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INDAPAMIDE AUROBINDO - riassunto delle caratteristiche del prodotto

Contiene principio attivo :

Dostupné balení:

Riassunto delle caratteristiche del prodotto - INDAPAMIDE AUROBINDO

1 denominazione del medicinale

Indapamide Aurobindo 1,5 mg compresse a rilascio prolungato

2 composizione qualitativa e quantitativa

Ogni compressa a rilascio prolungato contiene 1,5 mg di indapamide.

Eccipiente con effetti noti :

1 44,22 mg di lattosio monoidrato/com­pressa a rilascio prolungato.

Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere il paragrafo 6.1.

3 forma farmaceutica

Compressa a rilascio prolungato.

Compresse biconvesse a rilascio prolungato rivestite con film, rotonde, di colore da bianco a biancastro.

4 informazioni cliniche

4.1 indicazioni terapeutiche

Indapamide Aurobindo 1,5 mg compresse a rilascio prolungato è indicato nel trattamento dell’ipertensione essenziale negli adulti.

4.2 posologia e modo di somministrazione

Posologia

Una compressa ogni 24 ore, da prendere preferibilmente al mattino, da ingerire intera con acqua senza masticarla.

A dosi elevate l’effetto antiipertensivo dell’indapamide non viene potenziato, mentre l’effetto saluretico risulta aumentato.

Popolazioni speciali

Compromissione renale (vedere paragrafi 4.3 e 4.4):

In caso di grave insufficienza renale (clearance della creatinina inferiore a 30 ml/min), il trattamento è controindicato.

Le tiazidi e i diuretici correlati esplicano la loro piena efficacia solo quando la funzione renale è normale oppure solo minimamente compromessa.

Compromissione epatica (vedere paragrafi 4.3 e 4.4):

In caso di grave compromissione epatica, il trattamento è controindicato.

Anziani (vedere paragrafo 4.4):

Nei pazienti anziani, la creatinina plasmatica deve essere adattata in base all’età, al peso e al sesso del paziente. I pazienti anziani possono essere trattati con Indapamide Aurobindo 1,5 mg compresse a rilascio prolungato quando la loro funzione renale è normale o solo leggermente compromessa.

Popolazione pediatrica:

Documento reso disponibile da AIFA il 12/08/2021

La sicurezza e l’efficacia di Indapamide Aurobindo 1,5 mg compresse a rilascio prolungato nei bambini e negli adolescenti non sono state stabilite. Non ci sono dati disponibili.

Modo di somministrazione

Per somministrazione orale.

4.3 controindicazioni

– Ipersensibilità al principio attivo, alle altre sulfonamidi o ad uno qualsiasi degli eccipienti elencati al paragrafo 6.1;

– grave insufficienza renale;

– encefalopatia epatica o grave compromissione della funzione epatica;

– ipopotassiemia.

4.4 avvertenze speciali e precauzioni d’impiego

Avvertenze speciali

In caso di compromissione della funzione epatica, è possibile che i diuretici simil-tiazidici causino un’encefalopatia epatica in caso di squilibrio elettrolitico. Se ciò si verifica, la somministrazione del diuretico deve essere immediatamente sospesa.

Fotosensibilità

Sono stati riportati casi di fotosensibilità con diuretici tiazidici e simil-tiazidici (vedere paragrafo 4.8). Se, durante il trattamento, si manifesta una reazione di fotosensibilità, si raccomanda di sospendere il trattamento. Se si dovesse ritenere opportuna la ri-somministrazione del diuretico, si consiglia di proteggere le aree esposte al sole oppure ai raggi UVA.

Eccipienti:

Questo medicinale contiene lattosio monoidrato. I pazienti affetti da rari problemi ereditari di intolleranza al galattosio, da deficit totale di lattasi, o da malassorbimento di glucosio-galattosio, non devono assumere questo medicinale.

Speciali precauzioni per l’uso

– Squilibrio idro-elettrolitico:

Sodio plasmatico:

Deve essere misurato prima del trattamento e, in seguito, ad intervalli regolari. Il calo del sodio plasmatico può essere inizialmente asintomatico, ragion per cui è necessario monitorare regolarmente di questo parametro, e manifestarsi più frequentemente nei pazienti anziani e cirrotici (vedere paragrafi 4.8 e 4.9). Qualsiasi trattamento diuretico può causare iponatriemia, a volte con conseguenze molto gravi. Iponatriemia con ipovolemia può essere responsabile di disidratazione e ipotensione ortostatica. La perdita concomitante di ioni cloruro può portare ad alcalosi metabolica compensativa secondaria: l’incidenza e il grado di questo effetto sono lievi.

