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ETOPOSIDE SANDOZ - riassunto delle caratteristiche del prodotto

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Riassunto delle caratteristiche del prodotto - ETOPOSIDE SANDOZ

1. denominazione del medicinale

Etoposide Sandoz 20 mg/ml – Concentrato per soluzione per infusione

2. composizione qualitativa e quantitativa

1 ml di concentrato per soluzione per infusione contiene 20 mg di etoposide.

1 flaconcino da 2,5 ml di concentrato per soluzione per infusione contiene 50 mg di etoposide.

1 flaconcino da 5 ml di concentrato per soluzione per infusione contiene 100 mg di etoposide.

1 flaconcino da 10 ml di concentrato per soluzione per infusione contiene 200 mg di etoposide.

1 flaconcino da 20 ml di concentrato per soluzione per infusione contiene 400 mg di etoposide.

1 flaconcino da 50 ml di concentrato per soluzione per infusione contiene 1000 mg di etoposide.

Eccipiente (i) con effetto noto: Alcool benzilico, alcol etilico.

Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.

3. forma farmaceutica

Concentrato per soluzione per infusione.

Soluzione limpida, di colore giallo chiaro.

4. informazioni cliniche

4.1 indicazioni terapeutiche

L’etoposide è un farmaco antineoplastico per uso endovenoso. Può essere usato in monoterapia o in combinazione con altri agenti oncolitici.

I dati disponibili dimostrano che l’etoposide può essere impiegato nel carcinoma polmonare a piccole cellule, nei carcinomi del testicolo non seminomatosi resistenti, nella leucemia mielomonocitica e mielocitica acuta (AML, sottotipo FAB M4 o M5) quale parte della terapia di combinazione dopo fallimento della chemioterapia di induzione.

4.2 posologia e modo di somministrazione

L’etoposide deve essere somministrato unicamente da, o sotto la diretta supervisione di, un medico qualificato esperto nell’uso dei farmaci chemioterapici antineoplastici.

Il personale in stato di gravidanza non deve maneggiare gli agenti chemioterapici.

Modo di somministrazione

Etoposide Sandoz è somministrato per infusione endovenosa lenta (vedere sotto).

ETOPOSIDE NON DEVE ESSERE SOMMINISTRATO PER INFUSIONE ENDOVENOSA RAPIDA

L’etoposide concentrato per soluzione per infusione deve essere diluito prima dell’uso (vedere paragrafo 6.6). Immediatamente prima della somministrazione, la dose necessaria di Etoposide Sandoz deve essere diluita in glucosio 5% o soluzione salina per iniezione 0,9%, per ottenere un intervallo di concentrazione da 0,2 a 0,4 mg/ml, di solito non più di 0,25 mg/ml per la concentrazione finale. Il farmaco deve poi essere somministrato per infusione endovenosa in un periodo non inferiore a 30 minuti.

Precauzioni di somministrazione

1

È stata segnalata ipotensione dopo la somministrazione endovenosa rapida. Pertanto si raccomanda che Etoposide Sandoz soluzione sia somministrata in un periodo da 30 a 60 minuti. Tempi di infusione più lunghi possono essere necessari in base alla tolleranza del paziente. Come per altri composti potenzialmente tossici, si deve usare cautela nel maneggiare e preparare la soluzione di Etoposide Sandoz. Possono verificarsi reazioni cutanee associate all'esposizione accidentale a Etoposide Sandoz. Si raccomanda l'uso di guanti. Se Etoposide Sandoz soluzione viene a contatto con la pelle o le mucose, lavare immediatamente la pelle o la mucosa accuratamente con acqua e sapone.

Posologia

Adulti

La dose raccomandata di Etoposide Sandoz è di 60–120 mg/m e.v. al giorno per 5 giorni successivi. Poiché Etoposide Sandoz causa mielosoppressione, il ciclo di trattamento non deve essere ripetuto a intervalli con frequenza inferiore a un periodo che va da 10 a 20 giorni. Nelle indicazioni non-ematologiche, i cicli non possono essere ripetuti prima che siano trascorsi 21 giorni. Cicli ripetuti con Etoposide Sandoz infusione non devono essere effettuati prima che il quadro ematico non sia stato controllato per segni di mielosoppressione e sia ritenuto soddisfacente.

