Riassunto delle caratteristiche del prodotto - ILUVIEN
1. denominazione del medicinale
ILUVIEN 190 microgrammi impianto intravitreale in applicatore.
2. composizione qualitativa e quantitativa
Ciascun impianto contiene 190 microgrammi di fluocinolone acetonide.
Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.
3. forma farmaceutica
Impianto intravitreale in applicatore
Forma cilindrica, colore marrone chiaro. Dimensioni: circa 3,5 mm x 0,37 mm.
L’applicatore è dotato di ago da 25 gauge.
4. informazioni cliniche
4.1 indicazioni terapeutiche
ILUVIEN è indicato per il trattamento della compromissione visiva associata all’edema maculare diabetico cronico che non risponde in misura sufficiente alle altre terapie disponibili (vedere paragrafo 5.1).
4.2 posologia e modo di somministrazione
Posologia
La dose raccomandata è di un impianto di ILUVIEN somministrato nell’occhio interessato. Si sconsiglia la somministrazione concomitante in entrambi gli occhi (vedere paragrafo 4.4).
Ogni impianto di ILUVIEN rilascia fluocinolone acetonide per un periodo massimo di 36 mesi. Dopo 12 mesi è possibile somministrare un secondo impianto se il paziente è interessato da un calo della vista o da un aumento dello spessore della retina secondari a recidiva o peggioramento dell’edema maculare diabetico (vedere paragrafo 5.1).
Il trattamento non deve essere ripetuto salvo i potenziali benefici superino i rischi.
ILUVIEN deve essere somministrato solo a pazienti che non hanno risposto in misura sufficiente al trattamento precedente con fotocoagulazione laser o altre terapie disponibili per l’edema maculare diabetico.
Popolazione pediatrica
Non vi sono casi rilevanti di impiego di fluocinolone acetonide somministrato per via intravitreale nella popolazione pediatrica con edema maculare diabetico (EMD).
Popolazioni speciali
Non sono necessari aggiustamenti della dose nei pazienti anziani o nei pazienti con compromissione renale o epatica.
Modo di somministrazione
SOLO PER USO INTRAVITREALE.
Il trattamento con ILUVIEN è solo per uso intravitreale e deve essere somministrato da un oftalmologo esperto in iniezioni intravitreali. La procedura di iniezione intravitreale deve essere effettuata in condizioni asettiche controllate, che implicano l’uso di guanti, camice e blefarostato (o equivalente) sterili. Prima procedere con l’iniezione devono essere somministrati un’anestesia adeguata e un microbicida ad ampio spettro.
La procedura di iniezione di ILUVIEN è descritta di seguito.
1. Prima dell’iniezione possono essere somministrate gocce antibiotiche a discrezione dell’oftalmologo curante.
Documento reso disponibile da AIFA il 27/04/2019
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2. Immediatamente prima dell’iniezione, applicare una goccia di anestetico per uso topico nella sede di iniezione (si consiglia il quadrante inferotemporale), seguita dall’applicazione mediante un bastoncino di cotone con la punta imbevuta nell’anestetico o dalla somministrazione subcongiuntivale di un anestetico adeguato.
3. Somministrare 2–3 gocce di un antisettico per uso topico adeguato nel fornice inferiore. È possibile strofinare le palpebre con la punta di bastoncini di cotone imbevuta di un antisettico per uso topico adeguato. Posizionare un blefarostato sterile. Mentre il soggetto guarda in alto, inumidire la sede di iniezione servendosi di un bastoncino di cotone con la punta imbevuta di un antisettico adeguato e attendere 30–60 secondi che l’antisettico per uso topico si asciughi prima di procedere con l’iniezione di ILUVIEN.
4. La parte esterna dell’astuccio non è sterile. L’astuccio deve essere estratto dalla confezione da un assistente (nonsterile), il quale esaminerà l’astuccio e la pellicola per verificare che non siano danneggiati. In caso di danni, l’unità non deve essere usata.
