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BENDAMUSTINA CHEMI - riassunto delle caratteristiche del prodotto

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Riassunto delle caratteristiche del prodotto - BENDAMUSTINA CHEMI

1. denominazione del medicinale

Bendamustina Chemi 2,5 mg/ml polvere per concentrato per soluzione per infusione

2. composizione qualitativa e quantitativa

Un flaconcino contiene 25 mg di bendamustina cloridrato (come bendamustina cloridrato monoidrato), equivalente a 22,7 mg di bendamustina

Un flaconcino contiene 100 mg di bendamustina cloridrato (come bendamustina cloridrato monoidrato), equivalente a 90,8 mg di bendamustina

1 ml di concentrato contiene 2,5 mg di bendamustina cloridrato (come bendamustina cloridrato monoidrato), equivalente a 2,3 mg di bendamustina, quando ricostituito come indicato al paragrafo 6.6.

Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.

3. forma farmaceutica

Polvere per concentrato per soluzione per infusione.

Polvere microcristallina, bianca.

Sebbene le diluizioni di 0,2 mg/ml e di 0,6 mg/ml non rappresentino tutta la pratica clinica, solo per informazione vengono inclusi i seguenti esempi:

alla diluzione di 0,2 mg/ml, il pH è in un range pari a 3,6–4,2 e l’osmolalità è approssimativamente 220–290 mOsm/kg. alla diluzione di 0,6 mg/ml, il pH è in un range pari a 3,3–3,9 e l’osmolalità è approssimativamente 200–280 mOsm/kg.

4. informazioni cliniche

4.1 indicazioni terapeutiche

Trattamento di prima linea della leucemia linfatica cronica (stadio Binet B o C) in quei pazienti per i quali non è appropriata una chemioterapia di combinazione contenente fludarabina.

Linfoma non-Hodgkin indolente come monoterapia in pazienti che hanno avuto una progressione di malattia durante o entro 6 mesi dal trattamento con rituximab o con un regime terapeutico contenente rituximab.

Trattamento di prima linea del mieloma multiplo (stadio Durie – Salmon II in progressione, o stadio III) in associazione con prednisone in pazienti oltre i 65 anni di età che non sono eleggibili a trapianto autologo di cellule staminali e che presentano neuropatia clinica al momento della diagnosi, tale da precludere un trattamento con talidomide o bortezomib.

4.2 posologia e modo di somministrazione

Posologia

Monoterapia per leucemia linfatica cronica

100 mg/m2di superficie corporea di bendamustina cloridrato nei giorni 1 e 2; ogni 4 settimane fino a 6 volte.

Monoterapia per Linfoma non-Hodgkin indolente refrattario al rituximab.

120 mg/m² di superficie corporea di bendamustina cloridrato nei giorni 1 e 2; ogni 3 settimane per almeno 6 volte.

Mieloma multiplo

120 – 150 mg/m² di superficie corporea di bendamustina cloridrato nei giorni 1 e 2 e 60 mg/m² di superficie corporea di prednisone i.v o per os nei giorni da 1 a 4; ogni 4 settimane per almeno 3 volte.

Compromissione epatica

Sulla base dei dati di farmacocinetica, non è necessario un aggiustamento della dose nei pazienti con insufficienza epatica lieve (bilirubina sierica <1,2 mg/dl). Si raccomanda una riduzione della dose del 30% nei pazienti con insufficienza epatica moderata (bilirubina sierica 1,2 – 3,0 mg/dl).

Non sono disponibili dati in pazienti con insufficienza epatica grave (bilirubina sierica >3,0 mg/dl) (vedere paragrafo 4.3)

Danno renale

Sulla base dei dati di farmacocinetica, non è necessario un aggiustamento della dose nei pazienti con clearance della creatinina > 10 ml/min. L’esperienza relativa a pazienti con insufficienza renale grave è limitata.

Popolazione pediatrica

La sicurezza e l'efficacia di bendamustina cloridrato nei bambini non sono state ancora stabilite. Gli attuali dati disponibili non sono sufficienti per formulare una raccomandazione sulla posologia.

Anziani

Non ci sono evidenze che aggiustamenti di dose siano necessari nei pazienti anziani (vedere paragrafo 5.2).

Modo di somministrazione

Per infusione endovenosa per 30–60 minuti (vedere paragrafo 6.6).

L'infusione deve essere somministrata sotto la supervisione di un medico qualificato e con esperienza nell'uso di agenti chemioterapici.

La scarsa funzionalità del midollo osseo è correlata ad un aumento della tossicità ematologica indotta dalla chemioterapia. Il trattamento non deve essere iniziato se i valori di leucociti e / o piastrine scendono a <3.000 / μl o <75.000 / μl, rispettivamente (vedere paragrafo 4.3).

