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BRIVUDINA ARISTO - riassunto delle caratteristiche del prodotto

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Riassunto delle caratteristiche del prodotto - BRIVUDINA ARISTO

DENOMINAZIONE DEL MEDICINALE

Brivudina Aristo 125 mg compresse.

2. composizione qualitativa e quantitativa

Ciascuna compressa contiene 125 mg di brivudina.

Eccipienti con effetto noto:

Ciascuna compressa contiene 33 mg di lattosio monoidrato.

Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.

3. forma farmaceutica

Compressa

Brivudina Aristo compresse sono compresse biancastre, rotonde, dai bordi smussati, piane su entrambi i lati, aventi una dimensione di circa 9,0 mm (diametro) x 3,0 mm (spessore).

4. informazioni cliniche

4.1 indicazioni terapeutiche

Brivudina Aristo è indicato nel trattamento precoce delle infezioni acute da herpes zoster in adulti immunocompetenti.

4.2 posologia e modo di somministrazione

Posologia

Gli adulti assumono un compressa di Brivudina Aristo una volta al giorno per 7 giorni.

Il trattamento deve essere iniziato il prima possibile, preferibilmente entro 72 ore dopo la comparsa dei sintomi cutanei (generalmente eritema da zoster) o 48 ore dopo la comparsa di vesciche sulla pelle. Le compresse devono essere assunte approssimativamente alla stessa ora ogni giorno.

Se i sintomi persistono o peggiorno durante i 7 giorni di trattamento, il paziente deve essere avvisato di consulare un medico.

Brivudina Aristo è indicato per un trattamento a breve termine.

Questo trattamento inoltre riduce il rischio di sviluppo di neuralgie post –zoster in pazienti di età superiore a 50 anni al dosaggio usuale sopra menzionato (una compressa di Brivudina Aristo una volta al giorno per 7 giorni).

Dopo il primo ciclo di 7 giorni di trattamento, non deve essere iniziato un secondo ciclo.

Popolazioni speciali

Anziani

Non è richiesto un aggiustamento della dose nei pazienti di età superiore a 65 anni di età.

Compromissione epatica o renale

Non sono state osservati significativi cambiamenti nell’esposizione sistemica alla brivudina in seguito a compressione epatica o renale. Pertanto, non è richiesto un aggiustamento della dose nei pazienti con compromissione epatica o renale da lieve a moderata (vedere anche paragrafo 5.2).

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Popolazione pediatrica

Brivudina Aristo è controindicata nei bambini di età compresa tra 0 e 18 anni, in quanto la sicurezza e l’efficacia in questo gruppo di età non sono stati stabilite (vedere paragrafo 4.3).

Modo di somministrazione

Uso orale

L’assunzione di cibo non influenza significativamente l’assorbimento della brivudina (vedere paragrafo 5.2).

4.3 controindicazioni

Ipersensibilità al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti elencati al paragrafo 6.1.

Chemioterapia antineopastica con fluoropirimidine

Brivudina è controindicata in pazienti recentemente sottoposti, attualmente sottoposti o in attesa di essere sottoposti (entro 4 settimane) a chemioterapia antineoplastica con medicinali contenenti, 5-fluorouracile (5-FU), inclusi le preparazioni per uso topico, i pro-farmaci (ad es. capecitabina, tegafur) e le associazioni che contengono questi principi attivi o altre fluoropirimidine (vedere anche paragrafi 4.3 Pazienti immunocompromessi, 4.4, 4.5 e 4.8).

Terapia antifungina con flucitosina

Brivudina è controindicata nei pazienti recentemente sottoposti o attualmente sottoposti a terapia antifungina con flucitosina in quanto è un pro-farmaco del 5-fluorouracile (5-FU) (vedere anche i paragrafi 4.4, 4.5 e 4.8).

L’interazione tra brivudina e fluoropirimidine (es. capecitabina, 5-FU, ecc.) è potenzialmente fatale (vedere paragrafi 4.4, 4.5 e 4.8).