In complesso, gli schemi posologici più frequentemente usati sono quelli di 100 mg/m per 5 giorni o di 120 mg/m a giorni alterni o nei giorni 1, 3 e 5.

Aggiustamenti della dose

Il dosaggio di Etoposide Sandoz deve essere modificato per tenere conto degli effetti mielosoppressori di altri farmaci in combinazione o agli effetti della terapia di raggi X precedente o chemioterapia che possono aver compromesso la riserva midollare.

I pazienti non devono iniziare un nuovo ciclo di trattamento con Etoposide Sandoz se la conta dei neutrofili è inferiore a 1.500 cellule/mm3 e la conta delle piastrine è inferiore a 100.000 cellu­le/mm3, a meno che non causate da malattia maligna.

Dosi successive alla dose iniziale devono essere modificate se si verifica una conta dei neutrofili inferiore a 500 cellule/mm3 per più di 5 giorni o è associata a febbre o infezione, se si verifica una conta piastrinica inferiore a 25.000 cellule/mm3, se si sviluppa qualsiasi altra tossicità di grado 3 o 4 o se la clearance renale è minore di 50 ml/min.

Si deve prestare particolare attenzione per evitare lo stravaso.

Popolazione pediatrica

La sicurezza e l’efficacia nei bambini non sono state stabilite.

Anziani : Non sono necessari aggiustamenti posologici.

Insufficienza renale : Nei pazienti con insufficienza renale ma con funzione epatica normale, la dose di etoposide deve essere ridotta, i valori ematologici minimi e la funzione renale monitorati

In pazienti con funzionalità renale ridotta, deve essere considerata la seguente modifica della dose sulla base della clearance della creatinina misurata:

Clearance della creatinina (ml/min)

Dose giornaliera raccomandata (% della dose standard)

>50

100

15–50

75

<15

Controindicato (vedi paragrafo 4.3)

Un dosaggio successivo deve essere basato sulla tolleranza del paziente e sull'effetto clinico. Non sono disponibili dati in pazienti con clearance della creatinina <15 ml/min e in questi pazienti devono essere considerati ulteriori riduzioni di dose.

Per le istruzioni su uso/manipolazione e smaltimento, vedere paragrafo 6.6.

4.3 controindicazioni

Ipersensibilità al principio attivo o a uno qualsiasi degli eccipienti elencati al paragrafo 6.1, Grave disfunzione epatica, Grave danno renale (clearance della creatinina <15 ml/min, vedere paragrafo 4.2), Grave mielosoppressione, Iniezione intra-arteriosa o intra-cavitaria, Allattamento al seno (vedere paragrafo 4.6) L’uso concomitante di vaccino per la febbre gialla o altri vaccini vivi è controindicato in pazienti immunosoppressi (vedere 4.5 Interazioni con altri medicinali e altre forme di interazione).

4.4 avvertenze speciali e precauzioni d’impiego

La somministrazione di etoposide deve essere eseguita sotto la supervisione di un medico specializzato esperto nell’uso di agenti chemioterapici antineoplastici. Durante la somministrazione di Etoposide Sandoz possono verificarsi reazioni nel sito di iniezione.

Quando l’etoposide è somministrato per via endovenosa, occorre cautela per evitare lo stravaso. Durante la somministrazione del farmaco si raccomanda di monitorare attentamente il sito di infusione per possibili infiltrazioni. Per ora non è noto alcun trattamento specifico per le reazioni da stravaso.

Può verificarsi mielosoppressione grave con conseguente infezione o sanguinamento.

Dopo la somministrazione di etoposide è stata segnalata mielosoppressione fatale. I pazienti in trattamento con Etoposide Sandoz devono essere accuratamente e frequentemente monitorati per la mielosoppressione durante e dopo la terapia. La soppressione del midollo osseo dose-limitante è la forma più significativa di tossicità associata alla terapia con etoposide. I seguenti parametri devono essere disponibili all’inizio della terapia e prima di ogni successiva somministrazione di etoposide: conta delle piastrine, emoglobina, globuli bianchi e differenziale.