Potassio plasmatico:

La deplezione di potassio con conseguente ipopotassiemia rappresenta il rischio maggiore connesso all’uso dei diuretici tiazidici e simil-tiazidici. Il rischio che insorga ipopotassiemia (< 3,4 mmol/l) deve essere prevenuto in certi pazienti ad alto rischio, ad es. gli anziani, i pazienti malnutriti e/o trattati contemporaneamente con più farmaci, i pazienti cirrotici con edema ed ascite, arteriopatia coronarica ed insufficienza cardiaca. In questi casi l’ipopotassiemia determina un aumento della tossicità cardiaca delle preparazioni a base di digitale e del rischio di aritmia.

Anche i pazienti con sindrome da intervallo QT lungo, devono essere considerati a rischio se l’origine di tale condizione è congenita o iatrogena. L’ipopotassiemia, come pure la bradicardia, sono fattori predisponenti all’insorgenza di gravi aritmie e in particolare di torsioni di punta potenzialmente fatali.

Documento reso disponibile da AIFA il 12/08/2021

In tutte le situazioni sopra indicate è richiesto un più frequente monitoraggio del potassio plasmatico. La prima misurazione del potassio plasmatico deve essere effettuata nella prima settimana successiva all’inizio del trattamento

Una volta riscontrata, l’ipopotassiemia deve essere corretta.

Calcio plasmatico:

I diuretici tiazidici e simil-tiazidici possono ridurre l’escrezione urinaria di calcio e determinare un lieve e transitorio aumento del calcio plasmatico. Un’evidente ipercalcemia potrebbe essere dovuta ad un precedente iperparatiroidismo non riconosciuto. Il trattamento deve essere sospeso prima di eseguire tests di funzionalità paratiroidea.

Glicemia:

Il monitoraggio della glicemia è importante per i pazienti diabetici, soprattutto in caso di ipopotassiema concomitante.

Acido urico:

Nei pazienti iperuricemici è possibile un aumento della tendenza agli attacchi gottosi.

Funzione renale e diuretici:

I diuretici tiazidici e simil-tiazidici sono completamente efficaci solo quando la funzione renale è normale oppure minimamente compromessa (creatinina plasmatica al di sotto dei livelli dell’ordine di 25 mg/l, vale a dire 220 µmol/l negli adulti). Nei pazienti anziani questa creatinina plasmatica deve essere adattata in base all’età, al peso e al sesso del paziente.

L’ipovolemia, secondaria alla perdita di liquidi e sodio indotta dal diuretico all’inizio del trattamento determina una riduzione della filtrazione glomerulare. Ciò può risultare in un aumento dell’urea ematica e della creatinina plasmatica. Questa transitoria insufficienza renale non dà conseguenze nei pazienti la cui funzione renale è normale, ma potrebbe peggiorare un’insufficienza renale preesistente.

Atleti:

Si richiama l’attenzione degli atleti sul fatto che questo medicinale contiene una sostanza farmacologica che può dare reazione positiva ai test di doping.

Effusione coroidale, miopia acuta e glaucoma ad angolo chiuso secondario:

I farmaci sulfamidici o derivati da sulfamidici possono causare una reazione idiosincrasica che determina effusione coroidale con difetti del campo visivo, miopia transitoria e glaucoma acuto ad angolo chiuso. I sintomi comprendono l’insorgenza acuta di ridotta acuità visiva o dolore oculare e compaiono in genere da entro poche ore a settimane dall’inizio del trattamento. Se non trattato, il glaucoma acuto ad angolo chiuso può causare la perdita permanente della vista. Il trattamento primario consiste nell’interrompere la somministrazione di medicinale il più rapidamente possibile. Un pronto intervento medico o chirurgico può essere necessario qualora la pressione intraoculare dovesse rimanere non controllata. I fattori di rischio per sviluppare il glaucoma acuto ad angolo chiuso possono includere un’anamnesi di allergia alla sulfonamide o alla penicillina.

4.5 Interazione con altri medicinali ed altre forme di interazione

Associazioni sconsigliate:

Litio :

Aumento dei livelli di litio con segni di sovradosaggio, come nel caso della dieta iposodica (diminuzione dell’escrezione urinaria di litio). Se l’uso dei diuretici è necessario, bisogna provvedere ad un attento monitoraggio dei livelli di litio nel plasma e all’adattamento della dose.