Pazienti immunosoppressi

Brivudina è controindicata nei pazienti immunocompromessi, quali i pazienti recentemente sottoposti o attualmente sottoposti a chemioterapia antineoplastica o pazienti in corso di terapia immunosoppressiva.

Bambini

La sicurezza e l’efficacia di Brivudina Aristo nei bambini non sono state stabilite, pertanto il suo uso non è indicato.

Ipersensibilità

Brivudina non deve essere somministrata in casi di ipersensibilità al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti elencati al paragrafo 6.1.

Gravidanza e allattamento

Brivudina è controindicata durante la gravidanza o l’allattamento (si veda anche il paragrafo 4.6).

4.4 avvertenze speciali e precauzioni di impiego

Brivudina non deve essere somministrata in pazienti recentemente sottoposti, attualmente sottoposti o che sono in attesa di essere sottoposti (entro 4 settimane) a chemioterapia antineoplastica con medicinali contenenti 5-fluorouracile (5-FU), compresi anche le sue preparazioni per uso topico, i suoi profarmaci (per es. capecitabina, tegafur) e le associazioni che contengono questi principi attivi o altre 5-fluoropirimidine (vedere paragrafi 4.3, 4.5 e 4.8).

Brivudina non deve essere somministrata in pazienti recentemente sottoposti o attualmente sottoposti a terapia antifungina con flucitosina (un profarmaco del 5-fluorouracile).

L’interazione tra brivudina e fluoropirimidine (per es. capecitabina, 5-FU, tegafur,

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flucitosina, ecc.) è potenzialmente fatale. Casi con esito fatale sono stati segnalati a seguito di tale interazione. Deve essere rispettato un periodo di attesa di almeno 4 settimane fra il termine del trattamento con brivudina e l’inizio della terapia con brivudina e l’inizio della terapia con fluoropirimidine (per es. capecitabina, 5-FU, tegafur, flucitosina, ecc.) (vedere paragrafi 4.3, 4.5 e 4.8).

In caso di somministrazione accidentale di brivudina in pazienti che hanno recentemente assunto o stanno attualmente assumendo fluoropirimidine, tutti i farmaci devono essere sospesi e devono essere prese misure efficaci atte a ridurre la tossicità dei farmaci a base di fluoropirimidine: ricovero immediato in ospedale e iniziative per prevenire infezioni sistemiche e disidratazione. I centri antiveleni (se disponibili) devono essere contattati il prima possibile in modo da stabilire le azioni più appropriate per ridurre la tossicità da fluoropirimidina (vedere paragrafi 4.3, 4.5 e 4.8).

Brivudina non deve essere usata se le manifestazioni cutanee si sono già completamente sviluppate.

Brivudina deve essere usata con cautela in pazienti con malattie epatiche croniche come epatiti. I dati post-marketing indicano che il prolungamento del trattamento oltre la durata consigliata di 7 giorni, aumenta il rischio di sviluppare epatite (vedere anche paragrafo 4.8).

I pazienti affetti da rari problemi ereditari di intolleranza al galattosio, da deficit totale di lattasi, o da malassorbimento di glucosio-galattosio, non devono assumere questo medicinale.

4.5 interazioni con altri medicinali ed altre forme di interazione

È stata segnalata un’interazione clinicamente significativa (e potenzialmente fatale) tra brivudina e fluoropirimidine (per es. capecitabina, 5-FU, tegafur, flucitosina, ecc.) (vedere anche paragrafi 4.3, 4.4 e 4.8). Questa interazione, che determina un aumento della tossicità delle fluoropirimidine, è potenzialmente fatale.

Brivudina, attraverso il suo principale metabolita bromoviniluracile (BVU), esercita un’inibizione irreversibile della diidrossipirimidina deidrogenasi (DPD), un enzima che regola il metabolismo sia dei nucleosidi naturali (ad es. timidina) che dei farmaci a base di pirimidina (fluoropirimidine) come capecitabina o 5-fluorouracile (5-FU). Come conseguenza dell’inibizione dell’enzima, si verifica una sovraesposizione e una aumentata tossicità delle fluoropirmidine.

