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Farmaci contenenti principio attivo Gadobutrolo

Il Gadobutrolo è un principio attivo utilizzato principalmente come mezzo di contrasto nelle procedure di risonanza magnetica (RM). Questa sostanza appartiene alla classe dei chelati del gadolinio, i quali sono noti per migliorare la qualità delle immagini ottenute durante gli esami di RM. In Italia, il Gadobutrolo è commercializzato con il nome di Gadovist.

Il Gadobutrolo agisce aumentando il segnale ricevuto dai tessuti durante l'esame di RM, permettendo così una migliore visualizzazione delle strutture anatomiche e una più accurata identificazione delle eventuali alterazioni patologiche. La sua azione si basa sulla capacità del gadolinio, elemento presente nel composto, di modificare le proprietà magnetiche dei tessuti circostanti.

Il Gadobutrolo viene somministrato per via endovenosa e si distribuisce rapidamente nei compartimenti extravascolari ed extracellulari dell'organismo. La sua eliminazione avviene prevalentemente attraverso la filtrazione glomerulare renale, con un'emivita media di circa 1,5 ore negli adulti sani. Tuttavia, nei pazienti con insufficienza renale moderata o grave l'emivita può essere prolungata fino a 10-12 ore.

In Italia, l'utilizzo del Gadobutrolo è approvato per diverse indicazioni cliniche in ambito radiologico. Tra queste vi sono:

  1. L'angiografia a risonanza magnetica (ARM), che consente la valutazione non invasiva dei vasi sanguigni e delle loro eventuali alterazioni;
  2. L'imaging cerebrale e spinale, per la diagnosi di tumori, infiammazioni, infezioni e altre patologie del sistema nervoso centrale;
  3. L'imaging del fegato e delle vie biliari, per la diagnosi di lesioni focali epatiche e delle vie biliari extraepatiche;
  4. L'imaging delle mammelle, per la diagnosi di tumori mammari e la valutazione della risposta al trattamento;
  5. L'imaging muscoloscheletrico, per la diagnosi di lesioni ossee, articolari e dei tessuti molli.

Il Gadobutrolo è generalmente ben tollerato dalla maggior parte dei pazienti. Tuttavia, come per tutti i mezzi di contrasto a base di gadolinio, vi è un rischio associato all'insorgenza di reazioni avverse. Le più comuni sono reazioni lievi quali cefalea, nausea e vertigini. In rari casi possono verificarsi reazioni allergiche gravi o anafilattiche che richiedono un intervento medico immediato.

Un'altra complicanza potenziale legata all'uso del Gadobutrolo è la nefrogenica sclerosi sistemica (NSF), una patologia rara ma grave che colpisce principalmente i pazienti con insufficienza renale cronica. Per ridurre il rischio di NSF si raccomanda una valutazione accurata della funzionalità renale prima dell'amministrazione del mezzo di contrasto e l'utilizzo della dose minima efficace.

In Italia le statistiche sull'utilizzo del Gadobutrolo sono limitate. Tuttavia, secondo dati internazionali, l'incidenza delle reazioni avverse al Gadobutrolo è bassa, con una frequenza stimata inferiore all'1% dei pazienti sottoposti a RM con mezzo di contrasto.

In conclusione, il Gadobutrolo rappresenta un importante strumento diagnostico nella pratica radiologica in Italia e nel mondo. Grazie alle sue proprietà di contrasto, consente una migliore visualizzazione delle strutture anatomiche e una più accurata identificazione delle alterazioni patologiche. La sua somministrazione è generalmente sicura e ben tollerata dalla maggior parte dei pazienti, anche se è necessario prestare attenzione alle possibili complicanze nei pazienti con insufficienza renale o a rischio di reazioni allergiche.

Farmaci contenenti principio attivo Gadobutrolo