Se accettabile, l’assistente solleverà la pellicola senza toccare la superficie interna.
5. Controllare visivamente attraverso la finestra di osservazione dell’applicatore precaricato che all’interno sia effettivamente presente un impianto.
6. Togliere l’applicatore dall’astuccio usando guanti sterili e toccando solo la superficie sterile e l’applicatore.
Il cappuccio protettivo dell’ago deve essere rimosso solo quando l’iniezione di ILUVIEN è pronta.
Prima di procedere con l’iniezione, la punta dell’applicatore deve essere tenuta al di sopra del piano orizzontale per garantire il corretto posizionamento dell’impianto all’interno dell’applicatore.
7. Per ridurre la quantità di aria somministrata con l’impianto, la procedura di somministrazione deve essere effettuata in due fasi. Prima di inserire l’ago nell’occhio, premere il pulsante e spostarlo fino alla prima tacca (in corrispondenza dei segni neri ricurvi lungo il tracciato), quindi rilasciare il pulsante che tornerà in posizione sollevata. Se il pulsante non torna in posizione sollevata, non utilizzare questa unità.
8. Il posizionamento ottimale dell’impianto è inferiore al disco ottico e posteriore all’equatore dell’occhio. Con l’aiuto di un calibro, misurare 4 millimetri dal limbo nel quadrante inferotemporale.
9. Facendo attenzione, togliere il cappuccio protettivo dall’ago e controllare che la punta non sia piegata.
10. Spostare delicatamente la congiuntiva affinché dopo l’estrazione dell’ago i punti di ingresso congiuntivale e sclerale non combacino. Evitare il contatto tra l’ago e il margine della palpebra o le ciglia. Inserire l’ago nell’occhio. Per rilasciare l’impianto, con il pulsante in posizione sollevata, farlo scorrere in avanti fino a battuta ed estrarre l’ago. Nota: assicurarsi che il pulsante sia giunto a battuta prima di estrarre l’ago.
11. Togliere il blefarostato ed eseguire un’oftalmoscopia indiretta per verificare il posizionamento dell’impianto, l’adeguata perfusione dell’arteria centrale della retina e l’assenza di eventuali altre complicanze. Esercitando una leggera pressione sulla sclera sarà possibile visualizzare meglio l’impianto. L’esame deve includere un controllo della perfusione della testa del nervo ottico immediatamente dopo l’iniezione. La misurazione immediata della IOP può essere effettuata a discrezione dell’oftalmologo.
Dopo la procedura i pazienti devono essere monitorati per la comparsa di potenziali complicanze come endoftalmite, aumento della pressione intraoculare, distacco della retina ed emorragia o distacco del corpo vitreo. A 2–7 giorni dall’iniezione dell’impianto dovrà essere effettuata una biomicroscopia con tonometria.
Successivamente si raccomanda di monitorare i pazienti almeno ogni 3 mesi per la comparsa di potenziali complicanze dovute alla durata prolungata (circa 36 mesi) del rilascio di fluocinolone acetonide (vedere paragrafo 4.4).
4.3 controindicazioni
L’impianto intravitreale di ILUVIEN è controindicato in presenza di glaucoma o infezione oculare o perioculare attiva o sospetta preesistente, incluse la maggior parte delle malattie virali della cornea e della congiuntiva, tra cui la cheratite epiteliale da herpes simplex attiva (cheratite dendritica), il virus del vaccino, la varicella, le infezioni micobatteriche e le patologie fungine.
ILUVIEN è controindicato in pazienti con ipersensibilità al principio attivo o a uno qualsiasi degli eccipienti elencati al paragrafo 6.1.
4.4 avvertenze speciali e precauzioni di impiego
Le iniezioni intravitreali sono state associate a endoftalmite, aumento della pressione intraoculare, distacco della retina ed emorragia o distacco del corpo vitreo. I pazienti devono essere esortati a segnalare tempestivamente eventuali sintomi indicativi di endoftalmite. Il monitoraggio dei pazienti nei 2–7 giorni successivi all’iniezione può consentire l’individuazione e il trattamento tempestivi di infezioni oculari, aumenti della pressione intraoculare o altre complicanze. Successivamente si raccomanda di controllare la pressione intraoculare almeno ogni tre mesi.