Se prima dell’inizio del trattamento con etoposide è stata somministrata radioterapia o chemioterapia, deve trascorrere un intervallo di tempo adeguato per consentire al midollo osseo di riformarsi.

Il numero degli elementi figurati del sangue e la funzione epatica devono essere monitorati. Etoposide Sandoz non deve essere somministrato a pazienti con conta dei neutrofili inferiore a 1500 cellule/mm o conta piastrinica inferiore a 100.000 cellule/mm, a meno che queste non siano causate dal tumore maligno.

Se la conta dei neutrofili è inferiore a 500 cellule/mm per più di 5 giorni o è associata a febbre o infezione, se la conta piastrinica è inferiore a 25.000 cellule/mm, se si sviluppa qualsiasi altra tossicità di grado 3 o 4 o se la clearance renale è minore di 50 ml/min, le dosi successive a quella iniziale devono essere aggiustate. Il dosaggio deve essere modificato per tener conto degli effetti mielosoppressori degli eventuali altri farmaci di associazione o degli effetti della radioterapia o della chemioterapia preventiva, che possono aver compromesso la riserva di midollo osseo.

A seconda che l’etoposide sia stato usato in monoterapia o in trattamenti combinati, i livelli ematici si ristabiliscono normalmente entro 21 giorni.

Prima di iniziare il trattamento con etoposide le infezioni batteriche devono essere portate sotto controllo.

I medici devono essere informati della possibile insorgenza di una reazione anafilattica a causa di etoposide, la quale si manifesta con brividi, febbre, vampate, tachicardia, broncospasmo, dispnea e ipotensione e può essere fatale (vedere il paragrafo 4.8). Il trattamento è sintomatico. L’infusione deve essere interrotta immediatamente e deve essere effettuata la somministrazione di agenti pressori, corticosteroidi, antistaminici o espansori del volume, a discrezione del medico.

Nausea e vomito si verificano in circa il 30–40% dei pazienti. Gli antiemetici sono utili nel controllo delle reazioni avverse.

Etoposide deve essere somministrato con cautela nei pazienti sottoposti a radioterapia o chemioterapia e nei pazienti con aritmia cardiaca, precedente infarto miocardico, disfunzione epatica, disfunzione renale, neuropatia periferica, disturbi della minzione, epilessia o danni cerebrali o infiammazione della mucosa orale.

Etoposide Sandoz deve essere somministrato solo per infusione endovenosa lenta (in genere per un periodo di 30–60 minuti), poiché come possibile effetto indesiderato di un’iniezione endovenosa rapida è stata riportata ipotensione.

In tutti i casi in cui è considerato l’uso di etoposide per la chemioterapia, il medico deve valutare la necessità e l’utilità del farmaco contro il rischio di reazioni avverse. La maggior parte di tali reazioni avverse è reversibile, se vengono diagnosticate tempestivamente. Se si verificano reazioni gravi, il dosaggio del farmaco deve essere ridotto o il medicinale deve essere sospeso e devono essere adottate adeguate misure correttive in base al giudizio clinico del medico. La ripresa della terapia con etoposide deve essere effettuata con cautela, considerando in modo appropriato l’ulteriore necessità del farmaco e con particolare attenzione al possibile ripetersi della tossicità.

I pazienti con bassi livelli sierici di albumina possono essere ad aumentato rischio di tossicità associata a etoposide. I pazienti con compromissione della funzionalità epatica e renale devono essere regolarmente monitorati, a causa del rischio di accumulo.

L’insorgenza di leucemia acuta, che può avvenire con o senza fase pre-leucemica è stata segnalata raramente nei pazienti trattati con etoposide in associazione con altri farmaci antineoplastici.

Una dose cumulativa totale (etoposide >2.000 mg/m2) aumenta il rischio di leucemie acute non-linfoblastiche secondarie. Non sono noti né il rischio cumulativo né i fattori predisponenti correlati allo sviluppo della leucemia secondaria. I ruoli dei regimi di somministrazione e le dosi cumulative di etoposide sono stati ipotizzati, ma non sono stati chiaramente definiti.

