Foglio illustrativo - CLORPROMAZINA CLORIDRATO S.A.L.F.
Clorpromazina cloridrato S.A.L.F. 25 mg/2 ml soluzione iniettabile
CATEGORIA FARMACOTERAPEUTICA
Antipsicotici, fenotiazine con catena laterale alifatica
INDICAZIONI TERAPEUTICHE
Trattamento delle schizofrenie, degli stati paranoidi e della mania.
Psicosi tossiche (amfetamine, LSD, cocaina, ecc.).
Sindromi mentali organiche accompagnate da delirio.
Disturbi d'ansia se particolarmente gravi e resistenti alla terapia con ansiolitici tipici.
Depressione se accompagnata da agitazione e delirio, per lo più in associazione con antidepressivi.
Vomito e singhiozzo incoercibili.
Trattamento dei dolori intensi generalmente in associazione con analgesici stupefacenti.
Medicazione pre-anestetica.
CONTROINDICAZIONI
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– Ipersensibilità al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti o verso altre sostanze strettamente correlate dal punto di vista chimico;
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– Stati comatosi specie quelli causati da sostanze ad azione depressiva sul sistema nervoso centrale (alcool, barbiturici, oppiacei, ecc.);
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– Pazienti con sospetto o riconosciuto danno cerebrale sottocorticale;
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– Gravi stati di depressione midollare, discrasie ematiche, patologie epatiche e renali;
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– Feocromocitoma, miastenia grave e epilessia non trattata;
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– Allattamento;
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– Primo trimestre di gravidanza (vedere avvertenze speciali);
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– Prima infanzia.
PRECAUZIONI PER L’USO
Speciale attenzione richiede l'impiego di tale sostanza nei bambini soprattutto durante una malattia infettiva o in caso di intervento chirurgico o di vaccinazione, in quanto in tali condizioni è stata riscontrata una più elevata incidenza di reazioni extrapiramidali. L'effetto antiemetico dei fenotiazinici può mascherare i segni di iperdosaggio di altri farmaci o può rendere più difficile la diagnosi di concomitanti patologie specie del tratto digerente o del SNC come l'ostruzione intestinale, i tumori cerebrali, la sindrome di Reye. Per questo motivo tali sostanze devono essere usate con prudenza in associazione ad antiblastici che a dosi tossiche possono provocare vomito. Poiché il rischio di discinesie persistenti tardive è stato correlato con la durata della terapia, il trattamento cronico con neurolettici deve essere riservato a quei pazienti con patologie che rispondano al farmaco e per i quali non è possibile un'appropriata terapia alternativa. Le dosi e la durata del trattamento devono essere quelle minime per ottenere una soddisfacente risposta clinica. Se compaiono segni o sintomi della discinesia tardiva (vedere effetti indesiderati) nel corso della terapia, la somministrazione del medicinale deve essere sospesa. In generale, le fenotiazine non causano dipendenza psichica. Tuttavia, a seguito di brusca interruzione, possono comparire nausea, vomito, vertigini, tremori, irrequietezza motoria. Particolare attenzione va posta per i pazienti con depressione psichica ovvero durante la fase maniacale delle psicosi cicliche per la possibilità di un rapido cambiamento del tono dell'umore verso la depressione. In corso di trattamento con farmaci antipsicotici è stato riportato un complesso di sintomi, potenzialmente fatale, denominato Sindrome Neurolettica Maligna (SNM). Manifestazioni cliniche di tale sindrome sono: iperpiressia, rigidità muscolare, acinesia, disturbi vegetativi (irregolarità del polso e della pressione arteriosa, sudorazione, tachicardia, aritmie); alterazioni dello stato di coscienza che possono progredire fino allo stupore e al coma. Il trattamento della SNM consiste nel sospendere immediatamente la somministrazione dei farmaci antipsicotici e di altri farmaci non essenziali e nell'istituire una terapia sintomatica intensiva (particolare attenzione deve