazione all’immissione in commercio

LIRGOSIN 1 g/4 ml polvere e solvente per soluzione iniettabile per uso intramuscolare e endovenoso

1 flacone + 1 fiala solvente 4 ml AIC 035311024

LIRGOSIN 1 g/4 ml polvere e solvente per soluzione iniettabile per uso intramuscolare

1 flacone + 1 fiala solvente 4 ml AIC 035311012

LIRGOSIN 2 g/10 ml polvere e solvente per soluzione iniettabile per uso endovenoso

1 flacone + 1 fiala solvente 10 ml AIC 035311036

9. DATA DI PRIMA AUTORIZZAZIONE / RINNOVO DELL’AUTORIZZAZIONE

31.10.2003