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HAGKUPA. - riassunto delle caratteristiche del prodotto

Dostupné balení:

Riassunto delle caratteristiche del prodotto - HAGKUPA.

1. denominazione del medicinale

Hagkupa 10 mg/160 mg/12,5 mg compresse rivestite con film

Hagkupa 5 mg/160 mg/25 mg compresse rivestite con film

Hagkupa 10 mg/160 mg/25 mg compresse rivestite con film

2. composizione qualitativa e quantitativa

Hagkupa 10 mg/160 mg/12,5 mg compresse rivestite con film

Ciascuna compressa rivestita con film contiene amlodipina besilato pari a 10 mg di amlodipina, 160 mg di valsartan e 12,5 mg di idroclorotiazide.

Hagkupa 5 mg/160 mg/25 mg compresse rivestite con film

Ciascuna compressa rivestita con film contiene amlodipina besilato pari a 5 mg di amlodipina, 160 mg di valsartan e 25 mg di idroclorotiazide.

Hagkupa 10 mg/160 mg/25 mg compresse rivestite con film

Ciascuna compressa rivestita con film contiene amlodipina besilato pari a 10 mg di amlodipina, 160 mg di valsartan e 25 mg di idroclorotiazide.

Eccipiente(i) con effetti noti

Hagkupa 10 mg/160 mg/12,5 mg compresse rivestite con film

Ciascuna compressa contiene 5 mg di lattosio.

Hagkupa 5 mg/160 mg/25 mg compresse rivestite con film

Ciascuna compressa contiene 5 mg di lattosio.

Hagkupa 10 mg/160 mg/25 mg compresse rivestite con film

Ciascuna compressa contiene 5 mg di lattosio.

Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.

3. forma farmaceutica

Compressa rivestita con film (compressa)

Hagkupa 10 mg/160 mg/12,5 mg compresse rivestite con film

Compresse ovali, color giallo chiaro, 14,5 mm x 7,5 mm, rivestite con film, dai bordi smussati, con impresso

VIL su un lato della compressa.

Hagkupa 5 mg/160 mg/25 mg compresse rivestite con film

Compresse ovali, gialle, 14,5 mm x 7,5 mm, rivestite con film, dai bordi smussati, con impresso VIH su un lato della compressa.

Hagkupa 10 mg/160 mg/25 mg compresse rivestite con film

Compresse ovali, color giallo scuro, 14,5 mm x 7,5 mm, rivestite con film, dai bordi smussati, con impresso

VIT su un lato della compressa.

4. informazioni cliniche

Documento reso disponibile da AIFA il 20/07/2021

Esula dalla competenza dell’AIFA ogni eventuale disputa concernente i diritti di proprietà industriale e la tutela brevettuale dei dati relativi all’AIC dei medicinali e, pertanto, l’Agenzia non può essere ritenuta responsabile in alcun modo di eventuali violazioni da parte del titolare dell'autorizzazione all'immissione in commercio (o titolare AIC).

4.1 indicazioni terapeutiche

Trattamento dell’ipertensione essenziale come terapia sostitutiva in pazienti adulti nei quali la pressione arteriosa è adeguatamente controllata con l’associazione di amlodipina, valsartan e idroclorotiazide (HCT) assunta in tre formulazioni a singoli componenti oppure in formulazioni a due componenti e a singolo componente.

4.2 posologia e modo di somministrazione

Posologia

La dose raccomandata di Hagkupa è di una compressa al giorno da assumere preferibilmente al mattino.

Prima di essere trasferiti a Hagkupa, i pazienti devono essere controllati con dosi stabili dei monocomponenti assunti nello stesso momento. La dose di Hagkupa si deve basare sulle dosi dei singoli componenti della combinazione al momento del passaggio.

La massima dose raccomandata di Hagkupa è di 10 mg/320 mg/25 mg.

La dose massima di 10 mg/320 mg/25 mg non può essere ottenuta utilizzando Hagkupa. Se questa dose dovesse essere necessaria, deve essere usato un altro prodotto per consentire la massima dose raccomandata.

Popolazioni speciali

Compromissione renale

A causa del componente idroclorotiazide, l’uso di Hagkupa è controindicato nei pazienti con anuria (vedere paragrafo 4.3) e nei pazienti con compromissione renale grave (velocità di filtrazione glomerulare (GFR) <30 ml/min/1,73 m2) (vedere paragrafi 4.3, 4.4 e 5.2).

Non è richiesto un aggiustamento della dose iniziale nei pazienti con compromissione renale da lieve a moderata (vedere paragrafi 4.4 e 5.2).

Compromissione epatica

A causa del componente valsartan, Hagkupa è controindicato nei pazienti con compromissione epatica grave (vedere paragrafo 4.3). Nei pazienti con compromissione epatica da lieve a moderata, senza colestasi, la massima dose raccomandata di valsartan è 80 mg e pertanto Hagkupa non è adatto in questo gruppo di pazienti (vedere paragrafi 4.3, 4.4 e 5.2). Non sono stati stabiliti dosaggi specifici di amlodipina per pazienti con compromissione epatica da lieve a moderata. Quando i pazienti ipertesi con compromissione epatica eleggibili sono trasferiti al trattamento con Hagkupa (vedere paragrafo 4.1), deve essere usata la dose disponibile più bassa del componente amlodipina.

Insufficienza cardiaca e malattia coronarica

C’è un’esperienza limitata con l’uso di Hagkupa, specialmente alla massima dose in pazienti con insufficienza cardiaca e malattia coronarica. Si raccomanda cautela nei pazienti con insufficienza cardiaca e malattia coronarica, specialmente alla massima dose di Hagkupa, 10 mg/320 mg/25 mg.

Anziani (65 anni di età ed oltre)

Si raccomanda cautela, compreso un più frequente monitoraggio della pressione arteriosa, nei pazienti anziani, specialmente alla massima dose di Hagkupa, 10 mg/320 mg/25 mg in quanto i dati disponibili in questa popolazione sono limitati. Quando i pazienti ipertesi anziani eleggibili sono trasferiti al trattamento con Hagkupa (vedere paragrafo 4.1), deve essere usata la dose disponibile più bassa del componente amlodipina.

Popolazione pediatrica

Non esiste alcuna indicazione per l’uso di Hagkupa nella popolazione pediatrica (pazienti al di sotto di 18 anni) per l’indicazione di ipertensione essenziale.

Modo di somministrazione

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Uso orale.

Hagkupa può essere assunto con o senza cibo.

Le compresse devono essere ingerite intere con acqua, alla stessa ora del giorno e preferibilmente al mattino.

4.3 controindicazioni

– Ipersensibilità ai principi attivi, ad altri derivati della sulfonamide, ai derivati diidropiridinici o ad uno qualsiasi degli eccipienti elencati al paragrafo 6.1.

– Secondo e terzo trimestre di gravidanza (vedere paragrafi 4.4 e 4.6).

– Compromissione epatica, cirrosi biliare o colestasi.

– Grave compromissione renale (GFR <30 ml/min/1,73 m2), anuria e pazienti sottoposti a dialisi.

– Uso concomitante di Hagkupa con medicinali contenenti aliskiren nei pazienti affetti da diabete mellito o compromissione renale (velocità di filtrazione glomerulare GFR <60 ml/min/1,73 m2) (vedere paragrafi 4.5 e 5.1).

– Ipokaliemia refrattaria, iponatremia, ipercalcemia e iperuricemia sintomatica.

– Ipotensione grave.

– Shock (incluso shock cardiogeno).

– Ostruzione dell’efflusso ventricolare sinistro (es. cardiomiopatia ipertrofica ostruttiva e stenosi aortica di grado elevato).

– Insufficienza cardiaca con instabilità emodinamica dopo infarto acuto del miocardio.

4.4 avvertenze speciali e precauzioni di impiego

La sicurezza e l’efficacia di amlodipina nel corso di crisi ipertensive non sono state stabilite.

Pazienti sodio e/o volume depleti

In uno studio controllato in pazienti con ipertensione non complicata da moderata a grave è stata osservata un’eccessiva ipotensione, compresa l’ipotensione ortostatica, nell’1,7% dei pazienti trattati con la dose massima di Hagkupa (10 mg/320 mg/25 mg) rispetto all’1,8% dei pazienti trattati con valsartan/idro­clorotiazide (320 mg/25 mg), allo 0,4% dei pazienti trattati con amlodipina/val­sartan (10 mg/320 mg) e allo 0,2% dei pazienti trattati con idroclorotiazi­de/amlodipina (25 mg/10 mg).

Nei pazienti sodio e/o volume depleti, come coloro che ricevono alte dosi di diuretici, possono verificarsi casi di ipotensione sintomatica dopo l’inizio del trattamento con Hagkupa. Hagkupa deve essere utilizzato solo dopo la correzione di una qualsiasi preesistente deplezione di sodio e/o di volume.

Se durante l’uso di Hagkupa si verifica un’eccessiva ipotensione, il paziente deve essere posto in posizione supina e, se necessario, gli deve essere somministrata un’infusione endovenosa di salina normale. Una volta stabilizzata la pressione arteriosa, è possibile proseguire la terapia.

Modifiche degli elettroliti sierici

Amlodipina/val­sartan/idroclo­rotiazide

Nello studio controllato con l’associazione fissa di amlodipina/val­sartan/idroclo­rotiazide, in molti pazienti gli effetti controbilancianti di valsartan 320 mg e di idroclorotiazide 25 mg sul potassio sierico si compensavano quasi tra di loro. In altri pazienti, l’effetto dell’uno o l’altro componente può essere predominante. Valutazioni periodiche degli elettroliti sierici devono essere effettuate ad intervalli appropriati per rilevare un possibile squilibrio elettrolitico.

Valutazioni periodiche degli elettroliti sierici e del potassio in particolare devono essere effettuate ad intervalli appropriati per rilevare un possibile squilibrio elettrolitico, specialmente in pazienti con altri fattori di rischio come funzione renale compromessa, trattamento con altri medicinali o storia di precedenti squilibri elettrolitici.

Valsartan

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L’uso concomitante di integratori di potassio, diuretici risparmiatori di potassio, sostituti del sale contenenti potassio, o di altre sostanze che possono aumentare i livelli di potassio (eparina, ecc.) non è raccomandato. I livelli ematici di potassio devono essere controllati appropriatamente.

