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FLEBOGAMMA DIF - riassunto delle caratteristiche del prodotto

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Riassunto delle caratteristiche del prodotto - FLEBOGAMMA DIF

ALLEGATO I

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1. denominazione del medicinale

Flebogamma DIF 50 mg/ml soluzione per infusione

2. composizione qualitativa e quantitativa

Immunoglobulina umana normale (IVIg)

Un ml contiene:

Immunoglobulina umana normale………….. 50 mg

(di cui almeno il 97% è IgG pura)

Ogni flacone da 10 ml contiene: 0,5 g di immunoglobulina umana normale

Ogni flacone da 50 ml contiene: 2,5 g di immunoglobulina umana normale

Ogni flacone da 100 ml contiene: 5 g di immunoglobulina umana normale

Ogni flacone da 200 ml contiene: 10 g di immunoglobulina umana normale

Ogni flacone da 400 ml contiene: 20 g di immunoglobulina umana normale

Distribuzione percentuale delle sottoclassi di IgG (valori approssimativi):

IgG1 66,6%

IgG2 28,5%

IgG3 2,7%

IgG4 2,2%

Il massimo contenuto in IgA è 50 microgrammi/ml.

Prodotto da plasma di donatori.

Eccipiente con effetti noti :

Un ml contiene 50 mg di D-sorbitolo

Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.

3. forma farmaceutica

Soluzione per infusione.

La soluzione è limpida o leggermente opalescente e incolore o giallo chiaro.

Flebogamma DIF è isotonico, con osmolalità da 240 a 370 mOsm/kg.

4. informazioni cliniche

4.1 indicazioni terapeutiche

Terapia sostitutiva in adulti, bambini e adolescenti (2–18 anni) per:

– Sindromi da immunodeficienza primaria (PID) con alterata produzione di anticorpi

– Immunodeficienze secondarie (SID) in pazienti con infezioni gravi o ricorrenti, trattamento antimicrobico inefficace e che presentano dimostrata incapacità di produrre anticorpi specifici (PSAF)* o livelli sierici di IgG < 4 g/l

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*PSAF = incapacità di produrre un aumento di almeno 2 volte del titolo di anticorpi IgG ai vaccini pneumococcico polisaccaridico e contenenti l’antigene polipeptidico

Immunomodulazione in adulti, bambini e adolescenti (2–18 anni) per:

– Trombocitopenia Immune Primaria (ITP), in pazienti ad alto rischio di emorragia o prima di interventi chirurgici, per il ripristino della conta piastrinica.

– Sindrome di Guillain Barré.

– Malattia di Kawasaki (in concomitanza con acido acetilsalicilico; vedere 4.2).

– Poliradiculone­uropatia demielinizzante infiammatoria cronica (CIDP)

– Neuropatia motoria multifocale (MMN)

4.2 posologia e modo di somministrazione

La terapia sostitutiva deve essere iniziata e monitorata sotto la supervisione di uno specialista nel trattamento dell’immunode­ficienza.

Posologia

La dose e il regime posologico dipendono dall’indicazione.

Può rendersi necessario personalizzare la dose per ciascun paziente in base alla risposta clinica. La dose basata sul peso corporeo può richiedere un aggiustamento nei pazienti sottopeso o sovrappeso. I regimi posologici di seguito riportati sono indicativi.

Terapia sostitutiva nelle sindromi da immunodeficienza primaria.

Il regime posologico deve indurre il raggiungimento di una concentrazione minima di IgG (misurata prima della successiva infusione) di almeno 6 g/l o all’interno dell’intervallo di riferimento normale per l’età della popolazione. Sono necessari da tre a sei mesi dall’inizio della terapia per raggiungere l’equilibrio (livelli di IgG allo stato stazionario). La dose iniziale raccomandata è compresa tra 0,4 e 0,8 g/kg da somministrare una volta, seguita da almeno 0,2 g/kg da somministrare ogni 34 settimane.

La dose necessaria per ottenere una concentrazione minima di IgG di 6 g/l è compresa tra

0,2 e 0,8 g/kg/mese. L’intervallo tra le dosi dopo il raggiungimento dello stato stazionario è compreso tra 3 e 4 settimane.

È necessario misurare ed accertare le concentrazioni minime di IgG congiuntamente all’incidenza dell’infezione. Per ridurre il tasso di infezioni batteriche, potrebbe essere necessario l’aumento della dose e puntare a concentrazioni minime più alte.

Immunodeficienze secondarie (come definite al paragrafo 4.1)

La dose raccomandata è compresa tra 0,2 e 0,4 g/kg ogni 3–4 settimane.

Le concentrazioni minime di IgG devono essere misurate e valutate congiuntamente all’incidenza di infezione. La dose deve essere aggiustata nella misura necessaria a ottenere una protezione ottimale dalle infezioni; un aumento della dose può essere richiesto nei pazienti con infezione persistente, mentre una riduzione può essere considerata quando il paziente rimane libero da infezioni.

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Trombocitopenia Immune Primaria

Esistono due schemi di trattamento alternativi:

0,8 – 1 g/kg il primo giorno, somministrazione che può essere ripetuta una volta entro 3 giorni. 0,4 g/kg ogni giorno per 2–5 giorni.

Il trattamento può essere ripetuto in caso di recidiva.

Sindrome di Guillain Barré

0,4 g/kg/giorno per 5 giorni (possibile ripetizione della somministrazione in caso di recidiva).

Malattia di Kawasaki

Somministrare 2,0 g/kg in dose singola. I pazienti devono essere trattati contemporaneamente con acido acetilsalicilico.

Polineuropatia demielinizzante infiammatoria cronica (CIDP)

Dose iniziale: 2 g/kg frazionata nell’arco di 2–5 giorni consecutivi.

Dosi di mantenimento: 1 g/kg nell’arco di 1–2 giorni consecutivi ogni 3 settimane.

L’effetto del trattamento deve essere valutato dopo ogni ciclo; se non si osserva alcun effetto dopo

6 mesi, il trattamento deve essere interrotto.

In caso di efficacia, il trattamento a lungo termine deve essere soggetto alla discrezione del medico, in base alla risposta del paziente e al mantenimento della risposta. È possibile che la posologia e gli intervalli debbano essere adattati secondo il decorso individuale della malattia.

Neuropatia motoria multifocale (MMN)

Dose iniziale: 2 g/kg frazionata nell’arco di 2–5 giorni consecutivi.

Dose di mantenimento: 1 g/kg ogni 2–4 settimane, oppure 2 g/kg ogni 4–8 settimane.

L’effetto del trattamento deve essere valutato dopo ogni ciclo; se non si osserva alcun effetto dopo

6 mesi, il trattamento deve essere interrotto.

In caso di efficacia, il trattamento a lungo termine deve essere soggetto alla discrezione del medico, in base alla risposta del paziente e al mantenimento della risposta. È possibile che la posologia e gli intervalli debbano essere adattati secondo il decorso individuale della malattia.

I dosaggi raccomandati sono riassunti nella seguente tabella:

Indicazione

Dose

Frequenza delle iniezioni

Terapia sostitutiva:

Sindromi da immunodeficienza primaria

Dose iniziale: 0,4 – 0,8 g/kg

Dose di mantenimento: 0,2 – 0,8 g/kg

ogni 3 – 4 settimane

Immunodeficienze secondarie (come definite al paragrafo 4.1)

0,2 – 0,4 g/kg

ogni 3 – 4 settimane

Immunomodulazione :

Trombocitopenia Immune Primaria

0,8 – 1 g/kg

o

0,4 g/kg/die

il giorno 1, con possibilità di ripetizione una volta entro 3 giorni

per 2 – 5 giorni

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Indicazione

Dose

Frequenza delle iniezioni

Sindrome di Guillain Barré

0,4 g/kg/die

per 5 giorni

Malattia di Kawasaki

2 g/kg

in una sola dose in associazione con acido acetilsalicilico

Poliradiculone­uropatia demielinizzante infiammatoria cronica (CIDP)

Dose iniziale: 2 g/kg

Dose di mantenimento: 1 g/kg

in dosi frazionate nell’arco di

2 – 5 giorni

ogni 3 settimane nell’arco di

1 – 2 giorni

Neuropatia motoria multifocale (MMN)

Dose iniziale: 2 g/kg

Dose di mantenimento: 1 g/kg

oppure

2 g/kg

in dosi frazionate nell’arco di

2 – 5 giorni consecutivi

ogni 2 – 4 settimane

ogni 4–8 settimane in dosi

frazionate nell’arco di 2 – 5 giorni

Popolazione pediatrica

Flebogamma DIF 50 mg/ml è controindicato nei bambini da 0 a 2 anni (vedere paragrafo 4.3).

Dal momento che la posologia per ogni indicazione viene data in base al peso corporeo ed aggiustata in base al risultato clinico delle sopramenzionate condizioni, la posologia nei bambini e negli adolescenti (2–18) non è considerata diversa da quella degli adulti.

Compromissione epatica

Non sono disponibili evidenze per richiedere un aggiustamento della dose.

Compromissione renale

Nessun aggiustamento della dose, se non clinicamente giustificato, vedere paragrafo 4.4.