In alcuni casi di leucemia secondaria nei pazienti che avevano ricevuto epipodofillotossine è stata osservata un’anomalia cromosomica 11q23. Questa anomalia è stata osservata anche nei pazienti che hanno sviluppato leucemia secondaria dopo essere stati trattati con regimi chemioterapici non contenenti epipodofillotossine e nella leucemia insorta de novo. Un’altra caratteristica che è stata associata alla leucemia secondaria nei pazienti che avevano ricevuto epipodofillotossine sembra essere un periodo di latenza breve, con un tempo mediano medio di sviluppo della leucemia pari a circa 32 mesi.

L’etoposide è mutageno e cancerogeno (vedere paragrafo 5.3). Di ciò occorre tener conto quando si programmano trattamenti di lunga durata.

Considerato il potenziale mutageno di etoposide (vedere paragrafo 5.3, Dati preclinici di sicurezza), è richiesta una contraccezione efficace da parte dei pazienti di entrambi i sessi durante il trattamento e nei 6 mesi successivi.

Si raccomanda una consulenza genetica se il paziente desidera procreare dopo la fine del trattamento. Poiché etoposide può diminuire la fertilità maschile, si può prendere in considerazione la conservazione del seme ai fini di una successiva paternità (vedere il paragrafo 4.6 Fertilità, gravidanza e allattamento).

In caso di contatto con etoposide, pelle e mucose devono essere lavati abbondantemente con acqua.

Popolazione pediatrica

La sicurezza e l’efficacia di etoposide nei pazienti pediatrici non sono state studiate in maniera sistematica.

Eccipiente(i) con effetti noti

Etoposide Sandoz contiene 260,6 mg di etanolo per ml. Alla dose di 120 mg/m2 un paziente con una superficie corporea di 1,6 m2 riceverebbe 2,5 g di etanolo. Questo deve essere tenuto in considerazione quando etoposide viene somministrato a pazienti con un’anamnesi di abuso di alcool o in pazienti trattati con disulfiram.

Con riferimento al contenuto di alcool benzilico, Etoposide Sandoz non deve essere somministrato a bambini di età inferiore ai 6 mesi, in considerazione del potenziale di sviluppo di acidosi metabolica.

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Etoposide Sandoz contiene polisorbato 80. Nei neonati prematuri un prodotto iniettabile a base di vitamina E contenente polisorbato 80 è stato associato a una sindrome potenzialmente fatale di insufficienza epatica e renale, deterioramento polmonare, trombocitopenia e ascite.

4.5 interazioni con altri medicinali e altre forme di interazione

L’etoposide può potenziare l’effetto citotossico e mielosoppressivo di altri farmaci (ad es., ciclosporina). Dosi elevate di ciclosporina, con conseguenti concentrazioni superiori a 2000 ng/ml, somministrate con etoposide orale, hanno provocato un aumento dell’80% dell’esposizione a etoposide (AUC), con una diminuzione del 38% della clearance corporea totale di etoposide rispetto al solo etoposide.

La terapia concomitante con cisplatino è associata a una riduzione della clearance corporea totale di etoposide.

La terapia concomitante con fenitoina è associata a un aumento della clearance di etoposide e a una riduzione della sua efficacia.

Con l’uso precedente o concomitante di altri farmaci con azione mielosoppressiva simile a quella di etoposide si possono prevedere effetti additivi o sinergici (vedere il paragrafo 4.4 Avvertenze speciali e precauzioni di impiego).

L’effetto degli anticoagulanti orali può risultare aumentato. La terapia concomitante con warfarin può causare un international normalized ratio (INR) elevato. Si raccomanda uno stretto monitoraggio dell’INR.

Il legame in vitro con le proteine plasmatiche è del 97%. Fenilbutazone, salicilato di sodio e acido salicilico possono influenzare il legame proteico dell’etoposide.

Nelle sperimentazioni precliniche è stata dimostrata resistenza crociata tra le antracicline ed etoposide.

Non esistono dati sulla somministrazione di etoposide con farmaci che notoriamente inibiscono l’attività della fosfatasi (ad es. levamisolo cloridrato).

Esiste un aumento del rischio di malattia vaccinica sistemica fatale con l’uso del vaccino contro la febbre gialla. La vaccinazione con vaccini vivi attenuati di pazienti imunocompromessi da un agente chemioterapico può provocare infezioni gravi e fatali, pertanto i vaccini vivi sono controindicati in questi pazienti (vedere il paragrafo 4.3, Controindicazioni).