Idroclorotiazide

Il trattamento con Hagkupa deve essere iniziato solo dopo aver corretto l’ipokaliemia ed un’eventuale concomitante ipomagnesiemia. I diuretici tiazidici possono precipitare un’ipokaliemia di nuova insorgenza o esacerbare una preesistente ipokaliemia. I diuretici tiazidici devono essere somministrati con cautela in pazienti con condizioni che comportano un aumento della perdita di potassio, ad esempio nefropatie con perdita di sali e insufficienza prerenale (cardiogenica) della funzione renale. Nel caso si sviluppi ipokaliemia durante il trattamento con idroclorotiazide, Hagkupa deve essere interrotto fino alla normalizzazione del bilancio di potassio.

I diuretici tiazidici possono precipitare un’iponatremia di nuova insorgenza e un’alcalosi ipocloremica o esacerbare una preesistente iponatremia. È stata osservata iponatremia accompagnata da sintomi neurologici (nausea, disorientamento progressivo, apatia). Il trattamento con idroclorotiazide deve essere iniziato solo dopo la correzione di un’iponatremia pre-esistente. In caso di iponatremia grave o a rapida insorgenza durante la terapia con Hagkupa, il trattamento deve essere sospeso fino alla normalizzazione della natremia.

Tutti i pazienti che assumono diuretici tiazidici devono essere controllati periodicamente per determinare possibili squilibri degli elettroliti, in particolare del potassio, del sodio e del magnesio.

Compromissione renale

I diuretici tiazidici possono precipitare l’azotemia nei pazienti con malattia renale cronica. Quando Hagkupa è usato in pazienti con compromissione renale è raccomandato il monitoraggio periodico degli elettroliti sierici (incluso il potassio), della creatinina e dei livelli sierici di acido urico. Hagkupa è controindicato nei pazienti con grave compromissione della funzione renale, anuria o sottoposti a dialisi (vedere paragrafo 4.3).

Non è richiesto alcun aggiustamento della dose di Hagkupa nei pazienti con compromissione della funzionalità renale da lieve a moderata (GFR ≥30 ml/min/1,73 m2).

Stenosi dell’arteria renale

Hagkupa deve essere impiegato con cautela nel trattamento dell’ipertensione in pazienti con stenosi unilaterale o bilaterale dell’arteria renale o stenosi dell’arteria renale di rene unico in quanto in questi pazienti l’urea nel sangue e i livelli sierici di creatinina possono aumentare.

Trapianto renale

Ad oggi non si ha esperienza sull’uso sicuro di Hagkupa in pazienti che sono stati sottoposti di recente ad trapianto renale.

Compromissione epatica

Il valsartan viene eliminato principalmente non modificato attraverso la bile. L’emivita plasmatica di amlodipina è prolungata e i valori dell’AUC sono maggiori in pazienti con funzionalità epatica compromessa; per questi pazienti non sono state stabilite dosi raccomandate specifiche. Nei pazienti con compromissione della funzionalità epatica da lieve a moderata senza colestasi, la massima dose raccomandata di valsartan è 80 mg e pertanto Hagkupa non è adatto per questo gruppo di pazienti (vedere paragrafi 4.2, 4.3 e 5.2).

Angioedema

Nei pazienti trattati con valsartan sono stati riportati casi di angioedema, incluso gonfiore della laringe e della glottide, che causa ostruzione delle vie aeree e/o rigonfiamento del viso, delle labbra, della faringe e/o della lingua. Alcuni di questi pazienti avevano precedentemente riportato angioedema con altri medicinali, compresi gli ACE inibitori. Hagkupa deve essere interrotto immediatamente nei pazienti che sviluppano angioedema e non deve essere ri-somministrato.

Insufficienza cardiaca e malattia coronarica/post-infarto miocardico

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In individui predisposti, è possibile prevedere modifiche della funzionalità renale in conseguenza dell’inibizione del sistema renina-angiotensina-aldosterone. In pazienti con grave insufficienza cardiaca, nei quali la funzionalità renale può dipendere dall’attività del sistema renina-angiotensina-aldosterone, il trattamento con ACE inibitori e con antagonisti del recettore dell’angiotensina è stato associato a oliguria e/o progressiva azotemia e (raramente) ad insufficienza renale acuta e/o morte. Esiti simili sono stati riportati con valsartan. La valutazione dei pazienti con insufficienza cardiaca o post-infarto miocardico deve sempre includere un esame della funzione renale.

In uno studio a lungo termine controllato verso placebo (PRAISE-2) sull’amlodipina in pazienti con insufficienza cardiaca di eziologia non ischemica di tipo NYHA (New York Heart Association Classification) III e IV, l’amlodipina è stata associata ad un aumento dei casi di edema polmonare, nonostante nessuna differenza significativa sia stata segnalata nell’incidenza di peggioramento dell’insufficienza cardiaca rispetto al placebo.

I bloccanti dei canali del calcio, inclusa amlodipina, devono essere usati con cautela nei pazienti con insufficienza cardiaca congestizia, poiché possono far aumentare il rischio di futuri eventi cardiovascolari e di mortalità.

Si raccomanda cautela nei pazienti con insufficienza cardiaca e malattia coronarica, specialmente alla dose massima di Hagkupa, 10 mg/320 mg/25 mg, in quanto i dati disponibili in questa popolazione di pazienti sono limitati.

Stenosi della valvola aortica e mitralica

Come per tutti gli altri vasodilatatori, si raccomanda particolare cautela nei pazienti con stenosi mitralica o con stenosi aortica significativa che non sia di grado elevato.

Gravidanza

La terapia con antagonisti del recettore dell’angiotensina II (AIIRA) non deve essere iniziata durante la gravidanza. A meno che non sia considerato essenziale il proseguimento della terapia con un AIIRA, per le pazienti che stanno pianificando una gravidanza si deve ricorrere ad un trattamento antipertensivo alternativo, con comprovato profilo di sicurezza per l’uso in gravidanza. Quando viene diagnosticata una gravidanza, il trattamento con AIIRA deve essere interrotto immediatamente e, se appropriato, deve essere iniziata una terapia alternativa (vedere paragrafi 4.3 e 4.6).

Iperaldosteronismo primario

I pazienti con iperaldosteronismo primario non devono essere trattati con l’antagonista dell’angiotensina II valsartan in quanto il loro sistema renina-angiotensina-aldosterone non è attivato. Pertanto Hagkupa non è raccomandato in questa popolazione.

Lupus eritematoso sistemico

È stato osservato che i diuretici tiazidici, compresa l’idroclorotiazide, possono esacerbare o attivare il lupus eritematoso sistemico.

Altri disturbi metabolici

I diuretici tiazidici, compresa l’idroclorotiazide, possono compromettere la tolleranza al glucosio ed aumentare i livelli sierici di colesterolo, trigliceridi, e di acido urico. Nei pazienti diabetici può essere necessario l’aggiustamento della dose di insulina o degli ipoglicemizzan­ti orali.

A causa del componente idroclorotiazide, Hagkupa è controindicato in pazienti con iperuricemia sintomatica. L’idroclorotiazide può aumentare are i livelli sierici di acido urico per una ridotta clearance di acido urico e può causare o esacerbare un’iperuricemia così come precipitare la gotta in pazienti predisposti.

I tiazidici riducono l’escrezione urinaria di calcio e, in assenza di disturbi noti del metabolismo del calcio, possono causare un aumento lieve e intermittente del calcio sierico. Hagkupa è controindicato nei pazienti con ipercalcemia e deve essere usato solo dopo aver corretto una preesistente ipercalcemia. Hagkupa deve essere interrotto se si sviluppa ipercalcemia durante il trattamento. I livelli sierici di calcio devono essere

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monitorati periodicamente durante il trattamento con i tiazidici. Una marcata ipercalcemia può essere indicativa di iperparatiroidismo latente. La somministrazione dei tiazidici deve essere sospesa prima di effettuare i test di funzionalità paratiroidea.

Fotosensibilità

Durante il trattamento con diuretici tiazidici sono stati riportati casi di reazioni di fotosensibilità (vedere paragrafo 4.8). Se si verificano reazioni di fotosensibilità durante il trattamento con Hagkupa, si raccomanda di interrompere il trattamento. Se la ri-somministrazione del diuretico è considerata necessaria , si raccomanda di proteggere le parti esposte al sole o ai raggi UVA artificiali.

Effusione coroidale, miopia acuta e glaucoma ad angolo chiuso secondario

L’idroclorotiazide, una sulfonamide, è stata associata ad una reazione idiosincrasica che determina effusione coroidale con difetti del campo visivo, come risultato miopia transitoria e glaucoma acuto ad angolo chiuso. I sintomi includono diminuzione dell’acuità visiva a insorgenza acuta o dolore agli occhi e insorgono tipicamente entro ore fino a settimane dopo l’inizio del trattamento. Il glaucoma acuto ad angolo chiuso non trattato può portare a una perdita permanente della vista.

Il trattamento primario consiste nell’interruzione dell’assunzione di idroclorotiazide il più rapidamente possibile d. Può essere necessario un pronto intervento medico o un trattamento chirurgico nel caso in cui la pressione intraoculare si mantenga non controllata. I fattori di rischio per lo sviluppo del glaucoma acuto ad angolo chiuso possono comprendere una storia di allergia alle sulfonamidi o alla penicillina.

Generali

Si deve usare particolare cautela in pazienti che hanno avuto in precedenza reazioni di ipersensibilità ad altri antagonisti dei recettori dell’angiotensina II. Le reazioni di ipersensibilità all’idrocloro­tiazide sono più probabili nei pazienti con allergia e asma.

Anziani (65 anni ed oltre)

Si raccomanda cautela, incluso un monitoraggio più frequente della pressione, nei pazienti anziani, specialmente alla dose massima di Hagkupa, 10 mg/320 mg/25 mg, in quanto i dati disponibili in questa popolazione di pazienti sono limitati.

Duplice blocco del sistema renina-angiotensina-aldosterone (RAAS)

Esiste l’evidenza che l’uso concomitante di ACE-inibitori, ARB o aliskiren aumenta il rischio di ipotensione, iperpotassiemia e riduzione della funzionalità renale (inclusa l’insufficienza renale acuta). Il duplice blocco del RAAS attraverso l’uso combinato di ACE-inibitori, ARB o aliskiren non è pertanto raccomandato (vedere paragrafi 4.5 e 5.1).