Anziani

Nessun aggiustamento della dose, se non clinicamente giustificato, vedere paragrafo 4.4.

Modo di somministrazione

Per uso endovenoso.

Flebogamma DIF 50 mg/ml deve essere somministrato per via endovenosa ad una velocità iniziale di 0,01 – 0,02 ml/kg/minuto per i primi trenta minuti. Vedere paragrafo 4.4. In caso di reazione avversa, ridurre la velocità di somministrazione o interrompere l’infusione. Se ben tollerata, la velocità di somministrazione può essere gradualmente aumentata fino ad un massimo di 0,1 ml/kg/minuto.

4.3 Controindicazioni

Ipersensibilità al principio attivo (immunoglobuline umane) o ad uno qualsiasi degli eccipienti (vedere paragrafi 4.4 e 6.1).

Intolleranza al fruttosio (vedere il paragrafo 4.4).

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Nei neonati e nei bambini piccoli (0–2 anni) l’intolleranza ereditaria al fruttosio (IEF) potrebbe non essere stata ancora diagnosticata e in tali soggetti l’assunzione di questo medicinale potrebbe essere fatale. Perciò neonati e bambini piccoli non devono ricevere questo medicinale.

Pazienti con deficit selettivo di IgA che hanno sviluppato anticorpi anti-IgA, poiché la somministrazione di un prodotto contenente IgA può provocare anafilassi.

4.4 avvertenze speciali e precauzioni d’impiego

Sorbitolo

Ogni ml di questo prodotto medicinale contiene 50 mg di sorbitolo. I pazienti con rari problemi ereditari d’intolleranza al fruttosio non devono prendere questo medicinale.

In persone di età superiore a 2 anni con IEF, si sviluppa una spontanea avversione ad alimenti contenenti fruttosio e può essere collegata con il manifestarsi dei sintomi (vomito, disordini gastro-intestinali, apatia, ritardo nel peso e nell’altezza). Pertanto, ciascun paziente dev’essere sottoposto a una dettagliata anamnesi sui sintomi dell’IEF, prima di ricevere Flebogamma DIF. In caso di somministrazione accidentale e sospetta intolleranza al fruttosio, la somministrazione deve essere immediatamente sospesa, la normale glicemia deve essere ristabilita e la funzione degli organi deve essere stabilizzata tramite terapia intensiva.

Non si prevedono interferenze con la determinazione della glicemia.

Tracciabilità

Al fine di migliorare la tracciabilità dei medicinali biologici, la denominazione e il numero del lotto del medicinale somministrato devono essere chiaramente registrati.

Precauzioni per l’uso

Spesso è possibile evitare potenziali complicazioni verificando che i pazienti:

– non siano sensibili all’immunoglobulina umana normale somministrando dapprima il prodotto lentamente (ad una velocità iniziale di 0,01 – 0,02 ml/kg/min)

– siano attentamente monitorati per vedere eventuali sintomi durante il periodo d’infusione. In particolare, i pazienti mai trattati con immunoglobulina umana normale, i pazienti provenienti da un altro prodotto IVIg o per i quali sia trascorso un lungo periodo dalla precedente infusione, devono essere monitorati in ospedale durante la prima infusione e nella prima ora successiva, per rilevare potenziali reazioni avverse. Tutti gli altri pazienti devono essere osservati per almeno 20 minuti dopo la somministrazione.

In tutti i pazienti, la somministrazione di IVIg richiede:

– adeguata idratazione prima dell’inizio dell’infusione di IVIg

– monitoraggio della diuresi

– monitoraggio dei livelli sierici di creatinina

– evitare l’utilizzo concomitante di diuretici dell’ansa (vedere 4.5).

In caso di reazione avversa, si deve ridurre la velocità d’infusione o interrompere l’infusione.

Il trattamento richiesto dipende dalla natura e gravità della reazione avversa.

Reazione all’infusione

Alcune reazioni avverse (ad esempio cefalea, rossore, brividi, mialgia, sibilo, tachicardia, dolore dorso-lombare, nausea e ipotensione) possono essere correlate alla velocità d’infusione. La velocità d’infusione raccomandata nel paragrafo 4.2 va seguita scrupolosamente. I pazienti devono essere strettamente monitorati e attentamente osservati per rilevare qualsiasi sintomo durante il tempo dell’infusione.

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Le reazioni avverse possono verificarsi più frequentemente

– in pazienti che ricevono immunoglobulina umana normale per la prima volta oppure, in rari casi, quando il prodotto a base di immunoglobulina umana normale viene cambiato o quando è trascorso un lungo periodo dalla precedente infusione

– nei pazienti con infezione non trattata o infiammazione cronica sottostante

Ipersensibilità

Le reazioni d’ipersensibilità sono rare.

Anafilassi può svilupparsi in pazienti

– con IgA irrilevabili che hanno anticorpi anti-IgA

– che hanno tollerato precedenti trattamenti con immunoglobulina umana normale

In caso di shock, è necessario adottare il trattamento medico standard per lo shock.

Tromboembolismo

Esistono evidenze cliniche di un’associazione tra somministrazione di IVIg ed eventi tromboembolici, quali infarto miocardico, problemi cerebro-vascolari (tra cui l’ictus), embolia polmonare e trombosi venose profonde, che si presume siano correlati ad un relativo aumento della viscosità ematica per l’elevato afflusso di immunoglobulina in pazienti a rischio. Bisogna prestare particolare attenzione nel prescrivere ed infondere IVIg in pazienti obesi e in pazienti con fattori di rischio preesistenti di eventi trombotici (come età avanzata, ipertensione, diabete mellito e anamnesi di malattia vascolare o episodi trombotici, pazienti con trombofilia acquisita o congenita, pazienti con prolungati periodi d’immobilità, pazienti gravemente ipovolemici, pazienti con disturbi che provocano un aumento della viscosità ematica).

In pazienti a rischio tromboembolico, i prodotti IVIg devono essere somministrati alla velocità d’infusione e alla dose minima praticabile.

Insufficienza renale acuta

Sono stati riportati casi d’insufficienza renale acuta in pazienti che seguono una terapia con IVIg. Nella maggior parte dei casi, sono stati identificati dei fattori di rischio, quali insufficienza renale preesistente, diabete mellito, ipovolemia, sovrappeso, farmaci nefrotossici concomitanti o età superiore a 65 anni.

I parametri renali devono essere valutati prima dell’infusione di IVIg, in particolare nei pazienti ritenuti potenzialmente a maggior rischio di sviluppare insufficienza renale acuta, e nuovamente a opportuni intervalli. In pazienti a rischio d’insufficienza renale acuta, i prodotti IVIg devono essere somministrati alla velocità d’infusione e alla dose minima praticabile. In caso d’insufficienza renale, va presa in considerazione l’interruzione della terapia con IVIg.

Sebbene gli episodi di disfunzione renale e insufficienza renale acuta siano stati associati all’uso di molti prodotti IVIg autorizzati, contenenti vari eccipienti quali saccarosio, glucosio e maltosio, quelli che contengono saccarosio come stabilizzante rappresentano un’altissima percentuale del numero complessivo. Nei pazienti a rischio, va considerata l’opportunità di utilizzare prodotti IVIg che non contengano questi eccipienti. Flebogamma DIF non contiene saccarosio, maltosio o glucosio.

Sindrome di Meningite Asettica (AMS)

La meningite asettica si è manifestata in associazione con trattamento di IVIg. La sindrome di solito inizia entro poche ore fino ai 2 giorni dopo il trattamento con IVIg. Gli studi sul liquido cerebrospinale sono spesso positivi con pleiocitosi fino a diverse migliaia di cellule per mm3, prevalentemente della serie granulocitaria e livelli elevati di proteine, fino a diverse centinaia di mg/dl.

La meningite asettica può verificarsi più frequentemente in associazione con alte dosi (2 g/kg) di IVIg.

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I pazienti che manifestano tali segni e sintomi devono essere sottoposti a un esame neurologico approfondito, comprendente studi dell’LCS, per escludere altre cause di meningite.

L’interruzione del trattamento con IVIg ha portato a remissione di AMS entro pochi giorni senza postumi.

Anemia emolitica

I prodotti IVIg possono contenere gruppi di anticorpi del sangue che possono agire da emolitici ed indurre in vivo il rivestimento dei globuli rossi con immunoglobuline, causando una reazione antiglobulinica diretta positiva (test di Coombs) e, raramente, emolisi. L’anemia emolitica si può sviluppare in seguito a terapia di IVIg dovuta all’aumentato sequestro di globuli rossi. I soggetti che ricevono delle IVIg devono essere monitorati per segni clinici e sintomi di emolisi (vedere paragrafo 4.8).

Neutropenia/le­ucopenia

Un aumento transitorio della conta dei neutrofili e/o episodi di neutropenia, talvolta gravi, sono stati segnalati dopo il trattamento con IVIg. Ciò si verifica in genere entro alcune ore o giorni dopo la somministrazione di IVIg e si risolve spontaneamente entro 7–14 giorni.

