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Farmaci contenenti principio attivo IBRUTINIB

L'Ibrutinib è un principio attivo che ha rivoluzionato il trattamento di alcune patologie onco-ematologiche. Questo farmaco è stato approvato dall'Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) nel 2014 e, da allora, ha dimostrato la sua efficacia in diverse situazioni cliniche. In Italia, l'Ibrutinib è commercializzato con il nome di Imbruvica® ed è disponibile in compresse da 140 mg.

L'Ibrutinib agisce come inibitore selettivo della tirosina-chinasi di Bruton (BTK), un enzima coinvolto nella proliferazione e sopravvivenza delle cellule B maligne. Bloccando l'attività della BTK, l'Ibrutinib impedisce la crescita e la diffusione delle cellule tumorali, favorendo al contempo l'apoptosi (morte programmata) delle stesse.

Le principali indicazioni terapeutiche per l'utilizzo dell'Ibrutinib riguardano le neoplasie linfoproliferative a cellule B, tra cui:

  1. Leucemia linfatica cronica (LLC): L'Ibrutinib è indicato per il trattamento dei pazienti adulti affetti da LLC sia in prima linea che in caso di recidiva o refrattarietà al trattamento precedente.

  2. Linfoma del mantello (LM): L'Ibrutinib viene utilizzato per il trattamento dei pazienti adulti affetti da LM recidivante o refrattario dopo almeno una terapia precedente.

  3. Macroglobulinemia di Waldenström (MW): L'Ibrutinib è indicato per il trattamento dei pazienti adulti affetti da MW recidivante o refrattaria dopo almeno un trattamento precedente.

In Italia, l'incidenza di queste patologie è piuttosto variabile. Ad esempio, la LLC rappresenta circa il 30% di tutte le leucemie e colpisce prevalentemente gli anziani, con un'età media alla diagnosi di 72 anni. Si stima che ogni anno vengano diagnosticati circa 3.000 nuovi casi di LLC nel nostro Paese.

Il linfoma del mantello, invece, rappresenta circa il 6% dei linfomi non-Hodgkin e colpisce principalmente gli uomini con un'età media alla diagnosi di 65 anni. In Italia, si registrano circa 300 nuovi casi all'anno.

La macroglobulinemia di Waldenström è una patologia rara che colpisce meno di 1 persona su 100.000 abitanti all'anno in Italia. Anche in questo caso, l'età media alla diagnosi è superiore ai 60 anni.

L'Ibrutinib viene somministrato per via orale ed ha un profilo farmacocinetico favorevole, con una biodisponibilità del 2-3% e una emivita plasmatica compresa tra le 4 e le 6 ore. La dose raccomandata varia a seconda della patologia da trattare: per la LLC e la MW si consiglia una dose giornaliera di tre compresse (420 mg), mentre per il LM la dose consigliata è di quattro compresse al giorno (560 mg).

Il profilo di sicurezza dell'Ibrutinib è generalmente buono, ma come per ogni farmaco, possono verificarsi effetti collaterali. Tra i più comuni si annoverano diarrea, nausea, stanchezza, mialgia e infezioni del tratto respiratorio superiore. In alcuni casi, l'Ibrutinib può causare anche effetti avversi più gravi come emorragie, infezioni severe o aritmie cardiache.

In conclusione, l'Ibrutinib rappresenta un'opzione terapeutica efficace e sicura per il trattamento di alcune patologie onco-ematologiche a cellule B. Grazie alla sua azione selettiva sulla BTK e al suo profilo farmacocinetico favorevole, questo farmaco ha migliorato significativamente la prognosi e la qualità di vita dei pazienti affetti da LLC, LM e MW in Italia.

Farmaci contenenti principio attivo IBRUTINIB