Se la terapia del duplice blocco è considerata assolutamente necessaria, ciò deve avvenire solo sotto la supervisione di uno specialista e con uno stretto e frequente monitoraggio della funzionalità renale, degli elettroliti e della pressione sanguigna. Gli ACE-inibitori e gli ARB non devono essere usati in concomitanza in pazienti con nefropatia diabetica.

Cancro della pelle non melanoma

In due studi epidemiologici basati sui dati del Registro nazionale dei tumori danese è stato osservato un aumento del rischio di cancro della pelle non-melanoma (NMSC) [carcinoma basocellulare (BCC) e carcinoma a cellule squamose (SCC)] associato all’aumento cumulativo della dose di idroclorotiazide assunta. L’effetto fotosensibilizzante dell’idrocloro­tiazide potrebbe rappresentare un possibile meccanismo dell’NMSC.

I pazienti che assumono idroclorotiazide devono essere informati del rischio di NMSC e consigliati di sottoporre a controllo regolare la cute per verificare la presenza di nuove lesioni e segnalare immediatamente eventuali lesioni cutanee sospette. Al fine di minimizzare il rischio di cancro cutaneo, occorre consigliare ai pazienti l’adozione di possibili misure preventive quali l’esposizione limitata alla luce solare e ai raggi UV e, in caso di esposizione, una protezione adeguata. Eventuali lesioni cutanee sospette devono essere esaminate immediatamente, possibilmente con l’ausilio di esami istologici su biopsie. Può essere inoltre necessario

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riconsiderare l’utilizzo di idroclorotiazide nei pazienti che hanno manifestato NMSC in precedenza (vedere anche paragrafo 4.8).

Avvertenza sugli eccipienti:

Sodio:

Questo medicinale contiene meno di 1 mmol (23 mg) di sodio per compressa, cioè essenzialmente ‘senza sodio’.

Lattosio:

I pazienti affetti da rari problemi ereditari di intolleranza al galattosio, da deficit totale di lattasi, o da malassorbimento di glucosio-galattosio, non devono assumere questo medicinale.

4.5 interazioni con altri medicinali ed altre forme di interazione

Non sono stati effettuati studi formali di interazione con altri medicinali e Hagkupa. Quindi in questo paragrafo sono fornite solo informazioni su interazioni con altri medicinali noti per i singoli principi attivi.

Tuttavia è importante considerare che Hagkupa può aumentare l’effetto ipotensivo di altri agenti antipertensivi.

Uso concomitante non raccomandato

Singolo componente di Hagkupa

Interazioni note con i seguenti agenti

Effetto di interazione con altri medicinali

Valsartan e HCT

Litio

In caso di somministrazione concomitante di litio con ACE inibitori, antagonisti del recettore dell’angiotensina II incluso il valsartan o tiazidi, sono stati riportati aumenti reversibili delle concentrazioni sieriche e della tossicità del litio. Poiché la clearance renale del litio è ridotta dalle tiazidi, il rischio di tossicità del litio potrebbe essere incrementato ulteriormente da Hagkupa. Pertanto, durante l’uso concomitante si raccomanda un monitoraggio accurato dei livelli sierici di litio.

Valsartan

Diuretici risparmiatori di potassio, integratori di potassio, sostituti del sale contenenti potassio ed altre sostanze che possono aumentare i livelli di potassio

Qualora si ritenesse necessario l’uso della combinazione di valsartan e di un medicinale che altera i livelli del potassio, si raccomanda di controllare frequentemente i livelli plasmatici di potassio.

Amlodipina

Pompelmo o succo di pompelmo

La somministrazione di amlodipina con pompelmo o succo di pompelmo non è raccomandata poiché può aumentare la biodisponibilità in alcuni pazienti, con conseguente aumento dell’effetto di riduzione della pressione arteriosa.

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Documento reso disponibile da AIFA il 20/07/2021

Esula dalla competenza dell’AIFA ogni eventuale disputa concernente i diritti di proprietà industriale e la tutela brevettuale dei dati relativi all’AIC dei medicinali e, pertanto, l’Agenzia non può essere ritenuta responsabile in alcun modo di eventuali violazioni da parte del titolare dell'autorizzazione all'immissione in commercio (o titolare AIC).

Uso concomitante che richiede cautela

Amlodipina

Inibitori del CYP3A4 (come ketoconazolo, itraconazolo, ritonavir)

L’uso concomitante di amlodipina con inibitori del CYP3A4 forti o moderati (inibitori della proteasi, antifungini azolici, macrolidi quali eritromicina o claritromicina, verapamil o diltiazem) può causare un aumento significativo dell’esposizione all’amlodipina. Il significato clinico di queste variazioni farmacocinetiche può essere più pronunciato negli anziani. Pertanto possono essere necessari un monitoraggio clinico e un aggiustamento della dose.

Induttori del CYP3A4 (agenti anticonvulsivanti [ad es. carbamazepina, fenobarbital, fenitoina, fosfenitoina, primidone], rifampicina, Hypericum perforatum [erba di San Giovanni])

Al momento della co-somministrazione di induttori noti del CYP3A4, la concentrazione plasmatica di amlodipina può variare. Pertanto, deve essere monitorata la pressione sanguigna e deve essere valutato un possibile aggiustamento della dose sia durante sia dopo la somministrazione di farmaci concomitanti, in particolare con forti induttori del CYP3A4 (ad es. rifampicina, Hypericum perforatum ).

Simvastatina

La co-somministrazione di dosi multiple di amlodipina 10 mg con simvastatina 80 mg ha causato un aumento del 77% dell’esposizione alla simvastatina rispetto alla sola simvastatina. Si raccomanda di limitare la dose di simvastatina a 20 mg al giorno nei pazienti in trattamento con amlodipina.

Dantrolene (infusione)

Negli animali, sono stati osservati fibrillazione ventricolare letale e collasso cardiovascolare associati a iperkaliemia in seguito allasomministra­zione di verapamil e dantrolene per via endovenosa. A causa del rischio di iperkaliemia, si raccomanda di evitare la co-somministrazione dei bloccanti dei canali del calcio come l’amlodipina in pazienti soggetti all’ipertermia maligna e nel trattamento dell’ipertermia maligna.

Valsartan e HCT

Farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS),

I FANS possono attenuare l’effetto antipertensivo sia degli antagonisti dell’angiotensina II che

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Documento reso disponibile da AIFA il 20/07/2021

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compresi gli inibitori selettivi della cicloossigenasi 2

(inibitori della COX-2), l’acido acetilsalicilico (>3 g/die) e i FANS non selettivi

dell’idrocloro­tiazide sesomministrati contemporaneamente. Inoltre, l’uso concomitante di Hagkupta e di FANS può aumentare il rischio di peggioramento della funzionalità renale e ad un aumento del potassio sierico. Si raccomanda quindi il controllo della funzionalità renale all’inizio del trattamento così come un’adeguata idratazione del paziente.

Valsartan

Inibitori del trasportatore di captazione (rifampicina, ciclosporina) o del trasportatore di efflusso (ritonavir)

I risultati di uno studio in vitro sul tessuto epatico umano indicano che il valsartan è un substrato del trasportatore di captazione epatico OATP1B1 e del trasportatore di efflusso epatico MRP2. La co-somministrazione di inibitori del trasportatore di captazione (rifampicina, ciclosporina) o del trasportatore di efflusso (ritonavir) può aumentare l’esposizione sistemica al valsartan.

HCT

Alcolici, barbiturici o narcotici

La co-somministrazione di diuretici tiazidici con sostanze che hanno anche un effetto di riduzione pressoria (ad es. riducendo l’attività del sistema nervoso simpatico o attraverso una vasodilatazione diretta) può potenziare un’ipotensione ortostatica.

Amantadina

I tiazidici, compresa l’idroclorotiazide, possono aumentare il rischio di reazioni avverse causate dall’amantadina.

Anticolinergici e altri medicinali che influiscono sulla motilità gastrica

La biodisponibilità dei diuretici di tipo tiazidico può essere aumentata dai farmaci anticolinergici (ad es. atropina, biperiden), apparentemente a causa di una diminuzione della motilità gastrointestinale e della velocità di svuotamento dello stomaco. Al contrario, si prevede che sostanze procinetiche come cisapride possano diminuire la biodisponibilità dei diuretici di tipo tiazidico

Agenti antidiabetici (ad es. insulina e antidiabetici o­rali)

Metformina

I tiazidici possono alterare la tolleranza al glucosio. Può essere necessario un aggiustamento della dose del medicinale antidiabetico. La metformina deve essere utilizzata con cautela a causa del rischio di acidosi lattica indotta da una possibile insufficienza renale funzionale associata

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Documento reso disponibile da AIFA il 20/07/2021

Esula dalla competenza dell’AIFA ogni eventuale disputa concernente i diritti di proprietà industriale e la tutela brevettuale dei dati relativi all’AIC dei medicinali e, pertanto, l’Agenzia non può essere ritenuta responsabile in alcun modo di eventuali violazioni da parte del titolare dell'autorizzazione all'immissione in commercio (o titolare AIC).

all’idrocloro­tiazide.

Beta bloccanti e diazossido

L’uso concomitante di diuretici tiazidici, compresa l’idroclorotiazide, e beta-bloccanti può aumentare il rischio di iperglicemia. I diuretici tiazidici, compresa l’idroclorotiazide, possono aumentare l’effetto iperglicemico del diazossido.

Ciclosporina

Il trattamento concomitante di ciclosporina può aumentare il rischio di iperuricemia e complicazioni di tipo gottoso.

Agenti citotossici

I tiazidici, compresa l’idroclorotiazide, possono ridurre l’escrezione renale dei farmaci citotossici (ad es.: ciclofosfamide, metotressato) e potenziarne gli effetti mielosoppressori.

Glicosidi digitalici

L’ipokaliemia o l’ipomagnesiemia indotte dai tiazidici possono verificarsi come effetti indesiderati, favorendo l’insorgenza di aritmie cardiache indotte dalla digitale.

Mezzi di contrasto iodati

In caso di disidratazione diureticoindotta, aumenta il rischio di insufficienza renale acuta, soprattuttocon dosi elevate di prodotti iodati. I pazienti devono essere reidratati prima della somministrazione.

Resine a scambio ionico

L’assorbimento dei diuretici tiazidici, compresa l’idroclorotiazide, è diminuito dalla colestiramina o dal colestipolo. Questo potrebbe comportare un effetto subterapeutico dei diuretici tiazidici. Tuttavia scaglionando la dose dell’idrocloro­tiazide e della resina in modo da somministrare l’idroclorotiazide almeno 4 ore prima o 4–6 ore dopo la somministrazione della resina si potrebbero minimizzare le interazioni.