Il trattamento deve essere interrotto o ritardato se i valori dei leucociti e / o delle piastrine scendono a <3.000 / μl o <75.000 / μl, rispettivamente. Il trattamento può essere continuato dopo che i valori dei leucociti sono aumentati a > 4.000 / μl e i valori delle piastrine a > 100.000 / μl.

Il valore minimo (nadir) di leucociti e piastrine è raggiunto dopo 14–20 giorni con rigenerazione dopo 3–5 settimane. Si raccomanda un rigoroso monitoraggio della conta ematica durante gli intervalli liberi dalla terapia (vedere paragrafo 4.4).

In caso di tossicità non ematologica le riduzioni di dose devono essere basate sul grado più grave, secondo i Criteri Comuni di Tossicità (CTC), osservato nel ciclo precedente. Una riduzione del 50% della dose è raccomandata in caso di CTC di grado 3. Si raccomanda l’interruzione del trattamento in caso di CTC di grado 4.

Se il paziente richiede una variazione della dose, la dose ridotta calcolata individualmente deve essere somministrata nei giorni 1 e 2 del rispettivo ciclo di trattamento.

Per istruzioni sulla ricostituzione, diluizione e somministrazione del medicinale, vedere paragrafo 6.6.

Durata del trattamento

La durata del trattamento dipende dall'indicazione e dalla risposta al trattamento (vedere anche paragrafo 5.1).

4.3 controindicazioni

Ipersensibilità al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti elencati al paragrafo 6.1 Durante l’allattamento Grave compromissione epatica (bilirubina sierica >3.0 mg/dl) Ittero Grave soppressione midollare e gravi alterazioni della conta ematica (valori di leucociti e piastrine scesi rispettivamente a < 3,000/μl o < 75,000/μl) Interventi di chirurgia maggiore entro 30 giorni dall’inizio del trattamento Infezioni, soprattutto quando comportano leucopenia Vaccinazione contro la febbre gialla

4.4 avvertenze speciali e precauzioni d’impiego

Mielosoppressione

I pazienti trattati con bendamustina cloridrato possono manifestare mielosoppressione.

In caso di mielosoppressione dovuta al trattamento, leucociti, piastrine, emoglobina e neutrofili devono essere controllati almeno settimanalmente. Prima di iniziare il ciclo di terapia, sono raccomandati i seguenti parametri: valori di leucociti e/o di piastrine > 4.000/ μl o rispettivamente > 100.000 μl.

Infezioni

Si sono verificate infezioni gravi e fatali con bendamustina cloridrato, incluse infezioni batteriche (sepsi, polmonite) e infezioni opportunistiche come la polmonite da Pneumocystis jirovecii (PJP), il virus della Varicella-Zoster (VZV) e il cytomegalovirus (CMV). I trattamenti con bendamustina cloridrato possono causare prolungata linfocitopenia (<600/µl) e basse conte (<200/µl) dei linfociti T CD4-positivi (linfociti T-helper) fino a 7–9 mesi dopo la fine del trattamento. Linfocitopenia e diminuzione dei linfociti T CD4-positivi sono più marcate quando bendamustina è in combinazione con rituximab.

Pazienti con linfopenia e basse conte di linfociti T CD4-positivi dopo il trattamento con bendamustina cloridrato sono più suscettibili alle infezioni (opportunistiche). In caso di bassa conta dei linfociti T CD4-positivi (<200/µl) deve essere considerata la profilassi per la polmonite da pneumocystis jirovecii (PJP).

Tutti i pazienti devono essere monitorati per segni e sintomi respiratori durante l’intero trattamento. I pazienti devono essere informati di segnalare tempestivamente nuovi segni di infezione, compresa la febbre o sintomi respiratori. L’interruzione del trattamento con bendamustina cloridrato dovrebbe essere tenuto in considerazione se ci dovessero essere segni di infezioni (opportunistiche).

Riattivazione epatite B

In portatori cronici del virus dell’epatite B, si è osservata la riattivazione di tale virus a seguito del trattamento con bendamustina cloridrato.

In alcuni casi si è avuta un’insufficienza epatica acuta, o un esito fatale.

Prima di cominciare il trattamento con bendamustina cloridrato, i pazienti devono essere testati per la presenza del virus dell’epatite B. Per i pazienti che risultano positivi per tale virus prima o durante il trattamento con bendamustina cloridrato (inclusi i pazienti con malattia in atto) devono essere consultati esperti in malattie epatiche e nel trattamento dell’epatite B.