Danno polmonare acuto associato alla trasfusione (TRALI)

Nei pazienti trattati con IVIg, vi sono state alcune segnalazioni di edema polmonare acuto non cardiogeno [danno polmonare acuto associato alla trasfusione (TRALI)]. TRALI è caratterizzato da ipossia severa, dispnea, tachipnea, cianosi, febbre e ipotensione. I sintomi di TRALI si sviluppano in genere durante la trasfusione o entro le 6 ore successive, spesso entro 1–2 ore. Pertanto, i pazienti trattati con IVIg devono essere monitorati e l’infusione di IVIg deve essere interrotta immediatamente in caso di reazioni avverse polmonari. TRALI è una condizione clinica potenzialmente letale, che richiede una gestione immediata in unità di terapia intensiva.

Interferenza con test sierologici

Dopo la somministrazione di immunoglobulina, il transitorio incremento dei vari anticorpi trasferiti passivamente nel sangue di un paziente può condurre a risultati falsi positivi nei test sierologici.

La trasmissione passiva di anticorpi ad antigeni eritrocitari, ad esempio A, B, D, può interferire con alcuni test sierologici per anticorpi eritrocitari, ad esempio il test diretto dell’antiglobulina (DAT, test diretto di Coombs).

Agenti trasmissibili

Misure standard per prevenire le infezioni derivanti dall’uso di medicinali preparati da sangue o plasma umano includono la selezione dei donatori, lo screening delle singole donazioni e dei lotti di plasma per individuare l’eventuale presenza di marker d’infezione e l’inclusione di passaggi produttivi efficaci per l’inattivazio­ne/rimozione di virus. Nonostante ciò, quando sono somministrati medicinali preparati da sangue o plasma umano, la possibilità di trasmettere un agente infettivo non può essere completamente esclusa. Ciò riguarda anche virus sconosciuti o emergenti ed altri agenti patogeni.

Le misure che sono state prese sono considerate efficaci per virus capsulati come virus dell’immunode­ficienza umana (HIV), virus dell’epatite B (HBV) e virus dell’epatite C (HCV), e per virus non capsulati, come virus dell’epatite A (HAV) e parvovirus B19.

Esiste una rassicurante esperienza clinica in merito alla mancata trasmissione di epatite A o parvovirus B19 con immunoglobuline e si ritiene che il contenuto anticorpale dia un importante contributo alla sicurezza virale.

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È fortemente raccomandato che, ogni qualvolta sia somministrato Flebogamma DIF ad un paziente, il nome ed il numero di lotto del prodotto siano registrati per mantenere un legame tra il paziente ed il lotto del prodotto.

Contenuto di sodio

Questo medicinale contiene meno di 1 mmol (23 mg) di sodio per flaconcino da 10 mL, 50 mL, 100 mL e 200 mL, cioè essenzialmente ‘senza sodio’. Questo medicinale contiene meno di 29,41 mg di sodio per flaconcino da 400 mL equivalente a 1,5% dell’assunzione massima giornaliera raccomandata dall’OMS che corrisponde a 2 g di sodio per un adulto. Tuttavia, a seconda della dose richiesta, il paziente può ricevere più di 1 flaconcino.

Popolazione pediatrica

Quando si somministra Flebogamma DIF a pazienti pediatrici, si raccomanda di eseguire il monitoraggio dei parametri vitali del paziente.

4.5 interazioni con altri medicinali ed altre forme d’interazione

Vaccini con virus vivi attenuati

La somministrazione di immunoglobulina può compromettere per un periodo minimo di 6 settimane e un periodo massimo di 3 mesi l’efficacia di vaccini con virus vivi attenuati, quali morbillo, rosolia, parotite e varicella. Dopo la somministrazione del prodotto, deve trascorrere un periodo di 3 mesi prima di sottoporsi a vaccinazione con virus vivi attenuati. In caso di morbillo, tale compromissione può persistere fino ad 1 anno. Pertanto è necessario controllare lo stato degli anticorpi nei pazienti che ricevono il vaccino contro il morbillo.

Diuretici dell’ansa

Evitare l’uso concomitante di diuretici dell’ansa.

Popolazione pediatrica

Si prevede che le stesse interazioni elencate per gli adulti possano presentarsi anche nei bambini.

4.6 fertilità, gravidanza e allattamento

Gravidanza

La sicurezza di questo medicinale non è stata stabilita per l’uso in gravidanza in studi clinici controllati e pertanto deve essere somministrato con cautela alle donne in gravidanza e alle madri che allattano al seno. È stato dimostrato che le IVIg attraversano la placenta, in misura maggiore durante il terzo trimestre. L’esperienza clinica con immunoglobuline suggerisce che non sono prevedibili effetti nocivi sul decorso della gravidanza o sul feto e il neonato.

Allattamento

Le immunoglobuline sono escrete nel latte materno umano. Non si ritiene che possano causare effetti negativi su neonati/lattanti.

Fertilità

L’esperienza clinica con immunoglobuline suggerisce che non ci sono effetti dannosi sulla fertilità.

4.7 effetti sulla capacità di guidare veicoli e sull’uso di macchinari

La capacità di guidare e usare macchinari può essere compromessa da alcune reazioni avverse associate all’uso di Flebogamma DIF, quali capogiro. I pazienti che hanno reazioni avverse durante il trattamento dovranno attendere che tali reazioni terminino, prima di guidare o usare macchine.

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4.8 effetti indesiderati

Riassunto del profilo di sicurezza

Le reazioni avverse causate dalle immunoglobuline umane normali (in ordine di frequenza decrescente) comprendono (vedere anche paragrafo 4.4):

brividi, cefalea, capogiri, febbre, vomito, reazioni allergiche, nausea, artralgia, ipotensione e moderata lombalgia reazioni emolitiche reversibili, specialmente nei pazienti che possiedono gruppi sanguigni A, B,

e AB e (raramente) anemia emolitica che richiede una trasfusione

(raramente) un brusco abbassamento della pressione arteriosa e, in casi isolati, shock

anafilattico, anche quando il paziente non ha mostrato ipersensibilità ad una precedente somministrazione

(raramente) reazioni cutanee transitorie (compreso il lupus eritematoso cutaneo – frequenza non nota) (molto raramente) reazioni tromboemboliche quali infarto del miocardio, ictus, embolia polmonare, trombosi venose profonde casi di meningite asettica reversibile casi di aumento del livello sierico di creatinina e/o comparsa di insufficienza renale acuta casi di danno polmonare acuto associato alla trasfusione (TRALI)

Per informazioni sulla sicurezza riguardo gli agenti trasmissibili, vedere il paragrafo 4.4.

Tabella degli eventi avversi

La tabella presentata di seguito è in accordo alla Classificazione sistemica organica MedDRA (SOC e Preferred Term Level).

Le frequenze sono state determinate secondo la seguente convenzione:

– molto comune (≥1/10)

– comune (≥1/100, <1/10)

– non comune (≥1/1.000, <1/100)

– raro (≥1/10.000, <1/1.000)

– molto raro (<1/10.000)

– non nota (la frequenza non può essere definita sulla base dei dati disponibili)

All’interno di ciascuna categoria di frequenza, gli effetti indesiderati sono elencati in ordine di gravità decrescente.

Fonte del database della sicurezza derivante da studi clinici e da studi sulla sicurezza successivi all’autorizzazione in un totale di 128 pazienti esposti a Flebogamma DIF 50 mg/mL (per un totale di 1318 infusioni)

Classificazione per sistemi e organi secondo MedDRA

Reazione avversa

Frequenza per paziente

Frequenza per infusione

Infezioni ed infestazioni

Nasofaringite

Non comune

Non comune

Disturbi del sistema immunitario

Ipersensibilità

Non comune

Raro

Disturbi psichiatrici

Comportamento anormale

Non comune

Raro

Patologie del sistema nervoso

Cefalea

Molto comune

Comune

Capogiro

Comune

Non comune

Emicrania

Non comune

Raro

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Classificazione per sistemi e organi secondo MedDRA

Reazione avversa

Frequenza per paziente

Frequenza per infusione

Patologie cardiache

Tachicardia

Comune

Comune

Disturbo cardiovascolare

Non comune

Raro

Patologie vascolari

Ipotensione diastolica, ipotensione

Comune

Comune

Ipertensione diastolica, ipertensione

Non comune

Ipertensione sistolica

Non comune

Fluttuazioni della pressione sanguigna, vampate

Raro

Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche

Bronchite, sibilo

Comune

Non comune

Tosse produttiva

Non comune

Non comune

Asma, tosse, dispnea, epistassi, fastidio nasale, dolore della laringe

Raro

Patologie gastrointestinali

Dolore alla parte superiore dell’addome, dolori addominali, diarrea, nausea, vomito