L’uso di corticosteroidi per via intravitreale può causare cataratte, aumento della pressione intraoculare, glaucoma e può aumentare il rischio di infezioni secondarie.
Non sono state studiate la sicurezza e l’efficacia della somministrazione concomitante di ILUVIEN in entrambi gli occhi. Si raccomanda di non somministrare un impianto in entrambi gli occhi alla stessa visita. Si sconsiglia il trattamento concomitante di entrambi gli occhi prima di ottenere informazioni sulla risposta sistemica e oculare del paziente al primo impianto (vedere paragrafo 4.2).
Negli studi FAME, l’80% dei soggetti fachici trattati con fluocinolone acetonide ha subito un intervento di cataratta (vedere paragrafo 4.8). Dopo il trattamento, i pazienti fachici devono essere monitorati attentamente per eventuali segni di cataratta.
Negli studi FAME il 38% dei pazienti trattati con fluocinolone acetonide ha necessitato di trattamento con farmaci che abbassano la IOP (vedere paragrafo 4.8). Fluocinolone acetonide deve essere usato con cautela nei pazienti con IOP basale elevata e la IOP deve essere attentamente monitorata. In caso di aumenti della IOP che non rispondano ai farmaci o alle procedure per la riduzione della IOP, l’impianto ILUVIEN può essere asportato mediante vitrectomia.
I dati relativi all’effetto di fluocinolone acetonide post-vitrectomia sono limitati. È probabile che dopo la procedura si determini un’accelerazione della clearance del farmaco, sebbene non si preveda alcun effetto sulle concentrazioni allo stato stazionario. Ciò potrebbe ridurre la durata di azione dell’impianto.
Negli studi FAME il 24% dei soggetti nel gruppo di trattamento fittizio è stato trattato in un qualsiasi momento con anticoagulanti o antipiastrinici rispetto al 27% dei soggetti trattati con ILUVIEN. I soggetti in terapia con anticoagulanti o antipiastrinici che hanno ricevuto ILUVIEN in terapia concomitante o nei 30 giorni successivi all’interruzione del trattamento sono stati interessati da un’incidenza leggermente superiore di emorragia congiuntivale rispetto ai soggetti in trattamento fittizio (0,5% per i soggetti in trattamento fittizio e 2,7% per i soggetti in trattamento con ILUVIEN). L’unico altro evento segnalato con un’incidenza superiore nei soggetti trattati con ILUVIEN sono state le complicanze durante l’intervento oculare (0% per i soggetti in trattamento fittizio vs. 0,3% per i soggetti in trattamento con ILUVIEN).
Esiste un rischio potenziale di migrazione degli impianti nella camera anteriore, in particolare in pazienti con anomalie della capsula posteriore quali lacerazioni. Ciò deve essere tenuto in considerazione quando si visitano pazienti che lamentano un disturbo visivo dopo il trattamento.
4.5 interazioni con altri medicinali ed altre forme di interazione
Non sono stati effettuati studi di interazione.
4.6 fertilità, gravidanza e allattamento
Gravidanza
Non esistono dati relativi all’uso di fluocinolone acetonide in somministrazione intravitreale in donne in gravidanza. Gli studi sugli animali non sono sufficienti a dimostrare una tossicità riproduttiva di fluocinolone acetonide in somministrazione intravitreale (vedere paragrafo 5.3). Sebbene fluocinolone acetonide non sia rilevabile nella circolazione sistemica dopo il trattamento intraoculare locale, fluocinolone è comunque un potente corticosteroide e anche Documento reso disponibile da AIFA il 27/04/2019
livelli di esposizione sistemica molto bassi potrebbero presentare un rischio per lo sviluppo fetale. A scopo precauzionale, è preferibile evitare l'uso di ILUVIEN durante la gravidanza.
