I vaccini influenzali rappresentano una delle principali strategie di prevenzione e controllo dell'influenza, una malattia infettiva causata dai virus Influenzavirus A, B e C. In Italia, come nel resto del mondo, la vaccinazione antinfluenzale è raccomandata per ridurre il rischio di contrarre l'infezione e limitare la diffusione del virus tra la popolazione.
Ogni anno, l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) individua i ceppi virali più probabili da circolare nella stagione influenzale successiva. Sulla base di queste informazioni, vengono prodotti i vaccini che contengono i ceppi selezionati. I vaccini influenzali possono essere suddivisi in due categorie principali: i vaccini trivalenti e quelli quadrivalenti.
I vaccini trivalenti contengono tre ceppi virali: due ceppi di tipo A (H1N1 e H3N2) e un ceppo di tipo B (lineaggio Victoria o Yamagata). I vaccini quadrivalenti includono invece un ulteriore ceppo di tipo B rispetto ai trivalenti, coprendo entrambi i lineaggi Victoria e Yamagata.
La composizione dei vaccini viene aggiornata annualmente per garantire la massima efficacia nella protezione contro l'influenza. La copertura offerta dai vaccini varia a seconda dell'anno e della corrispondenza tra i ceppi contenuti nel vaccino e quelli effettivamente in circolazione.
In Italia, secondo dati forniti dall'Istituto Superiore di Sanità (ISS), la copertura vaccinale nella stagione 2019-2020 è stata del 16,8% nella popolazione generale, con un aumento rispetto alla stagione precedente (15,8%). Tuttavia, questo valore è ancora lontano dall'obiettivo del 75% stabilito dal Piano Nazionale Prevenzione Vaccinale (PNPV) per le persone a rischio e gli anziani.
Le categorie di persone per cui la vaccinazione antinfluenzale è particolarmente raccomandata sono:
- Gli individui di età pari o superiore a 65 anni, in quanto più suscettibili alle complicanze dell'influenza.
- Le persone affette da malattie croniche (ad esempio: patologie cardiovascolari, respiratorie, renali o metaboliche), che possono peggiorare a causa dell'infezione influenzale.
- Le donne in gravidanza, poiché il virus può causare complicazioni sia per la madre che per il feto.
- Gli operatori sanitari e socio-sanitari, per proteggere se stessi e i pazienti con cui entrano in contatto.
La vaccinazione antinfluenzale presenta un buon profilo di sicurezza ed è generalmente ben tollerata. Gli effetti collaterali più comuni sono lievi e transitori: dolore e arrossamento nel sito di iniezione, febbre bassa e malessere generale.
Nonostante l'efficacia dei vaccini influenzali nel ridurre il rischio di contrarre l'infezione e le complicanze associate, esiste ancora una certa riluttanza nella popolazione a vaccinarsi. Questo fenomeno è dovuto, in parte, a preoccupazioni infondate riguardo agli effetti collaterali e alla percezione errata che il vaccino possa causare l'influenza.
Per aumentare la copertura vaccinale e raggiungere gli obiettivi stabiliti dal PNPV, è fondamentale promuovere una corretta informazione sulla sicurezza e l'efficacia dei vaccini influenzali. Inoltre, è importante sottolineare che la vaccinazione rappresenta un atto di responsabilità sociale: proteggendo se stessi dall'influenza, si contribuisce anche a limitare la diffusione del virus tra la popolazione e a tutelare le persone più vulnerabili.
In conclusione, i vaccini influenzali costituiscono uno strumento essenziale nella lotta contro l'influenza. La loro diffusione capillare e l'adesione alle campagne di vaccinazione da parte della popolazione sono cruciali per ridurre l'impatto dell'infezione sul sistema sanitario e sulla salute pubblica.