Comune

Non comune

Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo

Orticaria

Comune

Non comune

Prurito, rash con prurito

Non comune

Dermatite da contatto, iperidrosi, eruzione cutanea

Raro

Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo

Dolore dorsale, artralgia, mialgia

Comune

Non comune

Spasmi muscolari, dolore al collo, dolore alle estremità

Non comune

Raro

Patologie renali e urinarie

Ritenzione di urina

Non comune

Raro

Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione

Piressia

Molto comune

Comune

Brividi, reazione nel sito d’iniezione, dolore, brividi febbrili

Comune

Non comune

Astenia, dolore toracico, eritema nel sito d’infusione, stravaso nel sito d’infusione, infiammazione nel sito d’infusione, dolore nel sito d’infusione, edema nel sito d’iniezione, dolore nel sito d’iniezione, prurito nel sito d’iniezione, gonfiore nel sito d’iniezione, edema periferico

Non comune

Raro

Esami diagnostici

Aumento della pressione sistolica, aumento della temperatura corporea, test di Coombs positivo

Comune

Non comune

Diminuzione della pressione sistolica

Non comune

Non comune

Alanina aminotransferasi aumentata, aumento della pressione arteriosa

Raro

Traumatismo, avvelenamento e complicazioni da procedura

Reazione correlata a infusione

Non comune

Non comune

Problemi di prodotto

Dislocazione di dispositivo

Non comune

Raro

Descrizione di reazioni avverse selezionate

Le reazioni avverse post-marketing segnalate con maggiore frequenza da quando il medicinale è stato autorizzato per entrambe le concentrazioni sono state: dolore toracico, vampate, aumento e

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diminuzione della pressione arteriosa, malessere, dispnea, nausea, vomito, piressia, dolore dorsale, cefalea e brividi.

Popolazione pediatrica

Sono stati valutati i risultati di sicurezza per i 29 pazienti pediatrici (quelli ≤ 17 anni) inclusi negli studi nella Sindrome da Immunodeficienza Primaria (PID). È stato osservato che la percentuale di cefalea, piressia, tachicardia e ipotensione nei bambini è più elevata rispetto a quella rilevata negli adulti. La valutazione dei parametri vitali negli studi clinici condotti nella popolazione pediatrica non ha indicato alcun pattern di alterazioni clinicamente rilevanti.

Segnalazione delle reazioni avverse sospette

La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione riportato nell

4.9 sovradosaggio

Il sovradosaggio può portare al sovraccarico idrico e all’iperviscosità, particolarmente nei pazienti a rischio, inclusi i pazienti anziani o pazienti con compromissione cardiaca o renale (vedere paragrafo 4.4).

Popolazione pediatrica

Informazioni sul sovradosaggio nei bambini non sono state stabilite con Flebogamma DIF. Tuttavia, come nella popolazione adulta, il sovradosaggio può portare al sovraccarico idrico e all’iperviscosità, come con qualsiasi altra immunoglobulina endovenosa.

5. proprietà farmacologiche

5.1 proprietà farmacodinamiche

Categoria farmacoterapeutica: sieri immuni e immunoglobuline: immunoglobuline umane normali per somministrazione endovenosa, codice ATC: J06BA02.

L’immunoglobulina umana normale contiene principalmente immunoglobulina G (IgG) con un ampio spettro di anticorpi contro agenti infettivi.

L’immunoglobulina umana normale contiene gli anticorpi IgG presenti nella popolazione normale. Solitamente è preparata da pool di plasma ottenuto da non meno di 1.000 donatori. La distribuzione delle sottoclassi di immunoglobulina G è proporzionale a quella del plasma umano nativo.

Dosi adeguate di questo prodotto medicinale consentono di riportare a valori normali dei livelli di immunoglobulina G abnormemente bassi.

Il meccanismo d’azione in indicazioni diverse dalla terapia sostitutiva non è del tutto chiaro, ma include effetti immunomodulatori. In una sperimentazione clinica su pazienti con ITP cronica è stato raggiunto un aumento significativo del livello medio delle piastrine (64.000/µl), sebbene non siano stati raggiunti i livelli normali.

Sono stati effettuati tre studi clinici con Flebogamma DIF, due per la terapia di sostituzione su pazienti con immunodeficienza primaria (uno sia in adulti che in bambini sopra i 10 anni e un altro in bambini di età compresa tra 2 e 16 anni) e un altro per l’immunomodulazione in pazienti adulti con porpora trombocitopenica.

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5.2 proprietà farmacocinetiche

L’immunoglobulina umana normale è immediatamente e completamente biodisponibile nella circolazione del ricevente dopo somministrazione endovenosa. Si distribuisce in modo relativamente rapido tra il plasma e il liquido extravascolare, raggiungendo un equilibrio tra i compartimenti intra-ed extravascolari dopo circa 3 – 5 giorni.

Flebogamma DIF 50 mg/ml ha un’emivita di circa 30 – 32 giorni. Questa emivita può variare da paziente a paziente, soprattutto nell’immunode­ficienza primaria.

Le IgG ed i complessi di IgG sono metabolizzati nelle cellule del sistema reticoloendote­liale.

Popolazione pediatrica

Non si prevedono differenti proprietà farmacocinetiche nella popolazione pediatrica.

5.3 dati preclinici di sicurezza

Studi di tossicità a dose singola sono stati condotti su ratti e topi. L’assenza di mortalità negli studi non clinici condotti con Flebogamma DIF con dosi fino a 2500 mg/kg, unitamente all’assenza di qualsiasi reazione avversa evidente a carico dell’apparato respiratorio, circolatorio e del sistema nervoso centrale degli animali trattati, sono a supporto della sicurezza di Flebogamma DIF.

Gli studi di tossicità a dosi ripetute e di genotossicità sono impraticabili a causa dell’induzione e dell’interferenza degli anticorpi. Gli effetti del prodotto sul sistema immunitario del neonato non sono stati studiati.

6. informazioni farmaceutiche

6.1 elenco degli eccipienti

D-sorbitolo

Acqua per preparazioni iniettabili

6.2 incompatibilità

In assenza di studi di compatibilità, questo medicinale non deve essere miscelato con altri medicinali né con altri prodotti a base di IVIg.

6.3 periodo di validità

2 anni.

6.4 precauzioni particolari per la conservazione

Non conservare a temperatura superiore a 30 ºC.

Non congelare.

6.5 natura e contenuto del contenitore

10 ml, 50 ml, 100 ml, 200 ml o 400 ml di soluzione in flacone (vetro tipo II) con tappo (gomma clorobutilica).

Confezione: 1 flaconcino.

È possibile che non tutte le confezioni siano commercializzate.

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6.6 precauzioni particolari per lo smaltimento e la manipolazione

Il prodotto deve essere portato a temperatura ambiente o corporea prima dell’uso.

La soluzione deve essere limpida o leggermente opalescente e incolore o giallo pallido. Le soluzioni torbide o con sedimenti non devono essere usate.

Il medicinale non utilizzato e i rifiuti derivati da tale medicinale devono essere smaltiti in conformità alla normativa locale vigente.

7. titolare dell’autorizzazione all’immissione in commercio

Instituto Grifols, S.A.

Can Guasc, 2 – Parets del Vallès

08150 Barcelona – Spagna

8. NUMERO(I) DELL’AUTORIZZAZIONE ALL’IMMISSIONE IN COMMERCIO

EU/1/07/404/001–005

9. data della prima autorizzazione/rinnovo dell’autorizzazione

Data della prima autorizzazione: 23 agosto 2007

Data del rinnovo più recente: 24 aprile 2017

10. DATA DI REVISIONE DEL TESTO

MM/AAAA

Informazioni più dettagliate su questo medicinale sono disponibili sul sito web dell’Agenzia europea dei medicinali,

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1. denominazione del medicinale

Flebogamma DIF 100 mg/ml soluzione per infusione

2. composizione qualitativa e quantitativa

Immunoglobulina umana normale (IVIg)

Un ml contiene:

Immunoglobulina umana normale………100 mg

(di cui almeno il 97% è IgG pura)

Ogni flacone da 50 ml contiene: 5 g di immunoglobulina umana normale

Ogni flacone da 100 ml contiene: 10 g di immunoglobulina umana normale

Ogni flacone da 200 ml contiene: 20 g di immunoglobulina umana normale

Distribuzione percentuale delle sottoclassi di IgG (valori approssimativi):

IgG1 66,6%

IgG2 27,9%

IgG3 3,0%

IgG4 2,5%

Il massimo contenuto in IgA è 100 microgrammi/ml.

Prodotto da plasma di donatori.

Eccipiente con effetti noti:

Un ml contiene 50 mg di D-sorbitolo.

Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.

3. forma farmaceutica

Soluzione per infusione

La soluzione è limpida o leggermente opalescente e incolore o giallo chiaro.

Flebogamma DIF è isotonico, con osmolalità da 240 a 370 mOsm/kg.