Portatori del virus dell’epatite B che richiedono un trattamento con bendamustina cloridrato devono essere attentamente monitorati per la comparsa di segni e sintomi dell’infezione HBV attiva durante la terapia con bendamustina cloridato e per parecchi mesi dopo la fine del trattamento (vedi paragrafo 4.8)

Reazioni cutanee

E’ stato riportato un certo numero di reazioni cutanee. Questi eventi hanno incluso rash, gravi reazioni cutanee ed esantema bolloso. Casi di sindrome di Stevens-Johnson (SJS), necrolisi epidermica tossica (TEN) e reazione da farmaci con eosinofilia e sintomi sistemici (DRESS), alcuni di questi fatali, sono stati riportati con l’uso di bendamustina cloridrato. I pazienti devono essere informati dei segni e dei sintomi di queste reazioni da parte del proprio medico ed essere avvisati di consultare immediatamente il medico se sviluppano questi sintomi. Alcuni eventi si sono verificati quando bendamustina cloridrato è stata somministrata in associazione con altri agenti antitumorali, per questo motivo è incerta la correlazione con bendamustina cloridrato. Quando insorgono reazioni cutanee, queste possono progredire e aumentare di gravità con la prosecuzione del trattamento. Se le reazioni cutanee peggiorano, la somministrazione di Bendamustina Chemi va interrotta o sospesa. Per reazioni cutanee gravi per le quali si sospetta una relazione con bendamustina cloridrato, il trattamento deve essere sospeso.

Pazienti con disturbi cardiaci

Durante il trattamento con bendamustina cloridrato, deve essere strettamente monitorata la concentrazione di potassio nel sangue nei pazienti con disturbi cardiaci, e devono essere somministrati supplementi di potassio in presenza di valori di K+< 3,5 mEq/l. Vanno inoltre effettuate registrazioni ECG.

Casi fatali di infarto del miocardio e insufficienza cardiaca sono stati riportati durante il trattamento con bendamustina cloridrato. I pazienti con storia concomitante di malattia cardiaca devono essere monitorati attentamente.

Nausea, vomito

Può essere somministrato un antiemetico per il trattamento sintomatico di nausea e vomito.

Sindrome da lisi tumorale

Nel corso delle sperimentazioni cliniche è stata riportata sindrome da lisi tumorale associata al trattamento con bendamustina cloridrato. La sindrome da lisi tumorale insorge generalmente entro le 48 ore dalla prima dose di Bendamustina Chemi e, in assenza di interventi, può condurre ad insufficienza renale acuta e morte.

Misure preventive includono un’adeguata idratazione, lo stretto monitoraggio degli esami ematochimici, in particolare potassiemia ed uricemia, e l’impiego di agenti ipouricemizzanti (allopurinolo e rasburicase). Quando bendamustina e allopurinolo sono stati somministrati in concomitanza, sono stati segnalati alcuni casi di sindrome di Stevens – Johnson e di Necrolisi Epidermica Tossica.

Anafilassi

Negli studi clinici si sono verificate comunemente reazioni all’infusione di bendamustina cloridrato. I sintomi sono generalmente lievi e includono febbre, brividi, prurito ed eruzione cutanea. Gravi reazioni anafilattiche e anafilattoidi si sono verificate in rari casi. I pazienti devono essere interrogati in merito a sintomi indicativi di reazioni all’infusione dopo il primo ciclo di terapia.

Si devono prendere in considerazione misure per prevenire reazioni gravi nei cicli successivi, inclusi gli antistaminici, gli antipiretici e i corticosteroidi, nei pazienti che hanno in precedenza manifestato reazioni infusionali.

Pazienti che hanno manifestato reazioni di tipo allergico di grado 3 o maggiore, solitamente non sono stati ritrattati.

Contraccezione

Bendamustina cloridrato è teratogena e mutagena.

Durante il trattamento le donne non devono iniziare una gravidanza. I pazienti maschi non devono concepire un figlio durante e nei 6 mesi successivi al trattamento. Devono essere informati in merito alla conservazione dello sperma prima del trattamento con bendamustina cloridrato, a causa di possibile infertilità irreversibile.

Stravaso

Una iniezione extravasale deve essere interrotta immediatamente. L’ago deve essere rimosso dopo una breve aspirazione. Dopo ciò, l’area tissutale coinvolta dallo stravaso deve essere raffreddata e il braccio sollevato. Trattamenti supplementari, come l’uso di corticosteroidi, non sono di chiaro beneficio.

4.5 Interazioni con altri prodotti medicinali e altre forme di interazione

Non sono stati condotti studi d’interazione in vivo.

Quando Bendamustina Chemi è somministrato in associazione con agenti mielosoppressivi, l’effetto sul midollo osseo di Bendamustina Chemi e/o dei co-medicamenti può venire potenziato. Qualunque trattamento che riduca lo stato funzionale del paziente o che peggiori la funzione midollare può aumentare la tossicità di Bendamustina Chemi.

