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Farmaci contenenti principio attivo Acido gadoterico

L'acido gadoterico è un principio attivo utilizzato principalmente nel campo della diagnostica per immagini. Questa sostanza, appartenente alla classe dei mezzi di contrasto paramagnetici, è impiegata nella risonanza magnetica (RM) per migliorare la visualizzazione delle strutture anatomiche e delle eventuali alterazioni patologiche presenti nell'organismo del paziente.

La molecola dell'acido gadoterico contiene un atomo di gadolinio, un elemento chimico che possiede proprietà paramagnetiche. In presenza di un campo magnetico, come quello generato dalla macchina per la risonanza magnetica, il gadolinio provoca una variazione del segnale emesso dai tessuti circostanti. Tale variazione permette di ottenere immagini più nitide e dettagliate rispetto a quelle ottenute senza l'utilizzo del mezzo di contrasto.

In Italia, l'acido gadoterico è commercializzato sotto diversi nomi commerciali e forme farmaceutiche. Le statistiche relative al consumo di questa sostanza non sono facilmente reperibili; tuttavia, si può affermare che il suo impiego sia piuttosto diffuso nel panorama della radiologia italiana.

L'acido gadoterico viene somministrato per via endovenosa prima o durante l'esecuzione dell'esame di risonanza magnetica. La dose utilizzata dipende dal peso corporeo del paziente e dall'indicazione clinica specifica. È importante sottolineare che l'utilizzo dell'acido gadoterico deve essere valutato attentamente dal medico radiologo in base alle condizioni cliniche del paziente e ai potenziali rischi associati all'uso del mezzo di contrasto.

Una delle principali precauzioni riguarda la funzionalità renale del paziente. L'acido gadoterico viene eliminato dall'organismo principalmente attraverso i reni; pertanto, in caso di insufficienza renale, il farmaco potrebbe accumularsi nell'organismo e aumentare il rischio di effetti collaterali. In particolare, è stata descritta una rara complicanza chiamata nefrogenica fibrosi sistemica (NFS), che può manifestarsi in pazienti con grave insufficienza renale sottoposti a somministrazione di mezzi di contrasto a base di gadolinio.

Per ridurre il rischio di NFS, è fondamentale valutare accuratamente la funzionalità renale del paziente prima dell'amministrazione dell'acido gadoterico e monitorarla attentamente nel corso del tempo. Inoltre, si raccomanda l'utilizzo della dose minima efficace e l'idratazione adeguata del paziente prima e dopo l'esame.

Altri possibili effetti collaterali dell'acido gadoterico includono reazioni allergiche o pseudoallergiche, che possono variare da lievi (come rash cutaneo o prurito) a gravi (come shock anafilattico). Tuttavia, tali reazioni sono piuttosto rare e generalmente meno frequenti rispetto ad altri mezzi di contrasto iodati utilizzati nella tomografia computerizzata (TC).

Inoltre, l'acido gadoterico può provocare disturbi gastrointestinali (nausea, vomito), cefalea, vertigini o alterazioni del gusto. Questi effetti sono generalmente lievi e transitori, risolvendosi spontaneamente nel giro di poche ore dall'amministrazione del farmaco.

In conclusione, l'acido gadoterico rappresenta un importante strumento diagnostico nel campo della risonanza magnetica, permettendo una migliore visualizzazione delle strutture anatomiche e delle eventuali alterazioni patologiche. Tuttavia, il suo impiego deve essere attentamente valutato dal medico radiologo in base alle condizioni cliniche del paziente e ai potenziali rischi associati all'uso del mezzo di contrasto. La corretta selezione dei pazienti e la rigorosa osservanza delle precauzioni d'uso contribuiscono a garantire un utilizzo sicuro ed efficace dell'acido gadoterico nella pratica clinica quotidiana.

Farmaci contenenti principio attivo Acido gadoterico