Studi clinic hanno dimostrato che negli adulti sani sottoposti a un ciclo di terapia a base di brivudina (125 mg una volta al giorno per 7 giorni), il completo recupero funzionale dell’attività dell’enzima DPD avviene dopo 18 giorni dall’ ultima somministrazione.

Ciononostante brivudina non deve essere somministrata a pazienti recentemente sottoposti, attualmente sottoposti o che sono in attesa di esser sottoposti (entro 4 settimane) a chemioterapia antineoplastica con farmaci contenenti 5-fluorouracile (5-FU), inclusi preparazioni per uso topico, profarmaci (es. capecitabina, tegafur) e associazioni che contengono questi principi attivi o altre fluoropirimidine (vedere anche paragrafi 4.3, 4.4 e 4.8).

Brivudina non deve essere somministrata in pazienti recentemente sottoposti o attualmente sottoposti a terapia antifungina con flucitosina (un profarmaco del 5-fluorouracile).

Deve essere rispettato un intervallo minimo di 4 settimane fra il termine del trattamento con brivudina e l’inizio del trattamento con brivudina e l’inizio del trattamento con capecitabina o altri farmaci a base di fluoropirimidine, inclusa flucitosina.

In caso di somministrazione accidentale di brivudina, in pazienti che hanno recentemente assunto o stanno attualmente assumendo fluoropirimidine, l’assunzione di tutti i farmaci deve essere interrotta e devono essere attuate misure efficaci per ridurre la tossicità dei farmaci a base di fluoropirimidine: ricovero immediato in ospedale e tutte le iniziative per la prevenzione di infezioni sistemiche e disidratazione. I centri antiveleni (se disponibili) devono essere contattati il prima

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possibile in modo da stabilire le azioni più appropriate per ridurre la tossicità da fluoropirimidina (vedere paragrafi 4.3, 4.4 e 4.8). Segnali di tossicità di farmaci a base di fluoropirimidine includono nausea, vomito, diarrea e in casi gravi stomatiti, mucositi, necrolisi epidermica tossica, neutropenia e depressione del midollo osseo.

Farmaci Dopaminergici e/o Malattia di Parkinson

Dati Post-marketing indicano una possibile interazione della brivudina con farmaci dopaminergici anti-Parkinson nell’accelerare la corea.

Altre interazioni

Non è stata dimostrata alcuna potenziale induzione o inibizione del sistema enzimatico epatico del citocromo P450.

L’assunzione di cibo non influenza significativamente l’assorbimento della brivudina.

4.6 fertilità, gravidanza e allattamento

Gravidanza e allattamento

Brivudina Aristo è controindicato durante la gravidanza e durante l’allattamento.

Studi sugli animali non hanno mostrato effetti embriotossici o teratogeni. Effetti fetotossici si sono osservati solo a dosi elevate. Tuttavia, la sicurezza della Brivudina Aristo durante la gravidanza umana non è stata stabilita.

Studi sugli animali hanno mostrato che la brivudina e il suo principale metabolita, il bromoviniluracile (BVU) passa nel latte materno.

4.7 effetti sulla capacità di guidare veicoli e sull’uso di macchinari

Non ci sono studi sugli effetti della Brivudina Aristo sull’abilità di guidare e usare macchinari. Durante la guida di veicoli, l’utilizzo di macchinari, o mentre si lavora senza un punto di appoggio, si deve considerare il fatto che in alcuni casi sono stati segnalate vertigini e sonnolenza (vedere paragrafo 4.8).

4.8 effetti indesiderati

Riassunto del profilo di sicurezza

Brivudina è stata somministrata durante gli studi clinici a più di 3900 pazienti. L’effetto collaterale più serio, ma raro che si verificava era l’epatite. Questo effetto collaterale è stato anche registrato durante la fase post-marketing di farmacovigilanza.

Il solo effetto collaterale comune era la nausea (2,1%). Le successive reazioni avverse più frequenti (non comune e raro) erano quelle relative al Sistema Nervoso Centrale (SNC) ai disordini psichiatrici. Un effetto della brivudina sul SNC emerge anche dai dati post-marketing di farmacovigilanza.