Associazioni che richiedono prudenza:

Documento reso disponibile da AIFA il 12/08/2021

Farmaci che inducono le torsioni di punta:

– antiaritmici di classe Ia (chinidina, idrochinidina, disopiramide),

– antiaritmici di classe III (amiodarone, sotalolo, dofetilide, ibutilide),

– alcuni antipsicotici: fenotiazine (clorpromazina, ciamemazina, levomepromazina, tioridazina, trifluoperazina),

– benzamidi (amisulpride, sulpiride, sultopride, tiapride),

– butirrofenoni (droperidolo, aloperidolo);

– altri: bepridil, cisapride, difemanile, eritromicina ev, alofantrina, mizolastina, pentamidina, sparfloxacina, moxifloxacina, vincamina ev.

Aumento del rischio di aritmie ventricolari, in particolare delle torsioni di punta (l’ipopotassiema rappresenta un fattore di rischio). Tenere l’ipopotassiemia sotto controllo e correggerla, se necessario, prima di introdurre l’associazione. Monitoraggio clinico, degli elettroliti plasmatici ed elettrocardio­grafico. Far uso di sostanze che non hanno lo svantaggio di provocare torsioni di punta in caso di ipopotassiemia concomitante.

FANS (per via sistemica), inclusi gli inibitori selettiva della COX-2, acido salicilico ad alti dosaggi (≥ 3 g/die):

possibile riduzione dell’effetto antiipertensivo dell’indapamide. Rischio di insufficienza renale acuta in pazienti disidratati (ridotta filtrazione glomerulare). Idratare il paziente, monitorare la funzione renale all’inizio del trattamento.

Inibitori dell’enzima di conversione dell’angiotensina (ACE)-inibitori:

Rischio di improvvisa ipotensione e/o insufficienza renale acuta quando il trattamento con un ACE-inibitore viene iniziato in presenza di una deplezione sodica preesistente (soprattutto in pazienti con stenosi dell’arteria renale).

In caso di ipertensione, quando un trattamento diuretico precedente potrebbe aver causato una deplezione sodica, è necessario:

– o sospendere il diuretico 3 giorni prima di iniziare il trattamento con l’ACE-inibitore e, se necessario, reintrodurre un diuretico risparmiatore di potassio;

– oppure iniziare il trattamento con l’ACE-inibitore ad una bassa dose, incrementandola gradualmente.

In caso di insufficienza cardiaca congestizia , iniziare il trattamento con una dose molto bassa di ACE-inibitore, possibilmente dopo aver ridotto la dose del diuretico risparmiatore di potassio somministrato in concomitanza.

In tutti i casi, monitorare la funzione renale (creatinina plasmatica) durante le prime settimane di trattamento con un ACE-inibitore.

Altri farmaci ipopotassiemici, amfotericina B (e.v.), glucocorticoidi e mineralcorticoidi (per via sistemica), tetracosactide, lassativi stimolanti:

Aumento del rischio di ipopotassiemia (effetto additivo). Monitoraggio del potassio plasmatico e correzione, se necessario. Ciò deve essere tenuto particolarmente presente in caso di concomitante trattamento con la digitale. Uso di lassativi non stimolanti.

Baclofene:

Aumento dell’effetto antiipertensivo. Idratare il paziente, monitorare la funzione renale all’inizio del trattamento.

Preparazioni a base di digitale:

L’ipopotassiemia predispone agli effetti tossici della digitale. Monitorare il potassio plasmatico ed effettuare un esame elettrocardio­grafico, quindi, se necessario, adattare il trattamento.

Associazioni che richiedono particolare attenzione:

Documento reso disponibile da AIFA il 12/08/2021

Allopurinolo:

Il trattamento concomitante con indapamide può aumentare l’incidenza delle reazioni di ipersensibilità all’allopurinolo.

Associazioni da tenere in considerazione:

Diuretici risparmiatori di potassio (amiloride, spironolattone, triamterene):

mentre le associazioni razionali possono essere utili in alcuni pazienti, è sempre possibile l’insorgenza di ipo-o iperpotassiemia (soprattutto in pazienti con insufficienza renale o diabete). Monitorare il potassio plasmatico ed effettuare un ECG, quindi, se necessario, rivedere il trattamento.

