Riassunto delle caratteristiche del prodotto - CEFAZOLINA PHARMACARE
1. denominazione del medicinale
CEFAZOLINA PHARMACARE 1g/4ml polvere e solvente per soluzione iniettabile per uso intramuscolare.
2. composizione qualitativa e quantitativa
Il flaconcino di polvere contiene:
Principio attivo: cefazolina sale sodico 1050 mg pari a 1000 mg di cefazolina.
Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo6.1
3. forma farmaceutica
Polvere e solvente per soluzione iniettabile per uso intramuscolare.
4. informazioni cliniche
4.1 indicazioni terapeutiche
CEFAZOLINA PHARMACARE è indicato nelle seguenti infezioni sostenute da germi sensibili quali: infezioni respiratorie, infezioni otorinolaringoiatriche, infezioni epatobiliari, infezioni genitourinarie, infezioni della pelle, dei tessuti molli, delle ossa e delle articolazioni, infezioni ostetrico-ginecologiche, infezioni dell'occhio, peritoniti, setticemie, endocarditi batteriche.
4.2 posologia e modo di somministrazione
Posologia
Adulti
La posologia di CEFAZOLINA PHARMACARE è di 1–3 g/die (da 0,5 a 1 g –2–3 volte al dì.)
La posologia di CEFAZOLINA PHARMACARE è di 20–50 mg/kg/die.
In pazienti con insufficienza renale le dosi vanno aggiustate in funzione del grado di compromissione (vedi lo schema seguente):
Clearance creatinina (ml/min) | Dose iniziale | Dose di mantenimento | Intervallo approssimativo di dosaggio |
0 | 500–1000 mg | metà dose iniziale | 48 ore |
5 | 500–1000 mg | metà dose iniziale | 24 ore |
10 | 500–1000 mg | metà dose iniziale | 16 ore |
15 | 500–1000 mg | metà dose iniziale | 12 ore |
20 | 500–1000 mg | metà dose iniziale | 9–10 ore |
25 | 500–1000 mg | metà dose iniziale | 8 ore |
30–50 | 500–1000 mg | uguale alla dose iniziale | 16–24 ore |
50–80 | 500–1000 mg | uguale alla dose iniziale | 12 ore |
Di solito, CEFAZOLINA PHARMACARE si somministra ogni 12 ore; in casi gravi è preferibile ripartire la dose giornaliera in 3 somministrazioni. Nel trattamento delle infezioni particolarmente gravi CEFAZOLINA PHARMACARE è stato impiegato alla dose di 4–12 g/die nell'adulto e di 100 mg/kg/die nel bambino.
Modo di somministrazione
Sciogliere il contenuto di un flaconcino con il solvente annesso.
4.3 controindicazioni
Ipersensibilità al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti elencati al paragrafo 6.1.
La CEFAZOLINA PHARMACARE è controindicata nei pazienti che abbiano manifestato in precedenza allergia alle cefalosporine o ad altre sostanze strettamente correlate dal punto di vista chimico, come penicilline e altri antibiotici beta-lattamici.
Documento reso disponibile da AIFA il 17/01/2021
Esula dalla competenza dell’AIFA ogni eventuale disputa concernente i diritti di proprietà industriale e la tutela brevettuale dei dati relativi all’AIC dei medicinali e, pertanto, l’Agenzia non può essere ritenuta responsabile in alcun modo di eventuali violazioni da parte del titolare dell'autorizzazione all'immissione in commercio (o titolare AIC).
CEFAZOLINA PHARMACARE contiene lidocaina, pertanto il prodotto è controindicato in caso di ipersensibilità alla lidocaina e agli anestetici locali di tipo amidico.
Controindicato nei prematuri e nei neonati al di sotto di 1 mese.
4.4 avvertenze speciali e precauzioni di impiego
Prima di iniziare la terapia con CEFAZOLINA PHARMACARE occorre accertare che il paziente non abbia avuto in precedenza reazioni di ipersensibilità verso la cefazolina, le cefalosporine, la penicillina, altri antibiotici beta-lattamici o altri farmaci. E' verosimile l'esistenza di un'allergia crociata parziale tra le cefalosporine e le penicilline. E' stato riferito di pazienti che hanno avuto reazioni gravi (inclusa l'anafilassi) ad entrambe queste classi di farmaci. E' stato accertato, infatti, che pazienti allergici alla penicillina possono essere allergici ad altri antibiotici beta-lattamici comprese le cefalosporine. Inoltre occorre accertare che il paziente non abbia avuto in precedenza reazioni di ipersensibilità verso la lidocaina o gli altri anestetici locali di tipo amidico
Inoltre, per quanto rari, sono stati segnalati casi di pazienti che hanno presentato gravi reazioni di tipo anafilattico, specialmente dopo somministrazione di medicinali iniettabili.