Interazioni potenzialmente benefiche

L’etoposide viene di solito impiegato in associazione con altri farmaci citotossici, ed è stato osservato un sinergismo terapeutico con una serie di tali composti (ad es., metotrexato e cisplatino).

4.6

Gravidanza

Si sospetta che l’etoposide, quando somministrato durante la gravidanza, causi seri difetti congeniti. Etoposide ha dimostrato di essere teratogeno in topi e ratti. Non ci sono studi adeguati e ben controllati in donne in gravidanza. Esso non deve quindi essere somministrato in gravidanza, a meno che non sia strettamente necessario. Durante il trattamento con etoposide, le donne in età fertile devono usare una efficace contraccezione.

Se si utilizzano questi farmaci durante la gravidanza, o se la paziente rimane incinta durante il trattamento con questi farmaci, prima della nascita devono essere forniti appropriati consigli, e il beneficio del trattamento deve essere valutato rispetto al possibile rischio per il feto.

Allattamento al seno

Non si sa se l’etoposide venga escreto nel latte materno, e un rischio per il lattante non può essere pertanto escluso. Poiché molti farmaci vengono escreti nel latte umano e a causa del potenziale di gravi reazioni

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avverse da etoposide nei lattanti, si deve decidere se interrompere l’allattamento o interrompere il farmaco, tenendo conto dell’importanza del farmaco per la madre. L’etoposide è strettamente controindicato durante l’allattamento, che va quindi interrotto (vedere paragrafo 4.3, Controindicazioni).

Fertilità

Considerato il potenziale mutageno di etoposide, è necessario praticare una contraccezione efficace da parte dei pazienti di entrambi i sessi durante il trattamento e fino a 6 mesi dopo la fine del trattamento. Si raccomanda una consulenza genetica se il paziente desidera procreare dopo il termine del trattamento. Poiché etoposide può diminuire la fertilità maschile, si può prendere in considerazione la conservazione del seme ai fini di una successiva paternità.

4.7 effetti sulla capacità di guidare veicoli e sull’uso di macchinari

Non sono stati condotti studi con etoposide relativi agli effetti sulla capacità di guidare veicoli e usare macchinari Se manifesta effetti indesiderati come stanchezza e sonnolenza, il paziente deve evitare di guidare o di usare macchinari.

4.8 effetti indesiderati

La tabella seguente elenca gli eventi avversi suddivisi per classe sistemico/organica e frequenza, che è definita dalle seguenti categorie: molto comune (≥ 1/10), comune (≥ 1/100, <1/10), non comune (≥ 1/1.000, <1/100) e raro (≥ 1/10.000, <1/1.000).

Molto comune

Comune

Non comune

Raro

Molto raro

Non nota

Infezioni e infestazioni

Febbre, sepsi

Tumori benigni, maligni e non specificati (cisti e polipi compresi)

Leucemia acuta, che può insorgere con o senza fase pre-leucemica

Patologie del sistema emolinfopoiet ico*

Mielosoppressi one*, leucopenia, trombocitopeni a, neutropenia, anemia

Infezioni ed emorragie a seguito di grave mielosoppression e

Patologie cardiache

Infarto del miocardio, aritmia

Disturbi del sistema immunitario

Reazioni anafilattiche**

Reazione di ipersensibilità

Disturbi del metabolismo e della nutrizione

Iperuricemia

Patologie del sistema

nervoso

Neuropatia periferica, effetto sul sistema nervoso centrale (1–3%), capogiri

Convulsioni, neurite ottica

Attacchi epilettici***, neurotossicità (per esempio, sonnolenza, affaticamento, confusione,

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ipercinesia, acinesia, retrogusto)

Patologie vascolari

Ipotensione sistolica transitoria dopo la somministrazion e endovenosa rapida, ipertensione, flebite

Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche

Apnea, reazioni fatali associate a broncospasmo, tosse, laringospasmo e cianosi; polmonite interstiziale/fibro si polmonare

Polmonite

Patologie gastrointestin ali

Dolore addominale, costipazione, nausea e vomito (30–40%), diarrea (1–13%), anoressia (10–13%).

