Il Ranibizumab è un farmaco appartenente al gruppo ATC S01LA04, utilizzato per il trattamento di alcune patologie oftalmiche. In particolare, viene impiegato nella terapia della degenerazione maculare legata all'età (AMD) e dell'edema maculare diabetico (DME).
La degenerazione maculare legata all'età è una malattia che colpisce la retina e può portare alla perdita della visione centrale. Secondo le statistiche italiane, l'AMD rappresenta la principale causa di cecità nei soggetti anziani. Il Ranibizumab agisce inibendo la crescita dei vasi sanguigni anomali presenti nella retina, riducendo così il rischio di perdita della vista.
L'edema maculare diabetico, invece, è una complicanza che può insorgere nei pazienti affetti da diabete mellito. Si tratta di un accumulo di liquido nella zona centrale della retina (macula), che può causare una progressiva diminuzione dell'acuità visiva. Anche in questo caso, il Ranibizumab si dimostra efficace nel ridurre l'edema e migliorare la funzionalità visiva.
Il farmaco viene somministrato mediante iniezione intravitreale direttamente nell'occhio interessato dalla patologia. La posologia e la durata del trattamento dipendono dalle specifiche esigenze del paziente e dalla gravità della malattia.
Come tutti i farmaci, il Ranibizumab può causare effetti collaterali indesiderati come irritazione o dolore oculare, sensazione di corpo estraneo nell'occhio, visione offuscata o disturbi dell'accomodazione. In rari casi, possono verificarsi anche complicanze più gravi come infezioni oculari o distacco della retina.
Per questo motivo, è fondamentale che il trattamento venga effettuato sotto la supervisione di un medico specialista in oftalmologia e che il paziente segua scrupolosamente le indicazioni fornite dallo stesso.
In conclusione, il Ranibizumab rappresenta una valida opzione terapeutica per le patologie oftalmiche sopra descritte. Tuttavia, è importante sottolineare l'importanza di una diagnosi precoce e di un adeguato follow-up medico per garantire i migliori risultati terapeutici e minimizzare i rischi legati alla somministrazione del farmaco.