Se dovessero verificarsi reazioni allergiche alla cefazolina, la somministrazione del farmaco deve essere interrotta ed il paziente deve essere trattato con farmaci appropriati (ad es. adrenalina ed altre amine pressorie, antistaminici o corticosteroidi).
Le cefalosporine dovrebbero essere usate con cautela nei pazienti con una storia di malattie gastrointestinali ed in particolare di colite. La terapia antibatterica può provocare lo sviluppo di germi non sensibili e, raramente, un’alterazione della normale flora del colon con possibile selezione di clostridi responsabili di colite pseudomembranosa. E’ importante considerare questa patologia nella diagnosi differenziale dei pazienti che presentano diarrea dopo l’uso di un antibiotico. Colite pseudomembranosa è stata riportata durante terapia con quasi tutti gli antibiotici ad ampio spettro (inclusi i macrolidi, le penicilline semisintetiche e le cefalosporine); è quindi importante considerarne la diagnosi in pazienti che hanno diarrea durante antibiotico-terapia. La colite può variare da lieve a grave con rischio di morte del paziente. Le dovute misure di trattamento devono essere adottate nei casi di gravità moderata o severa. Nelle forme di media e grave entità il trattamento di elezione è rappresentato dalla vancomicina per uso orale integrato dalla somministrazione di fluidi, elettroliti e proteine. Casi lievi di colite pseudomembranosa possono regredire con l’interruzione del trattamento. L’uso contemporaneo di farmaci che favoriscono la stasi fecale deve essere assolutamente evitato. Sono stati segnalati casi di disturbi della coagulazione in pazienti in trattamento con cefazolina. Un appropriato monitoraggio deve essere effettuato nel caso di somministrazione concomitante di anticoagulanti. Per mantenere il livello desiderato di anticoagulazione possono essere necessari aggiustamenti del dosaggio degli anticoagulanti orali (vedere paragrafo 4.5).
La cefazolina somministrata in profilassi a pazienti sottoposti a interventi chirurgici a cuore aperto, potrebbe avere un effetto additivo a warfarin nel produrre ipoprotrombinemia.
In corso di trattamento con cefalosporine sono state segnalate positività dei test di Coombs (sia diretto che indiretto); ciò può verificarsi anche in neonati le cui madri hanno ricevuto cefalosporine prima del parto. In pazienti con bassa escrezione urinaria dovuta ad insufficienza renale, il dosaggio giornaliero di cefazolina deve essere opportunamente ridotto (vedere paragrafo 4.2). Nei pazienti con sospetta patologia renale, in particolare, un’attenta valutazione della funzione renale, clinica e di laboratorio, deve essere condotta prima e durante la terapia con cefalosporine. Gli effetti nefrotossici sono più probabili nei pazienti di età superiore a 50 anni, in quelli con precedenti patologie renali e nel caso di concomitanti somministrazioni di altri farmaci nefrotossici (vedere paragrafo 4.5).
In pazienti sottoposti a dialisi peritoneale (es. dialisi peritoneale ambulatoriale continua, oppure dialisi peritoneale ciclica continua), la presenza di cefazolina nell’organismo è fortemente influenzata dalla velocità di flusso del liquido dializzato. L’aumento della velocità del fluido dializzato a valori >5,50 ml/minuto in pazienti in dialisi peritoneale conduce a un aumento dell’eliminazione di cefazolina dall’organismo.
Si sconsiglia la somministrazione intratecale di CEFAZOLINA PHARMACARE. A seguito di somministrazione intratecale di cefazolina sono stati riportati casi di gravi tossicità a livello del sistema nervoso centrale, incluse convulsioni.
In caso di infezioni, il microrganismo responsabile dovrebbe sempre essere isolato e la terapia antibatterica dovrebbe essere basata su test di sensibilità condotti su campioni raccolti prima dell’inizio della terapia.
La sensibilità alla cefazolina deve essere confermata con metodi standardizzati a livello europeo e internazionali sia tramite sistemi automatici che manuali. La terapia con cefazolina può comunque essere iniziata in attesa dei risultati di queste analisi. Prima di impiegare CEFAZOLINA PHARMACARE in associazione con altri antibiotici, dovrebbero essere
attentamente valutate le relative interazioni, controindicazioni, avvertenze, precauzioni ed effetti indesiderati.
