Il canakinumab è un principio attivo appartenente alla classe dei farmaci chiamati anticorpi monoclonali. È stato sviluppato per il trattamento di diverse patologie infiammatorie, tra cui la sindrome periodica associata alla criopirina (CAPS), l'artrite idiopatica giovanile sistemica (SJIA) e la febbre mediterranea familiare (FMF). In Italia, il canakinumab è commercializzato con il nome di Ilaris®.
L'azione del canakinumab si basa sulla sua capacità di legarsi selettivamente e inibire l'interleuchina-1 beta (IL-1β), una proteina coinvolta nei processi infiammatori. L'inibizione dell'IL-1β riduce l'infiammazione e i sintomi associati alle patologie per cui viene prescritto.
La sindrome periodica associata alla criopirina è una malattia rara caratterizzata da episodi ricorrenti di febbre alta, eruzioni cutanee e dolore articolare. In Italia, si stima che circa 100 persone siano affette da CAPS. Il trattamento con canakinumab ha dimostrato di essere efficace nel ridurre la frequenza e la gravità degli episodi infiammatori in pazienti affetti da CAPS.
L'artrite idiopatica giovanile sistemica è una forma grave di artrite che colpisce i bambini al di sotto dei 16 anni. Si stima che in Italia circa 1 su 10.000 bambini sia affetto da SJIA. Il canakinumab viene utilizzato come terapia aggiuntiva nei pazienti con SJIA che non rispondono adeguatamente ad altre terapie, come i farmaci antireumatici modificanti la malattia (DMARDs) e i corticosteroidi. Studi clinici hanno dimostrato che il canakinumab può ridurre significativamente l'infiammazione e migliorare la funzionalità articolare nei pazienti con SJIA.
La febbre mediterranea familiare è un'altra malattia infiammatoria rara caratterizzata da episodi ricorrenti di febbre, dolore addominale e toracico, artrite e eruzioni cutanee. In Italia, si stima che circa 1 su 5.000 persone sia affetta da FMF. Il canakinumab è stato approvato per il trattamento della FMF in pazienti adulti e pediatrici a partire dai 2 anni di età che non rispondono adeguatamente ai trattamenti convenzionali, come la colchicina.
Il canakinumab viene somministrato attraverso iniezioni sottocutanee a intervalli regolari, solitamente ogni 4-8 settimane. La dose e la frequenza delle iniezioni possono variare a seconda della patologia trattata e della risposta del paziente al farmaco.
Come per tutti i farmaci, il canakinumab può causare effetti collaterali. Gli effetti indesiderati più comuni associati all'uso del canakinumab includono reazioni nel sito di iniezione (come dolore, gonfiore o arrossamento), infezioni delle vie respiratorie superiori, diarrea, nausea e mal di testa. In alcuni casi, il canakinumab può aumentare il rischio di infezioni gravi, come la sepsi e la tubercolosi. Pertanto, è importante che i pazienti sottoposti a trattamento con canakinumab siano monitorati attentamente dal loro medico per identificare tempestivamente eventuali segni di infezione.
In conclusione, il canakinumab rappresenta un'opzione terapeutica importante per il trattamento di diverse patologie infiammatorie rare. Grazie alla sua specificità d'azione sull'interleuchina-1 beta, questo farmaco ha dimostrato di essere efficace nel ridurre l'infiammazione e migliorare la qualità della vita dei pazienti affetti da CAPS, SJIA e FMF. Tuttavia, è fondamentale che i pazienti trattati con canakinumab siano monitorati attentamente per minimizzare il rischio di effetti collaterali e garantire un uso sicuro ed efficace del farmaco.