Mucosite (inclusa stomatite ed esofagite)

Disfagia, disgeusia

Patologie epatobiliari

Epatotossicità

Aumento degli enzimi epatici

Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo

Alopecia reversibile (66%), pigmentazione

Edema del viso e della lingua, sudorazione

Eruzione cutanea, orticaria, prurito

Sindrome di Stevens-Johnson, necrolisi epidermica tossica, dermatite di recall da radiazioni

Patologie renali e urinarie

Accumulo in caso di compromissio ne della funzionalità renale

Patologie dell’apparato riproduttivo e della mammella

Amenorrea, cicli anovulatori, diminuzione della fertilità, ipomenorrea

Patologie sistemiche e condizioni

Astenia, malessere,

Stravaso****

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relative alla sede di somministraz ione

* È stata riportata mielosoppressione con esito fatale. Infezioni (raramente sepsi) ed emorragia in seguito a mielosoppressi­one grave.

* * Le reazioni di tipo anafilattico possono essere fatali. È stata segnalata una maggiore frequenza di reazioni anafilattiche nei bambini che avevano ricevuto infusioni a concentrazioni più elevate di quelle raccomandate. *** Occasionalmente alle reazioni allergiche sono stati associati attacchi epilettici.

* *** Le complicazioni post-marketing segnalate per lo stravaso hanno incluso tossicità locale dei tessuti molli, gonfiore, dolore, cellulite e necrosi, inclusa necrosi cutanea.

Nei paragrafi seguenti le incidenze degli eventi avversi, elencati secondo la media percentuale, sono derivate da studi che usavano etoposide in monoterapia.

Tossicità ematologica

In seguito alla somministrazione di etoposide è stata segnalata mielosoppressione con esito fatale. Nella maggior parte dei casi si tratta di mielosoppressione dose-limitante. Il ripristino del midollo osseo si completa in genere entro il giorno 20 e non è stata riportata alcuna tossicità cumulativa.

Il nadir dei granulociti e delle piastrine tende a verificarsi circa 10–14 giorni dopo la somministrazione di etoposide o di etoposide fosfato, a seconda della via di somministrazione e del regime posologico. I nadir tendono a verificarsi prima in seguito a somministrazione per via endovenosa rispetto alla somministrazione per via orale.

Nel 60–91% e nel 7–17% dei casi, rispettivamente per etoposide e per etoposide fosfato, sono state osservate leucopenia e leucopenia grave (meno di 1000 cellule/mm3). Nel 28–41% e nel 4–20% dei casi, rispettivamente per etoposide e per etoposide fosfato sono state osservate trombocitopenia e grave trombocitopenia (meno di 50.000 piastri­ne/mm3). Nei pazienti con neutropenia trattati con etoposide/etoposide fosfato sono state anche segnalate molto comunemente febbre e infezione.

Tossicità gastrointestinale

Nausea e vomito sono le principali tossicità gastrointestinali di etoposide. La nausea e il vomito di solito possono essere controllati con una terapia antiemetica. Essi sono stati notati nel 31–43% dei pazienti trattati con etoposide per via endovenosa. Nel 10–13% dei pazienti è stata osservata anoressia e nell’1–6% dei pazienti trattati con etoposide per via endovenosa è stata osservata stomatite. Nell’1–13% di questi pazienti è stata osservata diarrea.

Alopecia

In una percentuale fino al 66% dei pazienti trattati con etoposide e al 44% dei pazienti trattati con etoposide fosfato iniettabile è stata osservata alopecia reversibile, a volte degenerante in calvizie totale.

Alterazioni della pressione sanguigna

Nei pazienti trattati con etoposide è stata riportata ipotensione transitoria in seguito alla somministrazione endovenosa rapida e non è stata associata a tossicità cardiaca o ad alterazioni elettrocardio­grafiche. L’ipotensione in genere risponde alla cessazione dell’infusione di etoposide e/o ad altre terapie di supporto appropriate. Quando si riprende l’infusione deve essere adottato un rateo di somministrazione più lento.

Non è stata osservata alcuna ipotensione ritardata.