essere usata nel ridurre l'ipertermia e nel correggere la disidratazione). Qualora venisse ritenuta indispensabile la ripresa del trattamento con antipsicotici, il paziente deve essere attentamente monitorato. In corso di terapia informare il proprio medico nel caso si accerti uno stato di gravidanza; occorre altresì consultarlo in caso di allattamento o si voglia iniziare una gravidanza. Nelle pazienti che allattano occorre decidere se rinunciare all’allattamento ed iniziare il trattamento o, viceversa, proseguire l'allattamento evitando la somministrazione del medicinale. Come con tutti i neurolettici i pazienti trattati con clorpromazina devono essere tenuti sotto diretto controllo medico. Per le sue proprietà farmacologiche il medicinale deve essere usato con particolare cautela negli anziani, nei soggetti portatori di patologie cardiovascolari, malattie polmonari acute e croniche, glaucoma, ipertrofia prostatica ed altre malattie stenosanti dell'apparato digerente ed urinario e morbo di Parkinson. In caso di ipotensione non utilizzare adrenalina che può determinare un ulteriore abbassamento della pressione arteriosa. Usare con cautela nei pazienti con malattie cardiovascolari o con una storia familiare di prolungamento QT. Evitare una terapia concomitante con altri neurolettici. Dosi protratte nel tempo determinano un aumento del livello plasmatico della prolattina con possibili effetti sugli organi bersaglio. Pertanto, i medicinali contenenti fenotiazine devono essere usate con particolare cautela nelle donne con neoplasie mammarie. Durante la terapia, specie se prolungata o ad alte dosi, bisogna tenere sempre presente l'evenienza di effetti indesiderati a carico del SNC, del fegato, del midollo osseo, dell'occhio e dell'apparato cardiovascolare ed è quindi necessario eseguire periodici controlli clinici e di laboratorio. In particolare, dal momento che con i derivati fenotiazinici sono state descritte alterazioni della crasi ematica è consigliabile durante la terapia cronica con Clorpromazina cloridrato S.A.L.F. eseguire periodicamente un esame emocromocitometrico. Così come sono opportuni ripetuti controlli della funzione renale ed epatica. I pazienti trattati con alte dosi di clorpromazina e che devono essere sottoposti ad interventi operatori necessitano di dosaggi inferiori di anestetici e di farmaci che deprimono il sistema nervoso centrale. Gli effetti sulla crasi ematica devono essere particolarmente seguiti tra la quarta e la dodicesima settimana. L'esordio di una discrasia può essere tuttavia improvviso e quindi in seguito alla comparsa di manifestazioni infiammatorie a carico della bocca e delle prime vie aeree devono essere effettuati controlli ematologici. Le fenotiazine aumentano lo stato di rigidità muscolare in individui affetti da morbo di Parkinson o forme simili o da altri disturbi motori. Inoltre, le fenotiazine possono abbassare la soglia convulsiva e facilitare la comparsa di crisi epilettiche. I pazienti in trattamento con fenotiazine devono evitare l'eccessiva esposizione alla luce solare, ricorrendo, se necessario, all'uso di speciali creme protettive. Clorpromazina cloridrato S.A.L.F. deve essere usato con cautela in soggetti esposti a temperature particolarmente alte o basse in quanto le fenotiazine possono compromettere i meccanismi di termoregolazione. In studi clinici randomizzati versus placebo,
condotti in una popolazione di pazienti con demenza trattati con alcuni antipsicotici atipici, è stato osservato un aumento di circa tre volte del rischio di eventi cerebrovascolari. Il meccanismo di tale aumento del rischio non è noto. Non può essere escluso un aumento del rischio per altri antipsicotici o in altre popolazioni di pazienti. Clorpromazina cloridrato S.A.L.F. deve essere usato con cautela in pazienti con fattori di rischio per stroke. Poichè farmaci di questo tipo sono stati associati con la formazione di coaguli di sangue, Clorpromazina cloridrato S.A.L.F. deve essere usato con cautela nei pazienti con una storia di formazione di coaguli di sangue o nei pazienti che hanno familiari con una storia di coaguli di sangue.