Medicinali che influenzano i livelli sierici di potassio

L’effetto ipokaliemico dell’idrocloro­tiazide può essere aumentato dalla somministrazione concomitante di diuretici kaliuretici, corticosteroidi, lassativi, ormone adrenocorticotropo (ACTH), amfotericina, carbenoxolone, penicillina G e derivati dell’acido salicilico o antiaritmici. Se questi medicinali devono essere prescritti

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Documento reso disponibile da AIFA il 20/07/2021

Esula dalla competenza dell’AIFA ogni eventuale disputa concernente i diritti di proprietà industriale e la tutela brevettuale dei dati relativi all’AIC dei medicinali e, pertanto, l’Agenzia non può essere ritenuta responsabile in alcun modo di eventuali violazioni da parte del titolare dell'autorizzazione all'immissione in commercio (o titolare AIC).

con l’associazione amlodipina /valsartan/idro­clorotiazide siconsiglia il monitoraggio dei livelli plasmatici di potassio.

Medicinali che influenzano i livelli sierici di sodio

L’effetto iponatremico dei diuretici può essere intensificato dalla co-somministrazione di medicinali come antidepressivi, antipsicotici, antiepilettici, ecc. È indicata cautela nella somministrazione a lungo termine di questi medicinali.

Medicinali che possono indurre torsione di punta

A causa del rischio di ipokaliemia, l’idroclorotiazide deve essere somministrata con cautela quando associata a medicinali che possono indurre torsione di punta , in particolare gli antiaritmici di Classe Ia e Classe III e alcuni antipsicotici.

Medicinali utilizzati nel trattamento della gotta (probenecid, sulfinpirazone e allopurinolo)

Può essere necessario aggiustare la dose dei medicinali uricosurici in quanto l’idroclorotiazide può aumentare il livello sierico di acido urico. Può essere necessario aumentare la dose di probenecid o sulfinpirazone.

La co-somministrazione di diuretici tiazidici, compresa l’idroclorotiazide, può aumentare l’incidenza delle reazioni di ipersensibilità all’allopurinolo.

Metildopa

Sono stati riportati casi isolati di anemia emolitica verificatisi con l’uso concomitante di idroclorotiazide e metildopa.

Rilassanti della muscolatura scheletrica non depolarizzanti (ad es. tubocurarina)

I tiazidici, compresa l’idroclorotiazide, potenziano l’azione dei derivati del curaro.

Altri medicinali antipertensivi

I tiazidici potenziano l’azione antipertensiva di altri farmaci antipertensivi (ad es. guanetidina, metildopa, beta bloccanti, vasodilatatori, calcio antagonisti, ACE inibitori, antagonisti del recettore dell’angiotensina II ARBs e Inibitori Diretti della Renina [DRIs]).

Amine pressorie (ad es. adrenalina, noradrenalina)

L’idroclorotiazide può ridurre la risposta alle amine pressorie come la noradrenalina. Il significato clinico di questo effetto è incerto e non sufficiente per precluderne l’uso.

Vitamina D e sali di calcio

La somministrazione di diuretici tiazidici, compresa

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l’idroclorotiazide, e vitamina D o sali di calcio può potenziare l’aumento del calcio sierico. L’uso concomitante di diuretici di tipo tiazidico può portare a ipercalcemia in pazienti predisposti all’ipercalcemia (ad es. con iperparatiroidismo, neoplasie o condizioni mediate dalla vitamina D) mediante l’aumento del riassorbimento tubulare del calcio.

Duplice blocco del RAAS con ARB, ACE inibitori o aliskiren

I dati degli studi clinici hanno dimostrato che il duplice blocco del RAAS attraverso l’uso combinato di ACE-inibitori, ARB o aliskiren, è associato ad una maggiore frequenza di eventi avversi quali ipotensione, iperpotassiemia e riduzione della funzionalità renale (inclusa l’insufficienza renale) rispetto all’uso di un singolo agente attivo sul RAAS (vedere paragrafi 4.3, 4.4 e 5.1).

4.6 fertilità, gravidanza e allattamento

Gravidanza

Amlodipina

La sicurezza dell’ amlodipina durante la gravidanza non è stata stabilita. Negli studi sugli animali sono stati osservati effetti di tossicità riproduttiva in seguito a somministrazione di dosi elevate (vedere paragrafo 5.3). L’uso in gravidanza è raccomandato solo se non esiste un’alternativa più sicura e quando la malattia stessa comporta rischi importanti per la madre e per il feto.

Valsartan

L’uso degli antagonisti del recettore dell’angiotensina II (AIIRA) non è raccomandato durante il primo trimestre di gravidanza (vedere paragrafo 4.4). L’uso degli AIIRA è controindicato durante il secondo ed il terzo trimestre di gravidanza (vedere paragrafi 4.3 e 4.4).

Le evidenze epidemiologiche sul rischio di teratogenicità a seguito dell’esposizione ad ACE inibitori durante il primo trimestre di gravidanza non hanno dato risultati conclusivi; tuttavia non può essere escluso un lieve aumento del rischio. Sebbene non siano disponibili dati epidemiologici controllati sul rischio con gli antagonisti del recettore dell’angiotensina II (AIIRA), dei simili rischi possono esistere anche per questa classe di medicinali. Per le pazienti che stanno pianificando una gravidanza si deve ricorrere ad un trattamento antipertensivo alternativo, con comprovato profilo di sicurezza per l’uso in gravidanza, a meno che non sia considerato essenziale il proseguimento della terapia con un AIIRA. Quando viene diagnosticata una gravidanza, il trattamento con AIIRA deve essere interrotto immediatamente e, se appropriato, si deve iniziare una terapia alternativa.

È noto che nella donna l’esposizione ad AIIRA durante il secondo ed il terzo trimestre induce tossicità fetale (ridotta funzionalità renale, oligoidramnios, ritardo nell’ossificazione del cranio) e tossicità neonatale (insufficienza renale, ipotensione, iperkaliemia) (vedere paragrafo 5.3).

Se dovesse verificarsi un’esposizione ad un AIIRA dal secondo trimestre di gravidanza, si raccomanda un controllo ecografico della funzionalità renale e del cranio.

I neonati le cui madri abbiano assunto AIIRA devono essere attentamente seguiti per quanto riguarda il rischio di ipotensione (vedere paragrafi 4.3 e 4.4).

Idroclorotiazide

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L’esperienza sull’uso di idroclorotiazide durante la gravidanza è limitata, specialmente durante il primo trimestre.. Gli studi condotti sugli animali sono insufficienti.

L’idroclorotiazide attraversa la placenta. In base al meccanismo d’azione farmacologico dell’idrocloro­tiazide, il suo uso durante il secondo e terzo trimestre di gravidanza può compromettere la perfusione feto-placentale e causare effetti fetali e neonatali come ittero, disturbo dell’equilibrio elettrolitico e trombocitopenia.

Amlodipina/val­sartan/idroclo­rotiazide

Non vi è esperienza sull’uso di Hagkupa in donne in gravidanza. Sulla base dei dati disponibili sui singoli principi attivi, l’uso di Hagkupa non è raccomandato durante il primo trimestre e controindicato durante il secondo e il terzo trimestre di gravidanza (vedere paragrafi 4.3 e 4.4).

Allattamento

L’amlodipina viene escreta nel latte materno. La percentuale della dose materna ricevuta dal neonato è stata stimata con un intervallo interquartile del 3–7%, con un massimo del 15%. L’effetto dell’amlodipina sui neonati non è noto. Non sono disponibili dati riguardanti l’uso di valsartan durante l’allattamento.

L’idroclorotiazide viene escreta nel latte umano in piccole quantità. I tiazidici ad alti dosaggi causano un’intensa diuresi che può inibire la produzione di latte. L’uso di Hagkupa durante l’allattamento non è raccomandato. Se Hagkupa è usato durante l’allattamento, la dose deve essere mantenuta la più bassa possibile. Sono da preferire trattamenti alternativi con comprovato profilo di sicurezza per l’uso durante l’allattamento, specialmente in caso di allattamento di neonati e prematuri.

Fertilità

Non vi sono studi clinici sulla fertilità con Hagkupa.

Valsartan

Il valsartan non ha avuto effetti avversi sulla capacità riproduttiva di topi maschi o femmine a dosi fino a 200 mg/kg/giorno per via orale. Questa dose è 6 volte la dose massima raccomandata nell’uomo in termini di mg/m2 (il calcolo si basa su una dose orale di 320 mg/giorno ed un paziente di 60 kg).

Amlodipina

In alcuni pazienti trattati con bloccanti dei canali del calcio sono state riportate modificazioni biochimiche reversibili alla testa degli spermatozoi. Non sono disponibili dati clinici sufficienti sul potenziale effetto di amlodipina sulla fertilità. In uno studio sui ratti, sono stati riportati effetti avversi sulla fertilità maschile (vedere paragrafo 5.3).

4.7 effetti sulla capacità di guidare veicoli e sull’uso di macchinari

I pazienti che assumono Hagkupa e che guidano veicoli o utilizzano macchinari devono considerare che potrebbero occasionalmente verificarsi capogiri o stanchezza.

L’amlodipina altera lievemente o moderatamente la capacità di guidare veicoli o di usare macchinari. Se i pazienti che assumono Hagkupa soffrono di capogiri, cefalea, affaticamento o nausea, la loro capacità di reazione può essere compromessa.

4.8 effetti indesiderati

Il profilo di sicurezza di Hagkupa di seguito presentato si basa su studi clinici condotti con Hagkupa e sul noto profilo di sicurezza dei singoli componenti amlodipina, valsartan e idroclorotiazide.

Riassunto del profilo di sicurezza

La sicurezza di Hagkupa è stata valutata alla dose massima di 10 mg/320 mg/25 mg in uno studio clinico controllato a breve termine (8 settimane) in 2.271 pazienti, di cui 582 trattati con valsartan in combinazione con amlodipina e idroclorotiazide. Le reazioni avverse sono state generalmente di natura lieve e transitoria e

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solo raramente si è resa necessaria l’interruzione della terapia. In questo studio clinico con controllo attivo le motivazioni più comuni per l’interruzione della terapia con l’associazione a dosi fisse di amlodipina/val­sartan/idroclo­rotiazide sono state capogiri e ipotensione (0,7%).