Malattie della pelle e del tessuto sottocutaneo sono state rilevanti durante l’utilizzo clinico del farmaco, ed emergono anche dai dati post-marketing di farmacovigilanza.

Elenco tabellare delle reazioni avverse

La seguente tabella elenca le reazioni avverse alla brivudina a seconda della classificazione per sistemi e organi in ordine decrescente di serietà.

Classificazione per sistemi ed organi

Comune (≥ 1/100

Non comune

(≥ 1/1000 to < 1/100)

Raro

(≥ 1/10000 to

Non nota (la frequenza non può

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to <1/10)

<1/1000)

essere stimata sulla base dei dati disponibili)

Patologie del sistema emolinfopoietico

Granulocitopenia, eosinofilia, anemia, linfocitosi, monocitosi

Trombocitopenia

Disordini del sistema immunitario

Allergia / reazioni di ipersensibilità (edema periferico e edema della lingua, labbra, palpebra, laringe e viso, prurito, eritema cutaneo, aumentata traspirazione, tosse, dispnea, broncocostrizione)

Disordini del metabolismo e della nutrizione

Anoressia

Disordini psichiatrici

Insonnia, disturbo d’ansia

Allucinazioni, stato confusionale

Disturbi del sistema nervoso

Mal di testa, capogiro, vertigini, sonnolenza, parestesia

Disgeusia, tremore

Disturbi dell’equilibrio

Patologie dell’orecchio e del labirinto

Otalgia

Disordini vascolari

Ipertensione

Ipotensione

Vasculite

Disordini gastrointestinali

Nausea

Vomito, Diarrea, dispepsia, dolore addominale, costipazione, flatulenza

Disordini epatobiliari

Fegato grasso, aumento degli enzimi epatici

Epatite, aumento della bilirubinemia

Insufficienza epatica acuta

Patologie della pelle e del tessuto sottocutaneo

Esantema fisso, dermatite esfoliativa, eritema multiforme, Sindrome di Stevens-Johnson

Patologie del Sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo

Dolore osseo

Patologie sistemiche e condizioni relative al sito di somministrazione

Astenia, Stanchezza, Malattia simil-influenzale (Malessere, febbre, dolore, brividi)

Descrizione di reazioni avverse selezionate

Brivudina può interagire con agenti chemioterapici della classe delle fluoropirimidine. Questa interazione, che induce ad un aumento della tossicità delle fluoropirimidine, è potenzialmente fatale (vedere anche paragrafi 4.3 4.4 e 4.5).

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I segni di tossicità dei farmaci a base di fluoropirimidina includono nausea, vomito, diarrea e, nei casi gravi, stomatiti, mucositi, necrolisi epidermica tossica, neutropenia e depressione midollare (vedere anche paragrafi 4.3, 4.4 e 4.5).

Glie effetti epatotossici si sono verificati sia durante gli studi clinici che durante la sorveglianza postmarketing. Questi effetti consistono sia nell’epatite colestatica o citolitica che nell’ittero colestatico o aumento degli enzimi epatici. La maggior parte dei casi di epatite si sviluppavano tra 3 e 28 giorni dopo la fine del trattamento di 7-giorni. I dati post-marketing indicano che il prolungamento del trattamento oltre i 7 giorni raccomandati, aumenta il rischio di epatite.

Popolazione pediatrica

La brivudina non è stata studiata e non è indicata nei bambini. Pertanto, il profilo di sicurezza relativo all’utilizzo nella popolazione pediatrica non è noto.

Segnalazione delle reazioni avverse sospette

La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione all’indirizzo.

4.9 sovradosaggio

Ad oggi, non è stato segnalato alcun caso di sovradosaggio da Brivudina Aristo. In seguito a sovradosaggio intenzionale o accidentale, deve essere somministrata una terapia sintomatica ed una terapia di supporto appropriata.