La somministrazione delle cefalosporine può interferire con i risultati di alcune prove di laboratorio causando falsa positività della glicosuria con i metodi di Benedict, Fehling e “Clinitest”, ma non con i metodi enzimatici (vedere paragrafo 4.5).
Sono state segnalate, in corso di trattamento con cefalosporine, positività dei test di Coombs (talora false).
Nei pazienti con ipertensione o insufficienza cardiaca si dovrebbe tener conto del contenuto di sodio della soluzione iniettabile.
Tenere il medicinale fuori dalla vista e dalla portata dei bambini.
Questo medicinale contiene 2,2 mmol (o 5,6 mg) di sodio, per flaconcino. Da tenere in considerazione in persone con
ridotta funzionalità renale o che seguono una dieta a basso contenuto di sodio.
Documento reso disponibile da AIFA il 17/01/2021
Esula dalla competenza dell’AIFA ogni eventuale disputa concernente i diritti di proprietà industriale e la tutela brevettuale dei dati relativi all’AIC dei medicinali e, pertanto, l’Agenzia non può essere ritenuta responsabile in alcun modo di eventuali violazioni da parte del titolare dell'autorizzazione all'immissione in commercio (o titolare AIC).
4.5 interazioni con altri medicinali o altre forme d’ interazione
La concomitante somministrazione di Probenecid può ridurre l’escrezione renale delle cefalosporine, i cui livelli ematici risulterebbero perciò aumentati e persisterebbero più a lungo.
Una reazione falsamente positiva per la glicosuria può verificarsi impiegando le soluzioni di Benedict, o di Fehling, o con le compresse di „Clinitest“ ciò non si registra con i test enzimatici. Farmaci nefrotossici – l'uso concomitante di farmaci nefrotossici come aminoglicosidi, colistina, polimixina B o vancomicina può aumentare il rischio di nefrotossicità con alcune cefalosporine e probabilmente dovrebbe essere evitato, se possibile.
Alcool – non sono stati riportati effetti disulfiram-simili in pazienti che hanno assunto alcool durante il trattamento con cefazolina.
Altri antibatterici – studi in vitro indicano che aminoglicosidi, penicilline o cloramfenicolo possono avere un effetto additivo o sinergico sull'attività antibatterica delle cefalosporine verso alcuni microrganismi.
Anticoagulanti orali.
Le cefalosporine molto raramente possono portare a disturbi della coagulazione (vedere paragrafo 4.4). Se è necessaria la co-somministrazione di anticoagulanti orali o eparina a dosi elevate, il tempo di protrombina o il rapporto internazionale normalizzato devono essere attentamente monitorati nel caso di aggiunta o sospensione di cefazolina. Inoltre, possono essere necessari aggiustamenti del dosaggio degli anticoagulanti.
4.6 gravidanza e allattamento
Gravidanza
Non esistono studi adeguati e ben controllati effettuati su donne gravide per cui questo farmaco, durante la gravidanza, dovrebbe essere usato solo in casi di effettiva necessità.
La somministrazione di cefazolina prima dell’intervento di parto cesareo determina livelli ematici nel cordone ombelicale variabili da 1/4 a 1/3 delle concentrazioni ematiche presenti nella madre. La cefazolina non sembra capace di procurare effetti collaterali sul feto.
In ogni caso la cefazolina può essere somministrata soltanto dopo la legatura del cordone ombelicale.
Allattamento
La cefazolina è presente in concentrazioni bassissime nel latte materno: è bene comunque usare cautela nel somministrare la cefazolina a donne in allattamento.
4.7 effetti sulla capacità di guidare veicoli e dell'uso di macchinari
CEFAZOLINA PHARMACARE non altera la capacità di guidare veicoli e di usare macchinari.
4.8 effetti indesiderati
Disturbi del sistema immunitario
Reazioni di ipersensibilità: orticaria, prurito, eruzioni cutanee (maculopapulari, eritematose o morbilliformi), febbre e brividi, reazioni simil malattia da siero (febbre, orticaria, artralgia, edema e linfoadenopatia), eosinofilia, artralgia, edema, eritema, prurito anale e genitale, angioedema, sindrome di Stevens-Johnson, eritema multiforme, necrolisi epidermica tossica, dermatite esfoliativa.
Le reazioni di ipersensibilità si verificano nei pazienti con una storia di allergia, in particolare verso la penicillina.
Raramente sono state riportate reazioni anafilattiche: gravi reazioni acute e generalizzate caratterizzate da dispnea, spesso seguita da collasso cardiovascolare o da shock, manifestazioni cutanee (essenzialmente prurito ed orticaria con o senza angioedema) e gastrointestinali (nausea, vomito, dolori addominali crampiformi e diarrea).