L’associazione di Bendamustina Chemi con ciclosporina o tacrolimus può produrre una eccessiva immunosoppressione, con rischio di linfoprolifera­zione.

I citostatici possono ridurre la formazione di anticorpi dopo vaccinazione con virus vivo, ed aumentare il rischio di infezioni anche ad esito fatale. Il rischio è aumentato nei soggetti che sono già immunodepressi a causa della loro malattia di base.

Il metabolismo di bendamustina coinvolge il citocromo P450 (CYP) isoenzima 1A2 (vedere paragrafo 5.2). Pertanto esiste la possibilità di interazione con gli inibitori CYP 1A2, quali fluvoxamina, ciprofloxacina, aciclovir, cimetidina.

Popolazione pediatrica

Gli studi di interazione sono stati effettuati solo negli adulti.

4.6 fertilità, gravidanza e allattamento

Gravidanza

I dati sull’uso di Bendamustina Chemi nelle donne in gravidanza sono insufficienti. In studi non clinici, bendamustina cloridrato è risultata embrio- e feto-letale, teratogena e genotossica (vedere paragrafo 5.3).

Durante la gravidanza, Bendamustina Chemi non deve essere usata, se non strettamente necessario. La madre deve essere informata sui rischi per il feto. Se il trattamento con Bendamustina Chemi è assolutamente necessario durante la gravidanza o se la gravidanza si verifica durante il trattamento, la paziente deve essere informata sui rischi per il nascituro, e deve essere attentamente monitorata. Si deve considerare la possibilità di una consulenza genetica.

Allattamento

Non è noto se bendamustina sia escreta nel latte materno, perciò Bendamustina Chemi è controindicata durante il periodo di allattamento (vedere paragrafo 4.3). L’allattamento deve essere interrotto durante il trattamento con Bendamustina Chemi.

Fertilità

Donne in età fertile devono usare metodi di contraccezione, sia prima che durante la terapia con Bendamustina Chemi.

Agli uomini in trattamento con Bendamustina Chemi si raccomanda di non concepire figli durante e fino a sei mesi dopo la fine del trattamento. Devono essere informati in merito alla conservazione dello sperma prima del trattamento, a causa della possibilità di infertilità irreversibile dovuta alla terapia con Bendamustina Chemi.

4.7 Effetti sulle capacità di guida ed utilizzo di macchinari

Non sono stati condotti studi sugli effetti sulla capacità di guidare e sull’uso dei macchinari.

Tuttavia, sono state segnalate atassia, neuropatia periferica e sonnolenza durante il trattamento con Bendamustina Chemi (vedere paragrafo 4.8).

I pazienti devono essere avvisati che, nel caso in cui manifestino tali sintomi, devono evitare attività potenzialmente pericolose come guidare ed utilizzare macchinari.

4.8 effetti indesiderati

Le più comuni reazioni avverse con bendamustina cloridrato sono reazioni avverse ematologiche (leucopenia, piastrinopenia), tossicità dermatologica (reazioni allergiche), sintomi sistemici (febbre), sintomi gastrointestinali (nausea, vomito).

La tabella seguente riflette i dati ottenuti negli studi clinici con bendamustina cloridrato.

Tabella 1: Reazioni avverse in pazienti trattati con bendamustina cloridrato

Classificazione per sistemi e organi secondo MedDRA

Molto comune ≥ 1/10

Comune ≥1/100 e <1/10

Non comune ≥1/1.000 e <1/100

Raro ≥1/10.000 e <1/1.000

Molto raro <1/10.000

Non nota (non può essere definita sulla base dei dati disponibili)

Infezioni e infestazioni

Infezione NOS*

Infezioni opportunistiche (compreso herpes zoster, cytomegalovirus , virus dell’epatite B)

Polmonite da Pneumocystis jirovecii

Sepsi

Polmonite primaria atipica

Tumori benigni, maligni e non specificati (compresi cisti e polipi)

Sindrome da lisi tumorale

Sindrome mielodisplastica, leucemia mieloide acuta

Patologie del sistema emolinfopoietico

Leucopenia NOS*, piastrinopenia

Linfopenia

Emorragia, anemia, neutropenia

Pancitopenia

Insufficienza midollare

Emolisi

Disturbi del sistema immunitario

Ipersensibilità NOS*

Reazione anafilattica, reazione anafilattoide

Shock anafilattico

Patologie del sistema nervoso

Cefalea

Insonnia

Capogiro

Sonnolenza, afonia

Disgeusia, parestesia,neur opatia sensoriale periferica, sindrome anticolinergica , patologie neurologiche, atassia, encefalite