5. proprietà farmacologiche

5.1 proprietà farmacodinamiche

Categoria farmacoterapeutica: antivirali per uso sistemico, nucleosidi e nucleotidi ad esclusione degli inibitori della trascrittasi inversa. Codice ATC: J05AB15.

La brivudina, principio attivo del medicinale Brivudina Aristo, è uno dei più potenti analoghi nucleosidici che inibiscono la replicazione del virus della varicella-Zoster (VZV). Particolarmente sensibili sono i ceppi clinici del virus della varicella-Zoster.

Nelle cellule infettate dal virus, la brivudina subisce una serie di fosforilazioni sequenziali che portano alla formazione della brivudina trifosfato responsabile dell’inibizione della replicazione virale. La trasformazione intracellulare della brivudina nei derivati fosforilati è catalizzata dagli enzimi codificati dal virus, principalmente la timidina chinasi. La fosforilazione si verifica solo nelle cellule infettate, ciò spiega l’alta selettività della brivudina per i bersagli virali.

La brivudina trifosfato, una volta formatasi nelle cellule infettate dal virus, rimane nell’ambiente intracellulare per più di 10 ore e interagisce con la DNA-polimerasi virale. Questa interazione conduce ad una potente inibizione della replicazione virale.

Il meccanismo di resistenza è basato sulla carenza della timidina chinasi virale (TK). Tuttavia, nella pratica clinica, i requisiti per l’insorgenza della resistenza sono una terapia antivirale cronica e l’immunodeficienza dei pazienti, condizioni entrambe che è improbabile si verifichino sotto le indicazioni proposte.

La concentrazione di brivudina in grado di inibire in vitro la replicazione virale (IC50) corrisponde a 0,001 μg/ ml (0,003 – 0,003 μg/ ml). Pertanto, la brivudina è approssimativamente da 200 a 1000 volte più potente dell’aciclovir e penciclovir nell’ inibire in vitro la replicazione del VZV. In individui in trattamento con la dose raccomandata di 125 mg una volta al giorno, la concentrazione plasmatica massima di brivudina allo stato stazionario (CSSmax) è di 1,7 μg/ ml e la concentrazione

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plasmatica minima (CSSmax) è di of 0,06 μg/ ml (ovvero 60 volte il valore di IC50). La brivudina ha un’insorgenza d’azione molto rapida in condizioni di attiva crescita virale, raggiungendo il 50% dell’inibizione della replicazione virale entro 1 ora dall’esposizione al farmaco.

La brivudina mostra un’attività antivirale anche in animali da laboratorio infettati sia con il Simian virus (scimmia) o l’herpes simplex virus di tipo 1 (topo e cavie). La brivudina è attiva contro l’herpes simplex virus di tipo 1, mentre non ha una significativa attività antivirale nei confronti dell’herpes virus di tipo 2.

L’inibizione della replicazione virale sottolinea l’efficacia di Brivudina Aristo nell’accelerare la risoluzione delle manifestazioni cutanee nelle fasi iniziali in pazienti con herpes zoster.

L’elevata potenza antivirale della brivudina in vitro si riflette in un’efficacia clinica superiore osservata negli studi clinici comparativi con aciclovir dal tempo che si estende dall’inizio del trattamento fino all’ultima eruzione vescicolare: il tempo medio era ridotto del 25% con la brivudina (13,5 ore), rispetto ad aciclovir (18 ore).

Inoltre, il relativo rischio di sviluppare nevralgia post-erpetica (PHN) era inferiore del 25% con la brivudina (il 33% di tutti i pazienti ha segnalato PHN) rispetto ad aciclovir (il 43 % di tutti i pazienti ha segnalato PHN) nei pazienti immunocompetenti di età superiore a 50 anni che sono stati trattati per l’herpes-zoster.

5.2 proprietà farmacocinetiche

Assorbimento

La brivudina viene rapidamente assorbita dopo la somministrazioe orale di Brivudina Aristo. La biodisponibilità della brivudina è circa il 30% della dose orale di Brivudina Aristo, per il rilevante effetto di primo passaggio. Il picco medio della concentrazione plasmatica allo stato stazionario dopo una dose orale di 125 mg è di 17 μg/ ml e viene raggiunto entro un’ora dalla somministrazione della dose.