4. informazioni cliniche

4.1 indicazioni terapeutiche

Terapia sostitutiva in adulti, bambini e adolescenti (2–18 anni) per:

– Sindromi da immunodeficienza primaria (PID) con alterata produzione di anticorpi

– Immunodeficienze secondarie (SID) in pazienti con infezioni gravi o ricorrenti, trattamento antimicrobico inefficace e che presentano dimostrata incapacità di produrre anticorpi specifici (PSAF)* o livelli sierici di IgG < 4 g/l

* PSAF = incapacità di produrre un aumento di almeno 2 volte del titolo di anticorpi IgG ai vaccini pneumococcico polisaccaridico e contenenti l’antigene polipeptidico

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Immunomodulazione in adulti, bambini e adolescenti (2–18 anni) per:

– Trombocitopenia Immune Primaria (ITP), in pazienti ad alto rischio di emorragia o prima di interventi chirurgici per il ripristino della conta piastrinica

– Sindrome di Guillain Barré

– Malattia di Kawasaki (in concomitanza con acido acetilsalicilico; vedere 4.2)

– Poliradiculone­uropatia demielinizzante infiammatoria cronica (CIDP)

– Neuropatia motoria multifocale (MMN)

4.2 posologia e modo di somministrazione

La terapia sostitutiva deve essere iniziata e monitorata sotto la supervisione di uno specialista nel trattamento dell’immunode­ficienza.

Posologia

La dose e il regime posologico dipendono dall’indicazione.

Può rendersi necessario personalizzare la dose per ciascun paziente in base alla risposta clinica. La dose basata sul peso corporeo può richiedere un aggiustamento nei pazienti sottopeso o sovrappeso. I regimi posologici di seguito riportati sono indicativi.

Terapia sostitutiva nelle sindromi da immunodeficienza primaria

Il regime posologico deve indurre il raggiungimento di una concentrazione minima di IgG (misurata prima della successiva infusione) di almeno 6 g/l o all’interno dell’intervallo di riferimento normale per l’età della popolazione. Sono necessari da tre a sei mesi dall’inizio della terapia per raggiungere l’equilibrio (livelli di IgG allo stato stazionario). La dose iniziale raccomandata è compresa tra 0,4 e 0,8 g/kg da somministrare una volta, seguita da almeno 0,2 g/kg da somministrare ogni 3–4 settimane.

La dose necessaria per ottenere una concentrazione minima di IgG di 6 g/l è compresa tra 0,2 e 0,8 g/kg/mese. L’intervallo tra le dosi dopo il raggiungimento dello stato stazionario è compreso tra 3 e 4 settimane.

È necessario misurare ed accertare le concentrazioni minime congiuntamente all’incidenza dell’infezione. Per ridurre il tasso di infezioni batteriche, potrebbe essere necessario l’aumento della dose e puntare a concentrazioni minime più alte.

Immunodeficienze secondarie (come definite al paragrafo 4.1)

La dose raccomandata è compresa tra 0,2 e 0,4 g/kg ogni 3–4 settimane.

Le concentrazioni minime di IgG devono essere misurate e valutate congiuntamente all’incidenza di infezione. La dose deve essere aggiustata nella misura necessaria a ottenere una protezione ottimale dalle infezioni; un aumento della dose può essere richiesto nei pazienti con infezione persistente, mentre una riduzione può essere considerata quando il paziente rimane libero da infezioni.

Trombocitopenia Immune Primaria

Esistono due schemi di trattamento alternativi:

0,8 – 1 g/kg il primo giorno, somministrazione che può essere ripetuta una volta entro 3 giorni. 0,4 g/kg ogni giorno per 2–5 giorni.

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Il trattamento può essere ripetuto in caso di recidiva.

Sindrome di Guillain Barré

0,4 g/kg/giorno per 5 giorni (possibile ripetizione della somministrazione in caso di recidiva).

Malattia di Kawasaki

Somministrare 2,0 g/kg in dose singola. I pazienti devono essere trattati contemporaneamente con acido acetilsalicilico.

Polineuropatia demielinizzante infiammatoria cronica (CIDP)

Dose iniziale: 2 g/kg frazionata nell’arco di 2–5 giorni consecutivi.

Dosi di mantenimento: 1 g/kg nell’arco di 1–2 giorni consecutivi ogni 3 settimane.

L’effetto del trattamento deve essere valutato dopo ogni ciclo; se non si osserva alcun effetto dopo

6 mesi, il trattamento deve essere interrotto.

In caso di efficacia, il trattamento a lungo termine deve essere soggetto alla discrezione del medico, in base alla risposta del paziente e al mantenimento della risposta. È possibile che la posologia e gli intervalli debbano essere adattati secondo il decorso individuale della malattia.

Neuropatia motoria multifocale (MMN)

Dose iniziale: 2 g/kg frazionata nell’arco di 2–5 giorni consecutivi.

Dose di mantenimento: 1 g/kg ogni 2–4 settimane, oppure 2 g/kg ogni 4–8 settimane.

L’effetto del trattamento deve essere valutato dopo ogni ciclo; se non si osserva alcun effetto dopo

6 mesi, il trattamento deve essere interrotto.

In caso di efficacia, il trattamento a lungo termine deve essere soggetto alla discrezione del medico, in base alla risposta del paziente e al mantenimento della risposta. È possibile che la posologia e gli intervalli debbano essere adattati secondo il decorso individuale della malattia.

I dosaggi raccomandati sono riassunti nella seguente tabella:

Indicazione

Dose

Frequenza delle iniezioni

Terapia sostitutiva:

Sindromi da immunodeficienza primaria

Dose iniziale: 0,4 – 0,8 g/kg

Dose di mantenimento: 0,2 – 0,8 g/kg

ogni 3 – 4 settimane

Immunodeficienze secondarie (come definite al paragrafo 4.1)

0,2 – 0,4 g/kg

ogni 3 – 4 settimane

Immunomodulazione :

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Indicazione

Dose

Frequenza delle iniezioni

Trombocitopenia Immune Primaria

0,8 – 1 g/kg

o

0,4 g/kg/die

il giorno 1, con possibilità di ripetizione una volta entro 3 giorni

per 2 – 5 giorni

Sindrome di Guillain Barré

0,4 g/kg/die

per 5 giorni

Malattia di Kawasaki

2 g/kg

in una sola dose in associazione con acido acetilsalicilico

Poliradiculone­uropatia demielinizzante infiammatoria cronica (CIDP)

Dose iniziale: 2 g/kg

Dose di mantenimento: 1 g/kg

in dosi frazionate nell’arco di

2 – 5 giorni

ogni 3 settimane nell’arco di 1–2 giorni

Neuropatia motoria multifocale (MMN)

Dose iniziale: 2 g/kg

Dose di mantenimento: 1 g/kg

oppure

2 g/kg

in dosi frazionate nell’arco di

2 – 5 giorni consecutivi

ogni 2 – 4 settimane

ogni 4 –8 settimane in dosi frazionate

nell’arco di 2 – 5 giorni

Popolazione pediatrica

Flebogamma DIF 100 mg/ml è controindicato nei bambini da 0 a 2 anni (vedere paragrafo 4.3).

Dal momento che la posologia per ogni indicazione viene data in base al peso corporeo ed aggiustata in base al risultato clinico delle sopramenzionate condizioni, la posologia nei bambini e negli adolescenti (2–18 anni) non è considerata diversa da quella degli adulti.

Compromissione epatica

Non sono disponibili evidenze per richiedere un aggiustamento della dose.

Compromissione renale

Nessun aggiustamento della dose, se non clinicamente giustificato (vedere paragrafo 4.4).

Anziani

Nessun aggiustamento della dose, se non clinicamente giustificato (vedere paragrafo 4.4).

Modo di somministrazione

Per uso endovenoso.

Flebogamma DIF 100 mg/ml deve essere somministrato per via endovenosa ad una velocità iniziale di 0,01 ml/kg/min per i primi trenta minuti. Vedere paragrafo 4.4. In caso di reazione avversa, ridurre la velocità di somministrazione o interrompere l’infusione. Se ben tollerata, aumentare la velocità di somministrazione a 0,02 ml/kg/min per i secondi trenta minuti. Di nuovo, se tollerata, aumentare la velocità di somministrazione a 0,04 ml/kg/min per i terzi trenta minuti. Se la somministrazione è ben tollerata, possono essere effettuati incrementi addizionali di 0,02 ml/kg/min ad intervalli di 30 minuti, fino ad un massimo di 0,08 ml/kg/min.

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È stato segnalato che la frequenza delle reazioni avverse alle IVIg aumenta con la velocità di somministrazione. La velocità di somministrazione durante le prime somministrazioni deve essere lenta. Se non compaiono reazioni avverse, la velocità di somministrazione per somministrazioni sequenziali può essere lentamente aumentata fino alla velocità massima. Per pazienti in cui sono comparse reazioni avverse, è consigliabile ridurre la velocità di somministrazione per somministrazioni sequenziali e limitare la velocità massima a 0,04 ml/kg/min oppure somministrare IVIg al 5% (vedere paragrafo 4.4).

4.3 controindicazioni

Ipersensibilità al principio attivo (immunoglobuline umane) o ad uno qualsiasi degli eccipienti (vedere paragrafi 4.4 e 6.1).

Intolleranza al fruttosio (vedere il paragrafo 4.4).

Nei neonati e nei bambini piccoli (0–2 anni) l’intolleranza ereditaria al fruttosio (IEF) potrebbe non essere stata ancora diagnosticata e in tali soggetti l’assunzione di questo medicinale potrebbe essere fatale. Perciò neonati e bambini piccoli non devono ricevere questo medicinale.