Metformina:

aumento del rischio di acidosi lattica indotta dalla metformina a causa di una possibile insufficienza renale associata all’impiego dei diuretici ed in modo particolare all’uso di diuretici dell’ansa. Non usare la metformina quando la creatinina plasmatica eccede 15 mg/l (135 µmol/l) nell’uomo e 12 mg/l (110 µmol/l) nelle donne.

Mezzi di contrasto iodati:

in caso di disidratazione indotta dal diuretico il rischio che si sviluppi un’insufficienza renale acuta è maggiore, soprattutto quando vengono usate grandi quantità di mezzi di contrasto iodati. Provvedere a reidratare il paziente prima di somministrargli un farmaco iodato.

Antidepressivi imipramino-simili, neurolettici:

Aumento dell’effetto antipertensivo e del rischio di ipotensione ortostatica (effetto additivo).

Calcio (sali):

Rischio di ipercalcemia conseguente alla ridotta escrezione urinaria di calcio.

Ciclosporina, tacrolimus:

Rischio di aumento della creatinina plasmatica senza che vi siano alterazioni nei livelli della ciclosporina circolante, persino in assenza di deplezione idro-salina.

Corticosteroidi, tetracosactide (per via sistemica):

Riduzione dell’effetto antipertensivo (ritenzione acqua/sodio indotta dai corticosteroidi).

4.6 fertilità, gravidanza e allattamento

Gravidanza

Dati relativi all’uso di indapamide nelle donne in gravidanza non sono disponibili o sono limitati (meno di 300 gravidanze esposte). L’esposizione prolungata alla tiazide durante il terzo trimestre di gravidanza può ridurre il volume del plasma materno nonché il flusso sanguigno uteroplacentare, che possono provocare ischemia feto-placentare e ritardo della crescita.

Studi sugli animali non indicano effetti dannosi diretti o indiretti relativamente alla tossicità riproduttiva (vedere paragrafo 5.3).

A scopo precauzionale, è preferibile evitare l’uso di indapamide durante la gravidanza.

Allattamento

Non sono disponibili informazioni sufficienti sull’escrezione di indapamide/suoi metaboliti nel latte umano.

Possono manifestarsi ipersensibilità ai farmaci derivati dalle sulfonamidi e ipokaliemia. Non può essere escluso un rischio per i neonati/bambini.

L’indapamide è molto simile ai diuretici tiazidici, i quali sono stati associati durante l’allattamento ad una diminuzione o anche una soppressione della produzione di latte materno.

L’indapamide non deve essere usata durante l’allattamento con latte materno.

Documento reso disponibile da AIFA il 12/08/2021

Fertilità

Studi di tossicità riproduttiva non hanno dimostrato effetti sulla fertilità nei ratti femmina e maschio (vedere paragrafo 5.3). Nell’uomo non sono attesi effetti sulla fertilità.

4.7 effetti sulla capacità di guidare veicoli e sull’uso di macchinari

L’indapamide non influisce sullo stato di vigilanza, ma in casi individuali possono verificarsi diverse reazioni correlate all’abbassamento della pressione arteriosa, specialmente all’inizio della terapia o quando si aggiunge un altro farmaco antipertensivo.

Di conseguenza, la capacità di guidare veicoli o di utilizzare macchinari può essere compromessa.

4.8 effetti indesiderati

Riepilogo del profilo di sicurezza

Le reazioni avverse più comunemente riportate sono reazioni di ipersensibilità, principalmente dermatologiche, in soggetti con predisposizione alle reazioni allergiche e asmatiche ed alle eruzioni maculopapulari.

Durante gli studi clinici, l’ipopotassiemia (potassio plasmatico < 3,4 mmol/l) è stata osservata nel 10% dei pazienti e < 3,2 mmol/l nel 4% dei pazienti dopo 4–6 settimane di trattamento. Dopo 12 settimane di trattamento, la caduta media del potassio plasmatico era di 0,23 mmol/l.

La maggior parte delle reazioni avverse riguardanti i parametri clinici o di laboratorio sono dose-dipendenti.

Tabella riepilogativa delle reazioni avverse

I seguenti effetti indesiderati sono stati osservati durante il trattamento con indapamide e classificati in base alle seguenti frequenze:

Molto comune (≥ 1/10); comune (da ≥ 1/100 a < 1/10); non comune (da ≥ 1/1.000 a <1/100); rara (da ≥ 1/10.000 a < 1/1.000); molto rara (da ≥ 1/100.000 a < 1/10.000); non nota (la frequenza non può essere stimata sulla base dei dati disponibili).