Nello studio clinico controllato della durata di 8 settimane, non sono state osservate reazioni avverse rilevanti nuove o inattese con il trattamento di triplice terapia rispetto agli effetti noti dei componenti in monoterapia o in duplice terapia.

Nello studio clinico controllato della durata di 8 settimane, le variazioni dei parametri di laboratorio osservate con l’associazione a dosi fisse di amlodipina/val­sartan/idroclo­rotiazide sono state minori e consistenti con il meccanismo d’azione farmacologico degli agenti in monoterapia. La presenza di valsartan nella triplice combinazione ha attenuato l’effetto ipokaliemico dell’idrocloro­tiazide.

Tabella delle reazioni avverse

Le seguenti reazioni avverse, elencate secondo la classificazione MedDRA per sistemi e organi e sulla frequenza, riguardano Hagkupa e singolarmente amlodipina, valsartan e HCT. Molto comune: ≥1/10; comune: da ≥1/100 a<1/10; non comune: da ≥1/1.000 a <1/100; raro: da ≥1/10.000 a <1/1.000; molto raro: <1/10.000, non nota (la frequenza non può essere definita sulla base dei dati disponibili).

Classificazion e per sistemi e organi secondo MedDRA

Reazioni avverse

Frequenza

Hagkupa

Amlodipina

Valsartan

HCT

Tumori benigni, maligni e non specificati (cisti e polipi compresi)

Cancro cutaneo non melanoma (carcinoma basocellulare e carcinoma a cellule squamose)

Non nota

Patologie del sistema emolinfopoieti co

Agranulocitosi, insufficienza del midollo osseo

Molto raro

Emoglobina e ematocrito ridotti

Non nota

Anemia emolitica

Molto raro

Leucopenia

Molto raro

Molto raro

Neutropenia

Non nota

Trombocitopenia, talvolta con porpora

Molto raro

Non nota

Raro

Anemia Aplastica

Non nota

Disturbi del sistema immunitario

Ipersensibilità

Molto raro

Non nota

Molto raro

Disturbi del metabolismo e della nutrizione

Anoressia

Non comune

Ipercalcemia

Non comune

Raro

Iperglicemia

Molto raro

Raro

Iperlipidemia

Non comune

Iperuricemia

Non comune

Common

Alcalosi ipocloremica

Molto raro

Ipokaliemia

Comune

Molto

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Classificazion e per sistemi e

Reazioni avverse

Frequenza

Hagkupa

Amlodipina

Valsartan

HCT

comune

Ipomagnesiemia

Comune

Iponatriemia

Non comune

Comune

Peggioramento dello stato metabolico diabetico

Raro

Disturbi psichiatrici

Depressione

Non comune

Raro

Insonnia/disturbi del sonno

Non comune

Non comune

Raro

Variazioni dell’umore

Non comune

Confusione

Raro

Patologie del sistema

nervoso

Coordinazione anormale

Non comune

Capogiri

Comune

Comune

Raro

Capogiri posturali, capogiri da sforzo

Non comune

Disgeusia

Non comune

Non comune

Sindrome extrapiramidale

Non nota

Cefalea

Comune

Comune

Raro

Ipertonia

Molto raro

Letargia

Non comune

Parestesia

Non comune

Non comune

Raro

Neuropatia periferica, neuropatia

Non comune

Molto raro

Sonnolenza

Non comune

Comune

Sincope

Non comune

Non comune

Tremore

Non comune

Ipoestesia

Non comune

Patologie dell’occhio

Glaucoma acuto ad angolo chiuso

Non nota

Disturbi della vista

Non comune

Compromissione della vista

Non comune

Non comune

Raro

Effusione coroidale

Non nota

Patologie dell'orecchio e del labirinto

Tinnito

Non comune

Vertigini

Non comune

Non comune

Patologie cardiache

Palpitazioni

Comune

Tachicardia

Non comune

Aritmia (inclusa bradicardia, tachicardia ventricolare e

Molto raro

Raro

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Classificazion e per sistemi e

Reazioni avverse

Frequenza

Hagkupa

Amlodipina

Valsartan

HCT

fibrillazione atriale)

Infarto miocardico

Molto raro

Patologie vascolari

Vampate

Comune

Ipotensione

Comune

Non comune

Ipotensione ortostatica

Non comune

Comune

Flebite, tromboflebiti

Non comune

Vasculite

Molto raro

Non nota

Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche

Tosse

Non comune

Molto raro

Non comune

Dispnea

Non comune

Non comune

Distress respiratorio, edema polmonare, Polmonite

Molto raro

Rinite

Non comune

Irritazione alla gola

Non comune

Patologie gastrointestina li

Disturbi addominali, dolore addominale superiore

Non comune

Comune

Non comune

Raro

Respiro maleodorante

Non comune

Abitudini intestinali modificate

Non comune

Stipsi

Raro

Appetito ridotto

Comune

Diarrea

Non comune

Non comune

Raro

Bocca secca

Non comune

Non comune

Dispepsia

Comune

Non comune

Gastrite

Molto raro

Iperplasia gengivale

Molto raro

Nausea

Non comune

Comune

Comune

Pancreatite

Molto raro

Molto raro

Vomito

Non comune

Non comune

Comune

Patologie epatobiliari

Esame della funzionalità epatica anomalo, compreso aumento della bilirubina nel sangue

Molto raro

Non nota

Epatite

Molto raro

Colestasi

Molto raro

Raro

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Classificazion e per sistemi e

Reazioni avverse

Frequenza

Hagkupa

Amlodipina

Valsartan

HCT

intraepatica, ittero

Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo

Alopecia

Non comune

Angioedema

Molto raro

Non nota

Dermatite bollosa

Non nota

Reazioni simili a lupus eritematoso cutaneo, riattivazione di lupus eritematoso cutaneo

Molto raro

Eritema multiforme

Molto raro

Non nota

Esantema

Non comune

Iperidrosi

Non comune

Non comune

Reazione da fotosensibilità

Molto raro

Raro

Prurito

Non comune

Non comune

Non nota

Porpora

Non comune

Raro

Eruzione cutanea

Non comune

Non nota

Comune

Scolorimento della cute

Non comune

Orticaria e altre forme di eruzione cutanea

Molto raro

Comune

Vasculite necrotizzante e necrolisi epidermica tossica

Non nota

Molto raro

Dermatite esfoliativa

Molto raro

Sindrome di Stevens-Johnson

Molto raro

Edema di Quincke

Molto raro

Patologie del Sistema muscoloschele trico e del tessuto connettivo

Artralgia

Non comune

Dolore alla schiena

Non comune

Non comune

Gonfiore articolare

Non comune

Spasmo muscolare

Non comune

Non comune

Non nota

Debolezza muscolare

Non comune

Mialgia

Non comune

Non comune

Non nota

Dolore alle estremità

Non comune

Gonfiore alle caviglie

Comune

Patologie renali e

Creatinina ematica

Non comune

Non nota

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Classificazion e per sistemi e

Reazioni avverse

Frequenza

Hagkupa

Amlodipina

Valsartan

HCT

urinarie

aumentata

Disturbi della minzione

Non comune

Nicturia

Non comune

Pollakiuria

Comune

Non comune

Disfunzione renale

Non nota

Insufficienza renale acuta

Non comune

Non nota

Insufficienza e compromissione renale

Non nota

Raro

Patologie dell’apparato riproduttivo e della mammella

Impotenza

Non comune

Non comune

Comune

Ginecomastia

Non comune

Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazi one

Abasia, disturbo di andatura

Non comune

Astenia

Non comune

Non comune

Non nota

Disagio, malessere

Non comune

Non comune

Affaticamento

Comune

Comune

Non comune

Dolore toracico non cardiaco

Non comune

Non comune

Edema

Comune

Comune

Dolore

Non comune

Piressia

Non nota

Esami diagnostici

Aumento dei lipidi

Molto comune

Azoto ureico nel sangue aumentato

Non comune

Acido urico ematico aumentato

Non comune

Glicosuria

Raro

Potassio ematico diminuito

Non comune

Potassio ematico aumentato

Non nota

Peso aumentato

Non comune

Non comune

Peso diminuito

Non comune

Vedere paragrafo 4.4 Fotosensibilità

Nella maggior parte dei casi dovuto a colestasi

Descrizione di reazioni avverse selezionate

Cancro cutaneo non melanoma: sulla base dei dati disponibili provenienti da studi epidemiologici, è stata osservata un’associazione tra idroclorotiazide e NMSC, correlata alla dose cumulativa assunta (vedere anche i paragrafi 4.4. e 5.1).

Segnalazione delle reazioni avverse sospette

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La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione all’indirizzo:.

4.9 sovradosaggio

Sintomi

Non si ha esperienza di sovradosaggio con Hagkupa. Il principale sintomo di sovradosaggio con valsartan potrebbe essere una marcata ipotensione con capogiri. Il sovradosaggio con amlodipina può portare ad una eccessiva vasodilatazione periferica ed, eventualmente, a tachicardia riflessa. Con amlodipina è stata riportata marcata e potenzialmente prolungata ipotensione sistemica inclusi casi di shock ad esito fatale.

Trattamento

Amlodipina/Val­sartan/Idroclo­rotiazide

Un’ipotensione clinicamente significativa dovuta a sovradosaggio di Hagkupa richiede un attivo sostegno cardiovascolare, comprendente il monitoraggio frequente della funzione cardiaca e respiratoria, l’innalzamento delle estremità e il monitoraggio dei fluidi circolanti e della diuresi. Per il ristabilimento del tono vascolare e della pressione arteriosa può essere di aiuto un vasocostrittore, a condizione che non vi siano controindicazioni al suo impiego. La somministrazione per via endovenosa di calcio gluconato può rivelarsi utile nel neutralizzare gli effetti del blocco dei canali del calcio.

Amlodipina

In caso di assunzione recente devono essere considerati l’induzione di vomito o la lavanda gastrica. È stato dimostrato che la somministrazione di carbone attivo a volontari sani, immediatamente o entro due ore dall’assunzione di amlodipina, riduce in maniera significativa l’assorbimento di amlodipina.

È improbabile che l’amlodipina venga rimossa dall’emodialisi.

Valsartan

È improbabile che il valsartan venga rimosso dall’emodialisi.

Idroclorotiazide

Il sovradosaggio con idroclorotiazide è associato alla deplezione di elettroliti (ipokaliemia, ipocloremia) e all’ipovolemia causate da eccessiva diuresi. I segni e sintomi di sovradosaggio più comuni sono nausea e sonnolenza. L’ipokaliemia può indurre spasmi muscolari e/o accentuare aritmie cardiache associate all’uso concomitante di glicosidi della digitale o di certi medicinali antiaritmici.

