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Farmaci contenenti principio attivo Ferro trivalente, preparati parenterali ()

Il ferro trivalente è un principio attivo utilizzato nella terapia di sostituzione del ferro, in particolare nei preparati parenterali. Questi farmaci sono ampiamente impiegati per il trattamento dell'anemia sideropenica, una condizione caratterizzata dalla carenza di ferro nell'organismo. In Italia, l'anemia sideropenica rappresenta una problematica diffusa e rilevante, interessando circa il 10% della popolazione adulta e il 20-30% delle donne in età fertile.

Il ferro trivalente parenterale si presenta sotto forma di complessi con molecole organiche come la gluconato ferrico sodico o la carbossimaltosio ferrico. Queste molecole facilitano l'assorbimento del ferro da parte dell'organismo e ne migliorano la biodisponibilità. A differenza dei preparati orali a base di ferro, i preparati parenterali consentono un assorbimento più rapido ed efficace del minerale, evitando gli effetti collaterali gastrointestinali tipici dei farmaci orali.

La somministrazione di ferro trivalente per via parenterale è indicata nei casi in cui la terapia orale non sia sufficiente o non sia tollerata dal paziente. Tra le situazioni cliniche che possono richiedere l'utilizzo di preparati parenterali a base di ferro trivalente si annoverano: anemia sideropenica refrattaria al trattamento orale; malassorbimento intestinale; perdite ematiche acute o croniche; pazienti sottoposti a dialisi; gravidanza e allattamento.

Il dosaggio del ferro trivalente parenterale varia in base alla gravità dell'anemia e alle condizioni cliniche del paziente. In genere, la dose iniziale consigliata è di 100-200 mg di ferro trivalente, somministrati per via endovenosa o intramuscolare. La terapia può essere ripetuta a intervalli regolari fino al raggiungimento dei valori ematici desiderati di emoglobina e ferritina.

I preparati parenterali a base di ferro trivalente sono generalmente ben tollerati dalla maggior parte dei pazienti. Tuttavia, come per tutti i farmaci, possono verificarsi effetti collaterali. Tra gli effetti indesiderati più comuni si segnalano: dolore e irritazione nel sito di iniezione; reazioni allergiche; cefalea; vertigini; nausea e vomito.

In rari casi, l'uso di ferro trivalente parenterale può causare complicanze gravi come l'anafilassi o la sovraccarico di ferro (emosiderosi). Pertanto, è fondamentale che il trattamento sia attentamente monitorato dal medico curante e che il paziente segua scrupolosamente le indicazioni terapeutiche fornite.

Nel corso degli anni, numerosi studi clinici hanno dimostrato l'efficacia e la sicurezza dei preparati parenterali a base di ferro trivalente nel trattamento dell'anemia sideropenica. Rispetto ai farmaci orali, i preparati parenterali offrono numerosi vantaggi quali un assorbimento più rapido ed efficace del ferro e una minore incidenza degli effetti collaterali gastrointestinali.

In conclusione, il ferro trivalente parenterale rappresenta una valida alternativa alla terapia orale nel trattamento dell'anemia sideropenica, in particolare nei casi in cui la terapia orale non sia sufficiente o non sia tollerata dal paziente. Grazie alla sua elevata biodisponibilità e al suo profilo di sicurezza, il ferro trivalente parenterale contribuisce a migliorare la qualità della vita dei pazienti affetti da anemia sideropenica e a ridurre l'incidenza delle complicanze associate a questa condizione.

Farmaci contenenti principio attivo Ferro trivalente, preparati parenterali ()