Classificazione per sistemi ed organi secondo MedDRA

Effetti indesiderati

Frequenza

Patologie del sistema emolinfopoietico

Agranulocitosi

Molto rara

Anemia aplastica

Molto rara

Anemia emolitica

Molto rara

Leucopenia

Molto rara

Trombocitopenia

Molto rara

Disturbi del metabolismo e della nutrizione

Ipercalcemia

Molto rara

Deplezione di potassio con ipokaliemia, particolarmente grave in certe popolazioni di pazienti ad alto rischio (vedere paragrafo 4.4)

Non nota

Iponatriemia (vedere paragrafo 4.4)

Non nota

Patologie del sistema nervoso

Vertigine

Rara

Affaticamento

Rara

Cefalea

Rara

Parestesia

Rara

Sincope

Non nota

Patologie dell’occhio

Miopia

Non nota

Visione offuscata

Non nota

Compromissione della vista

Non nota

Effusione coroidale

Non nota

Patologie cardiache

Aritmia

Molto rara

Torsione di punta (potenzialmente fatale) (vedere paragrafi 4.4 e 4.5)

Non nota

Patologie vascolari

Ipotensione

Molto rara

Patologie gastrointestinali

Vomito

Non comune

Nausea

Rara

Documento reso disponibile da AIFA il 12/08/2021

Costipazione

Rara

Secchezza della bocca

Rara

Pancreatite

Molto rara

Patologie epatobiliari

Anomalie della funzionalità epatica

Molto rara

Possibile insorgenza di encefalopatia epatica in caso di insufficienza epatica (vedere paragrafi 4.3 e 4.4)

Non nota

Epatite

Non nota

Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo

Reazioni di ipersensibilità

Comune

Eruzioni maculo-papulose

Comune

Porpora

Non comune

Angioedema

Molto rara

Orticaria

Molto rara

Necrolisi epidermica tossica

Molto rara

Sindrome di Stevens-Johnson

Molto rara

Possibile peggioramento di un preesistente lupus eritematoso acuto disseminato

Non nota

Reazioni di fotosensibilità

Non nota

Patologie renali e urinarie

Insufficienza renale

Molto rara

Esami diagnostici

Prolungamento dell’intervallo QT (vedere paragrafi 4.4 e 4.5)

Non nota

Aumento della glicemia (vedere paragrafo 4.4)

Non nota

Aumento della uricemia (vedere paragrafo 4.4)

Non nota

Livelli elevati degli enzimi epatici

Non nota

Segnalazione delle reazioni avverse sospette

La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione all’indirizzo.

4.9 sovradosaggio

Sintomi:

L’indapamide non ha mostrato tossicità fino a 40 mg, ossia 27 volte la dose terapeutica. I segni dell’intossicazione acuta si manifestano soprattutto in forma di disturbi idro-elettrolitici (iponatriemia, ipopotassiemia). Clinicamente è possibile l’insorgenza di nausea, vomito, ipotensione, crampi, vertigini, sonnolenza, confusione, poliuria o oliguria che può progredire fino all’anuria (dovuta a ipovolemia).

Gestione:

Le misure iniziali riguardano la rapida eliminazione della/e sostanza/e ingerite tramite lavanda gastrica e/o somministra­zione di carbone attivo, con successivo recupero dell’equilibrio idrico/elettro­litico fino a valori normali da effettuarsi in un centro specializzato.

5 proprietà farmacologiche

5.1 proprietà farmacodinamiche

Categoria farmacoterapeutica:

Sulfonamidi, non associati; Codice ATC: C03B A11

Meccanismo d’azione

L’indapamide è un derivato della sulfonamide a nucleo indolico, farmacologicamente affine ai diuretici tiazidici. L’indapamide agisce inibendo il riassorbimento di sodio nel segmento corticale di diluizione:

Documento reso disponibile da AIFA il 12/08/2021

aumenta l’escrezione urinaria di sodio e cloruri e, in misura minore, l’escrezione di potassio e magnesio, incrementando in tal modo la produzione di urina ed esplicando quindi la sua azione antipertensiva.

Effetti farmacodinamici

Studi di fase II e III in cui il prodotto è stato somministrato in monoterapia hanno dimostrato un effetto antipertensivo della durata di 24 ore. Ciò si è verificato a dosi in cui l’effetto diuretico era di lieve intensità.

