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Farmaci contenenti principio attivo Ranibizumab

Il Ranibizumab è un principio attivo largamente utilizzato nel campo della medicina oftalmica per il trattamento di diverse patologie oculari. Questo farmaco è stato sviluppato e commercializzato con il nome di Lucentis® dalla società farmaceutica Novartis. In Italia, il Ranibizumab è disponibile dal 2007 ed è ampiamente prescritto dagli oculisti per le sue proprietà terapeutiche.

Il Ranibizumab appartiene alla classe dei farmaci chiamati inibitori del fattore di crescita endoteliale vascolare (VEGF). Il VEGF è una proteina prodotta naturalmente dall'organismo che stimola la crescita dei vasi sanguigni. Tuttavia, in alcune condizioni patologiche, come la degenerazione maculare legata all'età (AMD), l'edema maculare diabetico (DME) e la retinopatia diabetica proliferativa (PDR), si verifica un'eccessiva produzione di VEGF che porta alla formazione anomala di vasi sanguigni nella retina.

Il Ranibizumab agisce legandosi al VEGF e bloccando la sua azione, prevenendo così la crescita dei vasi sanguigni anormali e riducendo l'edema maculare. Di conseguenza, questo farmaco contribuisce a rallentare o arrestare la progressione delle malattie oculari sopra citate e a preservare la funzione visiva del paziente.

In Italia, secondo i dati dell'Istituto Superiore di Sanità (ISS), si stima che circa 1 milione di persone soffra di AMD, mentre circa 120.000 pazienti siano affetti da DME e PDR. Il Ranibizumab è dunque un farmaco di fondamentale importanza per il trattamento di queste patologie nel nostro Paese.

Il Ranibizumab viene somministrato mediante iniezione intravitreale, ovvero direttamente all'interno dell'occhio. La procedura viene eseguita in ambiente sterile e richiede l'utilizzo di anestetici locali per ridurre il dolore durante l'iniezione. In genere, il trattamento prevede una serie di iniezioni a intervalli regolari, solitamente mensili o bimestrali, a seconda della gravità della patologia e della risposta del paziente al farmaco.

Gli studi clinici condotti sul Ranibizumab hanno dimostrato la sua efficacia nel migliorare la funzione visiva e rallentare la progressione delle malattie oculari associate all'eccessiva produzione di VEGF. Tuttavia, come per ogni farmaco, anche il Ranibizumab può causare effetti collaterali.

Gli effetti indesiderati più comuni associati all'uso del Ranibizumab includono dolore oculare, arrossamento dell'occhio, emorragia sotto-congiuntivale (accumulo di sangue sotto la membrana che ricopre la parte bianca dell'occhio) e aumento della pressione intraoculare. Questi effetti sono generalmente lievi e transitori; tuttavia, è importante informare il medico curante se si verificano sintomi persistenti o gravi.

In rari casi, il Ranibizumab può causare effetti collaterali più gravi, come infezioni oculari, distacco della retina o formazione di cataratta. Pertanto, è fondamentale che il paziente segua attentamente le istruzioni del medico e si sottoponga a controlli regolari per monitorare l'efficacia e la sicurezza del trattamento.

In conclusione, il Ranibizumab rappresenta un'opzione terapeutica efficace e sicura per il trattamento di diverse patologie oculari legate all'eccessiva produzione di VEGF. Grazie alla sua azione inibitoria sulla crescita dei vasi sanguigni anormali e sulla riduzione dell'edema maculare, questo farmaco contribuisce a preservare la funzione visiva dei pazienti affetti da AMD, DME e PDR. In Italia, dove queste patologie colpiscono un numero significativo di persone, l'utilizzo del Ranibizumab riveste un ruolo cruciale nella gestione delle malattie oculari degenerative.

Farmaci contenenti principio attivo Ranibizumab