Il selpercatinib è un principio attivo innovativo che ha rivoluzionato il trattamento di alcune forme di tumori. Questo farmaco, noto anche come LOXO-292, è stato sviluppato per agire selettivamente sui tumori con alterazioni genetiche specifiche, in particolare quelle che coinvolgono il gene RET (rearranged during transfection). In Italia, così come nel resto del mondo, il selpercatinib sta dimostrando la sua efficacia nel trattamento di pazienti affetti da carcinoma midollare della tiroide (MTC), carcinoma non a piccole cellule del polmone (NSCLC) e altri tumori solidi avanzati.
Il gene RET è coinvolto nella trasmissione dei segnali all'interno delle cellule e gioca un ruolo cruciale nello sviluppo e nella crescita delle cellule tumorali. Mutazioni nel gene RET sono state identificate in diverse tipologie di tumori, tra cui l'MTC e l'NSCLC. Il selpercatinib agisce inibendo selettivamente l'attività del recettore tirosina-chinasi RET mutato o fusione genica RET-driven. In questo modo, il farmaco blocca la proliferazione delle cellule tumorali e induce la loro morte.
In Italia, le statistiche relative all'incidenza dei tumori con alterazioni genetiche del gene RET variano a seconda della tipologia di neoplasia considerata. Nel caso dell'MTC, si stima che circa il 25% dei casi sia dovuto a mutazioni germline nel gene RET; per quanto riguarda l'NSCLC invece le fusioni geniche RET-driven sono presenti in circa il 2% dei casi. Questi dati sottolineano l'importanza di un trattamento mirato come il selpercatinib per i pazienti affetti da queste neoplasie.
Il selpercatinib è stato approvato dall'Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) nel 2020 per il trattamento di pazienti adulti con MTC avanzato o metastatico e mutazione del gene RET, nonché per il trattamento di pazienti adulti con NSCLC metastatico e fusione genica RET-driven. L'approvazione è stata basata sui risultati positivi ottenuti in studi clinici condotti a livello internazionale, che hanno dimostrato un tasso di risposta globale (ORR) del 64% nei pazienti con MTC e del 85% nei pazienti con NSCLC.
Il profilo di sicurezza del selpercatinib è stato valutato in diversi studi clinici, che hanno evidenziato effetti collaterali generalmente gestibili e reversibili. Gli eventi avversi più comuni associati all'uso del farmaco includono ipertensione, aumento degli enzimi epatici, riduzione della conta piastrinica, stanchezza e diarrea. Tuttavia, la maggior parte degli effetti collaterali osservati sono stati di grado lieve o moderato e raramente hanno richiesto l'interruzione del trattamento.
In conclusione, il selpercatinib rappresenta una nuova opzione terapeutica promettente per i pazienti affetti da tumori solidi avanzati con alterazioni genetiche del gene RET. In Italia, l'approvazione di questo farmaco ha ampliato le possibilità di trattamento per i pazienti con MTC e NSCLC, offrendo una terapia mirata e selettiva che ha dimostrato efficacia e un profilo di sicurezza favorevole. Tuttavia, è importante sottolineare che il successo del trattamento con selpercatinib dipende dalla corretta identificazione delle alterazioni genetiche del gene RET nei pazienti. Pertanto, la diagnosi molecolare e la collaborazione tra oncologi, patologi e genetisti rivestono un ruolo fondamentale nel garantire l'accesso a questa innovativa terapia mirata.