L’attività antipertensiva dell’indapamide determina un miglioramento della compliance arteriosa e la riduzione della resistenza arteriolare e periferica totale.

L’indapamide riduce l’ipertrofia ventricolare sinistra.

L’effetto terapeutico dei diuretici tiazidici e simil-tiazidici non va oltre una certa dose, mentre gli effetti collaterali continuano ad aumentare. La dose non deve essere aumentata se il trattamento non risulta essere efficace.

Durante trattamenti a breve, medio e lungo termine di pazienti ipertesi è stato dimostrato che l’indapamide:

– non interferisce con il metabolismo dei lipidi: trigliceridi, colesterolo LDL e colesterolo HDL;

– non interferisce con il metabolismo dei carboidrati, persino nei pazienti ipertesi con diabete.

5.2 proprietà farmacocinetiche

Indapamide 1,5 mg viene fornito in forma di compresse a rilascio prolungato che si basano su un sistema a matrice in cui il principio attivo viene disperso entro un supporto che permette il rilascio prolungato dell’indapamide.

Assorbimento

La frazione dell’indapamide rilasciata viene rapidamente e completamente assorbita dal tratto gastrointestinale. Una modesta assunzione di cibo aumenta la rapidità di assorbimento ma non ha influenza sulla quantità di farmaco assorbito. Il picco sierico viene raggiunto entro circa 12 ore dall’ingestione dopo la somministrazione di una singola dose, la somministrazione ripetuta riduce la variazione dei livelli sierici tra due dosi. Esiste una variabilità intra-individuale.

Distribuzione

Il legame dell’indapamide alle proteine plasmatiche è del 79%. L’emivita di eliminazione plasmatica è di 14 – 24 ore (in media 18 ore). Lo stato stazionario viene raggiunto dopo 7 giorni. La somministrazione ripetuta non comporta accumulo.

Metabolismo

Il farmaco viene essenzialmente eliminato nelle urine (70% della dose) e nelle feci (22%) sottoforma di metaboliti inattivi.

Pazienti ad alto rischio

Nei pazienti con insufficienza renale i parametri farmacocinetici restano invariati.

5.3 dati preclinici di sicurezza

Per quanto riguarda le proprietà mutagene e cancerogene di indapamide, i test sono risultati negativi.

Le massime dosi somministrate per via orale a diverse specie animali (dosi da 40 fino a 8000 volte la dose terapeutica) hanno causato un’esacerbazione delle proprietà diuretiche dell’indapamide. I maggiori sintomi di intossicazione riscontrati durante gli studi di tossicità acuta con l’indapamide somministrata per via endovenosa o endoperitoneale riguardavano l’azione farmacologica dell’indapamide, ad es. bradipnea e vasodilatazione periferica. Gli studi sulla tossicità riproduttiva non hanno mostrato embriotossicità o teratogenità. La fertilità non è risultata compromessa né nei maschi né nelle femmine di ratto.

Documento reso disponibile da AIFA il 12/08/2021

6 informazioni farmaceutiche

6.1 elenco degli eccipienti

Nucleo della compressa:

lattosio monoidrato

amido di mais pregelatinizzato

ipromellosa

silice colloidale anidra

magnesio stearato

Rivestimento della compressa:

ipromellosa

macrogol 6000

titanio diossido (E171)

6.2 incompatibilità

Non pertinente.

6.3 periodo di validità

3 anni.

6.4 Precauzioni particolari per la conservazione

Questo medicinale non richiede alcuna condizione particolare di conservazione.

6.5 natura e contenuto del contenitore

Blister Al/PVC

Confezioni: 10, 14, 15, 20, 30, 50, 60, 90, 100 compresse.

È possibile che non tutte le confezioni siano commercializzate.

6.6 precauzioni particolari per lo smaltimento e la manipolazione

Nessuna istruzione particolare.

7 titolare dell’autorizzazione all’immissione in commercio

8 NUMERO/I DELL’ AUTORIZZAZIONE ALL’IMMISSIONE IN COMMERCIO

Documento reso disponibile da AIFA il 12/08/2021

038708083 1,5 mg compresse a rilascio prolungato – 90 compresse in blister Al/PVC

038708095 1,5 mg compresse a rilascio prolungato – 100 compresse in blister Al/PVC

9 DATA DI PRIMA AUTORIZZAZIONE/RINNOVO DELL’AUTORIZZAZIONE

Data della prima autorizzazione: 07/05/2009

Data del rinnovo più recente: 25/06/2019