INTERAZIONI
Informare il medico o il farmacista se si è recentemente assunto qualsiasi altro medicinale, anche quelli senza prescrizione medica. L'associazione con altri psicofarmaci richiede speciale cautela e vigilanza da parte del medico per evitare inattesi, indesiderati effetti da interazione. Tenuto conto delle loro proprietà fondamentali, le fenotiazine possono variamente interferire con numerosi gruppi di farmaci. Tra questi:
Sostanze che deprimono il SNC: barbiturici, ansiolitici, anestetici, antistaminici, analgesici, oppiacei. In caso di associazione evitare dosaggi elevati e controllare accuratamente il paziente per evitare un'eccessiva sedazione o depressione centrale.
Anticonvulsivanti: per il noto effetto delle fenotiazine sulla soglia convulsiva, nei soggetti epilettici può rendersi necessario un aggiustamento della terapia specifica. Il rispettivo dosaggio dei farmaci in caso di associazione deve essere accuratamente determinato essendo possibile tra l'altro, che le fenotiazine riducano il metabolismo della fenilidantoina, accentuandone la tossicità, e che i barbiturici, al pari di altri induttori enzimatici a livello microsomiale, possono accentuare il metabolismo delle fenotiazine.
Litio: il litio può ridurre la concentrazione della clorpromazina nel plasma e inoltre aumentare il rischio di reazioni di tipo extrapiramidale. E' segnalato un caso di fibrillazione ventricolare in seguito alla sospensione del litio nel corso di una terapia in associazione con la clorpromazina. Sebbene raramente, l'associazione con fenotiazine ha determinato una encefalopatia acuta. Se presente febbre di natura non determinata insieme ad effetti indesiderati di natura extrapiramidale la somministrazione del litio e del Clorpromazina cloridrato S.A.L.F. deve essere sospesa.
Antiipertensivi: l'interazione con farmaci usati nella terapia dell'ipertensione comporta un aumento dell'effetto ipotensivo. Tuttavia le fenotiazine possono antagonizzare gli effetti della guanetidina e farmaci simili.
Anticolinergici: cautela richiede l'associazione di fenotiazine e farmaci parasimpaticolitici che può favorire la comparsa di caratteristici effetti indesiderati. Gli anticolinergici possono ridurre l'azione antipsicotica di Clorpromazina cloridrato S.A.L.F.
Farmaci ad attività leucopenizzante : per il sinergico effetto depressivo sulla crasi ematica le fenotiazine non devono essere associate a fenilbutazone, derivati tiouracilici ed altri farmaci potenzialmente mielotossici.
Metrizamide: tale sostanza aumenta il rischio di convulsioni da fenotiazina. E' necessario quindi sospendere la terapia almeno 48 ore prima di un esame mielografico e la somministrazione non deve essere ripresa prima di 24 ore dall'esecuzione di questo.
Alcool: è sconsigliabile l'assunzione di alcool durante la terapia in quanto può potenziare gli effetti indesiderati centrali da fenotiazine. Lisuride, Pergolide e Levodopa: gli effetti di tali sostanze sono specificatamente antagonizzati dalle fenotiazine; di ciò si tenga conto nei soggetti con morbo di Parkinson.
Antiacidi: evitare l'ingestione del medicinale assieme ad antiacidi o altre sostanze che possano ridurre l'assorbimento delle fenotiazine. Interazioni con i tests di laboratorio: i metaboliti urinari delle fenotiazine possono impartire una colorazione scura alle urine e dare false risposte positive ai tests dell'amilasi, dell'urobilinogeno, delle uroporfirine, dei porfobilinogeni e dell'acido 5-idrossi-indolacetico. Nelle donne in trattamento con fenotiazine sono stati segnalati falsi positivi ai tests di gravidanza.
Antidiabetici: poiché la clorpromazina può causare iperglicemia il dosaggio degli ipoglicemizzanti orali o dell'insulina deve essere accuratamente determinato.
Antiaritmici: i neurolettici possono indurre alterazioni del tracciato ECG come il prolungamento dell'intervallo QT. Quando i neurolettici sono somministrati in concomitanza con farmaci che prolungano il QT il rischio di insorgenza di aritmie cardiache aumenta. Pertanto, essi devono essere usati con cautela nei pazienti che assumono sostanze come gli antiaritmici che hanno effetti simili.
Antidepressivi: l'associazione di fenotiazine e antidepressivi triciclici aumenta il rischio di effetti antimuscarinici.