Allattamento
Il fluocinolone acetonide in somministrazione sistemica viene escreto nel latte materno. Benché si preveda un’esposizione sistemica molto bassa a fluocinolone acetonide in somministrazione intravitreale durante l’allattamento, si deve decidere se interrompere l’allattamento o astenersi dalla terapia con ILUVIEN tenendo in considerazione il beneficio dell’allattamento per il bambino e il beneficio della terapia per la donna.
Fertilità
Non sono disponibili dati in relazione alla fertilità. Tuttavia, è improbabile che si verifichino effetti sulla fertilità maschile o femminile poiché l’esposizione sistemica a fluocinolone acetonide in somministrazione intravitreale è molto bassa.
4.7 effetti sulla capacità di guidare veicoli e sull’uso di macchinari
ILUVIEN altera lievemente la capacità di guidare veicoli o di usare macchinari. Dopo la somministrazione di ILUVIEN è possibile avvertire un temporaneo calo della vista. I pazienti devono pertanto astenersi dalla guida o dall’utilizzo di macchinari fino alla scomparsa di questi effetti.
4.8 effetti indesiderati
Riassunto del profilo di sicurezza
Nell’ambito di tutte le sperimentazioni cliniche FAME fluocinolone acetonide in somministrazione intravitreale è stato valutato in 768 soggetti (375 nel gruppo trattato con 0,2 µg/die/ILUVIEN; 393 nel gruppo trattato con 0,5 µg/die) con edema maculare diabetico. Le reazioni avverse al farmaco segnalate con maggiore frequenza includono intervento di cataratta, cataratta e aumento della pressione intraoculare.
Negli studi di fase 3, per il 38,4% e per il 4,8% dei soggetti trattati con ILUVIEN è stato rispettivamente necessario l’uso di farmaci e il ricorso a interventi chirurgici per la riduzione della IOP. L’uso di farmaci per la riduzione della IOP è stato simile nei soggetti che hanno ricevuto due o più trattamenti con ILUVIEN.
Sono stati segnalati due casi di endoftalmite in soggetti trattati con ILUVIEN durante gli studi di fase 3. Ciò corrisponde a un tasso di incidenza dello 0,2% (2 casi su 1.022 iniezioni effettuate).
Mentre la maggioranza dei soggetti negli studi clinici FAME ha ricevuto un solo impianto (vedere paragrafo 5.1), non sono note le implicazioni per la sicurezza a lungo termine della ritenzione dell’impianto, non bioerodibile, all’interno dell’occhio. I dati a 3 anni provenienti dalle sperimentazioni cliniche FAME mostrano che eventi quali cataratta, aumento della pressione intraoculare e mosche volanti si sono verificati con frequenza leggermente superiore nei soggetti sottoposti a 2 o più impianti. Ciò è ritenuto una conseguenza della maggiore esposizione al farmaco piuttosto che un effetto dell’impianto stesso. Oltre alle alterazioni del cristallino degli occhi di conigli sottoposti a 2–4 impianti nell’arco di 24 mesi, dagli studi non clinici non sono emersi altri dati indicativi di un aumento dei rischi per la sicurezza. L’impianto è realizzato in poliimmide ed è fondamentalmente simile al tatto a una lente intraoculare; si prevede pertanto che rimanga inerte all’interno dell’occhio.
Tabella degli eventi avversi
Gli effetti indesiderati seguenti sono stati ritenuti correlati al trattamento e sono classificati secondo la seguente convenzione: molto comune (≥1/10); comune (≥1/100, <1/10); non comune (≥1/1.000, < 1/100); raro (≥1/10.000, <1/1.000) molto raro (≤1/10.000). All’interno di ciascun gruppo di frequenza, gli effetti indesiderati sono riportati in ordine decrescente di gravità.