Pazienti con deficit selettivo di IgA che hanno sviluppato anticorpi anti-IgA, poiché la somministrazione di un prodotto contenente IgA può provocare anafilassi.

4.4 avvertenze speciali e precauzioni d’impiego

Sorbitolo

Ogni ml di questo prodotto medicinale contiene 50 mg di sorbitolo. I pazienti con rari problemi ereditari d’intolleranza al fruttosio non devono prendere questo medicinale.

In persone di età superiore a 2 anni con IEF, si sviluppa una spontanea avversione ad alimenti contenenti fruttosio e può essere collegata con il manifestarsi dei sintomi (vomito, disordini gastro-intestinali, apatia, ritardo nel peso e nell’altezza). Pertanto, ciascun paziente dev’essere sottoposto a una dettagliata anamnesi sui sintomi dell’IEF, prima di ricevere Flebogamma DIF. In caso di somministrazione accidentale e sospetta intolleranza al fruttosio, la somministrazione deve essere immediatamente sospesa, la normale glicemia deve essere ristabilita e la funzione degli organi deve essere stabilizzata tramite terapia intensiva.

Non si prevedono interferenze con la determinazione della glicemia.

Tracciabilità

Al fine di migliorare la tracciabilità dei medicinali biologici, la denominazione e il numero del lotto del medicinale somministrato devono essere chiaramente registrati.

Precauzioni per l’uso

Spesso è possibile evitare potenziali complicazioni verificando che i pazienti:

– non siano sensibili all’immunoglobulina umana normale somministrando dapprima il prodotto lentamente (ad una velocità iniziale di 0,01 ml/kg/min)

– siano attentamente monitorati per vedere eventuali sintomi durante il periodo d’infusione. In particolare, i pazienti mai trattati con immunoglobulina umana normale, i pazienti provenienti da un altro prodotto IVIg o per i quali sia trascorso un lungo periodo dalla precedente infusione, devono essere monitorati in ospedale durante la prima infusione e nella prima ora successiva, per rilevare potenziali reazioni avverse. Tutti gli altri pazienti devono essere osservati per almeno 20 minuti dopo la somministrazione.

In tutti i pazienti, la somministrazione di IVIg richiede:

– adeguata idratazione prima dell’inizio dell’infusione di IVIg

– monitoraggio della diuresi

– monitoraggio dei livelli sierici di creatinina

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evitare l’utilizzo concomitante di diuretici dell’ansa (vedere 4.5).

In caso di reazione avversa, si deve ridurre la velocità d’infusione o interrompere l’infusione. Il trattamento richiesto dipende dalla natura e gravità della reazione avversa.

Reazione all’infusione

Alcune reazioni avverse (ad esempio cefalea, rossore, brividi, mialgia, sibilo, tachicardia, dolore dorso-lombare, nausea e ipotensione) possono essere correlate alla velocità d’infusione. La velocità d’infusione raccomandata nel paragrafo 4.2 va seguita scrupolosamente. I pazienti devono essere strettamente monitorati e attentamente osservati per rilevare qualsiasi sintomo durante il tempo dell’infusione.

Le reazioni avverse possono verificarsi più frequentemente

– in pazienti che ricevono immunoglobulina umana normale per la prima volta oppure, in rari casi, quando il prodotto a base di immunoglobulina umana normale viene cambiato o quando è trascorso un lungo periodo dalla precedente infusione

– nei pazienti con infezione non trattata o infiammazione cronica sottostante

Ipersensibilità

Le reazioni d’ipersensibilità sono rare.

Anafilassi può svilupparsi in pazienti

– con IgA irrilevabili che hanno anticorpi anti-IgA

– che hanno tollerato precedenti trattamenti con immunoglobulina umana normale

In caso di shock, è necessario adottare il trattamento medico standard per lo shock.

Tromboembolismo

Esistono evidenze cliniche di un’associazione tra somministrazione di IVIg ed eventi tromboembolici, quali infarto miocardico, problemi cerebro-vascolari (tra cui l’ictus), embolia polmonare e trombosi venose profonde, che si presume siano correlati ad un relativo aumento della viscosità ematica per l’elevato afflusso di immunoglobulina in pazienti a rischio. Bisogna prestare particolare attenzione nel prescrivere ed infondere IVIg in pazienti obesi e in pazienti con fattori di rischio preesistenti di eventi trombotici (come età avanzata, ipertensione, diabete mellito e anamnesi di malattia vascolare o episodi trombotici, pazienti con trombofilia acquisita o congenita, pazienti con prolungati periodi d’immobilità, pazienti gravemente ipovolemici, pazienti con disturbi che provocano un aumento della viscosità ematica).

In pazienti a rischio tromboembolico, i prodotti IVIg devono essere somministrati alla velocità d’infusione e alla dose minima praticabile.

Insufficienza renale acuta

Sono stati riportati casi d’insufficienza renale acuta in pazienti che seguono una terapia con IVIg. Nella maggior parte dei casi, sono stati identificati dei fattori di rischio, quali insufficienza renale preesistente, diabete mellito, ipovolemia, sovrappeso, farmaci nefrotossici concomitanti o età superiore a 65 anni.

I parametri renali devono essere valutati prima dell’infusione di IVIg, in particolare nei pazienti ritenuti potenzialmente a maggior rischio di sviluppare insufficienza renale acuta, e nuovamente a opportuni intervalli. In pazienti a rischio d’insufficienza renale acuta, i prodotti IVIg devono essere somministrati alla velocità d’infusione e alla dose minima praticabile. In caso d’insufficienza renale, va presa in considerazione l’interruzione della terapia con IVIg.

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Sebbene gli episodi di disfunzione renale e insufficienza renale acuta siano stati associati all’uso di molti prodotti IVIg autorizzati, contenenti vari eccipienti quali saccarosio, glucosio e maltosio, quelli che contengono saccarosio come stabilizzante rappresentano un’altissima percentuale del numero complessivo. Nei pazienti a rischio, va considerata l’opportunità di utilizzare prodotti IVIg che non contengano questi eccipienti. Flebogamma DIF non contiene saccarosio, maltosio o glucosio.

Sindrome di Meningite Asettica (AMS)

La meningite asettica si è manifestata in associazione con trattamento di IVIg. La sindrome di solito inizia entro poche ore fino ai 2 giorni dopo il trattamento con IVIg. Gli studi sul liquido cerebrospinale sono spesso positivi con pleiocitosi fino a diverse migliaia di cellule per mm3, prevalentemente della serie granulocitaria e livelli elevati di proteine, fino a diverse centinaia di mg/dl. La meningite asettica può verificarsi più frequentemente in associazione con alte dosi (2 g/kg) di IVIg.

I pazienti che manifestano tali segni e sintomi devono essere sottoposti a un esame neurologico approfondito, comprendente studi dell’LCS, per escludere altre cause di meningite.

L’interruzione del trattamento con IVIg ha portato a remissione di AMS entro pochi giorni senza postumi.

Anemia emolitica

I prodotti IVIg possono contenere gruppi di anticorpi del sangue che possono agire da emolitici ed indurre in vivo il rivestimento dei globuli rossi con immunoglobuline, causando una reazione antiglobulinica diretta positiva (test di Coombs) e, raramente, emolisi. L’anemia emolitica si può sviluppare in seguito a terapia di IVIg dovuta all’aumentato sequestro di globuli rossi. I soggetti che ricevono delle IVIg devono essere monitorati per segni clinici e sintomi di emolisi (vedere paragrafo 4.8).

Neutropenia/le­ucopenia

Un aumento transitorio della conta dei neutrofili e/o episodi di neutropenia, talvolta gravi, sono stati segnalati dopo il trattamento con IVIg. Ciò si verifica in genere entro alcune ore o giorni dopo la somministrazione di IVIg e si risolve spontaneamente entro 7–14 giorni.

Danno polmonare acuto associato alla trasfusione (TRALI)

Nei pazienti trattati con IVIg, vi sono state alcune segnalazioni di edema polmonare acuto non cardiogeno [danno polmonare acuto associato alla trasfusione (TRALI)]. TRALI è caratterizzato da ipossia severa, dispnea, tachipnea, cianosi, febbre e ipotensione. I sintomi di TRALI si sviluppano in genere durante la trasfusione o entro le 6 ore successive, spesso entro 1–2 ore. Pertanto, i pazienti trattati con IVIg devono essere monitorati e l’infusione di IVIg deve essere interrotta immediatamente in caso di reazioni avverse polmonari. TRALI è una condizione clinica potenzialmente letale, che richiede una gestione immediata in unità di terapia intensiva.

Interferenza con test sierologici

Dopo la somministrazione di immunoglobulina, il transitorio incremento dei vari anticorpi trasferiti passivamente nel sangue di un paziente può condurre a risultati falsi positivi nei test sierologici.

La trasmissione passiva di anticorpi ad antigeni eritrocitari, ad esempio A, B, D, può interferire con alcuni test sierologici per anticorpi eritrocitari ad esempio il test diretto dell’antiglobulina (DAT, test diretto di Coombs).