Deferossamina: la somministrazione della deferossamina e della proclorperazina ha determinato una encefalopatia metabolica transitoria. E' possibile che tale situazione possa verificarsi anche con la clorpromazina, poiché questa mostra molte delle attività farmacologiche della proclorperazina. Non somministrare in concomitanza con farmaci che determinano alterazioni degli elettroliti. Studi sul metabolismo di clorpromazina hanno individuato due isoenzimi CYP2D6 e CYP1A2 coinvolti nel metabolismo da clorpromazina a 7-idrossi-clorpromazina. Sono inibitori del CYP2D6 (principale isoenzima coinvolto nel metabolismo della clorpromazina): gli antidepressivi, il metadone, la chinidina, gli anti H2, la codeina, l’alprenololo, gli antimalarici. Sono inibitori del CYP1A2: gli inibitori della ricaptazione della 5HT, i fluorochinolonici, le xantine metilate, il warfarin.
AVVERTENZE SPECIALI
Gravidanza e allattamento
Chiedere consiglio al medico o al farmacista prima di prendere qualsiasi medicinale. Clorpromazina cloridrato S.A.L.F. non deve essere somministrato nel primo trimestre di gravidanza. Nell'ulteriore periodo il medicinale deve essere usato solo quando ritenuto essenziale e sempre sotto il diretto controllo del medico. In corso di terapia informare il proprio medico nel caso si accerti uno stato di gravidanza. Poichè le fenotiazine vengono escrete nel latte materno, durante l’allattamento il farmaco non deve essere somministrato. Quando impiegato come antiemetico, il medicinale deve essere usato in gravidanza solo nei casi di sintomatologia conclamata per la quale non sia possibile una terapia alternativa.
Effetti sulla capacità di guidare veicoli e sull’uso di macchinari
Poichè i fenotiazinici inducono sedazione e sonnolenza, Clorpromazina cloridrato S.A.L.F. può influenzare la capacità di guidare veicoli e di usare macchinari.
Informazioni importanti su alcuni eccipienti: Clorpromazina cloridrato S.A.L.F. contiene sodio metabisolfito e sodio solfito. Tali sostanze possono provocare in soggetti sensibili e particolarmente negli asmatici reazioni di tipo allergico e attacchi asmatici gravi.
DOSE, MODO E TEMPO DI SOMMINISTRAZIONE
Il dosaggio della clorpromazina deve essere personalizzato in rapporto all'età del paziente, alla natura e alla gravità dell'affezione, alla risposta terapeutica e alla tollerabilità del farmaco. E' sempre consigliabile iniziare con dosaggi bassi, aumentando progressivamente le dosi. Usualmente l'intervallo terapeutico è di 6–8 ore. Nell'impiego parenterale non superare i 25 mg nelle prime 24 ore salvo nei casi in cui non sia strettamente indispensabile a giudizio dello specialista.
Documento reso disponibile da AIFA il 10/06/2016
Esula dalla competenza dell’AIFA ogni eventuale disputa concernente i diritti di proprietà industriale e la tutela brevettuale dei dati relativi all’AIC dei medicinali e, pertanto, l’Agenzia non può essere ritenuta responsabile in alcun modo di eventuali violazioni da parte del titolare dell'autorizzazione all'immissione in commercio (o titolare AIC).
A titolo di esempio si fornisce il seguente schema posologico.
- Nel trattamento dei disordini psichiatrici il dosaggio è estremamente vario. In genere, nei pazienti ambulatoriali e con sintomi di lieve o media gravità sono necessari 30–75 mg per somministrazione orale suddivisi nel corso della giornata. Il dosaggio può essere quindi aumentato fino ad ottenere l'effetto dose di mantenimento. In caso di necessità il trattamento può essere iniziato per via intramuscolare con 25 mg che può essere eventualmente ripetuto se necessario. Passare quindi alla via orale.
- Nei pazienti ospedalizzati possono essere necessarie dosi sensibilmente superiori a seconda del giudizio dello specialista.
- Nei bambini il dosaggio consigliato è di 1 mg/kg/die ripetuto se necessario, 2–3 volte al giorno.