Patologie cardiache

Disfunzione cardiaca,

Versamento pericardico,

Tachicardia

Fibrillazione

come palpitazioni, angina pectoris, aritmia

infarto del miocardio, insufficienza cardiaca

atriale

Patologie vascolari

Ipotensione, Ipertensione

Insufficienza circolatoria acuta

Flebite

Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche

Disfunzione polmonare

Fibrosi polmonare

Polmonite, Emorragia alveolare polmonare

Patologie gastrointestinali

Nausea, vomito

Diarrea, stipsi, stomatite

Esofagite emorragica, emorragia gastrointestina le

Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo

Alopecia, patologie della cute NOS*, Orticaria

Eritema, dermatiti, prurito, esantemamac ulo– papulare, iperidrosi

Sindrome di Stevens – Johnson, necrolisi epidermica tossica, reazione da farmaci con eosinofilia e sintomi sistemici (DRESS).

Patologie dell’apparato riproduttivo e della mammella

Amenorrea

Infertilità

Patologie epatobiliari

Insufficienz a epatica

Patologie renali e urinarie

Insufficienz a renale

Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazion

Infiammazione delle mucose, affaticamento, piressia

Dolore, brividi, disidratazione , anoressia

Insufficienza multi–organo

e

Esami diagnostici

Calo di emoglobina, aumento di creatinina, aumento di urea

Aumento di AST, aumento di ALT, aumento di fosfatasi alcalina, aumento di bilirubina, ipokaliemia

= terapia in associazione con rituximab.

*NOS = non altrimenti specificato

Descrizione di reazioni avverse selezionate

Ci sono stati casi isolati di necrosi in seguito a somministrazione accidentale extra–vascolare, sindrome da lisi tumorale e anafilassi.

Il rischio di sindrome mielodisplastica e di leucemia mieloide acuta è aumentato nei pazienti trattati con agenti alchilanti (compresa la bendamustina). Tali neoplasie secondarie si possono sviluppare parecchi anni dopo il termine della chemioterapia.

Segnalazione delle reazioni avverse sospette

La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione all’indirizzo.

4.9 sovradosaggio

Dopo una somministrazione di 30 minuti di infusione di Bendamustina Chemi una volta ogni 3 settimane, la dose massima tollerata (DMT) è stata 280 mg/m². Sono insorti eventi cardiaci di grado 2 CTC compatibili con modificazioni ischemiche dell’ECG, e che sono stati considerati “dose limitanti”.

In uno studio successivo con un’infusione di Bendamustina Chemi di 30 minuti nei giorni 1 e 2 ogni 3 settimane, la DMT è stata 180 mg/m². La tossicità “dose limitante” è stata rappresentata da piastrinopenia di grado 4. Con questo schema, la tossicità cardiaca non è stata di tipo “dose-limitante”.

Contromisure

Non esiste un antidoto specifico. Come contromisure efficaci nel controllo degli effetti collaterali ematologici, possono essere effettuati il trapianto di midollo osseo e trasfusioni (piastrine, eritrociti concentrati), oppure possono essere somministrati fattori di crescita ematologici.

Bendamustina cloridrato e i suoi metaboliti sono dializzabili in misura ridotta.

5. proprieta’ farmacologiche

5.1 proprietà farmacodinamiche

Categoria farmacoterapeutica: Agenti Antineoplastici, agenti alchilanti, codice ATC: L01AA09

Meccanismo d’azione

Bendamustina è un agente alchilante antitumorale con peculiare attività. L’azione antineoplastica e citotossica della bendamustina si basa fondamentalmente sul crosslinking per alchilazione sul DNA a singola e doppia elica. Di conseguenza, le funzioni di matrice, sintesi e riparazione del DNA sono compromesse.

L’azione anti-tumorale della bendamustina è stata dimostrata in numerosi studi in vitro condotti su differenti linee cellulari di tumori umani (cancro della mammella, cancro polmonare a piccole cellule e non a piccole cellule, carcinoma dell’ovaio e differenti leucemie) e in studi in-vivo in differenti modelli sperimentali di tumore con tumori del topo, ratto e di origine umana (melanoma, cancro della mammella, sarcoma, linfoma, leucemia e cancro polmonare a piccole cellule).

Bendamustina cloridrato ha mostrato un profilo d’attività in linee cellulari tumorali umane differente da quello di altri agenti alchilanti. Il principio attivo ha rivelato una bassa o nulla resistenza crociata nelle linee cellulari di tumori umani, con differenti meccanismi di resistenza, almeno in parte legati ad una interazione comparativamente persistente sul DNA. E’stato inoltre dimostrato in studi clinici che non sussiste una completa resistenza crociata della bendamustina con antracicline, agenti alchilanti o rituximab. Tuttavia il numero di pazienti valutati è esiguo.