Il cibo ritarda lievemente l’assorbimento della brivudina ma non influenza la quantità totale di farmaco assorbita.

Distribuzione

La brivudina si distribuisce ampiamente nei tessuti come indicato dall’elevato volume di distribuzione (75 L). La brivudina si lega fortemente (>95%) alle proteine plasmatiche.

Biotrasformazione

La brivudina è rapidamente metabolizzata attraverso l’enzima pirimidina fosforilasi, che scinde il legame con lo zucchero, dando origine al bromovinil-uracile (BVU), un metabolita privo di attività virustatica. BVU è l’unico metabolita rilevato nel plasma umano e il suo picco di concetrazione plasmatica supera di un fattore due quello della molecola di origine. BVU è ulteriormete metabolizzato ad acido uracil-acetico, il principale metabolita polare rilevato nelle urine uane ma non rilevabile nel plasma.

Eliminazione

La brivudina è efficaciemente eliminata con una clearance corporea totale di 240 mL/min. L’emivita finale della brivudina nel plasma è approssimativamente di 16 ore. La brivudina è eliminata con le urine (65% della dose somministrata), principalmente come acido uracil-acetico e composti più polari simili all’urea.

La quantità di brivudina non modificata rappresenta meno dell’1% della dose di Brivudina Aristo eliminata con le urine. I parametri cinetici di BVU relativi all’emivita finale e alla clearance sono dello stesso ordine di grandezza della molecola di origine.

Linearità/Non linearità

Una cinetica lineare è stata osservata all’interno dell’intevallo di dose da 31,25 a 125 mg. La condizione di stato stazionaro di brivudina viene raggiunta dopo 5 giorni di somministrazione giornaliera di Brivudina Aristo, con nessuna indicazione di ulteriore accumulo successivo.

Anziani e pazienti con compromissione renale ed epatica

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I principali parametri cinetici (AUC, Cmax ed emivita finale) della brivudina misurati negli anziani così come nei pazienti con compromissione renale severa o moderata (clearance della creatininina che oscilla da 26 a 50 mL/min/1,73 m2 di superficie corporea e <25 mL/min/1,73 m2 di superficie corporea, rispettivamente) e in pazienti con compromissione epatica da moderata a severa (classe Child-Pugh B-C), sono paragonabili a quelli dei controlli. Pertanto in questi casi non è richiesto aggiustamento della dose.

5.3 dati preclinici di sicurezza

I dati preclinici non rivelano rischi particolari per l’uomo sulla base di studi convenzionali di sicurezza farmacologica, genotossicità, tossicità della riproduzione e potenziale cancerogeno.

Gli effetti della tossicità acuta e cronica sono stati osservati in studi preclinici a breve termine ad esposizioni considerate sufficientemente superiori alla massima esposizione nell’uomo. I dati raccolti durante studi a lungo termine in animali sottoposti ad un’esposizione giornaliera al farmaco vicina all’intervallo clinico, non sono considerati significativi per il trattamento a breve termine nell’uomo. L’organo bersaglio per la tossicità in tutte le specie usate negli studi preclinici era il fegato.

6. informazioni farmaceutiche

6.1 elenco degli eccipienti

Cellulosa microcristallina

Lattosio monoidrato

Crospovidone (tipo B)

Povidone K 30

Magnesio stereato

6.2 incompatibilità

Non pertinente.

6.3 periodo di validità

24 mesi

6.4 precauzioni particolari per la conservazione

6.5 natura e contenuto del contenitore

6.6 Precauzioni particolari per lo smaltimento

7. titolare dell’autorizzazione all’immissione in commercio

Aristo Pharma GmbH

Wallenroder Straße 8–10

13435 Berlino

Germania

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8. NUMERO(I) DELL’AUTORIZZAZIONE ALL’IMMISSIONE IN COMMERCIO

AIC n.: 048048019 – „125 mg Compresse“ 7 compresse in blister Pvc/Al.