Ipertensione

Negli studi clinici condotti con etoposide sono stati segnalati episodi di ipertensione. Se nei pazienti trattati con etoposide si verifica un’ipertensione clinicamente significativa, deve essere iniziata un’adeguata terapia di supporto.

Reazioni allergiche

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Sono state segnalate anche reazioni di tipo anafilattico, verificatesi durante o subito dopo la somministrazione endovenosa di etoposide. Il ruolo che la concentrazione o il rateo di infusione rivestono nello sviluppo di reazioni di tipo anafilattico è incerto. La pressione arteriosa si normalizza di solito entro poche ore dopo il termine dell’infusione. Le reazioni di tipo anafilattico possono verificarsi anche con la dose iniziale di etoposide.

Per etoposide sono state segnalate reazioni acute fatali associate a broncospasmo, tosse, laringospasmo e cianosi. Nel 2% dei pazienti è stato riportato rossore del viso e nel 3% dei pazienti trattati con etoposide fosfato per via endovenosa sono state riportate eruzioni cutanee.

Complicanze metaboliche

In seguito all’uso di etoposide in associazione con altri farmaci chemioterapici è stata riportata sindrome da lisi tumorale (talvolta fatale).

4.9 sovradosaggio

Con dosaggi totali di 2,4–3,5 g/m2 somministrati per via endovenosa nell’arco di 3 giorni si sono avute infiammazione della mucosa grave e mielotossicità. Acidosi metabolica e casi di grave tossicità epatica sono stati segnalati in pazienti trattati con dosi di etoposide più elevate di quelle raccomandate.

Non è disponibile un antidoto specifico. Devono essere impiegate terapie sintomatiche e di supporto e i pazienti devono essere strettamente monitorati.

5. proprietà farmacologiche

5.1 proprietà farmacodinamiche

Categoria farmacoterapeutica: Farmaci antineoplasti­ci/derivati della podofillotossina, codice ATC: L 01 CB 01.

L’etoposide è un derivato semisintetico della podofillotossina, provvisto di notevole attività citotossica e di proprietà dipendenti dallo schema posologico. L’etoposide influenza la funzione della topoisomerasi II (enzima che provoca rotture nel DNA), e inibisce la sintesi del DNA nella fase terminale. Ciò provoca la rottura dei filamenti singoli e doppi di DNA. La morte cellulare avviene in relazione alla concentrazione di etoposide e al tempo di esposizione. L’etoposide è fase-specifico e blocca le cellule nelle fasi S e G2 del ciclo cellulare, ma differisce dagli altri derivati noti della podofillotossina per il fatto di non causare accumulo nella metafase, ma di impedire la mitosi e distruggere le cellule che la preparano.

5.2 proprietà farmacocinetiche

Le proprietà farmacocinetiche dell’etoposide soggiacciono a notevoli variazioni interindividuali. Il farmaco si distribuisce rapidamente nel siero umano e per il 94% è legato alle proteine plasmatiche. La cinetica del decadimento nel plasma segue una curva biesponenziale e corrisponde a un modello bicompartimentale, con una emivita di distribuzione di circa 1,5 ore e una eliminazione terminale che varia tra le 4 e le 11 ore.

I valori della clearance totale corporea variano da 33 a 38 ml/min, e al pari dell’emivita terminale sono indipendenti dalla dose in un range di 100–600 mg/m2. Nello stesso ambito posologico, AUC e Cmax aumentano linearmente con la dose.

Il volume medio di distribuzione è pari a circa il 32% del peso corporeo. La proprietà di penetrazione dell’etoposide nel liquido cerebrospinale è relativamente scarsa. Circa il 45% della dose somministrata viene escreta nelle urine, e circa un terzo lo è entro 72 ore. Soltanto il 6% o meno di una dose somministrata per via endovenosa si ritrova come etoposide nella bile.

Fenilbutazone, salicilato di sodio e acido salicilico possono influenzare il legame proteico dell’etoposide.

5.3 dati preclinici di sicurezza

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Tossicità riproduttiva: L’etoposide è teratogeno nei ratti a livelli posologici più bassi di quelli impiegati in clinica.

Mutagenicità: Test in vitro e in vivo hanno dato risultati positivi per tossicità genetica e aberrazioni cromosomiche causate dall’etoposide, e indicano che esso ha un effetto mutageno.