Efficacia e sicurezza clinica

Leucemia linfatica cronica

L’indicazione per l’impiego nella leucemia linfatica cronica è supportata da un solo studio in aperto, che ha confrontato bendamustina con clorambucil. In questo studio prospettico, multicentrico, randomizzato sono stati inclusi 319 pazienti con leucemia linfatica cronica stadio Binet B o C non precedentemente trattati. Il trattamento di prima linea con bendamustina cloridrato 100 mg/m² i.v. nei giorni 1 e 2 (BEN) è stato confrontato con clorambucil 0,8mg/kg nei giorni 1 e 15 (CLB), per 6 cicli in entrambi i gruppi di trattamento. Ai pazienti è stato somministrato allopurinolo al fine di prevenire la sindrome da lisi tumorale.

I pazienti con BEN hanno mostrato una sopravvivenza mediana libera da progressione significativamente più lunga rispetto a pazienti trattati con CLB (21,5 mesi versus 8,3 mesi, p < 0,0001 nell’ultimo follow-up). La sopravvivenza complessiva non ha mostrato una differenza statisticamente significativa (mediana non raggiunta). La durata mediana della remissione è stata 19 mesi con BEN, e 6 mesi con CLB (p < 0,0001). La valutazione della sicurezza in entrambi i gruppi trattati non ha mostrato effetti indesiderati inaspettati per tipologia e frequenza. Il dosaggio di BEN è stato ridotto nel 34% dei pazienti. Il trattamento con BEN è stato interrotto nel 3,9% dei pazienti a seguito di reazioni allergiche.

Linfoma non-Hodgkin indolente

L’indicazione nel linfoma non-Hodgkin indolente si basa su due studi non controllati di fase II. Nel principale studio prospettico multicentrico in aperto, 100 pazienti con linfoma non-Hodgkin indolente a cellule B refrattario a rituximab in monoterapia o in associazione, sono stati trattati con bendamustina in monoterapia. I pazienti avevano ricevuto mediamente 3 cicli preliminari di chemioterapia o terapia biologica. Il numero mediano di cicli precedenti contenenti rituximab era 2. I pazienti non avevano mostrato risposta o erano progrediti entro 6 mesi dal trattamento con rituximab. Il dosaggio di bendamustina è stato 120 mg/m² i.v. nei giorni 1 e 2, pianificato per almeno 6 cicli. La durata del trattamento era legata alla risposta (6 cicli pianificati). Il tasso 10 complessivo della risposta è stata del 75% e include il 17% di risposte complete (risposte complete e risposte complete non confermate) ed il 58% di risposte parziali, come valutato da un comitato revisore indipendente. La durata mediana della remissione è stata 40 settimane. Bendamustina è stata generalmente ben tollerata quando somministrata secondo questi dosaggi e schemi di terapia. L’indicazione è inoltre supportata da un altro studio prospettico multicentrico in aperto su 77 pazienti. La popolazione dei pazienti era più eterogenea e comprendeva linfomi non-Hodgkin indolenti o trasformati a cellule B refrattari a rituximab in monoterapia o in associazione. I pazienti non avevano risposta o erano progrediti entro i 6 mesi dal trattamento, o avevano avuto una reazione sfavorevole con il precedente trattamento con rituximab. I pazienti avevano ricevuto mediamente 3 precedenti cicli di chemioterapia o di terapia biologica. Il numero mediano dei precedenti cicli di terapia con rituximab era 2. Il tasso complessivo di risposta è stato del 76%, con una durata mediana di risposta di 5 mesi (29 settimane [IC 95% 22,1– 43,1]).

Mieloma multiplo

In uno studio clinico prospettico multicentrico randomizzato in aperto, sono stati inclusi 131 pazienti con mieloma multiplo in fase avanzata (Durie-Salmon stadio II in progressione, o stadio III). La terapia di prima linea con bendamustina cloridrato associata a prednisone (BP) è stata confrontata ad un trattamento con melphalan e prednisone (MP). La tollerabilità in entrambi i bracci di trattamento era in linea con il profilo di sicurezza noto dei rispettivi medicinali con una quantità di riduzione della dose significativamente maggiore nel braccio BP. Il dosaggio usato è stato bendamustina cloridrato 150 mg/m² i.v. nei giorni 1 e 2, oppure melphalan 15 mg/m² i.v. nel giorno 1, ciascuno in associazione con prednisone. La durata del trattamento era dipendente dalla risposta, ed è stato mediamente di 6,8 cicli nel gruppo BP e 8,7 nel gruppo MP.