Patologie del sistema emolinfopoietico
Nel 3% e oltre dei pazienti trattati con una cefalosporina è riscontrabile un test di Coombs, diretto ed indiretto, positivo.
Raramente e in forma lieve e transitoria, neutropenia, eosinofilia, trombocitemia o trombocitopenia e leucopenia. Sono stato riferite anemia e agranulocitosi, così come anemia aplastica, pancitopenia, anemia emolitica ed emorragia.
Patologie epatobiliari
Aumento di transaminasi (AST/SGOT, ALT/SGPT), fosfatasi alcalina, lattico deidrogenasi (LDH), gamma-glutamiltranspeptidasi (GGTP) o bilirubina e disfunzioni epatiche, compresa la colestasi. Questi effetti sono generalmente lievi e scompaiono con la sospensione della terapia.
Patologie renali e urinarie
Occasionalmente, aumento transitorio di azotemia e creatininemia.
Raramente, insufficienza renale acuta associata a nefrite interstiziale.
Patologie gastrointestinali
Gli effetti indesiderati di più frequente riscontro dopo somministrazione orale di cefalosporine sono: nausea, vomito, diarrea e candidiasi orale (mughetto). Generalmente sono lievi e transitori ma raramente possono essere tali da richiedere la sospensione del farmaco. Altri effetti osservati sono: dolore addominale, tenesmo, dispepsia, glossite e pirosi gastrica.
Durante e dopo l’antibiotico-terapia può manifestarsi la sintomatologia della colite pseudomembranosa.
Gli effetti gastrointestinali delle cefalosporine possono verificarsi anche dopo somministrazione intramuscolare.
Raramente, durante il trattamento con cefalosporina o dopo la sua sospensione, è stata riferita la comparsa di colite pseudomembranosa causata da clostridi antibiotico-resistenti produttori di tossine (es. C. difficile); alcuni casi letali sono stati riportati.
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione
Reazioni locali sono piuttosto comuni con alcune cefalosporine: dolore, indurimento dei tessuti e dolorabilità, alcune volte con edema in durativo. Flebiti in corrispondenza della sede di iniezione.
Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche
Senso di costrizione toracica.
Patologie del sistema nervoso
Possibile comparsa di vertigini, cefalea, malessere, stanchezza.
Infezioni ed infestazioni
Moniliasi e vaginite, con prurito in sede genitale ed anale.
Questi effetti collaterali richiedono l’adozione delle necessarie misure terapeutiche e l’attenta considerazione del medico che, se del caso, deciderà sull’opportunità di interrompere il trattamento.
La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione all’indirizzo .
4.9 sovradosaggiosegni e sintomi di tossicità per sovradosaggio di cefazolina possono includere: dolore, infiammazione e flebite nel sito di iniezione, senso di mancamento, parestesie, cefalea. il sovradosaggio con alcune cefalosporine può scatenare convulsioni, particolarmente in pazienti con insufficienza renale nei quali può verificarsi un accumulo del farmaco. alterazioni dei parametri di laboratorio: aumento della creatininemia, dell’azotemia, degli enzimi epatici e della bilirubina, positività al test di coombs, trombocitosi, trombocitopenia, eosinofilia, leucopenia ed allungamento del tempo di protrombina.
Nel trattamento del sovradosaggio, considerare sempre la possibilità che possa trattarsi di sovradosaggi multipli, di interazione tra farmaci o di una particolare farmacocinetica nel paziente.
Se insorgono convulsioni, interrompere immediatamente la somministrazione del farmaco e, se clinicamente indicato, effettuare una terapia anticonvulsivante.
Garantire la pervietà delle vie aeree del paziente e sostenere la ventilazione e la perfusione. Monitorare attentamente e mantenere, entro limiti accettabili, i segni vitali del paziente, l’emogasanalisi, gli elettroliti sierici, ecc..
In casi di grave sovradosaggio, specialmente nel paziente con insufficienza renale, può essere utile l’impiego combinato dell’emodialisi e dell’emoperfusione, dopo il fallimento di terapie più conservative.
Non esistono, comunque, dati certi a supporto dell’efficacia di tale approccio terapeutico.
5. proprietà farmacologiche
5.1 proprietà farmacodinamiche
Categoria farmacoterapeutica: cefalosporine di prima generazione, codice ATC: J01DB04.