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Agenti trasmissibili

Misure standard per prevenire le infezioni derivanti dall’uso di medicinali preparati da sangue o plasma umano includono la selezione dei donatori, lo screening delle singole donazioni e dei lotti di plasma per individuare l’eventuale presenza di marker d’infezione e l’inclusione di passaggi produttivi efficaci per l’inattivazio­ne/rimozione di virus. Nonostante ciò, quando sono somministrati medicinali preparati da sangue o plasma umano, la possibilità di trasmettere un agente infettivo non può essere completamente esclusa. Ciò riguarda anche virus sconosciuti o emergenti ed altri agenti patogeni.

Le misure che sono state prese sono considerate efficaci per virus capsulati come virus dell’immunode­ficienza umana (HIV), virus dell’epatite B (HBV) e virus dell’epatite C (HCV), e per virus non capsulati, come virus dell’epatite A (HAV) e parvovirus B19.

Esiste una rassicurante esperienza clinica in merito alla mancata trasmissione di epatite A o parvovirus B19 con immunoglobuline e si ritiene che il contenuto anticorpale dia un importante contributo alla sicurezza virale.

È fortemente raccomandato che, ogni qualvolta sia somministrato Flebogamma DIF ad un paziente, il nome ed il numero di lotto del prodotto siano registrati per mantenere un legame tra il paziente ed il lotto del prodotto.

Contenuto di sodio

Questo medicinale contiene meno di 1 mmol (23 mg) di sodio per flaconcino, cioè essenzialmente ‘senza sodio’. Tuttavia, a seconda della dose richiesta, il paziente può ricevere più di 1 flaconcino.

Studio sulla sicurezza successivo all’autorizzazione

Uno studio sulla sicurezza successivo all’autorizzazione ha suggerito un tasso più elevato di infusioni associate a eventi avversi potenzialmente correlati per Flebogamma DIF 100 mg/ml, rispetto a Flebogamma DIF 50 mg/ml (vedere paragrafo 5.1).

Popolazione pediatrica

Quando si somministra Flebogamma DIF a pazienti pediatrici, si raccomanda di eseguire il monitoraggio dei parametri vitali del paziente.

4.5 interazioni con altri medicinali ed altre forme d’interazione

Vaccini con virus vivi attenuati

La somministrazione di immunoglobulina può compromettere per un periodo minimo di 6 settimane e un periodo massimo di 3 mesi l’efficacia di vaccini con virus vivi attenuati, quali morbillo, rosolia, parotite e varicella. Dopo la somministrazione del prodotto, deve trascorrere un periodo di 3 mesi prima di sottoporsi a vaccinazione con virus vivi attenuati. In caso di morbillo, tale compromissione può persistere fino ad 1 anno. Pertanto è necessario controllare lo stato degli anticorpi nei pazienti che ricevono il vaccino contro il morbillo.

Diuretici dell’ansa

Evitare l’uso concomitante di diuretici dell’ansa.

Popolazione pediatrica

Si prevede che le stesse interazioni elencate per gli adulti possano presentarsi anche nei bambini.

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4.6 fertilità, gravidanza e allattamento

Gravidanza

La sicurezza di questo medicinale non è stata stabilita per l’uso in gravidanza in studi clinici controllati e pertanto deve essere somministrato con cautela alle donne in gravidanza e alle madri che allattano al seno. È stato dimostrato che le IVIg attraversano la placenta, in misura maggiore durante il terzo trimestre. L’esperienza clinica con immunoglobuline suggerisce che non sono prevedibili effetti nocivi sul decorso della gravidanza o sul feto e il neonato.

Allattamento

Le immunoglobuline sono escrete nel latte materno umano. Non si ritiene che possano causare effetti negativi su neonati/lattanti.

Fertilità

L’esperienza clinica con immunoglobuline suggerisce che non ci sono effetti dannosi sulla fertilità.

4.7 effetti sulla capacità di guidare veicoli e sull’uso di macchinari

La capacità di guidare e usare macchinari può essere compromessa da alcune reazioni avverse associate all’uso di Flebogamma DIF, quali capogiro. I pazienti che hanno reazioni avverse durante il trattamento dovranno attendere che tali reazioni terminino, prima di guidare o usare macchine.

4.8 effetti indesiderati

Riassunto del profilo di sicurezza

Le reazioni avverse causate dalle immunoglobuline umane normali (in ordine di frequenza decrescente) comprendono (vedere anche paragrafo 4.4):

brividi, cefalea, capogiri, febbre, vomito, reazioni allergiche, nausea, artralgia, ipotensione e moderata lombalgia reazioni emolitiche reversibili, specialmente nei pazienti che possiedono gruppi sanguigni A, B, e AB e (raramente) anemia emolitica che richiede una trasfusione (raramente) un brusco abbassamento della pressione arteriosa e, in casi isolati, shock anafilattico, anche quando il paziente non ha mostrato ipersensibilità ad una precedente somministrazione (raramente) reazioni cutanee transitorie (compreso il lupus eritematoso cutaneo – frequenza non nota) (molto raramente) reazioni tromboemboliche quali infarto del miocardio, ictus, embolia polmonare, trombosi venose profonde casi di meningite asettica reversibile casi di aumento del livello sierico di creatinina e/o comparsa di insufficienza renale acuta casi di danno polmonare acuto associato alla trasfusione (TRALI)

Per informazioni sulla sicurezza riguardo gli agenti trasmissibili, vedere il paragrafo 4.4.

Tabella degli eventi avversi

È stato osservato che l’aumento della frequenza degli eventi avversi negli studi clinici è correlata all’aumento della velocità di infusione (vedere il paragrafo 4.2).

La tabella presentata di seguito in accordo alla Classificazione sistemica organica MedDRA (SOC e Preferred Term Level).

Le frequenze sono state determinate secondo la seguente convenzione:

– molto comune (> 1/10)

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– comune (> 1/100, <1/10)

– non comune (> 1/1.000, <1/100)

– raro (> 1/10.000, <1/1.000)

– molto raro (<1/10.000)

– non nota (la frequenza non può essere definita sulla base dei dati disponibili)

All’interno di ciascuna categoria di frequenza, gli effetti indesiderati sono elencati in ordine di gravità decrescente.

Fonte del database della sicurezza derivante da studi clinici e da studi sulla sicurezza successivi all’autorizzazione in un totale di 160 pazienti esposti a Flebogamma DIF 100 mg/mL (per un totale di 915 infusioni)

Classificazione per sistemi e organi secondo MedDRA

Reazione avversa

Frequenza per paziente

Frequenza per infusione

Infezioni ed infestazioni

Influenza, meningite asettica, infezione delle vie urinarie

Non comune

Non comune

Patologie del sistema emolinfopoietico

Bicitopenia, riduzione dei globuli bianchi

Non comune

Non comune

Disturbi del sistema immunitario

Ipersensibilità

Comune

Non comune

Disturbi del metabolismo e della nutrizione

Appetito ridotto

Non comune

Non comune

Disturbi psichiatrici

Insonnia, irrequietezza

Non comune

Non comune

Patologie del sistema nervoso

Cefalea

Molto comune

Molto comune

Capogiro, tremito

Comune

Non comune

Radicolopatia, sincope

Non comune

Patologie dell'occhio

Fotofobia

Comune

Non comune

Congiuntivite, maculopatia, visione offuscata

Non comune

Patologie dell'orecchio e del labirinto

Vertigini

Comune

Non comune

Dolore all'orecchio

Non comune

Patologie cardiache

Tachicardia

Comune

Comune

Cianosi

Non comune

Non comune

Patologie vascolari

Ipotensione

Comune

Comune

Ipertensione diastolica, ipertensione

Non comune

Rossore, ematoma, linfedema, ipertensione sistolica, trombosi

Non comune

Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche

Sibilo

Comune

Non comune

Epistassi, congestione nasale, sindrome delle vie respiratorie superiori con tosse, dolore sinusale, dispnea

Non comune

Patologie gastrointestinali

Nausea

Molto comune

Comune

Vomito

Comune

Dolori addominali, dolore alla parte superiore dell’addome, diarrea, flatulenza

Non comune

Fastidio addominale, distensione addominale, secchezza della bocca, ematemesi

Non comune

Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo

Prurito, eruzione cutanea

Comune

Non comune

Acne, alopecia, ecchimosi, eritema, iperidrosi, eritema palmare, porpora

Non comune

Patologie del sistema

Dolore dorsale, mialgia

Comune

Comune

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Classificazione per sistemi e organi secondo MedDRA

Reazione avversa

Frequenza per paziente

Frequenza per infusione

muscoloscheletrico e del tessuto connettivo

Fastidio agli arti, spasmi muscolari, rigidità muscolare, dolore al collo, dolore alle estremità

Non comune

Artralgia, fastidio muscoloscheletrico

Non comune

Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione

Piressia, brividi febbrili

Molto comune

Comune

Brividi

Comune

Disagio toracico, dolore toracico, fatica, sensazione di freddo, reazione nel sito d’infusione, malessere, edema periferico, dolore

Non comune

Irritabilità, sindrome parainfluenzale, eritema nel sito d’infusione, dolore nel sito d’infusione, deterioramento dello stato di salute fisica generale

Non comune

Esami diagnostici

Aumento della temperatura corporea

Comune

Comune

Diminuzione della pressione diastolica, aumento della pressione sanguigna, aumento della pressione sistolica, aumento del battito cardiaco

Non comune

Diminuzione della pressione diastolica, diminuzione dell’emoglobina, diminuzione del battito cardiaco, conta reticolocitaria aumentata

Non comune

Traumatismo, avvelenamento e complicazioni da procedura

Contusione

Comune

Non comune

Reazione correlata a infusione

Non comune

Descrizione di reazioni avverse selezionate

Le reazioni avverse post-marketing segnalate con maggiore frequenza da quando il medicinale è stato autorizzato per entrambe le concentrazioni sono state: dolore toracico, vampate, aumento e diminuzione della pressione arteriosa, malessere, dispnea, nausea, vomito, piressia, dolore dorsale, cefalea e brividi.

