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Farmaci contenenti principio attivo Litio ()

Il litio è un elemento chimico appartenente al gruppo degli alcalini, con simbolo Li e numero atomico 3. Scoperto nel 1817 dal chimico svedese Johan August Arfwedson, il litio ha trovato diverse applicazioni nel corso degli anni, sia in ambito industriale che farmaceutico. In questo testo ci concentreremo sulle proprietà farmacologiche del litio e sul suo impiego nella terapia di alcune patologie psichiatriche.

Il litio è stato introdotto nella pratica clinica negli anni '50 del XX secolo come stabilizzatore dell'umore per il trattamento del disturbo bipolare. Questa patologia si caratterizza per la presenza di episodi maniacali (caratterizzati da euforia, irrequietezza, logorrea) alternati a episodi depressivi (con sintomi quali tristezza, apatia, calo dell'autostima). Il meccanismo d'azione del litio non è ancora completamente chiarito; tuttavia, si ritiene che agisca modulando la funzione di alcuni neurotrasmettitori cerebrali come serotonina, dopamina e glutammato.

In Italia, il disturbo bipolare colpisce circa l'1-2% della popolazione adulta ed è responsabile di un notevole impatto sulla qualità della vita dei pazienti e delle loro famiglie. L'utilizzo del litio nella terapia di questa patologia ha permesso a molti pazienti di condurre una vita più stabile ed equilibrata.

Il trattamento con litio richiede un monitoraggio attento da parte del medico curante, in quanto il range terapeutico di questo farmaco è piuttosto ristretto. Ciò significa che la dose efficace è molto vicina alla dose tossica, e un sovradosaggio può causare effetti collaterali gravi, come tremori, atassia (mancanza di coordinazione dei movimenti), nistagmo (movimenti involontari degli occhi) e insufficienza renale. Per questa ragione, durante la terapia con litio è necessario eseguire regolari controlli del livello ematico del farmaco e delle funzioni renali ed epatiche.

Oltre al disturbo bipolare, il litio viene utilizzato anche nel trattamento della depressione maggiore resistente agli antidepressivi tradizionali. In questi casi, il litio viene aggiunto al trattamento in corso per potenziarne l'efficacia. Alcuni studi hanno dimostrato che l'aggiunta di litio può ridurre significativamente i sintomi depressivi nei pazienti non responsivi ad altre terapie.

Il litio presenta anche un effetto antisuicidario: diversi studi hanno evidenziato una riduzione del rischio di suicidio nei pazienti affetti da disturbo bipolare o depressione maggiore in trattamento con questo farmaco. Si ritiene che tale effetto sia dovuto alla capacità del litio di stabilizzare l'umore e prevenire le oscillazioni emotive tipiche di queste patologie.

Nonostante i suoi benefici nella gestione delle patologie psichiatriche sopracitate, il litio non è privo di controindicazioni ed effetti collaterali. Tra questi ultimi, si segnalano la polidipsia (sete eccessiva), la poliuria (aumento della diuresi), l'ipotiroidismo e l'acne. Inoltre, il litio è controindicato in caso di insufficienza renale o cardiaca, gravidanza e allattamento.

In conclusione, il litio rappresenta un farmaco di fondamentale importanza nella terapia del disturbo bipolare e della depressione maggiore resistente. Grazie alla sua azione stabilizzante dell'umore, ha permesso a numerosi pazienti di migliorare significativamente la loro qualità di vita. Tuttavia, il suo impiego richiede un monitoraggio attento da parte del medico curante per evitare sovradosaggi ed effetti collaterali potenzialmente gravi.

Farmaci contenenti principio attivo Litio ()