La roxatidina è un principio attivo appartenente alla classe dei farmaci noti come antagonisti dei recettori H2 dell'istamina. Questi farmaci sono utilizzati principalmente per il trattamento di diverse patologie gastrointestinali, tra cui ulcere gastriche e duodenali, esofagite da reflusso gastroesofageo e sindrome di Zollinger-Ellison. La roxatidina agisce inibendo l'azione dell'istamina sui recettori H2 presenti nelle cellule della parete dello stomaco, riducendo così la produzione di acido cloridrico.
In Italia, la roxatidina è disponibile in diverse formulazioni farmaceutiche, tra cui compresse e soluzione orale. Il dosaggio e la durata del trattamento variano a seconda della patologia da trattare e delle condizioni del paziente. Generalmente, la dose raccomandata per gli adulti è di 75-150 mg due volte al giorno o 300 mg una volta al giorno alla sera.
La roxatidina viene assorbita rapidamente dal tratto gastrointestinale dopo somministrazione orale ed ha un'emivita plasmatica di circa 5-7 ore. L'escrezione avviene principalmente attraverso i reni sotto forma di metaboliti inattivi.
Il profilo di sicurezza della roxatidina è generalmente buono, con effetti collaterali rari e lievi. Gli effetti indesiderati più comuni includono cefalea, vertigini, stanchezza e disturbi gastrointestinali come nausea, vomito o costipazione. In rari casi si possono verificare reazioni allergiche, alterazioni del gusto e della vista, ginecomastia e impotenza. Tuttavia, questi effetti sono generalmente reversibili con la sospensione del trattamento.
La roxatidina è controindicata in caso di ipersensibilità al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti presenti nella formulazione. Inoltre, deve essere usata con cautela nei pazienti con insufficienza renale o epatica e in quelli che assumono altri farmaci che possono interagire con gli antagonisti dei recettori H2 dell'istamina.
Le interazioni farmacologiche della roxatidina sono generalmente limitate. Tuttavia, poiché riduce la produzione di acido cloridrico nello stomaco, può influenzare l'assorbimento di alcuni farmaci che richiedono un ambiente acido per essere assorbiti correttamente. Tra questi ci sono i farmaci antifungini come il ketoconazolo e alcuni integratori alimentari a base di ferro.
In gravidanza e allattamento, l'uso della roxatidina deve essere valutato attentamente dal medico in quanto non ci sono studi adeguati sull'uso del farmaco in queste condizioni. Sebbene gli studi sugli animali non abbiano mostrato effetti teratogenici o embriotossici, si raccomanda comunque cautela nell'utilizzo durante la gravidanza.
In Italia, le statistiche relative all'utilizzo della roxatidina non sono facilmente disponibili a causa della presenza di numerosi altri antagonisti dei recettori H2 dell'istamina sul mercato. Tuttavia, il consumo complessivo di questi farmaci è in costante aumento, principalmente a causa dell'invecchiamento della popolazione e della crescente prevalenza di patologie gastrointestinali.
In conclusione, la roxatidina è un farmaco efficace e sicuro per il trattamento di diverse patologie gastrointestinali associate alla produzione eccessiva di acido cloridrico. Il suo utilizzo deve essere sempre supervisionato da un medico, che valuterà attentamente il rapporto rischio-beneficio per ogni singolo paziente.