Popolazione pediatrica

Sono stati valutati i risultati di sicurezza per i 4 pazienti pediatrici (quelli < 17 anni) inclusi nello studio nella Sindrome da Immunodeficienza Primaria (PID) ed i risultati per i 13 bambini (tra i 3 ed i 16 anni) inclusi nello studio ITP. È stato osservato che la percentuale di cefalea, brividi, piressia, nausea, vomito, ipotensione, aumento della frequenza cardiaca e dolore dorsale nei bambini è più elevata rispetto a quella rilevata negli adulti. Cianosi è stata segnalata in un bambino, ma non negli adulti. La valutazione dei parametri vitali negli studi clinici condotti nella popolazione pediatrica non ha indicato alcun pattern di alterazioni clinicamente rilevanti.

Segnalazione delle reazioni avverse sospette

La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione riportato nell

25

4.9 Sovradosaggio

Il sovradosaggio può portare al sovraccarico idrico e all’iperviscosità, particolarmente nei pazienti a rischio, inclusi i pazienti anziani o pazienti con compromissione cardiaca o renale (vedere paragrafo 4.4).

Popolazione pediatrica

Informazioni sul sovradosaggio nei bambini non sono state stabilite con Flebogamma DIF. Tuttavia, come nella popolazione adulta, il sovradosaggio può portare al sovraccarico idrico e all’iperviscosità come con qualsiasi altra immunoglobulina endovenosa.

5. proprietà farmacologiche

5.1 proprietà farmacodinamiche

Categoria farmacoterapeutica: sieri immuni e immunoglobuline: immunoglobuline umane normali per somministrazione endovenosa, codice ATC: J06BA02.

L’immunoglobulina umana normale contiene principalmente immunoglobulina G (IgG) con un ampio spettro di anticorpi contro agenti infettivi.

L’immunoglobulina umana normale contiene gli anticorpi IgG presenti nella popolazione normale. Solitamente è preparata da pool di plasma ottenuto da non meno di 1.000 donatori. La distribuzione delle sottoclassi di immunoglobulina G è proporzionale a quella del plasma umano nativo.

Dosi adeguate di questo prodotto medicinale consentono di riportare a valori normali dei livelli di immunoglobulina G abnormemente bassi.

Il meccanismo d’azione in indicazioni diverse dalla terapia sostitutiva non è del tutto chiaro, ma include effetti immunomodulatori.

Sono stati effettuati tre studi clinici con Flebogamma DIF, uno per la terapia di sostituzione su pazienti con immunodeficienza primaria (sia in adulti che in bambini sopra i 6 anni) e due per l’immunomodulazione in pazienti con porpora trombocitopenica immune (uno in adulti e un altro sia in adulti che in bambini di età compresa tra 3 e 16 anni).

In uno studio sulla sicurezza successivo all’autorizzazione che ha incluso 66 pazienti, Flebogamma DIF 100 mg/ml ha mostrato un tasso più elevato (18,46%, n = 24/130) di infusioni associate a eventi avversi potenzialmente correlati, rispetto a Flebogamma DIF 50 mg/ml (2,22%, n = 3/135). Tuttavia, un soggetto trattato con Flebogamma DIF 100 mg/ml ha manifestato lievi episodi di cefalea in tutte le infusioni e un altro paziente ha avuto 2 episodi di piressia in 2 infusioni. Vale la pena considerare che questi 2 soggetti hanno contribuito alla più elevata frequenza di infusioni accompagnate da reazioni in questo gruppo. Non vi sono stati altri soggetti con più di 1 infusione accompagnata da reazioni avverse in entrambi i gruppi.

5.2 proprietà farmacocinetiche

L’immunoglobulina umana normale è immediatamente e completamente biodisponibile nella circolazione del ricevente dopo somministrazione endovenosa. Si distribuisce in modo relativamente rapido tra il plasma e il liquido extravascolare, raggiungendo un equilibrio tra i compartimenti intra-ed extravascolari dopo circa 3 – 5 giorni.

Flebogamma DIF 100 mg/ml ha un’emivita di circa 34 – 37 giorni. Questa emivita può variare da paziente a paziente, soprattutto nell’immunode­ficienza primaria.

26

Le IgG ed i complessi di IgG sono metabolizzati nelle cellule del sistema reticoloendote­liale.

Popolazione pediatrica

Non si prevedono differenti proprietà farmacocinetiche nella popolazione pediatrica.

5.3 dati preclinici di sicurezza

Studi di tossicità a dose singola sono stati condotti su ratti e topi. L’assenza di mortalità negli studi non clinici condotti con Flebogamma DIF con dosi fino a 2500 mg/kg, unitamente all’assenza di qualsiasi reazione avversa evidente a carico dell’apparato respiratorio, circolatorio e del sistema nervoso centrale degli animali trattati, sono a supporto della sicurezza di Flebogamma DIF.

Gli studi di tossicità a dosi ripetute e di genotossicità sono impraticabili a causa dell’induzione e dell’interferenza degli anticorpi. Gli effetti del prodotto sul sistema immunitario del neonato non sono stati studiati.

6. informazioni farmaceutiche

6.1 elenco degli eccipienti

D-sorbitolo

Acqua per preparazioni iniettabili

6.2 incompatibilità

In assenza di studi di compatibilità, questo medicinale non deve essere miscelato con altri medicinali né con altri prodotti a base di IVIg.

6.3 periodo di validità

2 anni.

6.4 precauzioni particolari per la conservazione

Non conservare a temperatura superiore a 30 ºC.

Non congelare.

6.5 natura e contenuto del contenitore

50 ml, 100 ml, 200 ml di soluzione in flacone (vetro tipo II) con tappo (gomma clorobutilica).

Confezione: 1 flacone

È possibile che non tutte le confezioni siano commercializzate.

6.6 precauzioni particolari per lo smaltimento e la manipolazione

Il prodotto deve essere portato a temperatura ambiente o corporea prima dell’uso.

La soluzione deve essere limpida o leggermente opalescente e incolore o giallo pallido. Le soluzioni torbide o con sedimenti non devono essere usate.

Il medicinale non utilizzato e i rifiuti derivati da tale medicinale devono essere smaltiti in conformità alla normativa locale vigente.

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7. titolare dell’autorizzazione all’immissione in commercio

Instituto Grifols, S.A.

Can Guasc, 2 – Parets del Vallès

08150 Barcelona – Spagna

8. NUMERO(I) DELL’AUTORIZZAZIONE ALL’IMMISSIONE IN COMMERCIO

EU/1/07/404/006–008

9. data della prima autorizzazione/rinnovo dell’autorizzazione

Data della prima autorizzazione: 23 agosto 2007

Data del rinnovo più recente: 24 aprile 2017

10. DATA DI REVISIONE DEL TESTO

MM/AAAA

Informazioni più dettagliate su questo medicinale sono disponibili sul sito web dell’Agenzia europea dei medicinali,

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ALLEGATO II

A. PRODUTTORE DEL PRINCIPIO ATTIVO BIOLOGICO E

PRODUTTORE RESPONSABILE DEL RILASCIO DEI LOTTI

B. CONDIZIONI O LIMITAZIONI DI FORNITURA E UTILIZZO

C. ALTRE CONDIZIONI E REQUISITI DELL’AUTORIZZAZIONE ALL’IMMISSIONE IN COMMERCIO

D. CONDIZIONI O LIMITAZIONI PER QUANTO RIGUARDA L’USO SICURO ED EFFICACE DEL MEDICINALE

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A. PRODUTTORE DEL PRINCIPIO ATTIVO BIOLOGICO E PRODUTTORE RESPONSABILE DEL RILASCIO DEI LOTTI

Nome e indirizzo del produttore del principio attivo biologico

Instituto Grifols, S.A.

Polígono Levante

Can Guasc, 2,

E-08150 Parets del Vallès

Barcelona, Spagna

Nome e indirizzo del produttore responsabile del rilascio dei lotti

Instituto Grifols, S.A.

Polígono Levante

Can Guasc, 2,

E-08150 Parets del Vallès

Barcelona, Spagna

B. CONDIZIONI O LIMITAZIONI DI FORNITURA E UTILIZZO

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