I pazienti trattati con BP hanno avuto una sopravvivenza mediana libera da progressione più lunga rispetto ai pazienti trattati con MP (15 mesi [IC 95% 12–21] versus 12 mesi [IC 95% 10–14]) (p = 0,0566). Il tempo mediano al fallimento del trattamento è stato 14 mesi nel gruppo trattato con BP e 9 mesi con MP. La durata della remissione è stata 18 mesi con il trattamento BP e 12 mesi con MP. La sopravvivenza globale non è stata significativamente differente (35 mesi con BP versus 33 mesi con MP). La tollerabilità in entrambi i gruppi di trattamento è stata in linea con il profilo di sicurezza conosciuto dei rispettivi medicinali, con una riduzione della dose significativamente maggiore nel gruppo trattato con BP.

5.2 proprietà farmacocinetiche

Distribuzione

L’emivita di eliminazione t1/2ß dopo 30 minuti di infusione i.v. di 120 mg/m² di superficie corporea in 12 soggetti è stata pari a 28,2 minuti.

Dopo 30 minuti di infusione i.v. il volume centrale di distribuzione è stato 19,3 l. In condizioni stabili a seguito di un’iniezione in bolo i.v., il volume di distribuzione è stato 15,8 – 20,5 l.

Oltre il 95% della sostanza è legata alle proteine plasmatiche (principalmente albumina).

Biotrasformazione

La principale via d’eliminazione di bendamustina è l’idrolisi a monoidrossi- e diidrossibenda­mustina.

La formazione di N-desmetil-bendamustina e gamma-idrossi-bendamustina da parte del metabolismo epatico è ad opera del citocromo P450 (CYP) isoenzima 1A2. Un’altra importante via metabolica della bendamustina è la coniugazione con il glutatione.

Negli studi in vitro, bendamustina non inibisce i citocromi CYP 1A4, CYP 2C9/10, CYP 2D6, CYP 2E1 e CYP 3A4.

Eliminazione

La clearance media totale dopo 30 minuti di infusione di 120 mg/m² di superficie corporea in 12 soggetti è stata 639,4 ml/min. Circa il 20% della dose somministrata è stata ritrovata nelle urine entro le 24 ore. Le quantità escrete nelle urine sono state nell’ordine: monoidrossi-bendamustina> bendamustina> diidrossi-bendamustina > metabolita ossidato >N-desmetil-bendamustina. I metaboliti polari sono principalmente eliminati nella bile.

Compromissione epatica

In pazienti con il 30 – 70% di coinvolgimento tumorale del fegato ed compromissione epatica lieve (bilirubina sierica < 1,2mg/dl), il comportamento farmacocinetico non è cambiato. Non ci sono state significative differenze rispetto ai pazienti con normale funzione epatica e renale per quanto riguarda Cmax, tmax, AUC, t1/2ß, volume di distribuzione e clearance. AUC e clearance corporea totale di bendamustina correlano inversamente con la bilirubina sierica.

Compromissione renale

Nei pazienti con clearance della creatinina > 10 ml/min, compresi i pazienti dipendenti da dialisi, non sono state osservate significative differenze rispetto a pazienti con normale funzione epatica e renale per quanto riguarda Cmax, tmax, AUC, t1/2ß, volume di distribuzione e clearance.

Pazienti anziani

Soggetti di età fino a 84 anni sono stati inclusi negli studi di farmacocinetica. L’età più elevata non influenza la farmacocinetica di bendamustina.

5.3 dati preclinici di sicurezza

Le reazioni avverse non osservate durante gli studi clinici, ma osservate in studi animali per livelli di esposizione simili all’esposizione clinica e con possibile rilevanza per uso clinico, sono state le seguenti.

Indagini istologiche nei cani hanno mostrato iperemia macroscopica della mucosa ed emorragia nel tratto gastrointestinale. Indagini microscopiche hanno mostrato estese modifiche del tessuto linfatico, indice di immuno-soppressione, e modifiche tubulari dei reni e testicoli, così come modifiche atrofiche necrotiche dell’epitelio della prostata.

Studi negli animali hanno mostrato che bendamustina è embriotossica e teratogena.

Bendamustina induce aberrazione dei cromosomi ed è mutagena in vivo come in vitro. Bendamustina è risultata cancerogena in studi di lungo termine nei topi femmina.

6. informazioni farmaceutiche

6.1 elenco degli eccipienti

Mannitolo

6.2 incompatibilità

Questo prodotto medicinale non deve essere miscelato con altri prodotti, ad eccezione di quelli menzionati nel paragrafo 6.6.

6.3 periodo di validità

2 anni.

La polvere deve essere ricostituita immediatamente dopo l’apertura del flaconcino.

Il concentrato ricostituito deve essere immediatamente diluito con soluzione di sodio cloruro 0.9%.