Non è stato stabilito il grado di eliminazione dell’idrocloro­tiazide mediante emodialisi.

5. proprietà farmacologiche

5.1 proprietà farmacodinamiche

Categoria farmacoterapeutica: sostanze che agiscono sul sistema renina-angiotensina, antagonisti dell’angiotensina II, altre associazioni, codice ATC: C09DX01.

Meccanismo d’azione

Hagkupa combina tre farmaci antipertensivi con meccanismo complementare per controllare la pressione arteriosa in pazienti con ipertensione essenziale: l’amlodipina appartiene alla classe dei calcio antagonisti ed il valsartan alla classe dei medicinali antagonisti dei recettori dell’angiotensina II e l’idroclorotiazide appartiene alla classe dei medicinali diuretici tiazidici. L’associazione di queste sostanze ha un effetto antiipertensivo additivo.

Amlodipina/Val­sartan/Idroclo­rotiazide

Efficacia e sicurezza clinica

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La combinazione a dose fissa di amlodipina/val­sartan/idroclo­rotiazide è stata studiata in uno studio in doppio cieco, controllato verso attivo condotto in pazienti ipertesi. Un totale di 2.271 pazienti con ipertensione da moderata a grave (la pressione sistolica/dias­tolica media al basale era 170/107 mmHg) ha ricevuto trattamenti di amlodipina/val­sartan/idroclo­rotiazide 10 mg/320 mg/25 mg, valsartan/ idroclorotiazide 320 mg/25 mg, amlodipina/val­sartan 10 mg/320 mg, o idroclorotiazide /amlodipina 25 mg/10 mg. All’inizio dello studio ai pazienti venivano assegnate le dosi più basse del loro trattamento di combinazione, e aumentate gradualmente fino al raggiungimento del pieno dosaggio entro la settimana 2.

Alla settimana 8, le riduzioni medie della pressione sistolica/dias­tolica sono state 39,7/24,7 mmHg con l’associazione a dose fissa di amlodipina/val­sartan/idroclo­rotiazide, 32,0/19,7 mmHg con valsartan/idro­clorotiazide, 33,5/21,5 mmHg con amlodipina/val­sartan, e 31,5/19,5 mmHg con amlodipina/idro­clorotiazide. La terapia di triplice combinazione è stata statisticamente superiore nel ridurre la pressione sistolica e diastolica ad entrambi i trattamenti di duplice combinazione. Le riduzioni della pressione sistolica/dias­tolica con l’associazione a dose fissa di amlodipina/val­sartan/idroclo­rotiazide sono state di 7,6/5,0 mmHg superiori a valsartan/idro­clorotiazide, 6,2/3,3 mmHg superiori a amlodipina/val­sartan, e 8,2/5,3 mmHg superiori a amlodipina/idro­clorotiazide. L’effetto completo di abbassamento della pressione è stato raggiunto dopo 2 settimane di trattamento con la dose individuale massima di Hagkupa. Statisticamente la normalizzazione della pressione (<140/90 mmHg) è stata raggiunta con Hagkupa da un’alta percentuale di pazienti (71%) rispetto a ciascuna delle tre terapie di duplice combinazione (45–54%) (p<0,0001).

In un sottogruppo di 283 pazienti focalizzato sul controllo ambulatoriale della pressione, sono state osservate riduzioni della pressione sistolica e diastolica nelle 24 ore clinicamente e statisticamente superiori con la triplice combinazione rispetto a valsartan/idro­clorotiazide, valsartan/amlo­dipina, e idroclorotiazi­de/amlodipina.

Amlodipina

Meccanismo d’azione

La componente amlodipina di Hagkupa inibisce il flusso transmembrana degli ioni calcio all’interno della muscolatura liscia cardiaca e vasale. Il meccanismo dell’azione antipertensiva dell’amlodipina è dovuto ad un effetto rilassante diretto sulla muscolatura liscia vasale, con conseguente riduzione della resistenza vascolare periferica e della pressione arteriosa.

Effetti farmacodinamici

I risultati sperimentali suggeriscono che l’amlodipina si lega sia ai siti di legame diidropiridinici che a quelli non-diidropiridinici. I processi contrattili della muscolatura cardiaca e della muscolatura liscia vasale dipendono dal passaggio degli ioni calcio extracellulari all’interno di queste cellule attraverso specifici canali ionici.

A seguito della somministrazione di dosi terapeutiche a pazienti ipertesi, l’amlodipina determina vasodilatazione, con conseguente riduzione della pressione clinostatica ed ortostatica. Con la somministrazione cronica, queste riduzioni della pressione arteriosa non sono accompagnate da variazioni significative della frequenza cardiaca o dei livelli di catecolamine plasmatiche.

Le concentrazioni plasmatiche sono correlate all’effetto sia in pazienti giovani che anziani.

In pazienti ipertesi con normale funzionalità renale, dosi terapeutiche di amlodipina hanno portato ad una diminuzione della resistenza vascolare renale e ad aumenti della velocità di filtrazione glomerulare e del flusso plasmatico renale effettivo, senza modifiche della frazione di filtrazione o della proteinuria.

Come con altri calcio-antagonisti, le misurazioni emodinamiche della funzionalità cardiaca a riposo e durante esercizio fisico (o sotto pacing) nei pazienti con normale funzione ventricolare trattati con amlodipina hanno generalmente evidenziato un piccolo aumento dell’indice cardiaco senza influire in modo significativo sul dP/dt o sulla pressione o sul volume telediastolico del ventricolo sinistro. In studi emodinamici, l’amlodipina non è stata associata ad effetto inotropo negativo quando somministrata

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nell’intervallo di dosaggio terapeutico nell’animale intatto e nell’uomo ed anche quando somministrata in associazione a beta bloccanti nell’uomo.

L’amlodipina non modifica la funzione del nodo senoatriale o la conduzione atrioventricolare nell’animale intatto o nell’uomo. Negli studi clinici in cui l’amlodipina è stata somministrata in associazione con beta bloccanti a pazienti con ipertensione o con angina, non si sono osservati effetti avversi sui parametri elettrocardio­grafici.

L’amlodipina è stata studiata in pazienti con angina cronica stabile, angina vasospastica e coronaropatie angiograficamente documentate.

Efficacia e sicurezza clinica

Uso in pazienti con ipertensione

Uno studio randomizzato in doppio cieco di morbilità-mortalità noto come “Antihypertensive and Lipid-Lowering treatment to prevent Heart Attack Trial” (ALLHAT) è stato effettuato per confrontare le terapie più recenti: amlodipina 2,5–10 mg/die (calcio antagonista) o lisinopril 10–40 mg/die (ACE inibitore) come terapie di prima linea a quella con il diuretico tiazidico, clortalidone 12,5–25 mg/die nell’ipertensione da lieve a moderata.

Un totale di 33.357 pazienti ipertesi di età pari o superiore a 55 anni è stato randomizzato e seguito per una media di 4,9 anni. I pazienti avevano avuto almeno un ulteriore fattore di rischio coronarico, inclusi precedente infarto miocardico o ictus (>6 mesi prima dell’arruolamento) o documentazione di altra malattia cardiovascolare aterosclerotica (in totale 51,5%), diabete di tipo 2 (36,1%), lipoproteine ad alta densità -colesterolo <35 mg/dl o <0,906 mmol/l (11,6%), ipertrofia del ventricolo sinistro diagnosticata mediante elettrocardiogramma o ecocardiogramma (20,9%), fumatore abituale (21,9%).

L’obiettivo primario composito è stato coronaropatia fatale o infarto miocardico non fatale. Non vi è stata una differenza significativa per quanto riguarda l’obiettivo primario tra la terapia con amlodipina e la terapia con clortalidone: rapporto di rischio (RR) 0,98 95% IC (0,90–1,07) p=0,65. Tra gli obiettivi secondari, l’incidenza di insufficienza cardiaca (componente di un endpoint composito cardiovascolare) è stata significativamente più alta nel gruppo amlodipina rispetto al gruppo clortalidone (10,2% in confronto a 7,7%, RR 1,38, 95% IC [1,25–1,52] p <0,001). Tuttavia, non vi è stata una significativa differenza di mortalità per tutte le cause tra la terapia con amlodipina e la terapia con clortalidone RR 0,96 95% IC [0,89 1,02] p=0,20.

Valsartan

Meccanismo d’azione

Valsartan è un antagonista potente e specifico del recettore dell’angiotensina II, attivo per via orale. Agisce selettivamente sul sottotipo recettoriale AT1, responsabile degli effetti dell’angioten­sina II.

Efficacia e sicurezza clinica

La somministrazione di valsartan a pazienti affetti da ipertensione induce una riduzione della pressione arteriosa senza alterare la frequenza cardiaca.

Nella maggior parte dei pazienti, dopo la somministrazione di una dose singola per via orale, l’inizio dell’attività antipertensiva si verifica entro 2 ore ed il picco di riduzione pressoria viene raggiunto entro 4–6 ore. L’effetto antipertensivo persiste per oltre 24 ore dopo la somministrazione. In caso di somministrazione ripetuta, con qualsiasi dose, la riduzione massima della pressione arteriosa viene generalmente ottenuta entro 2–4 settimane.

Idroclorotiazide

Meccanismo d’azione

Il sito d’azione dei diuretici tiazidici è prevalentemente nel tubulo contorto distale renale. È stata dimostrata la presenza di un recettore ad alta affinità nella corteccia renale che è risultato il sito primario di legame per l’azione dei diuretici tiazidici e l’inibizione del trasporto di NaCl nel tubulo contorto distale. Il meccanismo d’azione dei tiazidici si attua attraverso l’inibizione del co-trasporto di Na+Cl-, forse per competizione con il

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sito del Cl-, influenzando quindi il meccanismo di riassorbimento degli elettroliti: aumentando direttamente l’escrezione del sodio e del cloro in quantità equivalenti e, indirettamente, riducendo il volume plasmatico mediante questa azione diuretica, con un conseguente aumento dell’attività della renina plasmatica, della secrezione dell’aldosterone e della perdita del potassio urinario ed una diminuzione del potassio sierico.