Infezioni ed infestazioni | Non comune: endoftalmite |
Patologie del sistema nervoso | Non comune: cefalea |
Patologie dell’occhio | Molto comune: cataratta1, pressione intraoculare aumentata2 |
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Comune: glaucoma3, dolore oculare4, emorragia vitreale, emorragia della congiuntiva, visione offuscata5, acuità visiva ridotta, mosche volanti Non comune: occlusione vascolare della retina6, disturbo del nervo ottico, maculopatia, atrofia ottica, ulcera della congiuntiva, neovascolarizzazione dell’iride, essudati retinici, degenerazione del vitreo, distacco vitreale, opacizzazione della capsula posteriore, aderenze dell’iride, iperemia oculare, assottigliamento della sclera, secrezione oculare, prurito oculare | |
Traumatismo, avvelenamento e complicazioni da procedura | Non comune: espulsione dell’impianto, l’impianto interferisce con la vista, complicanze procedurale o dolore procedurale |
Procedure mediche e chirurgiche | Molto comune: operazione di cataratta Comune: trabeculectomia, chirurgia del glaucoma, vitrectomia, trabeculoplastica Non comune: rimozione dell’impianto espulso dalla sclera |
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione | Non comune: dislocazione del dispositivo |
1 Include i termini MedDRA per cataratta (non altrimenti specificata), cataratta sottocapsulare, cataratta nucleare e cataratta diabetica.
2 Include i termini MedDRA per pressione intraoculare aumentata e ipertensione dell’occhio.
3 Include i termini MedDRA per glaucoma, glaucoma ad angolo aperto, glaucoma borderline, avvallamento del nervo ottico e rapporto fovea/disco del nervo ottico aumentato.
4 Include i termini MedDRA per dolore oculare, irritazione oculare e fastidio oculare.
5 Include i termini MedDRA per visione offuscata e compromissione visiva.
6 Include i termini MedDRA per occlusione della vena retinica, occlusione dell’arteria retinica e occlusione vascolare della retina.
Descrizione di reazioni avverse selezionate
L’uso a lungo termine di corticosteroidi può causare cataratte e aumento della pressione intraoculare. Le frequenze riportate di seguito riflettono i risultati osservati in tutti i pazienti degli studi FAME. Le frequenze osservate nei pazienti con EMD cronico non sono state significativamente diverse da quelle nella popolazione complessiva.
Negli studi clinici di fase 3 l’incidenza di cataratta in soggetti fachici è stata dell’82% circa nei soggetti trattati con ILUVIEN e del 50% nei soggetti in trattamento fittizio. Per l’80% dei soggetti fachici trattati con ILUVIEN è stato necessario un intervento di cataratta entro 3 anni rispetto al 27% dei soggetti in trattamento fittizio, con la maggioranza dei soggetti sottoposti a intervento entro 21 mesi. La cataratta sottocapsulare posteriore è il tipo più comune di cataratta correlata all’uso di corticosteroidi. L’intervento chirurgico per questo tipo di cataratta è più difficoltoso e può essere associato a un rischio maggiore di complicanze durante la procedura.
Gli studi FAME hanno escluso i soggetti con una IOP basale >21 mmHg. L’incidenza di pressione intraoculare aumentata è stata del 37% e per il 38% dei soggetti è stata necessaria una terapia farmacologica per la riduzione della IOP. Di questi, la metà ha dovuto essere trattata con almeno due farmaci. L’uso di farmaci per la riduzione della IOP è stato simile nei soggetti ritrattati con un impianto aggiuntivo durante lo studio. Inoltre, il 5,6% (21/375) dei soggetti che ha ricevuto un impianto ha dovuto essere sottoposto a procedura chirurgica o laser per il controllo della IOP (trabeculoplastica 5 (1,3%), trabeculectomia 10 (2,7%), cicloablazione per via endoscopica 2 (0,5%) e altre procedure chirurgiche 6 (1,6%)).