Stabilità dopo la prima apertura, ricostituzione e diluizione:

la stabilità chimica e fisica in uso (soluzione diluita) è stata dimostrata per 3,5 ore a 25°C e per 2 giorni a 2° – 8°C in sacche di polietilene.

Da un punto di vista microbiologico, la soluzione deve essere immediatamente usata. Se non usata immediatamente, i tempi di conservazione in uso e le condizioni prima dell'uso sono responsabilità dell’utilizzatore e normalmente non devono superare le 24 ore a 2°- 8° C a meno che la ricostituzione sia stata eseguita in condizioni asettiche controllate e validate.

6.4 precauzioni particolari per la conservazione

Conservare il flaconcino nel cartone esterno al fine di proteggerlo dalla luce.

Per le condizioni di conservazione del medicinale ricostituito o diluito, vedere paragrafo 6.3.

6.5 natura e contenuto del contenitore

Flaconcini di vetro tipo I di 20 ml o 50 ml con tappo di gomma clorobutilica e ghiera di protezione in alluminio.

I flaconcini da 20 ml contengono 25 mg di bendamustina cloridrato e sono disponibili in confezioni da 1, 5, 10 e 20 flaconcini.

I flaconcini da 50 ml contengono 100 mg di bendamustina cloridrato e sono disponibili in confezioni da 1 e 5 flaconcini.

E’ possibile che non tutte le confezioni siano commercializzate.

6.6 precauzioni particolari per lo smaltimento e la manipolazione

Quando si maneggia Bendamustina Chemi deve essere evitata l’inalazione, il contatto con la pelle o il contatto con le mucose (indossare guanti ed abiti di protezione!). Parti del corpo contaminate devono essere accuratamente risciacquate con acqua e sapone, gli occhi devono essere risciacquati con soluzione fisiologica salina. Se possibile, si raccomanda di lavorare su speciali banchi da lavoro di sicurezza (flusso laminare) utilizzando foglio assorbente usa-e-getta impermeabile ai liquidi.

Il personale in gravidanza deve essere escluso dal maneggiare citostatici.

La polvere per concentrato per soluzione per infusione deve essere ricostituita con acqua per preparazioni iniettabili, diluita con soluzione iniettabile di sodio cloruro 9 mg/ml (0,9%) e poi somministrata tramite infusione intravenosa. Deve essere usata una tecnica asettica.

1. Ricostituzione

Ricostituire ogni flaconcino contenente 25 mg di bendamustina cloridrato in 10 ml di acqua per iniettabili agitando la soluzione.

Ricostituire ogni flaconcino contenente 100 mg di bendamustina cloridrato in 40 ml di acqua per iniettabili agitando la soluzione.

Il concentrato ricostituito contiene 2,5 mg di bendamustina cloridrato per ml ed appare come una soluzione limpida e incolore.

2. Diluizione

Appena si ottiene una soluzione limpida (in genere dopo 5–10 minuti) diluire immediatamente la dose totale raccomandata di Bendamustina Chemi con soluzione di NaCl 0,9% per produrre un volume finale di circa 500 ml.

Bendamustina Chemi deve essere diluito con soluzione di NaCL 0,9% e con nessun’altra soluzione iniettabile.

3. Somministrazione

La soluzione è somministrata tramite infusione intravenosa della durata di 30 – 60 min.

I flaconcini sono solo per uso singolo.

Il medicinale non utilizzato ed i rifiuti derivanti da tale medicinale devono essere smaltiti in conformità alla normativa locale vigente.

7. titolare dell’autorizzazione all’immissione in commercio

Chemi S.p.A.

Via dei Lavoratori 54 – 20092 Cinisello Balsamo (MI)

Tel: +39.02.64431

Fax: +39.02. 6128960

e-mail:

8. numero dell’autorizzazione all’immissione in commercio

AIC n. 044397014 – “Bendamustina Chemi 2,5 mg/ml polvere per concentrato per soluzione per infusione” 1 flaconcino in vetro da 25 mg

AIC n. 044397026 – “Bendamustina Chemi 2,5 mg/ml polvere per concentrato per soluzione per infusione” 5 flaconcini in vetro da 25 mg

AIC n. 044397038 – “Bendamustina Chemi 2,5 mg/ml polvere per concentrato per soluzione per infusione” 10 flaconcini in vetro da 25 mg

AIC n. 044397040 – “Bendamustina Chemi 2,5 mg/ml polvere per concentrato per soluzione per infusione” 20 flaconcini in vetro da 25 mg

AIC n. 044397053 – “Bendamustina Chemi 2,5 mg/ml polvere per concentrato per soluzione per infusione” 1 flaconcino in vetro da 100 mg

AIC n. 044397065 – “Bendamustina Chemi 2,5 mg/ml polvere per concentrato per soluzione per infusione” 5 flaconcini in vetro da 100 mg