Cancro cutaneo non melanoma

Sulla base dei dati disponibili provenienti da studi epidemiologici, è stata osservata un’associazione tra idroclorotiazide e NMSC correlata alla dose cumulativa assunta. Uno studio ha incluso una popolazione comprendente 71.533 casi di BCC e 8.629 casi di SCC confrontati rispettivamente con 1 430 833 e 172 462 soggetti nella popolazione di controllo. Un elevato utilizzo di idroclorotiazide (dose cumulativa ≥50 000 mg) è stato associato a un odds ratio (OR) aggiustato per confondenti pari a 1,29 (95% IC: 1,23–1,35) per il BCC e pari a 3,98 (95% IC: 3,68–4,31) per l’SCC. È stata osservata un’evidente relazione tra dose cumulativa assunta e risposta sia per il BCC che per l’SCC. Un altro studio ha dimostrato una possibile associazione tra il cancro delle labbra (SCC) e l’esposizione all’idrocloro­tiazide: 633 casi di cancro delle labbra confrontati con 63.067 soggetti nella popolazione di controllo, utilizzando una strategia di campionamento dei soggetti a rischio (risk-set sampling). È stata dimostrata una relazione tra la risposta e la dose cumulativa con un OR aggiustato di 2,1 (95% IC: 1,7–2,6), aumentato fino a 3,9 (3,0–4,9) in caso di un utilizzo elevato (~25.000 mg) e fino a 7,7 (5,7–10,5) con la massima dose cumulativa assunta (~100.000 mg) (vedere anche il paragrafo 4.4).

Popolazione pediatrica

L’Agenzia europea dei medicinali ha previsto l’esonero dall’obbligo di presentare i risultati degli studi con Amlodipina/Val­sartan/Idroclo­rotiazide in tutti i sottogruppi della popolazione pediatrica per l’ipertensione essenziale (vedere paragrafo 4.2 per informazioni sull’uso pediatrico).

Altro: duplice blocco del sistema renina-angiotensina-aldosterone (RAAS)

Due grandi studi randomizzati e controllati (ONTARGET [ONgoing Telmisartan Alone and in combination with Ramipril Global Endpoint Trial] e VA Nephron-D [The Veterans Affairs Nephropathy in Diabetes]) hanno esaminato l’uso della combinazione di un ACE-inibitore con un ARB.

ONTARGET è stato uno studio condotto in pazienti con anamnesi di patologia cardiovascolare o cerebrovascolare, o diabete mellito tipo 2 associato all’evidenza di danno d’organo. VA NEPHRON-D è stato uno studio condotto in pazienti con diabete mellito tipo 2 e nefropatia diabetica.

Questi studi non hanno dimostrato alcun significativo effetto benefico sugli esiti e sulla mortalità renale e/o cardiovas­colare, mentre è stato osservato un aumento del rischio di iperpotassiemia, danno renale acuto e/o ipotensione rispetto alla monoterapia. Questi risultati sono pertinenti anche per gli altri ACE-inibitori e per gli ARB, date le loro simili proprietà farmacodinamiche.

Gli ACE-inibitori e gli ARB non devono quindi essere usati contemporaneamente in pazienti con nefropatia diabetica (vedere paragrafo 4.4).

ALTITUDE (Aliskiren Trial in Type 2 Diabetes Using Cardiovascular and Renal Disease Endpoints) è stato uno studio volto a verificare il vantaggio di aggiungere aliskiren ad una terapia standard di un ACE-inibitore o un ARB in pazienti con diabete mellito di tipo 2 e malattia renale cronica, malattia cardiovascolare, o entrambe. Lo studio è stato interrotto precocemente a causa di un aumentato rischio di eventi avversi. Morte cardiovascolare e ictus sono stati entrambi numericamente più frequenti nel gruppo aliskiren rispetto al gruppo placebo e gli eventi avversi e gli eventi avversi gravi di interesse (iperpotassiemia, ipotensione e disfunzione renale) sono stati riportati più frequentemente nel gruppo aliskiren rispetto al gruppo placebo.

5.2 proprietà farmacocinetiche

Linearità/non-linearità

Amlodipina, valsartan e idroclorotiazide presentano una farmacocinetica lineare.

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Amlodipina/val­sartan/idroclo­rotiazide

Dopo somministrazione orale di Hagkupa in adulti sani, il picco delle concentrazioni plasmatiche di amlodipina, valsartan e idroclorotiazide si raggiunge rispettivamente in 6–8 ore, 3 ore e 2 ore. La velocità e l’estensione dell’assorbimento di amlodipina, valsartan e idroclorotiazide da Hagkupa sono le stesse di quando somministrati come forme di dosaggio individuale.

Amlodipina

Assorbimento

Dopo somministrazione orale di dosi terapeutiche di amlodipina da sola, il picco di concentrazione plasmatica di amlodipina viene raggiunto in 6–12 ore. La biodisponibilità assoluta è stata calcolata essere tra 64% e 80%. La biodisponibilità di amlodipina non è influenzata dall’ingestione di cibo.

Distribuzione

Il volume di distribuzione è circa 21 l/kg. Studi in vitro con amlodipina hanno dimostrato che circa il 97,5% del farmaco in circolo è legato alle proteine plasmatiche.

Biotrasformazione

L’amlodipina è ampiamente (circa il 90%) metabolizzata nel fegato a metaboliti inattivi.

Eliminazione

L’eliminazione di amlodipina dal plasma è bifasica, con un’emivita finale di eliminazione da 30 a 50 ore circa. I livelli plasmatici allo stato stazionario sono raggiunti dopo 7–8 giorni di somministrazione continua. Il 10% dell’amlodipina originale ed il 60% dei metaboliti dell’amlodipina sono escreti nell’urina.

Valsartan

Assorbimento

Dopo somministrazione orale di valsartan da solo, il picco di concentrazione plasmatica di valsartan viene raggiunto in 2–4 ore. La biodisponibilità assoluta media è del 23%. Il cibo diminuisce l’esposizione (misurata mediante l’AUC) a valsartan di circa il 40% e il picco di concentrazione plasmatica (Cmax) di circa il 50%, sebbene dopo circa 8 ore dalla somministrazione del farmaco le concentrazioni plasmatiche di valsartan siano simili sia nei soggetti a digiuno sia in quelli non a digiuno. Tuttavia, questa riduzione dell’AUC non è accompagnata da una riduzione clinicamente significativa dell’effetto terapeutico e valsartan può quindi essere somministrato sia con che senza cibo.

Distribuzione

Dopo somministrazione endovenosa, il volume di distribuzione allo stato stazionario è di circa 17 litri, a dimostrazione che valsartan non si distribuisce ampiamente nei tessuti. Il valsartan è fortemente legato alle proteine plasmatiche (94–97%), principalmente all’albumina sierica.

Biotrasformazione

Il valsartan non viene ampiamente metabolizzato, in quanto solo il 20% della dose viene ritrovata sotto forma di metaboliti. Nel plasma sono state identificate basse concentrazioni di un metabolita idrossilato (meno del 10% dell’AUC di valsartan). Questo metabolita è farmacologicamente inattivo.

Eliminazione

Il valsartan presenta una cinetica di decadimento multiesponenziale (t½α <1 ora e t½ß di circa 9 ore). Valsartan viene eliminato soprattutto nelle feci (circa 83% della dose) e nell’urina (circa 13% della dose), principalmente come farmaco immodificato. Dopo somministrazione endovenosa, la clearance plasmatica di valsartan è di circa 2 l/ora e la sua clearance renale è 0,62 l/ora (circa il 30% della clearance totale). L’emivita di valsartan è di 6 ore.

Idroclorotiazide

Assorbimento

Dopo somministrazione per via orale l’idroclorotiazide viene rapidamente assorbita (Tmax circa 2 ore). Nell’intervallo terapeutico, l’aumento dell’AUC media è lineare e proporzionale alla dose.

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Gli effetti del cibo sull’assorbimento dell’idrocloro­tiazide, qualora ve ne fossero, rivestono una limitata importanza clinica. Dopo somministrazione orale, la biodisponibilità assoluta dell’idrocloro­tiazide è del 70%.

Distribuzione

Il volume apparente di distribuzione è di 4–8 l/kg L’idroclorotiazide circolante è legata alle proteine sieriche (40–70%), principalmente all’albumina sierica. L’idroclorotiazide si accumula anche negli eritrociti in quantità circa 3 volte superiori rispetto ai livelli plasmatici.

Biotrasformazione

L’idroclorotiazide è eliminata in prevalenza come composto immodificato.

Eliminazione

L’idroclorotiazide è eliminata dal plasma con un’emivita media tra 6 e 15 ore nella fase di eliminazione terminale. Non si manifesta alcuna alterazione della cinetica dell’idrocloro­tiazide in seguito a somministrazione ripetuta e l’accumulo è minimo quando il farmaco viene somministrato una volta al giorno. Più del 95% della dose assorbita è stata escreta come composto immodificato nell’urina. La clearance renale è dovuta alla filtrazione passiva e alla secrezione attiva nel tubulo renale.

Popolazioni particolari

Pazienti pediatrici (età inferiore a 18 anni)

Non sono disponibili dati di farmacocinetica nella popolazione pediatrica.

Anziani (65 anni di età ed oltre)

Il tempo necessario a raggiungere il picco di concentrazione plasmatica di amlodipina è simile in pazienti giovani ed anziani. Nei pazienti anziani, la clearance di amlodipina tende a diminuire, determinando un aumento dell’area sotto la curva (AUC) e dell’emivita di eliminazione. L’AUC sistemica media del valsartan è superiore del 70% negli anziani rispetto ai giovani, è necessaria quindi cautela quando si aumentano le dosi.

L’esposizione sistemica a valsartan è di poco maggiore negli anziani rispetto ai giovani, ma ciò non sembra avere una rilevanza clinica.

Dati limitati suggeriscono che la clearance sistemica dell’idrocloro­tiazide sia ridotta negli anziani sia sani che ipertesi, rispetto ai volontari sani giovani.

Si raccomandano la somministrazione di normali schemi posologici in quanto i tre componenti risultano ugualmente ben tollerati nei pazienti giovani e anziani (vedere paragrafo 4.2).

Compromissione renale

La farmacocinetica dell’amlodipina non è significativamente influenzata dalla compromissione della funzionalità renale. Come prevedibile per un farmaco la cui clearance renale rappresenta solo il 30% della clearance plasmatica totale, non è stata osservata alcuna correlazione tra la funzionalità renale e l’esposizione sistemica a valsartan.