Nel sottogruppo di soggetti con IOP basale superiore alla mediana (≥15 mmHg) è stata necessaria una terapia farmacologica per la riduzione della IOP nel 47% dei casi e la percentuale di procedure chirurgiche o laser è aumentata al 7,1%. In questo sottogruppo, i soggetti sottoposti a trabeculoplastica sono stati 5 (2,2%), quelli sottoposti a trabeculectomia 7 (3,1%), 2 (0,9%) a cicloablazione per via endoscopica e 4 (1,8%) ad altre procedure chirurgiche per il glaucoma.
Segnalazione delle reazioni avverse sospette
La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione all’indirizzo
4.9 sovradosaggio
Non sono stati riportati casi di sovradosaggio.
5. proprietà farmacologiche
5.1 proprietà farmacodinamiche
Categoria farmacoterapeutica: ANTINFIAMMATORI, corticosteroidi, non associati
Codice ATC: S01BA15
I corticosteroidi inibiscono la risposta infiammatoria a una varietà di agenti scatenanti. Inibiscono l’edema, il deposito di fibrina, la dilatazione capillare, la migrazione dei leucociti, la proliferazione capillare, la proliferazione dei fibroblasti, il deposito di collagene e la formazione di cicatrici associati all’infiammazione.
Si ritiene che i corticosteroidi agiscano stimolando le proteine che inibiscono la fosfolipasi A, chiamate collettivamente lipocortine. Si ipotizza che queste proteine controllino la biosintesi di potenti mediatori dell’infiammazione quali le prostaglandine e i leucotrieni inibendo il rilascio dell’acido arachidonico che ne è il precursore. L’acido arachidonico viene rilasciato dai fosfolipidi di membrana ad opera della fosfolipasi A2. È stato inoltre dimostrato che i corticosteroidi riducono i livelli del fattore di crescita endoteliale vascolare (VEGF), una proteina che aumenta la permeabilità vascolare provocando edema.
L’efficacia di ILUVIEN è stata valutata in due studi multicentrici, randomizzati, in doppio cieco, a gruppi paralleli condotti su soggetti con edema maculare diabetico trattati in precedenza almeno una volta mediante fotocoagulazione laser, ciascuno con un follow-up di tre anni. Il 74,4% dei soggetti ha ricevuto 1 impianto, il 21,6% 2 impianti, il 3,5% 3 impianti e lo 0,5% 4 impianti. Nessun soggetto ha ricevuto >4 impianti. L’endpoint primario di efficacia in entrambi gli studi era la percentuale di soggetti con un miglioramento della vista ≥15 lettere dopo 24 mesi. In ciascuno di questi studi, per ILUVIEN è stato raggiunto l’endpoint primario (vedere Figura 1 per i risultati integrati dell’endpoint primario di efficacia).
Figura 1: percentuale dei soggetti con miglioramento ≥15 lettere rispetto al Basale – Dati degli studi FAME integrati
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Valutando l’efficacia in funzione della durata della malattia, i soggetti con una durata dell’EMD superiore alla mediana (≥3 anni) hanno tratto benefici significativi da ILUVIEN, mentre i soggetti con EMD di durata inferiore non hanno tratto un beneficio aggiuntivo rispetto al trattamento di controllo in termini di miglioramento dell’acuità visiva (Figure 2 e 3). I dati di questi sottogruppi sono a favore dell’indicazione di cui al paragrafo 4.1 circa l’uso di ILUVIEN nei pazienti con EMD cronico (ovvero di durata ≥3 anni).