CEFAZOLINA PHARMACARE (cefazolina sodica) sviluppa un'azione battericida ad ampio spettro che si esercita mediante l'inibizione della sintesi della parete cellulare e conseguente lisi della cellula batterica. Svolge la sua attività antibatterica nei confronti di una vasta gamma di germi Gram-positivi e Gram-negativi sensibili, quali: Staphylococcus Aureus (penicillino-sensibile), Staphylococcus Aureus (penicillino-resistente), Streptococcus Viridans, Streptococcus Pyogenes, Streptococcus Haemolyticus, Diplococcus Pneumoniae, Clostridium Perfrigens, Corynebacterium Diphteriae, Neisseria Gonorrhoeae, Escherichia Coli, Klebsiella Pneumoniae, Proteus Mirabilis, Enterobacter Aerogenes, Haemophilus Influenzae, Salmonella Tiphy, Shigella Dysenteriae, Shigella Flezneri. È invece risultato inattivo nei confronti della maggior parte dei ceppi di Pseudomonas Aeruginosa.
5.2 proprietà farmacocinetiche
CEFAZOLINA PHARMACARE raggiunge nell'adulto, dopo una singola somministrazione di 1 g i.m. valori di 63,8 mcg/ml al picco. Il corrispettivo valore al picco per la somministrazione endovenosa è 184,4 mcg/ml. Livelli ematici notevolmente elevati e clinicamente efficaci permangono ancora 10–12 ore dopo la singola somministrazione (i.m., e.v.).
CEFAZOLINA PHARMACARE facilmente si diffonde nel tessuto di molti organi come polmone, tonsille, parete della colecisti e appendice. Buone concentrazioni si raggiungono anche nei liquidi organici come bile, liquido sinoviale e umor acqueo. In assenza di infiammazione, raggiunge scarse concentrazioni nel liquor per cui si può asserire che non supera la barriera ematoencefalica. Inoltre è risultata scarsa la presenza di CEFAZOLINA PHARMACARE nel latte materno. CEFAZOLINA PHARMACARE viene eliminato in forma attiva, prevalentemente per via renale, sia per filtrazione glomerulare che per secrezione tubulare. La quantità di antibiotico eliminato nelle 24 ore con le urine è pari al 70–80% della dose somministrata. Dopo la somministrazione della dose di 1 g i.m. raggiunge nelle urine una concentrazione di 4000 mcg/ml. La DL50 nel ratto è pari a 6,421 g/kg dopo somministrazione intramuscolare mentre nel topo è di 7 g/kg.
5.3 dati preclinici di sicurezza
I dati della tossicità acuta, studiata in varie specie animali e per diverse vie di somministrazione indicano che CEFAZOLINA PHARMACARE è privo di effetto tossico alle dosi terapeutiche. Con somministrazioni prolungate per os ed endovena a ratti e a cani, il farmaco è stato ben tollerato a tutte le dosi e non ha provocato alterazioni a carico dei vari organi. Inoltre CEFAZOLINA PHARMACARE non ha indotto effetti embriotossici e teratogeni
6. informazioni farmaceutiche
6.1 elenco degli eccipienti
Una fiala solvente 4 ml contiene: lidocaina cloridrato, acqua sterile per preparazioni iniettabili.
6.2 incompatibilità
E’ stata riscontrata incompatibilità fisico-chimica con antinfiammatori non steroidei appartenenti al
gruppo dei derivati dell’acido fenil-propionico.
6.3 periodo di validità
CEFAZOLINA PHARMACARE, in confezionamento integro e correttamente conservato, è stabile per 36 mesi dalla data di preparazione.
6.4 precauzioni particolari per la conservazione
Conservare a temperatura non superiore a 25°C e nel flaconcino ermeticamente chiuso.
Per le condizioni di conservazione dopo la ricostituzione, vedere paragrafo 6.3.
6.5 natura e contenuto del contenitore
Il flaconcino iniettabile e la fiala solvente sono in vetro.
1 flaconcino polvere + 1 fiala solvente da 4 ml
6.6 precauzioni particolari per lo smaltimento e la manipolazione
Il medicinale non utilizzato e i rifiuti derivati da tale medicinale devono essere smaltiti in conformità alla normativa locale vigente
7. titolare dell’autorizzazione all’immissione in commercio
PHARMACARE S.r.l., Via Marghera 29 – 20149 – Milano– Italia
8. NUMERODELL'AUTORIZZAZIONE ALL’IMMISSIONE IN COMMERCIO
“1000 mg/4 ml polvere e solvente per soluzione iniettabile per uso intramuscolare” – 1 flaconcino polvere + 1 fiala solvente da 4 ml -A.I.C. n. 024127019