I pazienti con compromissione della funzionalità renale da lieve a moderata possono quindi ricevere la dose iniziale usuale (vedere paragrafi 4.2 e 4.4).

In presenza di compromissione della funzione renale, i livelli plasmatici di picco medi e i valori dell’AUC di idroclorotiazide sono aumentati e la velocità di escrezione urinaria è ridotta. In pazienti con compromissione della funzionalità renale da lieve a moderata, è stato osservato un incremento di 3 volte dell’AUC dell’idrocloro­tiazide. In pazienti con grave compromissione della funzionalità renale, è stato osservato un incremento di 8 volte dell’AUC. Hagkupa è controindicato nei pazienti con grave compromissione della funzionalità renale, anuria o sottoposti a dialisi (vedere paragrafo 4.3).

Compromissione epatica

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Documento reso disponibile da AIFA il 20/07/2021

Esula dalla competenza dell’AIFA ogni eventuale disputa concernente i diritti di proprietà industriale e la tutela brevettuale dei dati relativi all’AIC dei medicinali e, pertanto, l’Agenzia non può essere ritenuta responsabile in alcun modo di eventuali violazioni da parte del titolare dell'autorizzazione all'immissione in commercio (o titolare AIC).

Sono disponibili dati clinici molto limitati relativi alla somministrazione di amlodipina in pazienti con compromissione epatica. La clearance dell’amlodipina è inferiore nei pazienti con compromissione della funzione epatica, con conseguente aumento dell’AUC di circa il 40–60%. In media, in pazienti con malattia epatica cronica da lieve a moderata, l’esposizione a valsartan (misurata mediante i valori di AUC) è il doppio rispetto a quella riscontrata nei volontari sani (confrontati per età, sesso e peso). Per il componente valsartan, Hagkupa è controindicato in pazienti con grave compromissione della funzionalità epatica (vedere paragrafi 4.2 e 4.3).

5.3 dati preclinici di sicurezza

Amlodipina/Val­sartan/Idroclo­rotiazide

Vari studi preclinici di sicurezza condotti in diverse specie animali con amlodipina, valsartan, idroclorotiazide, valsartan/idro­clorotiazide, amlodipina/val­sartan e amlodipina/val­sartan/idroclo­rotiazide, non è stata evidenziata tossicità sistemica o di organi-bersaglio tale da poter influenzare negativamente lo sviluppo di Hagkupa per l’uso clinico nell’uomo.

Sono stati condotti studi preclinici di sicurezza della durata fino a 13 settimane nei ratti con amlodipina/val­sartan/idroclo­rotiazide. La combinazione ha prodotto una riduzione attesa della massa cellulare dei globuli rossi (eritrociti, emoglobina, ematocrito e reticolociti), un aumento dell’urea sierica, un aumento della creatinina sierica, un aumento del potassio sierico, iperplasia juxtaglomerulare (JG) nel rene e erosioni focali nello stomaco ghiandolare nei ratti. Tutte queste modifiche sono risultate reversibili dopo un periodo di recupero di 4 settimane e sono state considerate come effetti farmacologici eccessivi.

La combinazione di amlodipina/val­sartan/idroclo­rotiazide non è stata valutata per la genotossicità o per la carcinogenicità in quanto non c’è stata evidenza di alcuna interazione tra queste sostanze, che sono presenti sul mercato da lungo tempo. L’amlodipina, valsartan e idroclorotiazide sono state comunque valutate singolarmente per la genotossicità e la carcinogenicità con risultati negativi.

Amlodipina

Tossicologia riproduttiva

Studi sulla riproduzione in ratti e topi hanno mostrato parto ritardato, travaglio prolungato e ridotta sopravvivenza dei neonati a dosaggi circa 50 volte superiori rispetto alla dose massima raccomandata nell’uomo in base al rapporto mg/kg.

Riduzione della fertilità

Non è stato riscontrato alcun effetto sulla fertilità nei ratti trattati con amlodipina (i maschi per 64 giorni e le femmine per 14 giorni prima dell’accoppiamento) a dosi fino a 10 mg/kg/die (pari a 8 volte la dose massima raccomandata nell’uomo* di 10 mg su base mg/m2). In un altro studio condotto su ratti maschi trattati con amlodipina besilato per 30 giorni ad una dose comparabile a quella somministrata nell’uomo (mg/kg), è stata riscontrata una diminuzione plasmatica di testosterone e di ormone follicolostimo­lante, così come diminuzione della densità dello sperma e del numero di cellule spermatiche mature e cellule di Sertoli.

Carcinogenesi, Mutagenesi

Ratti e topi trattati per due anni con amlodipina nella dieta, a concentrazioni calcolate in modo da fornire livelli giornalieri di 0,5, 1,25 e 2,5 mg/kg/die, non hanno dimostrato alcuna evidenza di carcinogenicità. La dose più alta (per i ratti pari a due volte la dose clinica massima di 10 mg su base mg/m2 raccomandata nell’uomo* e per i topi simile a tale dose massima raccomandata) era vicina alla massima dose tollerata dai topi ma non dai ratti.

Gli sudi di mutagenesi non hanno rilevato effetti correlati al farmaco né a livello genetico né cromosomico.

*Calcolata su un paziente del peso di 50 kg

Valsartan

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I dati preclinici non rivelano rischi particolari per l’uomo sulla base di studi convenzionali di sicurezza farmacologica, tossicità a dosi ripetute, genotossicità, potenziale cancerogeno, tossicità della riproduzione e dello sviluppo.

Nei ratti, dosi tossiche per le madri (600 mg/kg/die) durante gli ultimi giorni di gravidanza e l’allattamento hanno comportato un minore tasso di sopravvivenza, un minore aumento del peso ed un ritardo nello sviluppo (distacco della cartilagine e apertura del canale auricolare) nella prole (vedere paragrafo 4.6). Tali dosi nei ratti (600 mg/kg/die) corrispondono a circa 18 volte la dose massima raccomandata nell’uomo su base mg/m2 (i calcoli presumono una dose di 320 mg/die per un paziente di 60 kg di peso).

Nel corso di studi non-clinici di sicurezza, alte dosi di valsartan (da 200 a 600 mg/kg di peso corporeo) hanno provocato nel ratto una riduzione dei parametri delle cellule della serie rossa (eritrociti, emoglobina, ematocrito) e variazioni nell’emodinamica renale (lieve aumento di azoto ureico nel sangue ed iperplasia dei tubuli renali e basofilia nei maschi). Tali dosi nei ratti (da 200 a 600 mg/kg/die) corrispondono rispettivamente a circa 6 e 18 volte la dose massima raccomandata nell’uomo su base mg/m2 (i calcoli presumono una dose orale di 320 mg/die per un paziente di 60 kg di peso).

Nelle scimmie dosi comparabili hanno provocato variazioni simili, anche se più gravi, particolarmente nei reni, dove si è avuta un’evoluzione a nefropatia, comprendente aumenti dell'azoto ureico e della creatinina nel sangue.

In entrambe le specie è stata osservata anche ipertrofia delle cellule renali juxtaglomerulari. Tutte le variazioni sono state attribuite all’attività farmacologica di valsartan che provoca un’ipotensione prolungata, specialmente nelle scimmie. L’ipertrofia delle cellule renali juxtaglomerulari non sembra avere alcuna rilevanza per dosi terapeutiche di valsartan nell’uomo.

6. informazioni farmaceutiche

6.1 elenco degli eccipienti

Nucleo della compressa:

Cellulosa microcristallina

Amido di mais pregelatinizzato

Crospovidone

Sodio Amido Glicolato

Calcio idrogeno fosfato anidro

Silice colloidale anidra

Magnesio stearato

Hagkupa 10 mg/160 mg/12.5 mg compresse rivestite con film Rivestimento:

Lattosio monoidrato

Ipromellosa

Ossido di ferro giallo (E172)

Titanio diossido (E171)

Macrogol

Hagkupa 5 mg/160 mg/25 mg compresse rivestite con film Rivestimento:

Lattosio monoidrato

Ipromellosa

Ossido di ferro giallo (E172)

Titanio diossido (E171)

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Documento reso disponibile da AIFA il 20/07/2021

Esula dalla competenza dell’AIFA ogni eventuale disputa concernente i diritti di proprietà industriale e la tutela brevettuale dei dati relativi all’AIC dei medicinali e, pertanto, l’Agenzia non può essere ritenuta responsabile in alcun modo di eventuali violazioni da parte del titolare dell'autorizzazione all'immissione in commercio (o titolare AIC).

Macrogol

Hagkupa 10 mg/160 mg/25 mg compresse rivestite con film Rivestimento:

Lattosio monoidrato

Ipromellosa

Ossido di ferro giallo (E172)

Titanio diossido (E171)

Macrogol

6.2 incompatibilità

6.3 Periodo di validità

6.4 Precauzioni particolari per la conservazione

Questo medicinale non richiede alcuna condizione particolare di conservazione.

6.5 natura e contenuto del contenitore

Blister in PVC/ACLAR/PVC/Al:

Confezione: 28 compresse rivestite con film.

6.6 Precauzioni particolari per lo smaltimento

Nessuna istruzione particolare.

7. titolare dell’autorizzazione all’immissione in commercio

Sigillata Limited

Block A, 15 Castleforbes Square Sheriff Street, Dublin 1, Ireland Irlanda

8. NUMERO(I) DELL’AUTORIZZAZIONE ALL’IMMISSIONE IN COMMERCIO

AIC n. 048831010 – „10 mg/160 mg/12.5 mg Compresse Rivestite Con Film“ 28 Compresse In Blister PVC/ACLAR/PVC/AL

AIC n. 048831022 – „5 mg/160 mg/25 mg Compresse Rivestite Con Film“ 28 Compresse In Blister PVC/ACLAR/PVC/AL

AIC n. 048831034 – „10 mg/160 mg/25 mg Compresse Rivestite Con Film“ 28 Compresse In Blister PVC/ACLAR/PVC/AL

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Documento reso disponibile da AIFA il 20/07/2021

Esula dalla competenza dell’AIFA ogni eventuale disputa concernente i diritti di proprietà industriale e la tutela brevettuale dei dati relativi all’AIC dei medicinali e, pertanto, l’Agenzia non può essere ritenuta responsabile in alcun modo di eventuali violazioni da parte del titolare dell'autorizzazione all'immissione in commercio (o titolare AIC).

9. DATA DELLA PRIMA AUTORIZZAZIONE/ RINNOVO DELL’AUTORIZZAZIONE