La cefoxitina è un antibiotico appartenente alla classe delle cefalosporine di seconda generazione. È un composto semisintetico, derivato dall'acido 7-aminocefalosporanico (7-ACA), e viene utilizzato per il trattamento di diverse infezioni batteriche. In Italia, la cefoxitina è disponibile in forma di polvere per soluzione iniettabile e viene somministrata principalmente per via endovenosa.
La cefoxitina agisce inibendo la sintesi della parete cellulare dei batteri sensibili. Questo processo avviene attraverso l'interazione con le proteine leganti la penicillina (PBP), che sono responsabili della formazione dei legami crociati tra i peptidoglicani nella parete cellulare batterica. L'inibizione delle PBP porta alla lisi cellulare e alla morte del batterio.
La cefoxitina ha uno spettro d'azione piuttosto ampio, essendo attiva contro molti batteri Gram-positivi e Gram-negativi. Tra i microrganismi sensibili si annoverano Staphylococcus aureus, Streptococcus pneumoniae, Escherichia coli, Klebsiella spp., Proteus mirabilis e Bacteroides fragilis.
In particolare, la cefoxitina presenta una buona attività nei confronti dei batteri produttori di beta-lattamasi, enzimi che idrolizzano il legame beta-lattamico degli antibiotici e ne riducono l'efficacia. Questa caratteristica conferisce alla cefoxitina una maggiore resistenza alle beta-lattamasi rispetto alle cefalosporine di prima generazione, rendendola un'opzione terapeutica utile in caso di infezioni causate da batteri resistenti ad altri antibiotici.
La cefoxitina viene impiegata nel trattamento di diverse infezioni, tra cui quelle del tratto respiratorio inferiore (come polmonite e bronchite), del tratto urinario, della pelle e dei tessuti molli, delle ossa e delle articolazioni, nonché nelle infezioni intra-addominali e ginecologiche. Inoltre, la cefoxitina è utilizzata nella profilassi perioperatoria per ridurre il rischio di infezioni post-chirurgiche.
Il dosaggio della cefoxitina varia a seconda dell'età del paziente, della gravità dell'infezione e della funzionalità renale. In genere, la dose raccomandata per gli adulti è di 1-2 grammi somministrati ogni 6-8 ore. Nei bambini il dosaggio viene calcolato sulla base del peso corporeo.
La somministrazione di cefoxitina può essere associata a diversi effetti collaterali. Tra i più comuni si annoverano reazioni allergiche (come rash cutaneo, prurito e orticaria), disturbi gastrointestinali (nausea, vomito e diarrea) e alterazioni delle transaminasi epatiche. Raramente possono verificarsi reazioni avverse più gravi come anemia emolitica autoimmune o colite pseudomembranosa causata da Clostridium difficile.
È importante sottolineare che la cefoxitina, come tutti gli antibiotici, deve essere utilizzata solo in caso di infezioni batteriche e non per il trattamento di infezioni virali, come raffreddore o influenza. L'uso improprio degli antibiotici può contribuire all'aumento della resistenza batterica, un problema di crescente preoccupazione a livello globale.
In Italia, la resistenza agli antibiotici è un fenomeno in costante aumento. Secondo i dati dell'Istituto Superiore di Sanità (ISS), nel 2019 il 34% degli Staphylococcus aureus isolati era resistente alla meticillina (MRSA), mentre il 23% dei ceppi di Escherichia coli era produttore di beta-lattamasi ad ampio spettro (ESBL). Questi dati sottolineano l'importanza dell'uso appropriato degli antibiotici e della ricerca continua per lo sviluppo di nuovi farmaci efficaci contro i batteri resistenti.
In conclusione, la cefoxitina è un antibiotico cefalosporinico di seconda generazione con uno spettro d'azione ampio e una buona attività nei confronti dei batteri produttori di beta-lattamasi. Viene impiegata nel trattamento di diverse infezioni batteriche e nella profilassi perioperatoria. Tuttavia, è fondamentale utilizzare la cefoxitina e gli altri antibiotici in modo responsabile per contrastare l'aumento della resistenza batterica.