Carcinogenicità: Non sono stati effettuati studi su animali per determinare la cancerogenicità dell’etoposide. Tuttavia, in base all’effetto dannoso sul DNA e al potenziale mutageno, l’etoposide deve essere considerato potenzialmente cancerogeno nell’uomo.

6. informazioni farmaceutiche

6.1 elenco degli eccipienti

Alcool benzilico (20mg/ml)

Alcool etilico 96% (v/v) (260,60mg/ml)

Acido citrico anidro

Macrogol 300

Polisorbato 80

6.2 incompatibilità

L’etoposide non deve essere fisicamente miscelato con qualsiasi altro farmaco, eccetto i medicinali dichiarati nel paragrafo 6.6.

Il materiale plastico costituito da polimeri acrilici o ABS si rompe quando impiegato con Etoposide Sandoz non diluito, concentrato per soluzione per infusione 20 mg/ml. Questo effetto non è stato riportato per l’etoposide dopo diluizione del concentrato per soluzione per infusione secondo le istruzioni.

6.3 periodo di validità

Confezionato per la vendita: 3 anni (prima della ricostituzione).

Soluzioni diluite: 24 ore

6.4

Per la conservazione del concentrato non occorrono speciali precauzioni.

La stabilità chimica e fisica sono state dimostrate per 24 ore a temperatura ambiente. Dal punto di vista microbiologico, il prodotto diluito deve essere usato immediatamente. In caso contrario, i tempi di conservazione e le altre condizioni prima della utilizzazione rientrano nella responsabilità di chi ne fa uso, e comunque non devono superare le 24 ore a 2–8 °C, a meno che la diluizione non sia avvenuta in condizione asettiche controllate e validate. Vedere paragrafo 6.6.

6.5 natura e contenuto del contenitore

Flaconcini di vetro color ambra di Tipo I in accordo alla Ph. Eur. con capacità nominale di 5 ml (50 mg/2,5 ml, 100 mg/5 ml), 10 ml (200 mg/10 ml), 20 ml (400 mg/20 ml) e 50 ml (1000 mg/50 ml).

I flaconcini sono chiusi con tappi in gomma clorobutilica rivestita con fluoropolimeri in accordo alla Ph. Eur.

È possibile che non tutte le confezioni siano commercializzate.

6.6

Manipolare secondo le linee-guida per le sostanze citotossiche.

Il concentrato per soluzione per infusione non deve essere usato non diluito.

10

Esso deve essere diluito soltanto con soluzioni isotoniche di cloruro di sodio o di glucosio per infusione. La concentrazione di etoposide nella soluzione ricostituita per l’infusione non deve superare 0,4 mg/ml per il pericolo di precipitazione.

Come per gli altri composti potenzialmente citotossici deve essere usata cautela quando si manipola l’etoposide (guanti, maschera, camice). Deve essere evitato il contatto con la cute e con le mucose.

Se l’etoposide viene a contatto con la cute lavare con acqua.

Solo per uso endovenoso.

Da usare una volta sola.

La soluzione non usata deve essere eliminata.

Siringhe, contenitori, materiale assorbente, soluzione e qualsiasi altro materiale contaminato deve essere posto in un apposito contenitore stagno e incenerito, secondo le procedure locali.

Devono essere usate soltanto soluzioni limpide, prive di particelle.

I composti citotossici non devono essere maneggiati da personale in stato di gravidanza.

I medicinali non utilizzati ed i rifiuti derivati devono essere smaltiti in conformità alla normativa locale vigente.

7. titolare dell’autorizzazione all’immissione in commercio

Sandoz Spa

Largo U Boccioni 1

21040 Origgio (VA)

Italia

8. numero dell’autorizzazione all’immissione in commercio

1 flaconcino da 2,5 ml: AIC 036622052/M

1 flaconcino da 5 ml: AIC 036622013/M

1 flaconcino da 10 ml: AIC 036622025/M

1 flaconcino da 20 ml: AIC 036622037/M

1 flaconcino da 50 ml: AIC 036622049/M

9. data della prima autorizzazione/rinnovo dell’autorizzazione

Ottobre 2005