Figura 3: confronto tra la variazione media nell’ispessimento foveale (CPT) in eccesso rispetto al basale e la percentuale di soggetti con miglioramento ≥15 lettere rispetto alla migliore acuità visiva corretta basale per il sottogruppo con durata dell’EMD <3 anni
ILUVIEN (N=166)
ILUVIEN (INL=U1V6I1E)
1)
L’Agenzia europe acetonide in somm maculare diabetic
are i risultati degli studi su fluocinolone e pediatrica per il trattamento dell’edema
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5.2 proprietà farmacocinetiche
In uno studio di farmacocinetica condotto su soggetti umani (C-01–06–002, lo Studio FAMOUS) le concentrazioni plasmatiche di fluocinolone acetonide (FA) sono state inferiori al limite inferiore di rilevabilità del campione (100 pg/mL) a tutte le valutazioni dal Giorno 1 fino al Mese 36. Per la maggioranza dei soggetti le concentrazioni massime di fluocinolone acetonide nell’umor acqueo sono state osservate al Giorno 7. Tali concentrazioni sono diminuite nei primi 36 mesi, per rimanere essenzialmente costanti fino al Mese 36 per i soggetti non sottoposti a ritrattamento. Per i soggetti sottoposti a ritrattamento si è osservato un secondo picco di concentrazione di fluocinolone acetonide simile a quello successivo alla dose iniziale. Dopo il ritrattamento le concentrazioni di fluocinolone acetonide nell’umor acqueo sono tornate a livelli approssimativamente simili a quelli osservati al momento del primo trattamento.
Figura 4: Livelli di FA nell’umor acqueo umano in soggetti che hanno ricevuto 1 impianto ILUVIEN (studio
FAMOUS)
5.3 Data preclinici di sicurezza
Giorno di studio
Gli effetti teratogeni di fluocinolon
op
la somministrazione sistemica sono stati dimostrati nei topi e nei
conigli. Non sono disponibili dati sul potenziale mutagenico, carcinogenico o sulla tossicità dello sviluppo di fluocinolone acetonide in somministrazione intravitreale. Tuttavia, la presenza di fluocinolone acetonide in somministrazione intravitreale non è stata rilevata a livello sistemico e pertanto non si prevedono effetti sistemici.
Effetti locali (lesioni degenerative focali a carico delle fibre delle regioni corticali posteriori e polari posteriori del cristallino) sono stati osservati in esemplari di coniglio trattati con dosi di fluocinolone acetonide per via intravitreale superiori alla dose clinica utilizzata. Effetti locali (cicatrizzazione focale nella retina) sono stati osservati anche in esemplari di coniglio trattati sia con un dispositivo contenente placebo che fluocinolone acetonide. Questa cicatrizzazione non è stata riscontrata nell’uomo nella pratica clinica e si ritiene sia dovuta alle differenze anatomiche tra l’occhio del coniglio e l’occhio umano.
6. informazioni farmaceutiche
6.1 elenco degli eccipienti
Alcol polivinilico
Tubicino in poliimmide
Sigillante siliconico
6.2 incompatibilità
Non pertinente.
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6.3 periodo di validità
2 anni
Usare immediatamente dopo la rimozione della pellicola.
6.4 precauzioni particolari per la conservazione
Conservare a temperatura inferiore a 30°C. Non refrigerare o congelare.
Non aprire l’astuccio sigillato fino al momento dell’applicazione.
6.5 natura e contenuto del contenitore
L’impianto viene fornito in un applicatore monouso con un ago da 25 gauge. Ciascun applicatore sterile contiene un impianto di forma cilindrica di colore marrone chiaro lungo 3,5 mm. L’applicatore è contenuto in un astuccio di plastica sigillato da una pellicola.
6.6 precauzioni particolari per lo smaltimento e la manipolazione
Smaltire l’applicatore in un contenitore per rifiuti sanitari a rischio biologico.
Il medicinale non utilizzato e i rifiuti derivati da tale medicinale devono essere smaltiti in conformità alla normativa locale vigente.
7. titolare dell’autorizzazione all’immissione in commercio
Concessionario di vendita:
S.I.F.I. S.p.A.
Via Ercole Patti, 36
95025 Aci S. Antonio (CT)
Italia
8. NUMERO(I) DELL’AUTORIZZAZIONE ALL’IMMISSIONE IN COMMERCIO
042616019 –“190 microgrammi impianto intravitreale in applicatore” 1 applicatore monouso